[...] il 17 novembre si svolgerà una marcia di un vasto fronte dei gruppi di
estrema destra (si attendono 2.000 persone) nel città di
Litvinov (Repubblica Ceca settentrionale), precisamente nel quartiere Janov,
abitato principalmente da Rom.
Ci sono già stati degli scontri in precedenza.
Nel video (in lingua ceca), è documentato lo scontro verbale tra le
due parti. Come si vede alla fine, la Polizia si comporta amichevolmente coi
nazisti e questa settimana un Rom è stato accusato di razzismo e discorsi
razziali. Nessun estremista di destra, uomo o donna - c'erano anche loro, è
stato incriminato.
Stavolta, la municipalità e la polizia non hanno trovato nessuna ragione per
proibire la manifestazione e nei giorni scorsi, gli estremisti hanno fatto
propaganda su internet alla manifestazione.
Sono un produttore cinematografico austriaco, di origine ceca, e sto
terminando un documentario su una famiglia Rom. Sarà il seguito di Romane Apsa -
Lacrime Romanì, un documentario che feci 5 anni fa.
Sto seguendo la crescita dell'anti-ziganismo e del razzismo nella Repubblica
Ceca ed in Slovacchia.
A Litvinov, ci sarà una grande copertura dei media.
Ieri ho preso parte a una discussione in un articolo a proposito di questa
marcia su
http://www.aktualne.cz/ e hanno minacciato di spararmi se avessi continuato
ad esprimere le mie opinioni. Sto valutando quali misure legali prendere.
Sono scosso e sconvolto dagli sviluppi nel mio ex paese, la Cecoslovacchia.
Alcuni militari e poliziotti sono stati sospesi a causa della loro vicinanza con
l'estrema destra.
Nella città di Brno, i militanti di estrema destra minacciano i Rom nelle
strade in cui vivono. I neonazisti manifestano in varie città ogni fine
settimana, e la polizia combatte il movimento antifascista. Il cantante
Daniel Landa
canta di razza Bianca ed è molto popolare. Il popolare giornale "Lidove Noviny"
annincia uno "studio" del Delnicka strana (partito Laburista), che intende
provare che i Rom dovrebbero tornare in India. Ho contattato il giornalista, era
convinto di aver fatto bene ad annunciare lo studio.
La Repubblica Ceca assumerà la presidenza dell'Unione Europea l'anno
prossimo.
Di Fabrizio (del 16/11/2008 @ 09:38:39, in Italia, visitato 2003 volte)
Due articoli di Giulia Cusumano da ChiAmaMilano:
MENO
FACILITATORI, PIU' DIFFICOLTA' Sempre meno fondi statali per l'integrazione degli alunni stranieri. La
Provincia corre ai ripari e stanzia 4 milioni di euro
Una decina di anni fa erano 447, oggi sono appena 98. L'esercito dei
facilitatori di inserimento all'interno delle scuole della provincia di
Milano è stato letteralmente falciato via da una raffica di tagli dettati
dal Ministero dell'Istruzione.
A fronte di un aumento annuale del 13% dei ragazzi stranieri nella
popolazione studentesca milanese, diminuiscono viceversa le figure di
riferimento capaci di aiutare i giovani stranieri ad inserirsi nelle classi. Il
rapporto alunni-insegnanti, che nel ‘99-2000 era di 1 a 50, nel 2007-2008 è
stato pari a più di 1 a 500.
Per questo la Provincia scende in campo stanziando per il 2009 ben 4 milioni di
euro. Con il progetto "Non uno di meno", giunto al quarto anno e realizzato in
collaborazione con il Centro COME, l'Ufficio Scolastico e l'Università Bicocca,
verranno finanziati laboratori di italiano per gli studenti e corsi di
formazione per i docenti, oltre ai servizi di consulenza delle scuole, di
orientamento scolastico per i ragazzi e le famiglie immigrate e di mediazione
culturale. Il progetto, che negli anni scorsi ha coinvolto 29 istituti e 1.761
studenti, è rivolto a tutte le scuole superiori che ne faranno richiesta.
