Di Sucar Drom (del 29/10/2009 @ 09:02:00, in blog, visitato 1804 volte)
Merano (BZ), il sogno delle micro-aree
Sinti, convivenza e prospettive della realtà dei “nomadi” sul nostro territorio:
protesta Unitalia per i camper a Sinigo, si lamenta Minniti del Pdl, iniziano la
raccolta firme al Rione Maria Assunta perchè il “campo” sotto la Mebo venga
spostato e smantellato. E nel coro si inseriscono anche loro, gli «zin...
Tirana, Ticket to Rom
È una distesa di rifiuti in un grande campo, sul quale si notano baracche
costruite con assi e teloni. Qualche magra mucca pascola in questa zona. Le
persone invece ci vivono, a volte per qualche giorno, a volte per qualche mese.
Si presenta così il “campo rom” dietro alla stazione di Tirana. Non si sa quanti
abitanti abbia: non esiste un censimento dei rom, men...
Mestre (VE), il prefetto "accontenta" la Lega, le case dei Sinti saranno
ampliate
Chissà come la prenderanno quelli del Comitato contro il villaggio di via
Vallenari. Son lì da una vita a dire che loro non sono razzisti, che non
vogliono il ghetto, che le casette di 38 metri quadri di via Vallenari sono
troppo piccole e non rispettano le norme urbanistiche e ch...
Napoli, la scuola impossibile per i bambini rom
«Entro l´estate del 2010 la maggior parte degli interventi previsti dal piano
per l´emergenza rom, sarà realizzata o in fase di realizzazione avanzata».
Questa la promessa del prefetto Alessandro Pansa, commissario straordinario per
l´emergenza...
Facebook, consigli per il Ministro Maroni
Il Viminale usa giustamente la mano dura contro la pagina di facebook che
inneggia all’uccisione del Premier Silvio Berlusconi. Maroni ha dichiarato: “C'è
una massima attenzione delle forze dell'ordine che deriva da questi fatti”. E ha
aggiunto: "Non credo che in nessun Paese del mondo qualcuno possa scrivere su un
sito 'uccidiamo il premier'”...
Bari, nevo drom
Si svolgerà a Bari nei giorni 29, 30 e 31 ottobre, presso il Fortino di S.
Antonio, il Convegno Nazionale “Nevo Drom: la Nuova Strada ” , promosso dalla
Coop. Soc. Progetto Città in collaborazione con la Coop. Artezian (composta da
lavoratori resi...
Birkenau, studenti romani a contatto con l'orrore
Hanno gli occhi sgranati sull'orrore, sui resti delle camera a gas del campo di
sterminio di Birkenau i 243 studenti romani giunti ieri in Polonia per il
'viaggio nella memoria' organizzato dal Comune e d...
Roma, arrestato lo zio che abusava del nipote tredicenne
Ha abusato del nipotino tredicenne nel parcheggio coperto di un centro
commerciale nella periferia sud della Capitale: sesso in cambio di denaro. La
squallida vicenda è avvenuta sotto gli occhi attoniti ...
Lecce, arrestato con l'accusa di abusi sessuali su bambini
La Procura di Lecce ha concluso le indagini preliminari a carico di Bruno
Damiano De Blasi (in foto), il 62enne di Campi Salentina attualmente detenuto
nel carcere di Foggia con l’accusa di aver abusato in più circostanze di alcuni
minorenni d...
Venezia, Gentilini condannato per istigazione all'odio razziale
Almeno, per tre anni ci saranno risparmiati i comizi razzisti del leghista
Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso. E’ stato condannato dal Tribunale
di Venezia per aver usato «parole troppo forti» contro gli immigrati, contro la
possibilità ...
Gentilini condannato, le prime reazioni politiche
«La condanna di Gentilini per istigazione al razzismo dovrebbe far riflettere
quanti nel Pdl si ostinano a ritenere indissolubile il legame con la Lega Nord.
Ricordo che l'ex sindaco e attualmente vicesindaco di Treviso è stato, da molti
suoi colleghi di partito, considerato un esem...
La Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso compilato da Helena
Ferenčíková, la donna rom che aveva accusato l'ospedale di Vítkov di averla
sterilizzata contro la sua volontà, vicenda che si era conclusa con le pubbliche
scuse ma senza alcun indennizzo finanziario. Un tribunale aveva giudicato il suo
diritto ad un indennizzo come soggetto ad uno statuto di limitazioni che era
scaduto. ČTK riporta che ora la Corte Costituzionale ha sostenuto questo
verdetto. Nel 2005 il primo caso era stato portato in tribunale da una donna rom
sterilizzata senza il suo assenso.
Sia il Tribunale Regionale di Ostrava che l'Alta Corte di Olomouc avevano
entrambe stabilito che i dottori avevano commesso un atto illegale con la
sterilizzazione senza consenso esplicito della signora Ferenčíková, cheall'epoca
aveva 19 anni. Le loro azioni violavano tanto la sua integrità fisica che la sua
privacy. Però i tribunali avevano aggiunto che il diritto ad un indennizzo
finanziario è soggetto ad uno statuto triennale di limitazioni, scaduto
nell'ottobre 2004. Il ricorso della Ferenčíková era stato presentato al
Tribunale Regionale solo nel 2005.
Nel reclamo costituzionale, l'avvocato di Ferenčíková ha sottolineato la
gravità della violazione dei diritti umani che ne consegue, reclamando che
"l'applicazione dello statuto generale delle limitazioni ha privato la
querelante della protezione dei suoi diritti fondamentali e della dignità". Il
reclamo dimostra che c'è stata violazione delle buone morali nel negare un
indennizzo con la scusa che lo statuto delle limitazioni era scaduto. L'avvocato
ha anche ricordato che col tempo, i verdetti riguardanti queste limitazioni si
erano volti ad una maggiore flessibilità.
Però i giudici hanno trovato senza sostanza le obiezioni di Ferenčíková. "La
Corte Costituzionale trova che i tribunali giudicanti hanno deciso sul caso
correttamente, spassionatamente ed in pieno accordo con la legge," riporta
Justice Vlasta Formánková nella motivazione della decisione. Justice
Formánková ha anche notato che nel 2008 le variazioni dei precedenti verdetti
riguardanti casi simili, sono state unificate dalla Camera Grande della Corte
Suprema, perché fossero rimesse in linea con la precedente decisione nel caso Ferenčíková.
I dottori sterilizzarono Ferenčíková alla nascita del suo secondogenito.
Obiettarono di aver agito nel suo interesse, dato che si trattava del suo
secondo parte cesareo. L'ospedale replica anche che lei concordò con
l'operazione, fu istruita sul suo significato e porta a testimonianza la sua
firma sulla documentazione. Ma Ferenčíková risponde che causa il parto in
corso, non capì esattamente cosa le stavano facendo firmare. Non voleva essere
sterilizzata, ma voleva avere altri bambini.
Gli attivisti dei diritti umani dicono che dozzine di donne rom sono state
sterilizzate in circostanze simili nella regione di Ostrava. Il problema iniziò
ad essere discusso nella Repubblica all'inizio dell'autunno 2004, quando l'European
Roma Rights Center pubblicò i propri sospetti sulle sterilizzazioni forzate. A
marzo di quest'anno la Corte Costituzionale aveva rigettato anche il ricorso
compilato da un'altra vittima rom di trattamenti simili, Iveta
Červeňáková, [...]
Secondo gli attivisti dei diritti umani, il caso più recente di una donna rom
sterilizzata contro la sua volontà nella Repubblica Ceca è successo nel 2007.
Quest'anno, Michael Kocáb, Ministro per i Diritti Umani e per le Minoranze, ha
portato la questione all'attenzione del gabinetto Fischer, dicendo che doveva
essere riaperto il fascicolo delle sterilizzazioni non volute delle donne rom.
