Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Daniele (del 17/02/2006 @ 09:50:19, in casa, visitato 1702 volte)
Urbanisti contro proposte zigane. Rifiutato un piano per istituire un sito permanente di viaggiatori zigani ad Aberdeen.La controversa proposta riguarda cinque accampamenti nell'ex terreno agricolo nell'area di Dyce. Tuttavia, gli urbanisti del consiglio comunale di Aberdeen sono contro lo spostamento e un azione di imposizione potrebbe essere presa per fermare ogni sviluppo non autorizzato .I progetti saranno esaminati in un incontro della commissione di progettazione del consiglio la prossima settimana. Il sito è in Pitmedden Road e in un rapporto alla commissione il capo della progettazione e infrastrutture, dottoressa Margater Bochel, ha detto che il terreno era stato recentemente destinato a fini agricoli. Ha dichiarato la dottoressa: "Tuttavia, durante le scorse settimane, ci sono stati sviluppi non autorizzati". Sicurezza pubblica "La superficie del terreno è stata scavata e si è capito che nel sito sono state sistemate delle fosse biologiche. "C'erano due grandi case mobili, 11 roulotte e diverse macchine e pick-up commerciali parcheggiati nel sito. "Tuttavia il sito dava l'impressione di essere ben organizzato ed era generalmente pulito". Il consiglio della comunità West Don ha obiettato che tutto ciò rappresenta un uso inappropriato del terreno e tra le altre obiezioni hanno incluso la paura di una "brutta confusione". La dottoressa Bochel ha detto che la trasformazione non è conforme alla politica della cintura verde e ha raccomandato la bocciatura. Ha detto: "Si raccomanda anche di iniziare azioni appropriate di imposizione per garantire la cessazione dell'uso non autorizzato, la rimozione di tutte le roulotte, case mobili ed altre strutture." L'omissione di misure di coercizione appropriate in questo caso porterà all'erosione del terreno, e confidenzialmente, della politica della cintura verde." I progetti saranno considerati il 16 febbraio.
Di Fabrizio (del 14/02/2006 @ 10:52:48, in casa, visitato 3173 volte)
Sempre un problema l'inverno... soprattutto se è inverno davvero. L'anno scorso era andata meglio.
Da: Egle Kucinskaite su Baltic_Roma
Aleksandras Stankevicius (Unione delle Comunità Rom della Lituania 'Roma Mission') con altri Rom di Lituania ha ricevuto indiscrezioni sulla demolizione di case abitate da Rom nel villaggio di Dorozhny (Guryevo) nella regione di Kaliningrad (Federazione Russia).
Su internet ho trovato altre informazioni. Risulta che l'azione sia iniziata già in novembre e continui tuttora. Ci sono similitudini con quanto fece l'anno scorso il comune di Vilnius (LT), interrotto grazie alle pressione esercitata dalla società civile; come allora lo scopo è colpire “i trafficanti di droga” ma si concentra sulle case Rom costruite senza i dovuti permessi. Richiamo poi l'attenzione sulle temperature che qui raggiunge l'inverno.
I nostri contatti a Kaliningrad sono molto timorosi nell'esporsi, nessuno di loro ha accesso ad internet o in è in grado di comunicare via sms.
Oleg Kozlovsky (delegato di International Roma Union per gli stati baltici e la CSI) ci ha informato su una sua recente visita nella località, dove ha potuto incontrare le autorità. A breve dovrebbe tor are a Minsk e darci più notizie.
In Lituania i Rom pensano che i media e le organizzazioni dei diritti umani dovrebbero prestare attenzione a questo caso.
Riferimenti (dalla stampa russa)
Di Fabrizio (del 07/02/2006 @ 22:25:28, in casa, visitato 1774 volte)
Era da tempo che non linkavo + snowdog. Non me ne voglia, l'importante è tenere SEMPRE gli occhi ben aperti.
