Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 28/10/2012 @ 09:13:49, in media, visitato 1731 volte)

Diceee: Ma quanto sono belli, buoni e bravi i mendicanti!
Risponde una bambina che fruga nel cassonetto: Proprio a me vuoi prendere in giro?

Fatte le dovute eccezioni, siamo il prodotto dell'ambiente che ci circonda. Noi vogliamo recuperare con loro i violini, forse una cultura persa, ma cosa starà cercando quella bambina? Una fisarmonica o un panino avanzato di McDonald?

Brutta gente, che ci guarda affamata. Avanguardia di un esercito che da ogni angolo del mondo assedia i nostri portafogli. Amiamo gli "estranei" perché prima di tutto siamo scontenti ed incerti del nostro stile di vita, ma nel pratico li isoliamo lontani dalle nostre case e proprietà, prima che il NOSTRO si tramuti in LORO. E loro, se ne fregano dei nostri muri, visto che sanno scavalcarli.

Però quella commedia, UNA POLTRONA PER DUE, insegna alcune cosucce interessanti:

  1. prendiamo un perfetto ed integrato esemplare del nostro sistema di vita, catapultatelo nell'inferno, e diventerà in tutto simile a chi odiava il giorno prima;
  2. è una commedia, per cui anche il nostro diavolo principiante, nella sua cattiveria, mantiene tratti di umanità. Insomma, c'è una sceneggiatura che agisce nel scoprire questo lato diciamo "umano". Nella vita reale, siamo noi gli "sceneggiatori";
  3. tanto per identificare i veri diavoli, di chi è l'idea iniziale dello scherzo al co-protagonista Louis Winthorpe III? Un mendicante, o i due suoi vecchi compari di vita? Occhio a dove arriveranno le vere fregature!
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Di Fabrizio (del 27/10/2012 @ 09:09:40, in Kumpanija, visitato 1713 volte)

Diceee: Qua ci sono troppi ladri e mendicanti
Risponde un'anziana indovina: Tratta bene anche il ladro. Avrai fortuna.

Quanto segue è una storia vera

L'estate scorsa stavo attraversando la strada e incrocio un tipo mai visto prima: scuro, piccolo e con la sigaretta spenta all'angolo della bocca. Brutto come la fame.

Non mi ero accorto che lo sgorbietto aveva iniziato a pedinarmi, tentando di aprirmi lo zaino senza farsi notare. Sfortuna (per lui) volle che dall'altro lato della strada incrociava un tipo, mio amico da anni ma soprattutto molto più in alto dello sgorbietto nella gerarchia dei ladri da strada.

Urlaccio del mio amico, e neanche faccio in tempo a voltarmi che lo sfortunato borseggiatore era già a 15 metri di distanza. Si è fermato lì: messi insieme io e il mio amico superiamo i 200 chili, e tutti e due fumiamo come ciminiere. Ad inseguire lo sgorbio non ci pensavamo proprio.

Ci siamo scambiati le parolacce di rito in tre lingue diverse e alla fine, in maniera altrettanto cerimoniosa, ci siamo congedati.

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Di Fabrizio (del 26/10/2012 @ 09:22:48, in lavoro, visitato 1486 volte)

Da Baltic_Roma

The ADVOCACY PROJECT TROPPO PER QUEL COMODO LAVORO GIORNALIERO Elise Filo | Posted October 3rd, 2012

Romnì

Alla fine del 2007, una donna venne a conoscenza di un bar che apriva a Vilnius e chiamò per chiedere se cercavano personale. C'era ancora vacante un posto da lavapiatti, e la donna vi si recò per un colloquio. Al suo arrivo, il gestore del bar informò la donna che il lavoro non era più disponibile.

Quello stesso giorno, un'altra donna venne a conoscenza della medesima apertura a Vilnius, e pure lei chiamò in cerca di lavoro. Cercavano sempre un lavapiatti e la seconda donna arrivò poco dopo la prima per sostenere il colloquio. Al suo arrivo, il gestore la informò che il posto era ancora vacante e la assunse.

"Purtroppo" per quell'esercizio, la seconda donna era un'ispettrice incaricata dall'Istituto per il Monitoraggio dei Diritti Umani di determinare se ci fosse stato qualcosa di irregolare nella decisione di non assumere la prima donna, di etnia rom. Il responso: ci fu. Cioè: una donna zingara era venuta prima in cerca di lavoro, ma non è stata assunta perché nessuno vuole avere una zingara nel personale.

