Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 19/03/2006 @ 09:35:48, in Regole, visitato 1718 volte)
TIRGU MURES – La locale OnG Pro Europe League, in cooperazione col Consiglio
d'Europa, ha presentato uno studio sulle discriminazioni etniche e razziali
nelle regioni di Arad, Cluj, Harghita, Timis e Sibiu. Gli autori sono giunti
alle conclusioni che gli stessi incaricati di far rispettare la legge non sono a
conoscenza della legislazione sulle minoranze o non la osservano. Secondo Haller Istvan,
uno dei responsabili di Pro Europe League, la discriminazione è presente in
Romania come in tanti altri paesi. "Si portano esempi come quelli del
proibire l'ingresso al ristorante o di vietare l'accesso ai bagni pubblici. Ma
vedo altrettanto pericolo nel modo in cui la storia delle minoranze viene
raccontata nei testi scolastici, screando una serie di stereotipi negativi.
Invece, dovremmo conoscere la cultura dei nostri vicini. Abbiamo vissuto assieme
per centinaia di anni, ma conosciamo pochissimo gli uni degli altri. Ad esempio,
i nostri studenti non hanno mai sentito parlare di Petofi Sandor, e questa
è una perdita per tutti."
Gli autori dello studio affermano che i manuali di storia inducono le menti
degli studenti a sentimenti di rigetto verso le minoranze nazionali,. Ad
esempio, nei libri di testo per la minoranza ungherese, i manuali sono tradotti
dal rumeno all'ungherese e i bambini di quell'etnia apprendono di essere i
discendenti dei Daci (gli antichi abitanti dell'attuale Romania).
Fonte
Romanian_Roma
Di Fabrizio (del 18/03/2006 @ 11:00:39, in Italia, visitato 1766 volte)
La vicenda è introdotta nel blog Sucar Drom:
Le fiamme si sono levate alte ieri notte nel "campo nomadi" che sorge nella pineta dell’Arenosu ad Alghero. Si è svegliato appena in tempo l'anziano Rom che dormiva da solo nella baracca che ha preso fuoco.
Il rogo sembra sia partito poco dopo le 20,00, da una stufa a legna dimenticata accesa in cucina. Quando l’uomo è balzato dal letto, la stanza era completamente avvolta dalle fiamme. Ha provato a domare le fiamme lanciando due secchi di acqua, ma è stato tutto inutile. Il legno che costituiva la struttura ha favorito il propagarsi dell’incendio che in pochi minuti l’ha divorata «Ho preso il cane e sono scappato via», ha raccontato l’uomo, stringendo a sé il piccolo animale ancora spaventato per il pericolo scampato.
Il tempestivo arrivo dei vigili del fuoco sopraggiunti con un’autobotte nel "campo nomadi", ha impedito che le fiamme avanzassero fino a interessare la pineta o altre baracche. La vegetazione infatti non è stata intaccata, ma dell’abitazione lignea del rom, non è rimasto che lo scheletro. All’interno tutti i suoi oggetti sono finiti in cenere.
Un utile approfondimento del giorno dopo:
L’incendio verificatosi la scorsa notte nel campo nomadi, all’interno della pineta sulla direttrice per Santa Maria la Palma, ripropone ancora una volta un problema che negli ultimi vent’anni nessuna amministrazione che si è succeduta alla guida della città è riuscita a risolvere in maniera concreta ALGHERO - L’incendio verificatosi la scorsa notte nel campo nomadi, all’interno della pineta sulla direttrice per Santa Maria la Palma, ripropone ancora una volta un problema che negli ultimi vent’anni nessuna amministrazione che si è succeduta alla guida della città è riuscita a risolvere in maniera concreta. Della realizzazione di una vera area attrezzata per la sosta delle famiglie Rom se ne inizia a parlare dai primi anni ’90 quando vengono resi disponibili appositi finanziamenti regionali per la realizzazione di campi di sosta per i nomadi. Da allora le varie amministrazioni hanno lavorato in questo senso richiedendo i fondi e regolarmente perdendoli per la mancanza di accordo sulla localizzazione del sito dove realizzare l’area attrezzata. Un disaccordo che vide in varie occasioni la protesta delle famiglie assegnatarie dei terreni limitrofi al potenziale sito del campo nomadi e in altri momenti l’Opera Nomadi contraria a siti troppo nascosti e a