Ricevo da Ernesto Rossi:
31 DICEMBRE 2006/1 GENNAIO 2007…
Un incendio devasta un terzo del campo provvisorio (dal marzo 2006!) di
Triboniano, dove il Comune, per poter effettuare i lavori di risistemazione, ha
trasferito i Rom romeni che stavano nell’adiacente campo comunale, lasciandoceli
con UN rubinetto per l’acqua e 12 gabinetti chimici per 560
persone, uomini, donne, bambini.
La nuova amministrazione decide, dopo l’incendio, di sistemare il campo.
Una decisione EPOCALE, si dice.
Dopo aver dichiarato e sottoscritto l’intento di collaborare con le associazioni,
e dopo averle convocate ben due volte,…silenzio assoluto.
In realtà la collaborazione è prevista solo per la Casa della Carità.
Dopo CINQUE mesi l’impresa non è ancora compiuta, ma certo le difficoltà
non sono state poche. Anzitutto quella di capire.
Capire che non si tratta di sistemare un po’ di famiglie, definite ‘NOMADI’,
benché in Romania abitassero da generazioni in case, ma di affrontare il tema,
come dicono nei dibattiti e in televisione, dell’interculturalità.
Si tratta infatti di una COMUNITÀ, parte di un popolo, con una sua
storia, una sua lingua, usi e costumi propri.
L’intervento del Comune di questo non si occupa: i capi vengono mandati via, le
famiglie allargate vengono spezzate e disperse in diverse ‘aree’.
Ne parlano giornali e televisioni e questa risonanza mediatica un risultato
(certamente non voluto, né previsto) lo ottiene: un po’ di ‘padroni’ (così
dicono i Rom) si rendono conto, o per l’indirizzo o perché l’hanno riconosciuto
in qualche ripresa o foto di giornale, di avere alle loro dipendenze, magari da
anni, un terribile ‘ZINGARO’.
E così 20 o 30 (probabilmente di più) di loro vengono…lasciati a casa,
LICENZIATI.
Sono passati alcuni mesi: LE PENTOLE SONO VUOTE!
Anche in questa vicenda c’è una morale: MA ANDATE A RUBARE!
…3 GIUGNO 2007 - ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE ROM E SINTI