Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 12/07/2008 @ 08:52:38, in Europa, visitato 1796 volte)
Da
Roma_Daily_News
Riporta La Repubblica nell'edizione online, che i cittadini Europei
più infastiditi dalla presenza dei Rom sono gli Italiani, seguiti soltanto dai
Cechi, secondo i dati rivelati da una ricerca di Euro-barometro condotta tra
febbraio e marzo sull'argomento della discriminazione nell'Unione Europea.
Approssimativamente il 47% degli intervistati Italiani dichiara di essere
importunato dall'idea di avere un vicino Rom, comparato alla media EU del 24%.
Questa è la più alta percentuale vista in Europa, ma l'Italia non è il
solo paese in questa posizione, dato che anche il 47% dei Cechi è infastidito
dalla prospettiva di vivere vicino ad una persona Rom. Segue la Slovacchia, col
38%. Ma la situazione è differente in Francia, dove soltanto il 15% degli
intervistati è infastidito dalla presenza dei Rom, mentre la percentuale in
Germania è del25%.
Attraverso la UE, il 24% degli Europei, vale a dire un quarto della
popolazione, non vuole avere niente a che fare con gente di etnia Rom. Secondo i
dati da Euro-barometro, la percentuale riguardo gli altri gruppi etnici scende
in questo caso al 6%.
D'altra parte, soltanto il 5% degli Italiani dichiara di avere amici Rom, la
stessa percentuale è presente pure tra gli intervistati Tedeschi. Ma in
Francia, questa percentuale è del 14%, la stessa della percentuale generale
europea.
I dati del sondaggio indicano che il 14% degli Italiani non si sente
infastidito dai Rom, comparato con la media Europea del 36%. In Francia, questa
percentuale è del 48%, comparato al 33% della Germania.
Nel medesimo contesto, possiamo vedere che i tre quarti degli intervistati
Polacchi considerano che la tematica Rom sparirebbe se avessero un lavoro.
D'altra parte, l'avversione verso i Rom è minore in Polonia che in
Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, scrive il giornale
Gazeta Wyborcza.
La maggioranza dei Polacchi (92%) considera che ogni bambino Rom ha il
diritto di imparare nella stessa classe di altri bambini; soltanto il 4% la
pensa differentemente. In confronto, i rapporti sono del 77% e del 18% in
Slovacchia.
Il Centro di Ricerca per l'Opinione Pubblica in Polonia (CBOS) puntualizza il
fatto che nel loro paese, il numero dei Rom è inferiore di quello di altri paesi
inclusi nella ricerca. Per questo, l'opinione dei Polacchi è, in larga misura,
il risultato di stereotipi e non è basato sull'esperienza reale. Solo il 19% dei
Polacchi dichiara di conoscere i Rom, mentre questa percentuale ammonta a circa
l'80% negli altri paesi.
Secondo altri studi di CBOS, i Rom causano ancora la più alta avversione tra
tutti, ma questa decresce di anno in anno. Nel 1995, il 73% dei Polacchi
dichiarò la propria avversione verso i Rom, mentre la percentuale scese al 59%
nel 2007.
DIVERS – www.divers.ro
Di Fabrizio (del 10/07/2008 @ 18:24:16, in Europa, visitato 1546 volte)
Da
Luciano Muhlbauer
Riportiamo qui di seguito il comunicato stampa ufficiale del Parlamento
Europeo, relativo all’odierna approvazione della risoluzione contro il
rilevamento delle impronte digitali ai rom in Italia:
"A seguito dell'acceso dibattito in Aula del 7 luglio scorso, il Parlamento
ha adottato con 336 voti favorevoli, 220 contrari e 77 astensioni una
risoluzione sostenuta da PSE, ALDE, Verdi/ALE e GUE/NGL che esorta le
autorità italiane "ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte
digitali dei rom, inclusi i minori, e dall’utilizzare le impronte digitali
già raccolte, in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste
annunciata dalla Commissione". Ritiene infatti che ciò "costituirebbe
chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza
e l’origine etnica, vietato dall'articolo 14 della Convenzione europea dei
diritti dell’uomo, e per di più un atto di discriminazione tra i cittadini
dell’UE di origine rom o nomadi e gli altri cittadini, ai quali non viene
richiesto di sottoporsi a tali procedure".
Più in particolare, i deputati ritengono "inammissibile" che, con
l'obiettivo di proteggere i bambini, questi ultimi "vedano i propri diritti
fondamentali violati e vengano criminalizzati". Sostengono, invece, che "il
miglior modo per proteggere i diritti dei bambini rom sia di
garantire loro parità di accesso a un’istruzione, ad alloggi e a
un’assistenza sanitaria di qualità, nel quadro di politiche di inclusione e
di integrazione, e di proteggerli dallo sfruttamento". Conpidono inoltre
la posizione della Commissione, secondo cui questi atti costituirebbero una
violazione del pieto di discriminazione diretta e indiretta, prevista
dalla direttiva UE n. 2000/43/CE che attua il principio della parità di
trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine
etnica, sancito dal trattato. Osservano peraltro che i rom sono "uno dei
principali bersagli del razzismo e della discriminazione", come dimostrato
"dai recenti casi di attacchi e aggressioni ai danni di rom in Italia e
Ungheria.