rischio di “ghettizzazione”. Sta di fatto che nessuna amministrazione è quindi riuscita a risolvere tale problema. Nel frattempo in questo ventennio si è assistito ad un deturpamento ambientale senza precedenti che ha portato al diradamento consistente del patrimonio boschivo della pineta del Calich e contestualmente all’inquinamento dell’intera area fino alle sponde dello stagno con rifiuti tra i più pericoli e nocivi quali carcasse d’auto con il loro carico di olii esausti, batterie e altro ancora. L’incendio della scorsa notte che avrebbe potuto avere tragiche conseguenze non è che l’ultimo di una lunga serie. Fuochi accesi per scaldarsi utilizzando gli alberi di pino, fuochi per fondere le plastiche dei fili elettrici per poi estrarre il rame utilizzato dai Rom per le loro attività artigianali, sono solo alcune delle azioni svolte senza nessun controllo. Per non parlare poi della corrente elettrica messa a disposizione dal comune e che viene lasciata accesa giorno e notte. Insomma un campo fuori da ogni dettame di civiltà e regolamentazione. Bambini che giocano nel fango d’inverno e nella polvere d’estate. Via vai di auto e poco controllo di quello che si fa all’interno del campo. Il Comitato di Quartiere di Fertilia per diversi anni si è adoperato per una integrazione dei Rom attraverso la scolarizzazione. Un progetto che andò avanti per un po’ di tempo in maniera positiva con la frequentazione della scuola elementare da parte dei bambini ma poi tutto è finito li. Oggi più di ieri diventa assolutamente necessario un sito idoneo per le due famiglie Rom. Un area controllata, recintata, dotata di piazzole di sosta, acqua , potabile ed energia elettrica. Ma soprattutto igiene, non è più tollerabile infatti che venga consentito l’accumulo di rifiuti in maniera così disinvolta. Non è più accettabile che la cultura diversa, l’etnia diversa possa essere il pretesto per inquinare e devastare l’ambiente. L’amministrazione comunale dunque è chiamata a svolgere il proprio ruolo per regolamentare la vita di queste famiglie ospiti nel territorio algherese e non più nomadi, ma stanziali. Diritto dunque a vivere in un ambiente dignitoso, ordinato e igienico, ma anche l’obbligo a farlo rimanere tale.
Di Daniele (del 18/03/2006 @ 10:43:37, in Europa, visitato 1895 volte)
Segretario di Stato Signora Condoleezza Rice, siamo delusi riguardo il blando resoconto sulla situazione dei diritti umani in Danimarca nel 2005 che il suo dipartimento ha pubblicato, e in particolar modo per l'assenza di menzione dei problemi della minoranza rom. Crediamo che le ripercussioni in tutto il mondo della pubblicazione intenzionalmente provocatoria (e insieme al testo) della 12 vignette del profeta sul "Jyllands-Posten" il 30 settembre 2005, e il successivo modo di affrontare poco diplomatico i sentimenti dei musulmani da parte del governo danese e specialmente del primo ministro danese, avrebbero dovuto metterla in guardia sulle serie e potenzialmente pericolose fratture nella società danese. Abbiamo fatto appello all'ufficio del Primo Ministro proprio dalla pubblicazione che le ripercussioni sarebbero state indirizzate sul serio. Abbiamo offerto la nostra assistenza e indicato le possibili azioni. Ci riferiamo anche alla dichiarazione della Commissione dei Ministri del Consiglio Europeo del 14 dicembre 2005, che ha seguito la visita in Danimarca della delegazione CoE, e che specificatamente ha menzionato l'istruzione segregata dei bambini rom nella municipalità di Helsingør. Questa, comunque, è solo una questione, e ci sono molti problemi riguardo la minoranza rom, che conta almeno 20.000 anime, e che ha una storica relazione ininterrotta e di lunga data con la Danimarca, con il primo ingresso registrato nel 1505. Finora la Danimarca ha rifiutato di riconoscere questa minoranza, che ammonta http://www.bloglines.com/myblogsa circa 10-12 milioni ed è perciò la più grande minoranza nell'U.E. Facciamo notare che questo riconoscimento è accordato nella maggior parte dei paesi dell'U.E. tramite il "Copenhagen