Di Fabrizio (del 17/04/2006 @ 17:30:20, in Europa, visitato 2622 volte)
Come forse avrete già letto, il Danubio è in piena e minaccia di rompere
gli argini in vari punti in Serbia, Bulgaria e Romania. Un autunno
particolarmente piovoso, le temperature invernali rigide e il disgelo hanno
concorso a determinare questa situazione. Quello che segue è un bilancio
particolareggiato che mi arriva da Roma
Virtual Network:
16/04/2006 - 14:15:35: Cresce l'emergenza nella Serbia settentrionale e
ovunque nei Balcani, e oggi i volontari hanno lottato per rafforzare gli argini
del Danubio e dei suoi affluenti con barriere di sabbia.
In Romania il governo ha disposto l'allagamento controllato di migliaia di
acri coltivati, per prevenire la minaccia che pesa sulle comunità danubiane.
Nella Bulgaria nord-occidentale, il Danubio ha invaso la zona industriale
della città di Vidin, dove il livello dell'acqua ha raggiunto i 97 cm. E'
stato approntato un campo di tende d'emergenza per 1200 persone, appena fuori
città.
Circa il 40% della vicina città portuale di Nikopol (Romania) è
sommersa dall'acqua, che minaccia di raggiungere la stazione dell'acqua potabile
e di interrompere l'approvvigionamento cittadino. In centinaia hanno lasciato la
città.
Le autorità in Romania hanno evacuato circa 600 persone di diverse comunità
danubiane, dopo che il fiume ha rotto le dighe nelle regioni meridionali.
In Serbia il livello dell'acqua non è cresciuto così tanto, ma a Belgrado
- che si trova alla confluenza tra la Sava e il Danubio - le strade più basse
sono sott'acqua e anche la fortezza cittadina è stata inondata. Il sindaco Nenad
Bogdanovic si è impegnato a riparare un centinaio di edifici danneggiati dalla
piena e ad evacuare i Rom che vivono accanto alla Sava verso il vicino centro
sportivo. Ha disposto anche il rafforzamento degli argini.
Presso Veliko Gradiste, città a 60 miglia ad est di Belgrado e vicino
al confine rumeno, durante la notte il fiume ha superato di un metro il livello
record. Nella zona imperversa anche un forte vento da sud-est, che risulta
minacciare le protezioni di sabbia.
Nella vicina Golubac, le sirene richiamano centinaia di persone per
risistemare le barriere danneggiate. Le pompe lottano per liberare le strade
cittadine dall'acqua.
All'inizio della settimana il governo serbo ha introdotto misure d'emergenza.
Nella città orientale di Smederevo, le autorità hanno precettato tutti
i disoccupati nelle attività municipali sulle sponde del Danubio. Dozzine di
residenti sono stati evacuati in un centro rifugiato e 5.000 acri di terra
coltivata sono stati inondati. La Croce Rossa ha inviato a Smederevo 450
materassi, coperte e paia di stivali. Zvonko Kostic, incaricato delle vie
d'acqua di Smederevo, fa notare che a parte Belgrado, sono poche le città serbe
attrezzate con macchinari per fronteggiare in tempo reale gli allagamenti. "I
volontari non ce la fanno più" conclude.
Gli abitanti di Ritopek, villaggio a 9 miglia a sud-est di Belgrado,
sono arrabbiati contro il mancato intervento delle autorità. Raccontano che le
famiglie sono rimaste da sole ad operare contro lì'acqua che ha sommerso la
comunità. "Praticamente, ci hanno dimenticati. Tutto quello che hanno fatto è
stato inviare un camion con della terra e scaricarla qui," testimonia Andra
Miletic ad AP Television News.
Nella provincia settentrionale della Vojvodina - detta anche il granaio della
Serbia, per la sua produzione di farina e mais - le violente piogge hanno
ingrossato il Danubio e i suoi affluenti, sommergendo completamente 25.000 acri
di terra coltivata e trasformandone altri 500.000 in distese di fango che
mettono a rischio i raccolti.
