Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 27/12/2012 @ 09:00:03, in lavoro, visitato 1764 volte)
strill.it Sabato 22 Dicembre 2012 19:15 Comunicato stampa dell'Opera
Nomadi di Reggio Calabria:
Il 20 dicembre 2012 il Consiglio Provinciale ha approvato un importante
regolamento che permette la gestione dei rifiuti non pericolosi in forma
ambulante come previsto dal Testo Unico Ambientale, Dlgs 152/2006 articolo
266 comma 5.
Questo provvedimento è molto interessante per diversi motivi. Crea le condizioni
perché anche i cittadini con reddito basso possano realizzare legalmente delle
attività lavorative nel settore della gestione dei rifiuti destinati al riciclo.
Sviluppa del lavoro con il quale dei rifiuti non pericolosi verranno riciclati,
senza che questo comporti un aggravio per le tasse dei cittadini.
Il regolamento in riferimento al Testo Unico sull'Ambiente stabilisce che la
licenza di un cittadino che si costituisce come ditta ambulante possa prevedere
assieme alle altre attività di ambulantato esercitate anche la gestione, con
modalità semplificate, di piccoli quantitativi di rifiuti non pericolosi .
In questo momento di grave crisi il regolamento consentirà a tanti ambulanti di
integrare le loro attività, ma soprattutto a tutti coloro che gestiscono senza
licenze i rifiuti metallici di regolarizzare questa attività che da sempre
costituisce una risorsa per la raccolta differenziata.
La richiesta di questo regolamento è stata avanzata dall'Opera Nomadi
nell'ambito della campagna di lotta al razzismo contro i Rom, denominata Dosta!,
che è stata realizzata a Reggio Calabria dall'Ufficio Nazionale Antirazzismo il
5/6 dicembre u.s. ed è stata ospitata nella sede dell'ente Provincia.
L'associazione ha potuto avanzare questa richiesta grazie alla collaborazione
offerta da Carlo Berini e da Radames Gabrielli, responsabili della Federazione
Rom e Sinti insieme, i quali hanno fornito tutte le informazioni necessarie
sullo stesso regolamento già applicato con successo dalla Provincia di Bolzano e
sull'articolo 266 del Testo Unico sull'Ambiente che prevede una semplificazione
degli adempimenti per la gestione dei rifiuti non pericolosi in forma ambulante
.
La motivazione che ha spinto l'Opera Nomadi è stata la necessità di
regolarizzare l'attività di gestione rifiuti metallici realizzata dai rom in
tutto il territorio provinciale. Attività che ad oggi costituisce il lavoro
principale di questo gruppo, ma che, fino ad oggi, non è stato possibile
regolarizzare a causa delle condizioni onerose imposte dalla normativa generale
di settore. L'articolo 266 offre però una via percorribile per la
regolarizzazione.
E' chiaro che questo provvedimento, pur essendo stato richiesto per un gruppo di
persone, è rivolto a tutti i cittadini della provincia di Reggio Calabria,
perché porterà benefici non solo a coloro ( rom e non ) che realizzano attività
di commercio ambulante ma all'intera comunità per la questione dei rifiuti.
Difatti potrà essere uno degli strumenti utili alla costruzione di un
sistema-rifiuti moderno finalizzato a potenziare il riciclo ed il riuso dei
rifiuti, riducendo il conferimento nelle discariche e negli inceneritori.,
Riconoscendo l'utilità di questo regolamento l'ufficio di presidenza del
Consiglio provinciale ha trasmetto il provvedimento alla Regione Calabria
invitando gli organi del governo regionale ad applicarlo anche a livello
regionale.
Data l'importanza che questo provvedimento riveste per il nostro territorio
riteniamo doveroso ringraziare per la sua approvazione tutti i Consiglieri
provinciali, il presidente Dr Raffa, la Consigliera di Parità D.ssa Daniela De
Blasio, il dirigente del settore ambiente Ing. Barbaro, il responsabile del
procedimento Dr Postorino, ma in modo particolare il presidente del Consiglio Dr
Eroi che ha accolto e promosso questa iniziativa .