Per continuare col precedente tema dell'economia dello spaccio di droga, vediamo perché in gran parte l'economia formale è inaccessibile ai Rom di Kirtimai. (confronta precedente, ndr.)

Un'economia debole è un problema endemico che riguarda tutta la popolazione lituana. A giugno 2012 il tasso nazionale di disoccupazione era del 13,3% (l'equivalente di 215.100 persone). La disoccupazione giovanile era del 25,2%. Nel contempo il salario minimo mensile, nonostante sia cresciuto da agosto 2012, è di 850 Lita (LTD) - neanche 320 $. A causa delle difficoltà nel guadagnarsi da vivere, il paese ha vissuto un forte calo demografico, oltre 83.000 sono emigrati nel 2010 e quasi 54.000 nel 2011.

Per i Rom. gli stereotipi negativi aggravano la ricerca delle già limitate opportunità di lavoro formale. Ma se la discriminazione sulla base dell'origine etnica o razziale è legalmente proibita, ci sono diverse importanti ragioni per cui questa legislazione è inefficace. Prima di tutto: la maggior parte dei Rom non conosce i propri diritti. Non sanno neanche valutare quando i loro diritti siano violati, né il processo da seguire per un eventuale risarcimento in caso di violazioni. Come possono lamentarsi? A chi scrivere? Quali documenti presentare? E quanti di loro hanno familiarità col servizio di aiuto legale garantito dallo stato (o con la procedura per richiederlo)? Quindi, sono poche le denunce per discriminazione intentate dai Rom, quindi, prevale una cultura discriminatoria nell'impunità.

Oltre a questi disincentivi strutturali, ci sono ragioni pratiche per cui difficilmente viene intrapresa la ricerca di un impiego. Per arrivare dove si ricerca personale, può essere necessario cambiare diversi mezzi di trasporto. Questo significa comprare diversi biglietti (ogni autobus necessita di un nuovo biglietto), si aggiunga la ricerca della posizione (senza GPS, senza internet, forse senza saper leggere e scrivere), accedere ai mezzi di trasporto (dopo le 20.00 non ci sono autobus per Kirtimai, e nessun taxi vuole andarci), e spesso è necessaria la padronanza della lingua lituana. Per la comunità di Kirtimai, parecchio distante dal centro città e che ospita molte persone di lingua non-lituana - senza reddito né risparmi, la ricerca di un impiego è un'impresa praticamente impossibile. Anche se l'impiego fosse garantito, questo porterebbe a costi iniziali (trasporti, abiti, baby sitter, ecc.) che molti non possono semplicemente permettersi.

Muoversi a Vilnius

Ovviamente, questo non significa che la situazione debba rimanere immutabile e che qualcuno perseveri, nonostante tutto. Da luglio 2012, 158 Rom si sono registrati alla Borsa del Lavoro di Vilnius. Soltanto otto di loro avevano una qualifica professionale e 49 non erano mai andati a nessun tipo di scuola. La Borsa del Lavoro di solito si limita a mettere in contatto gli iscritti con le posizioni che richiedono un minimo di qualificazione (completamento degli studi superiori o della formazione professionale) e quindi non può assistere molti Rom di Vilnius. Le opportunità che la Borsa del Lavoro può offrire sono limitate a pochi posti di lavoro di manutenzione ambientale, come pulizia delle strade e spazzamento della neve. Queste sono opportunità, in teoria, ma occorre tenere in considerazione che potrebbero essere fisicamente impegnative per 41 tra gli iscritti, che hanno superato i 50 anni e sette con disabilità. Inoltre, sono opportunità, nei fatti, soltanto teoriche per questa popolazione, secondo le norme culturali sulla pulizia. I Rom non possono pulire gli spazi pubblici (in realtà, è una percezione che cambia a seconda dei gruppi e della dislocazione geografica, ndr.). Alcuni fanno eccezione,  ma c'è una buona dose di vergogna nella loro decisione. Negli ultimi sette mesi, nove dei 158 iscritti Rom hanno trovato impiego tramite la Borsa del lavoro, e cinque un impiego temporaneo. Questo sistema non è efficace per la comunità rom di Kirtimai e la stragrande maggioranza rimane senza un reddito formale.

