Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Sucar Drom (del 18/12/2007 @ 09:20:22, in blog, visitato 1633 volte)
Abbattere il muro. La «buona notizia» dell’accoglienza di un popolo che
c’interpella: i Rom
Intervento forte della Delegazione regionale della Caritas alle parrocchie
toscane: l’accoglienza dei Rom. Il documento (che ha per titolo Abbattere il
muro. La «buona notizia» dell’accoglienza di un popolo che c’interpella: i Rom)
«vuole essere l’invito – spiega il de...
Milano, le associazioni fanno cartello per i Rom
Nasce a Milano un Cartello permanente che riunisce una quindicina (per il
momento) di associazioni laiche e cattoliche che operano da anni sul
territorio del capoluogo lombardo per mettere in campo una strategia ...
Gratta, gratta... Fini resta il fascista di sempre
Decreto legge sulle espulsioni dei cittadini comunitari, spazio europeo,
cittadinanza europea. Melting Pot Europa ha intervistato Marco Revelli, storico
e sociologo, docente all’Università Orientale del Piem...
L’Italia si impegna all’Onu per la tutela dell’infanzia rom e sinta
Il ministro Rosy Bindi, intervenendo ieri alla plenaria di New York, ha
illustrato il piano per “proteggere i bambini rispettando il principio della
unità familiare”. Un impegno concreto per la tutela dell’...
Una sconfitta!
Annullata la condanna a due mesi di reclusione per istigazione all'odio e alla
discriminazione razziale nei confronti del sindaco di Verona, Flavio Tosi. Lo ha
deciso il 13 dicembre 2007 la Terza sezione penale della Cassazione che ha
disposto un nuo...
Milano, la segregazione per tutti i Sinti e i Rom
Il cosiddetto "patto di socialità e legalità" fatto sottoscrivere dal comune di
Milano ai Rom romeni, residenti in via Triboniano, sarà esteso ad altri sette
insediamenti meneghini, nei quali risiedono oggi 875 cittadini rom e sinti
italiani, europei e non com...
Luoghi comuni contro Rom e Sinti. Parte prima: i ladri di bambini
Lo scopo di questo articolo è quello di rimettere in discussione e confutare
alcuni luoghi comuni su Rom e Sinti. In particolare verranno esaminati alcuni
asserti che il senso comune dà per assodati e ch...
Discriminazioni, il "pasticcio" di Palazzo Madama
Il 6 dicembre il Senato della Repubblica ha votato con non poche sofferenze il
cosiddetto “decreto sicurezza”. Oggi il provvedimento è alla Camera dei
Deputati. Il provvedimento, nato sull’onda emotiva del delitto Reggiani, rischia
di compromettere tutta la le...
Di Fabrizio (del 19/12/2007 @ 12:18:36, in scuola, visitato 2018 volte)
Invio articolo di graziano halilovic, pubblicato su " IL MONDO DOMANI" Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF n.5
Saluti Maria Grazia Dicati
minoranze
di Graziano Halilovic
Rom bosniaco xoraxané, mediatore culturale, membro del Comitato Rom e Sinti
insieme
I bambini e gli adolescenti Rom e Sinti che riescono a varcare la soglia
di un’aula scolastica sono spesso i più soli ed emarginati, e lo rimangono per
tutti gli anni della frequenza obbligatoria.
Non basta mandarli a scuola, bisogna integrarli e responsabilizzare i genitori
Ancora oggi ricordo il mio primo giorno di scuola: un grandissimo autobus in
mezzo al campo nomade che si trovava in un quartiere di Torino. In questo
quartiere esistevano tante scuole, ma la nostra era dentro l’autobus. Il campo
nomade era grandissimo e c’erano diverse etnie Rom e Sinte; ogni tanto
litigavano tra di loro, ma se si avvicinavano e cercavano di mettere a rischio
la nostra scuola tutti si alzavano gridando per allontanarli dall’autobus.
Era molto bello andare a scuola; tutte le mattine mi accompagnava mia madre o
una delle mie sorelle. Io avevo 7 o 8 anni, e per la prima volta avevo un
dovere e finalmente anche un diritto: quello di andare a scuola!
