Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 19/06/2007 @ 10:05:40, in sport, visitato 1647 volte)
Ricevo da Bruna Lanaro
Dopo il successo di Gocce di Resistenza, il lento e difficoltoso processo d'integrazione con le famiglie sinti di Schio, Santorso, Malo e dintorni continua. Continua con una pedalada in quei comuni dove, temporaneamente o meno, sono "accampate" queste famiglie. Una pedalada che vuol essere un primo momento di incontro per costruire un dialogo, che prenda il posto della paura che troppo spesso accompagna chi non li conosce. "Scopri l'estate nei camper" è, insomma, un piccolo passo verso una reale integrazione che, per prima cosa, passa attraverso un contatto diretto, di conoscenza. Programma
Di Fabrizio (del 18/06/2007 @ 10:23:45, in Italia, visitato 1958 volte)
Dijana Pavlovic: "Il prefetto di Milano rispetti la sua promessa e adesso convochi le varie comunità" "Il prefetto dica se quello degli sgomberi forzati dei rom è il nuovo corso che intende assumere da plenipotenziario sulla sicurezza. Oppure ci riceva e mantenga la promessa che ci aveva fatto solo un mese fa». HANNO IN CORPO poche ore di sonno, ma nelle parole la rabbia per un atteggiamento che non ritengono risolutore del problema “nomadi”. Gli attivisti della Rete “No patto di legalità” alzano la voce contro una politica di gestione dei rom che sembra loro più un’operazione estetica che di sostanza. «Solo un mese fa avevamo portato al prefetto Lombardi le nostre proposte - afferma Dijana Pavlovic portavoce della Rete - Da lui avevamo ottenuto garanzie che non ci sarebbero stati nuovi sgomberi. E invece siamo già al nono, con situazioni di disagio sociale che aumentano. Gli abbiamo scritto di nuovo per chiedere un incontro. La stessa cosa abbiamo fatto con l’assessore alle Politiche sociali, Mariolina Moioli, da cui non abbiamo ottenuto risposta». Dijana Pavlovic e i suoi chiedono un tavolo permanente a cui partecipino tutte le associazioni di aiuto, oltre ai rom stessi. «Finora le istituzioni hanno interpellato solo don Colmegna, ma è evidente che devono essere coinvolti più soggetti», continua. “ Il blitz a Legnano era scattato di buon mattino quando decine di vigili, poliziotti e carabinieri sono arrivati nel rione San Paolo e nei boschetti che lo circondano, per uno sgombero senza precedenti. Sei campi nomadi abusivi smantellati tutti in una volta, dai quali sono state allontanate circa 200 persone, tutte di etnia rom. Sfollati che subito dopo si sono recati in massa in piazza San Magno, dove ha sede il Municipio, occupando gli spazi pubblici e dando vita ad un sit-in durato sino a metà pomeriggio. Fino a a quando il nuovo sindaco Lorenzo Vitali appena insediatosi alla guida di una giunta di centrodestra, ha accettato di ricevere una loro delegazione accompagnata da un mediatore culturale. Pretendevano campi nomadi attrezzati e aree dove poter rimettere in piedi le loro baracche demolite dalle ruspe; in realtà hanno soltanto ottenuto la disponibilità del Comune a farsi carico della spesa dei pullman per rimandare a casa, nel loro Paese, tutti gli sfollati. Disponibilità alla fine rispedita al mittente dagli stranieri, che alla spicciolata si sono ripresi i loro bambini e le poche masserizie che avevano con loro per spostarsi poco distante, alla periferia di Legnano, dove già in serata hanno ricominciato a mettere in piedi altri accampamenti abusivi, con tende e baracche di fortuna.” Nello sgombero di venerdì scorso a Legnano era stata la stessa Rete a chiedere un incontro al sindaco del centrodestra Lorenzo Vitali, fresco d’elezione. «Abbiamo dato disponibilità totale a dividere i cento rom in piccoli gruppi e a istituire un’autogestione interna da parte dei capi della comunità - dice Pavlovic - Ma il sindaco ci ha risposto che il Comune poteva farsi carico solo di venti persone, da ospitare in container ancora oggi privi di allacciamento ad acqua ed elettricità. Infine ci ha detto che dopo le parole di Penati sulla moratoria per gli ingressi da Romania e Bulgaria, il quadro generale è cambiato e la linea dura resta l’unica da perseguire». Una nuova settimana, insomma, è in arrivo. E la guardia resta alta.