Di Fabrizio (del 18/04/2006 @ 10:15:06, in Kumpanija, visitato 2170 volte)
Il tempo si è fermato per gli zingari Tamil Nadu
By Papri Sri Raman, Chennai: Rakamma si alza in piedi accanto al cancello del tempio di Kapaleeswar, a Mylapore, per richiamare l'attenzione dei passanti sulle collane, orecchini e oggetti in legno che vuole vendere.
Ma chi sta passando in processione o come semplice turista, non ha tempo di fermarsi alle bancarelle della comunità degli zingari Narikurava. Che si alternino gli anni e le elezioni, niente sembra cambiare per Rakamma e altri 20.000 della sua etnia.
"Siamo immobili nel tempo, come i gargoyles del tempio che sorridendo aspettano le processioni" dice Rakamma.
I Tamil Nadu sono gruppi nomadici che di volta in volta hanno attraversato il Deccan col loro bestiame, cacciando, vendendo erbe e olii medicinali. Sono un popolo alla mano e poliglotta, capaci di parlare il Marathi, l'Hindi o l'Urdu, e persino il Kashmiri.
Le donne indossano lunghe gonne colorate e monili in rilievo, gli uomini legano i capelli in una coda e indossano vestiti tradizionali, che li rendono riconoscibili per strada.
Ma le leggi sono cambiate e gli zingari del XXI secolo non possono più vivere della caccia tradizionale, così oggi vivono accanto a discariche e campano di lavori insalubri che tradizionalmente non appartengono loro.
Tutto ciò che Rakamma ha per casa è una stanza comune in una colonia apposita per gli zingari, chiamata Periyar Nagar, ai margini della città.
L'insediamento è a poche centinaia di metri dal Tidel Park, il polo IT cittadino, ma a Periyar Nagar al posto di computer, si trovano file infinite di contenitori colorati, portati da bambini che dovrebbero essere a scuola e che si dirigono verso l'autocisterna incaricata della distribuzione di acqua potabile.
Sotto la copertina di politene che protegge un album di fotografie, Rakamma mostra i documenti di identità e una foto sbiadita presa da un giornale, che riprende una carica della polizia, per disperdere i Tamil Nadu che parlavano con i giornalisti.
Ma Rakamma, 41 anni, sua sorella Sokamam, Padmini, Vijayalakshmi e i bambini Yasmini e Sivaraj dagli occhi scurissimi, non hanno smesso di raccontare le loro storie su come il sistema di giustizia sociale si è probabilmente dimenticato di loro.
"Ho venduto stoffe davanti a questo tempio per 13 anni. Ci sedevamo proprio lì davanti. Due anni fa la polizia ci ha spostato in strada," si lamenta Rakamma.
Molti dei bambini di Periyar Nagar non frequentano la scuola oltre il primo o il secondo anno, nessuna autorità si incarica di sostegno scolastico o di affinare le loro abilità linguistiche.
Alcune OnG li hanno aiutati nel commerciare i loro vestiti tradizionali, un loro collier venduto in aree come Eliots Beach e Besant Nagar può fruttare anche più di 70 Rupie.
Ma come possono i giovani e le giovani di un'intera comunità sopravvivere soltanto fabbricando vestiti?
Per questo la Tamil Nadu Pazhangudi Vagirivel Workers Association ha consegnato un memorandum al governo per portarlo a discutere sulle condizioni dei Narikurava.
Chiedono inoltre due acri di terra incolta a famiglia, come era stato loro promesso in periodo elettorale. La comunità vuole coltivare frutta ed erbe medicinali. E vuole un centro per prendersi cura dei figli.
Intanto, i piccoli rimangono stretti alle madri, vendendo stoffe per la strada.
ROM VILLAGE music in friendship from local to global village
La Mahalla li ha incrociati due volte (QUI e QUI) qualcuno di loro ha anche preso parte a Miracolo a Scala.
La fisarmonica di Sever, la voce di Alina, le percussioni di Pãnica... una sana sferzata di energia per il rientro dal ponte pasquale.
Il gruppo, sino a giugno viveva nell'accampamento di via Capo Rizzuto. Dopo lo sgombero, hanno avuto la fortuna di finire ospiti alla Casa della Carità di don Colmegna. La casa ora ferve di iniziative, accoglienza e progetti. Tra questi, il lancio del nuovo gruppo musicale.