"La scuola è il primo elemento di integrazione –ha spiegato l'Assessore
Provinciale all'Istruzione Giansandro Barzaghi (ascolta
l'intervista) – Siamo contrari alle classi ponte che invece segregano gli
studenti stranieri e li differenziano. Noi vorremmo seguire il modello integrato
europeo, non quello separatista di alcuni lander tedeschi".
Con la legge 517 del 1977 in Italia venivano abolite le classi differenziali
per gli studenti svantaggiati. Oggi, con l'istituzione delle "classi ponte"
promossa dalla Lega, c'è il rischio di tornare indietro di 30 anni.
Eppure oggi gli studenti "svantaggiati" oggi sono molti di più. Dati
ministeriali parlano di un incremento di mezzo milione di iscritti di origine
straniera in dieci anni. Se nell'anno 1999-2000 gli studenti di cittadinanza non
italiana in Italia erano 119.679, oggi sono 572.621.
Secondo il Dossier Immigrazione Caritas/Migantes la Lombardia è la prima regione
per quanto riguarda la numerosità delle presenze (137.444 pari al 24%
dell'intera popolazione straniera nelle scuole italiane), mentre la Provincia di
Milano con i suoi 53.387 alunni stranieri, è la prima per numerosità non solo in
Lombardia, ma anche a livello nazionale.
Oggi in Italia circa 1 bambino su 20 non è italiano, in Lombardia 1 su 10. E'
stato stimato che nel 2050 i bambini di origine straniera nelle scuole saranno
di più di quelli italiani.
Risulta chiaro come gestire il multiculturalismo all'interno delle classi sia
di fondamentale importanza. Di soldi lo Stato e gli enti locali ne mettono
sempre meno, tanto che, come ormai accade frequentemente, sono i privati ad
investire in un servizio che dovrebbe essere garantito dal pubblico. La
Fondazione Cariplo quest'anno investirà un milione e duecentomila euro per
finanziare progetti di integrazione culturale in 15 scuole di Milano e altre 15
tra Brescia e Mantova.
"Il Comune ha via via ridotto la sua presenza –spiega Patrizia Quartieri,
consigliere comunale di Rifondazione Comunista– Invece di investire nella figura
dei facilitatori si è preferito allocare le risorse ai singoli istituti che li
gestiscono autonomamente affidandosi a cooperative che non sempre mettono a
disposizione operatori preparati e competenti. Non solo le poche risorse a
disposizione conducono a una scelta al ribasso. Il Comune non compie neppure un
controllo sulla qualità dei servizi".
Anche da Roma mancano fondi specificamente destinati alla figura dei
facilitatori. "Ci vorrebbe cooperazione tra stato ed enti locali; non è soltanto
una questione di soldi; manca una volontà politica e una regia." Conclude la
Quartieri.
Tra la grande stagione dei tagli avviata dall'attuale Governo e
le
sconfortanti previsioni di bilancio previste da Palazzo Marino per il 2009
(link articolo 16 ottobre "futuro da ribilanciare"), difficile che saltino fuori
soldi per il ripristino dei facilitatori. Più facile, oltre che politicamente
più coerente con la linea "protezionista" tanto cara alla Lega, creare delle
classi differenziali per chi italiano non è.
L'INTERCULTURALITA'
NASCE TRA I BANCHI DI SCUOLA Soprattutto per i più piccoli l'integrazione e l'apprendimento dell'italiano
è più facile all'interno di classi normali e accanto ai coetanei italiani
"I bambini si aiutano, si capiscono, creano solidarietà e amicizia. Sono loro i
veri facilitatori linguistici".
Lo assicura Luigi Ambrosi, insegnante della scuola elementare Fabio Filzi in
zona Corvetto. Lì di bambini stranieri ce ne sono tanti: 6 su dieci hanno
origine non italiane, anche se molti di loro nel nostro paese ci sono nati.
Lì fino a 10 anni fa di facilitatori ce n'erano diversi, lui era uno di loro.
Oggi ce n'è solo uno.
