Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 30/11/2008 @ 09:22:40, in Europa, visitato 3967 volte)
Ricevo da Roberto Malini
del Gruppo EveryOne
Bruxelles, 28 novembre 2008. L'Europa riconosce con un'importante decisione le
istanze che la rete di organizzazioni per i Diritti Umani portano avanti da
anni, fra mille difficoltà, in un'epoca inquietante, che ha visto riaffiorare e
affermarsi ancora una volta lo spettro dell'odio razziale. Abbiamo temuto
fino ad oggi che l'annuncio di Jacques Barrot, commissario Ue alla giustizia e
alla sicurezza, non sarebbe ancora giunto, a causa delle pressioni che le forze
politiche intolleranti esercitano anche sugli organismi dell'Unione europea.
Invece possiamo festeggiare, con le forze politiche antirazziste che non ci
hanno delusi: PSE, ALDE, Verts/ALE, GUE/ NGL e altre. I ministri della Giustizia
dell'Ue hanno approvato la decisione quadro contro razzismo e xenofobia, con la
quale si introducono sanzioni fino a tre anni di carcere per chi incita
pubblicamente alla violenza o all'odio razziale. "Il razzismo e la xenofobia non
devono avere posto in Europa", ha dichiarato Barrot, "e vanno puniti
severamente, con misure dure ed efficaci, perché l'intolleranza è una violazione
diretta dei principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani e
libertà fondamentali sui quali è fondata l'Unione europea". I ventisette Paesi
membri dovranno ora recepire, entro due anni, nella loro legislazione questa
norma europea. Il fenomeno dell'intolleranza razziale diffusosi a macchia d'olio
in Italia, soprattutto nei confronti dei Rom, ha avuto un ruolo importante in
questa decisione della Commissione europea e il voluminoso dossier contenente
centinaia di articoli, locandine e dichiarazioni di politici italiani ha
costituito un'evidenza che non si poteva ignorare. Così, finalmente, un progetto
europeo che è stato presentato nel 2001, ma che finora era rimasto nel cassetto,
diviene uno strumento elettivo per combattere le più odiose forme di
discriminazione e violenza, che colpiscono i comparti più vulnerabili della
società europea. La nota emanata dalla Commissione precisa infatti che le
sanzioni prevederanno "il carcere da uno a tre anni per chi incita pubblicamente
all'odio razziale e alla xenofobia anche attraverso la diffusione di testi
scritti, foto o altro materiale diretto contro un gruppo o una persona
individuata per la sua razza, colore, religione, origine nazionale o etnica
oppure tollerano, negano e minimizzano in maniera grossolana crimini di
genocidio, contro l'umanità e di guerra".
info@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com
Di Fabrizio (del 29/11/2008 @ 09:25:58, in Europa, visitato 2798 volte)
Da
Hungarian_Roma
Javno.com
Aggressivi estremisti di destra hanno attaccato anche la polizia
Gli attacchi al popolo Rom in Ungheria sono aumentato ad un tasso allarmante
in coincidenza col rafforzarsi dei gruppi di estrema destra radicale, ha detto
una Rom ungherese membro del Parlamento Europeo.
Viktoria Mohacsi, che è del partito dell'opposizione Liberaldemocratico, ha
detto che la polizia dovrebbe investigare sui potenziali motivi razziali che
stanno dietro una serie di attacchi a case di Rom, in cui sono state uccise
quattro persone dall'inizio del mese (VEDI
ndr).
"Questi crimini sono cresciuti in maniera significativa nell'ultimo anno,
anno e mezzo e... questo può essere collegato al lancio della Magyar Garda," ha detto venerdì Mohacsi in un'intervista.
La Magyar Garda fu lanciata nell'agosto 2007 e sollevò critiche unanimi
per le sue nere uniformi e le insegne che i critici dissero ricordavano l'era
nazista.
La guardia, appoggiata dal partito Jobbik di estrema destra che non è
rappresentato in parlamento, dice di essere un gruppo civico che intende
preservare la cultura ungherese e i valori nazionali.
Sinora ha oltre 1.500 membri e ha tenuto marce in posti diversi per
dimostrare contro il "crimine rom".
Jobbik dice di non aver niente a che fare con gli attacchi ai Rom.
"Noi obbediamo alle leggi... e lanciare una granata in una casa dove ci sono
bambini non è il nostro metodo," viene riportato venerdì dall'agenzia MTI a nome
di Gabor Vona, presidente di Jobbik.
L'Ungheria, membro dell'Unione Europea dal 2004, ha una tra le più grandi
comunità Rom nell'Europa orientale, circa il 5 - 7% su una popolazione di 10
milioni.
La polizia ha annunciato giovedì di aver messo a punto un'unità speciale per
indagare sui 14 casi in cui i Rom sono stati attaccati quest'anno.
La maggior parte dei casi riguarderebbe bombe molotov gettate nelle case e
colpi di armi da fuoco, senza feriti, ma all'inizio di questo mese due Rom sono
stati colpiti a morte in un attacco a due case nel
nord est.
Questa settimana l'uccisione di due Rom in un attacco con bombe a mano
nell'Ungheria meridionale, ha creato una disputa tra la polizia e l'ombudsman
per le minoranze, che ha detto che la polizia ha escluso prematuramente il
pregiudizio razziale.
Mohacsi, che ha ricevuto email minatorie, ha accolto con favore la notizia
che la polizia ha creato un'unità speciale che esaminerà i motivi razzisti
dietro gli attacchi.
Ha anche detto che elementi dell'estrema destra hanno contribuito al
rafforzamento del pregiudizio anti-Rom nel pubblico.
"Il termine 'Crimine Rom' è diventato un espressione condivisa... nella
società ungherese," ha detto.
Una crescita del pregiudizio è stata confermata da uno studio del mese
scorso.
"Le azioni dell'estrema destra a cui assistiamo dall'autunno del 2006... e
l'apparire della Magyar Garda ha rotto le barriere di chi prima si tratteneva
dall'articolare apertamente i propri pregiudizi," mostra lo studio.
