Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 03/12/2009 @ 00:06:25, in Italia, visitato 1611 volte)
Segnalazione di Claudia Tavani
Gazzetta di Reggio
Reggio. La piccola, martedì mattina, si è vestita ed è scappata di casa,
vagando tra i parcheggi dei controviali. Antonio De Barre, nomade sinti, l’ha
vista e l'ha accompagnata nella caserma della Polstrada di Marco Martignoni
REGGIO. Si è vestita, ha calzato un paio di stivaletti, ha aperto la
porta di casa ed è uscita. Da sola, ha affrontato i pericoli della
circonvallazione, attraversando viale Timavo. Sara (nome di fantasia per
proteggerla, ndr) ha due anni e mezzo e ieri mattina, poco dopo le 8 è sfuggita
al controllo dei genitori, vagando tra i parcheggi dei controviali, vicino
all’area sgambatura cani di fronte all’ufficio postale. Fino a quando, poco dopo
le 9.30, è stata notata da Antonio De Barre, nomade sinti, che stava lavorando,
per la cooperativa sociale l’Ovile, impegnato nella manutenzione delle aiuole
che delimitano le aree di parcheggio.
L’uomo, ha preso per mano la piccola, l’ha rincuorata coprendola con la sua
giacca, accompagnandola al più vicino posto di polizia: la caserma della
Polstrada di Reggio che si trova proprio in viale Timavo. Lì, l’ha «consegnata»
agli agenti che si sono immediatamente attivati per cercare di rintracciare i
genitori della bambina.
FRENETICHE INDAGINI. Dalla centrale della Polstrada si sono staccati due
ispettori che, dopo aver fotografato la piccola, hanno setacciato l’area tra
viale Timavo, viale Magenta e via Guasco. «Armati» di un palmare, i poliziotti
hanno bussato porta a porta, mostrando a residenti e commercianti il viso della
bambina con la speranza che qualcuno potesse riconoscerla indirizzando gli
agenti alla residenza dei genitori. I controlli sono proseguiti anche
all’Esselunga e nella farmacia dello stesso centro commerciale. Fino alla
svolta, intorno alle 10.30.
LA DENUNCIA. Il padre della piccola, si è presentato nella caserma della
Polstrada di Reggio: «Aiutatemi. Vorrei denunciare la scomparsa di mia figlia».
Quando gli agenti hanno sentito il racconto dell’uomo, lo hanno accompagnato
negli uffici del comando, dove, alcuni agenti stavano giocando con la bambina,
cercando di farle ritrovare il sorriso. A quel punto l’a bbraccio tra il padre e
la piccola e la successiva chiamata a De Barre per comunicargli che la bambina
che lui aveva salvato dalla strada, stava riabbracciando la famiglia.
LE INDAGINI. Per il padre della piccola, però, sono iniziati diversi
accertamenti. Secondo il racconto poi fornito dall’uomo agli investigatori, ieri
mattina poco prima delle 8, la moglie era uscita di casa per accompagnare gli
altri due figli a scuola. All’improvviso, la più piccola di casa, aveva deciso
di seguire la mamma e, sfruttando un momento di distrazione del padre, è uscita
di casa.
Un racconto che l’uomo ha poi ripetuto agli assistenti sociali del Comune,
immediatamente allertati dagli agenti della Polstrada che, nel frattempo, hanno
anche avvisato la procura del tribunale dei Minori di Bologna. Gli investigatori
ora stanno valutando tutti gli elementi raccolti e stanno vagliando attentamente
la posizione del padre della bambina che rischia una denuncia per omesso un
controllo.
(02 dicembre 2009)
Di Fabrizio (del 02/12/2009 @ 00:25:31, in Italia, visitato 1969 volte)
Da Milano Città Aperta
Buongiorno,
l’azione di mail bombing contro lo sgombero di Rubattino a cui avete
partecipato ha avuto molte adesioni: migliaia di mail hanno raggiunto il
prefetto, il vicesindaco e l’assessore Moioli. La situazione per le persone
sgomberate, però, non è cambiata affatto: il Comune, anzi, ostenta fieramente le
modalità dello sgombero e non intende prendere in considerazione trattative.
Pensiamo che questo patrimonio di indignazione-centinaia e centinaia di
cittadini che hanno scritto come te nel giro di poche ore- non debba
andare disperso.
Ti proponiamo dunque di partecipare a una Fiaccolata per mercoledì 2 dicembre
alle ore 18. Partiremo da Piazza San Babila. È importante essere in
tanti, per questo ti chiedo di venire e di diffondere l’invito.
Grazie ancora per aver mandato la mail,
spero di vederti mercoledì
Natascia
di Milano Città Aperta
P.s. Ti riporto qua sotto l’appello della Fiaccolata.
“Gentile Assessore Moioli, mio figlio vorrebbe sapere perché i bambini Rom
hanno meno diritto di lui di stare insieme alle loro mamme, ai loro papà e ai
loro fratelli e sorelle”
“Non posso sentirmi rappresentata da autorità che violano i diritti dei più
deboli, non è questa la città che voglio!”
“Continuate a parlare del valore della famiglia e poi pretendete che le famiglie
rom si dividano donne e bambini da una parte, uomini dall'altra…”
Queste sono solo alcune delle frasi delle migliaia di mail che in questi giorni
sono state inviate al vicesindaco De Corato, all’Assessore Moioli e al Prefetto
Lombardi da centinaia e centinaia di cittadini di Milano indignati per lo
sgombero del campo Rom di via Rubattino dello scorso 19 novembre e per
quello successivo di via Forlanini del 26 novembre.