Di Fabrizio (del 17/06/2007 @ 09:32:27, in media, visitato 3901 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
La Provincia di Milano
e
il Comune di Opera
sono lieti di invitarla
all’anteprima del documentario
Opera Gagia
diretto da Antonio Bocola
e prodotto dalla
Provincia di Milano/Settore cultura
foto Roberto Re
Mercoledì 20 giugno, ore 20.30 e 22.30
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto ang. piazza Oberdan
Milano
Mercoledì 20 giugno alle ore 20.30 e alle 22.30, presso Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2: anteprima di “Opera Gagia” (DV, 57’, Milano, gennaio/maggio 2007; produzione E-Tica Srl - divisione Film), regia di Antonio Bocola, ricerca giornalistica e interviste Alfredo D’Amato e Francesco Scarpelli. Documentario prodotto da Provincia di Milano/Settore cultura.
Realizzato fra gennaio e maggio 2007, Opera Gagia racconta i fatti seguiti allo sgombero con procedura d’urgenza, nel dicembre 2006, della comunità di settantadue Rom rumeni da uno degli accampamenti abusivi di Via Ripamonti a Milano, e le reazioni al loro trasferimento nei terreni temporaneamente loro destinati da Comune e Provincia di Milano nell’adiacente comune di Opera. Il film ricostruisce l’intera vicenda attraverso immagini di repertorio, interviste ai protagonisti e riprese all’interno della comunità Rom e tra gli abitanti del paese: dal corteo spontaneo di protesta radunatosi sotto la sede del Comune, e concluso con l’incendio delle tende allestite dalla Protezione Civile, ai presidi permanenti all’ingresso del campo; dall’immediato ciclone mediatico, che divide gli abitanti di Opera e l’opinione pubblica tra chi è “contro gli zingari” e chi invoca i nuovi “imprenditori politici della paura”, fino alla partenza volontaria dei Rom, stanchi del clamore e dei continui insulti, annunciato cinquantadue giorni dopo con una lettera aperta a tutta la cittadinanza gagia, cioè non-zingara.
Opera Gagia ripercorre attraverso le voci dei protagonisti le tappe dell’affermazione di una non-identità come soluzione di un conflitto sociale e culturale, a Opera come a Milano, attraverso la vittoria delle divisioni e delle solitudini.
Antonio Bocola (Napoli,1967) vive e lavora a Milano. Diplomato all’Itsos di Milano, cresce professionalmente allo Studio Pontaccio, dove lavora come come aiuto regia di Marco Bechis e segue la produzione di diversi programmi TV di successo. Dal 1990 ha lavorato come Aiuto Regista/Producer per diverse case di produzioni e agenzie pubblicitarie.
Da molti anni lavora con Paolo Vari, con il quale ha firmato documentari, fiction e programmi TV. Nel 2004, realizza con Vari il lungometraggio Fame chimica (2004), selezionato al 60° Festival Internazionale del Cinema di Venezia e vincendo, lo stesso anno, il Festival di Annecy, in Francia. I loro i lavori precedenti sono Potrei credere solo a un Dio che sapesse danzare (1996), Pompeo (1998), Lavoro in corso (1998).
Di I love Italy - la prima docusoap italiana, e di Metti... Un posto al sole, è autore e regista. Cura la regia di Chicas, un programma con Ambra Angiolini per Fox. Ultimi lavori, per Rai Due e per Rai Sat Arte, dei documentari sul design italiano, sull'artista Damien Hirst, quindi un documentario sull’artista Tom Sachs per Fondazione Prada.
