Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 18/03/2011 @ 11:47:10, in Italia, visitato 2184 volte)

Negli ultimi due anni a Milano sono stati effettuati oltre 360 sgomberi di campi abitati da Rom e Sinti che hanno coinvolto alcune centinaia di nuclei familiari presenti da tempo sul territorio cittadino.

In questi anni gli sgomberi e le ruspe non hanno risolto nulla, anzi - con un grosso dispendio di risorse pubbliche - hanno contribuito a rendere ancora più difficile e drammatica la vita delle famiglie Rom, ed in particolare di alcune centinaia di bambini, aumentando il loro disagio e la loro esclusione dal tessuto sociale. Oltre che non risolvere il disagio di chi vive in prossimità dei campi.

In questi anni a Milano c'è però anche chi ha scelto di incontrare questi volti, queste persone, di costruire rapporti di vicinanza, di considerarli i nuovi vicini di casa o i nuovi compagni di banco. A volte dopo uno sgombero sono partite inaspettate catene di solidarietà, che hanno avuto anche risalto sui mass-media locali e nazionale, ma queste reazioni pur importanti non sono sufficienti.
Alcune associazioni e gruppi ma anche singoli cittadini, maestre e genitori hanno costruito con le famiglie Rom dei rapporti basati sulla fiducia, imparando a superare diffidenze e paure reciproche. Sono nati così progetti di integrazione abitativa, lavorativa, scolastica. Queste persone hanno scelto di vivere così il proprio ruolo di cittadinanza attiva per costruire una città più vivibile e quindi più sicura per tutti, proprio perché più accogliente.

Da questa esperienza nasce l'appello alla città "I DIRITTI NON SI SGOMBERANO", un appello rivolto all'amministrazione perché opti per politiche di vera integrazione ed  abbandoni la logica degli sgomberi, appello però rivolto anche al tessuto civile di questa città perché ritrovi il gusto della partecipazione alla costruzione di una città capace di tutelare i diritti di tutti al di là delle appartenenze etniche e culturali.

L'appello verrà presentato in Camera del Lavoro a Milano in Corso di Porta Vittoria 43 il giorno 22 marzo, alle ore 11,30

Saranno presenti, tra gli altri, alcuni dei rappresentanti delle realtà che hanno promosso l'appello: Gruppo Sostegno Forlanini, Mamme e Maestre di Rubattino, Onorio Rosati Segretario Generale Camera del Lavoro di Milano, don Massimo Mapelli Casa della Carità, Bruno Segre, Claudio Cristiani Agesci Zona Milano, Dijana Pavlovic Rom e Sinti Insieme, RSU ST Castelletto, Acli Milano, Emanuele Patti Arci, Padri Somaschi, Comunità di Sant'Egidio, Avv. Alberto Guariso.

MILANO 18 MARZO 2011

Per informazioni e comunicazioni:
Gruppo Sostegno Forlanini: scendiamoincampo@gmail.com - telefono 333.8611303

 
Di Fabrizio (del 15/03/2011 @ 09:27:39, in Italia, visitato 1867 volte)

Segnalazione di Stojanovic Vojislav

Consiglio Comunale CITTÀ DI TORINO

MOZIONE N. 8 PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CASTRONOVO, CASSANO, FERRANTE E SILVESTRINI IN DATA 14 APRILE 2009

Approvata dal Consiglio Comunale in data 3 marzo 2011

OGGETTO: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NAZIONE ROM.

Il Consiglio Comunale di Torino,

PREMESSO CHE

- l'8 aprile si celebra in tutto il mondo il "Romano Dives", la Giornata internazionale della nazione Rom, in ricordo di quell'8 aprile del 1971 quando a Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e si costituì la Romani Union, la prima organizzazione mondiale dei Rom riconosciuta dall'ONU nel 1979;
- tale giornata è un momento importante per il popolo Rom e per l'umanità intera che può dirsi civile soltanto se a tutti i popoli è riconosciuta la pari dignità;

RICONOSCE E FA PROPRIA

la ricorrenza dell'8 aprile, impegnandosi a diffonderne il valore e il significato alle istituzioni e alla cittadinanza attraverso tutti i mezzi a sua disposizione;

IMPEGNA

Il Sindaco e la Giunta a:
1) attivarsi affinché venga divulgata, al di là dei pregiudizi, la conoscenza della storia e della cultura di Rom e Sinti;
2) vegliare affinché questa parità venga fattivamente realizzata e non rimanga un mero proclama, avviando politiche attive anche per il superamento della ghettizzazione nei campi, per il contrasto di ogni forma di xenofobia e per il miglioramento della coesione e dell'inclusione sociale.