Serata di muzike balcaniche e gypsy MUZIKANTI di BALVAL a La Casa 139 VIA RIPAMONTI 139 Milano (mappa)
venerdì 30 ottobre 2009 alle ore 22.00
ritmi dispari, melodie zingare, danze sensuali
Jovica Jovic Balval: fisarmonica superstar
Marta Pistocchi: violino
Camilla Barbarito: voce
Christopher Martinez: chitarra
Giorgio Bonfanti: contrabbasso
Alessio Russo: cajon, darbouka
MUZIKANTI Violino, fisarmonica, voce, chitarra, contrabbasso, batteria Una
piccola orkestra balcanica, eterogenea, multiforme ed in continua evoluzione,
che raccoglie in sé musicisti di diverse origini e bagagli culturali di lontane
provenienze. Fonte d’ispirazione primaria del loro genere è la musica Rom,
espressione artistica di un popolo che sa riunire in una voce sola i diversi
caratteri dell’Europa balcanica. I Muzikanti sono la realizzazione di un
autentico incontro di culture, che si esprime in un linguaggio musicale
originale, fantasioso, libero, vitale. Ritmi incalzanti, intervalli
orientaleggianti e virtuosismi si alternano a melodie struggenti dal potere
evocativo, in una combinazione di esotismo ed energia che emoziona ogni tipo di
pubblico. Per carattere nomade e spirito libero amano le esibizioni a stretto
contatto col pubblico, e sanno animare manifestazioni ed occasioni di festa.
Hanno viaggiato in Italia e all'estero, si sono esibiti in numerosi festival di
artisti di strada; svolgono regolare attività concertistica in locali pubblici,
circoli culturali, centri sociali. Hanno collaborato con il gruppo teatrale
“Poetica” insieme al quale hanno scritto e realizzato uno spettacolo sul tema
del commercio equo & solidale, dal titolo “Caffè Corretto”, già presentato in
diverse città italiane. Di particolare interesse ricordiamo la partecipazione al
festival Cento popoli un mondo alla Cascina Monluè, la Notte Bianca 2006 di
Bergamo, la mostra d'arte-concerto Dintorni Rhom a Rho, il capodanno serbo 2007
allo Cheval di Milano e la collaborazione con l'attrice rom Dijana Pavlovic
insieme alla quale hanno realizzato lo spettacolo Rom Cabaret. www.myspace.com/muzikanti www.sanarecords.it www.lacasa139.com
Di Fabrizio (del 27/10/2009 @ 09:54:24, in Italia, visitato 2738 volte)
CONVEGNO EUROPEO
Rappresentanza a Milano della Commissione Europea
Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 59, 20123 Milano
Martedì 3 novembre 2009 h 9.00-13.30
È prevista traduzione simultanea italiano/inglese
Programma
9.00 WELCOME COFFEE
9.15 SALUTI E INTRODUZIONE
Superare l’emergenza, tutelare i diritti, realizzare politiche integrate.
A cura del Tavolo Rom
10.15 L’IMPEGNO DELL’ UNIONE EUROPEA NEI CONFRONTI DEI ROM E DEI SINTI Vladimir Spidla Commissario Europeo – DG Employment, Social Affairs and Equal Opportunities
11.00 TAVOLA ROTONDA: POLITICHE SOSTENIBILI PER L’INTEGRAZIONE DEI ROM E DEI
SINTI
Coordinano Gad Lerner, giornalista e Massimo Cirri, giornalista
Intervengono: Tara Bedard, Programmes Director – European Roma Rights Center Giorgio Bezzecchi, Presidente Cooperativa Sociale Romano Drom Carmela Madaffari, Direttore centrale Assessorato alla Famiglia, Scuola e
Politiche Sociali - Comune di Milano Giulio Boscagli, Assessore Famiglia e solidarietà sociale - Regione
Lombardia Dijana Pavlovic, Vice Presidente Nazionale Federazione Rom e Sinti
insieme Paolo Giovanni Del Nero, Assessore al Lavoro - Provincia di Milano. Ignacio Jovtis, Amnesty International Renato Saccone, Prefetto
13. 15 CONCLUSIONI A CURA DEL TAVOLO ROM
Promosso da: Tavolo Rom di Milano
(ACLI Provinciali di Milano Monza e Brianza, ARCI Milano, Associazione Nocetum
onlus, Associazione Opera Nomadi Milano, Aven Amentza, Caritas Ambrosiana, Casa
della Carità, CGIL di Milano, Comunità di Sant’Egidio, Federazione rom e sinti
insieme di Milano, Gruppo Abele di Milano, NAGA, Padri Somaschi di Milano, Upre
Roma).
