Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 09/06/2008 @ 09:27:33, in Europa, visitato 1844 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Spalato, 4 giugno 2008 - Dice un funzionario Rom, che oltre 40.000 Rom vivono
in Croazia, anche se le stime ufficiali dall'ultimo censimento ne indicano di
meno.
Le stime suggeriscono un numero tra i 30.000 ed i 40.000 Rom, comparate alle
registrazioni che ne contano soltanto 9.000, nota l'unico rappresentante
parlamentare della comunità rom.
Nazif Memedi dice che molti Rom si registrano come Macedoni o Albanesi,
dipende da quale parte della ex Yugoslavia arrivino.
"E' per questo che lavoriamo perché i Rom si dichiarino e credo che entro il
2012 potremo registrarne ufficialmente oltre 20.000" dice.
Memedi aggiunge che nel 2003, c'erano circa 11.000 Rom dichiarati.
Dice che un nuovo censimento non dovrebbe pesare sullo stato croato, dato che
"I Rom dichiarati o no usano già i benefici sociali."
"Ricevono 370 kune (€ 50) per membro familiare al mese e tanto più le
famiglie sono numerose, tanto più alta è la somma," dice Memedi.
Aggiunge che i Rom Croati hanno abbandonato da tempo il loro stile di vita
tradizionalmente nomadico, e si sono assimilati al modo di vita occidentale.
Nel frattempo il gruppo croato, Minoranze a Rischio, ha recentemente notato
che "Entro gli ultimi due anni, ci sono stati rapporti di discriminazione
ufficiale ed attività anti-Rom da parte dell'etnia croata."
Il gruppo ha anche aggiunto che "Mentre gli stereotipi anti-Rom sono durevoli
nella società croata, i prospetti degli sviluppi nella posizione dei Rom Croati
non sono completamente visibili. A casa dell'orientamento pro-occidentale
assunto dal paese dopo la morte del presidente (Franjo) Tudjman (1999), la
Croazia è attualmente molto interessata nello sviluppo dei diritti umani e la
posizione delle sue minoranze."
Minoranze a Rischio aggiunge che "Dal 1999, ci sono state una serie di
iniziative politiche, designate per migliorare la posizione dei Rom ma, come nel
2003, lo sviluppo non è ancora iniziato. Molti Rom rimangono senza carte
d'identità o cittadinanza."
BalkanInsight
Di Fabrizio (del 07/06/2008 @ 09:18:08, in Europa, visitato 1504 volte)
Da Roma_Daily_News
Il rapporto rilasciato da Amnesty International nel 2008, segnala l'intolleranza e la discriminazione verso le minoranze sessuali e l'etnia Rom. Il presidente Basescu ed il ministro degli esteri Cioroianu sono stati ricordati per le loro dichiarazioni razziste.
Le minoranze etniche, i Rom in particolare, continuano a confrontarsi con serie discriminazioni, anche nel lavoro, la casa, la salute e la scolarizzazione. L'UNICEF ha riportato a marzo che oltre il 70% delle famiglie Rom non hanno accesso all'acqua corrente e che la segregazione dei bambini rom nelle scuole differenziali e le classi "soli Rom" continuano ad essere preoccupanti. Continuano i discorsi di odio ed intolleranti dei media e di alcune autorità pubbliche.
Maggio scorso, il presidente Traian Basescu chiamò "sporco zingaro" un giornalista, ma poi si scusò. Il Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione chiese spiegazioni al presidente.
C'è stata tensione con l'Italia dopo che questa ha dichiarato l'intenzione di espellere i Rom di nazionalità rumena. A novembre, il ministro degli esteri Adrian Cioroianu disse in un dibattito televisivo di considerare di "comprare un pezzo di terra nel deserto egiziano e di popolarlo con quanti appannavano l'immagine del paese." Adrian Cioroianu più tardi si scusò, ma rifiutò di ritrattare. Il primo ministro "deplorò" i commenti del ministro ma non prese nessuna azione ulteriore. Diverse organizzazioni dei diritti umani susseguentemente scrissero una lettera aperta chiedendo le dimissioni di Adrian Cioroianu, e l'OnG Romani-CRISS inviò una protesta al Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione (Consiliul National pentru Combaterea Discriminarii, CNCD).
A luglio, la Corte Europea per i Diritti Umani ha espresso il proprio giudizio sul caso di Belmondo Cobzaru, un Rom picchiato mentre era sottola custodia degli agenti di polizia a Mangalia nel 1997. La Corte ha stabilito che la Romania ha violato la proibizione di trattamenti inumani e degradanti, il diritto ad un rimedio effettivo e la proibizione della discriminazione.