Hai un terreno in zona vincolata ad uso agricolo perchè compresa nel territorio del Parco Agricolo Sud (periferia di Milano) e vorresti costruire? Se sei rom, sinto, harvati o comunque "zingaro" non puoi farlo: il Sindaco di Milano ti manda i vigili urbani in assetto di guerra per sgomberarti da un terreno che è tuo e ti butta giù la costruzione (abusiva, come tante delle costruzioni Made in Ligresti che da anni circondano Milano, invece mai abbattute e spesso ancora semivuote) che stavi erigendo per abitarci. Se invece vuoi costruire una Golf House che si estenderà su oltre 156mila metri quadri di terreno, dotata di un edificio a due piani alto 10 metri e con una supericie di 1051 metri quadri e di un pacheggio per 800 (!) posti auto lo puoi fare: il Comune ed il Consiglio di zona 7 di Milano daranno parere favorevole. (fonte: Il Rile, mensile di zona di Muggiano, quartiere della periferia Ovest di Milano, pagina 21 del numero 12 dicembre 2005) Morale: basta ungere, e i permessi arrivano. Scavalcando la destinazione d'uso, e poco importa che un golf club sia un circolo per pochi eletti, per quelli che si possono permettere uno sport costosissimoe la relativa tassa di iscrizione annuale al club (se non sei socio non entri). In compenso, se sei zingaro, avrai vita difficile nei fetidi campi nei quali sarai confinato ai margini della città, ben nascosto agli occhi di tutti, e se cercherai di uscirne fuori sono pronte le bastonate. Da notare che l'insediamento sgomberato era in via Cusago, vicinissimo al punto in cui andranno (ad Assiano, piccola frazione fra via Cusago ed il vicino comune di Cusago) a costruire il golf club. P.s.: un parcheggio di 800 posti auto non ce l'ha nemmeno il non distante Palaghiaccio Agorà, dove si tengono manifestazioni nazionali ed internazionali di pattinaggio ed hockey e con una capienza di 4000 spettatori; arriverà ad un centinaio scarso di posti. Anzi, ultimamente di posti auto non ne ha neanche uno: il parcheggio è inagibile perchè sotto di esso stanno realizzando da diversi mesi un'autorimessa interrata per gli abitanti della zona (o meglio quelli che l'hanno acquistata), col risultato del parcheggio selvaggio nelle vicine vie durante le manifestazioni sportive.
Di Fabrizio (del 07/02/2006 @ 01:57:50, in casa, visitato 1799 volte)
6 febbraio 2006 15.46 Zingari denunciano discriminazioni in Svizzera GINEVRA - Gli zingari ritengono di essere vittime di discriminazioni in Svizzera. "Abbiamo il diritto di viaggiare, ma non di fermarci", ha affermato oggi al Club svizzero della stampa di Ginevra May Bittel, fondatore del "Forum europeo dei rom e dei gitani". Quale unica eccezione, Bittel ha citato i Grigioni. Secondo il portavoce degli zingari romandi, l'atteggiamento in Svizzera nei riguardi dei nomadi non è cambiato dagli anni Settanta. Rari sono in i comuni che hanno allestito speciali aree di sosta. Citato ad esempio, il cantone dei Grigioni ha equipaggiato aree per gli zingari locali e una zona destinata specialmente agli zingari provenienti da altri paesi, ha sottolineato Daniel Huber, vice-presidente della "Radgenossenschaft". In Svizzera, "manca tuttora il pieno riconoscimento della cultura zigana", ha ammesso da parte sua Georg Kreis, presidente della Commissione federale contro il razzismo. Dei circa 35 000 zingari che vivono nella Confederazione, la maggior parte si è sedentarizzata, ma da 3500 a 5000 persone sono tuttora nomadi. Secondo Bittel, i giovani gitani svizzeri sono sempre più numerosi ad adottare il modo di vita ancestrale. SDA-ATS
Di Fabrizio (del 31/01/2006 @ 10:11:45, in casa, visitato 3152 volte)
Romani CRISS Roma Center for Social Intervention and Studies 19, Buzesti St., Sector 1Bucharest – Romania Tel: 004 021/ 231 41 44 - Fax: 004 021/ 310 70 70 criss@romanicriss.org
25 gennaio 2006
COMUNICATO STAMPA
Ieri, 24 gennaio 2006, sono state demolite 7 case di Rom in strada Chitila Triaj a Bucarest. La decisione era stata presa dalla maggioranza del consiglio distrettuale 1. Il giorno prima della decisione, i Rom in questione sono stati avvertiti a voce che le loro case sarebbero state demolite.
Una delegazione di Romani CRISS ha assistito alla scena: sul posto erano presenti la polizia (arrivata con una camionetta e 10 auto, incluse le forze speciali di intervento), gendarmi e rappresentanti del distretto municipale. Inizialmente, a Romani CRISS è stato proibito l'ingresso nell'area, per quanto la delegazione si trovasse sulla pubblica strada a circa 500m. dalla scena. A circa 50 Rom le cui case venivano demolite, non è stato permesso di prendere niente dai loro alloggi, nemmeno i documenti di identità. Tutte le proprietà (mobili, vestiti, apparecchiature elettroniche) sono state impacchettate e requisite dalla polizia, senza alcuna lista o verbale.
