Di Fabrizio (del 05/10/2010 @ 09:13:32, in scuola, visitato 1653 volte)
Da Amnesty Italia
Dal diario di Marek
Martedì 27 agosto
Mi chiamo Marek e vivo con il mio papà, la mia mamma, un fratello e due sorelle
nel villaggio rom, in periferia. Non abbiamo tanti soldi, ma i miei genitori
lavorano tanto e dicono che andare a scuola è importante per il mio futuro.
Mercoledì 2 ottobre
L’altro giorno a scuola la maestra mi ha sgridato ingiustamente. Penso che
io e la mia amica Anabela non le piacciamo molto. Siamo gli unici due bambini
rom nella nostra classe.
Oggi una psicologa è venuta a scuola e voleva parlare con me. Siamo andati in
un’aula da soli e mi ha chiesto di fare alcuni disegni e degli esercizi. Mi ha
chiesto: "Qual è la capitale della Slovacchia?" Io le ho risposto Bratislava.
Poi mi ha fatto altre domande e io sapevo tutte le risposte, ma non ho capito
perché mi ha interrogato.
Lunedì 27 novembre
Oggi a scuola sono stato mandato in un’altra classe. Anche i miei amici che
vivono nel villaggio rom come me sono stati messi in questa classe. È una classe
speciale per "bambini che sono lenti a imparare", così ha detto la maestra, ma
la mia mamma dice è la classe dei bambini rom. Infatti ci sono solo bambini rom
in classe con me, ora.
Io voglio tornare con i compagni. Mia mamma è andata a protestare dal preside,
ma ha detto che non posso tornare nella classe di prima. Ma io avevo buoni voti
ed ero uno degli alunni più bravi della classe.
Marek è un nome di fantasia, ma la sua storia è la storia di tante bambine e
tanti bambini rom che in Slovacchia sono privati del loro futuro perché
segregati in classi "speciali", frutto della discriminazione e del pregiudizio
nei confronti dei rom.
Dal 2007, Amnesty International sta chiedendo alle autorità slovacche di porre
fine a questa segregazione e di garantire un uguale accesso all’istruzione a
tutti i bambini e a tutte le bambine rom.
Di Fabrizio (del 25/09/2010 @ 09:33:03, in scuola, visitato 1531 volte)
16 settembre 2010 - L'ERRC (European Roma Rights Centre) invita tutti gli
interessati a presentare domanda per il prossimo Corso di formazione per i
diritti dei Rom/Sinti che sarà tenuto in Roma, Italia fra 8-14 Novembre
2010.
Il corso, della durata di 7 giorni è inteso per giovani Rom/Sinti, sia
studenti o attivisti per i diritti dei Rom/Sinti/Diritti Umani di tutta Italia.
Il corso offrirà un'introduzione ai diritti umani e un eccellente occasione di
scambio, confronto di idee e di esperienze e di innovazione per i partecipanti
che si trovano alle fasi iniziali della propria carriera.
Il corso di formazione costituirà un'occasione unica per immergersi nella
teoria e nella pratica dei diritti umani, i diritti delle minoranze e la lotta
alle discriminazioni, e di beneficiare dell'esperienza e delle conoscenze di
esperti impegnati nel campo dei diritti umani. Il programma intensivo comprende
un'ampia gamma di attività sociali che consentiranno ai partecipanti di
stabilire contatti tra di loro e con gli esperti, assicurando che il programma
sia istruttivo e piacevole.
Lo scopo principale del corso è lo sviluppo delle competenze in una nuova
generazione di attivisti Rom/Sinti nell'uso degli strumenti e dei meccanismi
nazionali, internazionali e regionali di promozione dei diritti dei Rom/Sinti,
sia a livello locale che internazionale, e nel combattere le discriminazioni a
partire dalla base fino al livello di governo nazionale.
