Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 12/06/2009 @ 09:18:31, in Europa, visitato 1378 volte)
Ricevo da Giacomo Locci
Sperando di far cosa gradita inviamo, di seguito e in allegato il progetto di
Servizio Civile promosso da
IBO Italia a Panciu, in collaborazione con l'associazione locale
Rom Pentru Rom nel
quale sono richiesti 4 volontari. Purtroppo non è sempre facile trovare giovani
interessati ad un'esperienza di volontariato in Romania e alle attività e alle
tematiche previste, quindi vi chiedo il favore di girare questa opportunità ai
vostri contatti ed eventualmente darle visibilità nei vostri spazi web,
ricordandovi che il Servizio Civile è aperto a ragazze e ragazzi dai 18 ai 28
anni e il bando dovrebbe uscire dopo metà giugno.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni
Grazie dell'attenzione
Cordiali Saluti
Giacomo Locci
Gelem Gelem: il centro Pinochio ti aspetta!
IBO Italia cerca 4 volontari per il progetto di Servizio Civile a Panciu presso
l’associazione locale Rom Pentru Rom ed il suo centro giovanile "Pinochio". Se
hai dai 18 ai 28 anni, conosci le lingue, sei un tipo che si adatta, sa lavorare
in gruppo con umiltà e determinazione, vai oltre i pregiudizi, credi nella
ricchezza delle di erenze ma anche nel rispetto delle diversità, hai esperienza
nell’educazione non formale e nell’animazione o nella progettazione sociale,
allora devi provarci!
A Panciu, paese di circa 10.000 abitanti, a 180 km da Bucarest, l’associazione
Rom Pentru Rom gestisce un centro giovanile dove circa 40 fra bambini,
adolescenti e ragazzi, rom e non rom, studiano, giocano e crescono insieme
superando barriere e pregiudizi, oltre a difficili situazioni familiari.
Alfabetizzazione, sostegno scolastico, teatro, giocoleria, musica, educazione
all’igiene, scambi internazionali: lo staff locale, aiutato dai volontari
italiani, porta avanti molteplici attività e numerose collaborazioni.
IBO Italia - Giacomo Locci
Ufficio Comunicazione
Via Montebello 46/a 44100 Ferrara
tel. +39.0532.243279 - 247396
fax +39.0532.245689
Cell.+39.347/8851793
skype contact: giacolocci
e-mail: promozione@iboitalia.org
Di Fabrizio (del 11/06/2009 @ 09:18:55, in Europa, visitato 1919 volte)
Ricevo (e traduco) da Unión Romaní copia della lettera da loro inviata a tutti i capilista delle sei formazioni spagnole che hanno ottenuto rappresentanza nel Parlamento Europeo:
Barcellona, 9 giugno 2009
Stimati Deputati
Prima di tutto permettetemi di manifestarvi a nome della UNION ROMANI,
Federazione delle Associazioni Gitane, le nostre più sincere congratulazioni per
il successo della vostra formazione politica nelle passate elezioni al
Parlamento Europeo. Voi incarnate la rappresentazione più genuina della volontà
politica degli spagnoli che vi hanno eletto e la vostra alta missione
nell'Europarlamento dovrà essere decisiva per la difesa dei valori civici che
ispirarono i padri dell'Unione Europea e che hanno come fondamento l'amore e il
rispetto alla libertà - valore supremo senza il quale non è possibile la
democrazia.
Essendo la libertà la caratteristica più importante della tradizionale
cultura gitana, intendiamo farla partecipe della nostra inquietudine in vista
del risultato di queste elezioni. L'avanzata sperimentata da partiti e
coalizioni apertamente razziste e xenofobe, fanno presagire tempi difficili per
noi che siamo sempre stati, lungo la storia, i capri espiatori su cui si sono
scaricati i sentimenti più selvaggi che a volte hanno marcato il comportamento
degli esseri umani.
Non sono dovuti passare molti giorni perché i ministri europei riuniti
nel Lussemburgo manifestassero ieri che noi, i gitani, che costituiamo la
minoranza etnica più importante della UE, ci sentiamo minacciati "dall'aumento
del movimento estremista, come conseguenza della crisi economica attuale",
e che "i gitani stanno sottomessi ad una pressione enorme e ad una
discriminazione crescente, e che ci sono gruppi radicali che stanno sviluppando
una posizione antizigana basata su pregiudizi che portano a comportamenti
radicali e inaccettabili". Questo lo ha detto il ministro ceco dei Diritti Umani
e delle Minoranze, Michael Kocav, il cui paese ostenta, come voi sapete, la
presidenza di turno della UE.