Di Fabrizio (del 19/04/2006 @ 01:55:52, in sport, visitato 1939 volte)
I maschi di una certa età, diciamo oltre i 45 anni, forse si ricorderanno di un pittoresco allenatore di calcio degli anni '60, tale Oronzo Pugliese: faccia antica da contadino del Sud, prima delle partite importanti portava una gallina sul campo di calcio, o ci spargeva del sale benedetto, a mo' di rito scaramantico.
Altri tempi, altro calcio... In Inghilterra, paese moderno, ecco cosa succede oggi (grazie a Sucar Drom per la gustosa notizia)
Birmingham, maledizione romnichals sul club di calcio inglese?
Il 15 aprile la Adnkronos ha battuto un'agenzia curiosa, si parla di una strana e antica maledizione "gitana" che sarebbe la causa che si cela dietro a tutti i mali del Birmingham City, attualmente in piena zona retrocessione e con l'infermeria piena di infortunati.
Ad affermarlo è Barry Fry, allenatore del club inglese dal 1993 al 1996, secondo cui lo stadio del 'City', il Saint Andrews, sarebbe stato costruito sopra un antico "campo nomade", comportando lo sgombero delle famiglie che occupavano l'area, che si sarebbero vendicati lanciando una maledizione.
Fry ha spiegato di essere riuscito a suo tempo ad allontanare il maleficio con un rituale piuttosto singolare, che ora raccomanda anche all'attuale tecnico del Birmingham, Steve Bruce: orinare ai quattro angoli del campo di gioco.
"Quando ero al Birmingham esisteva questa vecchia maledizione gitana -ha spiegato Fry al 'Mirror'-. Speravo sinceramente di essere riuscito a cancellarla, ma a quanto pare sembra essere tornata".
Di Fabrizio (del 19/04/2006 @ 09:11:00, in Europa, visitato 2098 volte)
Più o meno dello stesso tenore e raccolte a fine ferie pasquali...
Nella Lituania meridionale vicino alla cittadina di Alytus, una decina di
Skinhads assaltano e feriscono 6 immigrati provenienti dalle regioni
asiatiche dell´ex Unione Sovietica,sempre nella lituania meridionale sono
frequenti i contatti tra neo-nazisti Lituani e gli Skinheads Bielo-Russi,pare
che forniscano i loro camerati bielorussi di materiale propagandistico
anticomunista.
In Ukrania nella parte occidentale del paese, Skinheads ucraini e
polacchi fanno raduni e concerti all´insegna del "Potere Bianco"e
dell´anticomunismo militante anti-russo,creando non poche tensioni con i
russi ukraini delle zone orientali del paese, che a sua volta si organizzano
in gruppi e bande nazionaliste filo-russe.
A Sofia lo scorribanda di gruppi neo-nazisti legati alle tifoserie ultrá
continua indisturbato,lo scorso anno nella sola Sofia si sono registrate
oltre duecento aggressioni a studenti e musicisti di colore,in uno di questi
attacchi,un musicista africano ha perso la vita, due zingari sono stati
uccisi a bastonate alla periferia di sofia é un punk anarchico ucciso,
accoltellato alla gola.
Ma anche nella lontana siberia l´orda bruna non sembra fermarsi, nelle
principali metropoli siberiane sono attive bande di nazi-skins che attaccano
la popolazione asiatica geridando "Potere ai russi".
In tutto questo il democratico occidente tace nella speranza di buoni
accordi commerciali con i nuovi zar bruni.
Un gruppo di skinhead armati di spranghe ha attaccato un campo di zingari
nella città di Volzhsky, nella Russia centrale, uccidendo due persone. Gli
skinhead hanno attaccato i rom che vivono nelle tende sull'argine di un
fiume. Un uomo e una donna sono morti, altri sono stati portati all'ospedale
in gravi condizioni. La polizia ha fermato tre giovani, responsabili
dell'attacco.