Obiettivi del corso:
Analisi dei problemi e della situazione dei Rom/Sinti nei propri paesi
in relazione ai valori e ai principi dei diritti umani universalmente
accettati;
Sviluppo delle conoscenze nell'uso dei meccanismi nazionali
(legislazione nazionale) e internazionale degli strumenti per i diritti
umani (per es. Trattati delle Nazioni Unite, Trattati Europei, e altri
meccanismi legali e politici del Consiglio Europeo e dell'Unione Europea)
per proteggere e promuovere i diritti dei Rom;
Rafforzamento delle capacità di monitoraggio, denuncia e difesa contro
le violazioni dei diritti umani;
Aumento della capacità di applicare le nozioni apprese all'interno delle
organizzazioni e delle società/comunità, e
Esplorazione e facilitazione delle occasioni per stabilire contatti e
sviluppare collaborazioni con esperti e ONG per sostenere la causa dei
diritti dei Rom in Italia e in tutta Europa.
Partecipanti:
Il Corso di formazione per i diritti dei Rom fa parte del programma ERRC per
aumentare le conoscenze degli attivisti Rom/Sinti. Le domande di partecipazione
da parte degli attivisti Rom/Sinti interessati ai diritti umani sono
benvenute. I candidati dovranno:
possedere una buona conoscenza della lingua italiana orale e scritta (il
corso prevede la lettura di documenti e materiale didattico),
avere un'età compresa tra i 20 e i 35 anni
possedere almeno una diploma di scuola secondaria.
I candidati dovranno dimostrare di essere attivi nel campo dei problemi dei
Rom/Sinti e/o nel lavoro con le comunità Rom/Sinti in Italia. ERRC attribuisce
particolare importanza alla partecipazione di donne Rom/Sinti, individui LGBT,
Rom/Sinti portatori di handicap e altri tipi di minoranze.
Procedura per la presentazione delle domande:
Gli aspiranti alla partecipazione al corso dovranno presentare quanto segue:
Lettera di presentazione da parte di un insegnante, professore o
supervisore (leader di una comunità, leader religioso o attuale datore di
lavoro) che sia a conoscenza del lavoro del candidato e del suo impegno nel
campo dei diritti dei Rom/Sinti. La lettera dovrà spiegare la natura della
relazione con il candidato, la durata della conoscenza reciproca, ed
evidenziare i principali motivi che rendono il candidato adatto a
partecipare al Corso di Formazione ERRC per i diritti dei Rom/Sinti.
Ai partecipanti selezionati verrà garantita una borsa di studio per il Corso
di Formazione ERRC per i diritti di Rom/Sinti.Tutte le domande di iscrizione,
corredate della documentazione di supporto completa, devono essere ricevute al
più tardi entro il 17 ottobre 2010. Si invitano cordialmente i candidati
a presentare le proprie domande di partecipazione prima di tale scadenza.
Le domande di iscrizione complete devono essere inviate per e-mail, come
allegato, a Dora Eke: dora.eke@errc.org. Oggetto dell'e-mail: Corso di
addestramento 2010 per i diritti dei Rom/Sinti.
Da Metro 14-10-2010 pag11 Piccoli rom a scuola.
Scuola da una settimana vagano fra ponti e zone degradate della città in cerca
di un riparo, sfuggendo ai ripetuti sgomberi. Ma ieri mattina si sono presentati
puntualmente sui loro banchi per il primo giorno di scuola. Per i 17 bimbi rom,
fino a non pochi giorni fa accampati in via Rubattino, ieri, è suonata la prima
campanella. Per altri 12 iscritti nelle elementari di Lambrate e Crescenzago,
no. I continui spostamenti hanno impedito loro di arrivare in classe."Nelle
condizioni in cui si trovano ora - spiega Elisa Giunipero della Comunità di
Sant'Egidio - era veramente difficile vederli a scuola. E invece 17 di loro
c'erano, a dimostrazione della grande volontà di integrazione, da parte loro e
dei loro genitori. Alcuni sono stati accompagnati dai volontari, altri sono
venuti con le famiglie - C'è chi ha fatto anche un'ora di strada per portarli a
scuola. Speriamo di rivederli anche nei prossimi giorni "Maestre e volontari
sono convinti che, senza il recente sgombero, ieri in classe sarebbero arrivati
tutti e ventinove." E invece di quei dodici non sappiamo nulla - racconta
Flaviana Robbiati, che insegna nell'elementare di via Cima - chissà dove sono.