Il Parlamento invita inoltre la Commissione "a valutare
approfonditamente le misure legislative ed esecutive adottate dal
governo italiano per verificarne la compatibilità con i trattati dell’UE e
il diritto dell’UE". Esprime poi preoccupazione per il fatto che, a seguito
della dichiarazione dello stato di emergenza, i Prefetti, cui è stata
delegata l’autorità dell’esecuzione di tutte le misure, inclusa la raccolta
di impronte digitali, "possano adottare misure straordinarie in deroga alle
leggi", sulla base di una legge riguardante la protezione civile in caso di
"calamità naturali, catastrofi o altri eventi", "che non è adeguata o
proporzionata a questo caso specifico". I deputati si dicono anche
preoccupati riguardo all’affermazione - contenuta nei decreti amministrativi
e nelle ordinanze del governo italiano - secondo cui la presenza di campi
rom attorno alle grandi città costituisce di per sé una grave emergenza
sociale, con ripercussioni sull'ordine pubblico e la sicurezza, che
giustificano la dichiarazione di uno "stato d'emergenza" per 12 mesi.
Più in generale, il Parlamento chiede a tutti gli Stati membri
di rivedere e abrogare le leggi e le politiche che discriminano i rom sulla
base della razza e dell’origine etnica, direttamente o indirettamente, e
sollecita Consiglio e Commissione a monitorare l’applicazione dei trattati
dell’UE e delle direttive dell’UE sulle misure contro la discriminazione e
sulla libertà di circolazione, al fine di "assicurarne la piena e coerente
attuazione". Ribadisce, infatti, che "le politiche che aumentano
l'esclusione non saranno mai efficaci nella lotta alla criminalità e non
contribuiranno alla prevenzione della criminalità e alla sicurezza". Invita
poi gli Stati membri a intervenire a tutela dei minori non accompagnati
soggetti a sfruttamento, "di qualsiasi nazionalità essi siano". Inoltre,
sostengono che, laddove l'identificazione di tali minori sia necessaria, gli
Stati membri dovrebbero effettuarla, caso per caso, attraverso procedure
ordinarie e non discriminatorie e "nel pieno rispetto di ogni garanzia e
tutela giuridica".
Il Parlamento, condanna "totalmente e inequivocabilmente" tutte le forme di
razzismo e discriminazione cui sono confrontati i rom e altri considerati
"zingari" e invita il Consiglio e la Commissione a rafforzare
ulteriormente le politiche dell’UE riguardanti i rom, lanciando una
strategia dell’UE per i rom volta "a sostenere e promuovere azioni e
progetti da parte degli Stati membri e delle ONG connessi all’integrazione e
all’inclusione dei rom, in particolare dei bambini". Invita inoltre la
Commissione e gli Stati membri "a varare normative e politiche di sostegno
alle comunità rom, promuovendone al contempo l’integrazione in tutti gli
ambiti, e ad avviare programmi contro il razzismo e la discriminazione nelle
scuole, nel mondo del lavoro e nei mezzi di comunicazione e a rafforzare lo
scambio di competenze e di migliori pratiche".
In tale contesto, ribadisce l’importanza di sviluppare strategie a livello
dell’UE e a livello nazionale, avvalendosi pienamente delle
opportunità offerte dai fondi dell’UE, di abolire la segregazione
dei rom nel campo dell’istruzione, di assicurare ai bambini rom parità di
accesso a un’istruzione di qualità (partecipazione al sistema generale di
istruzione, introduzione di programmi speciali di borse di studio e
apprendistato). Ma anche di assicurare e migliorare l’accesso dei rom ai
mercati del lavoro, di assicurare la parità di accesso all’assistenza
sanitaria e alle prestazioni previdenziali, di combattere le pratiche
discriminatorie in materia di assegnazione di alloggi e di rafforzare la
partecipazione dei rom alla vita sociale, economica, culturale e politica".
Di Fabrizio (del 10/07/2008 @ 17:29:38, in Europa, visitato 1564 volte)
Da
Radionetherland
By Vanessa Mock in Strasbourg 10-07-2008
Il ministro italiano degli interni, Roberto Maroni, dice che la misura è
disegnata per "prevenire fenomeni come l'accattonaggio". Ma i critici ritengono
che la minoranza zingara sia stata ingiustamente oggetto del nuovo governo di
destra guidato dal Primo Ministro Silvio Berlusconi.
La Commissione Europea ha chiesto un'indagine sulle misure.