Mohacsi ha detto che la UE, che conta una popolazione rom di 8-12 milioni,
sinora non è riuscita ad adottare una strategia per l'inclusione sociale dei
Rom, e non ha dichiarato nella propria legislazione che la segregazione
scolastica è discriminatoria.
"L'attuale crisi economica... colpirà chi vive nella povertà più profonda, e
qui ci stanno i Rom. Vorrei ricordare ad ogni politico responsabile che questa è
anche la ragione per cui deve crearsi una Strategia Europea Rom," ha detto
mercoledì Mohacsi al Parlamento Europeo.
Peter Feldmajer, presidente di
Mazsihisz, il più grande gruppo religioso ebreo ungherese, ha detto alla Reuters
di essere preoccupato della crescita dei gruppi della destra radicale.
"E' evidente che la destra radicale si sta, se non rafforzando,
definitivamente diventando più organizzata, sta alzando la sua voce e ottenendo
più attenzione dai media," ha detto.
Di Fabrizio (del 28/11/2008 @ 09:46:15, in Europa, visitato 2562 volte)
Da
British_Roma
news.uk
Ho paura per il mio parto trigemino se sarò sgomberata - 21
novembre By Jon Austin
Una VIAGGIANTE in attesa di un parto trigemino dice di aver paura per i
bambini in attesa, se sarà obbligata a lasciare la sua casa.
Jean Sheridan, 24 anni, è una delle 400 persone che potrebbe essere
sgomberata dal campo illegale di Dale Farm, presso Crays Hill, se il
consiglio
comunale di Basildon otterrà il diritto di sgombero prima di Natale.
I dottori hanno avvertito la signora Sheridan, che ha già una figlia di due
anni, che potrebbe dare alla luce i suoi tre figli prima dell'udienza che sarà
tra tre settimane. Dice lei: "Vi immaginate con mia figlia e i tre bambini in un
campo senza acqua ed elettricità o un dottore? E se i bambini si ammalano?"
La signora Sheridan è una delle donne in attesa, che per oltre cinque anni
hanno vissuto nel campo non autorizzato, che intendono protestare fuori dalla
Reale Corte di Giustizia a Londra, il 4 dicembre.
Dice di aver paura che i bambini, a cui vuole dare il nome di
Richard, John e David, possano essere prematuri e aver bisogno di cure speciali.
A Jean, che è incinta di 28 settimane, i dottori hanno detto che potrebbe
partorire in qualsiasi momento dopo 24 settimane.
Ci dice: "Mi hanno detto che i bambini potrebbero nascere presto. Avranno
bisogno di molte cure. Io ho bisogno di non essere sgomberata."
"Adesso ho bisogno di un posto fisso, dove essere vicino all'ospedale nel
caso succedesse qualcosa o se si rompessero le acque."
Si prega per questo parto nel Centro Comunitario di St Cristoforo a Dale
Farm, mentre la signora Sheridan viene seguita dall'Ospedale Kings College di
Londra, e dall'Ospedale di Basildon.
L'attivista Grattan Puxon ha detto: "I dottori l'hanno consigliata di restare
a letto per dare ai nascituri le migliori possibilità."
"Anche se il consiglio comunale è a conoscenza delle sue condizioni, dicono
che non ci saranno cambiamenti nelle circostanze offerte ai membri eletti di
riconsiderare lo sgombero."
Malcom Buckley, leader del consiglio, ha detto: "E' opinione dei nostri
avvocati che non ci siano cambiamenti significativi. In quel sito ci sono sempre
stati bambini e donne incinte."
"Si può opinare se è responsabile aumentare una famiglia, quando non si è
certi sul futuro della propria dimora."
Di seguito alcuni commenti apparsi sulla pagina web di Echo in merito
alla vicenda:
- Nessuna simpatia per niente, perché non ti comperi una casa da qualche
altra parte?
- Merda secca.
- E' spregevole come questa gente distorca la verità.
- Questi si attaccano al caso... Ah Ah lo sgombero sta per arrivare.
- Chi se ne importa! Merda secca
++++++++++++ ++++++++
From Dale Farm Housing Association
JEAN ASKS EVERY ONE WHO
CAN TO JOIN THE MOTHERS'
PROTEST RALLY :
Thursday 4 December
Royal Courts, The Strand,
London 11.30 am
If you want to help mothers
stop this eviction contact:
dale.farm@btinternet.com
Di Fabrizio (del 25/11/2008 @ 09:22:23, in Europa, visitato 2603 volte)
Lungo e angosciante, siete avvertiti... da
Roma-ex_Yugoslavia
New Kosova Report (chi vuole si legga anche i commenti in fondo
all'articolo originale)
Bambino rom presso il centro di raccolta immondizia
By
Paul Polansky - 17 novembre 2008 - Questo mese, la seconda OnG tedesca,
la "Società per i Popoli Minacciati", invierà Paul Polansky, Capo Missione per
il Kosovo, alla Casa dei Comuni a Londra ed al quartiere generale UE di
Bruxelles nel tentativo di salvare 130 famiglie rom sistemate dalle Nazioni
Unite in campi che costituiscono una
minaccia alle loro vite.
Segue un riassunto del discorso di Polansky all'audizione di Bruxelles.
A due ore di aereo da qui, nell'Europa Orientale, ci sono due campi della
morte, soprattutto per i bambini con meno di sei anni.
Se questi bambini non muoiono entro i sei anni, soffriranno per il resto
della loro breve vita di danni irreversibili al cervello.
Questi campi ci sono da nove anni. Sono stati costruiti sul terreno delle più
grandi miniere di piombo dell'Europa, ed accanto ad una discarica tossica di 100
milioni di tonellate.
Questi campi (quattro n origine) furono costruiti dall'amministrazione ONU in
Kosovo e dal loro partner Azione delle Chiese che Lavorano Assieme. Pure le
baracche sono state costruite con vecchi pannelli di piombo.
