Situazione complicata e contraddittoria per le minoranze ed
i Rom in Kosovo. Mentre molti rifugiati all'estero vengono rimpatriati a forza
(se n'era scritto negli anni scorsi), le minoranze lì presenti vengono forzate a
lasciare il paese.
Da
Roma_ex_Yugoslavia, come al solito, la questione delle minoranze si
intreccia a tanti temi diversi.
27
maggio 2009, By Fatos Bytyci
PRISTINA (Reuters) - Dice un rapporto di mercoledì scorso che la mancanza di
volontà della leadership kosovara di etnia albanese nell'assicurare i diritti
alle minoranze, ha allontanato molti Bosniaci, Turchi, Rom ed altre minoranze
non-Serbe.
La maggioranza albanese ha dichiarato l'indipendenza nel febbraio dell'anno
scorso, nove anni dopo che la NATO aveva eseguito una campagna di
bombardamento durata 78 giorni, per cacciare le forze serbe dal Kosovo.
Da allora, si sono approfondite le divisioni etniche tra i due milioni di
Albanesi e i 120.000 Serbi rimasti nel paese, con 14.000 peacekeeper NATO e la
missione di 2.000 componenti dell'Unione Europea che sovrintendono ad una
fragile pace.
Il rapporto del Gruppo Internazionale sui Diritti delle Minoranze (MGI) dice
che Bosniaci, Croati, Gorani, Rom, Askali, Egizi e Turchi, che sono il 5% della
popolazione, affrontano discriminazioni e molti di loro da allora hanno lasciato
il paese.
"C'è mancanza di volontà politica e di investimenti sostanziali nello
sviluppo effettivo dei diritti delle minoranze tra la maggioranza albanese,"
dice. "Assieme ad una cattiva economia, queste condizioni significano che molti
componenti delle comunità minoritarie stanno lasciando definitivamente il nuovo
stato del Kosovo.
Il rapporto dice che il povero trattamento delle minoranze è stato dovuto
alla percezione che siano state alleate all'ex regime serbo negli anni '90, o
che abbiano fatto poco per opporvisi.
L'uomo forte della Serbia, Slobodan Milosevic, fu accusato dal tribunale per
i crimini di guerra delle Nazioni Unite per aver ucciso componenti dell'etnia
albanese in Kosovo, ma morì prima che il suo processo all'Aia fosse completato.
Le minoranze non-serbe in Kosovo hanno criticato la comunità internazionale
per dare troppa attenzione alle relazioni albanesi-serbe ed ignorare gli altri
gruppi.
"La priorità della comunità internazionale dovrebbe essere di assicurare che
ci sia qualche tipo di meccanismo dei diritti umani internazionali a cui le
minoranze in Kosovo possano appellarsi," ha detto in un'intervista Mark Lattimer,
direttore di MGI.
Il gruppo ha detto che assicurare la protezione delle minoranze aiuterebbe il
Kosovo nel cammino verso l'Unione Europea.
Il Kosovo è l'unico paese dei Balcani occidentali senza una chiara
prospettiva di unirsi al blocco, dato che alcuni stati membri incluse Spagna e
Grecia non l'hanno riconoscito. La Serbia guarda ancora al Kosovo come parte del
suo territorio storico, e ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia
dell'Aia di giudicare sulla legalità della secessione.
Sempre da
Roma_ex_Yugoslavia uno dei tanti casi di rimpatrio forzato
28 maggio 2009 - Secondo informazioni del suo avvocato (vedi
comunicato stampa, pdf in tedesco ndr), la polizia ha arrestato il
ventiseienne Elvis A., lunedì 26 maggio 2009 attorno a mezzanotte, presso la sua
casa a Fuldatal, dove viveva con la sua compagnia e i loro due bambini, di un
anno e mezzo e di tre settimane, per essere rimandato in Kosovo, dove non ha
altri familiari. Secondo la stessa fonte, Elvis A. arrivò in Germania, nel
settembre 1999, con i genitori e altri fratelli, a seguito del conflitto in
Kosovo.
Invece di ricevere asilo, a Elvis A. venne garantito soltanto uno "status di
tollerato" ("Duldung"), che offre una protezione limitata contro
l'espulsione. Non solo, in questo modo Elvis A. non poteva ricevere una
formazione professionale o avere un lavoro regolare. Arrivato in Germania 82
giorni troppo tardi, ha perso l'opportunità che il suo caso fosse considerato
dalla cosiddetta "Härtefallkommission" che tratta i casi di particolare
sofferenza tra i richiedenti asilo.
Un mese fa Elvis A. ricevette una lettera, che gli chiedeva di lasciare la
Germania su "base volontaria". Riferendosi alla sua situazione familiare e
integrazione sociale, il suo avvocato richiese un permesso di residenza. Non ci
fu nessuna risposta, sino alla deportazione in Kosovo. Secondo il suo avvocato,
non c'è stato il tempo per fare ricorso legale.
Il governo federale tedesco ha recentemente concluso un
accordo di riammissione con le autorità kosovare che permette il rimpatrio
forzato di persone originarie del Kosovo, indipendentemente dal loro retroterra
etnica. Questo accordo è in contrasto e viola de facto la
posizione UNHCR sui bisogni di protezione internazionale continuata degli
individui del Kosovo, secondo cui i Rom ed i Serbi kosovari continuano ad
essere a rischio di persecuzione e a cui dovrebbe essere garantito l'asilo o
protezione sussidiaria.
La deportazione di Elvis A. coincide con la pubblicazione da parte del Gruppo
Internazionale sui Diritti delle Minoranze di un
rapporto che evidenzia la continuata discriminazione delle minoranze
etniche, che porta alla loro dipartita dal Kosovo. Il giorno stesso, la
Commissione contro il Razzismo e l'Intolleranza del Consiglio d'Europa, ECRI, ha
emesso il suo quarto
rapporto nazionale sulla Germania, in cui esprime le proprie critiche
riguardo le politiche restrittive del paese verso i richiedenti asilo.
In questo rapporto, l'ECRI dedica un'intera sezione alla situazione di chi è
stato ammesso in Germania sulla base dello "status di tollerato". Mentre si
elogiano gli sforzi della Germania per fornire una condizione provvisoria di
residenza a chi è in Germania da diversi anni, a cui ci si riferisce come "Bleiberechtsregelung",
fornendo loro adempimento a determinate condizioni, l'ECRI incoraggia le
autorità tedesche "a lavorare verso una soluzione che sia umana e pienamente
rispettosa dei diritti umani di tutte le persone, incluse quelle che non
beneficeranno delle disposizioni attuali, che hanno vissuto in Germania in
status di tolleranza per lungo tempo ed hanno sviluppato stretti legami con la
Germania." Elvis A. sarebbe certamente ricaduto in questa categoria.
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