"L'anno scorso eravamo supportati dagli operatori di due cooperative
incaricati dal Comune che si sostituivano ai facilitatori. Quest'anno ci hanno
tolto anche questo servizio, non sappiamo perché" spiega Ambrosi.
Le cooperative, ci racconta l'insegnante, essendo composte da operatori che
girano e che cambiano in continuazione, non erano comunque la soluzione ideale.
I facilitatori, viceversa, si inseriscono a 360 gradi nell'ambiente in cui
lavorano, conoscono le storie dei bambini che seguono e delle loro famiglie, il
loro passato e il loro presente.
Eppure la situazione è gestibile. Non ci sono alunni che bloccano i lavori
della classe, anzi; i casi di eccellenza si registrano proprio tra i bambini
stranieri. "C'è più impegno, più rispetto dell'istituzione scolastica, e
soprattutto c'è la speranza del riscatto attraverso la mobilità sociale. Una
speranza che molte famiglie italiane disilluse hanno perso da tempo".
Nelle classi in cui lavora Ambrosi ci sono bambini con gli occhi a mandorla e
bambini con la pelle color caffelatte. Molti di loro sono nati in Italia.
"I neoarrivati a Milano dopo 6 o 7 mesi tra i banchi di scuola hanno già
acquisito il 70% della conoscenza dell'italiano. Ma non è solo una questione di
lingua-spiega l'insegnante- il progetto mandato avanti per anni attraverso la
figura dei facilitatori parlava di interculturalità e integrazione, di aiuto
alla comprensione e di insegnamento alla solidarietà".
Ambrosi ci racconta dei capodanni cinesi e delle ricorrenze musulmane
preparati e festeggiati con entusiasmo e divertimento dai "suoi" bambini; ci
racconta immagini di amicizia ed uguaglianza, di condivisione e curiosità, di
avvicinamento e reciprocità.
Ci racconta che l'integrazione, quella parola di cui si riempiono la bocca
alcuni politici sostenitori delle "classi ponte", prevede bilateralità, non
assimilazione; scambio, non imposizione.
Perché il rapporto tra culture diverse non arricchisce soltanto i bambini
stranieri; anche quelli italianissimi, le cui origini ed usanze qualcuno si
affanna a voler preservare a tutti i costi da eventuali pericolose
contaminazioni esotiche, ricevono insegnamenti e informazioni preziosissime per
la loro crescita individuale.
Imparare a comprendere che esistono punti di vista differenti, imparare a non
fossilizzarsi in schemi prestabiliti. Imparare che la "diversità" è bella,
stimolante, costruttiva; questo è l'arricchimento più prezioso.
9 novembre 2008 - 122 Rom abitano su un terreno abbandonato di Fréjus dal
maggio 2007. In cinque anni, è il quarto sito dove si sono installati e da cui
sono stati sgomberati. Sono state acquistate dal Soccorso cattolico alcune
roulottes in buono stato.
Alin ha 23 anni. I suoi due bambini corrono nella roulotte, il terzo nascerà
tra poco. La famiglia abita [...] lì da cinque anni. Prima, questi Rom hanno
percorso l'Italia e il Belgio. La Romania, il suo paese? "Non bene," si
scioglie, la voce grave."No lavoro, no casa. Niente." Tuttavia, questi metri
quadrati illuminati da un debole lampada sono lontani da costituire un paradiso.
Ma si riesce a guadagnare un po' di denaro. Non molto - e sempre di meno, si
rammarica. Prima dell'estate, il rottame di rivendeva a 26 centesimi al chilo.
Il prezzo è crollato: 3 centesimi oggi. Neanche di che rimborsare il gasolio
sino a Pignans, dov'è la raccolta.
"Quando i bambini hanno fame," va a mendicare. Così da portare qualche euro
al giorno.
Accompagnamento sociale e professionale
Come Ali e sua moglie Grenguta, 21 anni, ci sono 122 Rom che vivono da maggio
2007 su quest'area, che appartiene ad un proprietario privato. Da almeno cinque
anni che il piccolo gruppo si è formato a Fréjus, le 28 famiglie ed altrettante
roulottes hanno già cambiato posto quattro volte. Anche da qui devono partire,
l'ordine di espulsione è ufficiale. Ma hanno ottenuto una proroga. La forza
pubblica non sloggerà le famiglie. Piuttosto che smuoverli, si cerca di
risolvere il problema.