Contemporaneamente, il Parlamento Europeo ha appena adottato una risoluzione che
chiede al Governo Italiano di fermare i suoi piani. Il Parlamento Europeo dice
che è inaccettabile "violare i diritti fondamentali [degli zingari] e
criminalizzarli."
Database etnico
La parlamentare italiana Monica Frassoni (Verdi) ritiene che le
autorità abbiano già iniziato a creare banche dati sugli zingari che vivono
nei campi attorno alle maggiori città. Ammonisce che questo vìola le leggi
europee.
"il punto è che il governo italiano ha rilasciato un decreto
obbligando tutti quelli che vivono nei campi - normalmente zingari - ad
essere archiviati e dicendo da dove arrivino e quale origine etnica abbiano.
Anche quale sia la loro religione, cosa che è assolutamente proibita dalle
nostre leggi. Questo significa realmente creare un database su origine
etnica. Questa è la ragione per cui ci focalizziamo su questo: perché c'è
una contraddizione diretta con la legislazione europea".
Il Commissario Europeo alla Giustizia Jacques Barrot sottolinea che l'Italia
ha promesso di inviare un rapporto dettagliato sui propri piani entro la fine di
luglio.
"E' importante per me che ci sia un'indagine estremamente precisa e
chiara,"
dice. Ma il Commissario dice anche che gli è stato assicurato dal ministro
Maroni che l'agenzia infantile delle Nazioni Unite, l'UNICEF, appoggia il piano
controverso. Questo perché le impronte digitali aiuterebbero ad assicurare che i
bambini Rom vadano a scuola e ricevano l'assistenza sociale.
Facile Bersaglio
Ma Juan de Dios Ramírez-Heredia, presidente della Union Romani della vicina
Spagna, dice che le misure sono in primo luogo collegate alle promesse di
sconfiggere il crimine. Queste promesse sono un elemento chiave della campagna
che hanno riportato Berlusconi al potere all'inizio dell'anno. Il Primo Ministro
ha anche fatto un collegamento esplicito tra il crescere del tasso di
criminalità ed il grande numero di Rom che vivono in Italia.
"Ha vinto sfruttando la paura pubblica sul crescere dell'insicurezza
in Italia. La paura è stata incanalata verso gli zingari, che sono una
minoranza invisibile."
Juan de Dios Ramírez-Heredia aggiunge che i più deboli della società sempre
"finiscono per pagare il prezzo delle politiche anti-migratorie".
Frassoni dice che ora è dovere dell'Europa di agire.
" Non sono neppure sicura che sarà abbastanza, ma la UE è una comunità
di diritti e valori e dobbiamo fare questo oppure saremo mostrati come
totalmente inutili".
Petizione
Nel contempo, oltre 100 membri del Parlamento Europeo - inclusi i leader dei
gruppi parlamentari - mercoledì hanno aggiunto le proprie impronte ad una
petizione di protesta contro la politica italiana.
"Questo è un forte atto politico che intende chiedere una fine immediata a
questa azione,"
ha detto Giusto Catania, parlamentare italiano comunista che ha organizzato
la protesta.
Di Fabrizio (del 10/07/2008 @ 09:15:10, in Europa, visitato 1707 volte)
Da
Roma_Daily_News
3 luglio 2008
Anche se la discriminazione in generale è decresciuta nel continente europeo
durante gli ultimi anni, la discriminazione basata sull'origine etnica è ancora
percepita come estesa, con i Rom in particolare affrontano alti livelli di
pregiudizio, secondo una notizia di Eurobarometro.
Tra le sei categorie investigate (disabilità, età, genere, origine etnica,
religione ed orientamento sessuale), la discriminazione su base di origine
etnica è percepita come la più estesa tra gli Europei ed è considerata essere un
problema più grande di quanto fosse cinque anni fa.
Mentre la discriminazione basata su età, disabilità, religione e genere
sembra essere scesa, quasi la metà degli intervistati (48%) dicono che la
discriminazione etnica sta peggiorando.
Questo è particolarmente il caso dei Paesi Bassi, dove il 71% degli
intervistati hanno detto che la situazione è deteriorata. Ora circa quattro
persone su cinque dicono che la discriminazione è estesa e più di uno su cinque
lo ha testimoniato di persona. La situazione è percepita come peggiore in
Danimarca (69%), Ungheria (61%), Italia (58%) e Belgio (56%), mentre i cittadini
di
Polonia (17%), Lituania (20%), Cipro (23%) and Lettonia (25%) sono più ottimisti
riguardo la situazione nel loro paese rispetto a cinque anni fa.
L'omofobia è tuttora forte
La discriminazione su base dell'orientamento sessuale è vista come la seconda
più comune forma di discriminazione nella UE, con il 51% degli intervistati che
la considerano diffusa. La situazione è peggiore a Cipro, in Grecia ed in
Italia, con circa tre quarti degli intervistati che dicono che l'omofobia è
comune. Ma anche il
Portogallo (65%) e la Francia (59%) sono generalmente percepiti come omofobici.
