Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Da
Romano Them
12 Febbraio 2008 - Secondo la stampa, il Montenegro starebbe aspettando una
nuova ondata di rifugiati se il Kosovo dichiarasse l'indipendenza. Riportando il
Commissario Montenegrino per i Rifugiati, Zeljko Sofranac, i giornali dicono che
il Montenegro dovrebbe, in questa situazione, reagire come uno stato moderno
applicando i trattati e le convenzioni internazionali.
Riferendosi alla situazione del 1999, quando il Montenegro accettò di
ospitare un gran numero di rifugiati come parte di un piano internazionale per
il contenimento regionale della crisi dei rifugiati, il Commissario ha affermato
che il suo paese non sarebbe pronto ad accettare nel lungo periodo rifugiati da
altri paesi.
Ad otto anni dalla fine della guerra, il Montenegro conta ancora circa 16.000
profughi dal Kosovo, molti dei quali Rom. Diventando rifugiati dopo
l'indipendenza montenegrina dalla Serbia, fronteggiano espresse discriminazioni
e devono accettare terribili condizioni di vita nei campi rifugiati o in ripari
privati.
Di Fabrizio (del 14/02/2008 @ 09:07:41, in casa, visitato 1645 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
Conoscere le comunità rom, avvicinarsi alla loro cultura, prendere in
considerazione e studiare i modelli abitativi.
Questo è quello che si propone il seminario internazionale itinerante promosso
dal dipartimento di studi urbani di Roma Tre e da Stalker osservatorio nomade.
Il progetto Plans & Slums, intende affrontare la questione dei Rom in
Europa, le loro culture abitative e i modelli insediativi loro proposti in
Italia.
«Il progetto è nato da una rete interdisciplinare di esperti ed artisti che
lavorano sui territori in trasformazione», spiega Francesco Careri docente di
Progettazione architettonica a Roma Tre.
Da oggi a lunedì 18 febbraio studenti, ricercatori e docenti di Architettura
italiane e stranieri con 9 camper visiteranno alcuni campi di Roma, per fare
attività di studio. Quattro gli aspetti principali della ricerca:
i legami affettivi e giuridici che collegano i rom al loro paese, una mappatura
delle relazioni che i nomadi sono riusciti a costruire con la città, una
mappatura degli insediamenti e dei dispositivi che controllano il campo, una
rilevazione delle case o dei container nei quali vivono con le trasformazioni
che sono state da loro stessi apportate.
«Noi riteniamo importante analizzare le alternative che i Rom sono riusciti a
realizzare autonomamente - dice Careri - Molti di loro vorrebbero continuare a
vivere in famiglie allargate, come accadeva in Italia 50 anni fa e riescono a
costruire con i loro mezzi anche abitazioni di 100 mq». La tappa romana del
seminario si concluderà lunedì18 febbraio con le “buone Pratiche” di altre città
come Firenze, Pisa e Bolzano dove le micro aree sono state realizzate.
La presentazione sarà a cura della Fondazione Michelucci.
Una mostra con i risultati del progetto Plans & Slums sarà esposta a Milano il
15 maggio in occasione de La Triennale di Milano.