Co-promosso da:
Rappresentanza a Milano della Commissione europea
Aderiscono: ASGI Lombardia
Associazione Avvocati per Niente onlus
CNCA Lombardia
Forum del Terzo Settore Lombardia
LEGA Coop
Segreteria organizzativa:
Laura Gaggini
CGIL Milano
Corso di Porta Vittoria 43
20122 Milano
Tel 02 55025204 Fax 02 55025311
e-mail gagginil@libero.it
Elsa Mescoli
Caritas Ambrosiana
via San Bernardino 4
20122 Milano
Tel 02 76037262 Fax 02 76021676
e-mail rom.ambrosiana@caritas.it
Di Fabrizio (del 27/10/2009 @ 09:47:21, in Regole, visitato 2007 volte)
I fatti a cui si riferisce l'articolo erano stati trattati (tra l'altro)
QUI e
QUI
26 ottobre 2009
Il prosindaco di Treviso non potrà fare comizi per tre anni
Aveva tuonato davanti alla sua platea più congeniale, i militanti del Carroccio
alla Festa dei Popoli Padani a Venezia, ma le frasi usate da Giancarlo Gentilini,
lo `sceriffo´ prosindaco di Treviso, gli sono costate prima un’inchiesta per
istigazione all’odio razziale e oggi una condanna. Il Gup di Venezia Luca
Marini, al termine del rito abbreviato, ha condannato Gentilini a 4.000 euro di
multa e al divieto per tre anni di partecipare a comizi politici, con la
sospensione di entrambe le pene.
A sostenere l’accusa il procuratore della Repubblica Vittorio Borraccetti che ha
chiesto il massimo della pena, 6.000 euro di multa, pari a un anno e 5 mesi di
reclusione, e non il carcere vista l’età dell’imputato. razzismo inflittagli, in
primo grado, dal Tribunale di Venezia. Alla festa della Lega a Venezia, il 14
settembre del 2008, il prosindaco trevigiano era salito sul palco infiammando il
popolo del Carroccio.
Con voce tuonante e piglio deciso, aveva toccato tutti i temi `caldi´ già
trattati in altre occasioni, con relativa apertura di polemiche e prese di
posizione, come quando aveva deciso di togliere le panchine o provocatoriamente
aveva detto di travestire gli immigrati da `leprotti´ per addestrare i
cacciatori. A Venezia erano state così lanciate frasi pesanti sull’immigrazione
clandestina, sulle presenze di nomadi, fino alle possibili realizzazioni di
moschee in territorio veneto. «Voglio eliminare - aveva detto - i campi nomadi,
voglio eliminare dalle strade quei bambini che vanno a rubare in casa degli
anziani» ed ancora «voglio una rivoluzione contro chi vuole aprire moschee e
tempi islamici», dicendosi pronto «ad aprire una fabbrica di tappeti per
regalarli agli islamici perché vadano a pregare nel deserto e non a casa
nostra».
Un discorso documentato dalla Digos ma anche da tanta gente con videocamara
tanto da far diventare il suo intervento - per breve tempo - un video `cult´ su
youtube.
Da parte sua, la procura di Venezia aveva avviato un’inchiesta che oggi è giunta
al suo primo risultato in aula con la sentenza di condanna. Il difensore di
Gentilini, l’avv. Luigi Ravagnan del Foro di Venezia, ha respinto con forza la
decisione del Gup e ha annunciato - in attesa delle motivazioni della sentenza -
il ricorso in appello.
Per il legale, nelle frasi di Gentilini, «non c’era nessuna maliziosità contro
le razze, bensì il sostegno ad idee ben note del mio assistito finalizzate
all’integrazione tra etnie diverse». Per nulla turbato lo `sceriffo´, che con la
voce robusta e risata sorniona, come quelle che accompagnano i suoi interventi
pubblici, dice che le accuse mossegli sono state fatte «ad un uomo che, per le
proprie idee, è abituato ad andare all’assalto e ad esporsi al fuoco nemico
porgendo il proprio petto mentre qualcuno è pronto a spararmi alle spalle».
Di Fabrizio (del 26/10/2009 @ 09:31:13, in casa, visitato 1554 volte)
CHESTER (REGNO UNITO) — Dove collocare i nuovi punti d’accoglienza per nomadi
e gitani? Con un’iniziativa alquanto inusuale la contea di Chester lo chiede
direttamente ai suoi cittadini. di Isabella Agostinelli -
redazione@viveremarche.it
Il CWAC (il consiglio cittadino di Chester e della contea del Chestershire) ha
commissionato i suoi enti locali uno studio interessante tutta l’area per
identificare i possibili siti dove accogliere al meglio i nomadi e i gitani.
