Segnalazione di
Stefania Ragusa
"I politici hanno paura di far uscire i rom dal ghetto"
Ricerca dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) sulla questione
abitativa. L’opinione che circola tra gli addetti ai lavori è che anche in
presenza di volontà politica da parte delle autorità nazionale i problemi sono a
livello locale
BRUXELLES – La responsabilità principale nell’attuare politiche abitative a
favore dei rom risiede nelle mani delle autorità locali e nazionali, che
spesso però non hanno (o preferiscono non avere) un’idea precisa sulla gravità e
la dimensione del problema. Questa è l’opinione che circola tra gli addetti ai
lavori della Tavola rotonda organizzata a Bruxelles dall’Agenzia europea per i
diritti fondamentali (Fra) sulla questione dell’abitazione per la minoranza rom,
in concomitanza con il lancio del relativo rapporto della Fra.
I governi spesso non hanno la volontà politica di misurare il problema della
difficile situazione abitativa dei rom per evitare di essere chiamati ad agire,
come spiega Tara Bedard dell’European Roma Rights Centre (Errc). Ma anche in
presenza di volontà politica da parte delle autorità nazionali, sottolinea
Anastasia Crickley, presidente della Fra, "a volta vi sono problemi a livello
locale": le autorità e i politici del posto non vogliono prendersi carico di
fare uscire i rom dal ghetto per paura di ripercussioni da parte dell’opinione
pubblica. Questi ostacoli, ricorda Crickley, rendono più difficile attuare i
progetti finanziati coi fondi strutturali europei.
Questi ultimi vengono considerati, dal punto di vista dell’Unione europea, come
il mezzo finora più efficace e pratico per risolvere le situazioni di
segregazione e degrado in cui vivono i rom in tutti i Ventisette. "Però finora
non c’è stata alcuna valutazione se questi soldi sono stati spesi bene, e per
capirlo dovremmo chiederlo ai rom stessi, destinatari ultimi dei fondi", fa
notare Ioannis Dimitrakoupolu, responsabile del rapporto sull’abitazione della
Fra. Inoltre i fondi strutturali dedicati all’abitazione sono sottoposti a
limitazioni nell’uso, che (fatte salve alcune eccezioni) riguarda i paesi di
nuova adesione. Proprio in questi giorni Parlamento europeo e Consiglio (che
rappresentata i governi dei 27) stanno cercando le vie legali per sbloccare
questi fondi a favore dei rom in tutta l’Ue. (mm)
Casa: per i rom in Ue l'accesso è un percorso ad ostacoli
Pesano discriminazioni e ingiustizie, e spesso il tentativo si conclude con
una vita passata in un ghetto. Lo evidenzia una ricerca effettuata dall’Agenzia
europea per i diritti fondamentali (Fra). Chiesti maggiori sforzi a governi e
autorità locali
BRUXELLES – Una ricerca effettuata dall’Agenzia europea per i diritti
fondamentali (Fra) dimostra con basi scientifiche ciò che tutti i rom già sanno
per averlo sperimentato sulla propria pelle: per loro l’accesso all’abitazione è
un percorso a ostacoli fatto di discriminazioni e ingiustizie, e che molto
spesso si conclude con una vita passata segregati in un ghetto. Questi ostacoli
si pongono non solo per entrare in possesso o in affitto di un alloggio privato,
ma anche nell’ambito dell’assegnazione di alloggi sociali pubblici.
Secondo la Fra, gli Stati membri dell’Ue e le autorità locali dovrebbero
applicare la legislazione vigente in materia di lotta contro la discriminazione
e mettere in pratica le politiche per l’integrazione dei Rom, intensificando gli
sforzi per migliorare l’informazione dei rom sui loro diritti e coinvolgendoli
nella programmazione e messa in opera delle politiche abitative.
Secondo il direttore dell’Agenzia, Morten Kjaerum, "la relazione dimostra che
molte autorità regionali e locali nell’Ue sono restie ad adottare e attuare
appropriate politiche abitative per i rom. Occorre che le autorità agiscano con
urgenza, in quanto condizioni di alloggio mediocri e la segregazione
residenziale hanno un impatto negativo sull’istruzione, l’occupazione e la
salute dei rom. Ad esempio, abitare in luoghi segregati rende difficile sia
l’accesso dei bambini Rom alle scuole sia cercare e ottenere un impiego per rom
e travellers (i ‘viaggianti’ di Regno Unito e Irlanda, Ndr)".
La maggior parte dei rom vive in insediamenti non ufficiali privi delle
infrastrutture di base, spesso in abitazioni difficilmente abitabili, senza
prospettive di regolarizzare le proprie case e di migliorarne la qualità. Molto
spesso le zone adibite per gli alloggi dei rom forniscono un accesso
estremamente difficile ai servizi pubblici, ai trasporti, all’occupazione e
all’istruzione, e mancano di un’inadeguata erogazione di acqua, energia
elettrica o gas. Ciò porta ad elevati tassi di segregazione, talvolta proprio in
seguito a deliberate scelte politiche.
Capita poi che i rom vengano sfrattati senza ragione valida anche dagli alloggi
sociali, pur pagando regolarmente l’affitto. Sovente gli sfratti avvengono senza
preavviso e con uso di violenza da parte della polizia, accompagnata dalla
distruzione dei beni personali. Inoltre in molti casi le autorità non forniscono
alloggi alternativi o un adeguato indennizzo per l’esproprio.
Il problema è esacerbato dal fatto che non vengono rispettate le leggi vigenti
contro le discriminazioni razziali, o che i rom stessi non sono a conoscenza di
queste disposizioni volte a proteggerli: ciò avviene in media nel 70% dei casi.
Tra i rom a conoscenza di queste leggi però solo il 41% sa come e a chi sporgere
denuncia. Di conseguenza, il numero di denunce ufficiali resta molto basso.
Secondo la Fra, gli Stati membri devono adottare misure positive, in particolare
a favore di condizioni abitative accettabili. Inoltre è necessaria una raccolta
regolare di dati disaggregati da un punto di vista etnico in merito alla
situazione degli alloggi dei rom. Per la Fra anche l’Europa deve fare la propria
parte: la Commissione Europea dovrebbe garantire un collegamento dei fondi
strutturali con l’attuazione di programmi di pari opportunità e di non
segregazione negli alloggi. Minimo comun denominatore a queste iniziative deve
comunque rimanere un’attiva partecipazione dei rom nella programmazione,
nell’attuazione e nell’esame delle politiche abitative. (mm)