Di Fabrizio (del 13/02/2008 @ 18:35:30, in Europa, visitato 2144 volte)
Ricevo da Dijana Pavlovic
Oggetto: urgente replay to viktoria.mohacsi@europarl.europa.eu Viktória Mohácsi MEP-ALDE e le seguenti organizzazioni non governative elencate in calce, si sentono insultate dall´affermazione di Silvio Berlusconi e richiedono perentorie scuse da parte sua. Silvio Berlusconi, durante un´intervista telefonica riguardante il suo programma elettorale per i primi 100 giorni di governo, ha dichiarato: "Tolleranza zero per Rom, clandestini e criminali". Stiamo provvedendo ad includere una lista di organizzazioni rom e non rom che appoggiano l´iniziativa. Abbiamo ancora 40 minuti prima della scadenza dei termini per la consegna della richiesta. Nel caso vogliate essere aggiunti per favore includete alla risposta il nome della Vostra organizzazione, il paese ed il contatto. Ringraziando anticipatamente.Elisabetta Vivaldi
Mohácsi Viktória - MEP European Roma and Travellers Forum, Roma Education Fund, Open Society Institute, Movement for Desegregation Foundation - Hungary, Chance for Children Foundation - Hungary, Jászság Roma Civil Rights Association - Hungary, Roma Civil Rights Foundation - Hungary, Phralipe Association - Hungary, European Roma Youth Association - Hungary, Hunagrian Roma Forum - Hungary, Romedia Foundation - Hungary, Regional Roma Association Dombóvár - Hungary, National Associaton of Romologists - Hungary, Network for Integration Foundation – Hungary, U.N.I.R.S.I – Italy, Them Romano - ONLUS Association – Italy, Romano Drom - Onlus Association, Milano - Italy, Amalipe Romano Associaton - Italy, Rasim Sejdic Association - Italy, Opera Nomadi Association Milano – Italy, Opera Nomadi Association Mantova – Italy, Opera Nomadi Association Napoli – Italy, Opera Nomadi Nazionale Ente Morale – Italy, Romani Criss - Romania, Parudimos Associaiton- Romania, Assosiation of Romani Women for the Children - Romania, Amare Romenta Association - Romania, Romanian Civic Roma Alliance - Romania, Association for Roma Initiative Development - Romania, European Roma Information Office - Belgium, Center for Interethnic Dialogue and Tolerance "Amalipe" - Bulgaria, Integro Association - Bulgaria, Federation nationale des associations solidaires d'action avec les Tsiganes et Gens du voyage – France, Youth Association Perpetuum – Macedonia, Youth Association ‘Luludi’ – Skopje Macedonia, Romani Kultur Yardimlasma ve Dayanisma Dernegi – Aydin, Turkey, Kirklareli Roman Kulturunu Koruma, Kalkindirma ve Dayanisma Dernegi – Turkey, Luleburgaz Bati Trakya Romanlari Kultur, Yardimlasma ve Dayanisma Dernegi – Turkey, Alliance Unit of Roma – Chisinau Moldova, Rubin Romany Organisation – Durleshti Moldova, National Roma Centrum – Kumanovo Macedonia, Roma SOS Association - Prilep Macedonia, Prijatelska Raka Association –Skopje Macedonia, Jekipe Association – Veles Macedonia, Darhija Association – Skopje Macedonia, Anglunipe Association – Tetovo Macedonia, Pralipe Association - Kr.Palanka Macedonia, Sucar Drom Association - Italy, Nevo Drom Association - Italy, RomSinti@Politica Association - Italy, Institute of Sinta Culture – Italy, OsservAzione Association - Italy, U Gipen Association – Brescia Italy, Nevo Mero Association – Rimini Italy, Sucar Drom VI Association – Vicenza Italy, Nevo Drom TN Association – Trento Italy...
Di Fabrizio (del 13/02/2008 @ 09:02:26, in Italia, visitato 1402 volte)
Ricevo da Roberto Malini
da www.annesdoor.com
Gloria, un'utente di Anne's Door è sorpresa da quanti reati siano attribuiti ai
Rrom e ci scrive: "Dopo il caso Mailat, i bambini di Milano torturati e
costretti a mendicare, ecco la rivelazione (di Roberta Angelilli, Alleanza
Nazionale n.d.r.) secondo cui in Italia ben 50 mila bambini Rrom sarebbero
schiavi di un racket composto da nomadi; ecco la vicenda dei Sinti che truffano
gli anziani e chesi rivelano proprietari di ville e montagne d'oro (l'ho
visto in un servizio televisivo)! Ecco la notizia, diffusa dai media, dei Rrom
del campo Casilino 900, a Roma, che hanno commesso un'infinità di reati e che le
autorità romane hanno presentato come una banda organizzata, contro cui hanno
mobilitato un esercito composto da più di cento carabinieri, pattuglie in
uniforme, militari a cavallo e unità cinofile. Siamo di fronte a un popolo di
criminali, geneticamente portati a commettere reati e azioni orribili o viviamo
in un Paese impazzito?"