Il panorama attuale, signor Deputato, non può essere più allarmante: nella
Repubblica Ceca alcuni gruppi neonazisti agiscono violentemente contro i gitani
ed il Partito Nazionale ha promesso attraverso la televisione "una soluzione
finale per la questione gitana" (vedi
QUI ndr). In Olanda l'estrema destra si è convertita nella seconda forza
politica tramite il Partito della Libertà guidato da Geert Wilders e che ha
conseguito quattro seggi nel Parlamento Europeo. Gli estremisti hanno ottenuto
seggi ugualmente in Romania. In Ungheria, gli ultranazionalisti di "Jobbik"
hanno realizzato diverse marce militari [...] con slogan razzisti contro gli
immigrati. In Austria il Partito per le Libertà ha rivendicato attivamente
durante la campagna che "l'Occidente è per i cristiani". E' specialmente
allarmante che nel Regno Unito, il Partito Nazionale Britannico - razzista e
xenofobo - guidato da Nick Griffin, abbia conseguito, per la prima volta, di
entrare nel Parlamento Europeo con due seggi.
Permettemi di dirvi, a titolo personale, che i grandi dibattiti che
sostenni nel Parlamento Europeo, quando fui Deputato, contro il gruppo di
estrema destra guidato da Jean Marie Le Pen, o contro i fascisti italiani
comandati dallo scomparso Giorgio Almirante, possono apparire come divertimento
di giochi floreali in vista del panorama che ci presenta la futura composizione
della Camera di Strasburgo.
Di conseguenza, stimato signor Deputato, la UNION ROMANI vi supplica
calorosamente di quanto segue:
Primo: che esercitiate la vostra direzione nel seno del vostro
Gruppo Parlamentare perché sotto nessun concetto si passino azioni di
attuazione congiunta con i Deputati e le Deputate che difendono idee
razziste, xenofobe o antieuropee.
Secondo: che guidiate nel vostro Gruppo Parlamentare una corrente
apertamente antirazzista e battagliera contro quanti volessero resuscitare i
vecchi demoni del nazismo che costarono tanti milioni di vite innocenti, non
tanto tempo fa, nella nostra vecchia Europa.
Terzo: che rendiate pubblica la vostra testimonianza antirazzista.
Ve lo chiediamo calorosamente. Agite con coraggio. Noi, i gitani, ed i
nostri figli vi ringrazieremo sempre. Ed anche tutta la cittadinanza. Perché
difendere i valori che significano il rispetto per la dignità umana, dev'essere
patrimonio di tutti i democratici, al di là di qualsiasi appartenenza
partitica o di interesse. Dante Alighieri ammonì che "i posti più caldi
dell'inferno sono riservati a chi in momenti di crisi fece mostra della sua
neutralità". Noi, dall'UNION ROMANI lo diciamo più rudemente: "ai
razzisti, nessuna acqua".
Speriamo, signor Deputato, che vogliate dare alla nostra petizione il valore
e l'urgenza che merita. Dicono che la Storia non si ripete. Abbiamo paura che si
ripeta, prima come una farsa parlamentare inscenata da quanti non credono ne
all'Europa ne alla democrazia, e poi come tragedia sanguinosa di espulsioni,
estradizioni, violenza e morte.
Ricevete, a nome di quanti associamo nell'UNION ROMANI, il nostro migliore e
più speranzoso saluto gitano.
JUAN DE DIOS RAMÍREZ-HEREDIA
Presidente de la Unión Romaní
Di Fabrizio (del 10/06/2009 @ 09:32:25, in Europa, visitato 1659 volte)
Da
Romea.cz
Lívia Járóka difende il suo seggio nel Parlamento Europeo
Budapest, 9.6.2009, 11:11, (ROMEA)
Lívia Járóka, Parlamentare Europea e Rom ungherese, manterrà il suo seggio.
Il suo partito, FIDESZ (conservatore ndr), ha ottenuto il 56,37% dei
voti. Sarà l'unica Parlamentare Rom nella sessione 2009 - 2014. Durante la
sessione scorsa, i Rom contavano due parlamentari: Jároká e Viktória Mohácsi,
sempre ungherese.
[...] [Il primo parlamentare europeo di origine Rom] è stato Juan de Dios
Ramirez-Heredia, eletto per il periodo 1994 - 1999.
In Ungheria, il movimento rom MCF (Roma Összefogásért Párt - Partito
Unione Rom ndr), che teneva assieme diverse organizzazioni rom, [...] ha
ottenuto 13.440 voti, pari allo 0,47%. Il movimento mirava al voto dei 500.000 -
600.000 Rom ungheresi (l'Ungheria ha 10 milioni di abitanti), una delle più
grandi comunità rom in Europa.