Infatti, l’ente britannico che si occupa delle strategie del territorio, ha
richiesto alla contea di Chester di individuare almeno 45 siti permanenti e
altri 10 transitori dove accogliere queste persone entro il 2016.
Ma il CWAC ha dichiarato che nella contea esistono già 59 siti permanenti per
l’accoglienza dei nomadi e che in realtà, dai dati emersi dalle associazioni che
tutelano queste categorie di persone, ci sia bisogno di un numero assai
inferiore di nuove aree. Il capo esecutivo della CWAT, Herbert Manley ha detto a
proposito: “Pur criticando la decisione del governo, condividiamo l’idea di
dover fornire più aree per i nomadi e i gitani”.
“Infatti” – ha aggiunto il signor Manley – “l’avere dei siti permanenti, da
delle sicurezze a tutti, sia ai nomadi che ai cittadini. L’assenza di siti
autorizzati favorisce sicuramente l’occupazione illecita di zone cittadine e
campali”.
Ora la parola passa ai cittadini, che entro il 13 novembre dovranno dare la loro
opinione e aiutare la propria contea a prendere un'importante decisione.
Tutti i dati, le citazioni e le informazioni sono state prese dall’articolo
”Cheshire residents asked to suggest locations for Gypsy and Traveller camps” di
Claire Devine, Chester Chronicle, 22/10/2009.
"I politici hanno paura di far uscire i rom dal ghetto"
Ricerca dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) sulla questione
abitativa. L’opinione che circola tra gli addetti ai lavori è che anche in
presenza di volontà politica da parte delle autorità nazionale i problemi sono a
livello locale
BRUXELLES – La responsabilità principale nell’attuare politiche abitative a
favore dei rom risiede nelle mani delle autorità locali e nazionali, che
spesso però non hanno (o preferiscono non avere) un’idea precisa sulla gravità e
la dimensione del problema. Questa è l’opinione che circola tra gli addetti ai
lavori della Tavola rotonda organizzata a Bruxelles dall’Agenzia europea per i
diritti fondamentali (Fra) sulla questione dell’abitazione per la minoranza rom,
in concomitanza con il lancio del relativo rapporto della Fra.
I governi spesso non hanno la volontà politica di misurare il problema della
difficile situazione abitativa dei rom per evitare di essere chiamati ad agire,
come spiega Tara Bedard dell’European Roma Rights Centre (Errc). Ma anche in
presenza di volontà politica da parte delle autorità nazionali, sottolinea
Anastasia Crickley, presidente della Fra, "a volta vi sono problemi a livello
locale": le autorità e i politici del posto non vogliono prendersi carico di
fare uscire i rom dal ghetto per paura di ripercussioni da parte dell’opinione
pubblica. Questi ostacoli, ricorda Crickley, rendono più difficile attuare i
progetti finanziati coi fondi strutturali europei.
Questi ultimi vengono considerati, dal punto di vista dell’Unione europea, come
il mezzo finora più efficace e pratico per risolvere le situazioni di
segregazione e degrado in cui vivono i rom in tutti i Ventisette. "Però finora
non c’è stata alcuna valutazione se questi soldi sono stati spesi bene, e per
capirlo dovremmo chiederlo ai rom stessi, destinatari ultimi dei fondi", fa
notare Ioannis Dimitrakoupolu, responsabile del rapporto sull’abitazione della
Fra. Inoltre i fondi strutturali dedicati all’abitazione sono sottoposti a
limitazioni nell’uso, che (fatte salve alcune eccezioni) riguarda i paesi di
nuova adesione. Proprio in questi giorni Parlamento europeo e Consiglio (che
rappresentata i governi dei 27) stanno cercando le vie legali per sbloccare
questi fondi a favore dei rom in tutta l’Ue. (mm)
Casa: per i rom in Ue l'accesso è un percorso ad ostacoli
Pesano discriminazioni e ingiustizie, e spesso il tentativo si conclude con
una vita passata in un ghetto. Lo evidenzia una ricerca effettuata dall’Agenzia
europea per i diritti fondamentali (Fra). Chiesti maggiori sforzi a governi e
autorità locali
BRUXELLES – Una ricerca effettuata dall’Agenzia europea per i diritti
fondamentali (Fra) dimostra con basi scientifiche ciò che tutti i rom già sanno
per averlo sperimentato sulla propria pelle: per loro l’accesso all’abitazione è
un percorso a ostacoli fatto di discriminazioni e ingiustizie, e che molto
spesso si conclude con una vita passata segregati in un ghetto. Questi ostacoli
si pongono non solo per entrare in possesso o in affitto di un alloggio privato,
ma anche nell’ambito dell’assegnazione di alloggi sociali pubblici.