Le mie sorelle e tante altre ragazze e ragazzi si avvicinavano all’autobus a
guardare e a curiosare dalla finestra. A me sembravano dei poveracci: il loro
destino era stare fuori, mentre noi avevamo il privilegio di stare dentro. Non
so bene chi, ma qualcuno aveva scelto il nostro destino, anzi meglio: qualcuno
aveva tolto il sacro diritto allo studio a quei ragazzi e ragazze che stavano
fuori, mentre noi stavamo dentro l’autobus a farci ghettizzare.
Mi chiamo Graziano Halilovic e sono un Rom Bosniaco. Oggi ho 35 anni, una moglie
bellissima, 6 figli (3 maschi e 3 femmine), un lavoro e un mutuo da pagare! Da
dodici anni la mia professione è il mediatore linguistico culturale. Mi sento
fortunato per la persona che sono diventato e per il tipo di percorso di
integrazione che ho fatto, anche grazie all’adeguata istruzione che ho ricevuto.
Devo tutto questo, comunque, non a chi aveva pensato al sistema della scuola
nell’autobus… ma ai miei genitori.
Lo Stato italiano ha deciso che tutti i bambini Rom e Sinti devono andare a
scuola. Oggi esiste il progetto di scolarizzazione, gestito dalle varie
associazioni, rivolto ai questi bambini (definiti minori a rischio). Il progetto
ha come obiettivo l’integrazione, la responsabilizzazione e la sensibilizzazione
dei genitori; le associazioni dovrebbero seguire i nostri minori nel percorso
scolastico. Ormai sono più di quattordici anni che la scolarizzazione va avanti
e i primi bambini Rom e Sinti che hanno fatto parte del progetto, oggi hanno 20
anni. La maggior parte di essi, però, è stata inserita a scuola quando aveva già
10 o 13 anni e questo ha creato grande disagio e poca sensibilità verso le loro
problematiche. Spesso le scuole hanno inviato tante richieste di aiuto, ma le
uniche risposte che hanno ricevuto sono state: “c’è l’obbligo scolastico e avete
il dovere di prendere i bambini nella scuola”.
Ai genitori Rom e Sinti hanno imposto l’obbligo di mandare i figli a scuola, ma
non hanno trasmesso e spiegato il valore e l’importanza di farli studiare.
Questo ha creato l’allontanamento del genitore dal proprio ruolo.
Le associazione si vantano del loro progetto finanziato dal Comune di Roma, del
numero di bambini che sono riusciti a portare nelle aule, ma la qualità della
frequenza scolastica dei bambini e come il bambino vive questa situazione non
sono considerati.
I bambini Rom e Sinti sono molto sensibili, delicati, attenti, curiosi, vivaci,
intelligenti, pronti a imparare, hanno tanta voglia di giocare, di sbagliare, di
ricominciare, insomma sono dei bambini, come tutti gli altri!. Ma quando si
discute di loro sembra che siano solo degli zingari.
I bambini che hanno frequentato la scuola con questo sistema, oggi sono usciti
con un diploma di terza media (grandi elogi al sistema!) ma se gli chiedi di
leggere o scrivere fanno la stessa fatica di un bambino di seconda o terza
elementare.
Nelle scuole subiscono tanto razzismo, sono sempre gli ultimi della classe e
spesso gli ultimi di banco… disegnano, mentre gli altri bambini imparano a
leggere e a scrivere. In classe i bambini Rom e Sinti si trovano a rappresentare
per gli altri la negatività. In adolescenza capiscono cosa significa vivere
isolato ed escluso! Condividono gli stessi sogni dei loro compagni, ma iniziano
a capire che hanno ben poche speranze di realizzarli.
Dopo otto lunghissimi anni di dura prova escono con la coscienza che la vita che
fanno è disastrosa, vergognosa e che nessuno li rispetta. Vorrebbero migliorare
la propria condizione e acquisire dignità e sanno che la strada giusta è il
lavoro, ma sono analfabeti e per gli altri sono solo degli zingari. Così
cominciano a capire che dopo otto anni di scuola per loro non è cambiato niente.
Ritornano al proprio campo nomade, due volte sconfitti sperando di essere
accettati almeno lì. E al campo li accettano, pur non riuscendo a capire come
mai dei ragazzi che hanno speso otto anni della loro vita nella scuola e che
hanno fatto tutto quello che si poteva fare per essere integrati, possano essere
cosi maltrattati e rifiutati.