Risponde Roberto Malini. Hai colto nel segno del problema e hai messo in rilievo
il castello di pregiudizi su sui si basa una persecuzione efferata, che si
giustifica agli occhi dell'opinione pubblica come "operazione di sicurezza" e
non "purga razziale". Cara Gloria, i nomadi che rapiscono bambini e li
costringono con torture, segregazione e minacce a rubare o prostituirsi; i Sinti
che si arricchiscono truffando gli anziani e posseggono ville e macchinoni; il
"linguaggio segreto" degli zingari scritto con il gesso davanti alle abitazioni
a scopo di rapina sono i soliti luoghi comuni usati dalla propaganda razzista.
Il partito nazista e la stampa di regime presentarono i Rrom proprio come un
popolo geneticamente degenerato e caratterizzato da un'indole immorale: ladri,
truffatori, schiavisti, padri e madri indegni, assassini senza scrupoli. La
realtà, Storia e Memoria ce lo insegnano, è ben diversa e i veri criminali non
furono i Rrom, ma i tedeschi e i loro complici. Criminali spietati, capaci di
azioni indescrivibili e omicidi orrendi contro uomini, donne e bambini
innocenti. Tieni presente, però, che quando i nazisti erano al potere e i media
lavoravano per presentare in modo umano la loro immagine, il popolo tedesco la
pensava come gli italiani di oggi e identificava negli zingari e nelle altre
minoranze che furono soggette a persecuzione la sorgente del male. Nessuno
avrebbe detto che Hitler, Goebbels, Eichmann o Himmler fossero mostri. I nemici
della sicurezza erano considerati, anche allora, i mendicanti, i poveri, le
famiglie Rrom dalle pelli scure e le usanze così diverse da quelle europee. Ma
torniamo al presente: Rrom e Sinti, purtroppo, sono poverissimi e non posseggono
ville né oro o diamanti; amano i loro bambini ("tanti bambini, tanta gioia", è
il loro motto) e non rapiscono quelli degli altri; hanno un livello di moralità
elevatissimo e condannano la violenza come il più grave dei mali; sono religiosi
e considerano la carità e la solidarietà come i massimi valori umani e sociali.
Non ho visto il servizio televisivo a
cui ti riferisci, ma ne ho lette e sentite tante, da molti anni. Se vuoi
combattere il pregiudizio devi tener sempre presente che i razzisti seguono una
strategia mediatica precisa, che è quella di giustificare la repressione
presentandola come un'azione necessaria per tutelare o ripristinare la
"legalità". Quello che gli uomini e i gruppi che si occupano di Diritti Umani
combattono è un atteggiamento persecutorio, che ha portato i Rrom in condizioni
tragiche di povertà. E' ovvio che le autorità giustificano sgomberi ed
espulsioni adducendo ai Rrom reati di ogni genere, ma quello che le Nazioni
Unite e l'Unione Europea chiedono - finalmente - ai Paesi civili è l'attuazione
di politiche volte a integrare i Rrom e a combattere la povertà che li annienta,
attraverso un sostegno pianificato (che l'Ue agevola con ingenti fondi, cui
l'Italia ha scelto di non accedere proprio per non favorire l'integrazione) e
comprendente alloggi, aiuti economici, assistenza sanitaria, strutture per
l'igiene, progetti di collocamento professionale, inserimento scolastico, tutela
dell'identità etnica di un popolo, attivazione di programmi
mirati a far conoscere la Storia, la cultura e la condizione dei Rrom ecc. In
tutti i casi cui ti riferisci, eccettuato quello di Mailat, che non è un Rrom,
ma un romeno di etnia Bunjas (anche quello, comunque, è un evento giudiziario
tutt'altro che chiaro), le autorità contestano reati diversi ai Rrom e i media
presentano le loro comunità come bande malavitose. Il caso recentissimo del
campo Casilino 900 è emblematico della persecuzione in atto. Le forze
dell'ordine sono entrate in un luogo di emarginazione simile a un campo di
concentramento, dove sopravvivono nelle più spaventose condizioni di indigenza
cento uomini, cento donne e duecentocinquanta bambini. La violazione commessa