Criteria" dal 1993. Abbiamo anche segnalato serie violazioni di molte convenzioni internazionali e della legge della U.E. al Consiglio Europeo, Nazioni Unite e Commissione Europea, e il recentissimo "Shadow Report" è un piccolo resoconto sull'abuso dei diritti dei bambini della massiccia, "industria danese dei bambini trasferiti con la forza", cha interessa per il momento circa 60.000 bambini rimpatriati di la forza. La spesa dei bambini trasferiti con la forza è nascosta sotto molti diversi titoli nel bilancio municipale, ma il costo di un bambino è di circa 50.000 DKR al mese (circa 7.800 USD l'anno) e crea una grande occupazione nel settore del welfare danese. Mentre è opinione corrente che sia meglio allontanare i bambini dai loro genitori, ci sono molte voci di un sistema abusivo praticato da piccole imprese private possedute e gestite da ex lavoratori del servizio sociale municipale. Parecchi casi giudiziari hanno richiamato l'attenzione sull'industria – uno in cui la municipalità ha rifiutato di permettere ai nonni di diventare genitori adottivi, in alternativa ad una piccola impresa privata – ma la municipalità successivamente ha perso la causa e ai bambini è stato permesso di tornare dai nonni come genitori adottivi invece che alle istituzioni. La grande occupazione sono gli interessi acquisiti, si stima fra 2 e 7 operatori sociali a tempo pieno impiegati per bambino ogni trasferito a forza. Il nostro interesse in questa parte dello Stato Sociale Danese è dovuto alle raccomandazioni del Ministero dell'Istruzione (direttamente in un rapporto sull'istruzione segregata dei bambini rom), del Centro di Ricerche Sociali (in un rapporto generale con la preoccupazione che così pochi bambini etnici in Danimarca siano trasferiti di forza) e del Comitato sociale della municipalità di Helsingør (che chiede un rapporto dell'amministrazione sul potenziale trasferimento forzato dei bambini rom) per aumentare l'allontanamento dei bambini rom dai loro genitori. Segnaliamo gli orribili rapporti dei primi periodi di trasferimento forzato di bambini rom in Svezia, Norvegia e Svizzera. Il ministro per gli affari sociali ha promesso di prendere in considerazione i casi da noi sollevati in relazione alla elaborazione in corso al Parlamento di una nuova legge sui diritti dei bambini secondo un rapporto della commissione dell'anno scorso. La Danimarca ha rifiutato di recepire delle convenzioni internazionali nella legge danese, rendendole più facili da applicare nel tribunale (il ministro della giustizia non tiene conto del rapporto 1407/2001 del ministero della giustizia in questa pubblicazione) e anche in questo modo chiaramente differenziandosi da molti altri paesi europei, dove le convenzioni sono recepite direttamente o anche parte della costituzione. All'università nella facoltà di giurisprudenza apprendiamo che le convenzioni internazionali in Danimarca sembrano aver bisogno "di aprirsi un varco nel potere" per essere applicate dai tribunali e dalle autorità. In relazione alla Convenzione del bambino ci sono molti grandi NGOs governativi finanziati che pensiamo avrebbero la necessaria autorità. Distinti saluti / Devlessa Eric Støttrup Thomsen "Romano" Kongevejen 150 DK3000 Helsingør DENMARK +45-49 22 28 11www.romano.dk
È difficile rispondere a questa domanda anche perché sia dal centro destra sia dal centro sinistra non ci sono stati segnali di nuove strategie politiche da adottare nella prossima legislatura a favore di queste popolazioni. Il nove aprile andranno all’urna circa 90mila Rom e Sinti Italiani. Tantissimi ci telefonano o ci chiedono un parere per un’indicazione di voto, che noi non possiamo dare, ...
Di Daniele (del 17/03/2006 @ 11:18:19, in media, visitato 1616 volte)
Un festival Tv dedicato ai Rom Il premio che verrà assegnato ai vincitori della quarta edizione del “Roma Film festival” è una ruota d’oro (Golden Wheel) che richiama la ruota che campeggia nella bandiera del popolo Rom. Un festival aperto a tutte le produzioni radiotelevisive che parlano dei Rom.