ROMEA, translated by Gwendolyn Albert
Di Fabrizio (del 09/06/2009 @ 09:20:26, in Europa, visitato 1520 volte)
Da
Roma_Francais
Publié le samedi 06 juin 2009 à 06h00 pour
MATTHIEU MILLECAMPS
François Vlaminck, "gadjo" presso i Rom
La prima volta, fu nell'aprile 2007. François Vlaminck, educatore sociale,
incominciava a lavorare per Aréas (Associazione regionale di studio e di azione
sociale presso la gens du voyage). "C'erano queste baracche, a
Lille-Fives, con una sessantina di persone tutte appena arrivate dalla Romania.
Non avevano ancora delle roulotte. Di sicuro, le baracche sono presto state
evacuate dalla polizia..." Da allora, di bidonville in depositi, garantisce una
missione "di osservazione e di vigilanza sociale" presso i Rom precari originari
della Romania, Bulgaria ed ex-Jugoslavia. Il suo compito, finanziato dallo
Stato, consiste nel recensire le famiglie, le loro situazioni sociali e
sanitarie.
Ma François Vlaminck è fatto anche una specialità della gestione delle
emergenze umanitarie. In relazione costante col "115", soprattutto nel periodo
invernale, un giorno scova un riparo per una giovane sul punto di partorire.
L'indomani, sono i volontari del Soccorso Popolare che l'accompagnano per una
distribuzione di derrate alimentari... Sul filo, senza soste, tra il suo ruolo
di lavoratore sociale e le aspettative della popolazione.
"Sistemi di sopravvivenza"
"Un giorno, mi son ritrovato nel campo di via de Marquillies a Lilla, seduto
su una sedia in mezzo alle famiglie. Erano tutti là, coi documenti d'identità.
Credevano fossi venuto ad iscriverli a qualcosa, un dispositivo..."
Dopo, le famiglie comprendono meglio il ruolo di François Vlaminck, vigile
sociale delle baraccopoli. "A volte, così, mi faccio messaggero delle buone
notizie, accompagno anche le famiglie nei loro percorsi".
Lontano tanto dal buonismo che dalla caricatura, François Vlaminck dice di
aver preso coscienza dei problemi che attraversano i campi "selvaggi". In queste
baraccopoli vivono ancora 220 famiglie della metropoli di Lilla, quelle che non
sono potute entrare nel dispositivo dei villaggi di inserimento.
La mendicità dei bambini? "Evidentemente è un problema. Ma l'ampiezza è tale
che non si può che ripetere altro, senza fine, che è proibito". Ed evocando
anche la difficile questione della prostituzione, è per insistere immediatamente
sul fatto che questo fenomeno sia lontano dall'essere proprio della cultura rom.
"Su 220 famiglie che vivono in una tale precarietà, ci sono sistemi di
sopravvivenza messi in atto, non sempre legali. Ma ci sono anche molte famiglie
che se ne allontanano, che non vogliono sentire parlare di accattonaggio dei
bambini", martella lui.
Rispetto a questa realtà, spera che incontri come quelli sulla "Ziganìa" (QUI
in francese ndr), oggi alla stazione Saint-Sauveur, "aiutino ad aprire un
poco lo spirito della gente, a farla reagire". A condizione, insiste, di non
"ridurre i Rom alla loro musica ed al folclore!"
E se il giovane operatore sociale afferma di avere "troppo la testa sul da
farsi per fermarsi a riflettere", ha nondimeno sviluppato un profondo interesse
per la cultura di chi frequenta quotidianamente. Quest'estate, ha previsto
proprio di partire al loro incontro, nei paesi dell'est, per tre mesi.
Di Fabrizio (del 08/06/2009 @ 09:02:11, in Europa, visitato 1958 volte)
Da
Roma_Francais
Il parlare zigano: Chourave, pillave, marave
La maggioranza dei dialetti europei ha preso in prestito termini zigani. Gli
chavs, probabilmente dal romanì chavo (ragazzo), popolarizzato
dagli anni 2000 nel Regno Unito, si apparentano alla gente marginale. Ma è
presso la gioventù francese che le parole rom sono le più utilizzate. Il
tradizionale chourave per nascondere. Marave per sottrarre.
Pillave per bere alcool.