Espressioni di voto

FAVOREVOLI
BONINO GIAN LUIGI
BRUNO GIUSEPPE MAURIZIO
CASTRONOVO GIUSEPPE
CENTILLO MARIA LUCIA
CUGUSI VINCENZO
FERRANTE ANTONIO
GALLO DOMENICO
GALLO STEFANO
GENISIO DOMENICA
GENTILE LORENZO
GIORGIS ANDREA
LAVOLTA ENZO
LO RUSSO STEFANO
OLMEO GAVINO
PETRARULO RAFFAELE
RATTAZZI GIULIO CESARE
SALINAS FRANCESCO
TEDESCO GIULIANA
TROMBINI CLAUDIO
ZANOLINI CARLO

CONTRARI
BRESCIA MARIO
SAVINI MANUELA

ASTENUTI
BOERO VALTER
CUNTRÒ GIOACCHINO
SCANDEREBECH FEDERICA
VENTRIGLIA FERDINANDO

NON PARTECIPANTI
ANGELERI ANTONELLO
FIORINO SALVATORE
SALTI TIZIANA

 
Di Fabrizio (del 13/03/2011 @ 09:55:46, in Italia, visitato 2504 volte)
Da Redattore Sociale

Per il presidente della Casa della Carità il presidio sociale non è più nelle condizioni di aiutare le famiglie che ci abitano. Il progetto del comune prevede di trasformarlo in un campo di transito. "È tutto sospeso"

MILANO - "Non c'è chiarezza sul futuro del campo rom di via Idro. Così non si può lavorare": per don Virginio Colmegna il presidio sociale gestito dalla Casa della carità, di cui è presidente, non è più nelle condizioni di aiutare i 115 rom harvati italiani che ci abitano. Il progetto del Comune prevede di trasformarlo in un campo di transito. "È tutto sospeso, non c'è idea di come sistemare chi ora ci vive".

Dopo lo sgombero di tre famiglie abusive settimana scorsa, 12 associazioni della zona (tra cui Anpi, i comitati dei genitori delle scuole di via S. Mamete e via Russo, il Comitato Vivere in zona 2 e il Pd locale) hanno firmato un appello in cui chiedono alla giunta Moratti come abbia intenzione di spendere i fondi messi a disposizione dal ministero dell'Interno. Per l'emergenza rom in tutta Milano infatti sono stati stanziati 13 milioni di euro, di cui 5 sarebbero destinati alla struttura via Idro per riconvertirla in un campo di transito. Progetto che alle associazioni non piace. "Come hanno gestito i campi in questi anni? Hanno controllato gli ingressi e garantito sicurezza a tutti?". Il timore è che si trasformi in qualcosa di ingovernabile. "Non ci fidiamo della Moratti, della Lega nord e delle loro promesse. Spendono i nostri soldi solo per demolire. Anzi a loro interessa far passare in televisione e sui giornali il messaggio che combattono l'illegalità e sono dalla parte dei cittadini: alimentano solo la paura senza preoccuparsi di trovare soluzioni!".

Nel campo di via Idro non esistono contatori individuali della corrente elettrica. E così viene sospesa ogni volta che la morosità "collettiva" del campo raggiunge livelli insostenibili. Le associazione chiedono "la posa di contatori personalizzati che li ponga nelle condizioni di pagare le bollette o andare incontro alla sospensione della fornitura in caso di morosità in modo individuale e non collettivo. Come in tutti i condomini, le utenze vengono sospese solo alla famiglia morosa". (dp)

 
Di Fabrizio (del 12/03/2011 @ 09:20:11, in Italia, visitato 3017 volte)

Il mio intervento all'iniziativa di "Sinistra Ecologia e Libertà" in zona 2 a Milano, lo scorso 10 marzo. Prima di dimenticarmi, c'è una PREMESSA [incredibile! c'erano anche "i miei amici" : - )]

Chi mi conosce sa già di cosa parlerò e probabilmente sta sbuffando - vediamo di non deluderlo.