La povertà non è certo un lusso, e per superare questa condizione le persone devono essere in grado di accedere al lavoro e guadagnarsi da vivere. Tuttavia, uno dei motivi più citati per cui non esistono incentivi a tutti questi ostacoli strutturali e pratici nella ricerca di un impiego, è che i sussidi statali di disoccupazione sono comparabili al salario di un lavoratore non qualificato.

Quindi, perché impegnarsi con spese a fondo perso, i fastidi del viaggio e l'umiliazione della discriminazione? La disillusione è il sentimento dominante tra molti rom, riguardo l'impiego formale e l'ascesa sociale. Sapendo che la situazione non cambierà. la motivazione a spingere i propri diritti non esiste. Non sono stati educati a farlo e non sanno immaginare come migliorare la situazione - quindi dove sarebbe la motivazione? La vita a Kirtimai è sopravvivenza, non è sviluppo. E ciò è pericoloso.

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Di Fabrizio (del 25/10/2012 @ 09:10:01, in Italia, visitato 2307 volte)

Graziano Halilovic, nato in Italia da genitori bosniaci, è oggi il Presidente dell'Associazione Romà Onlus, un'organizzazione che crede fermamente nell'importanza dell'istruzione delle giovani generazioni Rom e che lavora affinché le due comunità, Rom e italiani, da secoli conviventi nella penisola, imparino finalmente a conoscersi e rispettarsi.

Nato in Italia quasi quaranta anni fa, Graziano non è un cittadino italiano, ma il figlio di immigrati bosniaci che vive da sempre con permesso di soggiorno. C'è di più, dai documenti Graziano risulta contemporaneamente nato ed entrato in Italia il 7 ottobre del 1972: il suo venire al mondo nel nostro paese è stato considerato dalla burocrazia un vero e proprio passaggio di frontiera.

Sposato e padre di ben sette figli, Graziano ha messo radici profonde a Roma e qui lavora con impegno ed entusiasmo nell'Associazione di cui è presidente: Romà Onlus. L'integrazione, ci spiega, è una parola ambigua e un processo complesso, punto di arrivo di un percorso fatto di conoscenza reciproca e rispetto. Romà Onlus promuove e organizza progetti che coinvolgono soprattutto le giovani generazioni Rom, ragazzi di seconda o terza generazione, ai quali si vuole insegnare l'importanza dell'istruzione e insieme ai quali si vuole costruire il futuro di una comunità sempre più integrata. Come? Studiando per costruirsi una posizione nel presente, ma anche recuperando la memoria del passato e il legame con la tradizione, entrando in contatto con la propria cultura, una cultura dall'identità singolare e plurale, nomade, al tempo stesso, e imparando a diffonderla e a farla conoscere.

Buona visione!

Guarda le altre storie di Permesso di soggiorno: http://www.avoicomunicare.it/it/

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Di Fabrizio (del 24/10/2012 @ 09:17:05, in media, visitato 2223 volte)

Per i non genovesi sono disponibili i sottotitoli in italiano: cliccare nell'angolo in basso a destra per attivarli.

Rassegna stampa schizofrenica

Ad inizio settimana leggevo l'ennesima puntata del processo Ruby (poi, perché Ruby? credevo che il maggior imputato avesse un altro nome). Ennesima, appunto... mi fa strano che TUTTI, a destra e sinistra con i vari casini (quelli REALI, cosa avete capito?; - )) che hanno, si possano appassionare ad una storia boccaccesca. Son tutto fuorché un puritano (almeno, riguardo al sesso), e se l'ex PresdelCons abbia copulato con una minorenne consenziente, lo considero sì un reato, ma meno grave di sicuro di tante altre cose di cui è stato (a torto o ragione) accusato.

E' gente che non frequento (diciamo che con ogni probabilità non mi inviterebbero comunque), ma un'idea su di loro me la sono fatta:

  • a meno che non recitino in un film di Buñuel (ma non era morto?), un'orgia collettiva di vecchi porci straricchi è una nostra proiezione;
  • parere personale: se proprio dovessi fare del su e giù con una bomba del sesso così giovane, probabilmente cercherei un luogo appartato, anche a scanso di probabili brutte figure.

Però (però) non mi vengano a dire che incontri simili erano un'occasione per lodare il creatore, col sottofondo di musiche napoletane e di vecchie barzellette. Cioè: tu mi raduni tutta quella gente, e vuoi che non scappi parola su un certo appalto, una nomina televisiva, una giunta scricchiolante...?