Sinora in questi campi sono morte 77 persone, principalmente per
complicazioni da avvelenamento da piombo. Più di 50 donne hanno abortito per le
medesime ragioni. Una donna e il suo bambino sono morti durante il parto.
Durante la gravidanza era stata curata per avvelenamento da piombo. Dopo la sua
morte venne scoperto da un rinomato laboratorio di Chicago che i due
sopravissuti dei suoi nove figli avevano i più alti livelli di piombo nella
storia medica.
Secondo esperti medici della Germania e degli USA che avevano visitato i
campi, ogni bambino concepito in questi campi crescerà con danni irreversibili
al cervello.
Nel novembre 1999, l'UNHCR prese in carico dei Rom rimasti senza casa e li
spostò in quattro accampamenti improvvisati costruiti su una distesa tossica,
l'unico posto disponibile per l'ONU. Protestai, richiamando l'attenzione degli
ufficiali ONU e specialmente del capo dell'UNHCR a Pristina, che queste distese
tossiche potevano danneggiare la salute di questi IDP (persone internamente
disperse). L'UNHCR mi assicurò di aver firmato contratti con la municipalità
locale, che questi IDP sarebbero rimasti lì per soli 45 giorni. Alla fine dei 45
giorni, le loro case sarebbero state ricostruite e loro rimpatriati, oppure
portati in un altro paese come rifugiati. Disgraziatamente, dopo quasi nove anni
e molte morti a causa del piombo, questi IDP vivono ancora su un terreno
inquinato.
Durante l'estate del 2000 Bernard Koucher, amministratore ONU, chiese
all'ufficiale sanitario ONU di compiere una ricerca medica su Mitrovica, perché
molti poliziotti ONU e soldati francesi accusavano alti livelli di piombo nel
sangue. Nel novembre 2000, questo rapporto del dottor Andrej Andrejew dell'ONU,
venne presentato all'UNMIK, dove si dichiarava che la maggior parte della gente
che viveva a Mitrovica soffriva di avvelenamento da piombo. Il rapporto
stabiliva che i peggiori effetti si avevano sui Rom che vivevano nei campi ONU e
si raccomandava l'evacuazione dei campi e di recintare le aree perché nessuno
potesse entrarvi accidentalmente.
Invece di chiudere i campi, l'ONU costruì una trincea di 1,5 km. tra i due
campi ed i depositi di scorie tossiche. Pose anche cartelli in quattro lingue
chiamando questo percorso il Vicolo della Salute. Ma l'ONU costruì anche su
un'area accanto a 100 milioni di tonnellate di rifiuti tossici un campo da
calcio e uno da basket per i bambini Rom. Non venne detto loro che l'esercizio
fisico, aprendo i loro polmoni, li avrebbe resi ancora più vulnerabili al
piombo.
Nonostante i ripetuti appelli per aiutare i Rom, specialmente quelli che
vivevano nei tre campi dell'area di Mitrovica nord, l'ONU fece esattamente
l'opposto. Gli aiuti alimentari vennero sospesi nel 2002, dicendo che era tempo
per i Rom che trovassero da loro come sopravvivere. Nel campo di Zitkovac, una
volta l'acqua corrente venne tagliata per sei mesi, perché l'amministratore del
campo, Chiese che Lavorano Assieme, trovò che i Rom usavano troppa acqua. Così,
i Rom di Zitkovac dovevano camminare per quattro km. due volte al giorno per
avere acqua potabile. In tutti e tre i campi. la maggior parte dei Rom doveva
andare alla discarica locale per cercare qualcosa da mangiare.
Nell'estate del 2004, L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fece
un'indagine speciale sull'avvelenamento da piombo nei tre campi, dopo che una
bambina di quattro anni, Jenita Mehmeti, morì per quella causa. Sino allora 28
persone (soprattutto giovani e bambini) erano morti nei tre campi, ma Jenita era
stata la prima a ricevere cure specifiche prima di morire. Nuovi esami del
sangue presi dall'OMS, mostravano che i bambini, i più vulnerabili
all'intossicazione, avevano i livelli più alti che gli analisti OMS avessero mai
registrato.
La procedura standard per il trattamento medico dell'avvelenamento da piombo,
richiede l'immediato allontanamento dalla fonte di avvelenamento e
l'ospedalizzazione sei i livelli di piombo sono superiori a 40 μg/dL. I
danni irreversibili al cervello iniziano a 10 μg/dL, specialmente nei
bambini sotto i sei anni di età il cui sistema immunitario non è ancora
pienamente sviluppato. Molti dei livelli di piombo nei bambini di questi tre
campi erano superiori a 65 μg/dL, il livello più alto che le macchine OMS
potessero leggere. Lo staff OMS sospettava che in alcuni bambini (causa i loro
sintomi), ci fossero livelli di piombo tra gli 80 e i 90. E' risultato poi che
due bambini avevano un livello di 120 μg/dL, il più alto mai registrato
nella storia medica.
Nel novembre 2004, l'OMS presentò il proprio rapporto all'UNMIK, chiedendo
l'immediata evacuazione dei campi. Anche se esistevano dei precedenti per l'ONU,
che aveva evacuato migliaia di Albanesi e Serbi in Kosovo quando si trattava
delle loro vite in pericolo, questi Rom non vennero evacuati. L'unica misura
presa dall'ONU fu di indire riunioni bimensili tra le agenzie ONU e le altre OnG
per studiare il problema. Anche se molte OnG, incluso il Comitato Internazionale
delle Croce Rossa, fecero una petizione all'ONU per l'immediata evacuazione di
questi "campi della morte" entro 24 ore, sino al 2006 l'ONU non intraprese
alcuna azione.