nei loro confronti è stata totale: anziché ricevere aiuti e supporto (come
prevedono le leggi internazionali a tutela delle minoranze etniche e le
convenzioni internazionali per i Diritti Umani), sono stati perquisiti, espulsi
quando possibile, denunciati per reati assurdi, come la "violazione del diritto
d'autore", terrorizzati e umiliati sia individualmente che come popolo. Quando
abbiamo dubbi sulla persecuzione, Gloria, perché i media ci presentano i "buoni"
e i "cattivi" secondo una logica di regime, dobbiamo entrare in un campo Rrom e
tutto diventa chiaro: troveremo povertà, fame, malattie, morte, dolore,
abbandono, emarginazione. E nessuno che si prodighi per combattere i veri nemici
della società, che sono il razzismo, la crudeltà, l'abuso, la calunnia, la
miseria. Entriamo in un campo Rrom, finché è possibile, perché i pogrom hanno
decimato persino quei luoghi disperati di sopravvivenza e, al di là delle odiose
bugie della propaganda, sarà facile rispondere alla tua domanda: chi sono i
criminali, gli zingari o i loro persecutori?
info@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com
www.annesdoor.com
Di Fabrizio (del 12/02/2008 @ 09:22:09, in Italia, visitato 1757 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
«Il presidente di Unicef Italia, Antonio Sclavi, e l'assessore alle Politiche
sociali del Comune di Roma, Raffaela Milano, hanno siglato oggi un protocollo di
intesa per la definizione di iniziative congiunte finalizzate alla promozione di
buone pratiche, da parte delle amministrazioni locali italiane, a favore dei
diritti dei bambini rom, sinti e camminanti». Lo comunica, in una nota,
l'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Roma. «In particolare - si
legge - l'accordo prende atto dal riconoscimento del Comitato Onu per i diritti
dell'infanzia il quale, nelle sue Osservazioni conclusive sul Protocollo
opzionale per la convenzione sui diritti dell'infanzia, ha raccomandato che il
»Centro per il contrasto alla mendicità infantile« promosso dal Comune di Roma,
sia condiviso, come buona prassi, dalle altre città italiane. Il Centro per la
mendicità infantile del Comune è nato nel 2003 con l'obiettivo di contrastare il
fenomeno della mendicità infantile, accogliendo, in un ambiente familiare e
sereno, i bambini sottratti alla strada, assistendoli e tentando di intervenire
efficacemente sul loro contesto di vita. Il progetto è condiviso e con il
Tribunale dei Minorenni e con la Procura Minorile, oltre che con la Prefettura
di Roma. Un altro punto particolarmente innovativo del protocollo riguarda
l'impegno a collaborare per raccogliere e inserire il punto di vista dei bambini
e degli adolescenti rom nel futuro Rapporto al Comitato ONU sui diritti
dell'infanzia, in modo da poter ascoltare direttamente la voce, le aspettative e
i problemi vissuti dai minori.
Con il coinvolgimento di altri uffici Unicef europei, si favorirà lo scambio di
informazioni tra i diversi paesi, mentre per gli amministratori locali italiani
verrà redatto un vademecum sulle buone pratiche su questo tema».
«Il riconoscimento del lavoro avviato a Roma con il Centro di contrasto alla
mendicità infantile, da parte del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti
dell'infanzia - ha dichiarato l'assessore Raffaela Milano - rappresenta per noi
una importante conferma della validità di un servizio innovativo che in questi
anni ha consentito di garantire a tanti minori sfruttati i propri diritti e,
allo stesso tempo, di combattere efficacemente e di assicurare alla giustizia
chi specula sulla sofferenza dei bambini, sia per l'accattonaggio che per lo
sfruttamento sessuale, come è avvenuto tra l'altro per le due indagini »fiori
nel fango« con l'arresto e la condanna di una rete di pedofili. Sono sicura che
questo protocollo siglato con Unicef servirà a rafforzare in tutti i comuni
italiani questa rete di impegno a tutela dei più piccoli, una assoluta priorità
per il nostro paese».