DIVERS – www.divers.ro
Di Fabrizio (del 07/06/2008 @ 08:59:14, in Europa, visitato 1754 volte)
Da
Nordic_Roma
YLE 02.06.2008, 10.13 - Helsinki sta tentando di tagliare il numero di
mendicanti che arrivano dall'estero sino alle strade della città. Per questo
sforzo, la città ha commissionato all'Istituto Deaconess un sondaggio sui
mendicanti e di scoprire come sono arrivati e a chi va il denaro raccolto.
Quieti mendicanti, inginocchiati sui marciapiedi sono trascurati facilmente
nel trambusto urbano, ed poche persone si fermano ad offrire un soldo o due.
La città di Helsinki ha commissionato all'Istituto Deaconess, una fondazione
sociale, di conoscere di più su questi arrivi. Alcuni membri dell'Istituto, che
parlano rumeno, stanno prendendo contatto con questi mendicanti per le strade,
cercando di determinare da dove arrivino, come sia organizzato il loro
mendicare, e cosa possibilmente possa essere fatto per aiutarli.
L'anno scorso circa 100 mendicanti sono apparsi ad Helsinki, la maggior parte
membri della minoranza Rom dell'Europa meridionale. Quest'anno sono in molte
città.
Una donna ci ha detto di chiedere l'elemosina per aiutare i sei bambini in
Romania. Raccoglie circa 10 € al giorno. Una risposta che si cerca è se qualcuno
ne chiede una parte. In alcune parti d'Europa, la mendacità è un affare
organizzato.
Le congregazioni pentecostali in Finlandia, in particolare, hanno aiutato
questi gruppi di mendicanti. Sono stati stabiliti contatti, in parte perché
queste congregazioni includono molti Rom finlandesi.
La maggior parte delle persone ignora o evita questi mendicanti, spesso
perché la gente, onestamente, non sa come reagire in faccia alla povertà. I
funzionari dicono che sarebbe meglio aiutarli a casa loro, non per le vie della
città. Raccomandano anche di non dare soldi ai mendicanti, ma né chiedere
l'elemosina né il darla è illegale.
Di Fabrizio (del 03/06/2008 @ 09:36:38, in Europa, visitato 1676 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
30 Maggio 2008 | 11:25 | Source: Beta - BELGRADO - Una svastica ed una serie
di insulti sono stati tracciati sulla sede centrale dell'Unione Rom, lo comunica
la stessa.
Il presidente di Unione Rom, Rajko Duric, ha detto che la svastica e gli
insulti [...] sono apparsi nottetempo sul muro e sulla porta degli uffici.
Ha aggiunto che l'incidente è stato comunicato alla polizia e che le indagini
erano in corso.
Duric ha detto che qualcosa di simile potrebbe essere previsto, da quando
l'Unione Rom è stata "eliminata come partito".
Ha aggiunto che lo scorso anno, particolarmente in coincidenza con la
campagna elettorale, aveva ricevuto messaggi minatori, anche se non aveva dato
molta importanza alla cosa.
L'Unione Rom di Serbia non ha raggiunto il
quorum alle elezioni tenutesi l'11 maggio.
Di Fabrizio (del 03/06/2008 @ 09:08:52, in Europa, visitato 1520 volte)
Da
Roma_Francais
LE MONDE | 31.05.08 | 14h46 - BUCAREST CORRESPONDANT Le autorità rumene e le
associazioni dei Rom di Romania condannano in blocco gli slittamenti razzisti
apparsi in Italia. L'indignazione è stata esacerbata da un messaggio apposto
all'ingresso di una falegnameria di Pieve di Soligo (Italia del nord-est) e
ripresa dalla stampa rumena, che annuncia "l'apertura della stagione, che dura
tutto l'anno, della caccia agli animali selvatici migratori come Rumeni,
Albanesi, Kosovari, Musulmani, talibani, Afghani, Zingari ed extracomunitari in
generale".
Questo non ha dato luogo ad alcuna denuncia ufficiale italiana, tranne quella
della CGIL, da cui è stata rivelata la scritta. L'ambasciata rumena a
Roma ha chiesto misure contro gli autori di "questo testo a carattere
pronunciatamente estremista e xenofobo".
L'associazione dei Rom d Romania Romani Criss, denuncia, a sua volta,
"l'estremismo" della nuova politica italiana sull'immigrazione. "E'
inconcepibile che, nell'Europa del 2008, si combatta la delinquenza secondo
criteri etnici, si tratta d'una politica d'ispirazione estremista," ha affermato
il suo dirigente, Marian Mandache, tramite i suoi avvocati. "Non resta che
obbligare i Rom a portare una stella o una banderuola per ritornare settanta
anni dietro, ad un'epoca di cui non si vuole più ricordare."