L'omofobia meno diffusa si vede nei nuovi stati membri, come la Bulgaria (20%),
la Repubblica Ceca (27%), la Slovacchia (30%) e l'Estonia (32%).
Diritti dei cittadini?
La ricerca mostra anche che più della metà degli Europei non conosce i propri
diritti (53%) e potrebbe diventare vittima di discriminazioni o fastidi. In
media, solo un terzo degli intervistati ha detto di essere informato sui propri
diritti. Anche se i cittadini in Finlandia (62%), Malta (49%) e Slovenia (44%)
appaiono essere più informati, i livelli sono molto più bassi in Austria (18%) e Bulgaria (17%).
Rom - categoria speciale
Mentre la media degli Europei dice di trovarsi comoda avendo come vicino
qualcuno di differente origine etnica (con una media di 8,1 su una scala da uno
a dieci, con dieci intervistati "totalmente comodi" ed uno "molto scomodo"), la
situazione è completamente differente quando si tratta di avere vicino un Rom.
Nella Repubblica Ceca come in Italia, quasi la metà degli intervistati (47%) si
troverebbe scomoda (media Ceca 3,7, media Italiana 4,0). Questo è anche il caso
di Irlanda (40%; 4,8), Slovacchia (38%;
4,5), Bulgaria (36%; 4,8) e Cipro (34%; 5,6).
La Commissione invita ad una risposta unitaria
Come parte del pacchetto sociale principale presentato ieri (2 luglio), la
Commissione Europea ha pubblicato anche un rapporto intitolato: "L'esclusione
Rom richiede una risposta unitaria," che guarda ai diversi strumenti disponibili
per l'azione della UE per ottenere una migliore inclusione dei Rom.
Esso identifica diverse aree chiave per azioni, inclusa l'istruzione, la
sanità pubblica e l'uguaglianza di genere. Il documento sarà discusso al Summit
Rom Europei che avrà luogo a Bruxelles il 16 settembre 2008. "I Rom sono una
delle più grandi minoranze etniche nella UE, ma troppo spesso sono i cittadini
dimenticati d'Europa," dice il Commissario per le Pari Opportunità Vladimír Špidla. "Affrontano
persistente discriminazione ed ampia esclusione sociale. La UE hanno una
responsabilità comune nel terminare questa situazione. Abbiamo gli strumenti per
compiere il lavoro - ora dobbiamo usarli più efficacemente."
Links:
Eubarometer:
Discrimination in the European Union: Perceptions, Experiences and
Attitudes
European Commission:
Roma exclusion requires joint response, says EC report
Di Fabrizio (del 09/07/2008 @ 08:46:19, in Europa, visitato 1451 volte)
Da
Roma_Benelux
La Commissione Europea preconizza un'azione comune contro l'esclusione dei
Rom
Reference: IP/08/1072 Date: 02/07/2008 - IP/08/1072 - Bruxelles, 2 luglio 2008
Milioni di Europei di origine rom sono oggetto di una discriminazione
persistente - tanto individuale che istituzionale - e di un'esclusione sociale
di grande ampiezza, afferma la Commissione Europea in un nuovo rapporto
pubblicato oggi. Sono in atto gli attrezzi per migliorare questa situazione, ma
occorre che l'Unione Europea (UE), gli Stati membri e la società civile uniscano
le loro forze in vista di un coordinamento efficace dei loro sforzi. Il rapporto
presentato in questi giorni costituisce una risposta alla domanda formulata dai
dirigenti UE nel dicembre 2007, che metteva sotto esame le politiche e gli
strumenti esistenti nella UE per migliorare l'inclusione dei Rom.
"I cittadini rom formano una delle principali minoranze etniche delle UE.
Troppo spesso, tuttavia, sono i dimenticati d'Europa", ha dichiarato Vladimír
Spidla, commissario europeo per le pari opportunità, prima di aggiungere:
"Subiscono una discriminazione persistente ed un'esclusione sociale di grande
ampiezza. L'Unione ed i suoi Stati membri condividono la responsabilità di
mettere fine a questa situazione. Gli attrezzi necessari esistono - sta a noi
utilizzarli più efficacemente."
Secondo il 77% degli Europei, i Rom sono svantaggiati nella società, alla
stregua dei portatori di handicap (79%).
Nella relazione, si conclude con "l'esistenza di un insieme solido di
strumenti legislativi, finanziari e di coordinamento delle politiche ed
all'aumentato ricorso a questi strumenti, di cui l'applicazione negli Stati
membri resta tuttavia lacunosa. I Fondi strutturali europei - tra cui i Fondi
sociali europei (FSE) - e gli strumenti di preadesione giocano un ruolo cruciale
per vincere l'esclusione. Così, tra il 2000 ed il 2006, 275 milioni di euro
provenienti dal FSE sono stati consacrati a progetti specialmente destinati ai
Rom, un miliardo supplementare di euro è andato a gruppi vulnerabili, tra cui i
Rom. In questa materia, la riuscita dipende da un coordinamento forte ed
efficace e dalla piena partecipazione della società civile all'elaborazione,
all'esecuzione ed al controllo dell'azione comunitaria.
