L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
Domenica 23 Dicembre 2012, ore 21
Coop. Soc. Circolo Familiare di Unita' Proletaria - viale Monza 140- Milano
(salone al primo piano) - Ingresso 5,00 euro
Iniziò tutto dieci e più anni fa. Suonavano nella metropolitana, raccontarono la
loro storia nel film "Miracolo alla Scala", rappresentarono l'Italia ad un
concorso europeo in Grecia. Furono i primi a far conoscere le storie e la musica
dei Rom rumeni a Milano. Poi, come succede spesso, il gruppo si divise: qualcuno
andò a lavorare in campagna, qualcuno tornò in Romania, altri continuarono a
girare tra campi rom sempre più malmessi. Altri cammineranno sul percorso
tracciato da loro.
Ma non puoi fermare la passione che scorre nelle vene di un musicista, la
necessità di mettersi in gioco ancora una volta. Eccoli allora, a presentare
brani del repertorio romanì e del folklore rumeno, e scoprire le tante radici
che legano questo popolo alla nostra cultura dell'800 e del '900. Una serata per
ballare - certo, per riflettere - forse, per conoscersi e stare insieme nella
magica atmosfera del nostro circolo.
Di Fabrizio (del 15/12/2012 @ 09:05:32, in casa, visitato 1655 volte)
Progetto sperimentale di smantellamento dei campi nomadi tramite
l'autocostruzione di alloggi in muratura.
Il progetto di autocostruzione "Villaggio della Speranza" nasce dalla necessitÃ
espressa dai Sinti residenti presso il campo comunale di via Tassinari 32, di
migliorare le proprie condizioni di vita, uscire dall'emarginazione e proseguire
nel percorso di integrazione già iniziato con l'inserimento scolastico dei
minori.
L�Opera Nomadi di Padova-Onlus, che da anni persegue la politica dello
smantellamento dei campi nomadi comunali attraverso l'individuazione di
alternative abitative dignitose, si è fatta portavoce delle esigenze dei Sinti
con cui ha ideato e scritto il progetto e ha trovato nell'Assessore ai Servizi
Sociali Claudio Sinigaglia un convinto sostenitore.
La creazione del Villaggio della Speranza coniuga infatti le disponibilitÃ
dell'Amministrazione Comunale con il rispetto delle tradizioni sinte, ovvero la
volontà di vivere con le rispettive famiglie allargate. La linea della
condivisione e della responsabilizzazione dei sinti non si è fermata con la
definizione del progetto ma ha previsto la partecipazione della comunità ,
rappresentata da un mediatore sinto, a tutti gli incontri tecnici con i
Referenti del Comune di Padova durante tutto l'iter del progetto.
Incaricata dal Comune come "soggetto promotore", l'Opera Nomadi ha provveduto a:
- individuare l�impresa per la costruzione degli alloggi e delle opere connesse,
previa approvazione del Settore Infrastrutture del Comune di Padova,
- seguito i Sinti nella partecipazione al corso di formazione professionale per
muratori e nella fase concreta dell�autocostruzione.
Il Settore Infrastrutture del Comune di Padova si è fatto carico della
necessaria attività di alta sorveglianza, ai fini della regolare esecuzione
dell�opera, della contabilità generale e dei conseguenti pagamenti. Sono stati
costruiti alloggi, quattro per ciascuna delle tre palazzine di due piani. Ogni
alloggio è costituito da un locale soggiorno-cottura, due camere da letto e un
bagno, il tutto per una superficie calpestabile di circa 50 mq con giardinetto
di pertinenza e posti auto coperti realizzati in struttura leggera. Il cantiere
si è aperto nel luglio 2008 e si è chiuso a novembre 2009 e la consegna delle
abitazioni è stata effettuata a dicembre 2009.
L�area e gli alloggi sono di proprietà del Comune di Padova e sono stati
assegnati in affitto alle famiglie sinte. A differenza di quanto non accade in
tutti i campi nomadi comunali in cui domina la legge dell'assistenzialismo, i
singoli nuclei hanno stipulato i contratti delle utenze a proprio nome, pagando
le relative bollette.