Il Minority Rights Centre di
Belgrado ha protestato contro la decisione del Tribunale dei Minori di Nis,
che ha comminato una multa di 10.000 dinari ad un gruppo di skinheads che lo
scorso 24 febbraio avevano assalito un insediamento rom, mentre le vittime
dell'assalto sono state anche loro multate, ma per 15.000 dinari.
Quella notte, coperti dalle tenebre, circa una dozzina di skinheads in
giacche di cuoio nero e anfibi, avevano assaltato la Mahala di Belgrado e
rotto i vetri delle case al grido "Zingari, siete Carne Morta!"
I cittadini avevano chiamato la polizia, e la pattuglia che era
intervenuta aveva arrestato nove tra gli assalitori, rinviandoli al
Tribunale per Minori. Secondo il Minority Rights Centre, la polizia non ha
provveduto al momento ad identificare l'età degli skinheads, che potevano
non essere tutti minori e non ha steso alcun rapporto sull'incidente.
Nonostante l'immediata denuncia presentata contro gli assalitori, il
Tribunale d'indagine competente non ha svolto nessun rilievo sui fatti,
chiudendo l'istruttoria d'ufficio.
Di Fabrizio (del 20/04/2006 @ 09:14:34, in Italia, visitato 2029 volte)
Avrei voluto mettere qualche novità sul
programma elettorale visto dal famigerato campo di via Idro. Ma tra
elezioni, ponti vari e amministratori pubblici (passati e futuri) sempre troppo
impegnati, non si registrano cambiamenti o incontri.
In compenso, vista che nel frattempo al campo stanno ritirando (dopo anni) i
loro certificati elettorali, un po' per noia e un po' per curiosità stanno
seguendo il dopo elezioni nazionali. Indovinate qual'è la domanda che tutti si
fanno?
... Esatto:ma perché chi ha perso non vuole riconoscerlo??
Con qualche preoccupazione in più. Dopo la Cassazione, rimangono solo i
caschi blu, e visto che con quei baldi soldatini di pace le cose in Kosovo,
Afghanistan, Palestina... continuano come ai tempi dei macelli, la gente è
inquieta. Vaglielo tu a spiegare che l'Italia è una democrazia!
Parliamo d'altro (anzi no): sempre al campo, la signora H. ha ricevuto una
gentile lettera su carta intestata del Comune di Milano. Un certo FRANCO MASSARI
spiega di essere un consigliere comunale, che vorrebbe incontrare i cittadini,
anche solo per prendersi un caffé. Segue NUMERO VERDE.
Nessuno sapeva dell'esistenza di questo Massari, che mai si è fatto vivo
prima. Potete immaginare di quale partito sia, non andate sul suo sito se non vi
piacciono quelle pagine che come si aprono partono con la musica, e coi link che
funzionano quando vogliono.
Io non credo che il signor Massari legga queste pagine, ma se vi capita
diteglielo voi: al campo l'ospitalità funziona ancora e per prendere un caffé non c'è bisogno di annunciarsi su
carta intestata. E neanche di farsi vivi a un mese dalle elezioni.
Di Fabrizio (del 20/04/2006 @ 10:33:08, in Kumpanija, visitato 2259 volte)
L'Indépendant - 12 aprile 2006
- Pirenei Orientali - da:
Roma_Francais
Un caso unico in Francia accade a Perpignan, nel cuore della zona Saint-
Jacques. La famiglia Bouziès è la sola a contare sei generazioni grazie alla
nascita di uno pro-pro-pro-nipote il febbraio scorso.
Ecco (alcune ndr) foto in esclusiva, per la prima volta ripresi
tutti insieme.
Jaia è caduta dal letto. Immediatamente ospedalizzata. E' la decana delle
donne di Saint- Jacques, "la Jeanne" come la chiamano tuttora. Lei, Incarnation
Bouziès, nata Reyès, 90 anni. Bis-bis-bis nonna del piccolo Paul nato in
febbraio scorso. "Jaia" è caduta. Nella zona, in questo venerdì mattina, la
notizia della caduta "della Jaia" rimbalza di finestra in balcone. "Cal que
torni a casa!" (occorre che rientri a casa) esclama una prima donna al balcone,
incastrata tra una corda per la biancheria ed una fila di mutande mosse dalla
tramontana. "El metge té de la fer venir a casa nostra. Nos en cuidarem
nosaltres" (il medico deve farla tornare a casa. Ce ne occuperemo noi.)
rilancia un secondo che abita della cima di un terzo piano dalla facciata
butterata.