Lo Stato ha indetto un comitato pilota per trovare una soluzione "prima della
fine dell'anno," spera Caroline Gadou, sotto-prefetto incaricato della missione
(alloggio, impiego, politica cittadina). Sono stati esplorati due siti. Ma tra
le zone inondabili, quelle esposte agli incendi, i proprietari recalcitranti ed
i vicini malfidenti, non è per niente facile. "L'obiettivo non è soltanto
trovare un luogo d'accoglienza, ma anche organizzare l'accompagnamento sociale e
professionale," aggiunge Caroline Gadou.
E' il compito affidato a Sichem. Mediatore di questa associazione, Philippe
Loiseau conosce i Rom da tempo. Inizialmente con il Soccorso cattolico, dove ha
militato e che ha aiutato molto. "Quando li ho incontrati, mi sono detto: che
problema!" Ha imparato a conoscerli uno per uno, con le loro qualità e difetti.
"E' la povertà della povertà," dice semplicemente di questa popolazione fuggita
da un paese (da quando si sono aperte le porte della Romania dopo Ceausescu),
colpiti dalla discriminazione.
Le ragioni per essere lì: "Quando voi non avete da mangiare, se trovate un
posto dove mangiare, anche male, vi fermate." Ma in nessun caso, insiste il
mediatore, le associazioni presenti sul terreno hanno contribuito a far fermare
i Rom. Erano già là, radicati su questa terra.
Rompere i pregiudizi
Cittadini europei, attualmente i Rom hanno il diritto di circolare
liberamente e di vivere in Francia. Ma restano miserabili, perché per il lavoro,
"è più complicato, spiega l'assistente sociale di Sichem, Christelle Berger, il
padrone deve chiedere un autorizzazione per loro, come la carta verde negli
USA."
Christelle aiuta quanti vogliono organizzare il loro ritorno. Il suo lavoro è
anche di difendere il loro diritto alla sanità e all'istruzione. Una ventina di
bambini vanno a scuola o al collegio, a Fréjus, in edifici diversi. L'assistente
sociale si occupa dell'urgenza: una bombola di gas, un aiuto, "con un contratto,
Non siamo una banca." E' un dare per avere. I Rom apprendono a farsi carico, a
tenere il terreno pulito, ad essere buoni cittadini.
"Ma hanno bisogno di talmente tante cose," sospira Philippe. E rompere i
pregiudizi, non è facile. Conclude Christelle: "Mi piacerebbe che la gente
venisse a vedere la realtà. Comprenderebbero che se un bambino arriva coperto di
fuliggine a scuola, è perché si scalda ad un fuoco di legna. E che non ha acqua
calda per lavarsi."
Le minoranze svedesi affrontano estese discriminazioni, incluso la
mancanza di istruzione nella loro madrelingua, ha detto venerdì l'ombudsman
svedese contro la discriminazione etnica
"Ci sono ancora strutture discriminatorie che interessano le possibilità
delle minoranze di veder rispettati i loro diritti" viene detto in un rapporto.
Molti Ebrei, Rom e Svedo-Finnici, come pure i Sami, un popolo indigeno sparso
nella Norvegia settentrionale, Svezia, Finlandia e Russia, ed i Tornedalians,
che sono di discendenza finnica, "hanno perso la loro lingua", dice il rapporto.
In molti non hanno mai avuto la possibilità di imparare la propria lingua,
viene detto, aggiungendo che alcune lingue delle minoranze sono minacciate
all'estinzione.
Sino agli anni '70, la Svezia ha discriminato molte delle sue minoranze
nazionali, anche con la sterilizzazione forzata e l'esclusione delle lingue di
alcune minoranze dalle scuole e dai luoghi di lavoro.
Dal 2000, sono stati ricevuti circa 200 rapporti sulla discriminazione delle
minoranze nazionale in Svezia, inclusi un certo numero di reclami di Rom a cui è
stato negato l'accesso alla casa ed agli spazi pubblici.