Curatore del Laboratorio sperimentale cine-tv presso l'IPM Beccaria da febbraio 2007.
Dal 2005 è amministratore delegato di E-tica srl, in comproprietà con Studio Azzurro.
Francesco Scarpelli (Milano, 1965) giornalista, sceneggiatore e autore televisivo, collabora con Antonio Bocola da dieci anni. Nel 1996, con Bocola e Paolo Vari, scrive il documentario sul teatro italiano d’avanguardia Potrei credere solo a un Dio che sapesse danzare. Nel 1997/1998, con gli stessi registi, scrive i mediometraggi Fame chimica e Pompeo, e nel 2001, è autore e sceneggiatore della docusoap I love Italy – Italiani d’America (Camera GP, Tele+, TSI). Nello stesso anno è autore e coregista, con Marco Carraro, Emiliana e Paolo Poce, di Racav Lavor / Cerco Lavoro, documentario sugli zingari di Milano.
Nel 2004 firma con Paolo Poce, Porrajmos, una persecuzione dimenticata, documentario sul genocidio nazifascista degli zingari europei. Sempre con Bocola e Vari ha firmato dialoghi e sceneggiatura del lungometraggio Fame Chimica; con Tekla Tidelli ha firmato il lungometraggio FuoriVena (2005), selzionato al 58° festival del Cinema di Locarno.
Alfredo D’Amato, giornalista professionista, è nato a Milano 39 anni fa.
Ha cominciato la sua attività di indagine investigativa e divulgativa sui fenomeni criminali a Milano, alla fine degli Anni Ottanta, lavorando con Nando dalla Chiesa per il mensile Società Civile. Sotto la direzione di Indro Montanelli, è stato cronista di "Nera" per il Giornale. Per dieci anni ha lavorato in Rai, prima con il regista e autore Gilberto Squizzato, realizzando una serie di docu-movie, vere e proprie inchieste giornalistiche, raccontate con un linguaggio cinematografico. Poi, è stato redattore del Tg3 Regionale e dei Servizi Speciali della Testata giornalistica regionale della Rai. Negli ultimi due anni, ha ricoperto l’incarico di Responsabile della Comunicazione e di Addetto Stampa della Presidenza del Consiglio comunale di Milano.
Oggi, fa parte del pool di giornalisti che ha fondato il nuovo quotidiano milanese Cronacaqui, dove lavora come cronista di "Giudiziaria".
Informazioni al Pubblico:
Provincia di Milano/Settore cultura, tel. 02.7740.6371
Di Fabrizio (del 16/06/2007 @ 11:20:54, in media, visitato 1948 volte)
Di Sucar Drom (del 16/06/2007 @ 09:34:11, in blog, visitato 1630 volte)
Roma, associazioni, sindacati e politici per una città sicura ma solidale
Le associazioni contro quello che hanno definito il moderno concetto di
apartheid promettono diverse mobilitazioni di piazza per «Roma sicura» ma anche
«solidale».
Al "patto per la sicurezza" della Capitale sottoscritto il 18 maggio dal
prefetto Serra, dal sindaco Veltroni e dai presidenti di Provincia e Regione
sotto l’egida del Ministro dell’Interno Giuliano Amato, si affianche...
Piove di Sacco (PD), le contraddizioni delle politiche per Rom e Sinti
In riferimento all’articolo del 1 giugno sul "Mattino" di Padova relativo al
divieto totale di sosta anche temporanea ai camper nel comune di Piove di
Sacco, vorrei sottoporre all’attenzione dei lettori le seguenti riflessioni.
La regione Veneto da molti anni non intende minimamente affrontare la questione
dei suoi concittadini veneti Rom e Sinti, né governare i nuovi arrivi
dall'Europa ce...