«Il Comitato Onu sui diritti dell'infanzia - sottolinea Antonio Sclavi,
presidente dell'Unicef Italia - ha raccomandato al nostro paese di non
discriminare i bambini e gli adolescenti rom, sinti e camminanti, assicurando
loro il diritto all'istruzione, alla salute, all'inclusione sociale, al gioco e
al tempo libero. I bambini e gli adolescenti rom, sinti e camminanti hanno
diritto a quanto sancito dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia.
Partire dalla diffusione su tutto il territorio delle buone prassi realizzate da
singoli Comuni, come quella del Centro contro la mendicità infantile, utilizzare
un metodo fondato sull'ascolto dei bambini e degli adolescenti stessi,
assicurare il coinvolgimento dell'associazionismo questi i principali aspetti di
questa nuova collaborazione tra l'assessorato alla Politiche sociali del Comune
di Roma e l'Unicef».
Di Sucar Drom (del 11/02/2008 @ 09:16:12, in blog, visitato 1667 volte)
Eu, i Rom e i Sinti sono discriminati
Viste le discriminazioni subite dai circa dieci milioni di Rom e Sinti nell'UE,
il Parlamento chiede una strategia europea e finanziamenti per promuovere la
loro inclusione sociale. Occorre porre fine alla loro segregazione
nell'istruzione, sostenerne l'integrazione nel...
Angela Celentano, basta con le favole su Rom e Sinti!
Ci risiamo, di nuovo le Forze dell’Ordine accreditano la pista fantasiosa degli
“zingari” per il rapimento di Angela Celentano. È la quarta volt...
L'Unicef pensa che i bambini sinti e rom siano disabili?
L'Unicef ha colto l'occasione del convegno alla "Cattolica" per presentare la
campagna "Il diritto alla partecipazione dei bambini e degli adolescenti con disabilità". Trasferendo nel nostro Paese la "griglia" di pr...
Firenze, i Rom chiedono "casa, lavoro e scuola per i bambini"
"Casa, lavoro e scuola per i bambini" sono le richieste di una sessantina di Rom
che stamane hanno manifestato davanti al...
MEZ Italia, nasce un nuovo spazio web sinto in Italia
La MEZ entra in rete con uno strumento per dialogare con tutti sul tema
religioso e sui temi sociali. Alcuni anni fa era già stato messo in rete un sito
sulla Missione da Sergio Franzese, curatore di O Vurdòn (storic...
Di Fabrizio (del 10/02/2008 @ 09:49:24, in scuola, visitato 2362 volte)
New Kosova Report
Mentre la maggioranza della popolazione albanese si lamenta della qualità
dell'istruzione in Kosovo, i gruppi minoritari lottano contro ulteriori
difficoltà, dalla mancanza di programmi e di libri di testo, senza accesso
all'istruzione nella loro lingua.
Sehadin Shok della Missione OCSE in Kosovo dice che questo è il caso della
comunità Gorani. Dice: "Negli ultimi quattro anni, hanno affrontato seri
problemi nell'iscrivere i loro bambini all'istruzione primaria." Ci sono circa
8.000 Gorani in Kosovo.
Cadendo tra le crepe
Nel 2003 l'Assemblea del Kosovo ha adottato una legge sulla scuola primaria e
secondaria per le minoranze linguistiche. La legge, d'altronde, non prevedeva
programmi per gli studenti Serbi o i non-Serbi.
Dice Mursel Halili, insegnante gorani e rappresentante della comunità: "Sino
al2003, i nostri bambini venivano istruiti in serbo e seguivano i programmi
serbi."