Si tratta di stretta attualità: proprio una settimana fa nel campo comunale di via Idro sono state sgomberate 4 famiglie, 3 delle quali vi risiedevano dalla sua formazione; una addirittura sulla carta d'identità aveva segnato proprio "via Idro 62". In compenso, i residenti abusivi nel campo sono ancora al loro posto.

Visto che c'erano degli allacciamenti abusivi alla cabina elettrica, è stato divelto tutto il quadro, così hanno tolto la corrente anche a chi aveva un regolare contatore.

RISULTATO: 4 famiglie sono a spasso per la città, forse sotto casa vostra. Ora tutte le famiglie hanno allacci elettrici volanti, e naturalmente abusivi. Insomma, vorrei PARLARE CHIARO con voi.

Uno si chiede se TUTTO CIO' HA UN SENSO. Io lo chiedo alla sinistra.

Perché dalla destra so cosa aspettarmi (e se lo so io, forse lo sanno anche gli elettori); ma la sinistra, a parte protestare contro i BARBARI, cosa propone?

C'è un equivoco buonista: SI FA FINTA CHE IL PROBLEMA NON ESISTA ed intanto quel problema marcisce.

Questa sinistra ha idea di quanti campi nomadi ci siano in città? Quanti siano regolari e quanti no? Quanti siano i Rom e i Sinti in città e nel circondario?

Forse conosce solo il nome di qualche associazione che se ne occupa, perché preferisce star zitta e delegare.

IN CITTA' NON ESISTE UNA POLITICA che affronti il problema, al limite c'è la destra, che lo sposta di qua e di là.

COME NON ESISTE PIU' UNA POLITICA CHE SI RIVOLGA ALLE PERIFERIE.

TRADUCO IN POLITICHESE: nei giorni pari si critica DE CORATO, ed in quelli dispari, per mancanza di idee, si finisce ad appoggiare PENATI alle elezioni (quello che diceva "...non sono mica i Gipsy King!").

Parlando invece della zona 2, non ce ne preoccupiamo perché quei Rom siano i più belli, ma perché sono qua da più di 40 anni.

Le proposte ci sono, mi riferisco al lavoro del TAVOLO ROM, presentato lo scorso maggio, che fornisce indicazioni pratiche nel campo della casa e del lavoro.

Soprattutto, non promette soldi, ma investe il necessario. Viceversa, sinora la destra ha sbandierato somme da capogiro ("abbiamo messo sul piatto 13 milioni, non potete dire che siamo razzisti"), senza che nessuno abbia visto un euro.

Quanto proposto dal TAVOLO ROM prevede soluzioni differenti a seconda delle caratteristiche delle varie comunità, e  può applicarsi anche al nostro caso. Difatti in via Idro c'è chi ha già acquistato un terreno dove trasferirsi, chi lo farebbe e chi intende rimanere se il campo fosse risistemato. Tutti obbligati a rimanere perché il comune non ha rispettato le sue promesse di finanziare queste 3 possibilità.

Se l'avesse fatto, il campo vedrebbe ora una cinquantina di presenze, e dal punto di vista dei numeri sarebbe sicuramente gestibile con più facilità.

DI COSA CI SAREBBE BISOGNO? Di risistemare i bagni, collegare le colonnine antincendio, ripristinare la cabina elettrica con contratti a forfait per le famiglie (come da loro richiesto), di risistemare il fondo stradale perché il campo non si allaghi quando piove. Il tutto, con gare d'appalto che finalmente siano regolari. Insomma, ROBA NORMALISSIMA, questo il guaio in un paese dove si promettono sempre i miracoli e si dimentica l'ordinaria amministrazione.

Esiste al campo una cooperativa che da oltre 20 anni si occupa di manutenzione del verde. Ed è senza lavoro, anche se il campo si trova immerso in uno dei pochi polmoni verdi della zona.