L'articolo in questione, che tratta di un furto in abitazione, stabilisce un
nuovo "parametro" dal quale il giornalista presuppone l'appartenenza del
ladro alla comunita' rom: "Una signora ha visto la fuga e ha dato l'allarme, ma
ormai i ladri (quello entrato in casa indossava una giacca rossa,
probabilmente si tratta di un nomade) si erano allontanati". La
divagazione del giornalista, oltre a stabilire un nesso che lascia sconcertati,
e' priva del supporto di qualunque dato fattuale e difficilmente di rilievo ai
fini dell'informazione, con l'esito di contribuire ad alimentare un
clima ostile e veicolare stereotipi negativi e penalizzanti per le
comunita' rom.
L'Osservatorio accoglie positivamente il
messaggio di scuse del direttore della Gazzetta di Modena.
Immagine-spot-Rom-cittadiniL'Associazione 21 luglio organizza a Roma venerdì
21 dicembre 2012 alle ore 17,30 "Rom, cittadini
dell'Italia che verrà ", presso l'Auditorium UNICEF, via Palestro
68.
Nel corso dell'evento verrà presentata la campagna video "Stop
all'apartheid dei Rom".
Parteciperanno: Andrea Segre, regista e autore; Paul Polansky, poeta e attivista
per i diritti umani; Alex Zanotelli, missionario e coordinatore del Comitato
campano con i rom; Riccardo Noury di Amnesty International e Sabrina Tosi
Cambini, docente dell'Università di Verona. Modera la serata la giornalista
Marta Bonafoni.
il giorno successivo, sabato 22 dicembre 2012 alle ore 17 a
Piazza del Popolo a Roma, l'Associazione 21 luglio sarà a fianco di
Amnesty International per un evento dal titolo "30.000 volte NO
al razzismo e alla discriminazione dei rom".
(AGI) - Roma, 12 dic. - Affermare che gli zingari sono "delinquenti",
"assassini" e "canaglie" e' espressione di discriminazione razziale. Lo
sottolinea la Cassazione, annullando con rinvio la sentenza con cui la Corte
d'appello di Trento aveva assolto un imputato, all'epoca dei fatti consigliere
comunale del capoluogo trentino, finito sotto processo per un intervento, tenuto
durante una seduta consiliare, con cui, secondo l'accusa, aveva diffuso "idee
fondate sull'odio e sulla discriminazione razziale nei confronti delle comunita'
Rom e Sinti". I giudici del merito avevano assolto l'imputato ritenendo che, nel
caso in esame, non si potesse parlare di propaganda di idee fondate sulla
superiorita' o sull'odio razziale ed etnico, ma piuttosto di diffamazione. Del
tutto diversa la tesi della Cassazione, secondo la quale, nell'intervento del
consigliere comunale, vanno evidenziate note razziste, come sollecitato dal pg
di Trento il cui ricorso e' stato accolto dalla Suprema Corte. Il discorso
tenuto in Consiglio comunale dall'imputato riguardava, in particolare, la
mancata frequenza della scuola da parte dei bambini nomadi: in un punto del suo
intervento, il consigliere aveva parlato di "sedicente cultura" e "discutibili
tradizioni", manifestando l'idea di fondo secondo cui "l'unica possibilita' di
salvezza per i bambini di detta etnia era quella di sottrarli alle famiglie
d'origine", si legge nella sentenza n.47894, della prima sezione penale,
operando un vero e proprio "sequestro di Stato". Per la Suprema Corte,
"l'elemento che caratterizza la fattispecie e' la propaganda discriminatoria,
intesa come diffusione di una idea di avversione tutt'altro che superficiale,
non gia' indirizzata verso un gruppo di zingari (magari quelli dediti ai furti),
ma verso tutti gli zingari indicati come assassini, ladri, pigri, canaglie,
aguzzini e via dicendo, quindi verso il loro modo di essere, verso la loro etnia
evocata espressamente, avversione apertamente argomentata sulla ritenuta
diversita' e inferiorita'". La Cassazione, nelle sue motivazioni, ricorda anche
la sentenza con cui la stessa Corte, nel 2009, confermo' la condanna, tra gli
alti, del sindaco di Verona, Flavio Tosi, per i manifesti diffusi nella citta'
scaligera, con scritto 'via gli zingari da casa nostra'. Inoltre, gli
'ermellini' ribadiscono che "la funzione di consigliere comunale non legittima
sicuramente, in esplicazione del mandato elettorale, di esprimersi con frasi di
generalizzazione" espressive di "inferiorita' legate alla cultura e tradizioni
di un popolo". L'assembla del Consiglio comunale, infine, e' "di norma
pubblica", ed i suoi lavori "sono per lo piu' oggetto di diffusione ad opera dei
mezzi informativi", rileva la Corte, "ma anche in caso contrario nulla verrebbe
meno per l'integrazione dell'ipotesi delittuosa attesa l'apertura al pubblico
dei lavori del Consiglio comunale". Sulla base dei principi fissati dalla
Cassazione, sara' la Corte d'appello di Brescia a riesaminare la vicenda. (AGI)
.
