Segnalazione di Giancarlo Ranaldi
In memoria di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian,
Patrizia e per Giulia che ancora vive.
Nella notte fra il 10 e l'11 agosto del 2007, quattro bambini, Eva (10 anni),
Danchiu (8 anni) e Mengji (4 anni) e Lenuca "Tutsa" (6 anni), bruciarono
vivi sotto un cavalcavia alla periferia di Livorno. Eva e Mengji erano
sordomuti. Si disse mai più.
Domenica 6 febbraio 2011, quattro bambini, Raul (4 anni), Fernando (5 anni),
Sebastian (11 anni) e Patrizia (8 anni), perdevano la vita nel tragico incendio
di uno dei tanti "non luoghi" della periferia romana. Raul e Fernando erano
sordomuti.
Sono molti i bambini Rom, presenti sul territorio italiano che, giorno dopo
giorno, rischiano la vita per il freddo, gli incendi e le malattie, e rischiano
il proprio futuro, come Giulia (6 anni), che ogni volta che vede un Vigile si fa
la pipì addosso, che negli ultimi mesi a Milano ha subito 15 sgomberi, ed oggi
vive "nascosta" ma non ha rinunciato alla Scuola, l'unico luogo che le consente
di sentirsi "bambina".
Nell'Italia dei nostri giorni, la "disperazione" si è fatta "uomo", la "povertà"
è divenuta "clandestina" e sopravvive nelle miserie dei campi Rom.
Tutto ciò premesso
IL CONSIGLIO PROVINCIALE
nel ricordare la tragica morte di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando,
Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive
DELIBERA
di dare mandato al Presidente della Provincia ed all'Assessore alle Politiche
Sociali, Pace ed Immigrazione, affinché si rendano portavoce presso la
Presidenza della Repubblica, del profondo sconcerto di questo Consiglio
Provinciale;
- per sollecitare reali politiche di sostegno alla povertà, ripartendo dalle
miserie dei campi Rom, dando voce e speranza a queste persone, che oggi non
hanno rappresentanza;
- per l'attuazione di un Piano Nazionale, che superi gli egoismi locali, la cui
gestione non potrà essere demandata alle sole Amministrazioni Comunali né,
tantomeno, delegata al variegato mondo del "volontariato", ritrovando il sano
protagonismo delle Istituzioni attraverso l'attivazione, su base provinciale, di
strumenti di concertazione tra Università, Scuole di ogni ordine e grado,
Presidi Sanitari, Consultori Familiari, Uffici del lavoro, al lato delle
Famiglie, tutti insieme, per superare la triste logica dei "campi";
- per ricordare nella "Giornata della Memoria", istituita ai sensi della Legge
20 luglio 2000, n. 211, la persecuzione su base razziale, il Porrajmos
(divoramento), subita dai Cittadini italiani e stranieri appartenenti alle
minoranze Sinte e Rom;
- per sostenere l'inclusione della lingua "Sinta e Romanes", in tutte le sue
accezioni, nel patrimonio di tutela delle minoranze linguistiche storiche ai
sensi della Legge 15 dicembre 1999, n. 482;
- per riconoscere i diritti negati ai profughi dei Balcani e per dare
cittadinanza alle migliaia di minori nati in Italia;
- per ridare luce alla nostra Costituzione, laddove riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell'uomo e stabilisce che, noi tutti, abbiamo pari dignità
sociale senza distinzioni di sesso, religione o razza, nel caldo delle nostre
case o al freddo di un accampamento Rom.