Nel gennaio 2006 l'ONU in Kosovo chiuse uno dei campi e spostò 35 famiglie in
una nuova sistemazione, a circa 50 metri dal loro vecchio campo. Il campo nuovo
venne chiamato Osterode. Era una ex base dell'ONU francese a Mitrovica nord, che
era stata abbandonata dopo che a molti soldati era stati trovati i sintoni di
avvelenamento da piombo. Difatti, ai soldati venne detto dai dottori militari di
non fare figli per almeno nove mesi dopo aevr lasciatoil campo, per gli alti
livelli di piombo nel loro sangue.
Tuttavia, l'ONU nella sua saggezza spese oltre 500.000 €u. (donati dal
governo tedesco) per rinnovare questo campo. Intuendo che l'avvelenamento
arrivava soprattutto dal terreno, l'ONU asfaltò l'area ed in seguito ottenne dal
CDC, Centro per il Controllo del Disagio - un'agenzia finanziata dagli USA, un
certificato che il campo era "libero dal piombo". Ma dato che tutti questi campi
erano costruiti sull'area delle miniere di Trepca, la maggior parte
dell'inquinamento arriva attraverso l'aria dalle 100 milioni di tonnellate di
scorie tossiche ammassate davanti ai campi.
Nel settembre 2006, alla sua prima conferenza stampa come capo dell'ONU in
Kosovo, Joachim Ruecker annunciò con orgoglio che l'ONU stava facendo qualcosa
per aiutare questi Rom che morivano di avvelenamento. Oltre che a spostarli dai
loro campi verso Osterode, che non era più dichiarato libero da piombo ma "meno
inquinato", l'ONU avrebbe iniziato a trattare la situazione con una dieta
migliore. Per la prima volta in quattro anni venivano forniti ai Rom aiuti
alimentari così che non dovessero più andare alla discarica. L'ufficio USA
dell'ONU a Pristina donò 1.000.000 $ per questa "dieta migliore".
E' noto ai medici che una dieta appropriata può abbassare i livelli di piombo
di circa il 20%, ma solo se la persona interessata viene allontanata dalla fonte
di avvelenamento. Nel caso dei Rom, ridurre i loro livelli del 20%, li lasciava
lo stesso in una situazione dove la loro vita era a rischio. Per la prima volta
in quattro anni, l'ONU forniva anche uno staff medico per seguire la salute di
questi Rom. Sfortunatamente, l'avvelenamento da piombo può essere trattato solo
una volta che il paziente viene allontanato dalla fonte di avvelenamento. In
ogni caso, lo staff medico se ne andò perché per mesi non era stato pagato.
Con la primavera 2006 due dei campi (Zitkovac e Kablare) vennero chiusi e
oltre 100 famiglie vivono adesso a Osterode. Dopo tre mesi, vennero raccolti
campioni di sangue e secondo l'UNMIK la salute dei Rom stava migliorando, grazie
alla nuova dieta, ed i livelli di piombo stavano scendendo. D'altra parte, tanto
l'OMS che l'UNMIK rifiutarono di rendere pubblici i risultati dell'indagine,
persino alle stesse famiglie rom. Più tardi mi vennero date copie dei test da un
componente dello staff OMS contrariato da questa riservatezza. I risultati del
test mostravano che non solo i livelli di piombo salivano, ma che Osterode, il
campo liberato dal piombo, aveva ora livelli di inquinamento superiori a quello
di Cesmin Lug, vecchio di nove anni.
Nel 2006 l'ONU annunciò che l'unica soluzione per i Rom che vivevano su o
accanto il terreno tossico, era di ricostruire le loro case nel loro vecchio
quartiere e di spostarle là. Così l'ONU riunì diversi donatori internazionali
per ricostruire alcune delle case dei Rom e diversi blocchi di appartamenti, con
la promessa di rimandare i Rom nel loro vecchio quartiere. Sfortunatamente, non
appena queste case ed appartamenti furono completati tra l'estate e la fine del
2006, l'ONU non li assegnò ai Rom che vivevano nella zona inquinata, ma
principalmente ai Rom del Kosovo rifugiati in Serbia e Montenegro, per mostrare
che la politica di ritorno dei rifugiati stava funzionando.
Nell'aprile 2007 terminarono tutti gli aiuti medici ed alimentari ad Osterode,
perché secondo l'ONU non c'erano più soldi. Un'altra volta, i Rom furono
obbligati a trovarsi da mangiare nella locale discarica. Ma il peggio doveva
ancora arrivare.
Dato che molti bambini a Osterode e nel limitrofo campo di Cesmin Lug
mostravano segni comuni di avvelenamento (piombo nei denti, vomito giornaliero e
perdita della memoria), i capi dei campi richiesero nell'aprile 2008 nuovi esami
del sangue. Esami casuali su 105 bambini mostrarono risultati sconcertanti.
Molti bambini che vivevano nel campo ONU di Osterode "libero da piombo", avevano
i livelli di piombo raddoppiati da quando si erano spostati nell'ex base
francese.
A causa del rifiuto di ONU e UNHCR di aiutare questi cittadini del Kosovo, mi
rivolsi direttamente al Ministro della Sanità della neo dichiarata Repubblica
del Kosovo. Il Dr. Alush Gashi non è soltanto un medico ma anche un mio amico
personale da anni. Una volta viveva e lavorava a San Francisco. Non solo gli
scrissi per email, ma lo visitai anche nel suo ufficio, chiedendogli di aiutare
i suoi cittadini di minoranza. Comprese il problema e la situazione. Come
dottore sapeva che bisognava evacuare immediatamente questi Rom. In una recente
intervista filmata, il Dr. Gashi riconosceva che questi Rom andavano allontanati
immediatamente, che sarebbero stati meglio in prigione che nei campi della
morte. Disse che USAID stava finanziando un progetto assieme ai Mercy Corps per
salvare questa gente.
Non impiegai molto tempo per ottenere una copia del progetto USAID/Mercy Corp.
Chiedeva il rialloggiamento di 50 delle 120 famiglie che vivevano nei campi
entro i prossimi due anni e mezzo. Non c'era alcuna soluzione medica immediata
per chi viveva nei campi. Non era menzionata l'evacuazione. Più tardi scoprii
che gli autori del progetto non avevano mai visitato i campi. Tuttora, USAID sta
adoperando 2,4 milioni di $ per questa soluzione cosmetica.
