Da
Roma_Francais
I Rom di Romania avevano atteso da anni l'integrazione del loro paese
nell'Unione Europea. Oggi, ad un anno dall'adesione del 1 gennaio 2007, è l'ora
del disincanto. Rappresentano pertanto un vero test per la democrazia rumena.
Secondo il censimento ufficiale, i Rom sarebbero 537.000 nel paese.
Ma le OnG stimano il loro numero a 1,8 milioni di persone. Contrariamente alla
minoranza ungherese, che nel 2004 rappresentavano 1,4 milioni di persone e
tramite il partito Unione Democratica dei Magiari di Romania, ha riportato 22
seggi nel Parlamento alle legislative (6,2% dei voti), i Rom rumeni non hanno
rappresentanti politici.
Sognano una vita migliore in seno alla UE, ma le loro sorti sono lontane
dall'essere migliorate. "Oggigiorno, le diatribe anti-Rom si moltiplicano.
Non ci sono più le case bruciate come nel 1990, ma, per tutto il 2007, i
politici si permettono eccessi di linguaggio senza precedenti, afferma
Nicoleta Bitu, dell'associazione Romani Criss. Il razzismo si esprime tanto a
livello locale che nazionale."
Dana Diminescu, sociologa alla Casa delle Scienze dell'Uomo di Parigi, non
vuole tuttavia credere ad un ritorno del razzismo. Ricordando che "Il
presidente Traian Basescu aveva trattato una giornalista come "sporca zigana"
nel mese di maggio, e si era presto scusato. Inoltre era stato convocato dal
Consiglio nazionale per la lotta alla discriminazione, che gli aveva chiesto
spiegazioni." D'altra parte, "I Rom sono oggi vittime d'una campagna di
discriminazione che viene dall'Italia" accusa.
AMALGAMA ROM-CRIMINALITA'
Cittadini europei e liberi di circolare in Europa senza visto dal 1 gennaio
2007, una parte di loro è partita verso i mercati italiani o spagnoli in ricerca
di redditi migliori del salario medio di 300 euro in Romania. Ma, dopo
l'aggressione mortale ad una Italiana a fine ottobre, sono stati mostrati a dito
come i principali responsabili della crescita della criminalità in Italia.
L'amalgama Rom-criminalità è una reazione in gran parte condivisa al di là
dell'Italia. Secondo il Centro di Studio per la Democrazia a Sofia, "l'87%
dei Bulgari giudicano i Rom inclini agli atti criminali". Un sondaggio nella
Repubblica Ceca indica che "il 40% dei Cechi considera inaccettabile avere dei
vicini Rom."
Questi pregiudizi attraversano le generazioni. Secondo uno studio d'opinione
pubblicata il 17 dicembre dall'OnG Ceca Persone e Bisogni, "il 76% dei
liceali hanno un'opinione negativa sui membri della minoranza rom" e "il
79% stimano che i problemi dei Rom discendano dalla loro incapacità ad adattarsi
alla nostra società." "Tutti gli sforzi che abbiamo fatto da oltre una
dozzina d'anni sono stati cancellati in un slo colpo, nello spazio di qualche
giorno, afferma Ciprian Necula, un giovane Rom militante nell'ambiente
associativo in Romania."Siamo nell'Unione europea, ma per noi, è il ritorno
alla partenza."
Alla pressione dell'Unione e di OnG molto attive come Romani Criss, la Romania
ha fatto progressi in materia di protezione della sua minoranza, ma il
finanziamento dei programmi è sempre mediocre. "Dal 1990, solo 50 milioni di
euro sono stati assegnati in Romania per l'integrazione dei Rom," spiega il
sociologo Gelu Duminica, presidente dell'associazione Insieme."Se si divide
questa cifra per 1,8 milioni, si ha l'importo approssimativo speso per ogni
Rom."" "Si dice sempre più spesso che il problema rom è un problema europeo, ma
non occorre dimenticare che è anzitutto responsabilità di ogni stato membro
dell'UE", ricorda Magda Matache, presidente dell'associazione Romani Criss.
Mirel Bran (à Bucarest) et Anne Rodier
Article paru dans l'édition du 26.12.07