Sgomberi che hanno lasciato al freddo e senza un tetto centinaia di uomini,
donne e bambini, senza prospettare per loro soluzioni alternative accettabili e
condivise. Sgomberi che soffiano sul fuoco per creare artificialmente una finta
emergenza che nasconda i problemi reali di Milano. Sgomberi che hanno interrotto
preziosi percorsi di conoscenza reciproca tra cittadini italiani e Rom. Sgomberi
che hanno negato ai bambini Rom di continuare ad andare a scuola assieme ai loro
compagni italiani. Sgomberi che hanno violato i diritti (alla casa, alla salute,
all’istruzione...) e le libertà fondamentali di centinaia di persone. Ma anche
sgomberi che mai come in passato hanno suscitato l’indignazione e il rifiuto di
una fetta consistente della cittadinanza milanese che ha deciso di affidare alle
mail la proprie parole di sdegno e protesta.
Parole, che di fronte all’ostinato persistere del Comune nella medesima politica
di chiusura e di rifiuto di ogni soluzione condivisa e concertata con la
comunità Rom, invitiamo tutti a venire a ripetere e rendere visibili alla
città in una
Fiaccolata in Piazza San Babila
mercoledì 2 dicembre alle 18
per denunciare il carattere brutale degli sgomberi di via Rubattino e via
Forlanini
sollecitare al più presto misure umanitarie nei confronti dei cittadini Rom
sgomberati.,
chiedere la cessazione di ogni politica di sgomberi ciechi dei campi Rom da
parte dell’Amministrazione comunale
Perché la convivenza pacifica si coltiva con il dialogo e la
solidarietà, non con le ruspe!
Ricevo da Tommaso Vitale
Campo nomadi via Rubattino, Ledha scrive al sindaco
In seguito ai recenti avvenimenti di via Rubattino, ovvero lo sgombero di un
campo nomadi da parte del Comune di Milano, Ledha, Federazione che da oltre 30
anni tutela le persone con disabilità della Lombardia, interviene con una
lettera aperta al Sindaco Letizia Moratti per chiedere il rispetto dei diritti
umani di tutti.
Quanto è accaduto giorni fa a Milano, lo sgombero di un campo nomadi in via
Rubattino, deciso dal Comune senza rispettare le principali garanzie previsto
dal diritto internazionale (ossia la predisposizione di un'alternativa
abitativa, e lo sradicamento dei bambini dal quartiere, nel quale erano inseriti
da tempo, anche nella frequenza scolastica) ci interroga da vicino, come persone
impegnate, rispetto ai temi della disabilità, a diffondere e difendere i diritti
previsti dalla Convenzione Onu.
Il principio di non discriminazione, la pari dignità delle persone, sono
questioni essenziali, rispetto alle quali non possiamo far finta di non vedere e
di non sentire, e dunque non reagire come cittadini. Una comunità nella quale
chi detiene l'autorità - non solo per quanto concerne il tema della sicurezza e
dell'igiene, ma anche per quanto riguarda i servizi sociali e l'aiuto alle
famiglie - decide consapevolmente di limitare e violare i diritti minimi delle
persone che vivono nel territorio, è una comunità più povera in termini di
qualità della convivenza e del rispetto d elle regole per tutti.
Non è sufficiente sapere che il potere civico gode del consenso di una vasta
parte dell'opinione pubblica, impaurita e comunque insofferente di fronte alla
presenza di minoranze come quella dei nomadi, specialmente di etnia rom.
Il consenso popolare è stato, nella storia del nostro Paese e dell'Europa, la
premessa dei totalitarismi e della persecuzione delle minoranze: rom, ebrei,
omosessuali, disabili. Ignorare questa storia, e soprattutto non cogliere per
tempo il nesso con il tempo presente non è solo negligenza o pigrizia
individuale e collettiva.
E' venire meno alla coerenza con il nostro impegno, di singoli e di
associazioni, in favore di una società inclusiva, attenta alle fragilità, vicina
ai diritti dei più deboli. Come non indignarsi di fronte al destino incerto di
bambini e di mamme del tutto incolpevoli?
E' evidente la complessità delle risposte da fornire a gruppi che faticano a
vivere rispettando le regole della cittadinanza. Ma non si comprende in questo
caso l'esibizione di forza, il non ascolto delle associazioni di solidarietà, e
perfino della Chiesa e dei suoi esponenti più responsabili e competenti.
Come LEDHA, Lega dei diritti delle persone con disabilità, abbiamo il dovere di
difendere i diritti di tutti, di uscire da una tutela "corporativa" per
condividere, con assoluta serenità, forme di pressione civica affinché la
qualità della convivenza civile a Milano non sia indebolita da episodi che sono
destinati a pesare come precedenti gravi anche per le politiche che più ci
riguardano da vicino.
Fulvio Santagostini - Presidente LEDHA
Franco Bomprezzi - Portavoce LEDHA
30 Novembre 2009 Proposta controcorrente della pediatra che ha dedicato la
vita ad aiutare i più sfortunati
Elena Sachsel ai sindaci del Magentino: "Ospitiamo i rom sgomberati da via
Rubattino!"
Magenta Come conciliare solidarietà e rispetto della legalità? Sulla questione
rom ormai si dibatte da tempo con opposte teorie. Riportiamo fedelmente la
lettera che Elena Sachsel, pediatra che ha dedicato una vita intera all'aiuto
delle popolazioni più sfortunate, ha inviato ai sindaci del Magentino.