Sin dal 2005, abbiamo tentato di obbligare l'ONU ad aiutare questi Rom.
Un'avvocata americana,
Dianne Post, cercò di citare l?ONU a nome di diverse centinaia di Rom che
vivevano in questi campi. La sua causa contro l'ONU alla corte dei Diritti Umani
a Strasburgo fu rigettata, perché il tribunale dichiarò che soltanto uno stato,
non un'organizzazione, poteva essere processato. Anche se l'ONU era l'unico
amministratore del Kosovo, il tribunale decise che l'ONU non poteva essere
perseguito.
L'ONU non ha una politica di ricompensazione per questi problemi. Ma gli
avvocati ONU per tre anni hanno rifiutato di cooperare nella ricerca di un
compenso per questi Rom o per risolvere i loro problemi sanitari. L'ONU non nega
le proprie responsabilità ma rifiuta di rispondere sulle proprie regole e norme.
Nel 2005 la Società per i Popoli Minacciati, la più grande OnG in Germania dopo
la Croce Rossa, inviò in Kosovo il Dr. Klaus Runow, rinomato esperto tedesco
sugli avvelenamenti tossici. Anche se l'ONU ha tentato di tenerlo lontano dai
campi, è stato in grado di raccogliere 60 campioni di capelli dai bambini rom.
Ha poi spedito questi campioni ad un rinomato laboratorio di Chicago. Il
risultato mostrò che quei bambini non solo avevano i più alti livelli di piombo
nella storia medica, ma che tutti avevano i sintomi di avvelenamento da altri 36
metalli pesanti. Nel tentativo di difendersi, il personale ONU ha spesso
replicato che l'intossicazione dei Rom dipende dal fatto che smaltiscono le
batterie delle auto. Però, il Dr. Runow ha puntualizzato che nessuno di questi
metalli tossici è presente nelle batterie automobilistiche.
Il
Dr. Rohko Kim, formatosi ad Harvard ed in servizio OMS a Bonn, Germania, era
consulente ONU sull'avvelenamento da piombo nei loro campi in Kosovo. Anche se
aveva ordini di non rilasciare interviste o informazioni sui campi rom, riuscii
a parlargli. Gli chiesi se l'avvelenamento da piombo fosse dovuto allo
smaltimento delle batterie delle auto. Mi disse di no. Mi disse che la maggior
parte dell'avvelenamento proveniva dalle polveri tossiche rilasciate dai mucchi
di scorie e dal fatto che i campi furono costruiti sul terreno delle miniere. Mi
disse che ogni bambino concepito in quei campi avrebbe sofferto di danni
irreversibili al cervello. Disse che avevamo già perso un'intera generazione di
bambini rom per colpa dell'avvelenamento da piombo. In un discorso del 2005,
alla presenza dell'OMS, dell'UNMIK e del Ministro della Sanità del Kosovo,
il Dr. Kim disse: "La situazione attuale nella comunità rom che ora vive nei
campi è estremamente seria. Dal 1991 ho condotto personalmente ricerche
sull'avvelenamento da piombo, ma non ho mai incontrato livelli così alti nel
sangue. Ritengo che il caso di Mitrovica nord sia unico, mai conosciuto prima
nella storia. E' una delle più grandi catastrofi legate al piombo nel mondo e
nella storia."
Sinora sono morti 77 Rom nei campi ONU. A ciò vanno aggiunti gli aborti.
L'ONU non ha mai investigato su nessuna morte nei campi o mai fatto un'autopsia.
D'altronde, dai sintomi descritti da parenti e vicini, i dottori consultati
ritengono che l'avvelenamento da piombo ha contribuito alla maggior parte delle
morti e degli aborti.
Qualche mese fa a Osterode è morto un altro bambino rom. Aveva un mese di
vita, ed era nato con una grande testa, pancia gonfia e gambe in miniatura. Si
era svegliato alle sei del mattino, vomitando, e morì 20 minuti dopo in
ospedale.
L'avvelenamento da piombo da una morte spaventosa per i bambini. Jenita
Mehmeti, 4 anni, stava frequentando l'asilo nel campo quando la maestra si
accorse che stava perdendo la memoria e faceva fatica a camminare. Jenita fu
rimandata nella sua baracca dove nei seguenti tre mesi vomitò diverse volte al
giorno, prima di rimanere paralizzata e morire.
Ci sono precedenti nel Kosovo per salvare le vite, ma non quelle di 500 Rom.
Questo è un appello a voi parlamentari. In Europa oggi abbiamo un campo di morte
per bambini. Per piacere fate qualcosa.
Di Fabrizio (del 20/11/2008 @ 09:24:33, in Europa, visitato 1839 volte)
Da
Roma_Daily_News
Inter
Press Service - By David Cronin
BRUXELLES, 13 novembre - Un'ideologia politica basata sul desiderio di
sterminare i Rom sta emergendo in diverse parti d'Europa, così dice una
conferenza tenutasi a Bruxelles
Dopo numerosi attacchi violenti a Rom da parte di skinhead ed altri
estremisti in Bulgaria, nell'agosto 2007 è stata annunciata la formazione
del partito di estrema destra Guardia Nazionale.
"L'anti-ziganismo" rivendicato dal suo leader Vladimir Rasate può essere
comparato all'anti-semitismo che negli anni '30 aiutò i nazisti a prendere il
potere in Germania, secondo Michael Stewart, professore di antropologia all'University
College di Londra. "Il partito di Guardia Nazionale vede l'eliminazione dei Rom
come base del rinnovamento nazionale," dice Stewart, che a lungo ha lavorato con
le comunità rom negli ex paesi comunisti. "E' un nuovo fenomeno in Europa, che
prima non esisteva. E' un pericolo reale."