I precisi poteri conferiti alla UE in materia di lotta contro la
discriminazione hanno permesso di legiferare (direttiva 2000/43/CE in materia di
uguaglianza di trattamento senza distinzione di razza od origine etnica) e di
assicurare la trasposizione corretta del diritto comunitario. La maggior parte
delle materie essenziali per l'integrazione dei Rom sollevano tuttavia in primo
luogo la competenza degli Stati membri (scolarizzazione, lavoro, integrazione
sociale, per esempio). In questi campi, l'Unione può solamente coordinare le
politiche degli Stati membri e sostenere la loro applicazione, in mezzo, tra gli
altri, dei Fondi strutturali.
La relazione è dedicata all'esame degli strumenti - la legislazione, la
politica di coesione e le azioni di lotta contro la discriminazione
(informazione, sensibilizzazione, cooperazione con la società civile) - ed i
settori d'azione più importanti per l'integrazione dei Rom: impiego,
integrazione sociale, scolarizzazione, sanità pubblica, allargamento e
l'uguaglianza tra uomini e donne. Bilancio degli strumenti e delle politiche
esistenti, questo documento ha ugualmente permesso di rilevare una serie di
insegnamenti permettendo un'utilizzazione più efficace del quadro attuale.
Completa la nuova strategia di lotta contro la discriminazione elaborata
dalla Commissione nel prolungamento dell'Anno europeo per le pari opportunità
per tutti (2007) ed esposta in una comunicazione adottata ugualmente oggi
(IP/08/1071). Questi due documenti saranno esaminati in occasione del vertice
europeo sui Rom che si terrà a Bruxelles il 16 settembre 2008.
IP/08/1070: La Commissione propone un ordine del giorno rinnovato per dare ai
cittadini gli strumenti e l'aiuto di cui hanno bisogno nell'Europa del XXI
secolo.
MEMO/08/462
Documento di lavoro dei servizi della Commissione: gli strumenti e le
politiche comunitarie in favore dell'integrazione dei Rom
http://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=481&langId=fr
Communicazione: "Non-discriminazione e pari opportunità: un impegno rinnovato"
http://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=486&langId=fr
Per informazioni più ampie, consultare i seguenti documenti:
Eurobarometro speciale n° 296, La discriminazione nell'Unione Europea
http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb_special_en.htm
Flash Eurobarometro n° 232:
http://ec.europa.eu/public_opinion/flash/fl_232_fr.pdf
Sito della Commissione Europea dedicato ai Rom:
http://ec.europa.eu/employment_social/fundamental_rights/roma/index_fr.htm
Video comunicati stampa dedicati alla discriminazione fondata sull'handicap ed i
Rom
http://ec.europa.eu/avservices/video/video_prod_fr.cfm?type=detail&prodid=6383&src=1
http://ec.europa.eu/avservices/video/video_prod_fr.cfm?type=detail&prodid=6384&src=1
Di Fabrizio (del 06/07/2008 @ 09:49:17, in Europa, visitato 2005 volte)
Da Slovak_Roma
3 luglio 2008, Budapest, Madrid, Ostrava, Praga: Oggi, una coalizione comprendente Donne Danneggiate dalla Sterilizzazione, Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC) e Fondo Sviluppo per la Pace hanno lanciato una campagna globale per ottenere supporto alle donne Romani vittime di pratiche di sterilizzazione forzata nella Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia. La campagna è sostenuta dal Programma di Sanità Pubblica dell'Open Society Institute e dall'Heinrich Boll Stiftung di Varsavia.
I governi interessati hanno mancato di reagire, attraverso scuse pubbliche e compensazioni per i danni inflitti alle donne Romani, a 5 anni di richieste da parte degli avvocati e dei gruppi di appoggio delle vittime. Oggi, le sopravissute ed i loro avvocati chiedono ai movimenti per i diritti umani globali di rafforzare i loro sforzi per assicurare la giustizia, iniziando dal Congresso Mondiale Femminile 2008 a Madrid dal 3 al 9 di luglio, dove saranno presentati gli argomenti più pressanti sui diritti femminili di tutto il mondo.
La campagna include una tavola di discussione sulle pratiche di sterilizzazione forzata nell'Europa Centrale condotta dalle sopravissute ed i loro avvocati, come pure una campagna di lettere inviate alle autorità della Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, che chiedono ai rispettivi governi di riconoscere l'estrema violazione dei diritti umani perpetrata sul loro territorio e per assicurare scuse e compensazioni alle sopravissute.