Legittimamente, s'intende, ma se avessi la disgrazia di lavorare per qualche testata, credo che sapere di quali affari si discutesse sarebbe una notizia più importante, per le pecore lettrici, del fatto che Ruby fosse minorenne o no, o che l'abbia data o meno.

Su peccati veniali e diverse scale di valori, vale la frase finale riportata nell'articolo (pronunciata da Mariarosaria Rossi, deputata del Pdl e "assistente personale di Silvio Berlusconi"), la divido in due parti:

  1. Quanto agli scandali che hanno coinvolto esponenti del partito, come Franco Fiorito, ''e' nella natura umana - dice - rubare. Certi rubano con dolo altri con superficialita'.
  2. La verita' e' che non bisognerebbe generalizzare. Anche perche' non e' che se a me entra in casa uno zingaro e ruba, io poi vado in giro a dire che tutti gli zingari rubano...''.

Questa perla di saggezza mi porta ad un articolo del giorno precedente: LA GIUNTA CENTINAIO SFUGGE IL DIALOGO E IL CONFRONTO. Afferma in chiusura Domenico Gangemi (Vice capogruppo consiliare del PDL Legnano):

    Comunque, in base a quello che che ho letto, giudico questo piano sicurezza molto debole, non risolutivo, perché gli interventi sono lunghi, mirati all'integrazione dei rom, che a mio avviso non hanno mai dimostrato nessuna intenzione di integrarsi e rispettare le regole, perché amano vivere nella libertà più assoluta e calpestare le leggi vigenti del nostro Paese. (il grassetto è mio, ndr.)

Il ché, permettete, mi manda in cortocircuito anche senza Ruby che mi alita sul collo (o altrove). Perché sembra che questi comportamenti d'improvviso non siano più "nella natura umana" se per caso non hai la ventura di chiamarti Fiorito. Non solo, ritorna l'assunto per cui se uno delinque, tutti siano delinquenti.

Conclusioni a parte, è giusto che sappiate di cosa parla il resto della dichiarazione di Domenico Gangemi: apprendo dalle sue stesse parole che si tratta della presentazione del PIANO ROM (vedi questo altro articolo su VareseNews) da parte della giunta comunale di Legnano (non lo dice, ma lo si intuisce che è di un altro colore politico); in parole povere: del tentativo di normare appunto quei comportamenti contrari alle "leggi vigenti del nostro Paese".

Cos'è che non garba a Domenico Gangemi? Che la commissione comunale abbia chiesto un'opinione a tutti quanti quotidianamente si occupano di queste situazioni, ma non a lui! Che, in quanto democraticamente eletto, voleva prima far sapere al sindaco come la pensava, per poterlo poi ripetere in seduta consigliare e anche sul sito LegnanoNews. Questa per lui dovrebbe essere una REALE "giunta del dialogo" e, parole sue, sarebbe lui a cui non vogliono dare spazio.

Chiudo questa commedia con un ultimo titolo, dalla Nuova Sardegna: Sesso con la futura sposa, rom sotto accusa: lei ha 15 anni, e torniamo alle minorenni.

Titolo acchiappa-gonzi quando mischia sesso con matrimonio (o convivenza)...

Per il resto è vero che tra i Rom sposarsi e convivere prima dei 16 anni era normale, e resiste tra alcuni gruppi anche se meno che in passato. Personalmente è una pratica che non condivido e ritengo che nel 2012 andrebbe ripensata, ma lo scoglio è quel mio "personalmente"... Non sono io a sposarmi e non ho strumenti per imporre il mio metro di giudizio a chi vive in situazione diversa dalla mia.

Ma, qual è il significato di queste pratiche tra popoli una volta nomadi? Che siano "matrimoni combinati" o tra minorenni, da un lato fa parte di una politica familistica di alleanze in terre ostile, dall'altro è un antico costume per proteggere le ragazze più belle da pratiche ancora più odiose, come la schiavitù dei secoli passati o il traffico attuale di persone.

La legge italiana è chiara in proposito, ma anche con tutte le buone intenzioni non vedo come possa influenzare un costume così secolare. Anche perché la percezione che avrebbe un Rom, sarebbe di una legge che si ricorda di loro solo quando sono in torto, e mai quando hanno ragione.

