A Milano, sono da tempo in corso i preparativi per la
campagna elettorale. Anche stavolta proverò, assieme a pochi audaci, a cercare
di coinvolgere i miei amici rom, che invece non ne vogliono sapere (finché
qualche sgombero non li convince che anche loro sono parte in gioco della
partita). Intanto ripesco un vecchio
POST del 27 aprile 2004, che mi sembra ancora valido
Uno degli sport nazionali in Italia sono le campagne elettorali.
Durante questa specie di campionati interregionali, i giocatori delle varie
squadre cercano argomenti per far presa sui loro elettori. Purtroppo x noi, un
argomento che ha sempre molta presa sulla folla è la polemica contro gli
zingari brutti, sporchi e ladri. Visto che l'Italia non è ancora il Kosovo (dove
il problema zingari è stato risolto bombardandoli), non potendo parlare in
campagna elettorale di "soluzione finale o altre amenità", la polemica si sposta
spesso sul rendere impossibili gli insediamenti nomadi nel territorio. Quindi,
Rom e Sinti hanno il diritto di vivere, ma il + lontano possibile.
Questa polemica anti-zingara è manifesta in ogni periodo dell'anno, così le
elezioni svolgono la funzione di cassa di risonanza per questo e per tutta una
serie di malcontenti presenti nel corpo elettorale; ciò è dovuto anche al fatto
che gli stessi mezzi di informazione danno scarsissimo risalto alle
comunicazioni che arrivano dai Rom e dalle loro organizzazioni. Per ovviare a
questa mancanza di comunicazione, bisogna quindi utilizzare le varie occasioni
di incontri politici per "saltare fuori dai nostri buchi".
COSA FARE:
Occorre preparare un calendario delle iniziative pubbliche in programma nella
propria città, quartiere, provincia (privilegiare quelle con rinfresco – dopo
vediamo il perché). Preparare e coinvolgere una squadra di intervento nei campi
sosta (dalle 5 alle 10 persone), se possibile anche con minori. Studiare gli
interventi possibili e documentarsi – individuare chi può fare gli interventi
(consiglio di restringere il campo a 3/4 persone massimo).
OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE:
Per la comunità Rom e Sinta:
- capire che la partecipazione alla vita sociale può essere utile e divertente
- familiarizzare con le regole civili e i componenti attivi della società
Per la società gagé:
- è molto facile essere offensivi e razzisti verso chi è assente. Viceversa, se
tra il pubblico (che di solito può anche porre domande) ci sono Rom, e sappiamo
che è facile identificarli, allora i toni si ammorbidiscono, talvolta l'oratore
pur guardandoci come bestie da circo, alla fine aggiunge qualche parola di
circostanza sulle tristi condizioni degli zingari. L'importante è che lo faccia
in un'occasione pubblica.
- il razzismo è sempre la maschera di altri problemi. Dietro un campo sosta che
i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo centro commerciale, un
grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai quell'area sarà a
disposizione della cittadinanza… informatevi sugli interessi immobiliari!
- i candidati si fanno belli coi soldi stanziati dagli altri (e pagati dai
cittadini). Possono dire che sono stati spesi milioni di euro per i Rom (che
quindi dovrebbero essere dei signori), o lamentarsi perché quei soldi sono stati
spesi. Informatevi su quanti soldi effettivamente hanno visto i Rom, su quanto
costa una fontanella o l'allaccio dell'acqua. Insomma, mostrarsi attenti e
partecipi, come è necessario in ogni democrazia. Se queste spese apparissero
gonfiate, proporre, nel quadro democratico, una regolare gara d'appalto, a cui
poter partecipare anche come comunità destinataria dell'intervento, nel piano di
una razionalizzazione degli investimenti. Dimostrare che in un campo vivono
manovali, camionisti, muratori, senza lavoro, che potrebbero essere in grado di
badare a se stessi.
- comprendere che se quei Rom, che sono lì a discutere, dovessero essere
cacciati, dovrebbero ricominciare con gli stessi problemi da un'altra parte,
mentre probabilmente nella stessa area o poco distante, arriveranno altre
persone, anche di un'altra etnia, ugualmente disperate. Quindi, i problemi non
cambierebbero, mentre c'è la possibilità di iniziare a risolverli. Se tra il
pubblico c'è un aspirante Bruno Vespa, coinvolgerlo nel siglare un patto con gli
elettori… non sarebbe il primo. In caso mancasse questo personaggio, servirà
qualcuno che faccia la cronaca dell'incontro (e
magari mi spedisca il riassunto [...])
La base di questi ragionamenti è che anche a livello locale, non esistono
problemi isolati, e ogni appiglio è buono tanto per presentare il "problema
zingari" in chiave positiva o viceversa negativa. Solo che "gli zingari" (e
anche il resto della popolazione) esistono indipendentemente dal fatto di essere
un problema.
NOTE AGGIUNTIVE:
Scrivevo prima di privilegiare le riunioni con rinfresco. Ecco alcune ragioni:
- chiudere la giornata in attivo e mettere qualcosa nello stomaco.
- a tavola, con calma, siamo tutti meno aggressivi e più facili a socializzare.
Quello che non si ottiene nel dibattito politico, può essere raggiunto
buttandosi sulle patatine, e ci sarà sempre qualche gagio che alla fine vi
avvicinerà e comincerà a parlarvi.
- attenzione al vino… se qualcuno non lo regge, può rovinare tutto il lavoro
fatto. Viceversa, un bicchiere offerto all'oratore (se non è astemio) può
renderlo loquace il sufficiente.
- nel caso l'iniziativa politica si svolga presso un'associazione "amica", è
possibile accordarsi per portare qualcosa di tipico al rinfresco