I commenti di Stewart, rilasciati in un'audizione del Parlamento Europeo
il 13 novembre, riecheggiano i dati di un recente rapporto sui crimini contro i
Rom di Human Rights First. L'organizzazione con base a New York dichiara che per
i Rom in alcuni paesi "il rinnovato virulento anti-ziganismo è un ricordo strano
e lugubre del Porrajmos, l'Olocausto Romanì durante la II guerra mondiale, che
uccise più della metà della popolazione rom europea."
"Quando navigati leader politici europei discutono pubblicamente sulla
'soluzione' al 'problema Rom', invocando l'uso di dinamite, recinzioni
elettrificate, deportazioni, presa delle impronte a uomini, donne e bambini,
involontariamente vengono alla mente paralleli storici."
L'ostilità contro i Rom è diventata particolarmente acuta in Italia, dove i
partiti che formano la coalizione governativa del primo ministro Silvio
Berlusconi hanno tentato apertamente di dipingere tutti i Rom come criminali. A
maggio il governo italiano ha introdotto un "pacchetto sicurezza" che comprende
lo smantellamento dei campi rom e la deportazione automatica dei migranti che
non possono provare di avere un impiego regolare.
La discriminazione contro i Rom in Italia "non ha confronto con nessun altro
paese in Europa", dice Monica Rossi, ricercatrice all'Università di Roma,
spiegando che ai Rom viene negato lo status ufficiale di minoranza e non sono in
grado di richiedere la cittadinanza italiana. I programmi apparentemente volti
alla scolarizzazione dei bambini rom hanno fallito, dice. "Dopo 40 anni di
progetti scolastici, ci sono 20 ragazzi che vanno alle superiori. Questo su una
popolazione di 15.000."
Graziano Halilovic, Rom Xoraxane delle Federazione Rom d'Italia, descrive le
condizioni dei campi dove vive la sua gente come "abbastanza estrema".
"E' una vergogna per la nazione italiana lasciar vivere i Rom in condizioni
simili," aggiunge. "Quel che è peggio è che l'Italia è parte dell'Unione
Europea. La vergogna dell'Italia presto può diventare la vergogna dell'Unione
Europea."
A settembre la Commissioen Europea, braccio esecutivo della UE, ha ospitato
un summit Rom, che ha raccolto le richieste per lo sviluppo di una strategia UE
per l'inclusione dei Rom. La sua popolazione è stimata tra i 12 e 15 milioni, i
Rom sono spesso descritti come la più grande minoranza etnica in Europa, oltre 9
milioni di loro vivono nei 27 paesi UE.
Valeriu Nicolae, segretario generale dell'Organizzazione di Base Europea Rom,
ha detto che i Rom non vengono consultati in modo appropriato quando vengono
formulate le politiche che li riguardano. "Il corpo principale dell'Unione
Europea che agisce sulle tematiche Rom - la Commissione Europea - non impiega
nessun Rom o qualche politico Rom esperto," dice.
Jan Jarab, componente della Commissione riguardo le politiche sociali, dice
che l'esecutivo UE sta tentando di aumentare gli sforzi per agire sulla
difficile situazione dei Rom. Ma è riluttante, aggiunge, e semplicemente
"rinomina" leggi precedentemente introdotte contro la discriminazione
"mettendogli l'etichetta 'strategia'."
Al momento, le politiche sui Rom nei paesi UE sono spesso basate o
sull'approccio "laissez-faire" o sulla repressione, aggiunge. Cita la Spagna
come un paese dove si sono registrati successi nel fornire ai Rom case e lavori
decenti.
Marian Nedelica, insegnante nella città rumena di Craiova, dice che anche se
il suo paese ha promulgato una legge che garantisce l'accesso all'istruzione,
circa il 27% dei bambini rom non frequenta la scuola. Dovrebbero essere
introdotte misure contro le autorità scolastiche che permettono che ci sia
discriminazione, continua.
Livia Jaroka, membro ungherese del Parlamento Europeo di origine Rom,
dice che il suo popolo soffre di un "tipo di povertà estremo come nell'Africa
sub sahariana". Aggiunge che c'è bisogno di strumenti che puniscano i governi UE
che non applicano le leggi dell'Unione contro la discriminazione.
Gabriela Hrabanova, che lavora presso il ministero ceco del lavoro e degli
affari sociali, ha detto che c'è una "mancanza di coordinamento" tra gli stati
membri della UE sulle tematiche riguardanti i Rom. "In molti stati membri, non
c'è niente a livello locale, anche se sulla carta sembra che tutto stia andando
al meglio."
(END/2008)
Di Fabrizio (del 19/11/2008 @ 09:09:04, in Europa, visitato 1637 volte)
Da
Roma_Francais
12-11-2008 20:00 Il rompicapo dell'integrazione dei Rom
Le associazioni chiedono la creazione di una cellula d'urgenza
Come favorire l'integrazione dei Rom nella metropoli? Di espulsione in
espulsione, la situazione della gens du voyage originaria dell'Est Europa
sembra insolubile. I reclami dei proprietari obbligano le forze dell'ordine a
procedere all'evacuazione delle bidonvilles - come alla porte de
Valenciennes, fine ottobre - rimandando per strada intere famiglie ed impedendo
una scolarità normale ai bambini.
Cittadini europei
Con l'arrivo dell'inverno, le associazioni di aiuto alla gens du voyage
lanciano un appello per la creazione di una cellula d'urgenza, che riunisca la
prefettura, la metropoli e la città di Lille: "Non si potrà fare scomparire i
Rom, perché sono cittadini dell'Unione Europea," spiega Gérard Minet, segretario
federale della Lega dei diritti dell'uomo. "Occorre una risposta collettiva dei
poteri pubblici, perché si smetta di rimbalzarsi la palla!"
La città di Lille, che assicura di lavorare a proposito, ricorda che si
tratta di una competenza statale. A tal proposito, le espulsioni mirano ad
evitare di lasciare peggiorare le situazioni sanitarie, come fu il caso negli
anni precedenti, precisamente nel dicembre 2007, quando una Romnì aveva trovato
la morte a causa di un incendio, in rue du Faubourg-d'Arras.
