Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 01/04/2009 @ 09:38:54, in casa, visitato 2008 volte)
Da
Roma_Daily_News
Sulukule per noi era Parigi, questa è una prigione: i Rom
raccontano
ISTANBUL - Nel progetto per salvare
Sulukule, l'Amministrazione per lo
Sviluppo dell'Alloggio ha offerto case pubbliche per sistemare i Rom dal loro
quartiere. Tuttavia, sino ad oggi soltanto 27 delle famiglie vivono nelle nuove
case costruite a Taşoluk perché gli altri non potrebbero permetterselo.
La maggior parte delle 300 famiglie rom che sono state spostate da Sulukule a
Taşoluk non sono state capaci di adattarsi al loro nuovo ambiente a causa di
difficoltà finanziarie. Dopo sei mesi, restano solo 27 famiglie.
Le famiglie rilocate nelle nuove case, costruite dall'Amministrazione per
lo Sviluppo dell'Alloggio (o TOKI), hanno di fronte un debito di 15 anni. Rate
accumulate ed elettricità, gas ed acqua non pagate li hanno messi sulla strada
degli uffici di riscossione del debito.
Le famiglie stanno trasferendo i loro diritti su case i cui prezzi variano da
3.000 a 35.000 lire turche e stanno andandosene. Ci sono solo 27 famiglie Rom
rimaste a Taşoluk.
Vivendo alla soglia della fame
Normalmente, TOKI include nei suoi contratti standard una clausola che
impedisce il trasferimento degli alloggi per un anno, ma i contratti stipulati
con le famiglie rom non la contengono, aprendo la strada a trasferimenti a basso
costo.
F. A., un Rom che ha vissuto alla soglia della fame prima di essere spostato
a Sulukule, ha detto: "Ci hanno portato qui, dicendo che siamo poveri, ed ora ci
stanno trattando come se fossimo ricchi. Non potremmo pagare i nostri debiti;
vengono dall'ufficio riscossione. Così di giorno stiamo a Fatjh e non verranno a
prendere la nostra roba."
Un'altra donna ha detto, "Sulukule per noi era Parigi. Questa è una prigione.
Diventiamo nevrotici. Moriamo lentamente."
Gürkan Tokay, un altro residente, ha descritto la morte di suo padre.
"Qui non c'è un centro sanitario; è a 2 km. da qui. Mio padre si è ammalato
pochi mesi fa. Penso fosse un attacco di cuore. Siamo corsi al centro sanitario,
che era chiuso perché era notte. Così l'abbiamo portato ad
Arnavutköy. Là c'è un ospedale, privato. Mio padre è morto prima che potessero
intervenire. Hanno voluto 250 lire. Ci hanno chiesto dei soldi per il morto e
non hanno rilasciato il corpo."
TOKI ha costruito le case per gente in difficoltà finanziarie nel 2008. Di
1.402 case, 450 sono state riservate ai Rom rilocati da Sulukule. E' stata
organizzata una lotteria e sono state scelte 300 famiglie sono state scelte per
vivere negli appartamenti da 280 a 425 lire al meseper 15 anni. Il comune di
Fatih ha sistemato due autobus di linea per il trasporto: uno da Taşoluk a Fatih,
che arriva alle 7 di mattina ed uno da Fatih a Taşoluk che arriva alle 8.
Non è lasciata nessuna solidarietà
Sükrü Pendük, presidente della Fondazione per lo Sviluppo della Cultura di
Sulukule, ha detto: "La mia gente è stata bandita dalle proprie case, dove
vivevano assieme al vicinato, per questi edifici di cemento. Avevamo una cultura
di quartiere con solidarietà sociale che teneva in piedi le famiglie."
C'è una sola drogheria a Taşoluk, che non vende a credito. L'unico posto dove
socializzare è la casa del tea condotta da Göksel
Küçükatasayan, che ne aveva una anche a Sulukule. Ma è vuota anche nei fine
settimana.
"Non posso fare affari, sono in debito," ha detto
Küçükatasayan."Ce ne andremo da qui. E' fuori dalle nostre mani."
Non ci sono scuole superiori. I bambini che hanno iniziato la scuola primaria
con due mesi di ritardo, stanno avendo problemi di adattamento. Alcuni di loro
non sono stati accettati a scuola con la giustificazione che erano sotto
programma.
Ricevo da Agostino Rota Martir
Proprio così, vale la proprio la pena di pensarci un pochino sopra e...
diffonderlo.
Ciao Ago
"Non molesterai il forestiero né lo opprimerai perché voi siete stati
forestieri in terra di Egitto" (Esodo, 22,20)
Noi missionari/e sentiamo il dovere di reagire e protestare contro la strage in
atto nel Mediterraneo e le leggi razziste contro gli immigrati che arrivano
sulle nostre coste. È una tragedia questa, che non ci può lasciare indifferenti:
migliaia e migliaia di africani che tentano di attraversare il Mare nostrum per
arrivare nell’agognato "Eden". Un viaggio che spesso si conclude tragicamente.