Sì, è così tra i Gitani. Tutti cugini, tutti della stessa famiglia, in un
modo o nell'altro. "La forza del gitan, sono l'unione e la solidarietà." Un
orgoglio per Manuel Bouziès, 74 anni, il figlio di Incarnation. Ed oltre, una
dimostrazione quotidiana ed unica. Poiché se l'identità gitana si definisce con
l'appartenenza ad una famiglia, un luogo particolare e ad un modo di vita
specifica, Bouziès può dire di esserne l'esempio. Sei generazioni strettamente
legate tra il 1916 ed il 2006 e nessun segno di dispersione. Stessa città,
stessa zona, stessa via. Rue des Remparts Saint -Jacques 20, è qui che
i Bouziès hanno firmato il loro patto di vita in comune. Un arco teso tra il rispetto
dei "vecchi" e le frecce infiammate di una sfilza di bambini-re.
Nella sala da pranzo di Manuel alias "Papa Vell", la credenza bianca
smaltata, che crolla sotto il peso dei soprammobili, è sospeso su il nido
intergenerazionale dei Bouziès. "Papa Vell" è nato in 1932. Con "Mama Vella",
hanno avuto quattro figli, tredici nipoti, venti pronipoti ed una pro-pro
nipote.
Sei generazioni al totale! E i nomi che giocano anacronisticamente a
cavallina tra vecchio e nuovo testamento, i modelli delle serie televisive
americane ed i nomi dati di padre in figlio. Poiché al di là della linea
eccezionale "Incarnation - Manuel - Manuel - Nadia - Abraham - Paul", "Jaia" non sarà mai
sola. Tra Giovanna, Esaie, Samuel, Isaac, Madison, Falone e poi Cubana, non c'è
uno solo giorno senza che tutta la famiglia non sia in contatto. E "Papa Vell"
riconosce con voce dal tono profondo "Ci sono momenti che perdo il filo con
tutti questi nomi!" Tanto più che "Papa Vell", con sua moglie, ha cresciuto 10
dei suoi 12 nipoti, che sono già avi e bisavoli.
Manuel, il patriarca
Il pilastro, è lui e nessun altro. Quello la cui parola non si discute. Quello a
cui atterrano tutte le interrogazioni
dell'infanzia, le felicità e a volte i rovesci dell'età adulta. "Papa Vell" ha
qualcosa di tutto. È un tipo di Dio-padre, orologio della genesi familiare,
metronomo delle bugie e verità di fronte al tempo che passa. "Da me, c'è il
cuore, Chiunque può venire in qualsiasi momento. La mattina, mi ritrovo un figlio o un nipote sul divano. Nella cucina, scopro in seguito
che mi hanno cucinato una bistecca. Come voi dite...
Tutti ci si raggruppa, ci si aiuta... È qualcosa così!"" Dai Bouziès,
ilcostume
non sopporta il vagabondaggio. Così, non è raro che "Papa Vell" imponga la sua
sacrosanta autorità e rimproveri seccamente suo figlio Manuel di 55 anni,detto
"Joseph". "È vero... Se mio padre mi dice di non comperare quest'automobile ad
esempio, allora lo ascolto... Ed è così per tutti gli argomenti." Un'obbedienza
che a volte manda persino Manuel in camera sua, quando "Papa Vell" non
è d'accordo...
Il patrimonio della famiglia
Vagabondaggio vietato, matrimoni fortemente combinati, segreti
conservati gelosamente. E le donne in questa famiglia labirintica? "Devono restare
in casa, sono fedeli e si occupano dei nostri bambini." Sotto la
capigliatura,
Nadia sorride timidamente.
"Papa Vell mi ha fatto la guerra per un anno, non voleva che prendessi la
patente." Ed il nonno onnisciente sottolinea: "Sì, è vero.Non voglio che
vada in piazza Cassanyes o piazza du Puig con l'automobile. Quello mi offende!"