Date chiave:
- Dal 3 al 9 luglio la Coalizione condurrà una serie di incontri con le organizzazioni Romani attraverso la Spagna e terrà interviste su varie radio e televisioni, distribuirà stampati informativi e lettere e cartoline degli avvocati da spedire ai responsabili governativi.
- Il 4 luglio la Coalizione distribuirà opuscoli informativi e legali a Madrid e Budapest (Godor Klub, 14:00 – 18:00 PM).
- Il 5 luglio la Coalizione ospiterà una tavola di discussione sulle pratiche di sterilizzazione forzata delle donne ed i loro avvocati per far crescere la consapevolezza nel movimento femminile ed iniziare uno sforzo di lobbying globale (16:30, Universidad Complutense de Madrid (España), habitación ODO-Fernando del Rio, Facultad de Odontología, Ciudad Universitaria).
- Il 6 luglio donne del Gruppo delle Donne Danneggiate dalla Sterilizzazione distribuiranno a Ostrava lettere e cartoline degli avvocati da sottomettere al Governo Ceco.
Dite ai governi coinvolti che è tempo di agire. Appoggiate le sopravissute Romani alla sterilizzazione forzata nella Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia inviando lettere e cartoline, disponibili sul sito ERRC in inglese, spagnolo, ceco, ungherese e slovacco.
Per aggiornamenti sul nostro lavoro al Congresso di Madrid, opuscoli e lettere/cartoline, prego visitate il sito ERRC http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2965
Comunicateci di aver spedito lettere o cartoline, o se appoggiate in altro modo la campagna, e aggiungetevi ai nostri supporter scrivendoci a: compensation.now@errc.org
Per ulteriori informazioni o interviste, contattate prego: Group of Women Harmed by Sterilisation: *Elena Gorolova (Czech, Romanes), elena.gorolova@seznam.cz European Roma Rights Centre: *Anita Danka (Hungarian, English), Staff Attorney, anita.danka@errc.org *Ostalinda Maya (Spanish, English), Women’s Rights Consultant, ostalinda@gmail.com *Monika Pacziga (Hungarian, English), Women’s Rights Officer, monika.pacziga@errc.org Peacework Development Fund: *Gwendolyn Albert (Czech, English), Director of Women’s Initiatives Network, gwendolyn.albert@gmail.com
Durante il Congresso, le rappresentanti possono essere raggiunte ai seguenti numeri di telefono: +34.627.212.118 o +36.20.398.8303 o +420.774.895.444.
Oppure, potete contattare gli uffici ERRC:: +36.1.413.2200.
--- Il Centro Europeo per i Diritti dei Rom è un'organizzazione di pubblico interesse che monitora la situazione sui diritti umani dei Rom e fornisce difesa legale in caso di abuso dei diritti umani. Per ulteriori informazioni sul Centro Europeo per i Diritti dei Rom, visitate http://www.errc.org/
Per dare appoggio a ERRC, http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2735
European Roma Rights Centre 1386 Budapest 62 P.O. Box 906/93 Hungary Tel: +36.1.413.2200 Fax: +36.1.413.2201
Di Fabrizio (del 04/07/2008 @ 09:34:47, in Europa, visitato 2142 volte)
Da
Hungarian_Roma
Scritto da Robert Hodgson - 01/07/08 - Alcuni leader Rom ed una parlamentare
Rom dopo un incontro tenutosi martedì scorso, dicono che un recente "festival di
villaggio" (falunap in ungherese) era in realtà una provocazione razzista tesa
ad intimidire la locale comunità zingara.
Durante l'evento in questione, le autorità del villaggio hanno invitato i
membri del gruppo di estrema destra Magyar Gárda (una branca in uniforme del
partito nazionalista Jobbik) ed una banda di motociclisti razzisti a quello che
normalmente è un giorno rustico tradizionale di musica, cibo e bevute.
Sabato 21 giugno, circa 150 membri della Magyar Gárda ed alcune dozzine
di motociclisti hanno sfilato, sotto scorta della polizia, attraverso l'area del
villaggio popolata dai Rom. La parlamentare Viktória Mohácsi, una delle
parlamentari europee Rom ungheresi,ha descritto l'evento come atto evidente di
intimidazione.
Minacce
Mohácsi ha denunciato di essere stata minacciata dal consigliere locale
András Bényi del villaggio di Fadd nell'Ungheria meridionale. Dopo aver citato
l'evento di Fadd come evidenza del crescere del sentimento antizigano in
Ungheria, durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo lunedì scorso, ha
ricevuto una telefonata da Bényi. Il consigliere ha tentato di minacciare
Mohácsi, dicendo"non dovresti difendere gli Zingari criminali" e "noi siamo più
di voi".
Rispondendo alle domande dell'agenzia MTI, Bényi ha riconosciuto di aver
chiamato Mohácsi ma nega di aver fatto minacce. Riguardo le parole di Mohácsi a
Strasburgo, ha detto "non si dovrebbero usare i soldi di chi paga le tasse per
denunciare il proprio paese, e nemmeno dire che gli Zingari sono stati attaccati
a Fadd".