Alla cortese attenzione dei signori Sindaci
del Territorio del Magentino e Milano Ovest
Milano 26 novembre 2009
carissimi,
non meravigliatevi di questa mia. Ho pensato a voi e vi spiego il perché.
Ho condiviso con il Naga e tante altre Associazioni Milanesi che si occupano dei
Rom e Sinti (Tavolo Rom) il dolore , l'indignazione e la vergogna per lo
sgombero forzato e violento campo dei Rom romeni di via Rubattino : rimanevano
all' addiaccio donne, con bambini piccolissimi, con proposte del Comune di
Milano assolutamente insufficienti.
Nell'incontro col Prefetto i Rom hanno chiesto un pezzetto di terra dove le
famiglie potessero autocostruirsi delle casette monofamiliari chiedendo al
Comune i servizi essenziali ( acqua, luce, gas, raccolta rifiuti) che loro sono
assolutamente disposti a pagare.
Ma il Comune di Milano verso i Rom e Sinti ha un atteggiamento assolutamente
negativo.
E allora ho pensato a voi, che amministrate con coraggio i nostri piccoli Comuni
...forse in Provincia le cose possono andare meglio.
Le famiglie interessate sono 60. Forse, adesso che arriva il difficile e duro
mese di dicembre, un piccolo numero di queste potrebbero venire ospitate da voi.
Vi chiedero' un appuntamento presso di voi per potervi illustrare a voce la
situazione.
GM
Di Fabrizio (del 29/11/2009 @ 09:48:00, in Italia, visitato 3120 volte)
Tre giornate di condivisioni tra i residenti del campo e tutta la
cittadinanza, concerti di gruppi musicali, una mostra fotografica e un mercatino
dove gustare i cibi della cultura rom e acquistare oggetti di artigianato.
Così il Casilino 900 si congeda da Roma, con una proposta avanzata dai
rappresentanti del campo durante l’incontro di presentazione del
Coordinamento rom di Roma.
Gli abitanti del Casilino, nell’invito alla festa, hanno ripercorso la storia
del campo ma soprattutto rivolgono le «scuse e il rammarico per fatti che
possono avere accresciuto la diffidenza, favorito la chiusura verso la cultura
rom e contribuito a creare quello stereotipo per cui rom è uguale a
delinquenza».
Così i nomadi che vivono nel campo la cui storia è iniziata negli anni Sessanta
invitano i cittadini del quartiere, il 15, il 16 e il 17 dicembre dalle 15 alle
23 perchè «sarà una gioia per noi condividere le iniziative, i traguardi, le
ansie e i progetti. Per arrivare insieme a capire che siamo davvero tutti figli
di uno stesso padre».
Di Fabrizio (del 28/11/2009 @ 09:44:42, in Italia, visitato 2252 volte)
Segnalazione di
Eugenio Viceconte
OstiaNews.com
Si avvia a conclusione la storia quarantennale del campo rom Casilino 900,
che dovrebbe essere sgomberato nel prossimo mese di gennaio, per «celebrarla»
gli abitanti dell’insediamento propongono una tre giorni di festa, dal 15 al 17
dicembre. La proposta è stata avanzata all’interno del tavolo che il sindaco
di Roma Gianni Alemanno sta tenendo in questo momento in Campidoglio con i
rappresentanti delle comunità Rom della capitale. La riunione sancisce anche la
nascita del ‘Coordinamento Rom di Romà, su proposta dell’associazione Nova Vita
di Najo Adzovic, portavoce proprio del Casilino 900. Fanno parte del
coordinamento i campi di via dei Gordiani, via di Salone, Ciampino, Casilino
900, Arco di Travertino, Pontina, Cesarina, Tenuta Piccirilli, via della Martora
e via Tor de Cenci.
Di Fabrizio (del 26/11/2009 @ 09:02:17, in Italia, visitato 2373 volte)
DUE GIORNI di proiezioni, incontri ed eventi sulla condizione dei
giovani rom e sinti in Italia
Un'occasione per incontrare e conoscere, fuori da pregiudizi ideologici e
stereotipi mediatici, l'universo Rom, ricco di contraddizioni,
apparentemente chiuso e anacronistico, ma spesso protagonista di un'integrazione
possibile e praticabile, portata avanti con passione proprio dalle generazioni
più giovani.
ROM CITTA' APERTA E' UN EVENTO ORGANIZZATO DA SOTTODICIOTTO FILMFESTIVAL
E DAL CENTRO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE E ANALISI PER L'INFANZIA E
L'ADOLESCENZA
gli appuntamenti:
MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE
Cinema Massimo 3
ore 16.00
Carmen Meets Borat di Mercedes Stalenhoef - Olanda, 2009, Betacam
SP, 85'
Quando la troupe che sta girando Borat giunge a Glod, in Romania, il Paese
collabora entusiasta alle riprese pur senza conoscere il contenuto del film
interpretato da Sacha Baron Cohen. Una volta scoperto che nella fiction Glod è
diventato un villaggio kazako pieno di criminali e prostitute, gli abitanti
insorgono e fanno causa alla produzione. Sarà un modo per coronare i loro sogni
di ricchezza?