Reggio Calabria, 22 dicembre 2012
Il presidente: Sig. Antonino Giacomo Marino
Sull'argomento, anche
ilDispaccio.it
Di Fabrizio (del 19/12/2012 @ 09:08:10, in lavoro, visitato 1190 volte)
MEDIAROMA Progetto di una ricicleria a Yalova
Il progetto chiamato "Rinfrescarsi la mani col riciclo", curato dal comune e
dall'università di Yalova, dal dipartimento di polizia e da İŞ-KUR adn ÇEVTEM,
ha lo scopo dichiarato di migliorare lo stato delle famiglie rom che vivono
nel quartiere Bağlarbaşı di Yalova (Marmara, Turchia). Le famiglie campano della
raccolta di cartoni e rottami sperano di essere informati con più precisione su
vantaggi e svantaggi del progetto.
La sua prima presentazione si è svolta nell'aula assembleare del comune.
Secondo le dichiarazione, nessuno sarà obbligato a prendere parte al progetto.
Chi lo farà, consegnerà cartoni e metalli agli incaricati comunali del
quartiere, invece di rivenderli ai negozi. Saranno pagati in contanti e
giornalmente.
Sono molte le famiglie rom in tutta la Turchia a vivere di queste raccolte.
E' un lavoro che si svolge in condizioni difficili. Queste famiglie sottolineano
di essere aperte ad ogni offerta che permetta il miglioramento delle loro
condizioni, purché l'offerta venga spiegata completamente.
Source: İHA
Di Fabrizio (del 26/10/2012 @ 09:22:48, in lavoro, visitato 1493 volte)
Da
Baltic_Roma
The ADVOCACY PROJECT TROPPO PER QUEL COMODO LAVORO GIORNALIERO
Elise Filo |
Posted October 3rd, 2012
Romnì
Alla fine del 2007, una donna venne a conoscenza di un bar che apriva a
Vilnius e chiamò per chiedere se cercavano personale. C'era ancora vacante un
posto da lavapiatti, e la donna vi si recò per un colloquio. Al suo arrivo, il
gestore del bar informò la donna che il lavoro non era più disponibile.
Quello stesso giorno, un'altra donna venne a conoscenza della medesima
apertura a Vilnius, e pure lei chiamò in cerca di lavoro. Cercavano sempre un
lavapiatti e la seconda donna arrivò poco dopo la prima per sostenere il
colloquio. Al suo arrivo, il gestore la informò che il posto era ancora vacante
e la assunse.
"Purtroppo" per quell'esercizio, la seconda donna era un'ispettrice
incaricata dall'Istituto per il
Monitoraggio dei Diritti Umani di determinare se ci fosse stato qualcosa di
irregolare nella decisione di non assumere la prima donna, di etnia rom. Il
responso:
ci fu. Cioè: una donna zingara era venuta prima in cerca di lavoro, ma
non è stata assunta perché nessuno vuole avere una zingara nel personale.
Per continuare col precedente tema dell'economia dello spaccio di droga,
vediamo perché in gran parte l'economia formale è inaccessibile ai Rom di
Kirtimai. (confronta
precedente, ndr.)
Un'economia debole è un problema endemico che riguarda tutta la popolazione
lituana. A giugno 2012 il
tasso nazionale di disoccupazione era del 13,3% (l'equivalente di 215.100
persone). La disoccupazione giovanile era del 25,2%. Nel contempo il
salario
minimo mensile, nonostante sia cresciuto da agosto 2012, è di 850 Lita (LTD)
- neanche 320 $. A causa delle difficoltà nel guadagnarsi da vivere, il paese ha
vissuto un forte
calo demografico, oltre 83.000 sono emigrati nel 2010 e quasi 54.000 nel
2011.
Per i Rom. gli stereotipi negativi aggravano la ricerca delle già limitate
opportunità di lavoro formale. Ma se
la discriminazione sulla base dell'origine etnica o razziale è legalmente
proibita, ci sono diverse importanti ragioni per cui questa legislazione è
inefficace. Prima di tutto: la maggior parte dei Rom non conosce i propri
diritti. Non sanno neanche valutare quando i loro diritti siano violati, né il
processo da seguire per un eventuale risarcimento in caso di violazioni. Come
possono lamentarsi? A chi scrivere? Quali documenti presentare? E
quanti di loro hanno familiarità col servizio di
aiuto legale
garantito dallo stato (o con la procedura per richiederlo)? Quindi, sono
poche le denunce per discriminazione intentate dai Rom, quindi, prevale una
cultura discriminatoria nell'impunità.