La parlamentare ha chiesto dove si trova l'autorità per impedire simili
oltraggi, perché il lato razzista di tali riunioni è sottaciuto nei rapporti, e
perché sia stato permesso ai paramilitari di Magyar Gárda di marciare per le
strade.
Giorni numerati
In coincidenza, lunedì il Tribunale Cittadino di Budapest si ricostruirà per
la terza volta per decidere il futuro della Gárda. Durante la scorsa audizione
preliminare del 19 maggio, la corte venne recintata per prevenire interruzioni
di dimostranti.
Il caso è stato portato dall'Ufficio del Procuratore Capo di Budapest, che
vuole vedere abolita la Gárda perché svolgerebbe attività non contemplate
nell'atto di fondazione dell'organizzazione. Cita anche una parata del gruppo
nel villaggio di Tatárszentgyörgy, che l'ufficio del procuratore lamenta violare
i diritti umani degli abitanti Rom.
Il gruppo in uniforme è registrato ufficialmente come organizzazione
culturale, ed i suoi fondatori - tra i quali Gábor Vona, il capo di Jobbik -
reclamano di esistere per proteggere l'eredità culturale ungherese e fornire
assistenza in tempo di emergenza nazionale.
Vona ha detto che se la Gárda verrà smantellata come risultato di un giudizio
del tribunale, si riformerà sotto un altro nome.
Di Fabrizio (del 03/07/2008 @ 09:39:37, in Europa, visitato 1646 volte)
Da
Roma_Daily_News
Secondo il rapporto annuale dell'Agenzia EU sui Diritti Fondamentali, la
Romania sta compiendo progressi nel combattere la discriminazione, ma ci sono
ancora problemi nel raccogliere dati sulla situazione dei gruppi etnici, come
anche sull'integrazione dei Rom.
***
Una ricerca condotta dall'agenzia Europea sui diritti umani, indica che la
Romania è tra i nove paesi EU che combattono attivamente contro razzismo e
xenofobia.
Secondo il rapporto, la Romania, assieme a Gran Bretagna, Irlanda, Francia,
Italia, Belgio e Bulgaria, è tra i paesi che applicano misure per la
discriminazione etnica o razziale. Dal lato opposto, ci sono paesi criticati per
non applicare sanzioni in quest'area - la Repubblica Ceca, Cipro, Danimarca,
Lituania, Germania, Polonia, Portogallo e Spagna.
La decisione dell'Associazione Rumena Football (RFA) di sanzionare
"ogni giocatore, dirigente o spettatore che discriminano in pubblico qualsiasi
altro individuo su criteri di razza, colore, lingua, religione od origine
etnica" è menzionata come una delle misure positive adottate dalla Romania.
D'altra parte, il rapporto critica Bucarest per non fornire dati statistici
sugli "abusi delle autorità contro i diritti umani" nel 2006. L'Agenzia ha
riportato che alcuni paesi incoraggiano la raccolta di dati sull'origine etnica,
ma altri paesi sono riluttanti nel farlo. Rispetto a ciò, Romania, Repubblica
Ceca e Finlandia sono criticati per non raccogliere dati sufficienti sulla
situazione delle minoranze etniche.
Inoltre, la Romania, assieme a Finlandia, Ungheria, Danimarca e Paesi Bassi,
è criticata anche per discriminazione sul posto di lavoro. E' citato uno
studio a tale riguardo, che mostra che il 60% dei Rumeni se avessero un'attività
propria non assumerebbero gente di etnia Rom.
D'altra parte, viene lodata l'iniziativa del Ministro Rumeno degli Interni e
delle Riforme Amministrative di stabilire posti speciali per l'etnia Rom
ed i membri di altre minoranze nazionali.
"I Rom di Romania e Bulgaria potrebbero essere esclusi dal sistema di
assicurazione sanitaria statale se risultassero disoccupati per lunghi periodi
di tempo o se fossero sprovvisti di documenti personali (in Romania e Slovenia)",
evidenzia il documento.
Viene anche presentata la situazione dei Rom Rumeni in Italia. Il
rapporto specifica che il 14 agosto 2007, tre OnG hanno spedito lettere ai primi
ministri di Italia e Romania, chiedendo loro di prendere misure per fermare gli
allontanamenti forzati dei Rom Rumeni dall'Italia, così come il loro bando da
questo paese.
DIVERS – www.divers.ro
Di Fabrizio (del 01/07/2008 @ 09:08:17, in Europa, visitato 1401 volte)
Da
Roma_Francais
A partire dal 1 luglio 2008, la Francia assumerà la presidenza dell'Unione
europea.
Il Consiglio dei Capi di Stato e dei Governi del dicembre 2007 ha incaricato
la commissione di stabilire per giugno 2008 un rapporto sulla situazione dei Rom
e della Gens du voyage in ciascuno dei 27 paesi europei.