Nel campo, quando si ritrovano con altri ragazzi che non hanno mai frequentato
la scuola si sentono diversi, persi nel nulla.
Una mia amica diceva che i bambini Rom o Sinti vengono trattati come sacchi di
patate, e non come esseri umani. Lo diceva ai suoi operatori e ai suoi educatori
scolastici.
Oggi dico che non basta solo accompagnare i bambini dal campo alla scuola e
fargli prendere la terza media senza garantire la qualità della frequenza
scolastica: questi ragazzi devono avere un sostegno per poter proseguire gli
studi; bisogna offrirgli un’alternativa. Bisogna sostenere il loro attaccamento
alla famiglia e non cercare di allontanarli (la famiglia è una parte molto
importante della loro vita); bisogna coinvolgere e sostenere la famiglia e
mettere i genitori nella condizione di aiutare il proprio figlio o la propria
figlia nel percorso scolastico.
So che non è un sogno e che tutto ciò potrebbe essere realizzato: per una
completa e reale integrazione manca solo la volontà delle persone. E se non
dimostrano di avere la volontà di percorrere questa strada, allora mi chiedo se
per loro i Rom e i Sinti non sono altro che un ennesimo strumento per fare
politica.
Di Fabrizio (del 20/12/2007 @ 09:17:07, in Italia, visitato 2629 volte)
(am.boc. 19/11) - Giovedì 20 dicembre dalle ore 19 all'ACSAL di Alessandria,
con la collaborazione di Alessandriacolori, ci si occuperà nuovamente dei Rom.
Già del loro popolo e della persecuzione nazista si è parlato all'Associazione,
ma ora si vuole mantenere viva l'attenzione sui pregiudizi che circondano gli
Zingari. Nella sensazione di insicurezza diffusa si rischia di criminalizzare
il diverso. A farne le spese sono sempre i non garantiti, gli ultimi.
Si discuterà sul DDL circa la sicurezza e sul decreto espulsioni, in un
crescente clima di intolleranza. Anche il dibattito mediatico è di basso
profilo: solo con politiche di integrazione è legittimo il richiamo al rispetto
dei doveri, per garantire la sicurezza comune.
Il tema della serata sarà: "La legittimazione del pregiudizio, il popolo Rom e
la politica dei luoghi comuni". Interverranno parecchi oratori, con
l'introduzione di Fabio Scaltritti della Comunità di San Benedetto al porto.
Massimo Pastore, avvocato a Torino, è esponente dell'ASGI, Associazione studi
giuridici sull'immigrazione.
Eva Rizzin, dottore di ricerca in geopolitica e geostrategia a Trieste,
appartiene alla Comunità Sinti ed è membro del Comitato Rom e Sinti insieme.
Ernesto Rossi, vicepresidente dell'Associazione Avem Amenza, Unione Rom e Sinti
di Milano, è presidente dell'Associazione ApertAmente.
Tommaso Vitale è ricercatore presso il dipartimento di sociologia e di ricerca
sociale dell'Università di Milano Bicocca.
Di Fabrizio (del 21/12/2007 @ 09:33:22, in Italia, visitato 2629 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
COMUNICATO STAMPA Buon Natale per i Migranti della nostra città!
E' Natale, ma non per tutti a Roma. Anche in questo periodo l'amministrazione comunale preferisce la politica degli sgomberi a quella dell'accoglienza: il risultato è che bambini, donne e uomini non avranno neanche più le baracche come riparo dal freddo e dovranno ricominciare da capo la loro vita. I bambini, che costituiscono almeno il 50% delle persone sgomberate, sono sotto controllo medico per il freddo patito dal dormire all'addiaccio. Gli sgomberi di Rom e Migranti non sono una soluzione. Proponiamo un tavolo di dialogo che metta insieme istituzioni locali, comunità di migranti, associazioni di solidarietà, cittadini, per intraprendere percorsi partecipati di reale soluzione dei problemi.