La quarta edizione del “Roma Film Festival” si terrà a Skopje, Macedonia, dal 6 all’8 aprile. Il festival è aperto a tutte le produzioni di radio e tv, case di produzione e produttori indipendenti che parlano delle popolazioni Rom nel mondo, in particolare delle questioni relative al problema delle abitazioni, dell’economia, della salute e dell’istruzione. Tuttavia gli organizzatori chiedono a tutti coloro che intendono presentare le proprie produzioni al Festival di preferire argomenti quali cultura, tradizione, arte, musica, stili di vita delle popolazioni Rom e possibilmente di ridurre le opere che trattano argomenti strettamente sociali, dal momento che nelle scorse edizioni proprio queste tipologie di produzioni erano quelle maggiormente premiate. Con questa iniziativa gli organizzatori del Festival mirano a creare una “zona di scambio” di esperienze tra produttori non Rom e Rom e ad aiutare questi ultimi ad avere un ruolo sempre più importante nelle produzioni radiotelevisive, promuovendone la preparazione e la professionalità. I premi che verranno assegnati per le produzioni televisive sono: il miglior documentario; la miglior regia; la miglior sceneggiatura; la migliore fotografia; la migliore produzione; la migliore colonna sonora; il miglior video commerciale, il miglior video musicale. Per la radio verranno premiati: il miglior servizio radiofonico; il miglior programma informativo; il miglior documentario radiofonico; la miglior realizzazione tecnica; la miglior realizzazione di un programma musicale; il miglior clip radiofonico; il miglior spot. Per partecipare al festival è necessario inviare una copia della produzione entro il 20 marzo. Durante i giorni del “Roma Film Festival” verranno organizzati workshop, incontri e dibattiti per discutere la situazione delle case di produzione e delle radio e tv Rom e le possibilità di cooperazione e scambio di programmi con le altre radio e tv.
13 Marzo 2006 08:51 Canale: "Focus" / Categoria: "FOCUS"
Merry st. Patrick Day!!
Dipinto su un muro a Rosnareen Park, Andersontown Belfast, e tuttora esistente. Foto tratta da Conflict and Politics in Northern Ireland
Si aggiunge: May you always have... Walls for the winds A roof for the rain Tea beside the fire Laughter to cheer you Those you love near you And all your heart might desire. Blessings,
Valery Novoselsky Editor of Roma Virtual Network. Galilee, Holy Land
(dopodiché, Ashok manda i suoi auguri, per una festa dall'India di cui ignoro tutto. Grazie lo stesso)
Di Fabrizio (del 16/03/2006 @ 15:56:42, in Regole, visitato 1670 volte)
GIUSTIZIA
Campo Rom incendiato:
come prosegue il processo al sindaco
Il processo contro il sindaco di Emsisheim, Alto Reno,
rimandato a maggio. Lo scorso gennaio aveva ordinato di dare fuoco a diverse
case mobili di Rom Croati e Rumeni, per "ripulire" un accampamento illegale.
Michel Habig
nell'occasione della chiamata in tribunale (SIPA)
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Senza alcuna
autorizzazione amministrativa o giudiziaria, Michel Habig, sindaco gaullista
(UMP) di Ensisheim e vice-presidente del Consiglio Generale dell'Alto Reno,
l'11 gennaio scorso aveva fatto incendiare le 14 roulottes dove
alloggiavano diverse famiglie di Rom originarie della Romania e della
Croazia. L'udienza processuale che doveva iniziare lunedì 13 marzo è stata
spostata al 15 maggio dal tribunale d'appello di Strasburgo, su richiesta
della difesa.
Accusato di "distruzione di beni con mezzi pericolosi", il
sindaco aveva incaricato quattro agenti municipali, ugualmente accusati,
mentre l'accampamento era sgomberato dagli occupanti.
Arrivati ad Ensisheim ad ottobre, una dozzina di Rom, di
cui "alcuni stranieri in situazione di irregolarità", avevano "occupato
senza autorizzazione un terreno municipale, creandovi una vera e
propria bidonville", aveva chiarito il sindaco in un comunicato pubblicato
qualche giorno dopo i fatti incriminati.
Mobilitazione di diverse associazioni Michel Habig,
che ha participato alla distruzione delle carovane "rovinate" e
"intrasportabili", ha precisato di aver "preso la decisione di distruggere
la bidonville col fuoco dopo averne constatato l'insalubrità".
Criticato da
numerose associazioni, ma sostenuto da un migliaio di firme, aveva indicato
il periodo di metà gennaio al giornale l'Alsace come periodo per provvedere
alla "pulizia", causa la "pressione degli abitanti".
Un collettivo autodenominatosi
"Giustizia per i Rom", sabato scorso ha piantato un "albero della Pace" dove
sorgeva l'accampamento. Secondo la gendarmeria locale alla cerimonia hanno
partecipato 200 persone.
© Le Nouvel Observateur
Un libro per educare ad integrarsi e per sostenere finanziariamente un progetto di integrazione di bambini Rom. E' il romanzo di Carola Flauto - prefazione di Beppe Grillo - che sara' presentato a Roma: "Taoma e il mondo di giunglaparola", Albatros Edizioni.