Segno di questa popolarità, dei "falsi-zigani" vedono regolarmente la luce
con la ripresa della terminazione in -ave: una nuigrave (sigaretta) non
ha niente a che vedere con la gens du voyage, ma deriva dalla contrazione
di "Nuit gravement à la santé" (Nuoce gravemente alla salute ndr); il
verbo bedave, per fumare, viene effettivamente da una parola zigana (bédo
per spinello) ma non è mai esistito al di fuori dell'immaginario adolescenziale.
Non è una novità,
già nel 2004 avevo segnalato questa commistione tra gergo giovanile ed
alcune versioni del romanès:
Ravin (Lilli):
LONDRA (Reuters) - L'anno scorso ci sono stati i "sexing up;" nel 1993 i
Britannici "having it large" e nel 1980 "power dressing."
Ora è il momento dei "Chavs" (da "chavoro", bambino in lingua Romanes ndr),
il nome che i giovani delinquenti britannici con la passione per i gioielli, il
fitness, i vestiti con con loghi evidenti e i cappellini da baseball di Burberry,
adoperano per definire se stessi.
L'autrice Susie Dent immagina che ogni anno nascano nuovi termini inglesi che
sintetizzano le preoccupazioni del tempo attuale.
"La parola chav era virtualmente sconosciuta sino a quest'anno, ma sta
diffondendosi rapidamente" dice Susie Dent
...
Lele:
Bene, adesso possiamo aggiungere i giovani delinquenti al nostro repertorio di
stereotipi!
Non bastava chiamarci ladri, pigri, promiscui, rapitori di bambini...
Dovrò chiamare il mio dottore e farmi prescrivere del Prozac... o forse dello
Xanax. Ho voglia di prendere un nerbo ed agitarlo per bene. Non è un errore, ci
sono nervi che saltano e nerbi da agitare...
Che depressione, Rav...
...
Todd Garvin:
Questo mi ricorda che la parola "pal" (da "phral che significa fratello) è
entrata nella lingua inglese molti anni fa.
.....
Margaret:
Chavo per molto tempo è stato ampiamente usato nella lingua spagnola.
Le parole si mischiano, la lingua non è immobile, progredisce col villaggio
globale del XXI secolo
...
Ripreso da post diversi su:
http://it.groups.yahoo.com/group/allgypsies
--------------------------
...
Prendete il classico lolliypop - i leccalecca, per esempio. La quintessenza del
dolce britannico, che deriva dalle caramelle rosse che gli zingari vendevano
nelle fiere, tanto da essere chiamati loro stessi “lollypobbles”. Quello che la
nostra popolazione ignora, è come le due culture si continuano a mischiare,
anche con neologismi che erroneamente chiamiamo slang: Ogni gadje potrebbe
scommetterci un wonga che siete divvy, ma se rifiutate, mush.
riportato in
http://it.groups.yahoo.com/group/arcobaleno_a_foggia/message/406
(per chi volesse ancora sapere qualcosa)
Di Fabrizio (del 05/06/2009 @ 09:30:12, in Europa, visitato 1543 volte)
Da
Roma_Francais
Médecins du Monde
Dopo la morte, settimana scorsa, di un bambino in un incendio (vedi
QUI ndr) e le espulsioni di cui sono vittime diverse famiglie rrom nell'Ile de
France, MdM interpella i candidati alle elezioni europee. I testi esistono a
livello europeo. Proteggono le famiglie rrom da queste situazioni disastrose. Médecins du Monde
domanda ai candidati, una volta eletti, di impegnarsi a fare rispettare questi
testi nei differenti paesi europei, ed in particolare in Francia.
Lettera ai candidati alle elezioni europee
Noi firmatari, membri dell'associazione Médecins du Monde, siamo stati obbligati
ad installare il 27 maggio a Saint Denis, alle porte di Parigi, un campo di
sgomberati per cittadini europei. 115 persone Rrom di cui 6 lattanti e 41
bambini, sono accolti in un campo sul modello di quelli che dispieghiamo nel
caso di emergenza sanitaria e delle catastrofi. Installare un campo di
"sfollati" in Francia, ma come ci siamo arrivati?
Cacciate, incalzate da diversi mesi, queste famiglie rrom erano per strada dopo
un incendio che aveva causato la morte di un bambino e dopo la loro espulsione
da tutti i luoghi precari dove avevano tentato di trovare rifugio. Lo stato, le
collettività locali e territoriali se ne rimpallano la responsabilità. Davanti a
questo maltrattamento istituzionale, senza alcuna soluzione e di fronte
all'emergenza sanitaria, abbiamo portato loro un riparo che speriamo momentaneo
in attesa di soluzioni più degne e durabili.