Oltre a questi disincentivi strutturali, ci sono ragioni pratiche per cui
difficilmente viene intrapresa la ricerca di un impiego. Per arrivare dove si
ricerca personale, può essere necessario cambiare diversi mezzi di trasporto.
Questo significa comprare diversi biglietti (ogni autobus necessita di un nuovo
biglietto), si aggiunga la ricerca della posizione (senza GPS, senza internet,
forse senza saper leggere e scrivere), accedere ai mezzi di trasporto (dopo le
20.00 non ci sono autobus per Kirtimai, e nessun taxi vuole andarci), e spesso è
necessaria la padronanza della lingua lituana. Per la comunità di Kirtimai,
parecchio distante dal centro città e che ospita molte persone di lingua
non-lituana - senza reddito né risparmi, la ricerca di un impiego è un'impresa
praticamente impossibile. Anche se l'impiego fosse garantito, questo porterebbe
a costi iniziali (trasporti, abiti, baby sitter, ecc.) che molti non possono
semplicemente permettersi.
Muoversi a Vilnius
Ovviamente, questo non significa che la situazione debba rimanere immutabile
e che qualcuno perseveri, nonostante tutto. Da luglio 2012, 158 Rom si sono
registrati alla
Borsa del Lavoro di Vilnius. Soltanto otto di loro avevano una qualifica
professionale e 49 non erano mai andati a nessun tipo di scuola. La Borsa del
Lavoro di solito si limita a mettere in contatto gli iscritti con le posizioni
che richiedono un minimo di qualificazione (completamento degli studi superiori
o della formazione professionale) e quindi non può assistere molti Rom di
Vilnius. Le opportunità che la Borsa del Lavoro può offrire sono limitate a
pochi posti di lavoro di manutenzione ambientale, come pulizia delle strade e
spazzamento della neve. Queste sono opportunità, in teoria, ma occorre tenere in
considerazione che potrebbero essere fisicamente impegnative per 41 tra gli
iscritti, che hanno superato i 50 anni e sette con disabilità. Inoltre, sono
opportunità, nei fatti, soltanto teoriche per questa popolazione, secondo le
norme culturali sulla pulizia. I Rom non possono pulire gli spazi
pubblici (in realtà, è una percezione che cambia a seconda dei gruppi e
della dislocazione geografica, ndr.). Alcuni fanno eccezione, ma c'è
una buona dose di vergogna nella loro decisione. Negli ultimi sette mesi, nove
dei 158 iscritti Rom hanno trovato impiego tramite la Borsa del lavoro, e cinque
un impiego temporaneo. Questo sistema
non è efficace per la comunità rom di Kirtimai e la stragrande maggioranza
rimane senza un reddito formale.
La povertà non è certo un lusso, e per superare questa condizione le persone
devono essere in grado di accedere al lavoro e guadagnarsi da vivere. Tuttavia,
uno dei motivi più citati per cui non esistono incentivi a tutti questi ostacoli
strutturali e pratici nella ricerca di un impiego, è che i
sussidi
statali di disoccupazione sono comparabili al salario di un lavoratore non
qualificato.
Quindi, perché impegnarsi con spese a fondo perso, i fastidi del viaggio e
l'umiliazione della discriminazione? La disillusione è il sentimento dominante
tra molti rom, riguardo l'impiego formale e l'ascesa sociale. Sapendo che la
situazione non cambierà. la motivazione a spingere i propri diritti non esiste.
Non sono stati educati a farlo e non sanno immaginare come migliorare la
situazione - quindi dove sarebbe la motivazione? La vita a Kirtimai è
sopravvivenza, non è sviluppo. E ciò è pericoloso.