Sinti e Rom, intervista al Consigliere Comunale Yuri Del Bar
OsservAzione, centro di ricerca azione contro le discriminazioni di Sinti e Rom,
ha aperto la rubrica "che fare..." nel proprio spazio web. In queste settimane
sono state pubblicate le interviste a: Eva Rizzin e...
Mantova, una retata al "campo nomadi"
Giovedì 7 giugno 2007 i Carabinieri hanno fatto irruzione nel cosiddetto “campo
nomadi”, dove vivo. Sono arrivati alle quattro e mezza del mattino, mentre tutti
dormivano. I carabinieri, molti più di un centinaio, hanno cominciato a bussare
ad ogni roulotte. Sono venuti anche da me a bussare alla porta della mia casa in
maniera ...
Terni, il Comune non vuole nuovi arrivi di Rom e Sinti
Mentre in Provincia vi sono forti divisioni, si è svolto un ampio dibattito e
serrato confronto, ieri, a Palazzo Spada, in occasione della seduta del
consiglio comunale di Terni dedicata al tema dei campi nomadi. Non si è però
andati alla votazione dei diversi atti prese...
Parigi, "il tempo dei gitani" diventa musical
Alcuni ragazzini danno un calcio a un pallone, poi entra Emir Kusturica, si
unisce a loro, capelli scarmigliati come sempre e barba incolta. Siamo dietro le
quinte dell'Opera Bastille, Parigi.
Lui, si sa, è il regista, quei ragazzini sono gli attori. Anzi, parte di essi.
Niente ciak, non si gira, piuttosto si canta e si danza. Si prova Il tempo dei
gitani versione musical: il film premiato ...
Milano, patto blindato ma gli sgomberi si fanno
Un’inedita Mariolina Moioli in versione «lady di ferro» scopre le carte e
illustra il lato più repressivo del Patto di socialità e legalità, lo strumento
studiato per l’integrazione dei rom che tanto aveva fatto discutere nei mesi
scorsi, portando la maggioranza a un passo dalla rottura.
Proprio non ci sta l’assessore alle Politiche sociali ad essere apostrofata come
«inconcludente», addir...
Roma, costruiamo un percorso di mediazione a Colli Aniene
Da alcune settimane Stefano, un lettore e commentatore di questo spazio web, ha
portato a nostra conoscenza i disagi vissuti da molte famiglie che abitano nel
quartiere di Colli Aniene nel V Municipio. In questo municipio ci sono tre
insediamenti regolari: Salviati 1 e 2, La Martora Tor Cervara ed esiste anche
una baraccopoli che si estende lungo il fiume Aniene.
Ed è da quest'ultimo insedi...
Appignano del Tronto (AP), l’eterno scempio dell’ignoranza
Nel film di Tony Gatlif “Gadjo Dilo” il viaggio del francese Stephan alla
ricerca della cantante Nora Luca nelle regioni estreme della Romania lo conduce
presso una comunità di Rom che lo aiuteranno a rintracciare il ricco repertorio
di musiche tsigane.
Stephan sarà anche spettatore inerme dell’incendio che gli abitanti del
villaggio (gav) appiccheranno nel piccolo quartiere dei Rom, a cau...
Alghero, il Comune si impegna ad offrire un'habitat dignitoso alle famiglie rom
«Pronti 200mila euro, dal 2003 trattative con l´Ersat», lo riferiscono Angelo
Caria e Gianni Martinelli per “rassicurare” quanti avevano sollecitato una presa
di coscienza da parte dell’amministrazione sul “problema Rom”. Si spera in una
più snella attuazione degli impegni assunti.
Tutti d’accordo sulla realizzazione di un "campo nomadi" più consono alle
condizioni di vivibilità d...
Il Ministro Ferrero: dobbiamo superare i "campi nomadi"
La situazione di "assoluto degrado" in cui versano i cosiddetti campi nomadi non
e' piu' "tollerabile, soprattutto in virtù della semplice constatazione che
larga parte di coloro che sono chiamati nomadi, in Italia nomadi non sono, ma
sono, in realtà, stanziali".