Dal 2002 al 2008 sono morti, in maggioranza scomparsi in mare, 42 mila persone,
secondo la ricerca condotta a Lampedusa da Giampaolo Visetti, giornalista di
La Repubblica. Trecento persone al giorno! Il più grande massacro europeo
dopo la II Guerra Mondiale che si consuma sotto i nostri occhi.
E qual è la risposta del governo? Chiudere le frontiere e bloccare questa
"invasione". E per questo il "nostro" governo ha stipulato accordi con la
Libia e la Tunisia. Il 5 gennaio 2009 infatti il Senato ha approvato il Trattato
con il governo libico di Gheddafi per impedire che le cosiddette carrette del
mare arrivino a Lampedusa. Com’è possibile firmare un trattato con un paese come
la Libia che tratta in maniera così vergognosa gli immigrati in casa propria?
Il 27 gennaio 2009 il ministro Maroni si è incontrato con il ministro degli
Interni tunisino per la stessa ragione. Il regime di Ben Ali in Tunisia non è
meno dittatoriale di quello libico. Questi tentativi italiani per bloccare
l’immigrazione clandestina, sono sostenuti dal Frontex, l’Agenzia Europea per la
difesa dei confini, che ha ricevuto oltre 22 milioni di euro per tali
operazioni.
Ci dimentichiamo però che questa pressione migratoria è dovuta alla tormentata
situazione africana, in particolare dell’Africa Centrale e Orientale. Le
situazioni di miseria e oppressione, le guerre troppo spesso dimenticate
dell’Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, Ciad sospingono migliaia di persone a
fuggire attraverso il deserto per arrivare in Tunisia e Libia dove sono trattate
come schiavi: lunghi anni di lavoro in nero per ottenere i soldi per la grande
traversata (soldi che andranno alle mafie). E se riusciranno (pagando 3-4000
euro) ad attraversare il Mediterraneo ed arrivare a Lampedusa, verranno
rinchiusi in un vero e proprio campo di concentramento, il Centro di
"accoglienza" trasformato il 24 gennaio in Cie (Centro di identificazione ed
espulsione): un vero lager che può ospitare 900 persone ed invece ne contiene
1900! Di qui le drammatiche rivolte di questi giorni con i tentati suicidi di
parecchi tunisini che non vogliono essere rimpatriati perché sanno quello che li
attende.
Tutto questo grazie alla solerzia del nostro ministro Maroni che ha detto che
bisogna essere "cattivi" con gli immigrati. E il suo Pacchetto Sicurezza è la
"cattiveria trasformata in legge", come afferma il settimanale Famiglia
Cristiana. Infatti nel Pacchetto Sicurezza il clandestino è dichiarato
criminale. Una legislazione questa che ha trovato un terreno fertile, preparato
da un crescente razzismo della società italiana (così ben espresso dalla Lega!)
e da una legislazione che va dalla Turco-Napolitano (l’idea dei Centri di
permanenza temporanea) all’immorale e non-costituzionale Bossi-Fini, che non
riconosce l’immigrato come soggetto di diritto, ma come forza lavoro pagata a
basso prezzo, da rispedire al mittente quando non ci serve più.
La legge infatti prevede, fra le altre cose, la possibilità che i medici
denuncino i clandestini ammalati, la tassa sul permesso di soggiorno (dagli 80
ai 200 euro!), le "ronde", il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive
sui ricongiungimenti familiari e i matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per
gli irregolari che non rispettano l’ordine di espulsione. Maroni ha pure deciso
di costruire una decina di Centri di identificazione e di espulsione, ove
saranno rinchiusi fino a 6 mesi i clandestini. Questa è una legislazione da
apartheid: il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha
messo alla gogna lavavetri, ambulanti, Rom e mendicanti. È una cultura xenofoba
e razzista che ci sta portando nel baratro dell’esclusione e dell’apartheid.
Tutto questo immemori di essere stati noi "forestieri in terra di Egitto"
quando così tanti italiani oltre al doloroso distacco dalla propria terra, hanno
sperimentato l’emarginazione, il disprezzo e l’oppressione.
Per questo noi chiediamo:
ai missionari/e, religiosi/e, laici/che impegnati con il Sud del mondo:
- di schierarsi dalla parte degli immigrati contro una "politica miope
e xenofoba" e che fa "precipitare l’Italia, unico paese occidentale,
verso il baratro di leggi razziali", come afferma Famiglia Cristiana.
- di organizzare una processione penitenziale, per chiedere perdono a Dio
e ai fratelli migranti per il razzismo, la xenofobia, la caccia al musulmano
che, come forza diabolica, sono entrate nel corpo politico di questa Italia.
alla Conferenza Episcopale Italiana:
- di chiedere la disobbedienza civile a queste leggi razziste. È quanto ha
fatto nel 2006, in situazioni analoghe, il cardinale R. Mahoney di Los
Angeles, California, che ha chiesto nell’omelia del mercoledì delle Ceneri a
tutti i cattolici americani di servire tutti gli immigrati, anche quelli
clandestini.
alla Chiesa cattolica in Italia e alle altre Chiese:
- di riprendere l’antica pratica biblica, accolta e praticata anche dalle
comunità cristiane di fare del tempio il luogo di rifugio per avere salva la
vita, come indicato nel libro dei Numeri 35,10-12. Su questa base biblica
negli anni ’80, negli USA, nacque il Sanctuary Movement che oggi viene
rilanciato.