Pertanto, i testi elaborati a livello europeo esistono, sono di qualità e
apportano risposte adatte ed umane perle famiglie rrom, ma non sono applicati in
Francia. Europei, beneficiari dei diritti riaffermati tanto dal Parlamento che
dalla Commissione e dal Consiglio d'Europa, i Rrom sono trattati in Francia, con
dispetto come cittadini europei di seconda classe. E le loro espulsioni
ripetute, senza soluzioni di ri-alloggio si trascinano, noi lo constatiamo tutti
i giorni, verso l'esaurimento, l'interruzione delle cure e del seguito medico,
soprattutto per le donne ed i bambini piccoli. Stato, regioni, dipartimenti,
sindaci, ciascuno di questi attori detengono quindi una parte della soluzione.
Ma tutti si rimpallano la responsabilità in un gioco istituzionale grottesco per
finire in un niente di fatto.
Alla vigilia dell'elezione del nuovo Parlamento Europeo, vi domandiamo di
prendere l'impegno, una volta eletti di vegliare, almeno, sull'applicazione
delle regole europee esistenti. Vi domandiamo di non accettare più il gioco del
ping-pong istituzionale di cui sono vittime i Rrom, cittadini europei protetti
pertanto dalle leggi in vigore.
Nella Ile de France, le associazioni richiedono una Tavola Rotonda che riunisca
tutti gli attori coinvolti. Un incontro che permetta di condividere le questioni
e di trovare assieme delle risposte coordinate per uscire con una gestione
condivisa del territorio. Noi vi chiediamo in nome dell'Europa di cui avete il
mandato, di appoggiare questa iniziativa elementare perché i Rrom possano vivere
degnamente.
Di Fabrizio (del 04/06/2009 @ 09:30:21, in Europa, visitato 1621 volte)
Comunicato stampa in occasione delle elezioni al Parlamento Europeo
"I Rom devono votare per contrastare la crescita dei partiti xenofobi e
razzisti"
Bruxelles, 2 giugno 2009 - ERIO, Ufficio d'Informazione dei Rom Europei, in
occasione delle elezioni per il Parlamento Europeo, invita i Rom di tutti gli
Stati Membri UE a partecipare ed usare il loro voto in difesa dei propri diritti
umani.
Il Direttore Esecutivo di ERIO, Ivan Ivanov, ha dichiarato: "Nell'ultimo paio
di anni, l'Europa ha visto il sorgere drammatico di partiti di estrema destra,
razzisti e xenofobi. Le elezioni del Parlamento Europeo offrono
l'opportunità di contrastare questo allarmante fenomeno con il nostro voto. Se
il popolo Rom non parteciperà a questo importante esercizio di democrazia,
lascerà uno spazio più ampio ai politici xenofobi e razzisti di accedere
all'arena politica dell'Unione Europea. Questo può svantaggiare seriamente le
attività di consulenza rom a livello UE: se le forze politiche xenofobe
potessero riunire un numero significativo di rappresentanti nel Parlamento
Europeo (potrebbe realmente succedere), la questione rom sarebbe costretta
all'angolo dell'agenda politica europea."
Inoltre, i Rom dovrebbero avvantaggiarsi con queste elezioni per rinforzare
la loro partecipazione politica. Se ognuno dei 10 milioni di Rom in Europa
votassero, la loro influenza politica sarebbe molto più rilevante agli occhi dei
principali partiti.
Per questo ERIO incoraggia i Rom ad uscire e votare, dando la loro preferenza
ai partiti che si sono esposti a difendere i diritti umani e delle minoranze nei
loro programmi politici.
Per ulteriori chiarimenti, potete contattare il Direttore Esecutivo di
ERIO, +32 473 82 38 87
The European Roma Information Office (ERIO) is a human rights advocacy
organisation promoting the rights of Roma communities throughout Europe. ERIO
lobbies European institutions, national governments and international
organisations in order to bring about improvements in policies concerning Roma
communities. ERIO cooperates intensively with Roma organisations and supports
them in establishing their concerns and demands to European and national
decision-makers. The ultimate goal of ERIO is to contribute to the eradication
of racism, discrimination and social exclusion faced by the majority of Roma in
Europe.
Di Fabrizio (del 01/06/2009 @ 09:27:09, in Europa, visitato 1870 volte)
Ricevo da un amico il testo che segue, col permesso di
pubblicarlo (ho eliminato tutti i riferimenti personali per rispetto alla
privacy). Lascio a lui la parola:
Cari amici,
Questa volta vorrei chiedervi dei consigli per un caso personale che mi ha
colpito all'improvviso, ma che probabilmente non è unico...