Di Fabrizio (del 08/10/2012 @ 09:17:21, in lavoro, visitato 1594 volte)
& DIVERSO PARERE
Genova, 5 ott. - (Adnkronos) - "Riscoprire gli antichi mestieri, in
particolare l'artigianato artistico, tradizionale e tipico di qualita', puntando
anche sull'innovazione, costituisce una misura importante contro la piaga della
disoccupazione giovanile e aiuta produzioni di nicchia che hanno tutte le carte
in regola per rimanere sul mercato". Lo ha dichiarato Luca Costi, segretario
regionale di Confartigianato Liguria, a margine della presentazione, questa
mattina in Regione, dei finanziamenti del Fondo sociale europeo 2007-2013
rivolto alla formazione professionale "in bottega".
Due milioni e 270mila euro sono stati stanziati per avvicinare giovani,
disoccupati, inoccupati e appartenenti a minoranze etniche (rom e sinti) agli
antichi mestieri. Le "botteghe" individuate come ambito di formazione e
inserimento professionale riguardano i settori dell'artigianato artistico
tradizionale e tipico di qualita', mentre le aziende artigiane in possesso del
marchio "Artigiani In Liguria" possono formare anche personale gia' dipendente.
"Ma non solo - spiega Costi - e' previsto l'accompagnamento alla nascita di
nuove micro e piccole imprese nei settori dell'artigianato individuati". I
settori di intervento spaziano dall'agroalimentare tipico, alla moda, alla
lavorazione del legno e metalli, con attenzione particolare, per quanto riguarda
lo start up di nuove imprese, all'innovazione nei processi di lavorazione e
produzione.
Certo, capisco che trovare un lancio come quello dell'Adnkronos
sulle pagine di Libero, da uno strano senso di straniamento.
Ma le conferme al solito tran-tran arrivano puntuali il giorno dopo: come spinti
da un riflesso pavloviano insorgono i leghisti, anzi, come si scrive sotto
"tuonano" (che tanto lo sappiamo, a proposito di certezze, che ultimamente i
leghisti tuonano ma di lampi sono incapaci di farne...)
E' molto bello ed educativo che ora questi omini col cervello verde si
preoccupano di "tutte le altre comunità immigrate" e persino di una possibile
"guerra tra poveri".
Continuo a non capire una cosa: se gli zingari non lavorano, non va bene; ma se
lavorano non va bene comunque. Un tempo si diceva "non sono io il razzista, sono
loro che sono rom!"
Genova24.it Bando artigianato, Rixi (Lega Nord): "Cosa c'entrano gli zingari
con gli antichi mestieri?"
Regione. Intervento del capogruppo della Lega nord Edoardo Rixi sul bando di
finanziamento – derivante da fondi europei – approvato dalla Regione Liguria
sugli antichi mestieri, con una voce ad hoc dedicata alla formazione di sinti e
rom. "Cosa c'entrano gli zingari con gli antichi mestieri della Liguria?" tuona
Rixi che ricorda che la cifra complessiva messa a disposizione dal bando è di 2
milioni e 270 mila euro.
"Considerando che la disoccupazione in Liguria è in aumento specie tra i giovani
e che le piccole imprese artigianali sono in grave crisi, a causa delle
politiche montiane e della concorrenza sleale dei paesi in via di sviluppo, mi
chiedo che senso abbia diluire un già magro stanziamento di fondi pubblici anche
ad una comunità di immigrati spesso clandestini". dice il capogruppo della Lega.
"L'attuale maggioranza che governa la Liguria al danno aggiunge la beffa, anzi
due beffe, perché – spiega Rixi – da un lato allargando i finanziamenti ai soli
zingari esclude tutte le altre comunità immigrate, lanciando il messaggio
implicito che sudamericani e nordafricani valgono di meno e rischiando così di
scatenare una guerra tra poveri, dall'altro dando dei finanziamenti pubblici a
sinti e rom si buttano i soldi in maniera irresponsabile, in quanto si tratta di
popolazioni nomadi che a breve non stanzieranno più in Liguria e probabilmente
neanche in Italia, col risultato che il denaro pubblico regalatogli non produrrà
né tassazione per la società né posti di lavoro sul nostro territorio.