Come missionari/e facciamo nostro l’appello degli antropologi italiani: "Quell’antropologia
impegnata dalla promessa di ampliare gli orizzonti di ciò che dobbiamo
considerare umano deve denunciare il ripiegamento autoritario, razzista,
irrazionale e liberticida che sta minando le basi della coesistenza civile nel
nostro paese, e che rischia di svuotare dall’interno le garanzie costituzionali
erette 60 anni fa, contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle
leggi razziali. Forse anche allora, in molti pensarono che no si sarebbe osato
tanto: oggi abbiamo il dovere di non ripetere quell’errore".
Viviamo un tempo difficile, ma carico di speranza nella misura in cui siamo
capaci di mettere in gioco la nostra vita per la Vita.
Napoli, 9 marzo 2009
Comunità Comboniana - Rione Sanita (Napoli)
Alex Zanotelli e Domenico Guarino
Missionari Comboniani-Castelvolturno (Caserta)
Casa Rut – Suore Orsoline, Caserta
Casa Zaccheo – Padri Sacramentini, Caserta
Missionarie Comboniane – Torre Annunziata (Napoli)
Per adesioni cliccare su
http://www.nigrizia.it/doc.asp?id=11879&.IDCategoria=108
Aderiscono: padre Fernando Zolli (comboniano), Giovani impegno
missionario Campania, Nigrizia,
Da
Roma_Francais
Nel 1939, cercando di sfuggire alla guerra civile seguita al colpo di stato
fascista del generale Franco, un milione di rifugiati varca il confine francese
con la Spagna.
Fra di essi vi sono anche molte famiglie rom, che giunte in territorio francese
finiscono nelle mani delle autorità locali e vengono rinchiuse in campi di
concentramento lungo le spiagge del Mar Mediterraneo, in luoghi oggi divenuti
meta di villeggiatura per i francesi. Da questi campi, tra il 1940 ed il 1944,
gli uomini vengono trasferiti dalle autorità francesi verso i campi nazisti.
Molti di essi riescono però a fuggire e a dare vita ad un movimento di
resistenza contro il fascismo, del quale pochi anni dopo i soli francesi, alla
vigilia della Liberazione, prenderanno tutto il merito.
Le donne ed i bambini rimangono a soffrire la fame, il freddo, le malattie e la
furia del mare, che regolarmente ne inghiotte a centinaia fra le sue onde. Nel
1944, dovendosi infine sbarazzare dei campi di concentramento, le autorità
francesi li rispediscono in Spagna dentro a carri bestiame.
Oggi, un produttore cinematografico catalano, Felip Solé, ha deciso di ricreare
gli eventi di questa "storia infame" in una pellicola con un budget limitato. Ha
chiesto ai figli, alle figlie e ai nipoti di quei rifugiati di partecipare alla
produzione di tale documento.
Molti di essi hanno risposto positivamente all'appello, e tra questi vi è mia
sorella a rappresentare la nostra famiglia.
Al telefono mi ha solo detto che: "... è stata un'esperienza tremenda,
avvolti dal freddo e dalla neve durante le riprese, alla fine nessuno di noi
riusciva a parlare; rom o no, ci gettavamo tutti nelle braccia gli uni degli
altri, e piangevamo...".
Lolo Del Carders
Di Fabrizio (del 01/04/2009 @ 08:51:32, in media, visitato 2133 volte)
Da
Roma_Francais (Ne avevo scritto sul mio vecchio blog
Pirori quattro anni fa - i link del test sottostante sono in francese)
mercoledì 25 marzo per Gregory Salomonovitch
Yves Calvi è comparso ultimamente davanti al TGI (Tribunal de
grande instance ndr) per "incitamento all'odio razziale" riguardo
la trasmissione "C dans l'air" sulla delinquenza ed i rom diffusa l'11 febbraio
2005
Con due dei suoi invitati presenti quel giorno in studio,
Xavier
Raufer
e Yves-Marie Laulan, l'animatore-produttore di France 5 è accusato di aver
proferito propositi "a carattere apertamente razzista". Era stata
depositata una querela da alcune associazioni rom - tra cui La Voix des Roms che
ha dedicato un sito
a questa vicenda - la
LICRA, la
LDH e
il
MRAP.
I querelanti accusano una "confusione costante" tra rom,
Rumeni, zigani e
gens du voyage
durante la trasmissione. I "ladri di polli" come lo riassume Yves Calvi.
Ma anche un "amalgama" tra i Rom e gli atti di delinquenza: furto,
mendicità, prossenitismo e prostituzione. Sollevano anche la mancanza di un
contraddittorio: in studio non era presente nessun rappresentante dei rom. Fatto
ugualmente denunciato da
CSA e dal Consiglio d'Europa.