Incontro pubblico e conferenza stampa venerdì 21 dicembre 2007 alle ore 11.30 presso i locali Arci in viale G. Stefanini, 15 (Metro B fermata Pietralata)
Promuovono: La Sinistra-L’Arcobaleno del V Municipio (Sd, Pdci, Prci-Se,Verdi), Coordinamento Roma città democratica e solidale, rivista Carta, Bottega del commercio equo Tutti giù per terra Partecipano: rappresentanti delle comunita' rom Esponenti locali e cittadini di La Sinistra-L’Arcobaleno responsabili e operatori delle associazioni di solidarieta’ Allegato
Lettera aperta al Sindaco di Roma
Caro Sindaco Veltroni, caro Assessore alla Sicurezza Touadi, nelle ultime settimane, l’Amministrazione comunale ha voluto lo sgombero dei baraccamenti di rom, migranti e italiani in varie zone della città, in particolare lungo le rive dell’Aniene a Ponte Mammolo, a Rebibbia, a Ponte Salario. Sulla stampa sono apparse le dichiarazioni soddisfatte per la “riqualificazione” delle aree interessate; gli sgomberi del 3 e del 10 dicembre hanno coinvolto complessivamente quasi 800 persone. Che cosa si è risolto? E’ sotto gli occhi di tutti che gruppi di disperati, con i loro bambini, vagano negli anfratti marginali del “modello Roma”, in attesa del prossimo sgombero. Ci sembra che sia una linea politica dal respiro corto, tesa più a cavalcare l’onda dell’allarme sociale, alimentato anche attraverso i media, piuttosto che a mettere in moto reali percorsi di risoluzione dei problemi. Tutto ciò rende ancora più difficile il lavoro che come moltissime associazioni di orientamenti culturali, politici e religiosi differenti stiamo conducendo contro il dilagare della cultura razzista nella nostra città. Ciò che sta avvenendo in questi mesi ha sensibilmente peggiorato le condizioni di vita, già drammatiche, dei migranti e ha rafforzato lo stereotipo dello straniero criminale. Vi ricordiamo che nel nostro paese centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici stranieri, insieme alle loro famiglie, stanno aspettando che venga cancellata la vergogna delle legge Bossi-Fini. Vi chiediamo di interrompere la politica degli sgomberi, che hanno il solo risultato di spostare da qualche altra parte la disperazione, di intraprendere un’altra strada, che apra anzitutto un dialogo con le comunità migranti. Invece di affrontare i problemi nelle riunioni del sottocomitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, vi invitiamo a istituire un tavolo che metta insieme istituzioni locali, comunità di migranti, associazioni di solidarietà, cittadini per intraprendere percorsi di reale soluzione dei problemi. Pensiamo che la legalità, la solidarietà, la “sicurezza” si riconquistano riqualificando i quartieri e le aree più degradate, sostenendo i migranti - come i nostri concittadini - nella ricerca di casa e lavoro, guardano alle situazioni concrete per aiutare chi vuole intraprendere percorsi di inclusione e scoraggiare chi invece intende alimentare circuiti criminali. Le risorse ci sono, visto che il Ministero della Solidarietà Sociale ha fatto un bando apposito da 50 milioni di euro: il Comune di Roma è uno dei destinatari, come intende utilizzarle? I problemi di Roma non sono i Rom e i Migranti, ma la povertà, il precariato, l’emergenza abitativa, il degrado. In attesa di una sollecita risposta, cordiali saluti.
Firmato: La Sinistra-L’Arcobaleno (Sd, Pdci, Prc-Se, Verdi), Coordinamento Roma città democratica e solidale, Rivista Carta, Bottega commercio equo Tutti giù per terra X info: Claudio Graziano 3356984279 Cristina Formica 3338101150
Da
Roma_und_Sinti
By DPA Dec 20, 2007, 11:07 GMT Berlino - La camera alta del parlamento
tedesco, il Bundesrat, giovedì ha votato una risoluzione per un monumento ai
milioni di Rom e Sint periti durante l'Olocausto.
La richiesta arriva a 65 anni da quando il leader delle SS firmò il
cosiddetto decreto di Auschwitz, che portò alla morte di almeno 500.000 membri
delle due minoranze etniche nei campi di sterminio.
Ole von Beust, presidente del Bundesrat, ha messo in guardia contro il
"dimenticare e frenare" le memorie delle due comunità, i cui 12 milioni di
membri costituiscono la più grande minoranza nell'Unione Europea.