Resta da capire, se si tratti di un tentativo della Nuova Sardegna di rincorrere a destra la concorrente Unione Sarda o, per tornare alle righe iniziali, sia il risultato di un matrimonio tra moralismo ex-comunista e bigottismo ex-cattolico.

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Di Fabrizio (del 22/10/2012 @ 22:10:59, in Kumpanija, visitato 1671 volte)

Da Czech_Roma

I Rom lentamente abbandonano le abitudini alimentari ereditate dall'India By Mária Hušová - on October 8, 2012

Sino a poco tempo fa, un Rom non avrebbe mangiato gli avanzi del giorno precedente. In altre parole, mai avrebbe toccato il cibo avanzato da un pasto precedente, e la donna che avesse avuto l'audacia di servirglielo sarebbe stata rimproverata. Ma non soltanto l'uomo si sarebbe comportato così, anche una donna o un bambino avrebbero fatto a stessa cosa. E' uno degli ultimi costumi che i Rom mantenevano dai tempi antichi dell'India. I Rom cucinano cibo fresco ogni giorno ed alcuni cibi preparati per pranzo non vanno bene per cena. Questo discende da una credenza per cui il cibo andrebbe già decomponendosi e non sarebbe più buono da mangiare. Alcuni Rom si aggrappano con ostinazione a questa abitudine, nonostante il fatto che la donna debba cucinare diverse volte in un giorno, oltre a pulire la casa e curare i bambini, se vuol stare al passo coi compiti quotidiani.

Tuttavia, ho notato che alcuni giovani Rom, trasferitisi ad esempio in Repubblica Ceca per lavoro, hanno abbandonato completamente questa abitudine. Sono stati obbligati  a farlo per ragioni economiche e per mancanza di tempo libero. Alcune giovani coppie hanno formato famiglia a Mladá Boleslav. Ma se un marito o il partner lavorano su tre turni giornalieri, la donna ha abbastanza tempo per occuparsi delle faccende domestiche e della cura dei bambini, senza aiuto da parte dei parenti. Cucinando così per i due giorni seguenti e conservando il cibo in frigorifero.

Mi sono dovuta adattare a questo regime, anche se sono rimasta scioccata quando il mio partner si è offerto di aiutarmi. Anche lui è rom e per anni aveva vissuto senza pasti cotti al momento. Non aveva molto tempo libero e non voleva sprecarlo cucinando.

Io vengo da una famiglia dove non veniva mai servita la zuppa del giorno prima, altrimenti con ogni probabilità mio padre avrebbe rovesciato il piatto. Oviamente ho portato questa abitudine con me nella Repubblica Ceca. Qui avvenne un grande cambiamento, come quando scioccai il mio ragazzo perché volevo gettare gli avanzi del giorno prima. Mia madre cucina due, a volte anche tre pasti al giorno. Naturalmente ciò ha un costo sul portafoglio, ma si dice che "non si deve mangiare il cibo stantio" ed alcuni Rom semplicemente si aggrappano a questa tradizione.

Fui costretta a cambiare perché non avrei potuto agire diversamente. Così ammetto che per me è più conveniente cucinare per il giorno seguente e quindi risparmiare tempo per me stessa. E sono qui, sopravvissuta, nonostante ciò. I non-Rom ridono di noi quando diciamo "puah" di fronte al cibo del giorno prima. I Rom dicono che bisogna essere taccagni per poter mangiare la zuppa di tre giorni.

Il mese scorso sono andata in visita dalla mia famiglia in Slovacchia, e mi è dispiaciuto vedere la quantità di cibo che ogni giorno si butta via. Mia cognata aveva preparato tortini di patate. Il giorno dopo ci fu un barbecue, così nessuno toccò i dolci avanzati. Il mio ragazzo ed io abbiamo detto che li avremmo mangiati lo stesso. Tutti ci guardarono in modo strano, sorridendo quando dissi che nulla poteva succedere a delle torte di patate che erano state conservate in frigo, e questo ci fece sentire come se fossimo arrivati da un altro mondo.

E conosco un'altra strana abitudine che data dal periodo che i Rom hanno passato in India. Quando una donna da alla luce un bambino, nelle sei settimane seguenti non le è permesso cucinare, per motivi collegati all'igiene. Altre donne della comunità cucineranno per la famiglia. Ma è una tradizione che non esiste più, e nessuna Romnì al giorno d'oggi cucinerebbe per un'altra famiglia. Forse qualcuna porterebbe da mangiare alla neo-mamma, e se la donna ha un marito "emancipato", lui potrebbe aiutarla. Altrimenti, deve continuare a cucinare.