Il caso sembra un esempio del tipo "americano"=salute come bene di consumo,
non diritto del cittadino, che si sta diffondendo nell'Occidente, in parole
semplici: paga o crepa!!, che probabilmente non è l'unico...
Un mese fa ho ripreso un contatto con una donna, Rom Romena, che ho conosciuto
circa un anno fa. Ci siamo dichiarati finalmente in modo chiaro e lei stava
arrivando a Milano quando è colpita da un altro attacco dei reni che l'ha
portata in ospedale a Bucarest. La hanno cominciato a curare e ricercare:
risultava di essere necessario urgentemente un intervento; visto che è Rom
volevano un pagamento in anticipo... se no, non c'era niente da fare che
mandarla a casa...
Ho pagato io. Il risultato dell'intervento (più pesante del previsto): un rene
"seccato" (fuori servizio), l'altra funziona al massimo per 50%. L'unica
soluzione secondo l'ospedale è un trapianto, da pagare in anticipo (e qua
parliamo di almeno 6-7000 mille euro che non ho)
Vorrei chiedervi dei consigli sul caso; finalmente so che sta nell'ospedale "Judetian
Spital" a Bucarest (almeno so in quale ospedale sta... non riesco a trovare i
dati adatti per prendere contatto con l'ospedale... ne avete mai sentito
parlare!??)
Vi racconto un attimo come l'ho sentita oggi (29 maggio ndr):
Stava male, il medico aveva chiesto di nuovo dei soldi per le cure, cosa che
crea ovviamente una tensione enorme (come 'compenso' le danno ogni sera dei
calmanti, così dorme). Io vorrei che la non disturbassero con le domande
finanziarie: sembra quasi un ricatto, giocando con la sua salute, e che facciano
le domande direttamente a me.
Non è che ho ancora molti soldi, però almeno lei può stare più tranquilla e io
posso innervosirmi per la ricerca dei soldi...
Pensate che sia possibile di liberarle almeno di quello peso finanziario!??
La dirò stasera che voglio parlare con un medico che sta facendo la terapia,
chiederò un madrelingua romeno ad assistermi quando chiamo. Devono mandarmi le
carte ecc.
Non so... vedo nero... portarla nel suo stato attuale in Italia sarà difficile
(ma meglio se prendiamo in considerazione che qua ci sono io, i suoi genitori e
un altro fratello e non sarà sicuramente essere trattata peggio di là...). Sarò
molto contento ad effettuare il matrimonio che vogliamo tutti e due
Ho chiamato la Caritas [magari hanno qualche contatto in Bucarest] ma sono già
chiusi..
Parlerò con una amica che lavora nell'ospedale San Paolo e con la gente
dell'Ambulatorio popolare
Lunedì avrò tutta la giornata ad impegnarmi, mercoledì comincerò a fare un
tirocinio per il corso che sto facendo...
Magari vi viene qualche altra idea..
Saluti!!!!
Chi avesse suggerimenti o potesse fornire aiuto, può
rispondere nei commenti o inviarmi una mail a
info@sivola.net
Di Fabrizio (del 31/05/2009 @ 09:32:44, in Europa, visitato 2068 volte)
Segnalato da La Voix des Rroms
Le Parisien.fr
Orly - Sucy
Ambiente: tre giovani Rom hanno prevalso
Originari della Romania, hanno moltiplicato le operazioni di pulizia degli
argini della Senna o della Marna. Sono stati selezionati nel quadro di un
prestigioso premio internazionale 30.05.2009, 07h00
Ieri è stato un gran giorno per Madalina, Ancuta e Mugurel. Questi tre
giovani Rom rumeni, che vivono negli accampamenti precari a Sucy-en-Brie e ad
Orly, sono stati ricevuti nell'ambasciata di Svezia a Parigi per ritirare un
premio per un'operazione esemplare di educazione all'ambiente.
Selezionati nel quadro del prestigioso Stockholm Junior Water Prize 2009,
hanno ricevuto il 1° premio Azione terreno per aver pulito i bordi della Senna a
più riprese con l'associazione Ose (Organo di salvataggio ecologico). Dal 1990,
Ose organizza vaste operazioni di raccolta sugli argini della regione parigina,
ripescando tonnellate di rifiuti, del carrello di supermercato alla carcassa
d'automobile.
"Siamo molto fieri di partecipare a tutto questo", reagisce semplicemente
Madalina, dall'alto dei suoi 13 anni. Se non sono stati scelti per il grande
finale in Svezia, il mese prossimo, hanno ricevuto un assegno di 1.000 €.
"Compreremo del materiale scolastico, delle matite." Interviene sua madre: "Ed
anche dei vestiti!"