Di Fabrizio (del 13/12/2012 @ 09:11:37, in Italia, visitato 1554 volte)
RINO NEGROGNO Mercoledì 5 Dicembre 2012 ore 17.02 Anche Giuseppe e Maria erano accampati nella grotta
Stamattina ho aperto il giornale, diceva che cacciamo gli zingari e che tra poco
è Natale. Non ho mai capito come passa il Natale chi ci crede fortemente e creda
che sia Natale solo per i bianchi e non per i neri o, peggio, creda che chi ci
crede ne possa trarre un vantaggio ora e soprattutto dopo, tipo a Pasqua o in un
altra dimensione imprecisata. Bontà loro, non è che sia così importante,
dopotutto anche Giuseppe e Maria erano accampati nella grotta e menomale che non
erano a Trani altrimenti il 20 Dicembre dovevano sgomberare e per il Natale, per
chi ci crede, non so come sarebbe finita. Non ho mai capito, piuttosto, dove
vadano gli zingari ed i loro bambini quando vengono cacciati. Non ho mai capito,
ad esempio, se cacciandoli da dove sono, il problema si risolva, se i loro
bambini siano più felici e non debbano comunque elemosinare al freddo ed al gelo
da altre parti, se, cacciarli, non sia un bisogno forte di sfogare da qualche
parte le nostre paure, le nostre incertezze. Ho il dubbio atroce che la nostra
coscienza sia come le luci di Natale, ad intermittenza.
Mi piacerebbe organizzare, in prossimità del Natale, intorno al 20 dicembre, un
bel presepe vivente proprio nel campo rom situato in via Bisceglie. Mi
piacerebbe far vestire gli zingari da panettiere, da pastori, da lavandaia, da
falegname, riempire il campo rom di luci colorate, di musica soave, natalizia.
Mi piacerebbe metterci la grotta e dentro uno zingaro barbuto vestito da
Giuseppe ed una bella zingarella giovane vestita da Maria, tutta azzurra. Al
centro una mangiatoia con un bel piccolo zingarino, del bue e l'asinello
possiamo farne a meno, pare non ci fossero e ad i lati tanti piccoli zingarini
vestiti da angioletti, quelli c'erano, che cantano ed inneggiano al Signore. Mi
piacerebbe davvero non lo dico per sfottere. Avrei bisogno di una mano però e
per questo faccio un appello a chi ritenga di potermi aiutare. Un bel partito di
sinistra, ma di sinistra sinistra, non di quelli che fanno le primarie per
vedere chi sia più di sinistra o più di destra. Un partito di sinistra è di
sinistra senza se e senza ma, ed anche senza UDC. Meglio di no, lasciamo stare i
partiti, non sai mai chi ti può capitare. Meglio un bel parroco di una bella
parrocchia con gente altruista e piena di buona volontà così poi facciamo anche
la messa di Natale e, prometto, faccio io stesso il chierichetto insieme agli
zingari. Attendo pieno di speranza.
Il 20 dicembre però perché se aspettiamo il 24 la grotta la sgomberano, rimane
vuota e Gesù non nasce.
Usti' nad Labem, 30.11.2012 1:10, Radio Ceca: Esercizi di arricchimento
sugli ostelli per poveriCzech Radio, translated by Gwendolyn Albert
via
Beneše Lounského n. 5 nel quartiere Předlice di Ústí nad Labem
(PHOTO: Google Maps)
Riferisce la radio ceca che chi possiede spazi residenziali con rate
sproporzionate, spesso attrezzate con docce e servizi igienici nei corridoi,
o altre restrizioni a possibili visitatori, può essere classificato come
trafficante di povertà. I gestori di questo traffico possono contare sul fatto
che i loro clienti sono persone che non sono in grado di trovare altri
appartamenti in affitto e che lo stato contribuirà al pagamento delle fatture.
Per la maggior parte delle persone che vi risiedono, sono l'ultima risorsa
durante la fuga dai ghetti.