La Giunta Regionale" conclude Rixi "riesce ad attuare politiche ridicole e
controproducenti anche quando s'impegna a fare qualcosa di sinistra".
Nel frattempo s'è destato anche
Il Giornale, solita foto decontestualizzata:
e titolo da cronaca nera:
Gli antichi mestieri nelle mani dei rom Il bando per
salvare gli antichi mestieri della Liguria finisce con il finanziare le comunità
sinti e rom. Protesta la Lega Nord
ma il testo dice " finanziando ANCHE i sinti e i rom" (il maiuscolo è mio, ndr)
In chiusura, Rixi spiega in prima persona il suo pensiero su
Bordighera.net "Peccato che la Giunta di sinistra abbia stabilito, come si
legge sul sito ufficiale della Regione, di allargare la distribuzione di tale
denaro anche alle comunità sinti e rom, altrimenti dette zingare, residenti in
Liguria." Trattasi quindi di un problema di "cittadinanza", se non ho
capito male. D'altronde, anche il Sudafrica razzista era una nazione campione d
i diritti democratici, solo che li riconosceva esclusivamente ai bianchi.
Resta da notare che per una notizia trovata su questo importante
finanziamento, ce ne sono almeno 3 dedicate ad una polemica che più di parte non
si può...
Di Fabrizio (del 02/09/2012 @ 09:18:30, in lavoro, visitato 1207 volte)
Mediaroma
C'è tensione tra i Rom lavoratori agricoli, che giungono a Karasu (distretto
Sakarya - Marmara) per la raccolta delle noci, ed il mukthar della Yeni Mahalla,
O.B. Gli abitanti si lamentano che le tende dei Rom creerebbero inquinamento
visivo. Il mukthar chiede che le tende vengano tolte dall'ingresso della
Yeni Mahalla. I Rom, che lavorano e vivono in condizioni estremamente dure,
hanno paura di perdere, causa la reazione dei residenti, l'unico lavoro che
hanno durante l'estate.
Le famiglie rom di vari insediamenti in Tracia e nelle regioni egee della
Turchia, migrano ogni estate in cerca di lavoro in campagna. Durante questi
periodi possono esserci problemi con i residenti delle zone agricole. L'ultimo
esempio è quello di Karasu.
I lavoratori agricoli rom sono invitati ad andarsene dall'area dove hanno
piantato le tende, a causa dell'inquinamento visivo. Quando il governatore
locale ha rifiutato di portare avanti la richiesta, alcuni residenti hanno
iniziato una campagna dentro di lui, dicendo che "difende i Rom invece dei
residenti locali". Il mukhtar si è unito alla protesta. Inoltre, ci sono
lamentele, e si dice che il tasso delle rapine in zona sarebbe aumentato
vertiginosamente con l'arrivo delle famiglie rom. Sembra anche che i residenti
vogliano unirsi per provocare una reazione comune contro i Rom.
Le famiglie rom aspettano con ansia che le autorità giochino un ruolo di
mediazione con i residenti locali. Altrimenti, se fossero costrette ad
abbandonare prematuramente la zona, potrebbero patire la fame, non avendo
redditi alternativi.
Source: Sakarya Rehberim
Di Fabrizio (del 06/08/2012 @ 09:11:37, in lavoro, visitato 1470 volte)
Da
Roma_Daily_News
MEDIAROMA
La difficile vita dei portatori a Gazibey
Quasi 400 famiglie rom vivono nel quartiere di Gazibey a Tekirdağ (Tracia, Turchia).
La maggior parte di loro si è insediata lì da migrazioni dall'Albania, Grecia,
Bulgaria e Romania, ed in difficili circostanze lavora come facchini.
Tra queste 400 famiglie rom, circa 150-200 vivono di facchinaggio. Ci sono
anche famiglie che sopravvivono col commercio ambulante (50-60), guidando carri
a cavallo (20-25), con attività di quartiere (drogherie, barbieri ecc. 10-15),
con la vendita del pesce (5), lustrascarpe (8). Oltre 20 donne sono impiegate
nelle pulizie domestiche.