Un "colpo al cuore"
Incredibile avventura per i tre adolescenti arrivati in Francia da quattro
anni. Un po' intimiditi nell'elegante VII arrondissement e poco abituati ai
pasticcini, sono tuttavia stati oggetto di una valanga di complimenti. "Avete
messo il vostro talento a profitto di questa grande causa che è l'ambiente", li
ha ringraziati la giuria. Il suo presidente, Patrick Lavarde, che è anche
direttore generale dell'Ufficio nazionale dell'acqua e degli ambienti acquatici
(Onema), ha parlato di un "colpo al cuore" per un "dossier un po' particolare".
In effetti, gli altri premi sono usciti soprattutto dai licei tecnici. "Queste
popolazioni rom vivono senz'acqua, senza elettricità, talvolta accanto alla più
grande officina di trattamento dell'acqua nella regione parigina, a Orly. I
ragazzi scolarizzati sono anche degli ambasciatori vicini ai loro compagni
francesi. Separano i rifiuti, hanno tessuto legami con i comuni. C'è ugualmente
una dimensione artistica. I giovani hanno concepito delle sculture realizzate
con bottiglie di plastica, ferraglie, e le hanno esposte." Ma la loro situazione
resta precaria. Il 3 giugno, la giustizia deve esaminare la domanda d'espulsione
depositata dalla sindaca di Orly.
"Vorrei che fossero presi in maggior considerazione dai poteri pubblici",
commenta Edouard Feinstein, fondatore dell'Ose. "Ma questo premio, a cui nessuno
credeva quando si sono iscritti al concorso, è stata una grossa sorpresa." Sono
quasi due anni che ha spinto i Rom della Valle della Marna a pulire gli accessi
dei loro accampamenti.
Si è cominciato a Vitry, in un campo ormai sgomberato. Non è più finita.
"Siamo andati, il mese scorso, con gli adolescenti a pulire un sito sinistrato
nel parco naturale regionale dei vulcani dell'Avernia", riporta Edouard Feinstein.
Quest'estate, progettano di andare a pulire una montagna sulle alture di Nizza.
E domenica, Ose organizza una grande operazione di pulizia degli argini della
Senna e della Marna." Aperta a tutti.
Di Fabrizio (del 30/05/2009 @ 09:43:39, in Europa, visitato 2626 volte)
Situazione complicata e contraddittoria per le minoranze ed
i Rom in Kosovo. Mentre molti rifugiati all'estero vengono rimpatriati a forza
(se n'era scritto negli anni scorsi), le minoranze lì presenti vengono forzate a
lasciare il paese.
Da
Roma_ex_Yugoslavia, come al solito, la questione delle minoranze si
intreccia a tanti temi diversi.
27
maggio 2009, By Fatos Bytyci
PRISTINA (Reuters) - Dice un rapporto di mercoledì scorso che la mancanza di
volontà della leadership kosovara di etnia albanese nell'assicurare i diritti
alle minoranze, ha allontanato molti Bosniaci, Turchi, Rom ed altre minoranze
non-Serbe.
La maggioranza albanese ha dichiarato l'indipendenza nel febbraio dell'anno
scorso, nove anni dopo che la NATO aveva eseguito una campagna di
bombardamento durata 78 giorni, per cacciare le forze serbe dal Kosovo.
Da allora, si sono approfondite le divisioni etniche tra i due milioni di
Albanesi e i 120.000 Serbi rimasti nel paese, con 14.000 peacekeeper NATO e la
missione di 2.000 componenti dell'Unione Europea che sovrintendono ad una
fragile pace.
Il rapporto del Gruppo Internazionale sui Diritti delle Minoranze (MGI) dice
che Bosniaci, Croati, Gorani, Rom, Askali, Egizi e Turchi, che sono il 5% della
popolazione, affrontano discriminazioni e molti di loro da allora hanno lasciato
il paese.
"C'è mancanza di volontà politica e di investimenti sostanziali nello
sviluppo effettivo dei diritti delle minoranze tra la maggioranza albanese,"
dice. "Assieme ad una cattiva economia, queste condizioni significano che molti
componenti delle comunità minoritarie stanno lasciando definitivamente il nuovo
stato del Kosovo.
Il rapporto dice che il povero trattamento delle minoranze è stato dovuto
alla percezione che siano state alleate all'ex regime serbo negli anni '90, o
che abbiano fatto poco per opporvisi.
L'uomo forte della Serbia, Slobodan Milosevic, fu accusato dal tribunale per
i crimini di guerra delle Nazioni Unite per aver ucciso componenti dell'etnia
albanese in Kosovo, ma morì prima che il suo processo all'Aia fosse completato.