Come gli altri titoli della collana "Il Colore dei Diritti" che co-finanziano progetti di educazione allo sviluppo, parte del ricavato della vendita di "Taoma e il mondo di giunglaparola" sara' destinato a sostenere un progetto interculturale per l'inserimento dei bambini Rom nella scuola dell'obbligo a Napoli.
Il romanzo della Flauto è un viaggio fantastico nel variegato ed affascinante mondo della parola, metafora del libero pensiero umano. Diritto inalienabile e valore universale, tuttavia, la parola, quale espressione della volontà di autodeterminazione dei popoli, è spesso negata, manipolata, segregata. Questo, accade, ancora oggi, in molti Paesi, tra i quali la "civilissima" Europa, dove intere popolazioni sono vittime delle discriminazioni religiose, ideologiche ed etniche. Tra queste vi sono i Rom, portatori e testimoni di un'antichissima cultura ricca di sapienza, di memoria e di conoscenze pratiche.
Sono soprattutto i bambini "nomadi" a sopportare l'indecoroso peso dell'analfabetismo, dello sfruttamento del lavoro, della malnutrizione. Alla loro infanzia negata, ed ai loro sogni infranti, la Flauto dedica il proprio libro. L'obiettivo è di sensibilizzare, non solo i ragazzi delle scuole medie ed i loro insegnanti sul tema delle cosiddette minoranze etniche, ma tutti coloro la cui coscienza non può tacere di fronte all'immanente "genocidio" culturale di intere popolazioni nomadi.
Il popolo Rom è il più discriminato in Europa. Risulta dal rapporto annuale 2005 dell'European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia, l'Organismo dell'Unione Europea che ha il compito di fornire agli stati membri informazioni e dati per combattere il dilagante fenomeno di razzismo e xenofobia. Il rapporto, pubblicato nel novembre 2005, evidenzia come in molti paesi europei i bambini Rom sono spesso esclusi dall'istruzione, ritenuti non adatti alla scolarizzazione o con difficoltà di apprendimento.
Un Comitato Cittadino per i diritti del popolo Rom, espressione della volontà di un gruppo di Associazioni e di cittadini, si è costituito di recente a Napoli. Ne fanno parte,tra gli altri, il padre comboniano Alex Zanotelli, il Vice Presidente dell'Opera Nomadi di Napoli, Marco Nieli e la scrittrice Carola Flauto.
L'iniziativa - promossa dal Comune e coordinata da Massimo Converso, responsabile della Biblioteca Romanì di Roma - si terra' alle ore 17.30, presso la Sala Gianni Rosi in viale Manzoni, 16 (zona Colosseo-San Giovanni). Interverranno Annaluisa Longo, responsabile del progetto "scolarizzazione minori Rom e camminanti" e Marco Nieli, Vice Presidente dell'Opera Nomadi di Napoli, nonche' diversi rappresentanti istituzionali. Nel corso dell'iniziativa è previsto un intermezzo musicale con gli adolescenti Rom del progetto promosso dall'amministrazione comunale di Roma "Laboratori didattici di musica e danza Romanì".
Speciale immigrazione e razzismo
___________
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO www.osservatoriosullalegalita.org
Attendendo i risultati definitivi delle elezioni in Colombia,
questo è il riassunto di una parte della storia più
recente dei Rom di Colombia, che fornisce spunti utili anche per il
futuro:
I Rom e la politica:
INCURSIONE NEL PROCESSO
ELETTORALE
Prima di rispondere alle
domande poste dal dibattito “Inclusione politica dei gruppi
etnici nel processo politico colombiano: Il punto di vista degli
attori politici” (Universidad de los Andes, Bogotá,
D.C.), occorre una precisazione:
Il concetto di “comunità
etniche” non è il più appropriato per riferirsi
alla situazione dei Rom. I Rom hanno più volte rivendicato il
loro carattere di popolo, con tutte le connotazioni giuridiche e
politiche, inclusa quella dell'autodeterminazione.
A livello internazionale,
le organizzazioni rappresentative del popolo Rom - Unión
Romaní Internacional (IRU) e Congreso Nacional Rom (RNC) hanno
proposto che i Rom siano parte di una nazione senza territorio e
senza stato, che chiede di essere rappresentata all'ONU.
Inclusione dei gruppi
etnici nel processo politico colombiano, partendo dalla Costituzione
Esistono similitudini
strutturali tra i problemi dei popoli indigeni, afrodiscendenti e
Rom, ma i processi storici, organizzativi e le condizioni attuali
sono differenti.