v.o. / sottotitoli italiani
ore 17.40
O Topanki - About the Shoes di Rozálie Kohoutová - Repubblica
Ceca, 2007, Betacam SP, 14'
Una piccola scuola materna in un villaggio Rom della Slovacchia: le maestre
tentano di sopperire in qualche modo allo stato di indigenza della popolazione,
che spesso non manda i figli a scuola per i problemi più banali, compresa
l'assenza di scarpe. Il film con pochi ma precisi cenni pone scottanti domande
sul senso delle parole "aiuto" e "educazione".
v.o. / sottotitoli italiani
La bougie n'est pas faite de cire mais de Flammes di Marion Gervais
-Francia, 2008, Betacam SP, 22'
La piccola Cassandra, di origini rom, si barcamena come può: spensierata in
classe, non può esserlo quando torna tra le "quattro mura di casa", ovvero
quelle dell'abitacolo di un'auto dove dorme con la famiglia. Per uscire da
questa situazione media tra i servizi sociali che cercano di trovare una
soluzione abitativa e i genitori che non conoscono il francese e temono di
essere espulsi.
v.o. / sottotitoli italiani
ore 18.15 ROM città aperta
Tavola rotonda. L'INTEGRAZIONE POSSIBILE?
Un'occasione di incontro per interrogarsi, al di là delle contingenze della
cronaca e della tenacia degli stereotipi, sulla condizione dei giovani Rom in
Italia e sulle esperienze di possibile convivenza e integrazione che – nel
silenzio generale – vengono realizzate nel nostro Paese. Un modo per
"rappresentare" con le parole oltre che con le immagini una comunità
sorprendentemente multiforme, lontana dall'immagine approssimativa solitamente
restituita dai media. Ad aiutarci nella riflessione, professionisti che operano
nel campo dell'associazionismo, rappresentanti di enti pubblici promotori di
politiche per l'integrazione, membri attivi della comunità Rom, magistrati
minorili. Durante la tavola rotonda verranno proiettate alcune sequenze-video,
tra cui brani tratti dalla puntata di Presadiretta Caccia agli zingari di
Riccardo Iacona, gentilmente concessi dalla redazione del programma Rai.
Ospiti:
Piercarlo Pazè - magistrato, direttore della rivista «Minori giustizia»
Giorgio Bezzecchi - esperto in processi di mediazione culturale, Associazione
Romano Drom Onlus
Ilda Curti - Assessore alle Politiche per l'integrazione - Città di Torino
Massimo Conte - ricercatore, Agenzia di ricerca sociale Codici
Anna Maria Colella - direttrice dell'Agenzia regionale per le adozioni
internazionali - Regione Piemonte
Carla Bonino - dirigente del settore Integrazione Educativa della Città di
Torino
Maurizio Pagani - Opera Nomadi Milano
Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de Il Corriere
della Sera
ore 20.30
EVENTI:
IO, LA MIA FAMIGLIA ROM E WOODY ALLEN
Un dialogo inedito tra passato e futuro, "vecchio" e "nuovo", muto e sonoro,
stereotipo e autobiografia, nella serata dedicata alla giovane cineasta Rom,
Laura Halilovic. Dai due cortometraggi di David W. Griffith ispirati a secolari
luoghi comuni sui Rom, uno musicato dal vivo da Bruskoi Triu, gruppo di musica
gitana, l'altro da Stefano Maccagno, pianista e compositore, agli ultimi lavori
di Laura Halilovic dedicati ai sogni, alle speranze e agli interrogativi della
sua generazione, dall'intervento in video di Moni Ovadia fino al dialogo a due
voci tra la stessa Halilovic e Costanza Quatriglio, regista da sempre attenta al
mondo giovanile, si cercherà di fare incontrare universi ed esperienze spesso
troppo lontani per conoscersi davvero.
The Adventures of Dollie di D.W. Griffith -USA 1908, 16mm, 12'
In una soleggiata giornata estiva, i genitori portano la piccola Dollie a fare
una passeggiata nei pressi di un fiume. La loro quiete è interrotta dall'arrivo
di uno zingaro che vende ceste. Il rom, approfittando di una distrazione dei
genitori, rapisce la bimba, portandola al suo accampamento. Dalla ricerca della
piccola e dalla fuga del rapitore ne nasce un'incredibile avventura. A lieto
fine?
Il mio sogno di Laura Halilovic -Italia 2009, DVD, 7'
Un gruppo di ragazzi rom, tra i 15 e i 18 anni, impegnati in diversi percorsi di
studio, raccontano che cosa vorrebbero fare "da grandi". Il sogno delle carriere
più ambite – stilisti, modelli, architetti, attori – si confronta con la
consapevolezza dei pregiudizi diffusi e con la contrarietà dei genitori verso
scelte che li possano allontanare dalla comunità d'origine. Il corto,
appositamente realizzato per il Festival, è in prima visione assoluta.
The Lonely Villa di David W. Griffith con David Miles, Marion
Leonard, Mary Pickford, Gladys Egan, Adele DeGarde - USA 1909, 16mm, 8'
Un gruppo di malviventi fa irruzione nella casa di un gentiluomo e minaccia
l'incolumità di moglie e delle tre figlie barricate in una delle stanze della
casa. Quando il gentiluomo telefona alla famiglia e scopre il pericolo ingaggia
una disperata corsa contro il tempo per salvare i suoi familiari, aiutato da un
gruppo di zingari.
Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009,
Betacam SP, 50'
La storia di una ragazza rom che abita con i suoi in un quartiere popolare alla
periferia di Torino. Il racconto
in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita
stanziale affrontando i contrasti e le
incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con i Gagè,
tutti quelli che non sono
rom. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l'anziana nonna che ancora
vive in un campo, le fotografie e
i filmati del padre che documenta la vita quotidiana della piccola comunità,
Halilovic ci conduce dentro una
realtà che va oltre qualsiasi stereotipo o semplificazione.
Saluti: Teresa Angela Migliasso - Assessore al Welfare e al Lavoro - Regione
Piemonte
Ospite: Laura Halilovic
Con la partecipazione di: Costanza Quatriglio
Intervento video di: Moni Ovadia
Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de «Il Corriere della Sera»
Accompagnamento musicale dei corti di Griffith a cura di: Bruskoi Triu (Marco
Ghezzo, Manuela Almonte,
Florin Tanase) e Stefano Maccagno
GIOVEDI' 3 DICEMBRE
Cinema Massimo 3
ore 16.15 ROM città aperta
Swing di Toni Gatlif,
con Oscar Copp, Lou Rech, Tchavolo Schmitt, Mandino Reinhardt
Francia 2002, 35mm, 90'
Max, dieci anni, si appassiona al jazz manouche, portato alla ribalta dal
musicista gitano Django Reinhardt.
In vacanza in Francia presso la nonna, il ragazzino si reca in un quartiere
abitato da una comunità Rom per
comprare una chitarra: qui conosce Swing, una coetanea della quale si innamora,
e Miraldo, un chitarrista che
gli insegnerà a suonare e a comprendere appieno la cultura manouche. Un romanzo
d'amore e formazione, di
gioia e libertà.
Presenta il film: Laura Halilovic
ore 18.00
Citizen Manouche di Thomas Chansou, con Gary Chauquet, Sebastien Bellonie,
Wesley Bellonie -Francia
2005, Betacam SP, 52'
Un road movie che porta dalla città di Meymac, in Corrèze, fino in Piemonte tre
giovani cugini manouche.
Lo scopo del loro viaggio è ritrovare la comunità Sinti da cui provengono e
conoscerne la storia. Un viaggio
iniziatico, soprattutto per l'incontro con altri viaggiatori nelle varie tappe
del lungo cammino fino al confine
italiano.
v.o. / sottotitoli italiani
ore 19.00
Presentazione del libro Non chiamarmi zingaro di Pino Petruzzelli -Chiarelettere,
2008
Regista teatrale e direttore del Centro Teatro Ipotesi di Genova, Petruzzelli
racconta gli zingari dando loro la
parola, trascorrendoci insieme diversi mesi e andandoli a trovare nelle
periferie delle nostre città. Il suo libro-reportage raccoglie storie sorprendenti e inaspettate, così come racconti di
vita dura e sofferta, da cui è stata
tratta recentemente "un'orazione civile", dal titolo omonimo, che verrà portata
in scena nei prossimi mesi in
molti teatri italiani.
Ospite: Pino Petruzzelli - regista, attore e scrittore
Conduce: Marco Dalla Gassa - co-curatore del programma
Gipsy Summer di Kristina Nikolova - Bulgaria 2006, Betacam SP, 13'
Durante il periodo estivo, una famiglia di bulgari Rom vive in un campo non
lontano dalla spiaggia di
una località del Mar Nero, dove lavora da venticinque anni raccogliendo
l'immondizia lasciata dai turisti.
Documentario su una forma alternativa di lavoro stagionale che usa un registro
partecipe e leggero per
raccontare uno spaccato di quotidianità poco conosciuto.
v.o. / sottotitoli italiani
VENERDI' 4 DICEMBRE
Cinema Massimo 2
ore 10.00 ROM città aperta
Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009,
Betacam SP, 50'
Una riflessione sull'(auto)rappresentazione della comunità rom nel cinema
rivolta ad alcune scolaresche torinesi. La giovane regista Laura Halilovic
presenterà il suo documentario autobiografico, una riflessione consapevole,
autoironica ma al tempo stesso commossa sulle proprie origini familiari ed
etniche, sulla propria comunità e sul grado di integrazione che la nostra
società offre a coloro che, a tutti gli effetti, sono suoi cittadini.
proiezione per le Scuole Secondarie di II grado
Ospite: Laura Halilovic
Conduce l'incontro: Marco Dalla Gassa (consulente del Centro nazionale di
documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza)
Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:10:44, in Italia, visitato 1485 volte)
Ricevo da
Eugenio
Viceconte: Ricevo e pubblico questo comunicato di Andrea Alzetta di Roma in
Action.
Mi associo preoccupato perché Forza Nuova sta soffiando sul fuoco del razzismo,
di recente lo ha fatto ad Alba Adriatica, ora torna a farlo a Roma.
COMUNICATO STAMPA Andrea Alzetta, capogruppo Roma in action consiglio
comunale
VIETARE IL CORTEO DI FORZA NUOVA CONTRO I ROM
Venerdi’ 27 novembre forza nuova ha indetto una manifestazione contro i Rom di
Casilino 900. Si tratta dell’esasperazione ulteriore e preoccupante di un clima
che alimenta la guerra tra i poveri e l’intolleranza, dimenticando la
solidarietà e il rispetto per i diritti umani e sociali.
Questa provocazione di Forza Nuova è inaccettabile, soprattutto dopo che la
stessa Amnesty International ha sollevato il problema del rispetto dei diritti
umani dei Roma. Non è accettabile consentire che un gruppo razzista, nazista e
xenofobo offenda la tradizione democratica di questa città, proponendo pulizie
etniche e appartaid.