Secondo la Fra, gli Stati membri dell’Ue e le autorità locali dovrebbero
applicare la legislazione vigente in materia di lotta contro la discriminazione
e mettere in pratica le politiche per l’integrazione dei Rom, intensificando gli
sforzi per migliorare l’informazione dei rom sui loro diritti e coinvolgendoli
nella programmazione e messa in opera delle politiche abitative.
Secondo il direttore dell’Agenzia, Morten Kjaerum, "la relazione dimostra che
molte autorità regionali e locali nell’Ue sono restie ad adottare e attuare
appropriate politiche abitative per i rom. Occorre che le autorità agiscano con
urgenza, in quanto condizioni di alloggio mediocri e la segregazione
residenziale hanno un impatto negativo sull’istruzione, l’occupazione e la
salute dei rom. Ad esempio, abitare in luoghi segregati rende difficile sia
l’accesso dei bambini Rom alle scuole sia cercare e ottenere un impiego per rom
e travellers (i ‘viaggianti’ di Regno Unito e Irlanda, Ndr)".
La maggior parte dei rom vive in insediamenti non ufficiali privi delle
infrastrutture di base, spesso in abitazioni difficilmente abitabili, senza
prospettive di regolarizzare le proprie case e di migliorarne la qualità. Molto
spesso le zone adibite per gli alloggi dei rom forniscono un accesso
estremamente difficile ai servizi pubblici, ai trasporti, all’occupazione e
all’istruzione, e mancano di un’inadeguata erogazione di acqua, energia
elettrica o gas. Ciò porta ad elevati tassi di segregazione, talvolta proprio in
seguito a deliberate scelte politiche.
Capita poi che i rom vengano sfrattati senza ragione valida anche dagli alloggi
sociali, pur pagando regolarmente l’affitto. Sovente gli sfratti avvengono senza
preavviso e con uso di violenza da parte della polizia, accompagnata dalla
distruzione dei beni personali. Inoltre in molti casi le autorità non forniscono
alloggi alternativi o un adeguato indennizzo per l’esproprio.
Il problema è esacerbato dal fatto che non vengono rispettate le leggi vigenti
contro le discriminazioni razziali, o che i rom stessi non sono a conoscenza di
queste disposizioni volte a proteggerli: ciò avviene in media nel 70% dei casi.
Tra i rom a conoscenza di queste leggi però solo il 41% sa come e a chi sporgere
denuncia. Di conseguenza, il numero di denunce ufficiali resta molto basso.
Secondo la Fra, gli Stati membri devono adottare misure positive, in particolare
a favore di condizioni abitative accettabili. Inoltre è necessaria una raccolta
regolare di dati disaggregati da un punto di vista etnico in merito alla
situazione degli alloggi dei rom. Per la Fra anche l’Europa deve fare la propria
parte: la Commissione Europea dovrebbe garantire un collegamento dei fondi
strutturali con l’attuazione di programmi di pari opportunità e di non
segregazione negli alloggi. Minimo comun denominatore a queste iniziative deve
comunque rimanere un’attiva partecipazione dei rom nella programmazione,
nell’attuazione e nell’esame delle politiche abitative. (mm)
Di Fabrizio (del 25/10/2009 @ 09:19:59, in Italia, visitato 1432 volte)
Segnalazione di Marco Brazzoduro
Si svolgerà a Bari nei giorni 29, 30 e 31 ottobre, presso il Fortino di S.
Antonio, il Convegno Nazionale "Nevo Drom: la Nuova Strada" , promosso dalla
Coop. Soc. Progetto Città in collaborazione con la Coop. Artezian (composta da
lavoratori residenti nella comunità rom del quartiere Japigia), e dalle
Associazioni "Vox Popoli" e "Cedam".