Le Istituzioni Provvisorie di Auto Governo (PISG), il Ministero
dell'Istruzione, Scienza e Tecnologia in particolare, vuole che la comunità
gorani frequenti i programmi maggioritari, quindi non sono stati creati libri e
programmi in serbo.
"Noi abbiamo continuato ad insegnare secondo i programmi serbi," dice Halili,
"così i bambini non perderanno anni di scuola e potranno continuare verso
l'istruzione superiore qui nella regione."
D'altra parte, il ministero è stato riluttante nel permettere l'uso dei
programmi serbi, e negli ultimi quattro anni, gli studenti gorani non hanno
potuto iniziare puntualmente l'anno scolastico. Le loro scuole sono state
minacciate di chiusura nel 2007.
L'Alto Commissario OCSE per le Minoranze Nazionali, Knut Vollebaek, ha
riconosciuto il problema durante la sua visita in Kosovo tra il 10 e il 15
gennaio. "Il mancato sviluppo di programmi in serbo da parte delle istituzioni
kosovare, sta avendo un impatto negativo sui bambini gorani," dice.
Trovando una soluzione
Nel tentativo di disinnescare le tensioni, nel novembre 2007 la Missione OCSE
ha organizzato tavole rotonde per raggiungere la consapevolezza tra i partners,
il ministero in particolare, sui bisogni e problemi delle minoranze.
"Il nostro scopo era di identificare i suggerimenti e assistere il PISG nello
sviluppare misure per integrare le minoranze e preservare la loro identità,"
dice
Shok. Il testo sarà presto disponibile.
Halili dice che la tavola rotonda con i Gorani è stata molto positiva.
"Abbiamo discusso apertamente il problema coi rappresentanti del ministero -
abbiamo fatto le nostre proposte e discusso le soluzioni possibili," dice,
aggiungendo: "Il fatto che le scuole primarie stiano già funzionando è un
successo."
Mancano i libri di testo
Anche altri gruppi di minoranza affrontano problemi simile. Bosniaci e
Turchi, per esempio, sono senza libri di testo nella loro lingua.
"Non sono disponibili libri di testo per il quinto grado, mentre sono in
preparazioni quelli per il terzo, quarto e ottavo grado," dice Shok. "Per
l'istruzione secondaria non ci sono libri di testo disponibili."
Anche quando i libri sono disponibili, la qualità spesso è povera. La
traduzione dall'albanese è stata fatta da chi parla la lingua ma non conosce la
materia, la fisica, ad esempio," aggiunge. "Così, la terminologia è spesso
sbagliata." Per aiutare a colmare il gap, nel 2007 la Missione ha donato 2.800
libri alla Biblioteca Cittadina di Prizren per i 2.500 Bosniaci del Kosovo.
La Missione ha anche aiutato le comunità più marginalizzate - Rom, Askali ed
Egizi -a migliorare la loro istruzione. Grazie alla Missione, 1.800 bambini e
ragazzi sono stati in grado di raggiungere il livello scolare richiesto dalla
scuola maggioritaria primaria e secondaria.
Scolarizzazione parallela per i Serbi
Mentre queste comunità combattono per migliori condizioni di istruzione, gli
studenti serbi frequentano un sistema scolastico parallelo sotto l'autorità del
Ministero Serbo della Scienza ed Educazione.. La Missione ha sviluppato un
numero di progetti per aiutare anche queste scuole.
Per esempio, aiutando a modernizzare il laboratorio di ingegneria della
Scuola Tecnica di Mitrovica Nord, installando nuovi computers, stampanti,
scanners ed altri equipaggiamenti. Ha fornito autobus scolastici agli studenti
serbi delle scuole nella regione di Peje/Pec, assicurando loro libertà di
movimento.
Il nuovo Governo ha di fronte un gran numero di vecchi problemi. "La Missione
OCSE ha però fiducia che la leadership porrà più attenzione ai bisogni delle
minoranze e alla loro istruzione," dice Shok.