La testimonianza di Zamfir Zamfirel (a cui è stata demolita la casa): “Dove pensano che vada? Hanno distrutto la mia casa, lasciando fuori mia moglie con in braccio nostro figlio di un anno, solo un vestito leggero per tutti e due e senza poter nemmeno rientrare a prendere le scarpe o qualcosa da metterci. Non abbiamo neanche potuto prendere qualcosa da mangiare”.
I Rom denunciano di essere stati minacciati e malmenati; un ufficiale di polizia avrebbe colpito un Rom col calcio del fucile in un occhio, un membro di Romani CRISS ha poi accompagnato il ferito in ospedale. Un'altra persona malmenata è stata portata in ambulanza all'ospedale Matei Bals.
Romani CRISS esprime la propria preoccupazione riguardo la demolizione abusiva delle case, specialmente quando ciò avviene senza precedente comunicazione scritta, con decisione irrevocabile del tribunale e quando la temperatura esterna è di -15 º C. In aggiunta, non è stata prevista alcuna sistemazione alternativa, though mandatory under international legislation. Tutto ciò genera, secondo la nostra opinione, la violazione di una serie di standards minimi riguardo gli sgomberi e le demolizioni.
“Attendiamo una rapporto ufficiale su quanto accaduto, sia da parte dell'amministrazione distrettuale, che da parte del Governo e delle forze politiche” ha dichiarato Magda Matache, direttrice esecutiva di Romani CRISS. In seguito, informeremo l'opinione pubblica, il governo, la presidenza e le istanze nazionali e internazionali sulla situazione. [...] Intendiamo denunciare in tribunale l'intreccio di responsabilità che ha portato a questa azione di distruzione di proprietà e violazione di domicilio.
Cezara David PR Coordinator
Fonte: Roma_Rights
Di Sucar Drom (del 18/01/2006 @ 01:20:15, in casa, visitato 2180 volte)
Rif: l'inaugurazione domenica scorsaDa redattoresociale.itTerreni e non campi: sarebbero ormai 5000, soprattutto nel nord Italia, le aree private ad uso agricolo acquistate da famiglie sinte e rom per viverci con le proprie roulotte. Ma per lo Stato si tratta di abusi edilizi Il campo nomadi di Guastalla GUASTALLA (RE) – Sarebbero ormai 5000 i terreni privati agricoli acquistati, prevalentemente nel nord Italia, da famiglie sinte e rom, per viverci con le proprie roulotte. La stima è dell’Associazione Sucar Drom – Opera Nomadi di Mantova secondo cui sceglierebbero questa soluzione soprattutto i sinti italiani - sinti piemontesi, lombardi, veneti, Teich, Gackane, emiliani e marchigiani, Rom Harvati, Lovara e abruzzesi - decisi ad uscire ad ogni costo dalla logica assistenziale del campo. Una tendenza iniziata negli anni ’80 ed esplosa in un decennio, perché poco onerosa a livello finanziario - più difficile sarebbe l’acquisto di una casa o di un terreno edificabile - e non straniante culturalmente. Più cauta nei numeri la valutazione di Nicola Solimano della Fondazione Michelucci di Firenze, realtà all’avanguardia nella progettazione e nella ricerca urbanistica e della architettura moderna e contemporanea, con particolare riferimento ai problemi delle strutture sociali. “E’ una tendenza in crescita, soprattutto tra i sinti. In Toscana nel 1992 erano uno o due i casi ed oggi sono almeno una ventina”. La Fondazione ha progettato e realizzato due aree, una a Prato per i Sinti ed una a Firenze per i Rom macedoni, oltre ad aver appaltato i lavori di un micro-area a Pisa ed aver esteso la propria consulenza a Trento e Bolzano. L’intervento dipende molto dalle caratteristiche dei destinatari, spiega la Fondazione; i Rom ad esempio hanno una tradizione abitativa e sono quindi pensabili soluzioni più vicine ad un modello di casa tradizionale, anche individuale, mentre per i sinti che mantengono una mobilità accentuata e sono legati ad un sistema di famiglia allargata (25-40 persone) vengono forniti più coerentemente servizi di supporto alla loro vita in roulotte. Importante adottare le diverse soluzioni insieme alle famiglie destinatarie del progetto: “E’ importante dimostrare che si sta lavorando alla loro casa e non per uno spazio di nessuno, questo mantiene un senso di identificazione e fa si che, ad esempio, non si verificano cattivi utilizzi delle strutture”. Il problema è che per la legge italiana queste roulotte sono e restano un abuso edilizio. Secondo Sucar Drom questo non solo mette in crisi le famiglie che attualmente vivono in terreni agricoli di proprietà, ma