Le minoranze non-serbe in Kosovo hanno criticato la comunità internazionale
per dare troppa attenzione alle relazioni albanesi-serbe ed ignorare gli altri
gruppi.
"La priorità della comunità internazionale dovrebbe essere di assicurare che
ci sia qualche tipo di meccanismo dei diritti umani internazionali a cui le
minoranze in Kosovo possano appellarsi," ha detto in un'intervista Mark Lattimer,
direttore di MGI.
Il gruppo ha detto che assicurare la protezione delle minoranze aiuterebbe il
Kosovo nel cammino verso l'Unione Europea.
Il Kosovo è l'unico paese dei Balcani occidentali senza una chiara
prospettiva di unirsi al blocco, dato che alcuni stati membri incluse Spagna e
Grecia non l'hanno riconoscito. La Serbia guarda ancora al Kosovo come parte del
suo territorio storico, e ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia
dell'Aia di giudicare sulla legalità della secessione.
Sempre da
Roma_ex_Yugoslavia uno dei tanti casi di rimpatrio forzato
28 maggio 2009 - Secondo informazioni del suo avvocato (vedi
comunicato stampa, pdf in tedesco ndr), la polizia ha arrestato il
ventiseienne Elvis A., lunedì 26 maggio 2009 attorno a mezzanotte, presso la sua
casa a Fuldatal, dove viveva con la sua compagnia e i loro due bambini, di un
anno e mezzo e di tre settimane, per essere rimandato in Kosovo, dove non ha
altri familiari. Secondo la stessa fonte, Elvis A. arrivò in Germania, nel
settembre 1999, con i genitori e altri fratelli, a seguito del conflitto in
Kosovo.
Invece di ricevere asilo, a Elvis A. venne garantito soltanto uno "status di
tollerato" ("Duldung"), che offre una protezione limitata contro
l'espulsione. Non solo, in questo modo Elvis A. non poteva ricevere una
formazione professionale o avere un lavoro regolare. Arrivato in Germania 82
giorni troppo tardi, ha perso l'opportunità che il suo caso fosse considerato
dalla cosiddetta "Härtefallkommission" che tratta i casi di particolare
sofferenza tra i richiedenti asilo.
Un mese fa Elvis A. ricevette una lettera, che gli chiedeva di lasciare la
Germania su "base volontaria". Riferendosi alla sua situazione familiare e
integrazione sociale, il suo avvocato richiese un permesso di residenza. Non ci
fu nessuna risposta, sino alla deportazione in Kosovo. Secondo il suo avvocato,
non c'è stato il tempo per fare ricorso legale.
Il governo federale tedesco ha recentemente concluso un
accordo di riammissione con le autorità kosovare che permette il rimpatrio
forzato di persone originarie del Kosovo, indipendentemente dal loro retroterra
etnica. Questo accordo è in contrasto e viola de facto la
posizione UNHCR sui bisogni di protezione internazionale continuata degli
individui del Kosovo, secondo cui i Rom ed i Serbi kosovari continuano ad
essere a rischio di persecuzione e a cui dovrebbe essere garantito l'asilo o
protezione sussidiaria.
La deportazione di Elvis A. coincide con la pubblicazione da parte del Gruppo
Internazionale sui Diritti delle Minoranze di un
rapporto che evidenzia la continuata discriminazione delle minoranze
etniche, che porta alla loro dipartita dal Kosovo. Il giorno stesso, la
Commissione contro il Razzismo e l'Intolleranza del Consiglio d'Europa, ECRI, ha
emesso il suo quarto
rapporto nazionale sulla Germania, in cui esprime le proprie critiche
riguardo le politiche restrittive del paese verso i richiedenti asilo.
In questo rapporto, l'ECRI dedica un'intera sezione alla situazione di chi è
stato ammesso in Germania sulla base dello "status di tollerato". Mentre si
elogiano gli sforzi della Germania per fornire una condizione provvisoria di
residenza a chi è in Germania da diversi anni, a cui ci si riferisce come "Bleiberechtsregelung",
fornendo loro adempimento a determinate condizioni, l'ECRI incoraggia le
autorità tedesche "a lavorare verso una soluzione che sia umana e pienamente
rispettosa dei diritti umani di tutte le persone, incluse quelle che non
beneficeranno delle disposizioni attuali, che hanno vissuto in Germania in
status di tolleranza per lungo tempo ed hanno sviluppato stretti legami con la
Germania." Elvis A. sarebbe certamente ricaduto in questa categoria.
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