Lo ha detto il ministro della solidarieta' sociale Paolo Ferrero il 6 giugno
alla Camera rispondendo ad una interrogazione sul te...
Friuli Venezia Giulia, la lingua friulana è tutelata
È stato approvato in via definitiva dalla Giunta regionale, su proposta
dell'assessore alle identità linguistiche, Roberto Antonaz, il disegno di legge
"Norme per latutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana".
La legge si prefigge lo scopo di valorizzare e promuovere la lingua friulana,
ossia di aumentare il numero di persone che la parlano, e, per coloro che già
fo...
Di Fabrizio (del 15/06/2007 @ 10:11:20, in casa, visitato 1877 volte)
COMUNICATO STAMPA
CHIARAVALLE: ACCOLTI GLI ANIMALI E CACCIATI GLI ESSERI UMANI. IL PROBLEMA È IL
DEGRADO DELLA POLITICA
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer, consigliere regionale Prc-Se
“Ancora uno sgombero di una baraccopoli rom, questa volta a Chiaravalle, e
ancora una volta esponenti istituzionali di primo piano del centrodestra
esultano in coro. Beninteso, le famiglie rom “allontanate” non sono sparite e
supponiamo debbano insediarsi in qualche altro spazio abbandonato e abusivo.
E così, il “gioco” della caccia allo zingaro potrà ricominciare da capo.
Infatti, il Comune non ha offerto soluzioni alternative, salvo che alle donne e
ai minori, ma com’è ovvio la politica della divisione dei nuclei familiari non
funziona, né potrebbe funzionare. In cambio, come il vicesindaco De Corato
sottolinea con orgoglio, i sette cuccioli di cane trovati nel campo sono stati
sistemati tutti nel canile municipale. Tutto bene, insomma, agli animali la
magnanima accoglienza del Comune e agli esseri umani la strada. Non ci potrebbe
essere fotografia migliore del grado di involuzione raggiunto dalla vita
politica e istituzionale nella prosperosa Milano.
Evidentemente, di risolvere il problema delle baraccopoli e del degrado non
gliene frega niente a nessuno. Anzi, fa molto più comodo avere insediamenti rom
sparsi in giro, nel più totale abbandono, perché permettono di costruire
periodicamente tante belle campagne politiche, assolutamente paganti sul piano
elettorale. E’ successo anche a Rho, dove nelle ultime elezioni la Lega ha
moltiplicato i suoi voti grazie alla propaganda d’odio e alle promesse di
cacciare i rom. Tuttavia, una volta centrato l’obiettivo politico, il neosindaco
del centrodestra rhodense ha chiarito immediatamente che lui non intende
assolutamente smantellare il campo nomadi.
Chiaravalle sarà presto dimenticato perché arriveranno altri sgomberi. Anzi, si
moltiplicheranno all’infinito, specie ora che anche Penati ha deciso di
partecipare al “gioco”. E allora, dagli addosso al rom, al clandestino e
all’immigrato, tutto quanto con la benedizione del Partito Democratico del Nord
e del Patto per Milano Sicura firmato dal Ministro Amato.
La conclusione di tutto questo è prevedibile e per nulla edificante. Le destre
continueranno ad accumulare consensi e soprattutto a estendere la loro egemonia
culturale, la sinistra moderata si cullerà nell’illusione di poter riconquistare
potere istituzionale e rimedierà forse qualche inciucio con Forza Italia e,
perché no, con la Lega. La città e i suoi cittadini, invece, dovranno
rassegnarsi a un futuro di degrado e precarietà, ben condito con tante
videocamere di sorveglianza, migliaia di poliziotti e, quando serve, anche con
le transenne contro la birra e i bonghi.
Una prospettiva tutt’altro che rosea. Ora sta alle forze della sinistra,
politica e sociale, assumersi le proprie responsabilità e uscire dal torpore e
dalla rassegnazione. Questa è la vera scommessa, se non vogliamo morire tutti
quanti leghisti”.