Non usciremo da questa storia, se non si capisce il valore di quest'area: una cerniera tra il parco Lambro, il parco della Martesana e quello della Media Valle del Lambro. Un'area che dobbiamo valorizzare, visto che non ci sono tanti spazi verdi in zona.

Ma bisogna anche rendersi conto che il destino del campo e quello di polmone verde sono legati tra loro. Se il campo dovesse sparire per qualche strana ragione, sappiamo che da anni ci sono forti appetiti immobiliari su quella zona.

TERMINANDO: I rom non si limitano a rubarvi le autoradio. Non ci crederete, leggono anche con attenzione i giornali. Una delle notizie più gettonate al campo è quella di De Corato che giudica del tutto regolare la famosa questione della BATCAVERNA del figlio della Moratti. Siamo indecisi:

  • Ci costruiamo un rifugio antiaereo (che sarà ovviamente condonato)?
  • O invitiamo DE CORATO ad una grigliata?

Nel caso, fateci sapere il telefono del vicesindaco.

 
Di Fabrizio (del 11/03/2011 @ 09:18:37, in Italia, visitato 1957 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

In memoria di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive.

Nella notte fra il 10 e l'11 agosto del 2007, quattro bambini, Eva (10 anni), Danchiu (8 anni) e Mengji (4 anni) e Lenuca "Tutsa" (6 anni), bruciarono vivi sotto un cavalcavia alla periferia di Livorno. Eva e Mengji erano sordomuti. Si disse mai più.

Domenica 6 febbraio 2011, quattro bambini, Raul (4 anni), Fernando (5 anni), Sebastian (11 anni) e Patrizia (8 anni), perdevano la vita nel tragico incendio di uno dei tanti "non luoghi" della periferia romana. Raul e Fernando erano sordomuti.

Sono molti i bambini Rom, presenti sul territorio italiano che, giorno dopo giorno, rischiano la vita per il freddo, gli incendi e le malattie, e rischiano il proprio futuro, come Giulia (6 anni), che ogni volta che vede un Vigile si fa la pipì addosso, che negli ultimi mesi a Milano ha subito 15 sgomberi, ed oggi vive "nascosta" ma non ha rinunciato alla Scuola, l'unico luogo che le consente di sentirsi "bambina".

Nell'Italia dei nostri giorni, la "disperazione" si è fatta "uomo", la "povertà" è divenuta "clandestina" e sopravvive nelle miserie dei campi Rom.

Tutto ciò premesso

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

nel ricordare la tragica morte di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive

DELIBERA

di dare mandato al Presidente della Provincia ed all'Assessore alle Politiche Sociali, Pace ed Immigrazione, affinché si rendano portavoce presso la Presidenza della Repubblica, del profondo sconcerto di questo Consiglio Provinciale;

- per sollecitare reali politiche di sostegno alla povertà, ripartendo dalle miserie dei campi Rom, dando voce e speranza a queste persone, che oggi non hanno rappresentanza;

- per l'attuazione di un Piano Nazionale, che superi gli egoismi locali, la cui gestione non potrà essere demandata alle sole Amministrazioni Comunali né, tantomeno, delegata al variegato mondo del "volontariato", ritrovando il sano protagonismo delle Istituzioni attraverso l'attivazione, su base provinciale, di strumenti di concertazione tra Università, Scuole di ogni ordine e grado, Presidi Sanitari, Consultori Familiari, Uffici del lavoro, al lato delle Famiglie, tutti insieme, per superare la triste logica dei "campi";

- per ricordare nella "Giornata della Memoria", istituita ai sensi della Legge 20 luglio 2000, n. 211, la persecuzione su base razziale, il Porrajmos (divoramento), subita dai Cittadini italiani e stranieri appartenenti alle minoranze Sinte e Rom;

- per sostenere l'inclusione della lingua "Sinta e Romanes", in tutte le sue accezioni, nel patrimonio di tutela delle minoranze linguistiche storiche ai sensi della Legge 15 dicembre 1999, n. 482;

- per riconoscere i diritti negati ai profughi dei Balcani e per dare cittadinanza alle migliaia di minori nati in Italia;

- per ridare luce alla nostra Costituzione, laddove riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e stabilisce che, noi tutti, abbiamo pari dignità sociale senza distinzioni di sesso, religione o razza, nel caldo delle nostre case o al freddo di un accampamento Rom.