"La gente vuole andarsene. Prima di tutto, chiedono una sistemazione
dignitosa, perché la maggior parte vive in condizioni inadeguate. Significa che
gli appartamenti sono sovraffollati e le condizioni igieniche non dovrebbero
essere così.," Denisa Urbánszká, operatrice sul campo di People in Need,
descrive così la situazione nel quartiere di Předlice a Ústí nad Labem. "Diversi
inquilini in un edificio dai soffitti marci, nessuna porta d'ingresso e finestre
rotte, mi dicono di pagare al padrone 6.000 corone (1 euro=25 corone circa,
ndr.) al mese per un monolocale".
Il proprietario non ha mai riparato l'edificio e mai trovato una sistemazione
alternativa per queste persone, finite a vivere nel suo residence. People in Need
sta aiutando chiunque voglia lasciare le località socialmente escluse per una
nuova sistemazione, ma Urbánszká dice che per loro è molto difficile quando sono
etichettati come i "Rom di Předlice": "Sono molte le famiglie
numerose. Molti hanno sette o più figli. E dipende anche dal fatto che sono
Rom."
Quando non c'è altro posto dove andare, la gente finisce in questi ostelli
dove le condizioni sono peggiori che negli appartamenti normali, ma i costi sono
superiori. Ad esempio, nel residence in questione ad Ústí nad Labem, ogni adulto
paga 5.000 corone al mese a cui vanno aggiunte 1.000 corone per ogni bambino,
oltre al canone dovuto per una camera in base al numero di persone della
famiglia.
Lo conferma
Celestina Hadravová, dell'Ufficio del Lavoro di Ústí nad Labem: "Quei contratti
sono carissimi. Troppo. Ci portano, ad esempio, contratti dove l'affitto è di
6.000 corone a persone per una stanza. Qualcun altro ci porta contratti da 7.000
corone a persona - non corrispondono per niente alle cifre d'affitto richieste
in questa località."
Di solito la gente va all'Ufficio del Lavoro per ricevere i sussidi sociali,
calcolati sulla base delle spese abitative. "Dipende dal numero di residenti nel
comune e poi dal numero di persone nella famiglia... Per una famiglia di cinque,
i costi non possono superare le 13.565 corone al mese. Però, la maggior parte
delle famiglie hanno altre fonti di reddito o di benefici sociali, così il kloro
costo non raggiunge mai il massimo," spiega Hadravová.
Anche quando lo stato non paga l'intero importo richiesto dai proprietari di
queste costosissime strutture residenziali, i costi dei sussidi sociali
aumentano la spesa complessiva. In internet stanno girando molte segnalazioni
"garantite" su questi abusi nel welfare.
"In una di queste si diceva che una donna riceveva 33.000 corone al mese di
sussidio... Però, non si aggiunge ai lettori che questa somma va ad una famiglia
di otto componenti, ad esempio, e che vivono in un ostello dove pagano ogni mese
18.000 corone di affitto," ha commentato Petra Klingerová di People in Need.
Klingerová dice che il problema non è l'abuso di massa del welfare da parte
di persone che ne hanno bisogno, ma il problema è dello sfruttamento del sistema
a scopo di lucro. La radio ceca ha anche detto di aver cercato il parere di
quanti possiedono edifici residenziali ad Ústí nad Labem, ma che hanno rifiutato
di farsi intervistare.
MAHALLA international
è un servizio, come si dice adesso, SOCIAL, a cui potete contribuire anche
voi. Sostanzialmente è una rassegna stampa, ancora in fase sperimentale, di
articoli e contributi su Rom, Sinti, Kalé e Romanichals da tutto il mondo, in
lingua originale. Per me un ritorno alle origini quando, più di una decina di
anni fa, mi affacciai sul web traducendo in italiano le notizie che arrivavano
dall'estero.
Ricordo che ancora tutto è BETA TEST, scrivetemi se
avete suggerimenti.
NB: A me piace tanto, ma non ci sto capendo niente...
In ogni modo, MAHALLA international
è anche su
Facebook (nella foto, i nostri potenti mezzi informatici)
Di Fabrizio (del 11/12/2012 @ 09:08:04, in Italia, visitato 1430 volte)
Una nuova segnalazione dell'Osservatorio
21 luglio, intitolata Milone: "con i rom Prato come il Bronx",
mi stuzzica strani pensieri.
Aldo Milone non è un politico di primo pelo, vanta un lungo corso
nell'amministrazione pubblica, che l'ha portato agli attuali incarichi nel
comune di Prato. Dovrebbe sapere che compito di un amministratore è il bene dei
suoi cittadini, sia di quelli che sono razzisti che di quelli che non lo sono.