Milano, 14 giugno 2007
Ufficio stampa Gruppo regionale Prc
Manuela Della Nave
02.67486218 333.8355484
manuela.dellanave@ consiglio. regione.lombardi a.it
http://www.gruppopr clombardia. it
12:21 - 13.06.2007
L'organizzazione internazionale berlinese delle vittime del nazismo, ha
chiesto oggi di commemorare le vittime rom del protettorato nazista di Boemia e
Moravia in una maniera dignitosa e critica Praga per aver permesso che si
situasse un salumificio sul sito di un ex campo d'internamento.
L'organizzazione ha girato ad Angela Merkel, presidente EU di turno, la
richiesta di affrontare la questione.
Il salumificio a Lety (vicino a Pisek nella Boemia del sud) è situato dove
c'era un ex campo d'internamento dove morirono centinaia di Rom e altre
centinaia vennero deportati nei campi di sterminio.
L'appello [...] è indirizzato anche al primo ministro ceco Mirek Topolanek, è
stato sottoscritto da organizzazioni internazionali dei campi di concentramento
di Oswiecim (Auschwitz) e Buchenwald assieme al Consiglio Centrale dei Rom e dei
Sinti tedeschi.
Si è aggiunta la firma di Cenek Ruzicka, capo del comitato Ceco per la
compensazione delle vittime dell'olocausto Rom.
L'attuale situazione di Lety è vergognosa per un paese democratico come la
Repubblica Ceca, inoltre umilia la memoria delle vittime e dei sopravissuti
all'Olocausto.
Noah Flug, presidente del Comitato Internazionale Auschwitz, dice che i
firmatari protestano contro questa situazione. Aggiunge che è impossibile che un
salumificio sorga dove tanta gente è morta in passato.
Author: ČTK
Riferimento:
Lety
Di Fabrizio (del 14/06/2007 @ 10:04:15, in Italia, visitato 1596 volte)
COMUNICATO STAMPA
Un altro sgombero all’insegna dell’inciviltà: ieri all’ex autoparco di via
Toscana una settantina di rom romeni sono stati sgomberati e poiché non hanno
accettato la proposta dell’assessorato alle politiche sociali sono stati
abbandonati in mezzo alla strada. Donne incinte – anche all’ ottavo mese -
bambini – anche lattanti – si sono rifugiati sui prati del parco Ravizza.
Sollecitati dalla Rete Nopattodilegalità gli assessorati alle politiche sociali
di Comune e Provincia, la Prefettura si sono trincerati dietro il rifiuto
dei rom di dividere le famiglie, donne e bambini da una parte, gli uomini al
loro destino.
Così nessuno ha fatto nulla. Queste persone sarebbero rimaste con i loro figlie
e le loro cose ammassate in sacchi di plastica sotto il temporale che ha colpito
Milano se nella notte non avessero cercato un rifugio provvisorio in uno dei
tanti stabili abbandonati a se stessi in questa città: una scuola alla Comasina.
Ma tutto non finisce qua, altri sgomberi sono annunciati: a Chiaravalle, a
Legnano altre centinaia di uomini, donne e bambini verranno sbattuti fuori dalle
loro baracche, gli uomini perderanno il loro lavoro, del loro destino nessuno si
cura. Eppure queste persone fanno parte da anni della nostra comunità e da
gennaio sono, come noi, cittadini della Comunità europea.
Eppure le soluzioni ci sono: ragionare sul superamento della logica dei campi,
affrontare le esigenze abitative anche di chi è diverso da noi, anche trovando
soluzione temporanee che non espongano esseri umani a condizioni umilianti e
degradate.
Questa responsabilità tocca alle istituzioni, alle amministrazioni che non
possono semplicemente chiudere gli occhi di fronte a un problema che non si
risolve così.
Per prima cosa noi chiediamo l’istituzione immediata di un tavolo permanente con
tutti i soggetti istituzionali e con tutte le associazioni che operano nel
sociale perché insieme, e non contro, questi nostri concittadini si trovino
soluzioni che partano dal principio di uguaglianza dei diritti come dei doveri e
con lo stesso rispetto, con la stessa dignità che chiediamo per noi stessi.