La finalità del Convegno è contribuire a promuovere modalità positive di
relazione e comprensione reciproca fra Rom, Sinti (immigrati e autoctoni) ed il
resto della società civile, scalfendo il blocco di pregiudizi e stereotipi che
grava su tale relazione, e stimolando le stesse comunità Rom e Sinti a superare
una tradizionale tendenza all’individualismo per unire le forze a livello sia
locale che nazionale e internazionale.
Il programma del Convegno prevede relazioni, interventi e approfondimenti
tematici nel corso delle tre giornate da parte di esponenti delle istituzioni,
intellettuali locali, nazionali ed internazionali, personalità di etnia romanì.
Partecipano tra gli altri l’antropologa Annamaria Rivera, il presidente delle
Federazione Rom e Sinti Insieme Radames Gabrielli, il presidente
dell’associazione "Them Romanò" Vladimiro Torre, la poetessa rom rumena Luminita
Cioba e attraverso una videocomunicazione l’attore e regista Moni Ovadia.
A latere del Convegno, letture di poesie, la mostra "Misto Avilan – Benvenuti !"
realizzata con il coinvolgimento dei ragazzi del campo rom del quartiere Japigia
di Bari e il concerto di musica romanì dell’Alexian Group diretto da Santino
Spinelli.
La manifestazione si concluderà sabato sera con la festa "Io sto con i Rom" nel
Villaggio Rom sito nel q.re Japigia. Immagini, musica, danza, gastronomia,
cultura fino a tarda notte.
L’iniziativa, è sostenuta dall’Assessorato al Mediterraneo e quello al Turismo
della Regione Puglia e patrocinata anche dall’Assessorato all’Accoglienza del
Comune di Bari, dall’Università di Bari (Dipartimento Scienze Pedagogiche e
Didattiche) e dalla Federazione Chiese Evangeliche di Puglia e Lucania.
Una presentazione in PowerPoint inviatami da Marco
Brazzoduro, mi ha ricordato una piccola notizia apparsa un po' di tempo fa.
Provo a riassumerla:
Una fredda mattina del gennaio scorso, a Washington DC, un musicista di
strada si è piazzato all'ingresso di una stazione della metropolitana. Ha
suonato per circa 45', alle 8 di mattina, ora di punta: Bach, l'Ave Maria di
Schubert, Manuel Ponce, Massenet ed ancora Bach.
Presa dalla fretta e dall'indifferenza, pochissima gente s'è fermata ad
ascoltare. Chi gli ha prestato la maggior attenzione è stato un bambino di tre
anni, nonostante le insistenze della madre che voleva andarsene; anche quando
lei è riuscita ad ripartire tirandosi dietro il figlio, questi ha continuato a
girarsi verso il musicista.
Il musicista misterioso era Joshua Bell, uno dei migliori violinisti del
mondo, che affrontava alcune delle partiture più complesse mai scritte, con uno
Stradivari del 1713, del valore di 3,5 milioni dollari.
In tutto ha raccolto 32 dollari, nessuno l'ha applaudito. Tra le migliaia di
persone lì transitate, una sola l'ha riconosciuto.
Due giorni dopo, una sua esibizione al teatro di Boston, con i biglietti
venduti a 100 dollari l'uno, registrava il tutto esaurito.
L'evento in incognito presso la metropolitana, è stato organizzato dal
Washington Post, per un'inchiesta. Le domande erano:
in un ambiente comune, ad un'ora inappropriata, possiamo percepire la
bellezza?
ci fermiamo ad apprezzarla?
possiamo riconoscere il talento in un contesto inatteso?
Una delle possibili conclusioni di questa esperienza potrebbe essere: Se
non abbiamo il tempo di fermarci e di ascoltare uno dei migliori musicisti al
mondo, che suona tra le più belle partiture mai composte, a quante altre cose
altrettanto eccezionali passiamo accanto senza accorgercene?
Di Fabrizio (del 24/10/2009 @ 09:40:43, in scuola, visitato 1495 volte)
Esiste un mondo meno visibile, meno chiacchierato, probabilmente anche meno
esteso, nel grande calderone della scolarizzazione dei minori rom che risiedono
nel Comune di Roma.
Questo mondo è fatto di madri e padri che colgono nel senso più pieno il valore
aggiunto, educativo e sociale, che la scuola rappresenta per i loro figli. Madri
e padri che, certamente sostenuti da amici e volontari ma in maniera del tutto
autonoma e responsabile, si prendono carico essi stessi della scolarizzazione
dei propri ragazzi.