Le allusioni al nazismo si moltiplicano in Romania e rischiano di nuocere ai
positivi scambi economici tra i due paesi. 23.000 imprese italiane sono
impiantate in Romania e migliaia di rumeni lavorano in Italia. L'organizzazione
Caritas stima in 556.000 il numero di Rumeni nella Penisola ma, secondo altre
stime, il loro numero, fortemente aumentato dopo l'adesione della Romania
all'Unione Europea del2007, potrebbe raggiungere 1 milione di persone.
Mostrata a dito come la prima responsabile della delinquenza, durante la
campagna delle elezioni legislative in aprile, che hanno visto il trionfo della
destra, questa comunità si sente oggi più fragile ed indebolita.
Mirel Bran - Article paru dans l'édition du 01.06.08
Di Fabrizio (del 02/06/2008 @ 09:00:13, in Europa, visitato 2242 volte)
Da
Romano Them,
indagine sanitaria (lunghetta, vi avviso)
La crisi del piombo a Mitrovica:
Romano Them chiede un'informazione completa all'ONU
27 Maggio 2008 – Una ricerca, prodotta dall'Istituto di Salute Pubblica di Kosovska Mitrovica
su richiesta dei rappresentanti dei campi IDP (Dispersi Interni) nella Mitrovica
settentrionale, ha confermato i documenti precedenti, secondo cui il livello di
piombo nel sangue dei bambini rom che vivono in questi campi, rimane ad un
livello alto in maniera allarmante. Sui 104 bambini testati, di età tra gli 1 e
i 16 anni, 18 mostrano livelli di piombo eccedenti la soglia critica di 45
μg/dL, per i quali i dottori raccomandano terapia di
chelazione.
D'altra parte, se confermate le indicazioni "Hi" e "Hi Mnogo" contenute
nella ricerca, si riferiscono a livelli nel sangue eccedenti i 65
μg/dL, il numero di bambini con livelli criticamente alti di contaminazione
da piombo nel sangue sale a 38, il 36,5% del gruppo testato.
La contaminazione da piombo nel sangue dei bambini nei campi IDP a Mitrovica
nord è stato un argomento ricorrente dal 2000, quando i primi test casuali fatti
nell'area di Kosovska Mitrovica da un consulente ONU mostrò livelli di piombo
pericolosi solo nei campi. Nel 2004, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO)
compì un'altra serie di test. Questi test mostravano che il 40% dei bambini
nell'area avevano livelli di piombo nel sangue di 10 μg/dL e superiori, che è
considerato dalle moderne ricerche il limite massimo oltre il quale si
verificano danni sanitari irreversibili, incluso impatto alle capacità
cognitive.
Ma, fu proprio Gerry McWeeney, allora manager del Programma di Sviluppo
Sanitario, che notò nel suo rapporto che i bambini rom nei campi presentavano
costantemente i più alti livelli di piombo nel sangue dell'intera popolazione,
sottolineando che una fonte importante di esposizione ha provenuto dalla
contaminazione nel terreno, risultante nella prossimità delle miniere di Trepca.
Come conseguenza, raccomandava l'immediata evacuazione dei bambini da 0 a 6 anni
e delle donne in attesa, e la temporanea rilocazione dell'intero campo "in
attesa di una soluzione permanente e sostenibile".
Fu soltanto poco prima dell'estate del 2005 che un'azione venne
definitivamente presa, sull'onda di una pressione montante e della questione
fatta propria dai media internazionali. Con la fine dell'anno, l'UNMIK decise di
trasferire gli IDP nell'ex base militare francese, conosciuta come Osterode camp,
completamente ristrutturata e col suolo decontaminato. Dopo un'iniziale
resistenza, la maggior parte delle famiglie si mosse verso il nuovo campo, dove
apparentemente iniziò nel settembre 2006 un trattamento medico specialistico (see UNMIK
Press Release).
Ironia della sorte, test effettuati di recente sembrano suggerire che la
contaminazione da piombo nel rinnovato campo di Osterode sia persino superiore a
quella di Cesmin Lug, dove nell'ottobre 2004 la WHO aveva dichiarato che
la situazione era peggiore degli altri campi, con un livello di contaminazione
da piombo al suolo superiore di 359,5 volte il limite riconosciuto.