Ci sono anche numerosi reclami da parte dei Sami, i cui diritti linguistici
non sarebbero rispettati.
"La situazione è molto seria," ha detto alla Radio svedese l'ombudsman
vicaria Anna Theodora
Gunnarsdottir.
Le minoranze "sperimentano commenti degradanti... e per loro può essere
difficile ricevere istruzione a cui hanno diritto nella loro lingua madre.
Comparato all'accesso dei bambini svedese nella loro lingua, è ovvio che ci sia
discriminazione," ha detto.
Aggiunge il rapporto "Le strutture discriminatorie nelle scuole influenzano i
risultati scolastici dei bambini e quindi hanno conseguenze nelle loro
possibilità di proseguire negli studi superiori, e quindi nel loro accesso al
mercato del lavoro."
Circa il 13% degli studenti che hanno usufruito dei posti distribuiti
agli studenti di etnia Rom nelle scuole superiori ed il 10% di quanti occupano i
posti speciali assegnati ai Rom nelle università statali, non sono
affiliati a questo gruppo etnico, secondo una ricerca condotta da Gallup e
commissionata dal Fondo Istruzione Rom (REF).
La ricerca indica che soltanto il 7% di quanti occupano il posto
riservato a giovani Rom nelle scuole superiori parla romanes. Secondo la
ricerca, i beneficiari di questi posti sono giovani di piccole famiglie (1-2
figli) con una migliore situazione finanziaria, dato che il 75% di loro possiede
un computer e un più alto livello d'istruzione.
Mentre i beneficiari delle istituti artistici e commerciali, la maggior parte
arriva da famiglie con più di 3 bambini, con risorse finanziarie più
basse (il 40% di loro ha un computer). In questo caso, il 22% di loro parla
romanes ed osserva le tradizioni di questo gruppo etnico.
I beneficiari dall'ambiente universitario vengono da famiglie con 3-4 figli,
il 71% di loro ha un computer proprio e soltanto il 17% parla romanes. La
distribuzione di genere a livello universitario indica che la percentuale delle
ragazze rom è significativamente più alta di quella dei ragazzi.
Le specializzazioni universitarie per cui hanno optato riguardano gli
studi sociali: sociologia, pedagogia, filologia ecc.
La ricerca poi rivela che il 77% dei beneficiari dalla scuola
secondaria e l'88% dei Rom delle istituzioni scolastiche superiori,
parteciperebbero in almeno un tipo di azione nel campo delle OnG.
Tra il 2000 e il 2006, furono distribuiti circa 10.300 posti speciali
a studenti rom delle superiori e 1.420 posti nelle università furono
stanziati per giovani Rom, il 20% dei beneficiari provenienti dalle aree rurali.
Nel 1998, il Ministero dell'Istruzione adottò il primo regolamento
ufficiale per la distribuzione di posti speciali per candidati Rom in sette
università. Susseguentemente, il numero dei posti venne allargato ad un maggior
numero di università.
A partire dal 2000, per ordine del Ministero dell'Istruzione, le misure
affermative furono estese all'intero sistema dell'istruzione secondaria,
e gli ispettorati scolastici distrettuali furono incaricati di stabilire il
numero di posti e le istituzioni scolastiche dove andavano distribuiti. Furono
stabiliti entro il limite massimo di due posti speciali per classe (al di sopra
del tasso d'istruzione).
Il Fondo Istruzione Rom ha la missione di ridurre il gap esistente
tra la popolazione rom e gli altri gruppi etnici in termini di risultati
educazionali, attraverso politiche e programmi che promuovano istruzione di
qualità per i Rom, incluso la de-segregazione del sistema educativo.
L'obiettivo principale del REF è di appoggiare il disegno e lo sviluppo di
politiche che possano aiutare l'inclusione dei Rom nel sistema educativo. Il
Fondo Istruzione Rom sta finanziando progetti educativi nei paesi dell'Europa
Centrale e Orientale che partecipano al Decennio dell'Inclusione Rom.