E' soprattutto il titolo della trasmissione che sarà discusso a lungo in
Tribunale: "Delinquenza: la via dei Rom". Questo titolo, esposto durante tutta
la trasmissione, era un gioco di parole, s'è difeso
Calvi: "Non un solo istante si è voluto fare allusione a niente". Se
la parola "Rom" appariva nel titolo è "perché due terzi della trasmissione
sono stati consacrati ai rom", spiega "non si voleva fare sembrare questo
come una componente della trasmissione". Avrebbero anche potuto titolare:
"Delinquenza: tutte le piste portano ai Rom"...
Tra razzismo ordinario e incompetenza
Il tribunale è in presenza di propositi xenofobi? Numerosi passaggi della
trasmissione sono incriminati, come anche il tono con cui sono stati proferiti. Yves-Marie Laulan,
assente all'udienza, è accusato di essere quello che si è spinto più oltre:
"Non li si può integrare in una società come la nostra, si possono integrare i
bambini [...] nel lungo termine, a condizione di donare loro un'istruzione
corretta e di portarli fuori dall'ambiente familiare", aveva detto. Portare
via i bambini ai loro genitori, questo vi ricorda niente?
Quando Xavier Raufer, "criminologo", già membro di movimenti di estrema
destra, prende la parola a sua volta, è per denunciare il "massacro"
delle sue parole nella trasmissione ed una "denigrazione", "al limite
del tentativo d'intimidazione". Fa ugualmente allusione alle tecniche
utilizzate da alcune reti mafiose per attaccare legalmente quanti li combattono
sotto la copertura di una associazione. Un'insinuazione che ha provocato
l'indignazione delle parti civili.
Rom e mezzi d'informazione
L'avvocato Braun, per le associazioni, fustiga da parte sua presentazioni dei
Rom fatte nei media: "smettetela, smettetela di stigmatizzare!" grida in
destinazione del banco - quasi vuoto - dei giornalisti. Denuncia ugualmente il
cameratismo che ha avuto luogo in "C dans l'air" ed aggiunge in direzione degli
accusati: "sono nulli ed incompetenti, è incontestabile!" Questo
provocherà i fulmini dell'avvocato del criminologo, che fa il gesto di alzarsi e
di uscire dalla sala dell'udienza urlando: "è insopportabile!". Al limite
del ridicolo.
Viene di seguito il turno dei querelanti, e qui, il dibattito si allarga:
"quello che domandiamo è il rispetto". I rom sono "sistematicamente
ignorati in maniera costante e voluta dai media e dagli osservatori", "si
è già sottolineato abbastanza come abbiano una cattiva immagine!",
"perché non fare una trasmissione sui loro aspetti migliori?", stimano gli
uni e gli altri.
Per l'avvocato della Lega dei Diritti dell'Uomo, se c'è stato uno
scivolamento da una "trasmissione di carattere pedagogico verso un'ora di
pregiudizi razzisti", è perché "il titolo è diventato il soggetto"."Voi
siete un eccellente giornalista, signor Calvi, ma questa volta avete sbandato"
aggiungerà l'avvocato della Lega Internazionale Contro il Razzismo e
l'Antisemitismo. Il magistrato ha richiesto la condanna dell'animatore e dei due
invitati, come quella di Marc Tessier, direttore all'epoca di France Télévisions,
e di
Laurent Souloumiac, responsabile del sito internet di France 5. Tuttavia non è
stata specificata alcuna pena precisa.
"L'onore" di Yves Calvi
Calvi, alla barra come nel suo studio, tenta di condurre il dibattimento,
con un filo di nervosismo. Giustifica le opinioni presentando il principio
stesso di "C
dans l'air": "noi trattiamo dei soggetti d'attualità". Il tema era:
"la delinquenza è legata alle settori rumeni", un soggetto "mediatico"
all'epoca. Di seguito precisa la "scelta irreprensibile" degli
intervenuti e spiega che "è la questione delle vittime che è al cuore della
nostra trasmissione". Il suo "onore di giornalista" sarebbe in gioco,
inoltre, questo non è niente! Per tutta la durata del processo, con una grande
attenzione ha in ogni caso ascoltato gli argomenti degli uni e degli altri.
"Non comprendo bene cosa mi è successo" ammette, "accetto le osservazioni
ma non di essere complice d'incitamento
all'odio razziale".
Questa udienza è stata anche una maniera di mobilitare l'opinione pubblica
sulla discriminazione subita dai rom e dalle associazioni. Bakchich è l'unico
media ad aver assistito all'intero processo, quando sono stati per questo
inviati 800 comunicati stampa.
Il Tribunale rimetterà il suo giudizio il prossimo 7 maggio.
Chi vuole, trova notizie anche sull'Humanité
Di Sucar Drom (del 31/03/2009 @ 11:44:32, in blog, visitato 2306 volte)
Napoli, nessun rischio di infezioni e di malattia tubercolare
Nessun rischio di infezioni e di malattia tubercolare nella succursale di
Mergellina a Napoli dell'istituto comprensivo Fiorelli dopo il caso della
bambina rom di otto anni alla quale era stato diagnosticato nelle settima...
Lo spettacolo diventa risarcimento
Giusto così. La prima apparizione tv di Karol Racz toccava a Bruno Vespa, che da
tempo svolge un ruolo di supplenza istituzionale: ora con funzione legislativa,
...