Rete Nopattodilegalità, Lista Uniti con Dario Fo per Milano, NAGA, Opera
Nomadi, Aven Amenza, Festa dei popoli di Opera
Di Fabrizio (del 14/06/2007 @ 09:12:09, in casa, visitato 1837 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi:
31 DICEMBRE 2006/1 GENNAIO 2007…
Un incendio devasta un terzo del campo provvisorio (dal marzo 2006!) di
Triboniano, dove il Comune, per poter effettuare i lavori di risistemazione, ha
trasferito i Rom romeni che stavano nell’adiacente campo comunale, lasciandoceli
con UN rubinetto per l’acqua e 12 gabinetti chimici per 560
persone, uomini, donne, bambini.
La nuova amministrazione decide, dopo l’incendio, di sistemare il campo.
Una decisione EPOCALE, si dice.
Dopo aver dichiarato e sottoscritto l’intento di collaborare con le associazioni,
e dopo averle convocate ben due volte,…silenzio assoluto.
In realtà la collaborazione è prevista solo per la Casa della Carità.
Dopo CINQUE mesi l’impresa non è ancora compiuta, ma certo le difficoltà
non sono state poche. Anzitutto quella di capire.
Capire che non si tratta di sistemare un po’ di famiglie, definite ‘NOMADI’,
benché in Romania abitassero da generazioni in case, ma di affrontare il tema,
come dicono nei dibattiti e in televisione, dell’interculturalità.
Si tratta infatti di una COMUNITÀ, parte di un popolo, con una sua
storia, una sua lingua, usi e costumi propri.
L’intervento del Comune di questo non si occupa: i capi vengono mandati via, le
famiglie allargate vengono spezzate e disperse in diverse ‘aree’.
Ne parlano giornali e televisioni e questa risonanza mediatica un risultato
(certamente non voluto, né previsto) lo ottiene: un po’ di ‘padroni’ (così
dicono i Rom) si rendono conto, o per l’indirizzo o perché l’hanno riconosciuto
in qualche ripresa o foto di giornale, di avere alle loro dipendenze, magari da
anni, un terribile ‘ZINGARO’.
E così 20 o 30 (probabilmente di più) di loro vengono…lasciati a casa,
LICENZIATI.
Sono passati alcuni mesi: LE PENTOLE SONO VUOTE!
Anche in questa vicenda c’è una morale: MA ANDATE A RUBARE!
…3 GIUGNO 2007 - ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE ROM E SINTI
Di Fabrizio (del 13/06/2007 @ 10:16:59, in Italia, visitato 1546 volte)
Questa mattina un nuovo sgombero di persone è stato portato a termine a Milano. Un centinaio di persone, in maggioranza rom rumeni emigrati a inizio anno dai dintorni di Craiova, sono stati allontanati dalle Forze dell’Ordine dall’area dell’ex autoparco del demanio comunale di viale Toscana. Come per lo sgombero del dicembre scorso, richiesto allora dal costruttore Ligresti e da cui ha avuto origine la vicenda del Comune di Opera (con il noto incendio delle tende allestite dalla protezione civile provinciale da parte di cittadini e politici locali), non è ben chiaro se l’area in questione sia stata acquisita da un privato e che destinazione edilizia avrà in futuro. Ancora una volta però di fronte agli interessi speculativi all’insegna di inesorabili colate di cemento che soffocano questa città, le persone non hanno alcun valore. Di certo rimane uno sgombero avvenuto con un preavviso di sole poche ore e senza alcuna alternativa per gli occupanti. Settanta, cento persone, tra cui molti bambini piccoli, neonati e 5 donne in stato di gravidanza, si sono così riversate con i propri poveri averi nel vicino Parco Ravizza, a pochi passi dal centro della città. E lì sono rimasti.
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