Di Fabrizio (del 14/11/2008 @ 14:38:39, in Italia, visitato 1897 volte)
Ricevo da Roberto Malini
12 novembre 2008 Comunicato stampa: FIRENZE, ROM BRUTALMENTE PICCHIATA AL
MERCATO DI SANT'AMBROGIO DA UNA COMMERCIANTE. PARTE DENUNCIA
GRUPPO EVERYONE E L'AURORA ONLUS: "E' CLIMA DI ODIO RAZZIALE E IMPUNITA VIOLENZA
CONTRO ROM, MIGRANTI E SENZATETTO"
E' accaduto lunedì 10 novembre 2008 al mercato di Sant'Ambrogio a Firenze:
Aurica C., rom romena di 34 anni, è stata selvaggiamente picchiata intorno alle
9 del mattino da una commerciante del mercato, fiorentina, che vende abiti
usati. La donna rom, in compagnia di un'altra ragazza, chiedeva come tutte le
mattine da oltre nove anni l'elemosina ai passanti e agli avventori del mercato
quando è stata invitata ad avvicinarsi dalla donna. "Pensavo volesse darmi dei
vestiti, o qualche spicciolo" ha raccontato all'associazione L'Aurora onlus e al
Gruppo EveryOne la donna aggredita, che ha costante necessità di accompagnamento
per una grave forma di depressione e continui disturbi da attacchi di panico.
"Invece ha iniziato a urlare che sabato scorso, sempre al mercato, avevo rubato
un braccialetto da un banco con la mia accompagnatrice. Io ho spiegato che un
commerciante, che mi conosce da anni, mi aveva regalato della bigiotteria, ma
che mai e poi mai rubato qualcosa. Al mercato ci passo tutti i giorni, mi
conoscono tutti e una volta ho anche riportato un portafoglio trovato per terra
al forno del mercato, affinché i legittimi proprietari lo riprendessero".
Versione, questa, che è stata confermata ai rappresentanti delle due
associazioni da molti commercianti del mercato. "Uno di loro" dichiarano
Stefania Micol, presidente dell'associazione L'Aurora, e Matteo Pegoraro,
co-presidente del Gruppo EveryOne "ci ha anche rilasciato una testimonianza
scritta, dove conferma di aver regalato della bigiotteria alle due donne rom".
Dalle accuse, la commerciante sarebbe passata alle offese verbali, e subito dopo
avrebbe iniziato a strattonare Aurica e l'accompagnatrice, graffiata a uno
zigomo. Dopo di che, come riferisce il referto medico rilasciato dal Pronto
Soccorso dell'ospedale di Santa Maria Nuova, Aurica è stata presa a calci e
gomitate, e, spintonata, è caduta e ha continuato a ricevere calci alla gamba
sinistra. A quel punto, è stata colta da un attacco di panico. "Ho preso una
pasticca di Xanax per calmarmi, come mi hanno prescritto i medici, non riuscivo
a respirare ma la commerciante continuava a calciare e a insultarmi" ha
proseguito la rom. La prognosi dell'ospedale è per il momento di 5 giorni, per
"addome dolorabile diffusamente alla palpitazione e lieve trauma contusivo
dell'addome da aggressione a mani nude". La ragazza, affiancata dall'assistenza
delle due associazioni, proseguirà con una denuncia.
"Ciò che è accaduto" commentano i leader del Gruppo EveryOne e la presidente
dell'associazione L'Aurora "è sintomo del clima di odio razziale e di impunita
violenza contro rom, migranti e senzatetto che è sempre più grave in Italia".