Federalismo fiscale, il mio no in nome della Costituzione
Pubblichiamo il testo della dichiarazione di voto dell’onorevole Furio Colombo
(in foto) alla Camera dei deputati, prima della votazione di ieri sul
federalismo fiscale...
Partecipa anche tu alla costruzione dell’Almanacco Clandestino di Carta
Sorpresa! Nell’uovo di Pasqua l’Almanacco Clandestino di Carta. Il 10 aprile, il
venerdì prima di Pasqua, uscirà un numero di Carta molto speciale, che resterà
per due settimane: 100 pagine, tema monografico di grande urgenza, ovvero i
migranti, i rom, il ...
Un quadro europeo per promuovere il microcredito
Nell'UE vi è una domanda potenziale significativa per il microcredito «che non è
ancora stata soddisfatta». E' quanto afferma la relazione di Zsolt Becsey (PPE/DE,
HU) che, approvata con 574 voti favorevoli, 23 contrari e 12 astensioni, chiede
alla C...
Novara, Maroni: «Investire ancora di più nella figura del sindaco come titolare
della sicurezza sul territorio»
Il ministro dell'Interno è intervenuto a Novara al Convegno su amministratori
locali e sicurezza organizzato dall'Anci. Il ministro ha accolto con favore la
proposta avanzata dagli ...
L'Italia che dorme
Nello spazio web RomSinti@Politica, gestito da Nazzareno Guarnieri (in foto) è
stato pubblicato oggi un post con una breve riflessione e alcune domande. Questo
post si riallaccia a quanto ha dichiarato il...
Rom e Sinti nella letteratura/6 - IL ROMANTICISMO
Nel 1824, Aleksander Pushkin, più grande poeta russo di tutti i tempi ed
esponente del movimento romantico, realizza il sogno di tanti intellettuali suoi
contemporanei aggregandosi per un ce...
Sulle strade dei Rom rumeni
Nella strada Judetul Gorj del paese di Tintareni, dintorni di Craiova in
Romania, vivono solo rom. Sono 600, ovvero il 10% dei 6mila abitanti: il resto
sono romeni, abitano lontano da Judetul Gorj e mai ci mettono piede...
Milano, continuano a litigare...
L'uno, ossia il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati (in foto),
punta il dito perchè, secondo lui, "il Prefetto di Milano viene sistemticamente
scavalcato"; l'altro, il vicesindaco Riccardo De Cora...
Rimini, i Sinti manifestano
Oggi l’associazione Sucar Mero ha indetto una manifestazione davanti alla sede
dell’amministrazione comunale, in Piazza Cavour, dalle ore 13.00 alle ore 16.00.
Alla manifestazione participeranno Davide Gabrieli, Presidente di Sucar Drom e
Bernardino Torsi, Vice Presidente di...
Angelica ed il coraggio del dubbio
“Non ci siamo mai innamorati di quella leggenda popolare che guarda ai rom come
ai ladri dei bambini, se questo è il sospetto. Anzi, eravamo così coscienti del
rischio di avallare un tale pregiudizio, che abbiamo mess...
Grande Fratello 9, Ferdi è "spinto" dagli autori?
Rilanciamo la cronaca dell’ultima puntata del Grande Fratello 9, andata in onda
ieri sera, che sta entrando nel vivo, dopo undici settimane. Sembra che Ferdi
(in foto) sia la persona su cui il Grande Fratello stia punta...
Roma, questa mattina scatta il secondo censimento a Castel Romano
“Piano nomadi”, si va avanti a piccoli passi. Il regolamento varato dal Prefetto
40 giorni fa per ora resta inattuato. Il Casilino 900 resta lì dov’è da 10 anni.
Questa mattina è previsto il censimento dei rom nel campo di Castel Romano,
sulla Pontina, dopo quel...
Rimini, il Sindaco risponde ai Sinti
Sono tornati in piazza per chiedere un incontro con le Istituzioni i Sinti
riminesi che da anni vivono una situazione di disagio al “campo nomadi” di via
Islanda. Sempre le stesse le proteste degli ultimi mesi: la mancata chiusura del
campo dove mancano servizi igienici ...
Corriere.it
Shuto Orizari, vicino a skopje, citta' di 40mila abitanti
I Rom? Hanno un Comune e un sindaco
In Macedonia l'unico insediamento al mondo diventato un municipio. E con
quartieri divisi per etnie
SKOPJE (Macedonia) - Tra la prigione e il cimitero, Shuto Orizari:
l’unico insediamento rom al mondo diventato Comune, con tanto di regolari
elezioni per il sindaco, scuole, ospedale, centri religiosi, collegamenti via
bus per il centro della vicina Skopje. E infatti "Shutka", come viene chiamato
da tutti, non è un ghetto o un campo nomadi. Ma "un Comune dove la gente sceglie
di vivere, e vi si stabilisce perché è libera di seguire la way of life rom in
libertà", come spiega Sheny, giovane rom di 26 anni che lavora come taxista nel
centro e frequenta una delle università della capitale della Macedonia.
