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Due agenzie pubblicate da Redattore Sociale
Di Fabrizio (del 26/10/2009 @ 09:12:40, in casa, visitato 1780 volte)

Segnalazione di Stefania Ragusa

"I politici hanno paura di far uscire i rom dal ghetto"

Ricerca dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) sulla questione abitativa. L’opinione che circola tra gli addetti ai lavori è che anche in presenza di volontà politica da parte delle autorità nazionale i problemi sono a livello locale

BRUXELLES – La responsabilità principale nell’attuare politiche abitative a favore dei rom risiede nelle mani delle autorità locali e nazionali, che spesso però non hanno (o preferiscono non avere) un’idea precisa sulla gravità e la dimensione del problema. Questa è l’opinione che circola tra gli addetti ai lavori della Tavola rotonda organizzata a Bruxelles dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) sulla questione dell’abitazione per la minoranza rom, in concomitanza con il lancio del relativo rapporto della Fra.

I governi spesso non hanno la volontà politica di misurare il problema della difficile situazione abitativa dei rom per evitare di essere chiamati ad agire, come spiega Tara Bedard dell’European Roma Rights Centre (Errc). Ma anche in presenza di volontà politica da parte delle autorità nazionali, sottolinea Anastasia Crickley, presidente della Fra, "a volta vi sono problemi a livello locale": le autorità e i politici del posto non vogliono prendersi carico di fare uscire i rom dal ghetto per paura di ripercussioni da parte dell’opinione pubblica. Questi ostacoli, ricorda Crickley, rendono più difficile attuare i progetti finanziati coi fondi strutturali europei.

Questi ultimi vengono considerati, dal punto di vista dell’Unione europea, come il mezzo finora più efficace e pratico per risolvere le situazioni di segregazione e degrado in cui vivono i rom in tutti i Ventisette. "Però finora non c’è stata alcuna valutazione se questi soldi sono stati spesi bene, e per capirlo dovremmo chiederlo ai rom stessi, destinatari ultimi dei fondi", fa notare Ioannis Dimitrakoupolu, responsabile del rapporto sull’abitazione della Fra. Inoltre i fondi strutturali dedicati all’abitazione sono sottoposti a limitazioni nell’uso, che (fatte salve alcune eccezioni) riguarda i paesi di nuova adesione. Proprio in questi giorni Parlamento europeo e Consiglio (che rappresentata i governi dei 27) stanno cercando le vie legali per sbloccare questi fondi a favore dei rom in tutta l’Ue. (mm)

Casa: per i rom in Ue l'accesso è un percorso ad ostacoli

Pesano discriminazioni e ingiustizie, e spesso il tentativo si conclude con una vita passata in un ghetto. Lo evidenzia una ricerca effettuata dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra). Chiesti maggiori sforzi a governi e autorità locali

BRUXELLES – Una ricerca effettuata dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) dimostra con basi scientifiche ciò che tutti i rom già sanno per averlo sperimentato sulla propria pelle: per loro l’accesso all’abitazione è un percorso a ostacoli fatto di discriminazioni e ingiustizie, e che molto spesso si conclude con una vita passata segregati in un ghetto. Questi ostacoli si pongono non solo per entrare in possesso o in affitto di un alloggio privato, ma anche nell’ambito dell’assegnazione di alloggi sociali pubblici.
Secondo la Fra, gli Stati membri dell’Ue e le autorità locali dovrebbero applicare la legislazione vigente in materia di lotta contro la discriminazione e mettere in pratica le politiche per l’integrazione dei Rom, intensificando gli sforzi per migliorare l’informazione dei rom sui loro diritti e coinvolgendoli nella programmazione e messa in opera delle politiche abitative.
Secondo il direttore dell’Agenzia, Morten Kjaerum, "la relazione dimostra che molte autorità regionali e locali nell’Ue sono restie ad adottare e attuare appropriate politiche abitative per i rom. Occorre che le autorità agiscano con urgenza, in quanto condizioni di alloggio mediocri e la segregazione residenziale hanno un impatto negativo sull’istruzione, l’occupazione e la salute dei rom. Ad esempio, abitare in luoghi segregati rende difficile sia l’accesso dei bambini Rom alle scuole sia cercare e ottenere un impiego per rom e travellers (i ‘viaggianti’ di Regno Unito e Irlanda, Ndr)".

La maggior parte dei rom vive in insediamenti non ufficiali privi delle infrastrutture di base, spesso in abitazioni difficilmente abitabili, senza prospettive di regolarizzare le proprie case e di migliorarne la qualità. Molto spesso le zone adibite per gli alloggi dei rom forniscono un accesso estremamente difficile ai servizi pubblici, ai trasporti, all’occupazione e all’istruzione, e mancano di un’inadeguata erogazione di acqua, energia elettrica o gas. Ciò porta ad elevati tassi di segregazione, talvolta proprio in seguito a deliberate scelte politiche.
Capita poi che i rom vengano sfrattati senza ragione valida anche dagli alloggi sociali, pur pagando regolarmente l’affitto. Sovente gli sfratti avvengono senza preavviso e con uso di violenza da parte della polizia, accompagnata dalla distruzione dei beni personali. Inoltre in molti casi le autorità non forniscono alloggi alternativi o un adeguato indennizzo per l’esproprio.
Il problema è esacerbato dal fatto che non vengono rispettate le leggi vigenti contro le discriminazioni razziali, o che i rom stessi non sono a conoscenza di queste disposizioni volte a proteggerli: ciò avviene in media nel 70% dei casi. Tra i rom a conoscenza di queste leggi però solo il 41% sa come e a chi sporgere denuncia. Di conseguenza, il numero di denunce ufficiali resta molto basso.

Secondo la Fra, gli Stati membri devono adottare misure positive, in particolare a favore di condizioni abitative accettabili. Inoltre è necessaria una raccolta regolare di dati disaggregati da un punto di vista etnico in merito alla situazione degli alloggi dei rom. Per la Fra anche l’Europa deve fare la propria parte: la Commissione Europea dovrebbe garantire un collegamento dei fondi strutturali con l’attuazione di programmi di pari opportunità e di non segregazione negli alloggi. Minimo comun denominatore a queste iniziative deve comunque rimanere un’attiva partecipazione dei rom nella programmazione, nell’attuazione e nell’esame delle politiche abitative. (mm)