Invece Milone adopera il proprio razzismo "percepito" per svicolare dai propri
compiti e fare della sua posizione un trampolino di polemica politica.
Insomma, niente di nuovo, direte. Soltanto, ripeto, sono questioni che ci
riguardano tutti:
gli sgomberi avvengono un po' in tutta la Toscana, per non
parlare della città di Firenze. Una gara tra destra e sinistra,
ma dipendono in minima parte dalla regione e dall'odiato Enrico
Rossi. Il quale, a parte mettere a disposizione un po' di
soldini, avrà (al limite!) ricordato gli obblighi che competono
a chi sgombera (dare un preavviso adeguato, offrire una
sistemazione alternativa, usare lo sgombero ESCLUSIVAMENTE come
ultima risorsa). Volendo, si può fare orecchie da mercante, ma
sono norme internazionali sottoscritte pure dall'Italia
(figuriamoci da Prato!)
sgomberare significa quindi che anche la parte più forte
deve agire con responsabilità , e che quindi una QUALSIASI forza
politica non può farne una panacea valida per ogni situazione -
questo vale anche nel lungo termine. Sintetizzando: è arduo
lamentarsi di chi vuole "assegnare case ai Rom", e nel contempo
di chi "stende panni o fa i suoi bisogni incurante del
degrado che crea" visto che alternative il comune non ne offre.
Slovakia, 30.11.2012 0:26, Gli Slovacchi vendono terreno a basso costo
ai residenti degli insediamenti romanì
iDNES.cz, translated by Gwendolyn Albert
Riunione di giubbe nere di cuoio: Kotleba (a sinistra) coi suoi fedeli amici
della Repubblica Ceca, il Partito della Giustizia Social dei Lavoratori (Dělnická
strana sociální spravedlnosti - DSSS)
Il portale di notizie iDNES.cz riferisce che gli Slovacchi stanno
contemplando come agire con gli insediamenti romanì illegali nel loro paese. Uno
di questi insediamenti è il villaggio di Krásnohorské Podhradie, di cui parte
del terreno appartiene al neonazista Marián Kotleba, che ha minacciato di
demolire tutte le piccole casette romanì sulla sua proprietà. Intanto Erika Gažiková,
della locale comunità romanì, quest'estate ha guadagnato abbastanza soldi con la
raccolta di funghi e frutti di bosco, da poter acquistare il terreno circostante
la sua casa nel villaggio, come pure altri residenti rom.
Gažiková ha pagato 0,66 euro a metro quadro. Il prezzo di una birra piccola a
Praga. Circa 900 Rom vivono nell'insediamento dove Kotleba detiene circa 800 mq.
di terra. Ha più volte minacciato di radere al suolo le piccole case dove i Rom
attualmente vivono.
Nell'insediamento ci sono stati pattugliamenti della polizia, a causa delle
ripetute minacce di Kotleba. Gli altri abitanti vogliono che la situazione si
calmi, dando una mano ai Rom ed offendo loro terreni municipali ad un prezzo che
sia per loro abbordabile.
Il prezzo di 0,66 euro a metro quadro è stato stabilito dal comune nel 2007.
Ora i consiglieri vorrebbero aumentarlo, ma non oltre i 5,00 euro a metro
quadro. Il prezzo di mercato nel villaggio, situato in prossimità del famoso
Castello
Krásná Horka, è circa il doppio.
"Il basso prezzo nell'insediamento dovrebbe motivare i Rom del posto a
mettere ordine nei loro affari," ha detto il sindaco Peter Bollo al giornale
slovacco Korzár. Alcuni Rom hanno acquistato terreni per ottenere i sussidio
statali all'alloggio di 100,00 euro al mese. Solo loro hanno diritto a quella
somma, se disoccupati e residenti su terreno di proprietà.
In Slovacchia il problema degli insediamenti illegali riguarda diverse
centinaia di miglia di Rom. Ora le OnG stanno aiutandoli ad acquistare i terreni
su cui vivono. Dopo anni di tira-e-molla, anche lo stato ha in progetto un
programma per far fronte alla situqazione. Secondo questo programma, lo stato
dovrebbe acquistare i terreni privati ora occupati dagli insediamenti per poi
affittarli o rivenderli ai residenti, a condizioni vantaggiose. Parte
dell'operazione, evidentemente, sarà da finanziare con fondi comunitari.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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