Nel maggio 2007, una squadra di dottori diretta da Ms. Mary Jean Brown, Capo
del Ramo di Prevenzione all'Avvelenamento da Piombo del Centro USA per il
Controllo e la Prevenzione del Disagio di Atlanta, visitò le attrezzature su
richiesta del Dipartimento di Stato, USOP e USAID. In un rapporto redatto ad
ottobre, gli esperti medici notarono che 39 bambini erano riferitamente chelati.
Ma dissero anche che oltre 90 bambini avrebbero avuto bisogno di terapia,
aggiungendo che a quel periodo il numero esatto non poteva essere determinato.
Nella loro indagine, i dottori si riferirono ai risultati di tre serie di
test condotti dall'Istituto di Salute Pubblica di Mitrovica nord, tra la
fine del 2005 e l'inizio estate del 2007. Secondo questi test, 39 bambini nel
primo, 32 nel secondo e 29 nel terzo, su circa 100 bambini esaminati avevano
livelli capillari di piombo nel sangue superiori a 45 μg/dL. Se
l'assunzione riguardo il significato di "Hi" e "Hi mnogo" risultasse
veritiera, le condizioni sanitarie dei bambini nel campo sarebbero stazionarie,
la tal cosa confermerebbe i dubbi sull'adeguatezza del trattamento medico
fornito in un ambiente che rimane pesantemente contaminato dal piombo.
Le prime informazioni su una nuova e prossima crisi sanitaria nei campi di
Mitrovica nord apparvero settimana scorsa in un
articolo,
pubblicato sulla rivista in Internet New Kosovo Report.
L'autore, il leader del movimento pro-indipendenza Albin Kurti, riteneva che la
WHO aveva prove dagli esami effettuati sui bambini di Cesmin Lug e Osterode che
i loro livelli di piombo erano raddoppiati. Suggeriva anche che la WHO
nascondesse queste informazioni al pubblico.
Allarmati da queste notizie, come
Romano Them, abbiamo contattato l'ufficio WHO di Pristina e chiesto conferma
sulle dichiarazioni e circa eventuali conseguenze di detti risultati. A dispetto
dei chiari riferimenti all'articolo del New Kosovo Report,
accluso alla mail, il direttore locale della WHO, Dr. Dorit Nitzan, finse di
ignorare di quali test Romano Them stesse parlando. Affermando che i test
di laboratorio fossero da tempo condotti dalle istituzioni locali, promise
comunque di investigare e chiese a Romano Them pazienza sino al suo
ritorno in Kosovo. Ulteriori emails, relative ai risultati dei primi test
commissionati dalla WHO, rimasero senza risposta.
Con una reazione simile, il capo dell'ufficio UNICEF in Kosovo, Robert Fuderich,
pretendeva lui pure di non essere a conoscenza dei test, ma quando fu
confrontato con i risultati parziali, comunicati dai rappresentanti del campo in
una
dichiarazione pubblica, riconobbe che la sua organizzazione era stata messa
a conoscenza dei risultati di questi test, ma era in attesa di ottenere una
piena informazione per "notificare alle autorità preposte e cercare di ottenere
da tutti uno sforzo verso una soluzione giusta e finale."
Il rappresentante dell'area della Norwegian Church Aid, un'organizzazione
caritativa che si occupa del campo di Osterode, Ragnar Hansen, fu più esplicito
e disse che la sua organizzazione condivideva le preoccupazioni di Romano Them
riguardo il livello di piombo nel sangue dei bambini IDP. Purtroppo non era in
grado di commentare i risultati dei test, suggerendo che la WHO non avesse
comunicato i risultati dei test precedenti, né alla sua organizzazione né ai
genitori dei bambini.
Dalla sua email risulta che la WHO avesse visto (!!!) i risultati dei test
commissionati dai rappresentanti dei Rom ed era "preoccupata riguardo agli alti
livelli di piombo nei campioni di sangue raccolti".
Romano Them ha anche provato ad ottenere una reazione dall'UNMIK,
che attende tuttora al momento in cui scrive.
Nelle sue raccomandazioni, la dottoressa Brown, del cui Centro è stata
richiesta l'assistenza in questo caso dall'UNICEF e dalla
WHO, scrisse nell'ottobre 2007: "Ci è stata data assicurazione che i livelli nel
sangue stanno decrescendo, e i dati ricevuti dal CDC [Centro per il Controllo
del Disagio] lo confermano. Comunque, i dati completi devono essere resi
disponibili. Agenzia Responsabile: WHO."
