Da
Roma_Francais (Ne avevo scritto sul mio vecchio blog
Pirori quattro anni fa - i link del test sottostante sono in francese)
mercoledì 25 marzo per Gregory Salomonovitch
Yves Calvi è comparso ultimamente davanti al TGI (Tribunal de
grande instance ndr) per "incitamento all'odio razziale" riguardo
la trasmissione "C dans l'air" sulla delinquenza ed i rom diffusa l'11 febbraio
2005
Con due dei suoi invitati presenti quel giorno in studio,
Xavier
Raufer
e Yves-Marie Laulan, l'animatore-produttore di France 5 è accusato di aver
proferito propositi "a carattere apertamente razzista". Era stata
depositata una querela da alcune associazioni rom - tra cui La Voix des Roms che
ha dedicato un sito
a questa vicenda - la
LICRA, la
LDH e
il
MRAP.
I querelanti accusano una "confusione costante" tra rom,
Rumeni, zigani e
gens du voyage
durante la trasmissione. I "ladri di polli" come lo riassume Yves Calvi.
Ma anche un "amalgama" tra i Rom e gli atti di delinquenza: furto,
mendicità, prossenitismo e prostituzione. Sollevano anche la mancanza di un
contraddittorio: in studio non era presente nessun rappresentante dei rom. Fatto
ugualmente denunciato da
CSA e dal Consiglio d'Europa.
E' soprattutto il titolo della trasmissione che sarà discusso a lungo in
Tribunale: "Delinquenza: la via dei Rom". Questo titolo, esposto durante tutta
la trasmissione, era un gioco di parole, s'è difeso
Calvi: "Non un solo istante si è voluto fare allusione a niente". Se
la parola "Rom" appariva nel titolo è "perché due terzi della trasmissione
sono stati consacrati ai rom", spiega "non si voleva fare sembrare questo
come una componente della trasmissione". Avrebbero anche potuto titolare:
"Delinquenza: tutte le piste portano ai Rom"...
Tra razzismo ordinario e incompetenza
Il tribunale è in presenza di propositi xenofobi? Numerosi passaggi della
trasmissione sono incriminati, come anche il tono con cui sono stati proferiti. Yves-Marie Laulan,
assente all'udienza, è accusato di essere quello che si è spinto più oltre:
"Non li si può integrare in una società come la nostra, si possono integrare i
bambini [...] nel lungo termine, a condizione di donare loro un'istruzione
corretta e di portarli fuori dall'ambiente familiare", aveva detto. Portare
via i bambini ai loro genitori, questo vi ricorda niente?
Quando Xavier Raufer, "criminologo", già membro di movimenti di estrema
destra, prende la parola a sua volta, è per denunciare il "massacro"
delle sue parole nella trasmissione ed una "denigrazione", "al limite
del tentativo d'intimidazione". Fa ugualmente allusione alle tecniche
utilizzate da alcune reti mafiose per attaccare legalmente quanti li combattono
sotto la copertura di una associazione. Un'insinuazione che ha provocato
l'indignazione delle parti civili.
Rom e mezzi d'informazione
L'avvocato Braun, per le associazioni, fustiga da parte sua presentazioni dei
Rom fatte nei media: "smettetela, smettetela di stigmatizzare!" grida in
destinazione del banco - quasi vuoto - dei giornalisti. Denuncia ugualmente il
cameratismo che ha avuto luogo in "C dans l'air" ed aggiunge in direzione degli
accusati: "sono nulli ed incompetenti, è incontestabile!" Questo
provocherà i fulmini dell'avvocato del criminologo, che fa il gesto di alzarsi e
di uscire dalla sala dell'udienza urlando: "è insopportabile!". Al limite
del ridicolo.
Viene di seguito il turno dei querelanti, e qui, il dibattito si allarga:
"quello che domandiamo è il rispetto". I rom sono "sistematicamente
ignorati in maniera costante e voluta dai media e dagli osservatori", "si
è già sottolineato abbastanza come abbiano una cattiva immagine!",
"perché non fare una trasmissione sui loro aspetti migliori?", stimano gli
uni e gli altri.
Per l'avvocato della Lega dei Diritti dell'Uomo, se c'è stato uno
scivolamento da una "trasmissione di carattere pedagogico verso un'ora di
pregiudizi razzisti", è perché "il titolo è diventato il soggetto"."Voi
siete un eccellente giornalista, signor Calvi, ma questa volta avete sbandato"
aggiungerà l'avvocato della Lega Internazionale Contro il Razzismo e
l'Antisemitismo. Il magistrato ha richiesto la condanna dell'animatore e dei due
invitati, come quella di Marc Tessier, direttore all'epoca di France Télévisions,
e di
Laurent Souloumiac, responsabile del sito internet di France 5. Tuttavia non è
stata specificata alcuna pena precisa.
"L'onore" di Yves Calvi
Calvi, alla barra come nel suo studio, tenta di condurre il dibattimento,
con un filo di nervosismo. Giustifica le opinioni presentando il principio
stesso di "C
dans l'air": "noi trattiamo dei soggetti d'attualità". Il tema era:
"la delinquenza è legata alle settori rumeni", un soggetto "mediatico"
all'epoca. Di seguito precisa la "scelta irreprensibile" degli
intervenuti e spiega che "è la questione delle vittime che è al cuore della
nostra trasmissione". Il suo "onore di giornalista" sarebbe in gioco,
inoltre, questo non è niente! Per tutta la durata del processo, con una grande
attenzione ha in ogni caso ascoltato gli argomenti degli uni e degli altri.
"Non comprendo bene cosa mi è successo" ammette, "accetto le osservazioni
ma non di essere complice d'incitamento
all'odio razziale".
Questa udienza è stata anche una maniera di mobilitare l'opinione pubblica
sulla discriminazione subita dai rom e dalle associazioni. Bakchich è l'unico
media ad aver assistito all'intero processo, quando sono stati per questo
inviati 800 comunicati stampa.
Il Tribunale rimetterà il suo giudizio il prossimo 7 maggio.
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