Il sindaco intervenga immediatamente, se non vuole avvallare il sospetto che sia
interessato ad esasperare gli animi sulla questione rom per giustificare
ulteriore sgomberi indiscriminati.
Ricordo che è stato Alemanno a negare la possibilità di uno sgombero forzoso,
parlando invece di un trasferimento in un campo attrezzato, previsto dal piano
nomadi.
Mi auguro che il prefetto vieti la manifestazione. La manifestazione va vietata
e non per una questione di ordine pubblico, ma per una questione di civiltà,
perché la questione dei rom non va affrontata in modo disumano, ma contemperando
le esigenze dei residenti con il rispetto dei diritti umani.
Ma comunque ci penseranno le realtà sociali e il movimento a cacciare questi
reietti dal quartiere e dalla città e a porre un argine democratico alle derive
xenofobe e naziste.
Andrea Alzetta, Roma in action
Action-diritti in movimento
Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:03:04, in Italia, visitato 2624 volte)
Segnalazione di Consuelo Pollini
Caritas Ambrosiana è lieta di invitarvi al convegno IL BELPAESE DEI ROM.
stereotipi pregiudizi conflitti utopie. L’incontro si terrà giovedì 3 dicembre
dalle ore 9.00 alle ore 17.00 nella SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza
Belgioioso, 1 – Milano. I posti sono limitati, è necessaria l’iscrizione tramite
e-mail arom.ambrosiana@caritas.it
o attraverso il modulo di iscrizione on-line all’indirizzo
http://www.caritas.it/belpaese/
CONVEGNO 3 DICEMBRE 2009
IL BELPAESE DEI ROM
stereotipi pregiudizi conflitti utopie
SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza Belgioioso, 1 - Milano
9.00 Introduzione e saluti di benvenuto
Don Roberto Davanzo
Direttore Caritas Ambrosiana
Fondazione Cariplo
Coordina Diego Cipriani, Caritas Italiana
10.00 Definizione, origine e sviluppo dello stereotipo
Alessandro Dal Lago
Professore ordinario di Sociologia dei processi culturali, Università di Genova
10.45 Rom e Sinti in Italia tra stereotipi e diritti negati
Gianni Loy
Professore ordinario di Diritto del lavoro, Università di Cagliari
Pausa
11.45 Non solo pregiudizio. La costruzione del Rom come nemico pubblico
Marcello Maneri
Docente e ricercatore in Sociologia e Ricerca sociale, Università di
Milano-Bicocca
12.15 Il pregiudizio antizigano, sensibile ai contesti di politica locale
Tommaso Vitale
Docente e ricercatore in Sociologia urbana e Sociologia politica, Università di
Milano-Bicocca
12.45 Dibattito
Buffet pranzo
Coordina Paolo Lambruschi, Giornalista
14.00 Proiezione del video “Via Novara 523”, regia di Gaetano Maffia
14.30 Muoversi nella complessità tra passato presente e futuro
…con i rom di via Novara
A cura di Caritas Ambrosiana
15.00 Uguali e diversi. È possibile coabitare?
Mediazione e gestione dei conflitti
Marco Bertoluzzo
Docente di Psicologia, Università di Torino
15.30 Dal pregiudizio alla diversità come bene pubblico. Oltre l'idea di
minoranza
Ilenia Ruggiu
Ricercatore di Diritto costituzionale, Università di Cagliari
16.00 Dibattito e conclusioni
Mostra fotografica “Ieri, oggi e domani… altri occhi su una stessa realtà” di
Elena Gagliardi
Con preghiera di diffusione.
Segreteria Rom- Sinti
Caritas Ambrosiana
via San Bernardino, 4
20122 Milano
02 76037262
Di Fabrizio (del 23/11/2009 @ 09:44:48, in Italia, visitato 2172 volte)
segnalazione di Sara Gandini
L'Unità.it di Dijana Pavlovic
Ieri nell’aula consiliare di Palazzo Marino l’assessore alla Famiglia (!)
Mariolina Moioli festeggiava la XXª Giornata internazionale dei diritti
dell’Infanzia. Poche ore prima, in un’alba livida come questa città, centinaia
di poliziotti, carabinieri, poliziotti locali sgomberavano 300 persone di etnia
rom con 80 bambini, 40 dei quali frequentavano le scuole del quartiere. Con le
poche cose personali, venivano distrutte le speranze di una vita meno
disumana per queste 40 famiglie, per chi aveva un lavoro, precario e in nero ma
lavoro, e aveva cercato di inserirsi in un contesto civile grazie alla
solidarietà delle maestre delle scuole, di cittadini che accompagnavano i
piccoli «zingari» a scuola e soprattutto delle associazioni – la comunità di
Sant’Egidio e i Padri somaschi soprattutto - che sostenevano questo faticoso
percorso di inserimento sociale. In questa coincidenza, non casuale, perché uno
sgombero non si improvvisa, c’è tutta la ferocia di questa città, della sua
squallida amministrazione i cui spiriti più brillanti sono il vicesindaco De
Corato che si vanta di circa 150 sgomberi in un anno e il capogruppo leghista
Salvini, quello delle carrozze separate per gli extracomunitari e del fora dai
ball per i rom e «mai una moschea a Milano».