 
Di Fabrizio (del 10/03/2011 @ 09:31:37, in Italia, visitato 2169 volte)

A Milano, sono da tempo in corso i preparativi per la campagna elettorale. Anche stavolta proverò, assieme a pochi audaci, a cercare di coinvolgere i miei amici rom, che invece non ne vogliono sapere (finché qualche sgombero non li convince che anche loro sono parte in gioco della partita). Intanto ripesco un vecchio POST del 27 aprile 2004, che mi sembra ancora valido

Uno degli sport nazionali in Italia sono le campagne elettorali.
Durante questa specie di campionati interregionali, i giocatori delle varie squadre cercano argomenti per far presa sui loro elettori. Purtroppo x noi, un argomento che ha sempre molta presa sulla folla è la polemica contro gli zingari brutti, sporchi e ladri. Visto che l'Italia non è ancora il Kosovo (dove il problema zingari è stato risolto bombardandoli), non potendo parlare in campagna elettorale di "soluzione finale o altre amenità", la polemica si sposta spesso sul rendere impossibili gli insediamenti nomadi nel territorio. Quindi, Rom e Sinti hanno il diritto di vivere, ma il + lontano possibile.

Questa polemica anti-zingara è manifesta in ogni periodo dell'anno, così le elezioni svolgono la funzione di cassa di risonanza per questo e per tutta una serie di malcontenti presenti nel corpo elettorale; ciò è dovuto anche al fatto che gli stessi mezzi di informazione danno scarsissimo risalto alle comunicazioni che arrivano dai Rom e dalle loro organizzazioni. Per ovviare a questa mancanza di comunicazione, bisogna quindi utilizzare le varie occasioni di incontri politici per "saltare fuori dai nostri buchi".

COSA FARE:
Occorre preparare un calendario delle iniziative pubbliche in programma nella propria città, quartiere, provincia (privilegiare quelle con rinfresco – dopo vediamo il perché). Preparare e coinvolgere una squadra di intervento nei campi sosta (dalle 5 alle 10 persone), se possibile anche con minori. Studiare gli interventi possibili e documentarsi – individuare chi può fare gli interventi (consiglio di restringere il campo a 3/4 persone massimo).

OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE:
Per la comunità Rom e Sinta:
- capire che la partecipazione alla vita sociale può essere utile e divertente
- familiarizzare con le regole civili e i componenti attivi della società

Per la società gagé:
- è molto facile essere offensivi e razzisti verso chi è assente. Viceversa, se tra il pubblico (che di solito può anche porre domande) ci sono Rom, e sappiamo che è facile identificarli, allora i toni si ammorbidiscono, talvolta l'oratore pur guardandoci come bestie da circo, alla fine aggiunge qualche parola di circostanza sulle tristi condizioni degli zingari. L'importante è che lo faccia in un'occasione pubblica.
- il razzismo è sempre la maschera di altri problemi. Dietro un campo sosta che i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo centro commerciale, un grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai quell'area sarà a disposizione della cittadinanza… informatevi sugli interessi immobiliari!
- i candidati si fanno belli coi soldi stanziati dagli altri (e pagati dai cittadini). Possono dire che sono stati spesi milioni di euro per i Rom (che quindi dovrebbero essere dei signori), o lamentarsi perché quei soldi sono stati spesi. Informatevi su quanti soldi effettivamente hanno visto i Rom, su quanto costa una fontanella o l'allaccio dell'acqua. Insomma, mostrarsi attenti e partecipi, come è necessario in ogni democrazia. Se queste spese apparissero gonfiate, proporre, nel quadro democratico, una regolare gara d'appalto, a cui poter partecipare anche come comunità destinataria dell'intervento, nel piano di una razionalizzazione degli investimenti. Dimostrare che in un campo vivono manovali, camionisti, muratori, senza lavoro, che potrebbero essere in grado di badare a se stessi.
- comprendere che se quei Rom, che sono lì a discutere, dovessero essere cacciati, dovrebbero ricominciare con gli stessi problemi da un'altra parte, mentre probabilmente nella stessa area o poco distante, arriveranno altre persone, anche di un'altra etnia, ugualmente disperate. Quindi, i problemi non cambierebbero, mentre c'è la possibilità di iniziare a risolverli. Se tra il pubblico c'è un aspirante Bruno Vespa, coinvolgerlo nel siglare un patto con gli elettori… non sarebbe il primo. In caso mancasse questo personaggio, servirà qualcuno che faccia la cronaca dell'incontro (e magari mi spedisca il riassunto [...])