Da parte della prefettura, che lo scorso inverno aveva requisito l'ostello
della gioventù di Lille per alloggiare delle famiglie, si ricorda che il
dispositivo di alloggiamento invernale è stato allargato quest'anno,
particolarmente a destinazione delle famiglie. Secondo le associazioni, per il
momento non è prevista alcuna tavola rotonda.
Di Fabrizio (del 18/11/2008 @ 08:58:55, in Europa, visitato 1606 volte)
Da
Hungarian_Roma
By: MTI - 2008-11-11 h. 10:31 - Combattere gli stereotipi basati sul
"crimine zingaro" come pure incoraggiare i giovani rom a considerare la carriera
di poliziotto, sono gli obiettivi di un'iniziativa lanciata lunedì a Budapest,
hanno annunciato gli organizzatori in una conferenza stampa.
"Tutti gli zingari sono criminali" è lo stereotipo ripetuto più spesso
riguardo i Rom in Ungheria ed in tutta Europa, ha detto durante l'incontro
Greg Dorey, ambasciatore GB in Ungheria. Ha aggiunto di sperare che questa
campagna possa aiutare a cambiare quella falsa immagine.
L'iniziativa può portare a una nuova era di apertura e tolleranza, ha detto
April H. Foley, ambasciatore USA.
C'è paura che l'attuale crisi economica si evolva in crisi sociale e morale,
e dobbiamo fare tutto quanto è nel nostro potere per evitarlo, ha detto Katalin
Levai, parlamentare ungherese. Le persone tendono a cercare dei capri espiatori
quando le loro condizioni di vita si fanno incerte, ha detto.
Di Fabrizio (del 17/11/2008 @ 09:15:48, in Europa, visitato 1630 volte)
Da
Czech_Roma
(CTK) Praga, 10 novembre 2008. I Rom nella Repubblica Ceca hanno dimenticato
lo stile di vita nomadico dei loro antenati, ha detto a CTK Ivan Vesely,
presidente di Dzeno e vice-presidente del consiglio governativo per gli affari
Romanì.
Cinquanta anni fa l'ex regime comunista della Cecoslovacchia promosse una
legge sull'insediamento permanente delle persone migranti che ebbe effetto
dall'11 novembre 1958.
La legge è andata in proscrizione dieci anni fa ed il nomadismo non è più
stato punito dalla caduta del comunismo del 1989.
Ha detto Vesely: "La gente ha già dimenticato quello stile di vita. "Non è
più sentito come minaccia se qualcuno nella Repubblica Ceca volesse comprare un
cavallo o un caravan."
Ha detto, che comunque i Rom non hanno perso il sangue dei viaggiatori. "Una
nuova forma di nomadismo è la migrazione dopo il lavoro," ha detto, aggiungendo
che questo vale anche per le altre persone.
La maggioranza assoluta dei Rom sul territorio ceco già viveva in maniera
simile alla società maggioritaria, quando venne pubblicata la legge che vietava
il nomadismo.
Vesely ha affermato che 30.000 Rom al massimo, soprattutto gli Olah,
conducevano in quel periodo una vita nomade.
"Per loro fu un cambiamento fondamentale che ebbe un impatto immediato
completamente distruttivo per loro," ha detto Karel Holomek, presidente della
Comunità Romanì in Moravia, che ha ricordi dell'atmosfera al tempo
dell'emanazione della legge.
"Rimossero le ruote dai carri e probabilmente mandarono i cavalli al macello.
La gente si sistemò in posti dove sono tuttora," ricorda Holomek.
"Da un giorno all'altro furono obbligati a vivere in un ambiente che per loro
era insolito, nei villaggi. Dovettero accettare le regole del gioco, furono
obbligati a cambiare completamente lo stile del loro comportamento," ha detto
Holomek.
Ha poi aggiunto che i Rom spesso non sono riusciti a coesistere con i locali.
"Il loro modo di vita libero offriva una miglior possibilità di assicurarsi
da vivere e venne definitivamente distrutto," ha aggiunto.
Holomek ha poi detto che l'intenzione dei legislatori era assimilare i Rom,
ma che questo spesso non ha funzionato.
Emersero dei ghetti per Rom da varie parti, i loro abitanti non avevano
lavoro e vivevano in condizioni peggiori degli altri cittadini "bianchi".
"Inoltre, i pregiudizi sopravvivono ancora, sono generalizzati ed applicati a
tutti i Rom," ha detto Holomek.
Tuttavia, aggiunge, la Repubblica Ceca ha una posizione di partenza migliore
degli altri paesi dell'Europa post-comunista nel migliorare le condizioni di
vita dei Rom e le loro relazioni con la società maggioritaria, questo è dovuto
al buono stato dell'economia e della democrazia.
"Se i politici iniziassero davvero a premere per il compimento dei programmi
e così cambiasse l'atmosfera, ci vorrebbero lo stesso altre due generazioni o
altri 50 anni," termina Holomek.
Di Fabrizio (del 16/11/2008 @ 09:07:30, in Europa, visitato 1493 volte)
Da
Roma_Francais
9 novembre 2008 - 122 Rom abitano su un terreno abbandonato di Fréjus dal
maggio 2007. In cinque anni, è il quarto sito dove si sono installati e da cui
sono stati sgomberati. Sono state acquistate dal Soccorso cattolico alcune
roulottes in buono stato.
Alin ha 23 anni. I suoi due bambini corrono nella roulotte, il terzo nascerà
tra poco. La famiglia abita [...] lì da cinque anni. Prima, questi Rom hanno
percorso l'Italia e il Belgio. La Romania, il suo paese? "Non bene," si
scioglie, la voce grave."No lavoro, no casa. Niente." Tuttavia, questi metri
quadrati illuminati da un debole lampada sono lontani da costituire un paradiso.
Ma si riesce a guadagnare un po' di denaro. Non molto - e sempre di meno, si
rammarica. Prima dell'estate, il rottame di rivendeva a 26 centesimi al chilo.