ZONE ETNICHE - L’insediamento di Shutka (uno dei più grandi a livello
europeo) nasce nel 1963, quando il terremoto che colpì Skopje distrusse, fra
l’altro, il vecchio quartiere rom. Oggi il Comune, fondato nel 1996, conta circa
40.000 abitanti e si divide in diversi quartieri che rispecchiano, in miniatura,
le divisioni della società macedone: c’è la zona dei rom macedoni, quella dei
rom albanesi (con rispettive scuole, dove si tengono lezioni in albanese ed in
macedone). Ma camminando per le vie del centro si sentono lingue di tutta
Europa, e anche lo stile delle case rispecchia quello dei vari Paesi di
provenienza degli abitanti di Shutka. Pluralità che si declina anche sul
versante religioso: il 60% delle persone che vivono a Shutka segue i dettami
dell’Islam (e infatti, sta per essere completata la costruzione di una grande
moschea, che si dice finanziata con donazioni di Amdi Bajram, rom eletto al
Parlamento macedone, e fondi provenienti dalla Turchia), il restante un mix di
religioni "ereditate" dai Paesi di provenienza.
DIFFERENZE SOCIALI - Molti dei rom di Shutka lavorano nel mercato del
centro, il "bazaar", particolarmente frequentato anche dagli abitanti della
vicina Skopje per i bassi prezzi degli articoli. Anche se quello della
disoccupazione, come anche quello della bassa scolarità, è uno fra i problemi
principali degli abitanti del Comune. Si sussurra che sia il sindaco Erduan
Iscini a pagare, di tasca propria, l’elettricità; mentre in estate acqua e luce
sono razionate. In certe strade, case modeste e povere fronteggiano eleganti
villette con giardino: il livello medio dei rom che abitano a Shutka è basso, ma
quelli che hanno fatto fortuna non mancano, e lo testimonia anche l’alto numero
di automobili di buona qualità parcheggiate sui marciapiedi del centro.
Attaccamento alle radici? Certo. Ma anche consapevolezza che vivere a Shutka,
conviene: i costi in genere sono piuttosto contenuti, ci si può permettere
qualche lusso in più rispetto ad altre zone intorno a Skopje.
VOTO PER IL SINDACO - Il prossimo weekend, a Shutka, sarà "election
day": si va al ballottaggio per le presidenziali macedoni, e i cittadini saranno
chiamati anche a votare il nuovo sindaco. La carriera politica, in Macedonia,
non è preclusa ai rom: oltre ad un parlamentare rom, Amdi Bajram, è stato
nominato anche un ministro rom, senza portafoglio, Nezdet Mustafa. E c’è chi
guarda con interesse alla vicina Bulgaria, dove il leader del partito di
centrodestra GERB e sindaco di Sofia Boyko Borissov ha recentemente dichiarato,
in attesa delle elezioni politiche che si terranno entro la fine dell’estate, di
stare riflettendo sulla possibilità di creare un Ministero che rappresenti la
popolazione rom presente nel Paese.
Greta Sclaunich - 30 marzo 2009
Di Fabrizio (del 31/03/2009 @ 09:20:52, in Italia, visitato 2153 volte)
Roma 07 Aprile 2008 -Sala della Protomoteca in Campidoglio dalle 9 alle 13
"STRATEGIE PER COMBATTERE IL RAZZISMO E LE DISCRIMINAZIONI"
Il Coordinamento si riunisce per discutere i seguenti punti all'ordine del
giorno:
1) Denuncia degli episodi di razzismo e di discriminazione contro Rom e Sinti;
2) Strategie per combattere il razzismo e le discriminazioni;
3) Celebrazione della Giornata Mondiale della popolazione romanì;
4) Accoglienza nuove associazioni nel Coordinamento;
5) Denuncia dei siti internet anti-Rom e Sinti che incitano all'odio razziale;
6) Varie ed eventuali;
Si accettano proposte e consigli per l'ordine del giorno e per il luogo dove
organizzare l'evento a Roma.
Saranno invitati Deputati, Senatori, Europarlamentari ed artisti amici con
diritto di parola (10 min.).
Ad ogni associazione del coordinamento, attraverso il suo legale rappresentante,
saranno dati 15 minuti per esporre la propria relazione. Gli interventi devono
essere prenotati prima del convegno.
Ciascuna associazione metterà a disposizione un volontario per l'organizzazione
pratica del Convegno.
BISOGNA ESSERE IN TANTI PER FAR ASCOLTARE MEGLIO LA NOSTRA VOCE!
Di Fabrizio (del 31/03/2009 @ 09:03:43, in scuola, visitato 2022 volte)
Da
British_Roma
Circa 50 teenager a
Dale Farm,
la comunità dei Viaggianti sotto assedio del consiglio di Basildon, che
attualmente non stanno frequentando la scuola, chiedono dei volontari che li
possano aiutare.
Dicono che stanno abbandonando le scuole locali a causa del crescente
razzismo anti-Zingari, aumento del bullismo, minacce anche con coltelli e
droghe.
I ragazzi dicono che l'istruzione primaria funziona bene, grazie agli sforzi
extra della Scuola Primaria Crays Hill. La frequentano oltre 80 bambini
Viaggianti e generalmente hanno un buon rendimento.