Sette mesi dopo, la "confusione da parte dei leader rom e di altri, come la
serietà del problema e l'estensione della contaminazione ambientale" cui la
dottoressa Brown si riferisce nel suo rapporto, è quasi completa. Nelle loro
dichiarazioni sui recenti test sanguigni, i rappresentanti dei campi, Skender Gusani
e Dai Mustafa, scrivono: "WHO ha effettuato dei test sui livelli di piombo nel
sangue dei bambini ed i risultati mostrano che il campo di Osterode è libero dal
piombo, ma i risultati di questi test non sono mai stati mostrati al pubblico e
nemmeno ai genitori dei bambini esaminati."
Romano Them è profondamente preoccupata, non soltanto
dell'inquinamento da piombo stesso, quanto dalla mancanza di informazione e
dalla cattiva comunicazione da parte delle agenzie internazionali coinvolte nel
processo. Chiede alla Missione delle Nazioni Unite in Kosovo di fornire
informazioni immediate e complete circa la contaminazione da piombo nei due
campi IDP di Cesmin Lug e Osterode e sprona la WHO affinché sviluppi le
raccomandazioni contenute nel memorandum, preparato dal Manager del Programma di
Sviluppo, Gerry McWeeney che, nell'ottobre 2004, raccomandava che tutti i
bambini con livelli nel sangue superiori a 10 μg/dL siano ricontrollati ogni
settimana.
Condividiamo le preoccupazioni circa l'adeguatezza di una terapia di chelazione
in un ambiente, che è tuttora pesantemente contaminato dal piombo, come
confermato dai test recenti. Romano Them suggerisce
definitivamente di dare seria considerazione all'evacuazione dei residenti in un
posto sicuro. Le consultazioni dovrebbero aprirsi immediatamente.
For further information
please write to:
kosovoroma@gmail.com
Related news items and
press releases:
UNMIK:
SRSG visits Cesmin Lug, urges Roma to take advantage of Camp Osterode
Facilities, UNMIK/PR/1476, 11
January 2006
UNMIK:
SRSG welcomes start of lead-toxicity treatment for IDPs in Camp Osterode,
UNMIK/PR/1577, 1 September 2006
UNICEF:
Roma
families need rehousing to save children from lead poisoning, 10 February
2006
Reports:
World Health Organisation
(WHO):
Preliminary Report on Blood Lead Levels in North Mitrovica and Zvecan, July
2004
WHO:
Memorandum, 22 October 2004
WHO: Regional Committee for
Europe, Fifty-sixth session Copenhagen, 11–14 September 2006, Provisional agenda
item 7(d):
Enhancing health security: the challenges in the WHO European Region and the
health sector response, 19 June 2006
Gesellschaft für bedrohte Völker (GfBV):
Flüchtlingslager Osterode, 18 September 2006
European Roma Rights Center:
Romani Return to the Mitrovica Mahalla Marred
with Problems
Brown, Mary Jean/Brooks, Barry:
Recommendations for Preventing Lead Poisoning among the Internally Displaced Roma Population in Kosovo
from the Centers for Disease Control and Prevention,
US Centers for Disease Control and Prevention, Atlanta/GA, 27 October 2007
Roma and Ashkali
Documentation Centre (RADC):
Security review of the RAE communities in the divided town of Kosovska Mitrovica,
Pristina, September 2007
Di Fabrizio (del 01/06/2008 @ 08:57:26, in Europa, visitato 1541 volte)
Da
Romanian_Roma
Sabato 16 maggio, all'evento "Notte dei Musei" il Centro Rom "Amare
Rromentza" ha iniziato una raccolta di firme a favore della creazione di un
museo di storia e cultura rom.
La campagna, denominata "Dateci un museo!", secondo un comunicato stampa,
è iniziata durante gli eventi che hanno avuto luogo nella "Notte dei Musei".
"Mentre molti musei organizzano la Notte delle Porte Aperte, i Rom non hanno
un museo da aprire. Noi pensiamo che un museo per i Rom, un'istituzione per
condividere e rappresentare l'etno-cultura rom, è un bisogno fondamentale per
ricostruire la nostra memoria identitaria e riguadagnare la nostra identità
etnica, un'immediata soluzione all'auto-alienazione e un diritto culturale
innegabile, come statuito e garantito dalle norme europee ed internazionali,"
recita il comunicato.
La campagna aperta dalla carovana chiamata "Il museo itinerante per i Rom",
dove giovani Rom, accompagnati da violini, visitavano diversi musei da Bucarest,
un'esposizione di fotografi ed articoli simbolici per la storia e la cultura
rom, terminando le visite in ogni museo raccogliendo firme.
Istituita nel 2005 dal Ministero Francese della Cultura e Comunicazione, la
Notte dei Musei ha riunito nel 2007 un numero di 1,3 milioni di visitatori in
956 musei francesi e risultati similari in 960 musei di 41 paesi europei che
hanno preso parte a questo evento.