"Questo tema sarà al culmine della nostra agenda nel 2008."
Written by Mevlyde Salihu and Nikola Gaon
Source: OSCE
Di Fabrizio (del 09/02/2008 @ 09:15:00, in Italia, visitato 1683 volte)
di
Dijana Pavlovic
Il 27 gennaio in occasione di una giornata dal grande valore civile: la
Giornata della memoria, si svolgerà una manifestazione. Ma questa giornata
rischia di testimoniare una memoria selettiva. Infatti, in questa occasione così
significativa, nessun Rom potrà parlare e portare la testimonianza della
deportazione e del massacro del nostro popolo, nonostante ne sia stata fatta
richiesta al comitato organizzatore e nonostante il valore fondamentale di
parlarne in un momento che vede in questo Paese i rom indicati come il nemico
pubblico numero uno.
Nell’Italia democratica e civile i nostri figli muoiono di freddo e nei roghi e
nessuno si scandalizza. Gruppi di neonazisti entrano nei nostri campi,
minacciano, sparano e bruciano e nessuno si scandalizza. Ci rifiutano
l’assistenza sanitaria costringendoci a partorire per strada e nei campi. A
Milano fa freddo e più di cinquecento persone, uomini donne bambini e anziani,
dormono nel fango sotto le tende, spesso rotte e tagliate dalle forze
dell’ordine durante gli sgomberi. Ci distruggono le case, le uniche che abbiamo,
separano le nostre famiglie. Per noi varano leggi speciali. Con patti di
legalità ci proibiscono di ospitare nostri parenti anche solo per una notte, ci
danno un pass e ci controllano i documenti per lasciarci entrare in casa nostra.
I mass media ci criminalizzano e ci fanno apparire come un popolo di assassini
ladri e asociali, la politica ci considera un danno elettorale.
Ma per noi, questa è una vecchia storia. Dal 1400 ci hanno braccato come
animali, hanno fatto leggi e decreti per stabilire che la nostra vita non valeva
niente e che chiunque ci poteva uccidere senza nessuna conseguenza. Nei campi di
concentramento nazisti ci hanno portato nelle camere a gas, i nostri figli erano
le cavie preferite di Mengele e altri scienziati, in tutta Europa ci hanno
misurato crani e altre parti del corpo per provare che non siamo esseri umani
come gli altri.
Violenze, umiliazione, morte… Questa è la storia del mio popolo. Ed è sempre
trascorsa nel silenzio. Nonostante ci siano prove scritte, testimonianze,
fotografie, che confermano senza dubbi che siamo stati deportati non come
individui, ma come appartenenti a una razza inferiore, un popolo criminale e
asociale, per anni ci hanno negato questo riconoscimento. Il nostro orrore, che
chiamiamo Porrajmos, cioè distruzione, divoramento, non ha mai avuto voce.
Sarebbe inquietante dover pensare ancora oggi nella civile Milano che oltre 500
000 Rom morti nei campi di concentramento, anche italiani, non valgano, non
meritino memoria né riconoscimento. Forse è troppo scomodo e impopolare in
questo momento dar voce a chi rappresenta questo popolo, anche per chi porta
nella propria storia i valori fondamentali come antifascismo e antirazzismo?
Questi valori sono importanti anche per noi Rom, perché la loro affermazione ci
ha restituito la dignità e ci ha salvato dagli stermini, dalle umiliazioni e
dalla schiavitù in tutta Europa. Chi condivide questi valori e ne fa la propria
bandiera non può dimenticare che non conoscono compromessi, non possono
convivere con piccoli giochi politici per raccattare o non perdere qualche voto.
Dai Rom, un popolo sena terra e senza guerra, tutti possono imparare che ci sono
cose che non sono in vendita, mai e a nessuna condizione: la libertà e
l’identità culturale.
Il mio è un grido di dolore, non solo di chi appartiene a un popolo da sempre
discriminato e rifiutato, ma anche di una cittadina che crede nei principi di
uguaglianza e di libertà, che crede che il silenzio sul passato danneggia
gravemente le generazioni future e il futuro di una nazione, che la memoria è
importante solo se non è selettiva e se non ci sono censure sui fatti storici
perchè.