Il Servizio Istruzione per i Viaggianti dell'Essex per diversi anni ha
tentato di inserire i teenager nella scuola secondaria, con poco o nessun
successo. In particolare, i genitori delle ragazze hanno timore di affidare
le loro figlie alle scuole locali. Molti hanno firmato per l'istruzione a
domicilio, che significa che in pratica non riceveranno ulteriore assistenza
statale per l'istruzione.
"Siamo partiti con il
Club Giovanile Chaveys l'anno scorso," ha detto Jim. "Ed abbiamo avuto
alcune cose buone, come fotografia e pittura. Ma abbiamo bisogno di aiuto per
l'apprendimento. Giusto per continuare a leggere e scrivere come abbiamo
imparato a Crays Hill."
Questa settimana presso il centro comunitario san Cristoforo si è tenuta una
riunione di giovani, genitori e simpatizzanti e si è formato un gruppo per
mettere in piedi immediatamente uno schema educativo.
Un anziano residente, indicando le foto sui muri, ha parlato di mezzo secolo
di lotta per i diritti civili e sull'apertura delle due precedenti scuole
costruite a san Cristoforo. Ha detto che la cosa migliore che i genitori possono
fare oggi è di seguire quegli esempi.
"Stiamo partendo piano e ci espanderemo tanto più i volontari si
aggiungeranno," ha detto in seguito un portavoce. "Avremo bisogno di molto aiuto
per incontrare le richieste dei giovani di qui. Sono più che intelligenti."
SAN CRISTOFORO HA BISOGNO DI:
- Volontari (almeno mezza giornata)
- Materiale scolastico per i ragazzi
- Donazioni
Cheques to Dale Farm Housing Association, 1 John Harper St., Colchester C01 1RP,
UK.
I ROM invisibili nella ex YUGOSLAVIA (1,2 milioni) - clicca sull'immagine
per vederla a grandezza originale e visualizzare le altre foto
Di Fabrizio (del 30/03/2009 @ 09:36:52, in Italia, visitato 2996 volte)
Dal blog del
Circolo Pasolini Pavia
(la foto è presa da
VolontariatOggi.info Grazie a
Tom Welschen per la segnalazione)
Un futuro per otto famiglie rom: da un'emergenza a un'esperienza pilota.
Chiudersi in se stessi vivendo nella paura dell'altro rende impossibile
l'incontro e la condivisione. E' multisfaccettata, ben sintetizzando la sua
storia, la casa di Settimo torinese, periferia nord di Torino, ristrutturata da
otto famiglie Rom grazie al progetto "Dado" (vedi
QUI ndr), ideato dall'associazione Terra del Fuoco, sostenuta dalla
Compagnia di San Paolo e resa possibile grazie alla collaborazione della
Provincia di Torino, del Comune di Settimo e di una rete di soggetti pubblici e
privati, tra cui il Gruppo Abele e l'Ufficio pastorale migranti, che hanno
creduto in una modalità differente di affrontare un'emergenza per molti versi
scomoda: «Troppo spesso si fanno strada politiche che, con l'ansia di fare
ordine, producono esse stesse disordine - ha affermato Luigi Ciotti, presidente
del Gruppo Abele, intervenuto alle due giornate inaugurali del ristrutturato
"Dado" - vengono calpestati i diritti delle persone, a causa delle
generalizzazioni, delle semplificazioni e dei pregiudizi». Era il novembre del
2006 quando il campo rom di frazione Mappano (Borgaro) veniva distrutto da un
incendio. Per un centinaio di persone Rom, in maggioranza donne e bambini,
iniziava un'odissea alla ricerca di una sistemazione dignitosa, per ricominciare
a vivere. Il Comune di Borgaro ebbe molte resistenze a fronteggiare l'emergenza
e le associazioni Acmos e Terra del Fuoco, grazie al sostegno tenace del
comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana, accolsero nelle loro strutture
le famiglie sfollate, in attesa di una soluzione definitiva, giunta solo nel
mese di giugno del 2008, dopo quasi un anno di spostamenti, prima in un campo
allestito in Strada del Francese, a Torino, poi a Borgaro, in frazione
Villaretto. Per circa 40 tra gli abitanti del campo di Borgaro, si profilò
allora la possibilità di alloggiare presso l'edificio per l'emergenza abitativa
che il Comune di Settimo ha concesso e che viene consegnato a settembre di
quell'anno. Da quel momento, viene attivata la collaborazione con la cooperativa
sociale "Architettura delle convivenze", che propone un piano di lavori per la
realizzare la ristrutturazione dell'edificio, a cura degli stessi abitanti della
casa: «Una delle facce del Dado - ha affermato Michele Curto, presidente
dell'associazione Terra del Fuoco durante la giornata di convegno internazionale
che ha seguito la grande festa inaugurale di domenica 22 marzo - è quella della
fatica e delle difficoltà con cui ci siamo scontrati per affermare i diritti
delle persone accolte. Quella fatica che ci portiamo addosso anche in questo
momento di gioia, in cui le persone che hanno scelto di condividere per noi un
percorso di costruzione attiva del proprio futuro, ristrutturando per sé e per i
prossimi abitanti una casa, si sentono dire ancora molti no,in particolare nella
ricerca di un posto di lavoro dove essere Rom non una fonte di
discriminazione».Sul tema Rom e lavoro è intervenuto l'europarlamentare Vittorio
Agnoletto, il quale ha presentato il lavoro portato avanti a Strasburgo per
l'ottenimento di una maggiore attenzione sulla situazione sociale dei Rom e per
un loro più agevole accesso al mercato del lavoro nell'Unione europea: «con la
risoluzione approvata dal Parlamento europeo lo scorso 11 marzo - ha spiegato
Agnoletto - si apre per il Dado e per esperienze che replicheranno questo
modello la possibilità di accedere a fondi europei che consentiranno di
proseguire sulla strada che oggi è stata tracciata da Terra del Fuoco e da
quanti hanno sostenuto il loro difficile lavoro». La paura nasce anche
attraverso la comunicazione mediatica, come ha spiegato Matteo Manzonetto,
rappresentante Erio (European Roma Information Office): «in Italia è necessaria
un'assunzione di responsabilità da parte del mondo della comunicazione.