Si può essere stupefatti dall’arroganza di questa amministrazione nell’esercizio
del potere, che non teme nemmeno la critica e se ne frega, virilmente, delle
normative nazionali e internazionali che tutelano l’infanzia e che prevedono
garanzie in caso di sgomberi (preavviso, alternative, ecc.). Ma io non mi
stupisco più, ho capito che questa Milano, con il suo Expo, i suoi affari in
mano a ‘Ndrangheta e Camorra, la scelta di cancellare la cultura
dell’accoglienza e della solidarietà, è una città fuori dall’umanità, una città
che perde i suoi giovani e la sua cultura, una città senza più anima, destinata
a essere un deserto nel quale le voci dell’umanità si spengono. Ma in questa
città io ho fatto un figlio e ho visto nell’ospedale nel quale mio figlio è nato
tante altre zingare, tanti altri extracomunitari che mettevano al mondo i loro
figli e credo che con queste nuove vite abbiamo seminato il fiore della
speranza. Quando cresceranno questi bambini così diversi da De Corato e da
Salvini (ma com’erano da piccoli, rubavano i giochi ai loro vicini?) non saranno
soli e tutti insieme aiuteranno questa città e ritornare civile, giusta e umana. 20 novembre 2009
Di Fabrizio (del 22/11/2009 @ 09:27:09, in Italia, visitato 2709 volte)
del Sen. Roberto Della Seta (PD)
Premesso che:
Amnesty International ha espresso preoccupazione e contrarietà per lo sgombero
forzato del campo "Casilino 700" di Roma (leggi
QUI ndr), nel quale vivevano circa 400 persone di etnia rom, avvenuto lo
scorso 11 novembre 2009. Nell'appello, l'organizzazione per i diritti umani
sollecita il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e il sindaco Gianni Alemanno ad
assicurare che a tutte le famiglie sgomberate sia fornita una sistemazione
alternativa come soluzione di emergenza e sia accordato un risarcimento per
tutti i beni che sono stati distrutti durante lo sgombero forzato; Inoltre,
Amnesty International ricorda che "gli sgomberi forzati, eseguiti senza
protezioni legali o di altro tipo, sono proibiti dal diritto internazionale in
quanto grave violazione dei diritti umani, in particolare del diritto a un
alloggio adeguato". Secondo quanto riferito dalle Organizzazioni non governative
(Ong) e dai mezzi d'informazione, all'alba dell'11 novembre 2009 circa 150
agenti di polizia hanno sgomberato le famiglie dal campo di via di Centocelle,
nella parte est della Capitale. Tutti gli accampamenti della comunità sono stati
distrutti e circa 20 rom sono stati arrestati, nonostante non si sappia di cosa
siano accusati; le Ong locali, tra cui Legambiente Lazio, affermano che la
comunità nomade non ha ricevuto alcuna notifica dello sgombero forzato né è
stata consultata, e che il Comune di Roma ha offerto rifugi per brevi periodi
solo ad alcune donne e ai bambini piccoli, nei dormitori dei senza tetto di
Roma. In base alla legge italiana, le autorità dovrebbero notificare lo sgombero
a tutte le persone oppure pubblicare un'ordinanza o un preavviso. In ogni caso,
non essendo stata l'ordinanza formalizzata in questo modo, la comunità non ha
potuto rivolgersi alla magistratura per tentare di fermare o posticipare lo
sgombero; è importante evidenziare che nella comunità nomade ci sono circa 140
bambini, di cui 40 frequentano una scuola nelle vicinanze. Lo sgombero minaccia
di interrompere la loro scolarizzazione e sconvolgere seriamente la loro
educazione. La maggior parte di coloro che vivono nel campo di Centocelle -
secondo Amnesty International - ha già subito in precedenza sgomberi forzati,
con distruzione di accampamenti, vestiti, materassi, e qualche volta, di
medicine e documenti; a giudizio degli interroganti, dopo questo ennesimo
sgombero forzato, effettuato in assenza di un qualsiasi piano nomadi, il Comune
di Roma ancora una volta ha confermato la sua visione proprietaria della cosa
pubblica e di essere cieco e sordo rispetto ai più basilari diritti delle
persone. È gravissimo che si impedisca, come è avvenuto il 17 novembre 2009, a
dei pubblici ufficiali, quali sono gli eletti dal popolo, l'accesso a strutture
nello stabile di via Salaria n. 971, dove da qualche giorno risiedono i nomadi
sgomberati dal Casilino 700. La struttura risulta essere presidiata da guardie
giurate e vigili urbani che impediscono a chiunque di accedere alla struttura e
controllare le condizioni in cui vivono il centinaia di persone, appena accolte.
A questo punto, è sempre più evidente che il "piano nomadi" del Comune di Roma
non e' altro che un triste e inquietante progetto di "lagerizzazione"; ad
opinione degli interroganti, se da una parte è doveroso evidenziare che nello
sgombero le Forze dell'ordine hanno tenuto un comportamento responsabile,
dall'altra è innegabile che tutta l'operazione è stata un perfetto fallimento
politico e sociale. Con il suo "piano nomadi", di fatto il Comune di Roma sta
estendendo il problema su tutto il territorio del VI, del VII e del X municipio.