investe le amministrazioni comunali costrette a trovare anche soluzione alternative. “Il rischio evidente è il ritorno al campo nomadi”, paventa l’associazione Sucar Drom che chiede la possibilità di sanare le situazioni esistenti e creare le condizioni perché questa tipologia abitativa venga estesa, attraverso il lavoro di confronto in un tavolo interistituzionale con Ministeri e Regioni. Obiettivo: arrivare ad una soluzione uniforme su tutto il territorio nazionale. “Sono molte le famiglie che stanno facendo questa scelta – commenta Solimano della Fondazione Micheletti, secondo cui questa “è una strada da percorrere”. “Il discrimine è quello del rapporto con la legge sugli abusi edilizi – aggiunge - Occorre trovare un soluzione di equilibrio, in genere non si tratta di aree di pregio. Basterebbe consentire gli allacci alla rete idrica e fognaria, sanare piccoli abusi. Si tratta di interventi limitati”. (vedi lancio successivo) (cch) © Copyright Redattore Sociale
intervento di Fabio Suffré, mediatore culturale dell'Associazione Sucar Drom. Carissimi, vi ringrazio tutti per essere oggi qui con noi oggi a festeggiare u kher nevo (la nostra nuova casa), il Residence Sucar Plaza. Questa realizzazione è un primo segno in Emilia Romagna per costruire insieme un nuovo rapporto tra noi Sinti, le Istituzioni e il resto dei Cittadini. In questi quattro anni di lavoro partecipato abbiamo sperimentato la metodologia della mediazione culturale che vede noi Sinti per la prima volta protagonisti. Insieme con il Sindaco, il Vice Sindaco, il Geometra Eber Bianchi e tutti gli Uffici Comunali interessati abbiamo discusso, lavorato, costruito questa esperienza. Oggi io, a nome dell’Associazione Sucar Drom e delle famiglie Sinte guastallesi, li voglio ringraziare per l’impegno e la volontà che hanno dimostrato in questi quattro anni. Ringrazio anche tutto l’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna e l’Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Mantova per il concreto sostegno che hanno offerto a questa esperienza. Oggi possiamo dire che abbiamo una casa dove poter vivere, crescere i nostri figli, gioire e anche soffrire come ogni famiglia al mondo. In questi giorni qualcuno ha affermato pubblicamente che il Residence Sucar Plaza, la nostra casa, non sarebbe altro che un “campo nomadi”. Oggi io rispondo a tutte queste persone che non hanno mai provato a vivere in un “campo nomadi”. Sucar Plaza non è un “campo nomadi” dove sei costretto a vivere contro la tua volontà, al di fuori della propria famiglia, senza privacy, decine e decine di famiglie ammassate una contro l’altra. Si provino questi signori a vivere una settimana in un “campo nomadi” a Reggio Emilia, a Bologna, a Carpi e la lista è tristemente lunga. La micro-area che oggi inauguriamo sarà esempio in tutta l’Italia per chiudere i cosiddetti “campi nomadi” e offrire alle Minoranza Etniche Linguistiche Sinte un habitat dignitoso. Ma ciò non è sufficiente e per questo chiedo alla Regione Emilia Romagna e alla Provincia di Reggio Emilia di sostenere il nostro progetto di mediazione culturale perché oltre all’habitat dobbiamo tutti insieme elaborare subito, senza perdere tempo, strategie condivise negli ambiti del lavoro, della cultura, della sanità e della scuola. Oggi gioiamo per questo momento, ma da domani vi chiediamo di lavorare insieme per costruire il reale riconoscimento dello status di Minoranze Etniche Linguistiche Nazionali per noi Sinti e per i Rom.
Di Fabrizio (del 16/01/2006 @ 00:06:35, in casa, visitato 1540 volte)
ricevo e porto a conoscenza:
Milano , 13 gennaio 2006
APPELLO ALLA CITTA’
“La solidarietà è la tenerezza tra i popoli” (J. Martí)
In occasione del Consiglio Comunale di lunedì 16 gennaio in cui è stato chiesto all’assessore Tiziana Maiolo da parte della conferenza dei capigruppo dell’opposizione di relazionare in merito alla situazione dei “rifugiati di via Lecco”, le firmatarie associazioni chiamano la cittadinanza alla partecipazione.
Siamo convinti che soltanto il dialogo, la collaborazione e la solidarietà tra tutti possano permettere una rapida soluzione della situazione in cui si trovano ormai da due mesi i “rifugiati di via Lecco”.
La risoluzione di questa situazione specifica può segnare un passo in avanti verso il riconoscimento dei diritti dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di protezione umanitaria.