L'utilizzo di termini come "clandestino", già bandita da alcune agenzie
giornalistiche, la modalità con cui al pubblico viene proposta la cronaca di
episodi di violenza, di degrado, incidono profondamente sull'opinione pubblica».
Una posizione rafforzata dalle dichiarazioni di Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr
in Italia: «Nel nostro Paese ci scontriamo con una "procurata emergenza Rom" -
ha affermato Boldrini -. È forse oggettivamente possibile che una comunità che
non arriva a 150.000 componenti, composta in larga parte da donne e bambini,
stia "assediando" un Paese di circa 60 milioni di Italiani?». Ma il Dado è anche
un'opportunità, come ha ricordato Rosy Falsetta, Terra del Fuoco, e come hanno
sottolineato molti dei relatori intervenuti all'inaugurazione di domenica 22
marzo e al convegno del giorno seguente: «Il Dado è giallo - ha affemato
Ostalinda Maya Orvalle, rappresentante dell'ERRC (European Roma Rights Centre di
Budapest) - come un raggio di sole che dà speranza nella realizzazione di un
modello di politiche sociali differente, di accoglienza anziché emarginazione,
di inclusione contro l'esclusione». Dalla Romania è arrivato l'interessante
confronto con casi di social housing sperimentati con successo in Romania:
«Dall'auto-costruzione o ristrutturazione di case da parte dei gruppi Rom in
Romania, abbiamo constatato come i progetti di auto-recupero debbano essere
affiancati da interventi di inclusione sociale e dalla creazione di un
sistema-comunità. Abbiamo compreso in questo modo l'importanza di spezzare il
circolo della povertà e del disagio sociale che emargina i Rom che vivono in
Romania. È bello vedere che anche in Italia si sta lavorando in questa direzione
e auspichiamo una più stretta collaborazione tra i due Paesi su questi
fronti».La necessità di "aprirsi agli altri, aprendo ai diritti" è stata
sottolineata da Andrea Olivero, presidente delle Acli e portavoce del Forum del
terzo settore. Da Roma, il 18 marzo appena trascorso, è partita una campagna
nazionale contro il razzismo, che ha un cuore torinese: proprio nel Dado,
infatti, è nato il simbolo di questa campagna: lo "spauracchio", un piccolo
fantasmino giallo riprodotto su spillette, adesivi, poster e cartoncini, col
significato di tramutare in sorriso e disponibilità all'incontro le paure che
impediscono la comunicazione e la comprensione. Il sorriso è anche la chiave
dello spot sociale firmato da Mimmo Calopresti, interpretato da Francesca
Reggiani, Lello Arena, Salvatore Marino, Cumbo Sall e dal piccolo Viorel Samuel
Cirpaciu, uno dei bimbi che abitano al Dado. L'invito per tutti è quello di
uscire dalla rete di pregiudizi, accettando il confronto come strumento per
sconfiggere la paura.«Speriamo che ci siano molti "Dadi" in futuro - ha
affermato Romina, mediatrice culturale del Dado - e che questo modello di social
housing sia una modalità progettuale replicabile non solo per le persone Rom, ma
per chiunque voglia sperimentare una forte esperienza di convivenza e
partecipazione». Per Fredo Olivero, direttore generale dell'Ufficio pastorale
migranti: «È il modello dell'inclusione sociale quello vincente. I campi Rom non
solo creano emarginazione, ma hanno costi di gestione più elevati per la
collettività».Il Dado è dedicato alla memoria di Adriana e Adina Tanase, madre
di 33 anni e figlia di solo 20 mesi, che nella notte del 4 marzo 2005, alla
periferia di Torino, rimasero uccise nel crollo della palazzina uffici di quelle
che una volta erano le fonderie Ferrero. Arrivate in Italia da pochi giorni in
cerca di un futuro migliore, si sono trovate sole e sarebbero rimaste senza
nome, giustizia, lontane da casa. Le salme di Adriana e Adina sono state
riaccompagnate da Terra del Fuoco a Bacau, nel loro paese di origine. Ora la
loro storia vive tra le mura del Dado.
Dal sito "Libera" - di don Ciotti
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