Il governo tedesco ed i leader delle comunità Sinte e Rom hanno concordati a
maggio 2006 la costruzione di un memorial a
che raffiguri una fontana.
Ma una disputa sull'iscrizione e altri particolari hanno messo il progetto in
attesa.
© 2007 dpa - Deutsche Presse-Agentur
Di Fabrizio (del 23/12/2007 @ 09:50:56, in Europa, visitato 2436 volte)
Da
Bulgarian_Roma
Sociologi dell'agenzia Skala hanno condotto una ricerca pubblicata il 20
dicembre in un seminario a Borovets, secondo la quale monta un'allarmante
intolleranza verso le diverse etnie e quanti hanno orientamenti sessuali
non-tradizionali
[...] Secondo la ricerca [...], il 68% degli intervistati non solo sono a
conoscenza della discriminazione etnica, ma l'accettano come qualcosa di
normale, [...] anche da chi la subisce.
I ricercatori trovano che l'avversione etnica tra Turchi e Rom è più
profonda, di quella tra i due gruppi e l'etnia Bulgara.
Il 39% dell'etnia Turca dice di aver subito discriminazioni, il 12,5%
fisicamente ed il 17,3% psicologicamente.
D'altro canto, il 37,7% dell'etnia Turca non accetterebbe che i propri figli
si sposassero con un Bulgaro/a, e fino al 70% non accetterebbe un matrimonio con
un/a Rom. Il 36% dell'etnia Turca non vorrebbe lavorare nella stessa stanza di
un Rom, il 34% dicono di non volere amici Rom, ed il 54,6% non vogliono mandare
i loro figli a scuola con i Rom.
I Rom sono più negativi nella loro attitudine verso i Turchi che verso i
Bulgari. Circa il 5% dei Rom non manderebbe i propri figli a scuola con i
Bulgari, comparato al 27,6% che non li manderebbe a scuola con i Turchi. Oltre
un quarto dei Rom non accetterebbero che i loro figli/e si sposassero con i
Bulgari o i Turchi.
Oltre metà dei Rom dice di essere stato vittima di discriminazione motivata
etnicamente, sino al 62% dice di incontrare regolarmente situazioni che violano
i loro diritti.
Mentre l'83% degli intervistati pensa che i proprietari di edifici senza
accesso facilitato per le disabilità dovrebbero essere sanzionati ed il 92% dice
di non avere niente in contrario a lavorare nella stessa stanza di un disabile,
solo l'11% accetterebbe che i suoi figli ne sposassero uno. Il 29% dice di non
sapere come comunicare con persone con disabilità.
I sociologi dicono che la società bulgara mostra una forte omofobia. Circa
l'80% dei Bulgari hanno un'attitudine negativa verso gli omosessuali, nel 53%
estremamente negativa. Solo il 17% dice che potrebbero parlare tranquillamente
con qualcuno che sanno essere omosessuale. Circa metà degli intervistati dicono
di non volere lavorare nella stessa stanza di in omosessuale e tre quarti non
vorrebbero averlo come amico. Il 70% non manderebbero i loro figli a scuola, se
sapessero che l'insegnante è omosessuale. Metà dei Bulgari non accetterebbero un
figlio omosessuale.
I ricercatori non hanno trovato discriminazione sul campo religioso, con
l'eccezione dell'attitudine verso la chiesa evangelica, che, dicono, ha più
carattere politico che religioso.
Di Sucar Drom (del 24/12/2007 @ 09:15:16, in blog, visitato 2246 volte)
Chiari (BS), un invito anche per te
Natale 2007, un invito anche per te: AIUTIAMO I SINTI A SUPERARE L’INVERNO!
TANTI VISI, TANTI SORRISI TANTE MANI, PER IL DOMANI TANTO CUORE PER FAR ...
Natale 2007
Grida di bambini, silenzi di anziani, un tavolo imbandito, una ciotola vuota,
allegria al luna park, tristezza ...
Mantova, superiamo la logica del "campo nomadi"
In questi giorni molti discutono a Mantova per l’intervento
dell’Amministrazione Comunale a sanare un pregresso di consumo di energia
elettrica, relativo al cosiddetto “campo nomadi”. Devo anche dire che sono
rimasto stupito dalla modalità con cui la Gazzetta di Manto...