Due fatti da sottolineare
riguardo i Rom:
Come per le altre
minoranze il meccanismo elettorale non prevede un percorso
privilegiato di accesso alle camere elettive, e si deve tener conto
di questo nei rapporti con la società maggioritaria.
L'esperienza elettorale
per i Rom rappresenta una novità assoluta in tutto l'emisfero.
E' anche una tappa importante per le associazioni come Proceso
Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia, (PROROM), nel suo
cammino per rendere visibile il popolo Rom, che prosegue dal 1997.
Ancora più
importante che questo si sia concretizzato con la candidatura di una
romnì.
PROROM, sin dagli albori,
ha ricercato alleanze con le organizzazioni di altri popoli. In
quanto “minoranza tra le minoranze etniche” er i Rom
altrimenti sarebbe impossibile far sentire la propria voce. Il
cammino già percorso dalle altre organizzazioni, prima di
tutte quelle indigene, è indispensabile.
Nel 1998 il coordinatore
generale di PROROM, Venecer Gómez Fuentes, fu candidato di
bandiera nella lista Alianza Social Indígena (ASI) che
concorreva al Senato. Alla fine venne eletto Francisco Rojas Birry,
indigeno Embera. La sua candidatura raccolse il voto di alcune
kumpanias, specialmente quella di Girón (Santander), ma una
volta eletto, Rojas Birry non rappresentò in alcun modo in
Senato le istanze dei Rom.
Quattro anni più
tardi, PROROM si fece promotore del Movimiento Plurinacional
Entrepueblos (MPE) e appoggiò la candidatura di Antonio
Jacanamijoy Tisoy, indigeno Inga, che aveva anche l'avvallo del
Partido Socialista Democrático (PSD), su una piattaforma che
comprendeva le richieste comuni dei popoli nativi, afrodiscendenti e
Rom. Ma Antonio Jacanamijoy Tisoy non raccolse voti a sufficienza per
l'elezione. Nel frattempo il neonato MPE si era avvicinato al Frente
Social y Político (FSP), che appoggiava la candidatura di Luis
Eduardo Garzón (nell'occasione battuto dall'attuale
presidente Alvaro Uribe e poi diventato sindaco di Bogotà
ndr.) alla presidenza della repubblica.
Tutta questa storia si è
concretizzata quest'anno nella candidatura di Ana Dalila Gómez
Baos, coordinatrice per la Cultura e la Scolarizzazione di PROROM,
nelle file del Polo Democrático Independiente (PDI).
Costituzione politica
del 1991 e unità dei gruppi etnici
Attraverso PROROM si sono
assunti due strumenti fondamentali nelle rivendicazioni etniche e
nasiolnali: il convegno169 del 1989 dell'Organizzazzione
Internazionale del Lavoro (OIT) “Sobre Pueblos Indígenas
y Tribales en Países Independientes” (OIT-169) e la
Costituzione Politica della Colombia.
Anche se nessuno dei due
menziona esplicitamente i Rom, ma si limitano ad un generico “gruppi
etnici”, gli articoli e i tommi che si riferiscono alla
diversità etnica e culturale sono serviti al riconoscimento
dei Rom come popolo che condivide le esperienze di lotta, resistenza
ed organizzazione degli indigeni e degli afrodiscendenti.
Difficoltà nei
processi organizzativi e rivendicativi.
Una delle maggiori
difficoltà incontrate, è che tanto nell'immaginario
delle istituzioni governative che tra le stesse organizzazioni
indigene, l'aggettivo “etnico” si associa esclusivamente
all'ambito indigeno ed afrodiscendente.
Questa difficoltà
si lega al disconoscimento e all'ignoranza che nella società
maggioritaria riguarda la storia, la cultura e la situazione dei Rom.
In Colombia i Rom sono
una minoranza autentica, ma demograficamente insignificante
soprattutto in termini elettorali. La difficoltà, anche nei
confronti delle altre organizzazione delle minoranze etniche, è
nel numero ristretto dei nostri appartenenti e nel non occupare
territori strategici.
Inoltre le leggi
esistenti sono elaborate secondo la logica de lla popolazione
stanziale e quando si riferiscono a gruppi etnici, sottintendono a
quelli che hanno una territorialità definita, e la totalità
delle leggi referenti ai diritti dei gruppi etnici, non prevede i
diritti delle popolazioni nomadiche, come nel caso dei servizi
sanitari, dove solo in seguito la pressione svolta da PROROM ha
ottenuto l'estensione del Régimen Subsidiado de Seguridad
Social en Salud.