La base di questi ragionamenti è che anche a livello locale, non esistono problemi isolati, e ogni appiglio è buono tanto per presentare il "problema zingari" in chiave positiva o viceversa negativa. Solo che "gli zingari" (e anche il resto della popolazione) esistono indipendentemente dal fatto di essere un problema.

NOTE AGGIUNTIVE:
Scrivevo prima di privilegiare le riunioni con rinfresco. Ecco alcune ragioni:
- chiudere la giornata in attivo e mettere qualcosa nello stomaco.
- a tavola, con calma, siamo tutti meno aggressivi e più facili a socializzare. Quello che non si ottiene nel dibattito politico, può essere raggiunto buttandosi sulle patatine, e ci sarà sempre qualche gagio che alla fine vi avvicinerà e comincerà a parlarvi.
- attenzione al vino… se qualcuno non lo regge, può rovinare tutto il lavoro fatto. Viceversa, un bicchiere offerto all'oratore (se non è astemio) può renderlo loquace il sufficiente.
- nel caso l'iniziativa politica si svolga presso un'associazione "amica", è possibile accordarsi per portare qualcosa di tipico al rinfresco

 
Di Fabrizio (del 09/03/2011 @ 09:19:25, in Italia, visitato 2730 volte)

7 marzo 2011 - Se avete letto che il campo rom di Via Idro è stato sgomberato, sappiate che non è vero!

La polizia in assetto antisommossa (con vigili del fuoco, vigili urbani, ambulanze, ruspe, ecc.) è intervenuta giovedì 3 marzo 2011, di buon mattino, quando ancora i bambini si stavano preparando per andare a scuola e si sono talmente spaventati che i loro genitori hanno preferito tenerli a casa. Tutto questo solo per allontanare tre famiglie che vivevano fuori dal campo nomadi e con l'occasione è stata divelta anche la cabina della luce che ha lasciato il campo al buio ed al freddo.

In Via Idro abitano da 20 anni famiglie che hanno ottenuto una piazzola in uso dal Comune con regolare contratto di assegnazione. Sono cittadini milanesi.

CHIEDIAMO AL COMUNE

• Come intende risolvere e garantire sicurezza per tutti
, residenti della zona e del campo?

Ciò sarebbe possibile se il Comune avesse la volontà politica di predisporre un progetto che utilizzi i fondi del piano Maroni, già stanziati, ma non per un campo di transito come vuole la giunta Moratti. Non avevano detto zero campi? Come hanno gestito in questi anni i campi di transito? Hanno controllato gli ingressi e garantito sicurezza per tutti? No! noi non ci fidiamo della Moratti, della Lega Nord e delle loro promesse. La giunta Moratti e la Lega milanese spendono i nostri soldi solo per demolire. Chi rimane senza alloggio dove va? Di questo il Comune non si interessa! Anzi a loro interessa che vadano da altre parti per poter poi distruggere ancora le loro abitazioni e far passare in televisione e sui giornali il messaggio che combattono l'illegalità e sono dalla parte dei cittadini: alimentano solo la paura senza preoccuparsi di trovare soluzioni! E' questo il modo di governare una città?

• Di verificare con puntualità il corretto insediamento delle famiglie già censite nei controlli in questi ultimi due anni e tutelare le stesse famiglie da ingressi abusivi nel campo che mettano a repentaglio la legalità e la coesione sociale.