Milano ha bisogno di politiche specifiche, responsabilità sociale e programmazione di interventi che garantiscano la necessaria accoglienza e integrazione a coloro che, fuggendo da situazioni di guerra e persecuzioni personali, chiedono all’Italia e alla nostra città protezione e sostegno.
PRESIDIO
LUNEDI’ 16 GENNAIO
ORE 17,00
IN PIAZZA DELLA SCALA
Arci, Emergency, CGIL, Naga, Todo Cambia
Prime adesioni:
La comunità Kurda di Milano, SinCobas, Fiom, C.S Leoncavallo, Associazione culturale cilena, Rete Artisti contro la Guerra, Ass.Beretti Bianchi, Attac Milano, Associazione Azad per la libertà del popolo Kurdo, Filef Lombardia, Arci blob, Arciragazzi, Associazione per la Pace di Milano, Coordinamento lombardo nord sud del mondo, Associazione Maschere Nere, Basta Guerra, Rifondazione Comunista , Francesco Majorino, segretario cittadino DS, Augusto Rocchi, segretario provinciale PRC, Enrico Coviello, assessore agli stranieri e politiche di pace Comune di San Donato, Giusi Rotondo, Dario Fo e Franca Rame, Elena Cavallone
Info: 333/1229779 o 328/ 54 73 099
Di Sucar Drom (del 07/01/2006 @ 19:00:48, in casa, visitato 1767 volte)
Sabato 14 gennaio 2006alle ore 11.00invitiamo tutti a Guastalla (Reggio Emilia)per l'inaugurazione del residenze Sucar Plazain via Argine Po (traversa della Strada Statale n.62, via Cisa Ligure)Come sapete a Guastalla abbiamo realizzato una micro area residenziale per Sinti Italiani. La progettualità, sostenuta dal Comune di Guastalla e dalla Regione Emilia Ro...
Di Sucar Drom (del 30/12/2005 @ 17:22:38, in casa, visitato 2471 volte)
Riceviamo da “Romano Lil” circolare telematica dell’Opera Nomadi Nazionale. Per iscriversi scrivete a: romanolil@libero.it
MANCANO ACQUA E LUCE AL “CAMPO” DI S.MARIA (CE)
Una protesta “civile” S. Maria C.V.(Caserta). L’Opera Nomadi minaccia una protesta esemplare. “Le iene della Tv sono state avvertite. Se Capua non darà l’acqua ai Rom la presidente O.N. andrà...
Di Fabrizio (del 24/12/2005 @ 10:54:04, in casa, visitato 1968 volte)
Venerdì 9 dicembre si è tenuta una manifestazione a Budapest, contro sgomberi, segregazione e razzismo organizzata dalla Fondazione Rom per i Diritti Civici.
Foto e articolo di Simo Endre - Fonte: Hungarian_Roma
La manifestazione ha visto la partecipazione delle famiglie rom del cosiddetto "dzsumbuj", il 9° quartiere, direttamente toccato dagli sgomberi. Ma la causa era soprattutto nelle parole dl sindaco del quartiere, che aveva apertamente dichiarato "la necessità di ripulire il quartiere dai rom". Il consiglio distrettuale, guidato da Ferenc Gegesy ha siglato un accordo con la compagnia Bohus Ltd., incaricata di provvedere all'espulsione mensile delle famiglie che illegalmente hanno occupato edifici abbandonati. Un contratto a sua volta illegittimo, e anticostituzionale, che darebbe pubblici poteri alla Bohus Ltd. e che costa alle finanze pubbliche 228 milioni di fiorini olandesi (più IVA).
Ilona Sztojka, madre di quattro bambini e incinta al 9° mese, è intervenuta presentando il proprio caso: mobili e suppellettili distrutte per non aver ottemperato all'ingiunzione della Bohus Ltd. La Ministra del Welfare, Kinga Göncz, ha immediatamente sospesola collaborazione con l'amministrazione distrettuale, per protesta contro la politica anti-rom del sindaco di quartiere. [...]
Come rappresentante del Social Forum Ungherese, ho assicurato la nostra totale solidarietà e preso posizione in favore della strategia "Zero Sgomberi", chiedendo una moratoria per tutto il periodo del bisogno sociale delle famiglie, aggiungendo che in caso di decisione del tribunale, le autorità devono assicurare una sistemazione alternativa. Il problema dei senza casa e degli sgomberi, in Ungheria si lega agli alti livelli di impoverimento e come Social Forum sollecitiamo l'intervento della Comunità Europea, qui e in altri paesi dell'Europa dell'Est, volti al rafforzamento della coesione sociale nazionale, per evitare gravi danni alla democrazia europea.
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