Forse a nascondersi fra qualche cespuglio...Purtroppo questi piccoli vedono cose
che i bambini non dovrebbero vedere. Così non va bene"
Marco Bresolin
da d-news
14-09-2010 Diciassette presenti su 29 rom di via Rubattino Banchi vuoti a Lambrate e Crescenzago. Ieri altro blitz.
Su ventinove iscritti dai 5 ai 13 anni alle scuole di Lambrate e Crescenzago,
ieri mattina, primo giorno di scuola, se ne sono presentati 17. Quattro iscritti
alle medie, tutti gli altri alle elementari. Sono arrivati con le cartelle e gli
zaini preparati con una colletta, dai genitori e dagli insegnanti che in questi
anni, insieme alla Comunità di Sant'Egidio stanno portando avanti numerosi
progetti di integrazione. Una famiglia di rom ha dormito nei giardini davanti
alla scuola di via Feltre per garatnire la le lezioni al figlio. La mamma ha
partorito con un taglio cesareo 11 giorni fa. E ieri gli agenti della municipale
hanno sgomberato ancora: 24 rom allontanati da Rubattino che si erano fermati in
via Gozzoli.
da Dnews (freepress), 13 settembre 2010 Rubattino.
Lo sconforto dei volontari: «I blitz spostano il problema, non lo risolvono»
Primo giorno di scuola per i bimbi rom. «Ma ci aspettiamo molti banchi vuoti»
Docce in parrocchia:
Ieri pomeriggio, decine di alunni in via Pitteri per prepararsi al rientro in
classe
Enza Mastromatteo
Milano
Stamattina suona la campanella di inizio lezioni anche per i 29 bambini
sgomberati dal campo irregolare di via Rubattino, martedì scorso. «E purtroppo
ci aspettiamo molti banchi vuoti», spiega Stefano Pasta, della Comunità di
Sant'Egidio. «Nell'ultima settimana, alcune famiglie hanno subito un
allontanamento al giorno. Ora sappiamo dove sono, riusciamo a restare in
contatto con loro, ma domani chissà...», continua Pasta. Alcuni frequentano le
classi delle scuole di Crescenzago e Lambrate già da due o tre anni. Per altri è
il primo giorno. Da settimane, la comunità di Sant'Egidio, assieme alle maestre
e al comitato genitori della scuola di via Feltre, nella parrocchia dei Santi
Martino e Gerolamo Emiliani, portano avanti i corsi pre-scuola. «Questi sgomberi
mandano all'aria il faticoso lavoro di questi anni. Il degrado in cui vivono non
si combatte con i blitz, ma con l'integrazione», spiega Pasta, elencando i
risultati raggiunti finora: due case cointestate a famiglie milanesi e rom,14
famiglie inserite in progetti di inserimento abitativo e borse lavoro per
genitori rom, trasformate in assunzioni. «A novembre scorso c'erano 300 nomadi
in via Rubattino. Martedì scorso erano meno di 200. Che fine hanno fatto gli
altri? Non li hanno mandati via le ruspe, ma questi progetti di integrazione»,
sottolinea Pasta. Ieri pomeriggio, i volontari erano nella parrocchia di via
Pitteri per permettere ai bimbi di fare una doccia. Gli sfollati di Rubattino
hanno trovato una "casa" in altri posti di fortuna, all'ombra di nuove baracche.
E stamattina alcuni di loro ci metteranno fino a un'ora e mezza di strada sui
mezzi pubblici per raggiungere le loro scuole. Sempre che non arrivino di nuovo
le ruspe.
Di Fabrizio (del 11/09/2010 @ 09:10:54, in scuola, visitato 1472 volte)
Segnalazione di Marco Brazzoduro
Stamattina, 9 settembre 2010, le operazioni del Comune di Roma contro gli
insediamenti spontanei dei rom sono entrate nel vivo. Fin dalla mattina su via
Prenestina, all’altezza di via De Chirico, un numero sproporzionato di
appartenenti alle forze dell’ordine (polizia, carabinieri e municipale) è
stato impegnato per procedere allo sgombero forzato di circa 80 rom provenienti
da Craiova (Romania), di cui la metà bambini, che risiedevano da diversi mesi in
una fatiscente costruzione abbandonata.
Molti dei bambini erano prossimi a cominciare il nuovo anno scolastico.
Non ci è stato possibile entrare nello spazio durante le operazioni di
polizia, l’unica proposta d’accoglienza offerta dalle Istituzioni riguardava
l’inserimento nei centri d’accoglienza comunali per sole donne e bambini e per
un periodo di tempo limitato. Per quanto ci risulta tutti hanno rifiutato questa
offerta di finta accoglienza volta a separare i padri dalle madri e i figli.
Le famiglie rom si sono quindi disperse sul territorio senza alcuna soluzione
e continuamente incalzate dalle forze dell’ordine.
Per i bambini lunedì non suonerà la campanella della scuola e, assieme ai
loro genitori, trascorreranno la notte tra parchi e cespugli alla ricerca di un
pertugio dove rifugiarsi. Questa è la soluzione del Comune di Roma, del Prefetto
Pecoraro e del Ministro Maroni.
Vogliamo ricordare alle Autorità competenti che, come ribadito all’Italia da
Amnesty International, secondo la normativa internazionale, lo Stato ha il
dovere di assicurare che nessuno rimanga senzatetto a causa di uno sgombero, se
non può permettere un altro alloggio, le autorità sono tenute a fornire
un’abitazione alternativa adeguata, sia che tu sia un uomo che una donna.
Se il buongiorno si vede dal mattino siamo di fronte all’inizio dell’ennesima
illegale caccia al Rom.
POPICA ONLUS
ARCI ROMA
Claudio Graziano responsabile immigrazione ARCI di Roma
tel 3939465522-0641734712
www.arciroma.it
Di Fabrizio (del 09/09/2010 @ 11:23:54, in scuola, visitato 1883 volte)
Ricevo da Stefano Pasta
ASSOCIAZIONE GENITORI SCUOLA
ELEMENTARE "BRUNO MUNARI"
Milano, 8 settembre '10
Ieri mattina hanno sgomberato il campo rom di via Rubattino.
Come nel novembre dell'anno scorso, come papà e mamme dei compagni di classe di
questi bambini eravamo presenti allo sgombero. Con noi le maestre dei nostri
figli.
Uno sgombero annunciato. Ci siamo trovati verso le sei circa, nella speranza di
un falso allarme, ma purtroppo, così non è stato.
Verso le sette, la pioggia e il freddo hanno scortato le forze dell'ordine e le
ruspe dentro il campo.
Una storia che si ripete, la peggiore. Donne, uomini e bambini a cui non si
offre nessuna speranza, nessun futuro, nessuna umanità.
Tra cinque giorni, molti dei bambini presenti (29) avrebbero ripreso la scuola.
L'unica possibilità per poter pensare ad un futuro diverso dai propri padri,
dalle proprie madri. Negato. Bambini senza diritto di istruzione.
Senza il diritto di sapere che si può vivere diversamente.
Ieri mattina, mentre ero nel campo, osservavo la barbarie di quella scena, donne
uomini e bambini accampati tra la sporcizia, i topi, il freddo; e le Autorità
che come unica soluzione, non riescono a fare altro che cacciarli, nella
speranza che possano scomparire in altra sporcizia, convivere con altri topi,
magari in un altro Comune. Tutto mi portava ad una considerazione: non è
cambiato nulla.
Ora mentre scrivo mi accorgo che in realtà non è così.
Grazie all'impegno in quest'ultimo anno da parte delle maestre, delle mamme di
Rubattino e delle comunità che operano nell'assistenza, come la Comunità di S.
Egidio, qualcosa è cambiato:
si è creata una rete di solidarietà, di affetto, di contatti che con le proprie
sole forze è riuscita a dare qualche speranza a qualcuna di queste famiglie.
Qualche genitore Rom ha trovato lavoro, seppur temporaneo;
qualche famiglia Rom è riuscita a trovare anche una casa.
Tutte le famiglie Rom hanno compreso l'importanza della scuola per i propri
figli ed hanno messo in atto una grande determinazione e volontà nel far
frequentare con continuità le lezioni, nonostante i continui disagi e incertezze
a cui dovevano far fronte. Hanno capito che, attraverso la scuola, un processo
di integrazione è possibile. I bambini Rom hanno festeggiato con i nostri figli
i compleanni, partecipato alle feste della scuola.
La politica e le istituzioni hanno offerto solo sgomberi. Sgomberi che hanno
comunque un costo molto alto, nella speranza di essere ripagati con la moneta
elettorale. Ero al campo e la sola cosa che le istituzioni offrivano, senza
peraltro grande convinzione, è lo smembramento delle famiglie. Allontanare gli
uomini dalle donne e dai propri figli.
Alcune maestre e mamme del nostro circolo, con la Comunità di S. Egidio, avevano
già iniziato in questi giorni, un pre-scuola con i bambini Rom.
Sarà difficile, ma sono convinto che qualcosa cambierà ancora. Le maestre
cercheranno ancora i propri alunni e i nostri figli inviteranno i loro compagni
di classe ad una festa.
L'Associazione Genitori della Scuola Munari sarà al loro fianco.
Di Fabrizio (del 07/09/2010 @ 09:30:41, in scuola, visitato 1899 volte)
Ricevo da Patrizia Quartieri
Ieri mi sono recata al campo Rom di via Rubattino, un insediamento spontaneo
che si è riformato dopo lo sgombero dello scorso anno e dove, a fianco di una
tranquilla vita di un gruppo sociale, ho constatato le condizioni igieniche e
abitative in cui circa 200 persone si vedono costrette a vivere: la mancanza di
acqua e la totale assenza dell'Amsa creano una situazione di cui i Rom stessi
percepiscono la pericolosità.
Constata la situazione si pone un problema politico: si vuole o non si
vuole risolvere il problema dei Rom? Lo sgombero dato per imminente non farà
altro che spostare baracche, precarietà e emergenza sanitaria in altri
quartieri.
Non si può aspettare oltre senza pensare a soluzioni vere: abitazioni e
accompagnamenti lavorativi che mettano in grado queste famiglie di poter pagare
l'affitto, mandare i figli a scuola e integrarsi realmente.
Tutto questo sarebbe costato meno degli sgomberi.
Gli sgomberi perpetuano i campi abusivi e le situazioni di pericolo, di cui
le istituzioni diventano responsabili.
Metà degli occupanti sono bambini, una quarantina dei quali è iscritta alla
scuola dell'obbligo; dalla scorsa settimana venti di loro hanno già iniziato
un'attività scolastica con altrettanti volontari del quartiere.
Sgombero significa che l'anno scolastico non lo potranno nemmeno iniziare,
nonostante la loro volontà. Si chiama "scuola dell'obbligo" solo perché è
obbligatorio frequentarla o anche perché lo Stato e obbligato a permetterne la
frequenza?
Genitori e insegnanti avevano già posto il problema alle istituzioni
cittadine nell'estate (v. sotto)
Ines Patrizia Quartieri Consigliere comunale
• al Sindaco di Milano
• al Presidente del Tribunale dei Minori di Milano
• al Prefetto di Milano
• al Questore di Milano
• al Direttore dll’USP di Milano
• al Direttore dell’USR della Lombardia
• al Presidente della Repubblica Italiana
E p. c.
• ai Consiglieri Comunali di Milano
• all’Assessore alle politiche sociali del Comune di Milano
• ad Amnesty International
• agli organi di stampa
Oggetto: sgomberi insediamenti rom e diritto alla scuola
Egregi Signori,
alcuni scolari di etnia rom che frequentano le scuole dell’obbligo a Milano
sono stati bocciati al termine del corrente anno scolastico a causa dell’elevato
numero di assenze.
Tali assenze sono la conseguenza della catena di sgomberi che hanno subito
da novembre in poi.
Ora ci troviamo davanti a un paradosso: le istituzioni con gli sgomberi
rendono impossibile la frequenza, e sono sempre le istituzioni a bocciare
perché le assenze sono troppe.
Ugualmente negativa è la situazione dei bambini che sono stati promossi pur
avendo frequentato poco: a loro di fatto è stato impedito di apprendere e di
avere una vita regolare, come loro diritto.
Dopo uno dei tanti sgomberi, in due casi, abbiamo anche provveduto al
trasferimento ad altra scuola vicina al nuovo insediamento, ma dopo dieci
giorni di frequenza un altro sgombero ha reso vana la nostra azione.
Il 13 settembre inizierà il nuovo anno scolastico, e il rischio fortissimo cui
ci
troviamo di fronte è quello di ripetere l’esperienza di quest’anno: decine e
decine di bambini cui di fatto viene negato il diritto alla scuola.
Chiediamo alle istituzioni da voi presiedute di affrontare il problema e di
trovare entro settembre una soluzione affinchè l’anno scolastico possa
iniziare anche per i bambini rom sotto il segno del rispetto, della serenità,
della continuità, dell’osservanza dei diritti sanciti dalla Costituzione e
dall’ordinamento giuridico nazionale e internazionale.
Siamo a vostra disposizione per proporre soluzioni.
Di Fabrizio (del 13/08/2010 @ 09:29:21, in scuola, visitato 2165 volte)
Segnalazione di Marco Brazzoduro
Redattore Sociale - 29/07/2010
La denuncia di due docenti, preoccupate per la frequenza di 15 bambini
iscritti negli istituti di via Feltre e via dei Pini, alla riapertura delle
lezioni. L'assessore Moioli: "Non spetta alle insegnanti occuparsi della
sicurezza"
MILANO - "Non spetta alle insegnanti occuparsi della sicurezza": risponde così
Mariolina Moioli, assessore ai servizi sociali del comune di Milano, alle due
insegnanti, Flaviana Robbiati e Stefania Faggi, delle scuole di via Feltre e via
dei Pini, che le hanno scritto una lettera un paio di settimane fa per
esprimerle la loro preoccupazione per i 15 bambini rom che frequentano i due
istituti. Bambini che vivono nei vecchi capannoni dismessi di via Rubattino,
insieme a circa 200 altri rom. Il rischio, secondo le insegnanti, è che gli
sgomberi compromettano la loro frequenza alle lezioni. Questa mattina il sindaco
Letizia Moratti e l'assessore hanno visitato proprio la scuola di via Feltre per
celebrare la chiusura dei centri estivi. "Nella legalità c'è accoglienza per
tutti - afferma Mariolina Moioli -. Il tema della sicurezza e la salvaguardia
dei bambini, però, spetta innanzitutto al comune e poi agli insegnanti".
La lettera è sottoscritta anche da due genitori ed è indirizzata anche al
Prefetto, al Questore, ai provveditori regionale e provinciale all'Istruzione,
al Sindaco, ai consiglieri comunali e a Amnesty International. "Alcuni scolari
di etnia rom che frequentano le scuole dell'obbligo a Milano sono stati bocciati
a causa dell'elevato numero di assenze -si legge-. Tali assenze sono la
conseguenza della catena di sgomberi che hanno subito da novembre in poi. Ora ci
troviamo di fronte a un paradosso: le istituzioni con gli sgomberi rendono
impossibile la frequenza, e sono sempre le istituzioni a bocciare perché le
assenze sono troppe". Le insegnanti voglio capire cosa accadrà ai loro alunni
rom alla riapertura delle scuole. "Il 13 settembre inizierà il nuovo anno
scolastico, e il rischio fortissimo cui ci troviamo di fronte è quello di
ripetere l'esperienza di quest'anno: decine di bambini cui di fatto viene negato
il diritto alla scuola. Chiediamo alle istituzioni da voi presiedute di
affrontare il problema e di trovare entro settembre una soluzione affinché
l'anno scolastico possa iniziare anche per i bambini rom sotto il segno del
rispetto, della serenità, della continuità, dell'osservanza dei diritti sanciti
dalla Costituzione e dall'ordinamento giuridico nazionale e internazionale".
Durante la visita alla scuola di via Feltre, l'assessore Moioli ha annunciato
che Milano è stata premiata dal "Fiuggi Family Festival" come "Comune amico
delle famiglie". Insieme a Milano il riconoscimento è stato assegnato anche ai
comuni di Bareggio (Mi) e Parma. "Il premio non è per un progetto specifico
-sottolinea il sindaco Letizia Moratti-, ma a un modello che abbiamo attuato per
dare risposte alle domande delle famiglie". (dp)
ČTK | 3 agosto 2010
Berlino, 2 agosto (CTK) - L'attivista Georg Armbruester ha detto lunedì a CTK
che le organizzazioni romanì della Germania centrale premieranno un gruppo di 18
giovani rom di Ostrava, Moravia settentrionale, per aver vinto nel 2007 presso
la Corte Europea dei Diritti Umani un ricorso legale contro lo stato ceco per
discriminazione nell'istruzione (vedi
QUI ndr.)
I Rom cechi riceveranno il riconoscimento il 16 dicembre a Berlino, ha detto
Armbruester, del Centro Culturale di Documentazione dei Sinti e Rom Tedeschi ad
Heidelberg.
"Saranno premiati per il loro coraggioso impegno," ha detto Armbruester.
Il tribunale aveva stabilito che la Repubblica Ceca aveva violato il divieto
di discriminazione contenuto nella Convenzione Europea sui Diritti Umani, quando
mandò 18 bambini di origine romanì in scuole speciali per bambini con difficoltà
d'apprendimento.
I Rom di Ostrava, di età tra i 16 e i 22 anni, hanno fatto ricorso a
Strasburgo per essere stati messi in scuole speciali nel periodo 1996-1999, in
circostanze che violavano la Convenzione Europea sui Diritti Umani.
Il tribunale assegnò 4.000 euro a titolo di risarcimento per i danni morali
subiti a ciascuno dei 18 ricorrenti ed un totale di 10.000 euro a tutti
loro come risarcimento per le spese processuali.
Armbruester ha aggiunto che i giovani erano tra i candidati al primo premio,
il Premio Europeo dei Sinti e Rom per i Diritti Umani, che è poi andato all'ex
presidente del Parlamento Europeo, la francese Simone Veil.
"La giuria aveva un problema nel concordare su un premio unico. Come
risultato, Manfred
Lautenschlager, fondatore del premio, ha detto che in apprezzamento allo sforzo
dei giovani, verrà loro conferito un riconoscimento speciale," ha detto Armbruester.
Assieme a loro, lo riceverà anche Agnes
Daroczi, attivista ungherese per i diritti dei Rom.
Il premio viene assegnato ogni due anni. E' sponsorizzato con 15.000 euro. La
prima volta venne assegnato nel 2008 all'ex ministro degli esteri polacco, Wladyslaw
Bartoszewski.