Viareggio (LU), rom e viareggini insieme per il Carnevale
Il Carnevale è davvero internazionale e soprattutto il luogo della pace e della
concordia. Ed è quanto succederà a bordo di un carro, piccolo per la verità, e
non d...
L'Italia in declino
E così, dopo anni di piagnistei nostrani, anche quei cattivoni d’americani hanno
osato criticare lo Stivalone con un articolo su uno dei loro più importanti
quotidiani. Subito si sono alzate alte grida contro questa indelicatezza: ma
come si permettono que...
Milano, il Comune viola la Convenzione ONU del 1989
"La circolare del Comune di Milano è in netta violazione dei diritti
dell'infanzia sanciti dalla Convenzione ONU del 1989, ratificata dall'Italia,
che ribadisce l'u...
Diano Marina (IM), il jazz sinto manouche
Il comune di Diano Marina offre uno spettacolo imperdibile, domenica 26
dicembre, nel pomeriggio di Santo Stefano. Nella centrale via Canepa si esibira...
Auguri dalla Spagna
Auguri a Tutti
Sucar Drom Augura Buone Feste a Tutti con questa bellissima foto di Mauro
Lattuada che ritrae la giostra di una famiglia sinta
Di Fabrizio (del 25/12/2007 @ 09:45:20, in Italia, visitato 2575 volte)
Scrive padre Fabrizio Ciampicali:
questa è Ielena, una piccola bambina bosniaca, che qualche settimana fa, è stata mandata via dalla sua piccola baracca, qui, a Latina… in uno dei tanti sgomberi. “non c’era posto per loro in albergo” (Lc 2.7) Anche oggi, come 2000 anni fa…
…possiamo dirci: “Buon Natale”?
Di Fabrizio (del 26/12/2007 @ 15:36:15, in Europa, visitato 2124 volte)
Da
Roma_Francais
I Rom di Romania avevano atteso da anni l'integrazione del loro paese
nell'Unione Europea. Oggi, ad un anno dall'adesione del 1 gennaio 2007, è l'ora
del disincanto. Rappresentano pertanto un vero test per la democrazia rumena.
Secondo il censimento ufficiale, i Rom sarebbero 537.000 nel paese.
Ma le OnG stimano il loro numero a 1,8 milioni di persone. Contrariamente alla
minoranza ungherese, che nel 2004 rappresentavano 1,4 milioni di persone e
tramite il partito Unione Democratica dei Magiari di Romania, ha riportato 22
seggi nel Parlamento alle legislative (6,2% dei voti), i Rom rumeni non hanno
rappresentanti politici.
Sognano una vita migliore in seno alla UE, ma le loro sorti sono lontane
dall'essere migliorate. "Oggigiorno, le diatribe anti-Rom si moltiplicano.
Non ci sono più le case bruciate come nel 1990, ma, per tutto il 2007, i
politici si permettono eccessi di linguaggio senza precedenti, afferma
Nicoleta Bitu, dell'associazione Romani Criss. Il razzismo si esprime tanto a
livello locale che nazionale."
Dana Diminescu, sociologa alla Casa delle Scienze dell'Uomo di Parigi, non
vuole tuttavia credere ad un ritorno del razzismo. Ricordando che "Il
presidente Traian Basescu aveva trattato una giornalista come "sporca zigana"
nel mese di maggio, e si era presto scusato. Inoltre era stato convocato dal
Consiglio nazionale per la lotta alla discriminazione, che gli aveva chiesto
spiegazioni." D'altra parte, "I Rom sono oggi vittime d'una campagna di
discriminazione che viene dall'Italia" accusa.
AMALGAMA ROM-CRIMINALITA'
Cittadini europei e liberi di circolare in Europa senza visto dal 1 gennaio
2007, una parte di loro è partita verso i mercati italiani o spagnoli in ricerca
di redditi migliori del salario medio di 300 euro in Romania. Ma, dopo
l'aggressione mortale ad una Italiana a fine ottobre, sono stati mostrati a dito
come i principali responsabili della crescita della criminalità in Italia.