• Di fornire, una volta per tutte, la corrente elettrica ad ogni famiglia, attraverso la posa di contatori personalizzati che li ponga nelle condizioni di pagare le bollette o andare incontro alla sospensione della fornitura in caso di morosità in modo individuale e non collettivo. Come in tutti i condomini se una famiglia non paga le utenze, le stesse vengono sospese solo alla famiglia morosa e non a tutto il condominio.

Rispetto per tutti i cittadini!

Associazione VILLA PALLAVICINI - A.N.P.I. Crescenzago - Associazione "elementare.russo" - Comitato "Vivere in Zona 2" - Fondazione Casa della Carità - Legambiente Crescenzago - Comunità Rom via Idro 62 - Comitato Genitori Elementare S. Mamete - Partito Democratico-Zona 2 - Osservatorio sui razzismi - Sinistra Ecologia e Libertà-Zona 2 - Martesanadue

 
Di Fabrizio (del 06/03/2011 @ 09:38:56, in Italia, visitato 1630 volte)

Una donna rom con le sue cose salvate dalla demolizione della baracca - Repubblica.it

Sono arrivati alle 6.30 e hanno abbattuto baracche e roulotte. L'Arci, che nel campo porta avanti un progetto di scolarizzazione: "Molti bambini, sul pullman che li portava a scuola, ci chiedevano se al ritorno avrebbero ritrovato le loro madri. Ma la metà di loro non sono venuti perché spaventati"

Sono arrivati all'alba, poco dopo le 6.30, e con ruspe e camion hanno abbattuto alcune baracche e roulotte abusive all'interno del campo nomadi di Tor de Cenci: sotto gli occhi di alcuni giornalisti e delle loro telecamere, l'azione di circa 70 agenti della municipale dell'VIII gruppo e del coordinamento operativo per l'emergenza nomadi, guidati da Antonio Di Maggio, ha portato all'individuazione di una cinquantina di persone non censite nel campo. Alcune di esse, 18 donne e 2 uomini, sono state condotte all'ufficio stranieri della questura per il fotosegnalamento.

Momenti di preoccupazione e di tensione nel campo soprattutto da parte dei figli delle donne condotte in questura, spaventati al momento dell'abbattimento delle roulotte: molti di loro oggi non sono andati a scuola. A raccontare la situazione del campo e la reazione delle persone che vi abitano è Paolo Perrini, coordinatore del progetto scolarizzazione dell'Arci, 15 anni di esperienza nel campo a Tor de Cenci. Perrini parla della paura di una parte dei bambini del campo durante l'azione di stamane e l'abbattimento delle abitazioni, con alcuni di loro che hanno preferito correre a "rifugiarsi" negli altri container del campo. In particolare, molto preoccupati si sono mostrati appunto i figli delle donne condotte in questura: "Sul pullman che li portava a scuola questa mattina ci domandavano quando avrebbero rivisto le loro madri e se le avrebbero trovate al loro ritorno", dice Perrini che segnala il fatto che una delle conseguenze dirette dell'azione è stata quella di far perdere un giorno di scuola ai ragazzi. "Di solito- dice- ne accompagniamo a scuola circa 115, ma oggi non erano più di 60".

Il coordinatore del progetto scolarizzazione dell'Arci spiega anche che fra i cosiddetti "abusivi" individuati nel corso dell'azione ci sono anche figli e nipoti degli abitanti "regolari", cioè le nuove generazioni nate nel corso degli undici anni che sono trascorsi dal momento in cui furono assegnati i container: "Nel 2000 le famiglie che ottennero i container avevano al loro interno molti ragazzi fra i 10 e i 14 anni, che nel frattempo hanno a loro volta formato un proprio nucleo familiare". Ci sono dunque almeno tre generazioni: i nonni che hanno il container assegnato, i padri che li hanno lasciati al momento di costruire la loro nuova famiglia, e i figli, che vivono con i loro genitori a poca distanza dai container dei nonni.