Il problema più grave tra i facchini rom che vivono a Gazibey è l'incapacità
di trovare laqvoro regolarmente. I portatori rom che di solito lavorano
intensamente tra giugno e agosto, trasportano riso a settembre ed ottobre. I
trasportatori di riso che lavorano nella città di Karpuzlu (İpsala distretto di Edirne),
imbustano e portano il riso grezzo uscito dalle mietitrebbie. Quando termina il
periodo del riso, inizia quello della disoccupazione.
Ci sono 25 famiglie che per guadagnare qualcosa, preparano caldaie nei loro
appartamenti di Malkara. Il resto in inverno non ha praticamente altre fonti di
reddito. Cercano di sopravvivere con i guadagni dell'estate. Ma la maggior parte
di loro non ha abbastanza soldi per sopravvivere d'inverno, e sono costretti ad
indebitarsi. In molte famiglie di portatori, le generazioni lavorano assieme.
Tra loro ci sono anche giovani diplomati alle superiori. Quelli senza
assicurazione sociale si trovano in difficoltà in caso di incidenti sul lavoro.
Le famiglie rom di Gazibey si guadagnano duramente da vivere. Sognano una
vita migliore per i loro figli. sperano che i loro figli possano essere istruiti
e che abbiano la possibilità di un lavoro regolare.
Source: Media Roma Tekirdağ
Di Fabrizio (del 26/07/2012 @ 09:20:52, in lavoro, visitato 1795 volte)
Da
Roma_Daily_News
FOCUS Information agency Comune della Bulgaria invia denaro per
salvare raccoglitori rom di frutta dalle condizioni inumane in cui vivono in
Svezia - Foto: Биопрограма
20/07/2012 - 40 Rom provenienti dalla città di Tran, sono sopravvissuti in
condizioni inumane in Svezia per dieci giorni, ha detto a Focus
il sindaco della città, Stanislav
Nikolov, che sta cercando di farli tornare in patria.
Sono circa 400 i Bulgari truffati, e 40 di loro arrivano da Tran. Sono andati in
la Svezia per la raccolta dei mirtilli, senza nessun contratto di lavoro. Hanno
scoperto in seguito la miseria delle condizioni. Sono abbandonati nei prati a
vivere in tenda, vengono loro forniti acqua e cibo ogni due giorni, dice il
sindaco.
Nove dei 40 Rom sono riusciti a fuggire e raggiungere l'ambasciata bulgara a
Stoccolma. [Il sindaco (suppongo, ndr.)] è entrato in contatto con
l'ambasciata, che li fornisce di cibo ed acqua, ed ora il comune di Tran sta
inviando denaro per riportarli a casa in aereo via Belgrado, e da lì col treno
verso Sofia. Aggiunge di non sapere nulla degli altri 31, sempre residenti a
Tran.
Secondo l'ambasciata, sono arrivati da loro altri 30 del distretto meridionale
di Plovdiv che erano stati ingannati nello stesso modo. L'ambasciatore Svetlan Stoev
controllerà cosa sta succedendo. In linea di principio, i Bulgari stanno
lavorando illegalmente. Tuttavia, non è ancora il momento, perché i mirtilli
sono verdi. E allora stanno frugando nei bidoni della spazzatura, aggiunge,
perché non hanno né da mangiare né i soldi per fare ritorno a casa.
Krasimira GEORGIEVA
Di Fabrizio (del 19/07/2012 @ 09:05:28, in lavoro, visitato 1398 volte)
E' stata una protesta itinerante quella approdata questa mattina ad Asti e
che ha coinvolto i sinti piemontesi specializzati nella raccolta porta a porta
di materiale ferroso. Dopo Cuneo e Torino la manifestazione ha toccato anche la
nostra città, partendo con un corteo di camion da corso Alessandria, per poi
arrivare in piazza Alfieri e piazza San Secondo dove una delegazione di
smaltitori di ferro ha incontrato l'Amministrazione. Scopo del corte avere la
licenza per lo snaltimento del ferro, senza incappare, come succede ora, in
salate sanzioni e sequestro dei mezzi. "Noi chiediamo di venire messi in regola
- spiegano i manifestanti - anche dietro il pagamento forfettario della licenza.