I ritmi del nostro tempo ci costringono ad adattarsi a nuove circostanze, e lasciarci dietro vecchie abitudine e tradizioni. Non possiamo evitare che, come ogni nazioni, si perdano abitudini che diventano lentamente pezzi da museo. Chiediamo ai più anziani come sono riusciti a mantenere vive le tradizioni e cosa rappresentava quella specifica tradizione. Purtroppo, alcune di queste rimangono solo in forma scritta, perché le generazioni seguenti possano apprendere di più sulla loro storia e radici, sulle nostre radici.

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Di Sucar Drom (del 22/10/2012 @ 09:06:34, in blog, visitato 1516 volte)

Mengri skola
L'Istituto di Cultura Sinta sta preparando un breve ed agile documento/guida che affronti la scolarizzazione dei minori parlanti le lingue romanés e sinta, offrendo strumenti di intervento da strutturare nella propria realtà locale...

Cosa significa "razzismo istituzionale"?
Si parla di razzismo istituzionale quando politiche, norme e prassi amministrative perpetuano, rinforzano o producono la disuguaglianza e il malessere sociale di minoranze svantaggiate. A coniare e diffondere l’espressione institutional racism furono Stokely Carmichael e Charles Hamilton, grazie al loro libro-manifesto "Black Power. The Politics of Liberation in America"...

Mario Monti: "La crisi può avere ricadute xenofobe, serve la memoria per costruire il futuro"
"La crisi può avere ricadute anche nella convivenza civile: penso alle spinte xenofobe che emergono in formazioni politiche di alcuni Paesi europei". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, inter...

Razzisti non si nasce, ma si diventa
Non nasciamo razzisti, né lo diventiamo nei nostri primi anni di vita. Anzi, da piccoli, davanti a persone dal colore della pelle diverso dal nostro, non abbiamo alcun sussulto, emozionale o razionale, e tantomeno avvertiamo paura, timore, rabbia o aggressività...

UEFA, la settimana contro il razzismo
Le tre giornate di UEFA Champions League e UEFA Europa League offriranno la settimana prossima una piattaforma di alto profilo per la comunità del calcio europeo che si riunirà per trasmettere forte e chiaro il messaggio che la discriminazione non ha posto in questo sport. Da...

Berlino, mercoledì sarà inaugurato il memoriale per le vittime del Porrajmos
Verrà inaugurato mercoledì prossimo a Berlino, dal cancelliere tedesco Angela Merkel, il memoriale in ricordo dei 500mila rom e sinti sterminati dai nazisti tedeschi perché "di razza inferiore", una minoranza vittima ancora oggi di discriminazioni e persecuzioni...

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Di Fabrizio (del 21/10/2012 @ 09:17:48, in Italia, visitato 1488 volte)

Desideriamo invitarvi a partecipare alla rassegna "HO INCONTRATO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI" IV Edizione, organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con l'Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti", Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e la Redazione di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo – Milano, che ci sarà, con ingresso ad offerta libera, a partire da giovedì 25 ottobre 2012, alle ore 21.00, alla CGIL Salone Di Vittorio - Piazza Segesta 4, con ingresso da Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano

PROGRAMMA DELLA RASSEGNA

  • Giovedì 25 ottobre 2012 alle 21,00 – Presentazione del libro "ME ROM" di Erica Rodari, Ed. Puntorosso – 2012, con la partecipazione di Erica Rodari e di Fabrizio Casavola che, anche con la proiezione di documentari inediti, ci parleranno, delle persecuzioni subite negli ultimi anni, dalle genti Rom, in particolare dopo il decreto "emergenza rom" dell'ex ministro Maroni.
    Il libro "ME ROM" di Erica Rodari, Ed. Puntorosso – 2012 - Stiamo assistendo al crescere dell'interesse e dell'attenzione nei confronti dei Rom. Forse è proprio una reazione dei "giusti" alle persecuzioni particolarmente accanite di cui sono stati oggetto negli ultimi anni nel nostro paese. In particolare dopo il decreto 'emergenza rom' dell'ex ministro Maroni.
    In questo libro/dossier abbiamo cercato di mettere in fila gli episodi più significativi nel bene e nel male: da una parte la violenza istituzionale e il razzismo e dall'altra le voci e gli atti di tanti cittadini che si sono opposti e si sono spesi in prima persona. Il quadro che ne vien fuori offre vari spunti di riflessione perché è uno spaccato del momento che stiamo vivendo in una società sempre più spezzata, amara ma per nostra fortuna ancora vitale.
  • Martedì 13 novembre 2012 alle ore 21,00 – Incontro "Il quartiere Terradeo: un'esperienza positiva" con la partecipazione di Ernesto Rossi, dell'Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e dell' Associazione "ApertaMente di Buccinasco" che ci parlerà della storia condivisa di questo quartiere singolare di Buccinasco.
  • Giovedì 13 dicembre 2012 alle ore 21,00 – Presentazione del libro "I ROM DI VIA RUBATTINO: Una scuola di solidarietà" di Elisa Giunipero e Flaviana Robbiati, Ed. Paoline – 2011, con la partecipazione di Fabrizio Casavola ed alcune delle Insegnanti di Via Rubattino che ci parleranno del libro e di quella esemplare esperienza di solidarietà
    Il libro "I ROM DI VIA RUBATTINO: Una scuola di solidarietà" di Elisa Giunipero e Flaviana Robbiati, Ed. Paoline – 2011 - Milano, 19 novembre 2009: la baraccopoli di via Rubattino, occupata da circa trecento rom, viene sgomberata dalle forze dell'ordine. Per la prima volta, si crea una mobilitazione di cittadini in favore dei rom: alcuni milanesi aprono la porta della propria casa per dare ospitalità ad alcune famiglie che non avrebbero alternative reali alla strada.
    Questo libro racconta la straordinaria avventura di incontro, solidarietà, amicizia tra un quartiere di Milano e i rom, avventura iniziata con l'iscrizione a scuola di alcuni bambini rom da parte della Comunità di Sant'Egidio. La scuola si è rivelata infatti il primo luogo di integrazione, non facile ma possibile.
    La storia dei rom di via Rubattino ha risvegliato pensieri e azioni di solidarietà anche in altri quartieri di Milano e in altre città. La rete di simpatia, buon senso, generosità, voglia di cambiare che ha circondato i rom di via Rubattino ha molto da dire al clima di antigitanismo che sembra crescere in Europa.
    Gli autori di questo libro sono tanti perché quella raccontata qui è una storia collettiva: maestre, genitori e alunni delle scuole, sacerdoti, volontari, cittadini, giornalisti. Scritto come cronaca diventa testimonianza di percorsi possibili e stimolo a cercare strade di integrazione, unico futuro possibile.
    Questo libro ha il grande vantaggio di guardare in faccia la realtà così com'è, senza aggiunte né proclami, allo scopo di provare a identificare una via da percorrere.

Vi saremo grati se vorrete dare diffusione elettronica alle iniziative di cui sopra e/o diffondere le stesse tra le persone che ne possono esservi interessate. Vi ringraziamo in anticipo.

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Di Fabrizio (del 21/10/2012 @ 09:12:05, in musica e parole, visitato 1550 volte)

Mantova, Bologna e Luino (VA)

Domenica 28 ottobre 2012 ore 19.00, RAT MORT via Cairoli 18, 46100 Mantova

    Grande Occasione!!! ragazzi questa sera avremo l'onore di avere come ospite al Rat Mort Paul Polansky! venite numerosi a godervi una serata di poesia, musica e ovviamente drink d'altissima qualità con noi! Possibilità di degustare Ardbeg Uigeadail e Manhattan Cocktail preparato con prodotti super premium su prenotazione. (per favore indicate in bacheca se desiderate la degustazione. Costo per i due drink 20euro).

Martedì 30 ottobre 2012 ore 20,30, SENZA NOME via Belvedere 11/b Bologna PUGNI ZINGARI E MALAVITA. A cura di 100 thousand poets for change, in collaborazione con Associazione FARM

Mercoledì 31 ottobre 2012 ore 20.30 Palazzo Verbania a Luino (VA). Organizzano Mahalla e Officine di Lago

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Di Fabrizio (del 20/10/2012 @ 09:10:55, in casa, visitato 1274 volte)

In questo video, realizzato nel 2007, vengono descritti i ghetti urbani calabresi in cui sono emarginati i cittadini rom e tanti altri cittadini poveri.

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