"Le segnalazioni di abusi si susseguono ormai quasi quotidianamente. Qualche
giorno fa abbiamo condotto in ospedale un giovane Rom romeno, pieno di
contusioni" continua EveryOne. "Ha dichiarato di aver subito un pestaggio a
Cesena, da parte di uomini in divisa. Abbiamo trasmesso referti medici e una
sconvolgente videotestimonianza alla Commissione europea. A Rimini un senzatetto
italiano è stato cosparso di benzina e dato alle fiamme da ignoti. E' in
gravissime condizioni. Abbiamo segnalato più volte il clima di intolleranza che
esiste proprio a Rimini" proseguono gli attivisti "e che ha già scatenato
episodi di violenza e di ingiustizia sociale, ma il nostro allarme è stato
sottovalutato dalle Istituzioni. Il fenomeno della discriminazione e della
violenza contro le minoranze è fuori controllo e il Governo non dimostra certo
una volontà di attuare piani di inclusione sociale. Forse il buon esempio
dovrebbe arrivare dalle amministrazioni di sinistra, che invece gareggiano con
la controparte politica nell'inventare forme di persecuzione sempre più crudeli.
"Ci auguriamo" concludono EveryOne e L'Aurora "di notare, in seguito a
quest'ennesima, sconcertante denuncia, un ‘sussulto' antirazzista, seguito da un
concreto impegno per arginare la discriminazione e la violenza contro le
minoranze".
Inneggiano al fascismo e contengono messaggi razzisti
Bruxelles, 11 nov. (Apcom) - Il capogruppo del Pse al Parlamento europeo,
Martin Schulz, ha lanciato una campagna per l'espulsione dal sito di 'networking
sociale' Facebook di sette gruppi neo-fascisti italiani, sostenendo che
contengono messaggi "ripugnanti" contro i rom. "Mi appello a Facebook affinché
li rimuova immediatamente", dichiara in un comunicato Schulz, appoggiato dal
capodelegazione italiano al Pse Gianni Pittella.
"E' vergognoso che nel giorno in cui l'Europa ricorda i caduti in guerra
Facebook aiuti coloro che vogliono riportarci indietro a quell'epoca oscura",
continua Schulz, ricordando che la Giornata dell'Armistizio oggi celebra il
90esimo anniversario della fine della Prima guerra mondiale.
"E' una giornata vergognosa per Facebook. Spero che tutti si uniscano a me e
Martin su Facebook per esprimere la loro rabbia per quanto sta succedendo",
aggiunge Pittella.
Nel comunicato del Pse vengono citati in particolare i gruppi "Bruciamoli tutti"
(15 membri), "Rendiamo utili gli zingari: trasformiamoli in benzina verde" (279
membri) e "Diamo un lavoro gli zingari: collaudatori di camere a gas" (649
membri), tutti gestiti da italiani.
Di Fabrizio (del 14/11/2008 @ 09:32:59, in Italia, visitato 1509 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Assistiamo, in Europa e in particolare in Italia, al dilagare di politiche
razziste e securitarie: dalla legge Bossi-Fini ai "pacchetti sicurezza" fino
alle ordinanze di troppe amministrazioni locali. Tutto ciò è amplificato da
un'informazione distorta e manipolata, che diffonde nell'immaginario collettivo
la paura del diverso.
E diciamo no a tutti i razzismi.
Per questo, invitiamo le comunità straniere, le associazioni, il movimento
dell'università e della scuola, le organizzazioni sindacali e politiche, la
cittadinanza ad una grande Manifestazione Sabato 22 Novembre a Pisa Concentramento ore 16 P.za S.Antonio
Per una regolarizzazione dei cittadini stranieri
Contro l'idea della creazione di classi separate per gli alunni
stranieri
Contro le discriminazioni verso Rom e Sinti (come per le impronte
ai bambini)
Perché a Pisa non si approvino le ordinanze di sgombero e "antiborsoni"
Per i diritti e la dignità dei venditori ambulanti stranieri
Nessun CPT in Toscana!
Ogni diritto in meno per i cittadini e i lavoratori migranti è un diritto in
meno per i cittadini e lavoratori italiani.