Il prezzo è crollato: 3 centesimi oggi. Neanche di che rimborsare il gasolio
sino a Pignans, dov'è la raccolta.
"Quando i bambini hanno fame," va a mendicare. Così da portare qualche euro
al giorno.
Accompagnamento sociale e professionale
Come Ali e sua moglie Grenguta, 21 anni, ci sono 122 Rom che vivono da maggio
2007 su quest'area, che appartiene ad un proprietario privato. Da almeno cinque
anni che il piccolo gruppo si è formato a Fréjus, le 28 famiglie ed altrettante
roulottes hanno già cambiato posto quattro volte. Anche da qui devono partire,
l'ordine di espulsione è ufficiale. Ma hanno ottenuto una proroga. La forza
pubblica non sloggerà le famiglie. Piuttosto che smuoverli, si cerca di
risolvere il problema.
Lo Stato ha indetto un comitato pilota per trovare una soluzione "prima della
fine dell'anno," spera Caroline Gadou, sotto-prefetto incaricato della missione
(alloggio, impiego, politica cittadina). Sono stati esplorati due siti. Ma tra
le zone inondabili, quelle esposte agli incendi, i proprietari recalcitranti ed
i vicini malfidenti, non è per niente facile. "L'obiettivo non è soltanto
trovare un luogo d'accoglienza, ma anche organizzare l'accompagnamento sociale e
professionale," aggiunge Caroline Gadou.
E' il compito affidato a Sichem. Mediatore di questa associazione, Philippe
Loiseau conosce i Rom da tempo. Inizialmente con il Soccorso cattolico, dove ha
militato e che ha aiutato molto. "Quando li ho incontrati, mi sono detto: che
problema!" Ha imparato a conoscerli uno per uno, con le loro qualità e difetti.
"E' la povertà della povertà," dice semplicemente di questa popolazione fuggita
da un paese (da quando si sono aperte le porte della Romania dopo Ceausescu),
colpiti dalla discriminazione.
Le ragioni per essere lì: "Quando voi non avete da mangiare, se trovate un
posto dove mangiare, anche male, vi fermate." Ma in nessun caso, insiste il
mediatore, le associazioni presenti sul terreno hanno contribuito a far fermare
i Rom. Erano già là, radicati su questa terra.
Rompere i pregiudizi
Cittadini europei, attualmente i Rom hanno il diritto di circolare
liberamente e di vivere in Francia. Ma restano miserabili, perché per il lavoro,
"è più complicato, spiega l'assistente sociale di Sichem, Christelle Berger, il
padrone deve chiedere un autorizzazione per loro, come la carta verde negli
USA."
Christelle aiuta quanti vogliono organizzare il loro ritorno. Il suo lavoro è
anche di difendere il loro diritto alla sanità e all'istruzione. Una ventina di
bambini vanno a scuola o al collegio, a Fréjus, in edifici diversi. L'assistente
sociale si occupa dell'urgenza: una bombola di gas, un aiuto, "con un contratto,
Non siamo una banca." E' un dare per avere. I Rom apprendono a farsi carico, a
tenere il terreno pulito, ad essere buoni cittadini.
"Ma hanno bisogno di talmente tante cose," sospira Philippe. E rompere i
pregiudizi, non è facile. Conclude Christelle: "Mi piacerebbe che la gente
venisse a vedere la realtà. Comprenderebbero che se un bambino arriva coperto di
fuliggine a scuola, è perché si scalda ad un fuoco di legna. E che non ha acqua
calda per lavarsi."
Catherine Aubry
Di Fabrizio (del 15/11/2008 @ 09:35:15, in Europa, visitato 2417 volte)
Da
Nordic_Roma
The
Local Published: 7 Nov 08 16:18 CET
Le minoranze svedesi affrontano estese discriminazioni, incluso la
mancanza di istruzione nella loro madrelingua, ha detto venerdì l'ombudsman
svedese contro la discriminazione etnica
"Ci sono ancora strutture discriminatorie che interessano le possibilità
delle minoranze di veder rispettati i loro diritti" viene detto in un rapporto.
Molti Ebrei, Rom e Svedo-Finnici, come pure i Sami, un popolo indigeno sparso
nella Norvegia settentrionale, Svezia, Finlandia e Russia, ed i Tornedalians,
che sono di discendenza finnica, "hanno perso la loro lingua", dice il rapporto.
In molti non hanno mai avuto la possibilità di imparare la propria lingua,
viene detto, aggiungendo che alcune lingue delle minoranze sono minacciate
all'estinzione.
Sino agli anni '70, la Svezia ha discriminato molte delle sue minoranze
nazionali, anche con la sterilizzazione forzata e l'esclusione delle lingue di
alcune minoranze dalle scuole e dai luoghi di lavoro.
Dal 2000, sono stati ricevuti circa 200 rapporti sulla discriminazione delle
minoranze nazionale in Svezia, inclusi un certo numero di reclami di Rom a cui è
stato negato l'accesso alla casa ed agli spazi pubblici.
Ci sono anche numerosi reclami da parte dei Sami, i cui diritti linguistici
non sarebbero rispettati.
"La situazione è molto seria," ha detto alla Radio svedese l'ombudsman
vicaria Anna Theodora
Gunnarsdottir.
Le minoranze "sperimentano commenti degradanti... e per loro può essere
difficile ricevere istruzione a cui hanno diritto nella loro lingua madre.
Comparato all'accesso dei bambini svedese nella loro lingua, è ovvio che ci sia
discriminazione," ha detto.
Aggiunge il rapporto "Le strutture discriminatorie nelle scuole influenzano i
risultati scolastici dei bambini e quindi hanno conseguenze nelle loro
possibilità di proseguire negli studi superiori, e quindi nel loro accesso al
mercato del lavoro."
AFP
The report is available here:
http://www.do.se/upload/Ladda ner/dorapport-nationella-minoriteter.pdf
(in Swedish)
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