Di Fabrizio (del 21/07/2010 @ 09:13:47, in scuola, visitato 1871 volte)
La notizia viene ripresa anche da
Inviato Speciale, riporto invece quanto pubblicato dall'Avvenire
(credo versione cartacea, segnalazione di Marco Brazzoduro)
Le "mamme-maestre" di via Feltre chiedono alle Istituzioni una soluzione
per il nuovo anno scolastico "Rom bocciati per troppe assenze" DI DANIELA FASSINI
Costretti a continue e prolungate assenze, a causa degli sgomberi, alcuni
bambini rom, nell'anno scolastico che si è appena concluso, non so no stati
ammessi alla classe successiva. "Diversi bambini sono sta ti bocciati perché non
han no raggiunto il numero minimo delle presenze sufficienti per la promozione",
racconta Assunta, in segnante della scuola primaria ma anche attiva nel
l'organizzazione volontaria delle mamme-maestre di via Feltre, affiancate
dalla Comunità di Sant'Egidio, per l'integrazione dei rom romeni più volte
sgomberati dagli insediamenti di Lambrate e Rubattino.
"Così abbiamo deciso di scrivere una lettera alle istituzioni, al sindaco ma
anche al presidente dei Tribunale dei minori, al prefetto, al questore e per
conoscenza ad Amnesty International – informa 'la mamma–maestra' – per
affrontare il problema e trovare entro settembre una soluzione". "Ora ci
troviamo davanti a un paradosso – scrivono nella lettera – le istituzioni con
gli sgomberi rendono impossibile la frequenza e sono sempre le istituzioni a
bocciare perché le assenze sono troppe" . Sono perlopiù bambini i scritti alle
scuole primarie, 12 per l'esattezza, che dovrebbero proseguire gli studi già
iniziati e altrettanti nuovi iscritti, qualcuno anche alle medie.
"Chiediamo semplice mente che l'anno scolasti co possa iniziare anche per i
bambini rom sotto il segno del rispetto, della serenità, della continuità,
dell'osservanza dei diritti sanciti dalla costituzione e dall'ordinamento
giuridico nazionale ed internazionale " conclude Assunta.
Sancito da convenzioni, patti e stabilito negli standard internazionali sui di
ritti umani, quello all'istruzione è un diritto che tutti devono garantire. Per
i bambini rom è anche qualcosa di più: per loro l'istruzione è una possibilità
di riscatto, dalla povertà e dall'emarginazione.
IL CASO: CINQUE SGOMBERI E A SCUOLA TRA MILLE DIFFICOLTÀ "Simone ha nove anni e frequentava la terza elementare quando lo scorso 19
novembre ha subito il primo sgombero da via Rubattino" inizia così il racconto
di Stefano, volontario della Comunità di Sant'Egidio che ha seguito la vicenda
personale di Simone, bocciato a scuola per le troppe assenze. "Da lì, dopo pochi
giorni, la famiglia ha trovato 'rifugio momentaneo' in via Forlanini. Simone
riusciva a frequentare la scuola, anche se non c'erano mezzi pubblici".
Allontanata da Forlanini, a inizio anno, la famiglia si è poi trasferita in via
Lorenteggio. Stefano e alcuni volontari della Comunità avevano già iniziato le
pratiche per il trasferimento della scuola di Simone, impossibilitato a
raggiungere tutte le mattine via Rubattino da Lorenteggio. "Neppure il tempo di
completare le pratiche, ed ecco l'ennesimo sgombero – prosegue il racconto
Stefano – Li abbiamo ritrovati a Chiaravalle e lì Simone ha potuto, ma solo per
una settimana, frequentare la scuola di via Ravenna, al quartiere Corvetto".
Poi il 9 febbraio lo sgombero da Chiaravalle. Quella mattina Samuel era andato a
scuola. "Dopo un mese passato a girovagare, la famiglia si è nuovamente
insediata a Rubattino e tra aprile e maggio Simone è riuscito a frequentare la
scuola, quella in cui aveva iniziato l'anno scolastico. Ma a fine anno aveva
accumulato troppe assenze". (D.Fas.)
Tutti Giù Per Terra - 1997 - Walter lavora come obbiettore dell'ufficio
immigrazione col compito di "Regolare la scolarizzazione dei Bambini Nomadi".
Compito tutt'altro che facile. Anche per l'ignoranza delle maestre delle
elementari...
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