L'amalgama Rom-criminalità è una reazione in gran parte condivisa al di là
dell'Italia. Secondo il Centro di Studio per la Democrazia a Sofia, "l'87%
dei Bulgari giudicano i Rom inclini agli atti criminali". Un sondaggio nella
Repubblica Ceca indica che "il 40% dei Cechi considera inaccettabile avere dei
vicini Rom."
Questi pregiudizi attraversano le generazioni. Secondo uno studio d'opinione
pubblicata il 17 dicembre dall'OnG Ceca Persone e Bisogni, "il 76% dei
liceali hanno un'opinione negativa sui membri della minoranza rom" e "il
79% stimano che i problemi dei Rom discendano dalla loro incapacità ad adattarsi
alla nostra società." "Tutti gli sforzi che abbiamo fatto da oltre una
dozzina d'anni sono stati cancellati in un slo colpo, nello spazio di qualche
giorno, afferma Ciprian Necula, un giovane Rom militante nell'ambiente
associativo in Romania."Siamo nell'Unione europea, ma per noi, è il ritorno
alla partenza."
Alla pressione dell'Unione e di OnG molto attive come Romani Criss, la Romania
ha fatto progressi in materia di protezione della sua minoranza, ma il
finanziamento dei programmi è sempre mediocre. "Dal 1990, solo 50 milioni di
euro sono stati assegnati in Romania per l'integrazione dei Rom," spiega il
sociologo Gelu Duminica, presidente dell'associazione Insieme."Se si divide
questa cifra per 1,8 milioni, si ha l'importo approssimativo speso per ogni
Rom."" "Si dice sempre più spesso che il problema rom è un problema europeo, ma
non occorre dimenticare che è anzitutto responsabilità di ogni stato membro
dell'UE", ricorda Magda Matache, presidente dell'associazione Romani Criss.
Mirel Bran (à Bucarest) et Anne Rodier
Article paru dans l'édition du 26.12.07
Di Fabrizio (del 28/12/2007 @ 20:56:57, in Europa, visitato 2129 volte)
Dal
Corriere della Sera
Egr. dr. Severgnini,
A distanza di quasi due mesi dai tragici fatti di Tor di Quinto, quando lo
zingaro romeno Romulus Mailat assassinò e rapinò la signora italiana, prendendo
spunto da ciò che leggo in rete e dai miei frequenti viaggi in Romania per
motivi di lavoro, volevo far conoscere a lei e a chi leggerà la situazione che
si è venuta a creare in quel Paese proprio in conseguenza di quei fatti: la
campagna di stampa e tv italiani che hanno generalizzato e accusato l'intera
Romania, hanno provocato un profondissimo risentimento dei romeni, popolo
fortemente nazionalista come tutti i popoli dell'est, nei confronti dell'etnia
rom-zingara.
Molti parlano apertamente di massacri di massa e si evocano i genocidi etnici
per «liberarsi» degli zingari che creano un'orribile immagine del Paese
all'estero. Gli organi d'informazione italiani senza rendersene conto hanno
creato una tensione altissima che aspetta solo una malaugurata scintilla per
esplodere in tutta la sua violenza. Si sa che tra atmosfera di pogrom a pogrom
vero e proprio il passo è breve. Gli zingari in Romania rappresentano il 10%
della popolazione, sono sempre stati discriminati e visti come un corpo
estraneo. Fino a metà Ottocento erano comprati e venduti come schiavi, caso
unico in Europa. La Romania si è sentita umiliata e offesa da come in Italia è
stato presentato il Paese e il popolo. I romeni non sono diversi dai polacchi o
dagli slovacchi ad esempio, ma la presenza delle due più numerose minoranze
etniche d'Europa al suo interno, cioè due milioni di ungheresi e altrettanti
zingari, provoca una certa tensione in particolare nei confronti dei rom i quali
emarginati si recano in massa all'estero esibendo il passaporto romeno e creando
così l'«equivoco» insopportabile per i romeni tra romeni e zingari-rom che porta
alcuni a semplificare romeni=rom. La campagna mediatica italiana di inizio
novembre ha profondamente ferito il popolo romeno, ora sarebbe giusto che la
stessa stampa facesse conoscere meglio la realtà della Romania al pubblico
italiano, sperando che in questo modo si possa allentare la tensione e il
desiderio di «vendetta» nei confronti dei rom-zingari.
Francesco A., franz.iskus@yahoo.com
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