L'iniziativa ha lo scopo di costruire e rafforzare una rete di musei europei
attorno ad un evento condiviso. Si intende incoraggiare il pubblico medio,
soprattutto i giovani, a scoprire le collezioni dei musei. L'evento è
organizzato sotto l'egida del Consiglio Internazionale dei Musei e del Consiglio
d'Europa.
DIVERS – www.divers.ro
Di Fabrizio (del 29/05/2008 @ 09:11:13, in Europa, visitato 2397 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Per aver installato nel 1999 i campi rom a Mitrovica nord in un territorio
con concentrazione di
piombo molto alta, dove ancora vivono i Rom, l'UNMIK è
responsabile per aver esposto i Rom ad alte concentrazioni di piombo.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha testato i livelli di piombo nel sangue
dei bambini ed i risultati mostrano che il campo rom di Osterode è libero da
piombo, ma questi risultati non sono mai stati mostrati in pubblico e nemmeno ai
genitori dei bambini esaminati. I rappresentanti rom avevano chiesto alle locali
istituzioni sanitarie di Mitrovica di controllare i livelli sanguigni dei
bambini nei campi rom a Mitrovica. I test sono stati condotti nell'aprile 2008,
al campo di Osterode sono stati testati 51 bambini e nel campo di Cesmin Lug, 53
bambini. I risultati dei test mostrano che la contaminazione da piombo è ancora
alta, anche se dal 2006 sono stati fatti grandi sforzi investiti nel decrescere
o curare il piombo. Anche dopo azioni come il rilocare i Rom dai campi di
Kablare, Zitkovac e Cesmi Lug al campo Vojni Remont/Ostorode libero da
inquinamento. Questi recenti risultati mostrano che tutte le azioni precedenti
sviluppate con l'intenzione di diminuire la contaminazione da piombo non hanno
portato molti risultati. L'UNMIK lavora, ancora con grande perentorietà, per
rilocare i Rom da Cesmin Lug al campo "più salubre" di Osterode. D'altra parte
quel che vogliono i Rom, non è la rilocazione da un campo inquinato all'altro (Osterode)
ma case definitive e sicure per le loro famiglie. Se il livello di piombo nel
sangue supera i 10 dl/ml la situazione è considerata a rischio.
Test sui bambini di Osterode: su 51 bambini testati, 13 di loro sono
altamente contaminati al limite massimo e segnati come "alti".
- 14 bambini hanno una concentrazione di 40 dl/ml
- e solo uno ha 7,2
Campo di
Cesmin Lug: su 53 bambini testati, 7 di loro sono altamente contaminati al
limite massimo e segnati come "alti".
- 14 sono superiori a 40 dl/ml
- e solo uno ha 6,1
Skender Gusani
& Dai
Mitrovica, Maj. 2008
Di Fabrizio (del 27/05/2008 @ 08:58:07, in Europa, visitato 2651 volte)
Da Saimir Mile
TESTIMONIANZA ROM - MAI PIU'!!
APPELLO ALLA UE PER TERMINARE LA PULIZIA ETNICA DEI ROM
Noi - individui e membri di vari gruppi cittadini di tutta Europa -
condanniamo, nei termini più forti possibili, il recente fallimento delle
autorità italiane di proteggere i nostri concittadini e residenti nell'Unione Europea, e per
continuare a perpetrare un'atmosfera di xenofobia attraverso commenti politici
infiammatori e politiche aggressive verso i migranti. Ci riferiamo agli
shoccanti violenti incidenti della settimana scorsa a Napoli (Ponticelli) in cui
centinaia di cittadini rumeni (Unione Europea) di origine rom - donne e bambini
tra loro - sono stati forzati a fuggire per paura delle loro vite e le loro
case distrutte, e altri deportati a forza dalla polizia italiana (vedi i link
indicati in calce). Questo pare essere parte di un modello ciclico per cui
quando un Rom viene accusato di un crimine, l'intera comunità viene presa a
bersaglio di una violenta punizione. Per esempio, nel novembre 2007, un rumeno
ritenuto di origine rom fu accusato di delitto. Circa nello stesso periodo in
Italia, una giovane donna (di nazionalità britannica, Meredith Kercher) fu pure
uccisa, ed una donna americana venne implicata nel caso. Non ci fu un
sollevamento degli italiani contro tutti gli americani in Italia. Non vennero
bruciatele case degli abitanti americani. La sospettata dell'omicidio fu vista
come individuo, e non rappresentava l'intera nazione.