La Colombia è
tuttora un paese con una democrazia retorica e di facciata, e i suoi
abitanti devono di continuo mobilitarsi e fare pressioni in varie
maniere. Per ragioni proprie della loro cultura, i Rom non possiedono
questa capacità. Il percorso compiuto da PROROM si è
svolto quindi in un scenario particolarmente avverso. Ciononostante,
ha ottenuto questi risultati:
Riconoscimento da
parte dello stato del popolo Rom come un gruppo etnico che è
anche colombiano e che abita qui da prima della costituzione della
Repubblica.
Riconoscimento che
la carta OIT-169 è valida e applicabile per i Rom.
Inclusione col
proprio nome e riconoscimenti specifici, negli ultimi Piani
Nazionali di Sviluppo delle amministrazioni Pastrana Arango e Uribe
Vélez.
Visibilità
raggiunta nella vita politica, culturale, accademica ed economica
del paese; mentre in precedenza si era soltanto la parte esotica di
Cent'anni di solitudine.
Rottura degli
stereotipi razzisti e discriminatori che storicamente si sono
riferiti ai Rom.
Spinta ai processi e
alle iniziative delle organizzazioni rom dell'America Latina, in
particolar modo del Consejo de Organizaciones y Kumpeniyi
Rom de las Américas (SKOKRA)
Alleanza con le
organizzazioni indigene e afrodiscendenti per avanzare
rivendicazioni congiunte.
Presa di coscienza
nelle kumpeniyi dell'importanza dei processi organizzativi
nei rapporti tra Rom e società maggioritaria (la cosiddetta
“inclusione senza assimilazione”)
Apporto alla
democratizzazione del paese con l'irruzione del movimento sociale
rappresentativo dei Rom.
Quali gli obiettivi
per la prossima legislatura?
Ci saranno per forza
scenari diversi. Quello del consolidamento del processo di visibilità
e organizzativo dei Rom di Colombia e dell'America Latina. Quello
della società maggioritaria, dove si lavorerà a
proposte che creino una Colombia meno diseguale, che possa includere
le maggioranze impoverite ed escluse.
Nel primo scenario, si
tratta di spingere il Congresso a redigere uno Statuto dell'Autonomia
Culturale, che stabilisca le relazioni tra stato e popolo Rom,
riconosca integralmente i diritti collettivie patrimoniali del popolo
Rom. Nel secondo scenario, molto semplicemente, di sottomettere
nuovamente l'economia e i suoi processi alla politica, per recuperare
la sovranità nazionale di fronte alla mondializzazione
dell'economia.
L'alleanza con il Polo
Democrático Alternativo (PDA) impone di allargare il nostro
pensiero e il campo d'azione al paese nella sua globalità,
occorre quindi un compromesso che leghi le tematiche e le
rivendicazioni proprie del popolo Rom ad un movimento di rinnovamento
nazionale.
L'apporto che per questo
può offrire una donna rom, è molto differente da quello
di chi arriva dalla società maggioritaria. Occorre saper
valorizzare gli apporti genuini che arrivano dalla cultura, dalla
tradizione, dalla vita sciale dei Rom, perché vengano
valorizzati ed apprezzati come un patrimonio per tutta la Colombia.
Per questo, è necessario che i Rom guardino in maniera
differente al loro paese, e contemporaneamente, che se si vuole che
questo apporti duri nel tempo, che continuino ad esistere come Rom.
Per terminare, la scelta
della partecipazione alla lista elettorale del PDA non è un
azzardo o una gratuità. E' la maturazione di un cammino che
PROROM ha svolto, dove la partecipazione è una strategia
etnopolitica, e che l'ha portato a fianco di movimenti e partiti
alternativi, progressisti, popolari e critici verso lo stato attuale
delle cose.
ANA
DALILA GÓMEZ BAOS
Bogotá, D.C.,
a 2 de febrero de 2006
I
commenti a questo articolo (in spagnolo e romanés)
Di Fabrizio (del 16/03/2006 @ 10:40:49, in Italia, visitato 4201 volte)
“Informatevi su quanti soldi effettivamente hanno visto i
Rom, su quanto costa una fontanella o l'allaccio dell'acqua. ...”
era uno dei punti che suggerivo in Come
sopravvivere alle elezioni (e a ciò che segue).