Il campo di Tor de Cenci è uno dei campi tollerati in attesa di ricollocamento e non fa parte dunque del gruppo di villaggi attrezzati: il Comune non vi ha insediato un presidio sociale o socio-sanitario, non vi sono telecamere e non c'è servizio di guardia, mentre la pulizia all'interno del campo è stata affidata proprio a una cooperativa rom. "Gli abitanti del campo - riferisce Perrini- hanno stabilito degli ottimi rapporti con il territorio" e vivono fondamentalmente con la raccolta dei metalli e l'attività dei mercatini: "La gran parte dei rom- dice- viene chiamata nel quartiere (e non solo) per lavori di pulizia, di svuotamento di cantine e simili: il materiale che raccolgono viene portato nel campo, dove viene effettuata una cernita per individuare l'alluminio, il rame o il ferro".

"Quello che per noi sembra immondizia - spiega - per loro è vita, perché ricavano il materiale per vivere, e per vivere onestamente: oltre ai metalli, gli oggetti ancora utili vengono poi venduti nei mercatini organizzati il sabato e la domenica". Si tratta di attività ancora informali, nonostante da tempo si sia manifestata, fra le comunità rom, la necessità e la disponibilità a regolamentarle: ogni tentativo attuato finora, però, non ha avuto successo. Dall'Ama, sul versante del riciclaggio del metallo, finora ad esempio non è arrivata nessuna apertura. Eppure, fra metallo e mercatini "si tratta di un lavoro onesto: perché non li mettiamo nelle condizioni di farlo alla luce del sole? Facciamoli campare!".

E del resto le alternative sono davvero poche: non sono mancati i tentativi, nel corso del tempo, per provare ad inserire i giovani nel mercato del lavoro locale. Risultati? "Con progetti di formazione lavoro abbiamo formato giovani parrucchieri o giovani baristi, ma dopo i sei mesi di tirocinio, al momento della formalizzazione del rapporto di lavoro, essa è sempre stata rifiutata: quando il datore di lavoro legge sul permesso di soggiorno che il ragazzo abita al campo rom di Tor de Cenci s'inventa qualsiasi cosa pur di non assumere". E così molti abitanti del campo lavorano come ambulanti, spesso con partita iva: attività che consente loro di avere un reddito dignitoso, ma sempre nell'informalità e nella precarietà.

(04 marzo 2011)

 
Di Fabrizio (del 05/03/2011 @ 17:31:11, in Italia, visitato 1871 volte)

PER CHI PUO' Lunedì 7 marzo, dalle ore 7 alle 10 circa
al campo comunale di via Idro 62 - Milano


Contro il previsto sgombero di 3 famiglie, prima che succedano altri pasticci, INVITIAMO CITTADINI, ASSOCIAZIONI, PARTITI POLITICI.

L'appuntamento su Facebook

 
Di Fabrizio (del 05/03/2011 @ 09:22:02, in Italia, visitato 1556 volte)

Prima leggere QUA
Alcune domande:
* Un assessore ex AN che riscopre la purezza del 25 aprile?
* Come si permette di stabilire chi può manifestare e chi no?
* Se c'è tutta questa paura per la manifestazione, non si faceva prima ad aprire un tavolo di trattativa?
* Chi sarebbero gli apolidi?

quiBrescia.it giovedì 03 marzo 2011

(red.) L'assessore comunale Mario Labolani dice un netto no all'ipotesi di una manifestazione dei nomadi che si dovrebbe tenere a Brescia il 25 aprile.
"Il mio", ha spiegato, "è un no fermo e convinto. Il 25 aprile è una festa patriottica che appartiene alla storia di tutti gli italiani, non intendo quindi assistere inerme ad un'invasione della nostra città ad opera di zingari provenienti da tutto il paese e forse anche dal resto d'Europa".
Secondo Labolani "questi signori stanno minacciando di invadere la nostra città, per protesta contro lo sgombero dei campi sinti avvenuto nei giorni scorsi, mettendo in atto un vero e proprio ricatto. E' inaccettabile che a fronte dell'accordo firmato con il comune e tutte le sigle sindacali i nomadi pensino di poter implicitamente ricattarci con intimidazioni mediatiche di questo tipo".
L'assessore sostiene che stanno "usando come arma la forza numerica, poiché in realtà nessuno è in grado di prevedere con certezza quanti zingari e di che provenienza si stiano organizzando per convogliare a Brescia a sostegno degli apolidi ivi stanziati".

 

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