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Press Service - By David Cronin
BRUXELLES, 13 novembre - Un'ideologia politica basata sul desiderio di
sterminare i Rom sta emergendo in diverse parti d'Europa, così dice una
conferenza tenutasi a Bruxelles
Dopo numerosi attacchi violenti a Rom da parte di skinhead ed altri
estremisti in Bulgaria, nell'agosto 2007 è stata annunciata la formazione
del partito di estrema destra Guardia Nazionale.
"L'anti-ziganismo" rivendicato dal suo leader Vladimir Rasate può essere
comparato all'anti-semitismo che negli anni '30 aiutò i nazisti a prendere il
potere in Germania, secondo Michael Stewart, professore di antropologia all'University
College di Londra. "Il partito di Guardia Nazionale vede l'eliminazione dei Rom
come base del rinnovamento nazionale," dice Stewart, che a lungo ha lavorato con
le comunità rom negli ex paesi comunisti. "E' un nuovo fenomeno in Europa, che
prima non esisteva. E' un pericolo reale."
I commenti di Stewart, rilasciati in un'audizione del Parlamento Europeo
il 13 novembre, riecheggiano i dati di un recente rapporto sui crimini contro i
Rom di Human Rights First. L'organizzazione con base a New York dichiara che per
i Rom in alcuni paesi "il rinnovato virulento anti-ziganismo è un ricordo strano
e lugubre del Porrajmos, l'Olocausto Romanì durante la II guerra mondiale, che
uccise più della metà della popolazione rom europea."
"Quando navigati leader politici europei discutono pubblicamente sulla
'soluzione' al 'problema Rom', invocando l'uso di dinamite, recinzioni
elettrificate, deportazioni, presa delle impronte a uomini, donne e bambini,
involontariamente vengono alla mente paralleli storici."
L'ostilità contro i Rom è diventata particolarmente acuta in Italia, dove i
partiti che formano la coalizione governativa del primo ministro Silvio
Berlusconi hanno tentato apertamente di dipingere tutti i Rom come criminali. A
maggio il governo italiano ha introdotto un "pacchetto sicurezza" che comprende
lo smantellamento dei campi rom e la deportazione automatica dei migranti che
non possono provare di avere un impiego regolare.
La discriminazione contro i Rom in Italia "non ha confronto con nessun altro
paese in Europa", dice Monica Rossi, ricercatrice all'Università di Roma,
spiegando che ai Rom viene negato lo status ufficiale di minoranza e non sono in
grado di richiedere la cittadinanza italiana. I programmi apparentemente volti
alla scolarizzazione dei bambini rom hanno fallito, dice. "Dopo 40 anni di
progetti scolastici, ci sono 20 ragazzi che vanno alle superiori. Questo su una
popolazione di 15.000."
Graziano Halilovic, Rom Xoraxane delle Federazione Rom d'Italia, descrive le
condizioni dei campi dove vive la sua gente come "abbastanza estrema".
"E' una vergogna per la nazione italiana lasciar vivere i Rom in condizioni
simili," aggiunge. "Quel che è peggio è che l'Italia è parte dell'Unione
Europea. La vergogna dell'Italia presto può diventare la vergogna dell'Unione
Europea."
A settembre la Commissioen Europea, braccio esecutivo della UE, ha ospitato
un summit Rom, che ha raccolto le richieste per lo sviluppo di una strategia UE
per l'inclusione dei Rom. La sua popolazione è stimata tra i 12 e 15 milioni, i
Rom sono spesso descritti come la più grande minoranza etnica in Europa, oltre 9
milioni di loro vivono nei 27 paesi UE.
Valeriu Nicolae, segretario generale dell'Organizzazione di Base Europea Rom,
ha detto che i Rom non vengono consultati in modo appropriato quando vengono
formulate le politiche che li riguardano. "Il corpo principale dell'Unione
Europea che agisce sulle tematiche Rom - la Commissione Europea - non impiega
nessun Rom o qualche politico Rom esperto," dice.
Jan Jarab, componente della Commissione riguardo le politiche sociali, dice
che l'esecutivo UE sta tentando di aumentare gli sforzi per agire sulla
difficile situazione dei Rom. Ma è riluttante, aggiunge, e semplicemente
"rinomina" leggi precedentemente introdotte contro la discriminazione
"mettendogli l'etichetta 'strategia'."
Al momento, le politiche sui Rom nei paesi UE sono spesso basate o
sull'approccio "laissez-faire" o sulla repressione, aggiunge. Cita la Spagna
come un paese dove si sono registrati successi nel fornire ai Rom case e lavori
decenti.
Marian Nedelica, insegnante nella città rumena di Craiova, dice che anche se
il suo paese ha promulgato una legge che garantisce l'accesso all'istruzione,
circa il 27% dei bambini rom non frequenta la scuola. Dovrebbero essere
introdotte misure contro le autorità scolastiche che permettono che ci sia
discriminazione, continua.
Livia Jaroka, membro ungherese del Parlamento Europeo di origine Rom,
dice che il suo popolo soffre di un "tipo di povertà estremo come nell'Africa
sub sahariana". Aggiunge che c'è bisogno di strumenti che puniscano i governi UE
che non applicano le leggi dell'Unione contro la discriminazione.
Gabriela Hrabanova, che lavora presso il ministero ceco del lavoro e degli
affari sociali, ha detto che c'è una "mancanza di coordinamento" tra gli stati
membri della UE sulle tematiche riguardanti i Rom. "In molti stati membri, non
c'è niente a livello locale, anche se sulla carta sembra che tutto stia andando
al meglio."
(END/2008)