Primi firmatari: Comunità migranti senegalesi - Pisa; Federazione Rom e Sinti; El
Comedor estudiantil Giordano Liva onlus; Spazio Antagonista Newroz; Africa
Insieme; Associazione Mezclar; Laboratorio Rebeldia; Circolo Agorà; Partito
della Rifondazione Comunista – federazione Pisa; Socialismo Rivoluzionario;
Mensile "Valori"; Rete dei Comunisti; Fratelli dell’Uomo - ONG ONLUS;
confederazione COBAS; Partito dei Comunisti Italiani-Federazione Pisa; Partito
dei Verdi-Federazione Pisa; ARCILESBICA-Pisa; Precari/ie autorganizzati/e-Pisa;
Anche per l’anno 2008, la Fondazione Anna Ruggiu conferisce alcune Borse di
studio riservate a giovani appartenenti all’etnia Rom che frequentino con
profitto la scuola.
L’iniziativa, giunta ormai alla V° edizione, ha favorito la scolarizzazione
di diversi giovani Rom che abitano nei campi della Sardegna, alcuni dei quali
hanno già conseguito un diploma delle scuole secondarie, altri le frequentano
con soddisfacenti risultati e ci si aspetta che il contributo offerto dalla
Fondazione possa rafforzare ed accelerare il processo di scolarizzazione ormai
da anni in atto tra le comunità rom della Sardegna.
L’obbiettivo è quello di favorire, attraverso l’elevazione culturale, la
comprensione reciproca tra le culture, nella convinzione che il raggiungimento
di elevati livelli di istruzione tra gli appartenenti all’etnia Rom, possa
svolgere una funzione estremamente positiva in tale direzione. Alcune esperienze
scolastiche, peraltro, dimostrano come sia possibile raggiungere elevati livelli
di integrazione.
La cerimonia di consegna delle borse di studio, che ammontano a complessivi
5.000 euri, si svolgerà sabato 15 novembre e 10,30 presso il Centro di
aggregazione sociale di Pabillonis,
I ragazzi premiati quest’anno non sono semplicemente studenti che riescono a
superare una classe, ma giovanissimi che si sono distinti per il merito e che,
in alcuni casi, possono a buon titolo figurare tra i migliori della propria
classe. Provengono da realtà diverse, Sassari, Pabillonis, Monserrato e ciascuno
di essi si distingue per propri peculiari talenti.
Speriamo, un giorno, di trovare alcuni di essi tra i banchi dell’Università.
L’iniziativa, è realizzata in collaborazione con l’Unicef della Provincia di
Cagliari, e con l’Amministrazione comunale di Pabillonis e coinvolge altre
istituzioni, a cominciare dalla Caritas, particolarmente attive in questo
settore.
Speriamo che, almeno per un giorno, le cattive notizie di cronaca relative ai
Rom, alle quali siamo abituati possano lasciare il posto ad altre notizie di
cronaca più positive e, soprattutto, capaci di creare un clima di fiducia e di
speranza.
18 novembre - ore 17.30
TEATRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO
Via Castellaneta, 10 - Roma
Incontro con: Beppe Rosso e Filippo Taricco, autori del libro La città fragile.
Najo Adzovic, autore del libro Il popolo invisibile. Francesco Careri, autore del libro Walkscapes. Camminare come pratica
estetica.
Proiezione del video: "Savorengo Ker: la casa di tutti" presentato alla XI Biennale Architettura di
Venezia nell'ambito della mostra L'Italia cerca casa - Padiglione italiano.
Regia e montaggio di Fabrizio Boni.
Immagini di Donatello Conti, Frediano Iraci Sareri, Aldo Innocenzi, Francesco
Careri, Azzurra Muzzonigro.
Beppe Rosso legge: "Seppellitemi in piedi", primo capitolo del libro La città fragile. Zingari
romeni scappati dal loro villaggio in fiamme e accampati nella periferia di una
metropoli; ragazze albanesi rapite di casa e gettate sui marciapiedi; italiani
che vanno in rovina e sono costretti a vivere in strada. Vite consumate nella
violenza di uno spazio aperto con i tentativi di abitarlo, i gesti quotidiani e
il bisogno di ritrovare una dignità e un'ironia per stemperare il dramma.
Tre racconti in cui la città fragile si sovrappone alla città di sempre
collocandosi al centro della narrazione, e la vita, quella più vera e umana,
prende la parola al di sopra e dentro il brusio metropolitano.
Al termine scambio interculturale di sapori e saperi
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: