Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 26/03/2011 @ 09:31:19, in Europa, visitato 1484 volte)
Da
Czech_Roma
Commento: Uccisa ragazza a Praga, ma il sospettato non è Rom, quindi nessuna
protesta estremista
Prague, 19.3.2011 10:02, Lukáš Burianský, translated by Gwendolyn
Albert
Tutti hanno sicuramente sentito quanto sta succedendo nella città di
Nový Bydžov (vedi
QUI ndr). Una donna è stata violentata, e i sospetti sul violentatore si
sono rivolti ad un cittadino del posto che appartiene alla comunità rom.
Ovviamente, nessuno sa esattamente cos'è davvero successo. Neanche il loro
sindaco lo sa, ma non ha smesso di incolpare tutti i cittadini rom della città
per quel crimine - e "grazie" a lui, i Rom del posto ora hanno esperienza
personale dell'estremismo di Tomáš Vandas e del Partito della Giustizia Sociale
dei Lavoratori (Dìlnická strana sociální spravedlnosti DSSS) che sono così
accecati dall'odio.
Non voglio difendere l'orribile crimine commesso a Nový Bydžov.
Ciò che stato commesso è atroce ed il colpevole dev'essere adeguatamente punito
per questo.
Tuttavia, si pone la questione del perché tutti gli altri Rom dovrebbero
essere puniti per ciò. Nessuno può cambiare ciò che è già successo, ma possiamo
influenzare le cose in modo che gli eventi estremisti del 12 marzo non si
ripetano più.
Tutti voi avrete saputo di crimini anche più recenti nella Repubblica Ceca.
Dopo essere scomparsa da cinque mesi, un bambina è stata infine trovata
cadavere. Nessuno è indifferente a questo crimine e tutti hanno espresso le
proprie condoglianze. Personalmente sono stato molto colpito e non posso nemmeno
immaginare cosa staranno attraversando i suoi genitori. Innanzitutto devo
scusarmi per adoperare questo infelice episodio, ma devo chiedermi: se il
sindaco Louda ed il signor Vandas sono (a ragione) preoccupati per lo stupro di
una donna a Nový Bydžov, perché non lo sono per lo stupro e l'omicidio di una
piccola e innocente fanciulla?
Perché Vandas non marcia insieme il suo partito verso Praga, per protestare
davanti al municipio e chiedere alla giunta del quartiere coinvolto come sia
possibile che qualche pervertito possa rapire una bambina senza che nessuno se
ne accorga? Oggi la gente ha paura di mandare i figli sa soli al negozio di
fronte. Perché Vargas e company non chiedono di sgozzare l'autore di questo
crimine? Ah, dimenticavo - è una persona della società maggioritaria. Gente
simile evidentemente può fare ciò che vuole - e Vandas non è l'unico a crederlo.
Molti dei Rom contro cui Vandas sta combattendo, si unirebbero volentieri
alle proteste contro crimini simili; perché hanno un cuore e non sono
indifferenti alle conseguenze di questi atti. Lotterebbero volentieri per la
sicurezza di tutti i bambini, bambini rom compresi.
The opinions published in our Commentary section do not necessarily reflect
the standpoint or opinions of the editors of news server Romea.cz or the ROMEA
civic association.
Di Fabrizio (del 26/03/2011 @ 09:02:51, in Europa, visitato 1475 volte)
Da
Roma_Benelux
Un educatore [...] di 49 anni è stato condannato giovedì dalla Corte
d'appello di Bruxelles a 15 anni di prigione e a 10 anni di messa a
disposizione del governo. L'uomo, che aveva pagato dei minori rom per
intrattenere rapporti sessuali con loro, era stato condannato in prima istanza
ad una pena inferiore ai 5 anni.
17/03/2011 - La corte ha considerato che la pena accordata dal primo giudice
era insufficiente rispetto alla gravità dei fatti. Ha ricordato il suo arresto
per il numero importante di vittime e la loro giovane età, ma anche per la
lunghezza del periodo d'infrazione, da luglio 2008 a febbraio 2009, e
soprattutto l'uso da parte dell'imputato di mezzi perversi per attirare le
vittime ed abusare delle loro difficoltà finanziarie.
Le informazioni su questi fatti sono pervenute alla polizia tramite un
informatore. Durante l'arresto dell'imputato al suo domicilio, l'uomo era in
slip, accappatoio aperto ed accompagnato da un giovane rumeno.
La polizia ha potuto raccogliere qualche testimonianza tra le numerose
vittime. I giovani, Rom per lo più, erano pagati per assecondare i suoi desideri
sessuali.
L'uomo era già stato condannato per fatti simili ad una pena di 9 anni di
prigione. Era quindi recidivo.
Gli esperti psichiatrici avevano diagnosticato l'imputato come una
personalità dalla componente pedofila molto inquietante. (belga/7sur7)
Di Fabrizio (del 25/03/2011 @ 09:28:56, in Italia, visitato 1437 volte)
La Nuova Sardegna Ieri, giornata contro le discriminazioni, le bambine
partecipavano a una marcia con i compagni di scuola. La titolare: "Dopo essere
stata derubata dagli zingari non li voglio nel mio locale" di Andrea
Massidda
Il bar dove è stata negata la merenda alle Rom
ALGHERO. Le hanno cacciate via da un bar del centro dove erano entrate per
comprare una brioche. «Qui voi zingari non siete graditi, lo sapete
benissimo», ha detto laconica la titolare del locale. E pensare che le due
sorelline rom, alunne di una scuola media cittadina, stavano soltanto cercando
ristoro dopo la lunga marcia «contro ogni forma di discriminazione razziale»
organizzata dal secondo circolo didattico. Una vera beffa che le due bambine non
dimenticheranno. Così come la loro insegnante, scoppiata in lacrime davanti a
tutti per l'umiliazione.
La giornata di ieri era iniziata nel migliore dei modi. Perché anche un bel sole
primaverile sembrava voler celebrare la data del 22 marzo, ricorrenza
internazionale dedicata all'accoglienza di chi arriva da Paesi lontani e al
rispetto delle altre culture. Una festa che gli studenti di Alghero avevano
preparato da tempo con dibattiti e lavori in classe, anche attraverso la lettura
della Costituzione italiana. Una festa culminata con un grande corteo di
studenti degli istituti di ogni ordine e grado, che partito da piazza della
Mercede ha attraversato tutto il centro storico per poi sfociare nel cortile
della scuola Maria Immacolata, dove si è tenuto un piccolo concerto. Nessuno,
insomma, poteva minimamente immaginare che una manifestazione così sentita e
importante, specie di questi tempi, sarebbe potuta essere rovinata da un
episodio di ordinario razzismo. E invece è proprio quanto è accaduto.
Le due bambine rom, come molti loro compagni, a metà mattina, pur sotto
l'attenta sorveglianza dei docenti, si sono staccate dal corteo per invadere
allegramente i bar o i negozi di alimentari e fare merenda. Ma appena varcata la
soglia della «Casa del caffè», accanto ai giardini pubblici, sono state
aggredite verbalmente. È la stessa titolare, Anna Cuccuru, che quasi con candore
dice la sua verità. Senza scordarsi l'immancabile premessa di chi è quantomeno
intollerante: «Io non sono razzista».
Poi racconta: «È vero, appena ho visto entrare nel bar le due ragazzine rom ho
subito detto loro che non erano le benvenute. Non m'interessa se non è corretto
o addirittura contro la legge, io e i miei soci abbiamo ottime ragioni». Eccole,
le buone ragioni: «Da quando lavoro qua - continua - ho sempre trattato gli
zingari come gli altri clienti, anzi meglio: spesso e volentieri offrivo loro le
colazioni, altre volte conservavo i vestiti usati per rEgalarglieli. Ma un
giorno mi sono sentita tradita da due donne rom che hanno allungato le mani
sulla cassa e sono fuggite con 150 euro. Da quel momento ho cambiato
atteggiamento: io nomadi qua dentro non ne voglio più vedere».
Francesco Sanna, il dirigente scolastico che ha organizzato la marcia contro le
discriminazioni razziali, viene a conoscenza dei fatti solo in tarda mattinata,
quando l'insegnante delle due bambine si presenta in presidenza ancora
sconvolta. E prima di commentare l'episodio dice di voler parlare con il padre
delle sorelline, sia per tutelarle sia per valutare il da farsi. Anche il papà
prende tempo e fa sapere che intende ascoltare con attenzione quanto gli
racconteranno le figlie.
Si scopre così - seppure questo sia soltanto un dettaglio - che le piccole sono
sì di etnia rom, ma che la loro famiglia è perfettamente integrata, vive in una
comunissima abitazione e che il loro papà ha un normale lavoro a Sassari. Non
solo: «Le alunne - racconta il preside - dopo un'iniziale diffidenza di alcuni
compagni si sono fatte valere anche nel profitto e ora sono rispettate e ben
volute da tutta la classe». Ulteriori sviluppi si conoscerenno oggi. Ma non è
esclusa una denuncia.
Se volete vedere il confronto televisivo tra l'Assessore comunale di Mantova
Arnaldo De Pietri, il Consigliere comunale Giuseppe Nicolini (Pd/Insieme per Mantova), e i rappresentanti di Sucar Drom (Yuri Del Bar e Carlo Berini)
che è avvenuto martedì sera in diretta su Mantova Tv, dovete cliccare a
QUESTO LINK, cercare la trasmissione delle 21.10 "Fatti e Parole"
(durata 54'.03") e cliccare sulla freccia a destra. Buona visione.
Di Fabrizio (del 25/03/2011 @ 09:12:49, in Italia, visitato 1695 volte)
Anche quest’anno le mamme e le maestre di Rubattino, insieme ai GAS di
Milano, sono presenti a “Fà la cosa giusta!” con il vino R.O.M.
La vendita delle bottiglie di Merlot, Sangiovese e Syrah serve a sostenere le
famiglie rom che da tre anni mandano i bambini nelle scuole elementari di
Lambrate/Feltre, nonostante le decine di sgomberi decisi dal Comune. Il progetto
prevede borse di studio per gli adolescenti e l’inserimento lavorativo dei
genitori presso le cascine dell’hinterland milanese.
Il vino R.O.M, presentato per la prima volta a “Fà La Cosa Giusta!” nel Marzo
2010, ha riscontrato l’interesse e la sensibilità di centinaia di visitatori,
tanto che il ricavato delle vendite ha permesso di finanziare 4 borse di studio
per i ragazzi e 3 borse lavoro per gli adulti.
Le famiglie rom sostenute sono state 6.
Quattro vivono in una casa e hanno lasciato le baracche dei campi
irregolari.
Per Garofita, Sandu, Marco, Ovidiu, Geanina .... la vita è cambiata.
Le bottiglie di Merlot, Sangiovese e Syrah sono vendute al prezzo di 8 €
l’una
(4 € per il produttore e 4 € per finanziare i progetti)
nello stand di InterGAS Milano presso “Fa’ la cosa Giusta!”
stand PP21 pad. 4 da venerdì 25 marzo alle ore 18,30 a domenica 27 marzo.
L’appuntamento per la presentazione del Vino R.O.M. è per venerdì 25 marzo
alle ore 18,30 con Scarperò(m), la performance del fotografo e artista Ico
Gasparri accompagnato dal violino di un musicista rom e da un saxofonista.
La performance avrà come oggetto le fotografie delle scarpe abbandonate in
seguito agli sgomberi e alla distruzione dei campi nell’area milanese.
Il vino R.O.M, prodotto nel 2007 dalla Cooperativa Eughenia nel
rispetto della terra e di chi la lavora comprende una partita con poche migliaia
di bottiglie. Il progetto è sostenuto dal Naga e dalla Comunità di
Sant’Egidio.
www.gasmilano.org
www.fuorimercato.eu
Milano 22 marzo 2011
Di Fabrizio (del 24/03/2011 @ 09:58:28, in casa, visitato 1800 volte)
Martedì, 22 Marzo
Lamezia Terme - A caccia di un sito per i lametini di Scordovillo. O di diversi
siti. «Devono essere terreni del Comune, è difficoltoso fare gli espropri in una
situazione del genere, e poi ci vuole troppo tempo». Sono le raccomandazioni del
prefetto al sindaco nell'incontro di ieri a Catanzaro dalle 13 alle 15.
Antonio Reppucci e Gianni Speranza a Palazzo di Governo si sono seduti intorno a
un tavolo con i vertici delle forze dell'ordine e il viceprefetto vicario
Osvaldo Caccuri per analizzare la situazione di Scordovillo: entro domenica
delle Palme bisogna trovare una soluzione. Questo l'ordine del procuratore della
Repubblica Salvatore Vitello che ha sequestrato tutto il ghetto denunciando 58
capifamiglia per diversi reati ambientali ed occupazione abusiva di suolo
pubblico.
«Ci sono ritardi di 63 anni, o tutti colpevoli o tutti innocenti», dichiara il
prefetto alla Gazzetta del Sud dopo l'incontro urgente sul caso Scordovillo,
circa mille zingari blindati in un ghetto nel cuore della città ed a ridosso
dell'ospedale. Reppucci se l'aspettava: «Non riesco a capire tutte queste prese
di posizione sul campo rom dopo 63 anni in cui si sono succedute giunte di
diverso colore. Attaccare adesso a chi giova? E perchè?». E aggiunge
provocatoriamente: «C'è qualcuno che ha un progetto valido? Allora che parlano a
fare?».
Da qui l'appello a lavorare tutti insieme su questo bubbone: «Adesso ci vuole il
buon senso di essere propositivi. Dobbiamo individuare un percorso tutti
insieme: destra, sinistra, associazionismo. Una volta tanto dobbiamo essere
tutti uniti, e usare toni pacati».
Ieri a tre giorni dal sequestro preventivo di Scordovillo la prima riunione. «È
stata una prima presa di contatto», spiega il prefetto Reppucci. Che in
settimana convocherà una nuova riunione. Adesso a dirigere le manovre è proprio
Reppucci che subito dopo il sequestro ha preso in mano la situazione. Che dà
qualche giorno di tempo al Comune per individuare le aree dove trasferire i rom.
Ma con quali soldi?
Questo è un altro problema da risolvere. Perchè Antonio Reppucci non ha i poteri
dei suoi colleghi di Roma, Milano e Palermo nominati commissari per l'emergenza
rom. Occorrono milioni di euro per far traslocare tutti i residenti di
Scordovillo: almeno 600 secondo il sindaco. Arrivano fino a mille con gli extra:
imboscati, latitanti, irregolari e chissà chi altro.
L'elenco dei problemi è lungo. Uno di questi sono i 500 mila euro che il Comune
ha disponibili per la bonifica. Ma perchè risanare Scordovillo se verrà
smantellato? I lavori si sono bloccati, bisognerà decidere prima cosa fare del
ghetto. Perchè oltre all'ipotesi dei falchi di smantellare tutta la baraccopoli,
c'è quella delle colombe che pensano si possa ancora risanare completamente
portando acqua corrente, energia elettrica regolarizzata (quella che c'è è in
gran parte rubata con impianti volanti e pericolosi), fogne che non esistono.
Perchè i liquami del villaggio, se qualcuno non l'ha ancora capito, finiscono
dritti in un canalone scoperto che passa dall'ospedale, con buona pace di
gastroenterologi e virologi che quotidianamente in camice bianco si occupano di
infezioni.
«Ci sarà qualche altra riunione», aggiunge il rappresentante di governo a
Catanzaro, «poi dovremo mettere insieme tutti i pezzi del mosaico. Vorrei che la
città di Lamezia ci desse una mano: aiutateci ad aiutarvi. I residenti di
Scordovillo sono lametini, non possiamo cacciarli via dalla città».
Il prefetto poi torna al problema dei siti da individuare per trasferire le
famiglie: «Certo, ci sarà l'effetto Nimby, perchè ognuno pensa: portateli
dovunque, purchè lontani da casa mia. Parliamo di società multietnica e poi si
pensa in questo modo».
Prima di andare in Prefettura il sindaco ieri di buon mattino ha incontrato una
delegazione di rom. Sono tutti preoccupati sul loro futuro da qui a un mese. Il
sindaco ha spiegato che «l'emergenza avrà un esito positivo se verrà affrontata
con l'attivazione di un accordo di programma fra istituzioni con il
coinvolgimento di Governo, Regione Calabria e Provincia per il trasferimento
della comunità da contrada Scordovillo. Sicuramente la soluzione che si
prospetta», ha detto Speranza agli zingari, «sarà migliore di quella che i
cittadini rom stanno attualmente vivendo a Scordovillo».
Di Fabrizio (del 24/03/2011 @ 09:20:11, in Italia, visitato 1666 volte)
Il piccolo aveva 13 mesi. Si è spento dopo tre giorni di agonia. La procura
chiede l'autopsia
di TIZIANA COZZI
NAPOLI - I primi malesseri sabato sera, nel piccolo container del campo rom di Giugliano, periferia Nord di Napoli. Nel fine settimana due inutili corse verso
altrettanti ospedali che lo rimandano a casa. La morte ieri, durante l'ultima,
disperata richiesta di aiuto nel terzo ospedale. Omar, un anno e un mese, si
spegne tra le braccia del papà dopo tre giorni di agonia e di via crucis da una
struttura sanitaria all'altra. Nessuna diagnosi. Sarà l'autopsia sul suo
corpicino a dire la verità su quanto accaduto, sull'eventuale omissione di
soccorso. L'esame avverrà appena saranno identificati i presunti responsabili e
notificati gli avvisi di garanzia. La polizia del commissariato di Giugliano ha
già inviato gli atti alla Procura della Repubblica e la piccola salma è stata
trasferita a Napoli. "Siamo rom, quindi possiamo morire così. Mio figlio stava
malissimo, era evidente. Eppure ci hanno liquidato così, sono bastate due
parole: "Sta benissimo, tornate a casa". E invece stava per morire". Quanto
accaduto è tutto nel breve, drammatico racconto del padre di Omar, Seido, che
ora, nel campo Rom di Giugliano (in attesa di sgombero) si dispera e chiede di
capire perché il bimbo è morto. È lui, con la moglie Draghiza, a ricostruire i
fatti.
L'incubo comincia sabato sera. "Omar stava malissimo, con dolori di pancia e
fitte allo stomaco", ricorda tra le lacrime mamma Draghiza. Domenica, dal campo
Rom, la corsa verso Aversa. Dove i medici visitano il piccolo. "Sta bene",
dicono. Dunque Omar torna nel container. Lunedì la situazione si aggrava. Il
bambino non apre gli occhi, vomita, suda. Ha la diarrea. Seconda corsa, questa
volta verso l'ospedale di Pozzuoli. Ma la scena si ripete. E anche se Draghiza
chiede ai medici di fare una lavanda gastrica, i medici hanno già fatto la
diagnosi: "È una banale influenza. Basta tenerlo al caldo e domani starà
meglio". Non servono le preghiere e le lacrime della mamma che implora i medici
di fare qualcosa. Devono lasciare il pronto soccorso.
Così la famiglia rom torna ancora una volta al campo, ma è l'inizio di una notte
di paura. Il bimbo non si muove più. E martedì comincia la terza - e inutile -
corsa verso un altro ospedale, il San Giuliano di Giugliano. Ma purtroppo Omar
non verrà visto vivo dai medici. Muore durante il tragitto, viene trasferito
direttamente all'obitorio dove, in breve, si affollano parenti e amici per
protestare contro i medici. Intanto parte il fax dall'ospedale per la Procura e
il magistrato di turno dispone il sequestro della piccola salma e l'autopsia.
Cosa ha ucciso Omar? Una malattia seria non diagnosticata? Oppure una banale
influenza non curata? "Siamo stati trattati così perché siamo rom - accusa Seido
- quando siamo arrivati in ospedale ci hanno trattato con sufficienza. Non hanno
valutato bene la situazione. È colpa loro se il nostro bambino ora non è più con
noi. Adesso voglio giustizia. Voglio che chi ha sbagliato paghi".
Di Fabrizio (del 24/03/2011 @ 09:20:03, in lavoro, visitato 1517 volte)
L'associazione Nevo Drom invita al convegno SINTENGRE AVARPEN (il lavoro dei
sinti) che si terrà a Bolzano, lunedì 28 marzo 2011
Di Sucar Drom (del 23/03/2011 @ 18:44:16, in blog, visitato 1524 volte)
Di Fabrizio (del 23/03/2011 @ 09:45:04, in Italia, visitato 1508 volte)
Questo
post, scritto a marzo 2005, ha bisogno di qualche aggiornamento. Per
iniziare (i lettori l'avranno capito, ormai): la Mahalla con l'arrivo della
primavera passa in modalità elettorale, perché ogni anno c'è una qualche
votazione. Secondo: purtroppo la fiera di cui si scrive non esiste più da tempo,
ha vinto l'ennesima speculazione immobiliare e tutto il quartiere dove sorgeva è
cambiato, anche i piccoli negozietti che c'erano hanno chiuso o lo stanno
facendo. Terzo: rimane invece valido il discorso di base (leggete
anche i commenti) su come potrebbero essere le nostre città, differentemente
gestite - senza dover parlare di razzismo, ma finalmente di luoghi e persone
(l'identità si crea così e non a slogan!). Ultimo: permettete un ricordo
strettamente personale, quando ci andavo ed i miei figli erano piccoli, il loro
stupore a vedere il vecchio zingaro del campo che conosceva tutti e a tutti li
presentava. Scrivete, commentate, mi rendo conto che avrei tantissimo altre
cose da raccontarvi.
i signori lettori mi scuseranno se parlerò di politica e non del signor B.
Sfido chiunque non sia lombardo a parlare bene di Milano. So già cosa ne salta
fuori: è una città grigia, è la tana della Lega, è pure la capitale politica del
Berluska. Lo so, ci sono nato e ci vivo, e mi pare inutile ricordare che Milano
ne ha per tutti i gusti: c'è la Lega e il Leonkavallo; qui hanno mosso i primi
passi tanto il Berluska che quel Cofferati che sino a qualche tempo fa sembrava
l'unico politico di sinistra capace di fare qualcosa di nuovo, qui c'è la città
triste e qui lavorò Leonardo progettando soluzioni urbanistiche che sarebbero
ancora oggi all'avanguardia…
Bisogna essere milanesi per conoscere gli spazi a misura d'uomo di questa città.
Ad esempio, sino a una decina di anni fa, frequentavo a Monza, il giovedì
mattina, la fiera del bestiame. Raggiungibile facilmente dalla tangenziale est e
non lontana dalla stazione ferroviaria. Immaginate, in mezzo alla città, un
grande recinto con tettoie metalliche, dove trovare cavalli, asini, pecore,
capre, mucche, galline. Dove si potevano acquistare calessi, birocci e selle (di
tipo inglese o americano). Con il mercatino nelle strade adiacenti, per chi
cercasse coltelli, anfibi, giubbe militari, frustini, sottosella. Un residuato
di campagna dove era bello andarci con i figli, che abituati alla città e alla
televisione giravano con la bocca aperta (ma lo sappiamo che si divertono anche
i genitori).
L'avevo scoperto (naturalmente) grazie ai Rom di Milano, eredi di una tradizione
di allevatori di cavalli. Era la classica fiera dove potevi incrociare
l'allevatore che parlava in bresciano, il nobile che aveva la sua scuderia, e il
Rom. Miscuglio di lingue e dialetti, ma i nomadi (rigorosamente maschi) ne
facevano parte e ne erano fieri, perché non solo lavoravano, ma erano consci
della loro arte. I loro ragazzi cominciavano a frequentarlo attorno ai dieci anni. Lì
vicino, una piccola trattoria di quelle di una volta, dove concludere gli affari
con vino e salamella.
Quel posto, l'ho conosciuto che era già in declino. Si sa, il progresso. Vorrei
invitarvi ad andarci prima che sia troppo tardi e sparisca o si snaturi del
tutto: è in via Mentana angolo Procaccini, a Monza.
Ora, capitemi bene, la mia non è nostalgia ma curiosità. Il progresso avanza
anche fuori Italia, ma perché da noi queste "distrazioni" dal panorama urbano
sono destinate a perdersi e in Francia ogni schifosa cantina di campagna diventa
un museo? Perché negli Stati Uniti, in Inghilterra, Germania (per non parlare
della Scandinavia) tengono alla loro storia e la valorizzano, mentre da noi la
difesa delle tradizioni è sinonimo di movimenti razzisti? Non sarebbe più
interessante (anche economicamente, intendo) una grande città che oltre alle
fiere "istituzionali", coltivasse il turismo anche per i suoi abitanti?
C'è una risposta logica: il declino di certe attività, tra cui l'allevamento
e il commercio di cavalli.
Qualche riga fa, accennavo a quello che vedo quando sono fuori Italia. Anche voi
amereste viaggiare, se foste nati come me tra la Pirelli, la Falck e la
Marelli. Di quelle fabbriche, oggi non c'è rimasto niente. Al loro posto,
altrettanto squallido, il nuovo polo universitario della Bicocca che, anche se
firmato Renzo Piano, è solo una gettata di cemento con vari
parallelepipedi. E Tronchetti Provera graziato dal Comune, che si ritrova
tra le mani un capitale immobiliare favoloso. Oppure, capannoni industriali in
disuso, a perdita d'occhio.
Capannoni che finché restano in disuso, saranno il rifugio di Ucraini, Moldavi,
Rumeni e Rom arrivati qua con mezzi di fortuna. Per carità, non ce l'ho con
loro! In 10 anni, quei capannoni ne han visto di tutte le razze, ma mentre si
protesta perché dei poveri cercano un rifugio, nessuno trova niente da dire a
chi li lascia lì inutilizzati.
Non occorre grande fantasia per capire che chi si rifugia lì non troverà un
domani diverso, se non si è capaci di risolvere i problemi di chi è Rom, ma
abita in questa città da 40 anni ed è alle prese con un'altrettanto grave crisi
politica ed occupazionale epocale.
In quei fabbricati si lavorava il ferro e attorno c'era campagna. Non
occorrerebbe neanche tanto spazio o tanta spesa, per riadattarne qualcuno a
terreno di allevamento o piccola officina tradizionale, perché no, con
scuola annessa. Con una convenzione regionale, riqualificando l'occupazione
tradizionale di un popolo in crisi. E cominciando, nel contempo, ad operare
positivamente contro l'abusivismo, degli occupanti e dei proprietari.
Eppure, scorro TUTTI i programmi elettorali, e quelle cose che ho così chiare
in testa sembrano UTOPIA. Ma chi, se non gli amministratori pubblici,
dovrebbe interessarsene?
…ma, se non si trattasse di Rom, ma di confrontare gli appetiti immobiliari in
Italia e le prassi che all'estero funzionano da 30 anni, mi capireste?
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