Ci vorranno giorni per ricostruire la mappatura di dove ora queste persone si
sono spostate. Le 85 persone sgomberate al Casilino 700 che si erano rifugiate
nell'ex stabilimento della Heineken, e che ieri erano state nuovamente
sgomberate, sono andate adesso a Tor Sapienza dove ci sono già due campi nomadi,
al confine tra il V e il VII municipio. La Polizia municipale ha segnalato un
esodo sulla Collatina e sulla Prenestina, di persone che presumibilmente sono
andate a rifugiarsi in due piccoli campi abusivi già esistenti in via Longoni e
via Collatina. In pratica l'intervento del Comune non ha fatto altro che
disperdere il problema sul territorio,
si chiede di conoscere:
se il Ministro in indirizzo non intenda riferire sui gravissimi motivi che hanno
impedito a dei pubblici ufficiali, quali sono i consiglieri comunali e
circoscrizionali, l'accesso a strutture dove da qualche giorno risiedono i
nomadi sgomberati dal Casilino 700; se non intenda appurare se tale sgombero sia
riconducibile di fatto ad uno "sgombero forzato", cioè eseguito senza protezioni
legali o di altro tipo stabilite dal diritto internazionale, e dunque
configurabile come grave violazione dei diritti umani, in particolare del
diritto a un alloggio adeguato, e di accertarsi inoltre se sia stato assicurato
a tutte le famiglie sgomberate una sistemazione alternativa come soluzione di
emergenza; se non intenda intervenire con atti di propria competenza presso il
Comune di Roma, la cui gestione, a giudizio degli interroganti, sconsiderata del
problema dei campi nomadi sta recando grave disagio a centinaia di persone e ed
esponendo tutta la popolazione ad una presenza ancora più incontrollata di campi
abusivi e spontanei.
Di Fabrizio (del 21/11/2009 @ 23:40:53, in Italia, visitato 2244 volte)
Segnalazione di Tommaso Vitale
di Zita Dazzi
Stefania Faggi insegna da quasi quarant'anni a Milano ed è ancora piena di
entusiasmo nel suo lavoro. È stata lei la prima nel quartiere dell’Ortica ad
aprire le porte di casa a una dei rom sgomberati dall’ex fabbrica di via
Rubattino
«Non avrei mai potuto tornare a casa, a dormire nel mio letto, se Cristina
fosse rimasta in strada. Non avrei chiuso occhio pensando a lei e alla sua
famiglia sotto il ponte, al freddo. Perché l’ho fatto? Che senso ha questa
domanda? Non sarei una persona normale, sarei un essere disumano se non mi
fossi portata quella bambina a casa e se non avessi cercato un posto anche per
la sua famiglia». Stefania Faggi fa la maestra da quasi 40 anni ed è ancora
piena di entusiasmo nel suo lavoro. È stata lei la prima nel quartiere
dell’Ortica ad aprire le porte di casa a una dei rom sgomberati giovedì mattina
dall’ex fabbrica di via Rubattino.
«E non chiamatemi eroina — si raccomanda — perché io ho fatto ciò che avrebbe
fatto qualunque persona con una coscienza, di fronte a quella famiglia rimasta
senza niente». Di quei rom romeni lei sa il poco o nulla che si può conoscere in
due mesi di scuola, tanti sono i giorni che Cristina ha fatto nella quarta B
della scuola elementare Elsa Morante in via Pini. «So che è Cristina una bambina
come le altre, con tanta voglia di imparare e di stare tranquilla. So che sua
madre la mandava a scuola pulita e profumata tutti i giorni, anche se viveva in
quel campo senza acqua e senza servizi. So che sono persone per bene e che la
prima volta che Cristina è stata invitata alla festa di un compagno di classe
sua madre, con i pochi soldi che hanno a disposizione, ha comperato un mazzo di
fiori da regalare ai padroni di casa».
La maestra Stefania si è affezionata in fretta a quella bambina di dieci anni,
alla sua famiglia composta dai genitori e da altri tre bambini. Le sono bastati
pochi gesti, poche parole. «Io so che la mamma di Cristina, come tutti i
genitori della scuola, veniva a fare i colloqui con noi maestre, e voleva sapere
se la bambina studiava e si comportava bene. Ovvio che Cristina si comporta
bene, è una ragazzina intelligente e piena di dignità. La terrò con me, nel mio
monolocale che condivido con un gatto e con un cane, fino a quando non si
troverà una soluzione migliore. Nel fine settimana è stata invitata a dormire a
casa di un compagno di classe, perché io devo andare ad assistere una parente
anziana ammalata, ma da lunedì tornerà da me».
Durante lo sgombero Cristina ha perso tutto. Anche lo zaino della scuola, i
quaderni, l’astuccio. Ma la maestra Stefania ieri mattina, prima di riportarla
in classe, le ha ricomprato tutto. E i genitori degli altri alunni, le hanno
ricomprato un zaino nuovo, all’ultima moda, che Cristina ha molto apprezzato.
Stefania non ha dubbi sulla sua scelta. «Io non ho paura dei rom, non l’ho mai
avuta. Ho paura, come tutti, dei ladri e degli assassini, ma quelli possono
essere anche italiani. So che molte delle famiglie di via Rubattino sono
famiglie oneste. Certo, molto povere, abituate a vivere in condizioni di grande
disagio e degrado. Ma nessuna di loro lo fa per scelta. È una questione di
necessità: hanno vissuto molti sgomberi e nonostante questo non si arrendono.
Continuano a cercare di integrarsi».
Non è isolata la maestra Stefania. Almeno altre tre sue colleghe hanno fatto la
stessa scelta e anche alcune famiglie della scuola si sono portate a casa parte
degli zingari sgomberati da via Rubattino. «Non ci siamo nemmeno messi
d’accordo. È stata una decisione spontanea, presa a tarda sera, quando ci siamo
accorti che dalle istituzioni non sarebbe venuto alcun aiuto».
|