Questo mondo è fatto di donne che con enorme difficoltà e altrettanta dignità
cercano di curare, per quanto sia possibile in quelli che vengono definiti
"insediamenti abusivi", l'igiene dei figli per renderli più "simili" ai loro
coetanei, sforzandosi per questo di dar loro il vestito alla moda o un mp3
funzionante "come ce l'hanno tutti".
Questo mondo è fatto di bambini che con difficoltà ma anche grande entusiasmo la
mattina si preparano per andare a scuola, al freddo o nella polvere, tra
l'urgenza di rimediare un quaderno e la necessità di racimolare alcuni spicci
per la merenda.
Nessun pulmino all'orizzonte. Nessun operatore sociale dell'associazione di
turno a cercare di convincerli o a chiedere il certificato medico per la
riammissione dopo troppi giorni di assenza. Nessun sostegno da parte di chi
questi sforzi encomiabili dovrebbe incentivarli e premiarli.
L'aiuto a queste persone, anzi il riconoscimento pieno ed il rispetto del
diritto all'istruzione di tutti i bambini e ragazzi non viene garantito da
nessuna parte. Un progetto che favorisca interventi di sostegno e stimolo alle
responsabilità genitoriali – che questi genitori si assumono in pieno almeno per
quanto riguarda l'aspetto educativo/scolastico – non esiste, o per lo meno non
li riguarda.
Eppure nel bando di gara d'appalto per affidare il servizio di scolarizzazione
dei minori rom tra i criteri di valutazione dell'offerta compare la
"responsabilizzazione adulti appartenenti alle comunità rom". Ma intorno a
queste famiglie si crea il vuoto istituzionale. Le associazioni non sono
autorizzate ad agevolare queste realtà, non possono assistere (se non a titolo
personale) i genitori nell'iscrizione scolastica, i pulmini che raccolgono gli
alunni rom dei vicini campi autorizzati non possono accompagnare i loro bambini,
neanche se frequentano le stesse scuole.
Ultima dichiarazione ufficiale circa il loro status di alunni e genitori di
serie B, la circolare n. QM 22484 del 7 luglio del 2009 la quale obbligava i
genitori degli alunni regolarmente iscritti a presentare la documentazione ISEE
al fine di ottenere i buoni didattici e i buoni libro. Ovviamente molte delle
famiglie che vivono in questi campi non autorizzati sono sprovviste di documenti
di identità, indispensabili per la riscossione di questo beneficio minimo ma
preziosissimo concesso ai nuclei familiari che versano in situazioni di disagio
economico. Pertanto questi agognati buoni abbiamo dovuto toglierceli dalla
testa...Fino al giorno in cui tale circolare non viene rettificata, per cui la
IV Unità Organizzativa Ufficio Progetti Speciali e Intercultura del Dipartimento
XI per le Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma, in relazione
alla sopracitata precedente circolare, stabilisce che per quelle "famiglie rom
provenienti dalla ex Jugoslavia impossibilitate a presentare la documentazione
ISEE in quanto sprovviste di documenti di identità ma autorizzati alla
permanenza dal Comune di Roma nei campi autorizzati e regolarmente censiti
[…] gli Enti convenzionati presenteranno una dichiarazione di nullatenenza
grazie alla quale potranno ritirare dalle scuole i relativi buoni".
Da cittadini attenti, siamo molto lieti di registrare questo enorme passo avanti
compiuto dalle nostre istituzioni sulla strada della democrazia per tutti. Ma ci
troviamo purtroppo costretti a denunciare per l'ennesima volta che tra questi
tutti non è compreso il mondo fatto di padri, madri e bambini il cui status di
irregolari non toglie (per fortuna) l'obbligo scolastico per i minori in età
scolare ma solo il diritto concreto ad un'istruzione di serie A.
Questo mondo però a noi piace, è un mondo più reale, per molti aspetti più
responsabile, un mondo in cui le difficoltà non cancellano la necessità di
essere dei genitori attenti che scelgono di intraprendere un percorso di
emancipazione ed autonomia, e accanto a questo mondo vogliamo continuare a
lottare per il riconoscimento pieno dei diritti di tutti.
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