Per questo, noi parteciperemo lo stesso alle manifestazioni di questa giornata
per testimoniare lo sterminio dei nostri nonni e dei nostri padri ieri,e la
discriminazione e l’ingiustizia nei nostri confronti e nei confronti dei nostri
figli oggi.
Di Fabrizio (del 08/02/2008 @ 09:11:25, in Regole, visitato 2026 volte)
Da
La
voix des Rroms
Ieri, la mattina presto, più di 150 gendarmi hanno
circondato il terreno del Hanul a Saint-Denis, terreno che è oggetto di una
convenzione d'occupazione con il municipio. Secondo il rappresentante della
polizia nazionale sul posto, agivano nel quadro di una commissione rogatoria di
un giudice d'istruzione di Meaux. Tuttavia, la presa di fotografie individuali
da parte dei gendarmi lascia perplessi quanto alle motivazioni di questa
operazione, che si è conclusa con quattro arresti.
Ieri verso le 8 di mattina, un membro dell'associazione "La voix des Rroms"
che risiede sul terreno di Hanul a Saint-Denis ha constatato uno spiegamento importante di
forze della polizia, di un'ampiezza tale che poteva suggerire un'espulsione.
Arrivato sui luoghi poco tempo dopo, il portavoce dell'associazione si è visto
proibire l'accesso alla località da parte dei gendarmi in questi termini : "l'accesso
è vietato ad ogni persona esterna". I gendarmi non hanno saputo rispondere alla
domanda "come sapete che non vi abito?", "ma si può immaginare - non sono
scuro di pelle, sono vestito all'occidentale, bluetooth all'orecchio e
portafoglio alla mano..." tutto quello che è lontano dallo stereotipo
"romanichel del malvivente"
Un padre di famiglia passa con ciò alcuni minuti più tardi.
Ha appena portato i suoi figli a scuola. E' potuto uscire, dopo che i gendarmi
lo hanno fotografato e rilevato la sua identità. Interrogato, dice che tutti
hanno dovuto presentare i propri documenti prima di essere fotografati.
Non sappiamo ciò che avviene dentro. Dell'altro lato, un certo numero di
giornalisti, messi in allarme dalle nostre cure, anche a loro è vietato
l'accesso, ma possono porre domande al responsabile dell'operazione, che nel
nome del magistrato di Meaux ha consegnato la commissione rogatoria per
quest'operazione.
Per quest'operazione... Quale operazione esattamente?
È nel potere della polizia e della gendarmeria, nel quadro definito dai
giudici, di procedere a ricerche di persone sospettate d'infrazione. Ma, non è
la prima volta che ci sono operazioni spettacolari senza nulla alla fine. Appena
un anno fa, su questo stesso terreno, uno scenario simile è stato messo in
scena, tranne che invece dei controlli, ci sono state della brutalità. Tutto ciò
per cercare un giovane che aveva rapito una ragazza, senza trovarlo. Alla fine,
è il giovane stesso che ha trovato i poliziotti nel loro commissariato per
spiegare loro una vertenza familiare, ben lontano da qualsiasi idea di rapimento
(Le monde, 12 gennaio 2007).
Oggi, i circa 150 gendarmi non sono ripartiti da soli. Verso le 10.30, hanno
portato vie quattro persone, fra cui una donna. Non sappiamo che sono sospettati.
In compenso, una cosa sembra molto più sospetta : la registrazione di ogni
persona sul posto, escluso poche eccezioni. Tale misura ha potuto essere
ordinata dal giudice d'istruzione nel quadro della commissione rogatoria? Ciò
sembra difficilmente possibile da un punto di vista giuridico.
Di Fabrizio (del 07/02/2008 @ 08:56:29, in Europa, visitato 2234 volte)
E' uscito l'aggiornamento di gennaio 2008 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
|