Le recenti azioni contro i Rom Europei ci ricordano le politiche
pre-Olocausto visibili in Europa negli anni '30, attività ed azioni in cui il
governo di estrema destra dell'Italia sotto Mussolini fu responsabile di
scegliere sistematicamente cittadini di origine Ebrea e Romani/Sinti. Lo stesso
politiche genocide furono testimoniate in Germania, Austria, Croazia ed in altri
stati in cui le politiche fasciste divennero accettabili dalla massa delle
popolazioni di questi stati, molte delle quali assistere senza recriminare alla
presa di loro simili inviati nei campi. Influenzato dai commenti xenofobi del
governo Berlusconi, quasi il 70% degli Italiani hanno affermato in un sondaggio
informale della settimana scorsa di voler espellere un'altra volta i Rom dal
paese, i semi di un altro Olocausto è stato seminato in Europa.
Noi, cittadini e residenti in Europa, siamo oltraggiati dal silenzio con cui
gli intellettuali ed i politici "umanisti" hanno risposto assieme ai pogroms in
Europa diretti contro le comunità Romani, stavolta nel "democratico" stato
italiano, ironicamente tra gli originali fondatori membri della Comunità
Europea.
Riguardo a ciò, vorremmo enfatizzare le lodevoli affermazioni della ministra
spagnola, Maria Teresa Fernandez de la Vega, come contro esempio al relativo
silenzio di parte degli altri governi europei.: "Il governo [di Spagna] rigetta
la violenza, il razzismo e la xenofobia e non appoggia quanto sta succedendo in
Italia... non appoggiamo la politica delle espulsioni senza il rispetto per la
legge ed i diritti, od azioni che esaltano la violenza e la xenofobia.
L'Europa ha percorso una lunga strada dal proprio Medio Evo per superare il
flagello del proprio anti-Semitismo; similarmente, alla leadership europea è
richiesto in quest'ora critica di superare secoli di profondamente corrosivo
anti-Ziganismo di questo continente.
Quindi chiediamo ai corpi responsabili dell'UNIONE EUROPEA ed al PARLAMENTO
EUROPEO di prendere azione immediata e concreta nei seguenti modi:
A) Censura Politica dell'attuale governo italiano - un'Aperta e Forte
Dichiarazione del Parlamento Europeo e dell'Unione Europea che la violenza
diretta alle comunità Romani è inaccettabile e che l'attuale amministrazione ha
fallito nel fornire protezione adeguata a concittadini e residenti dell'Unione
Europea. Il livello di protezione fornita alle comunità Rom dovrebbe essere
uguale a quella attualmente fornita alla minoranza Ebrea d'Italia: entrambe nel
passato hanno sofferto sotto il regime fascista e sono nuovamente vulnerabili
oggi. Alle comunità Rom dev'essere assicurato che non saranno considerate capro
espiatorio e non soffriranno di pulizia etnica come le autorità italiane hanno
permesso in tempi recenti. I sopravissuti all'Olocausto ed i loro discendenti
non devono più - come tutti gli appartenenti all'umanità - essere soggetti a
pratiche genocide in Europa.
B) Creazione di un COMITATO DI CRISI E MONITORAGGIO sulle attuali violenze
dirette alle comunità vulnerabili di immigrati e migranti in Italia - in
particolare le comunità Rom. Questo comitato potrebbe essere formato sotto gli
auspici del Parlamento Europeo, e dovrebbe essere composto da rappresentanti
eletti dalla comunità Rom tra i suoi membri. Questo Comitato di Crisi Europeo
avrebbe tra i suoi compiti non solo il controllo degli sviluppi della crisi
attuale, ma anche di registrare se il governo Italiano sta conducendo le proprie
indagini - sui recenti crimini di squadre di vigilantes che hanno bruciato i
rifugi dei residenti Rom - con imparzialità ed obiettività. Inoltre, il comitato
dovrebbe esprimere le proprie raccomandazioni su come migliorare la situazione
nei media e sull'inclusione a lungo termine dei gruppi esclusi di migranti ed
immigrati, che questo diventi una priorità dello stato Italiano a livello
locale, come pure a livello regionale e nazionale. Una valutazione obiettiva dei
risultati di queste politiche di inclusione dovrebbe essere resa trasparente.
Da ultimo, questa petizione è un appello globale ai poteri europei ad
assumersi la responsabilità per le azioni xenofobe negli stati membri come
l'Italia, e costruire ponti di comprensione attraverso il continente, cosicché i
12 milioni di Rom europei - piuttosto che sentirsi "pariah" continuamente sotto
assedio in questo continente - possano essere riconosciuti come Europei che
hanno dato nei secoli un contributo (non riconosciuto) a questo continente.