In questo momento, secondo le leggi in vigore, non possiamo lavorare senza
incappare in multe che arrivano fino ai 3.000 euro". I sinti chiedono quindi di
avere a disposizione un regolare permesso per raccogliere porta a porta ferro e
altro materiale da smaltire in giornata dagli appositi rottamatori. "Il nostro è
un impiego che si tramanda da generazioni - continuano - ed è un lavoro che se
regolarizzato potrebbe rappresentare il futuro dei nostri figli". Questo tipo di
lavoro non prevede inoltre un accumulo del materiale raccolto, particolare che
richiederebbe permesse speciali e camion appositi. I raccoglitori infatti
recuperano il ferro da cantine o garage e nella stessa giornata lo smaltiscono
negli appositi impianti di stoccaggio. Michele Piramide, rappresentante dei
sinti, assieme ad alcuni colleghi, è stato ricevuto da una delegazione
dell'Amministrazione a cui ha preso parte anche l'assessore all'Ambiente Alberto
Pasta. "E' stato un incontro proficuo - spiega il rappresentante -. Gli
assessori ci hanno assicurato che prenderanno contatti con altri sindaci
piemontesi per capire come agire. Proprio domani a Torino si svolgerà una
riunione tecnica".
"Si tratterà di un colloquio strettamente tecnico - ha commentato l'avvocato
Gabriella Turco, che tutela gli interessi dei sinti -. Per risolvere questo
complicato problema è necessario un intervento a livello regionale".
"Noi non abbiamo appalti - sottolinea la delegazione - e non facciamo
depositi, ma dal 1° settembre entrerà in vigore una normativa che non permetterà
più ai rottamatori di prendere il nostro ferro e questo rappresenta un problema
per entrambe le categorie".
Di Fabrizio (del 17/07/2012 @ 09:12:05, in lavoro, visitato 1347 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
b92 fonte TANJUG Investimenti tedeschi per fornire casa e lavoro ai
Rom
BELGRADO: Il Consiglio della Minoranza Nazionale Rom ha firmato giovedì
(5 luglio ndr) un protocollo d'intesa con un consorzio di aziende tedesche
rappresentate da Jugoagent KTS e Gruppo Investimento Rom
Il memorandum d'intesa dovrebbe fornire opportunità di lavoro e risolvere
i problemi abitativi di parte della popolazione rom del paese.
Secondo il documento, il gruppo tedesco, un riuscito connubio di uomini
d'affari rom, dovrebbe investire in Serbia in collaborazione con imprenditori
locali impiegando Rom, e se possibile, fornire alloggio a quanti ottenessero un
posto di lavoro.
Il primo progetto che verrà sviluppato. ha detto Vitomir Mihajlović,
presidente del Consiglio della Minoranza Nazionale Rom, è la costruzione di una
ricicleria che occuperà circa 15 ettari di terreno a Ruma, Serbia
settentrionale.
Aggiunge Mihajlović che il centro per il riciclaggio di pneumatici e produzione
di biogas, comprenderà unità abitative per i dipendenti.
Mihajlović dice che la popolazione rom si trova di fronte a seri problemi di
alloggio ed occupazione, sottolineando che in Serbia ci sono circa 600
insediamenti informali, il 20% dei quali non ha l'acqua ed il 40% senza sistema
fognario.
Inoltre, ha detto, molti degli insediamenti non hanno nemmeno l'elettricità,
sottolineando che in Serbia ci sono tra i 700.000 e gli 800.000 Rom.
Lo sviluppo di progetti per l'impiego e l'alloggio può liberare la popolazione
rom del circolo vizioso della misera e povertà, dice Zoran Simić, direttore del
Gruppo d'Investimento Rom.
Milorad Bašić, direttore di Jugoagent KTS, che rappresenta il consorzio tedesco
in Serbia, condivide l'opinione di Simić e dice di aspettarsi che vengano
redatti presto progetti simili, rimarcando che le compagnie tedesche stanno
mostrando consistenti interessi nell'investire in Serbia.
Il consorzio tedesco ha in programma di investire circa 40 milioni di euro nel
progetto.
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