Il Parlamento europeo, nella continuità della sua risoluzione del 28 aprile
2005, ne ha adottata una nuova il 31 gennaio. Domanda con insistenza la messa in
opera di una strategia globale d'inserimento di queste popolazioni e la loro
protezione contro le persecuzioni di cui sono vittime dappertutto.
In Francia a gennaio, l'Alta autorità di lotta contro le discriminazioni e
per la legalità e la Commissione nazionale consultiva dei diritti dell'Uomo
hanno attirato l'attenzione dei poteri pubblici sulla situazione preoccupante
della Gens du voyage e dei Rom migranti nel nostro paese ed hanno
indirizzato al Governo francese diverse raccomandazioni concrete per
rispondervi.
Le nostre associazioni hanno ugualmente interpellato il Governo francese e
chiedono che questa congiuntura convergente offra l'opportunità alla Francia di
prendere iniziative forti su questo argomento, da una parte che il Presidente
dell'Unione operi in favore di una direttiva quadro europea d'inclusione dei Rom
e della Gens du voyage e ricordi agli Stati membri il loro impegno in
materia d'uguaglianza dei diritti, d'altra parte, di impegnare la Francia ad una
condotta esemplare nel prendere rapidamente misure positive riguardo la Gens
du voyage.
[...] Vi proponiamo di sostenere questo passo e, se necessario, esprimerci il
vostro parere.
Michel Mombrun - Président
Fnasat - Gens du Voyage
59 rue de l'Ourcq
75 019 PARIS
Tel :+33 1 40 35 00 04
Fax : +33 1 40 35 12 40
info@fnasat.asso.fr
www.fnasat.asso.fr
Associazioni firmatarie:
ANGVC
ASAV
CCFD
Fondation Abbé Pierre
Ligue des droits de l’Homme
Médecins du Monde
Romeurope
Secours catholique
Col sostegno di:
ATD Quart Monde
Regards
La Vie du voyage
France Liberté Voyage
Di Fabrizio (del 27/06/2008 @ 09:20:09, in Europa, visitato 2174 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
2008-06-20 - BBC Monitoring European - Text of report in English by
Croatian state news agency HINA
BLACKENTERPRISE.com
BRIJUNI, June 19 (Hina) - La cooperazione interconfini tra le minoranze
etniche è stato il soggetto di una conferenza internazionale di tre giorni che
si è aperta giovedì nell'isola di Brijuni nell'Adriatico settentrionale.
La conferenza, organizzata dall'Ufficio Governativo Croato per le Minoranze
Nazionali e dal Consiglio per le Minoranze Nazionali, ha visto la partecipazione
delle minoranze etniche di Austria, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Repubblica
Ceca, Ungheria, Italia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia,
Slovacchia, e Slovenia.
Scopo dell'incontro è di riunire rappresentanti dei governi e delle
minoranze etniche nella regione e in altri paesi europei per ascendere la
cooperazione interconfini tra le minoranze, perché è importante per esercitare i
propri diritti, ha detto nella sua introduzione Milena Klajner, capo
dell'Ufficio Governativo Croato per le Minoranze Nazionali.
Klajner ha detto che sono stati fatti sforzi per migliorare la cooperazione
tra le comunità etniche nelle aree della cultura, dell'istruzione e dei media,
citando esempi della minoranza croata in Ungheria e Romania, e delle minoranze
ungheresi e rumene in Croazia.
Il Presidente del Comitato Parlamentare Croato sui Diritti Umani delle
Minoranze, Furio Radin, ha detto che la protezione delle minoranze nazionali in
Croazia è stata relativamente soddisfacente, aggiungendo che "non c'è mai
abbastanza discriminazione positiva."
Radin ha detto che le minoranze etniche sono state ponti tra i paesi ed un
fattore connettivo che potrebbe migliorare le relazioni tra paesi differenti. Ha
detto che i confini esistenti diventerebbero irrilevanti una volta che tutti i
paesi raggiungessero l'Unione Europea.
Il Presidente del Consiglio per le Minoranze Nazionali, Aleksandar Tolnauer,
ha detto che le minoranze etniche potrebbero giocare un ruolo decisivo nel
promuovere la cooperazione ed il dialogo tra i paesi, sottolineando che la
legislazione croata ha assicurato i più alti standard nel proteggere i loro
diritti.
Mabera Kamberi del Comitato del Consiglio d'Europa su Rom e Viaggianti, ha
detto che la Croazia ha fatto evidenti progressi nel proteggere i diritti delle
minoranze nazionali, anche se alcuni governi UE stanno trattando le minoranze in
maniera discriminatoria, come si può vedere nel caso dei Rom.
Originally published by HINA news agency, Zagreb, in English 19 Jun 08.
(c) 2008 BBC Monitoring European.
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