Questo è un test per il grande "progetto umanista" d'Europa. Crediamo che i
leaders europei risponderanno in maniera rapida e concreta a questa sfida.
Per ulteriori informazioni su questo appello, potete contattare
PROGRESSIVE ROMA
ACTION GROUP (PRAG)
Per ulteriori informazioni sugli eventi in Italia, visitate i seguenti links:
http://www.theaustralian.news....
http://www.independent.co.uk/n...
http://www.iht.com/articles/ap...
http://www.adnkronos.com/IGN/C...
http://www.radioparole.it/en/p...
Firma la petizione
Di Fabrizio (del 26/05/2008 @ 09:27:55, in Europa, visitato 1668 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Alcuni dei dispersi del Kosovo sono contenti dell'indipendenza, altri ne
hanno paura
19 maggio 2008 - Fonte UNHCR - MITROVICA, Kosovo - I Rom ritornati a
Mitrovica dopo essere fuggiti dalla città divisa circa dieci anni fa sono divisi
sul futuro a seguito della dichiarazione unilaterale del Kosovo di indipendenza
dalla Serbia.
Alcuni dicono di credere che l'indipendenza, annunciata il 17 febbraio,
potrebbe migliorare la loro vita in un era di prosperità e lavoro. In contrasto,
alcuni dei Serbi dispersi nel territorio, determinati a rimanere in Kosovo,
hanno paura di diventare nuovamente bersaglio di violenze etniche.
I membri di entrambe le comunità lasciarono le loro case nel 1999 quando la
popolazione maggioritaria di etnia albanese - molti di loro erano scappati da
persecuzioni precedenti - ritornò dopo il ritiro delle forze di sicurezza serbe.
A Mitrovica, oltre 8.000 Rom che vivevano nella parte meridionale della città
scapparono a nord quando gli Albanesi di ritorno attaccarono il gruppo di
minoranza per i loro presunti legami con i Serbi kosovari.
Vissero nei campi in condizione di abbruttimento, ma mentre molti di loro
sono ora in Serbia o oltremare, diverse centinaia negli ultimi due anni sono
ritornati nelle nuove case costruite nell'area della Mahala Rom di Mitrovica
dalla comunità internazionale.
Lindita Gashi* è ritornata nella Mahala con suo marito e
quattro bambini lo scorso ottobre dopo anni passati nel campo di spersi di
Osterode nel nord Kosovo. La vita era difficile.
Racconta che la loro vita è migliorata dal ritorno a Mitrovica, dove i
bambini sono iscritti a scuola, suo marito guadagna di che vivere dalla raccolta
di metalli di risulta e uno dei loro bambini può ricevere cure mediche regolari
per i problemi di salute dovuti alla permanenza ad Osterode.
Gashi dice di aver accolto con favore la dichiarazione d'indipendenza, mentre
la Serbia ha protestato contro il Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
"L'indipendenza è una buona cosa," dice, aggiungendo che porterà a più
investimenti da oltremare e maggiori possibilità di impiego. "Ora spero di
ottenere un lavoro come donna delle pulizie nel centro sanitario."
Ma molti dispersi Serbi in Kosovo, che la Federazione Russa, la Cina e molti
altri paesi riconoscono ancora come una provincia serba, non sono così ottimisti
sul futuro. Nella città meridionale, la famiglia Jovanovic*
cerca di vivere una vita possibilmente normale, ma affrontano tempi difficili.
Il padre lavora come autista di bus per le comunità minoritarie, mentre sua
moglie bada alla casa e ai due figli. Nonostante i problemi, sono determinati a
rimanere in Kosovo e sperano un giorno di potere reclamare l'appartamento
nell'altra parte della città che abbandonarono nel 1999. "Il mio desiderio più
profondo è di vivere e morire dove sono nata - Kosovo," dice la moglie.
Aggiunge che sperava che l'indipendenza avrebbe significato riconoscimento e
protezione per i Serbi dispersi in Kosovo, ma poi dice che alcuni membri della
sua comunità hanno paura con l'indipendenza di diventare nuovamente bersaglio di
violenze etniche.
L'UNHCR gioca un ruolo cruciale nella protezione delle minoranze in Kosovo,
dice Martin Loftus, capo della missione UNHCR in Kosovo. Aggiunge che con cinque
uffici sul campo e uno staff di 80 persone, l'UNHCR "è in grado di monitorare
efficientemente la situazione delle persone disperse interne, come pure il
ritorno delle minoranze."
* Nomi di fantasia per ragioni di protezione e sicurezza
By Peninah Benine Muriithi In Pristina, Kosovo
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