L'estate scorsa, usci un articolo de il Giornale: Via
Idro, dove la convivenza è realtà Presto anche
l’impianto antincendio, che riportava anche i propositi
della giunta comunale:
A questo, si aggiunge l'intervento del
Comune: oltre 100mila euro investiti in «lavori straordinari
per la messa in sicurezza dell'area». In assoluto, i primi in
un campo nomadi. «Alla fine - spiegano gli ingegneri che
lavorano al progetto - l'anello di 253 metri di diametro che
comprende il campo sarà organizzato come una specie di
campeggio». Quindi, nuovo manto stradale, pozzi neri, bagni,
allacciamenti al sistema idrico e a quello elettrico, impianto
anti-incendio, strutture a «piazzola». Nuovi servizi,
nuove spese che gli abitanti del campo si dicono «pronti ad
affrontare». E dopo via Idro, gli interventi arriveranno in via
Negrotto e via Novara. In totale, 600mila euro stanziati dal
Comune...
Avevo seguito i lavori con
curiosità:
Qui il fango era un ricordo, perché
i vialetti interni erano asfaltati da anni. Da un paio di mesi sono
in corso i lavori di ripavimentazione. Il campo è un cantiere
unico, ma tra gli operai che lavorano non conosco nessuno, sono di
un'impresa esterna. Gli uomini del campo sono seduti a fumare e a
lamentarsi, i più giovani invece fanno a gara con gli operai:
il tempo è ancora incerto e stanno riparando i tetti delle
loro baracche. Le baracche sono abusive, ma nessuno dice niente,
d'altronde qui c'è chi ci abita da 16 anni - e non conosco
nessuno che a Milano vivrebbe tutto questo tempo in una roulotte.
Vediamo cosa è successo l'anno scorso: il Comune di
Milano aveva indetto una gara d'appalto (al ribasso) vinta da una
cooperativa di Messina, che la primavera scorsa iniziò i
lavori. Al campo di via Idro ricordano che gli operai lavoravano due
settimane, lasciavano le buche aperte e dopo altre due settimane si
presentava una nuova squadra. Storie normali di subappalto,
la vicina fermata della metropolitana di Cascina Gobba è
proprio una delle piazze milanesi del caporalato edilizio.
Succedono così storie assurde: mentre i Rom disoccupati del
campo di via Idro guardano gli operai svolgere i lavori che lì
tutti sanno fare, si scopre che in una squadra lavorano in nero altri
Rom che vivono dalle parti del Cimitero Maggiore. Allora la
cooperativa di Messina (o uno dei subappaltatori), assume anche due
ragazzi che abitano al campo di via Idro; ma non durano: coi
capisquadra si litiga di continuo, gli stipendi non si vedono... i
due non ci stanno a lavorare gratis a casa propria e pure a
maleparole. Si licenziano giusto in tempo per evitare l'ultima
beffa. Il Comune a fine anno toglie l'appalto ai messinesi per
inadempienza contrattuale e quella cooperativa sparisce, assieme agli
stipendi degli operai.
Oggi, come si presenta il campo di via Idro?
Case abusive ma dignitose, a
perenne rischio di sgombero che il comune comunque non ha fretta
di effettuare;
il manto stradale, a neanche un
anno dal rifacimento, è un enorme gruviera;
le colonnine dell'acqua sono
attaccate a quelle della corrente, così ci sono cortocircuiti
a ripetizione (quando va bene, sperando che qualcuno non si
becchi una scossa a 380);
un pomposo centro polifunzionale
aperto a tutti ed inagibile, perché manca la corrente
elettrica;
sono state costruite le bocchette antincendio, ma alcune non
sono collegate all'acqua.
Quello che è ancora più grave: è
dall'estate scorsa che i bagni non ci sono più, per i lavori
in corso. Ogni piazzola ha il suo bravo bagno esterno, ma solo due
funzionano per circa 130 persone... e naturalmente sono sempre
intasati. Gli altri, sono chiusi a chiave (le cui copie sono in
Comune), oppure sono manufatti di cemento VUOTI. Dappertutto,
montagne di materiale edile, pagato dal comune ed abbandonato, che
prima o poi qualcuno userà per fatti propri.
Settimana scorsa, sono arrivati nuovi operai, a pulire un'area ai
margini esterni del campo. La ragione non si sa, ma in questa
situazione anche una cosa tanto normale è stato motivo di
allarme.
Fine I puntata
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