Le sciocchezze dei giovani? "Si prova a rimetterli nella giusta strada,
far apprendere a leggere e scrivere, dir loro che occorre lavorare per
guadagnare denaro." Una sfida non sempre facile da sollevare in questo
turbinio tumultuoso di generazioni. Certo, i rapporti sono semplificati, le
preoccupazioni di base, e tuttavia incessantemente segnate da un'opposizione
nostalgica tra "la vita di prima" e la "vita moderna d'oggi".
"Prima, la vita era dura ma bella. Si facevano i vecchi lavori, si
tosavano gli animali, si vendeva il pizzo o del filo... Si parlava il gitan, il
kalo. Oggi, i giovani non lo capiscono neppure... Eccetto uno dei nostri figli
Paul, che fa il pastore..." Papa Vell e Mama Vella hanno un solo rammarico:
quello non di sapere né leggere né scrivere. Dai Bouziès, la vita si sgrana al
figlio delle "assemblee" alla chiesa evangelica, situata a due porte della culla
familiare. Sui tavolini da notte, sempre una bibbia. Sulla tavola, sempre l'escudella,
il piatto tipico dei gitani. Una liturgia culinaria trasmessa di madre in
figlia. Ma tra le generazioni, poche fotografie legate. Appena alcune flash di
matrimonio ingialliti. Neppure nessun gioiello di famiglia. L'eredità materiale
non fa parte della tradizione gitane.
Sepolta senza scarpe "Le storie di famiglia, sono ciò che c'è più di importante, è più bello!"
tempesta "Jaia". Uscita dell'ospedale dopo due giorni, passa i suoi giorni
circondata dalla sua discendenza demoltiplicata. "Non la lasceranno mai sola, non
conoscerà mai l'ospizio." Ore a raccontare, l'occhio vivo, a volte il pugno
alzato. Suo padre durante la guerra di Cuba, la vendita di pizzi, di fili e
di panni... Novanta anni di memorie ed un temperamento di un'acutezza
fantastica. Quasi disarmante. "Ho visto una pubblicità alla tele di uno sciampo
che fa crescere i capelli, lo voglio io! E quando voglio qualcosa, bisogna che
lo abbia!" "Jaia"non ha oggi un solo desiderio "Non so quanti bambini
conta la mia famiglia, io non hanno mai assistito ai matrimoni, non mi
piacciono. Ma li voglio tutti con me prima di morire e voglio essere sepolta senza
le mie scarpe..." Che ha tanto utilizzato le sue suole sui cammini della
vita.
Uno studio della Fundación Secretariado Gitano sottolinea le
potenzialità nascoste di questa minoranza nel mercato del lavoro, quando si
superassero le difficoltà della poca formazione e della discriminazione
sociale. Más información:Fundación
Secretariado Gitano. "Población Gitana y Empleo" (Informe completo)
Spagna, 10/04/06 - La creazione di posti di lavoro e lo sviluppo economico,
non significano la riduzione della povertà se il processo non si accompagna a
misure sociali adattate alle persone più svantaggiate. Questa è l'idea che
permea lo studio "Población gitana y empleo", presentato ieri alla sede del
Ministero del Lavoro, proponendo dati obiettivi e confrontabili con l'insieme
della popolazione spagnola.
Lo studio constata importanti progressi della comunità gitana, riguardo le
barriere lavorali e sociali a cui sono sottomessi, e afferma che esiste un'alta
predisposizione di questa popolazione al lavoro, nonostante la sua precarietà e
la bassa qualificazione che pesano sullo sviluppo.
"I dati avvallano un'importante e manifesta motivazione verso la formazione e
l'inserimento professionale, inoltre 8 su 10 gitani sono dell'opinione che se
potessero seguire un corso di formazione, per loro sarebbe più facile trovare un
lavoro qualsiasi", sempre dallo studio realizzato con l'ausilio di
interviste a 1.500 gitani di età superiore a 15 anni.
Inoltre, gitani e gitane si affacciano al lavoro in età più giovane,
conseguendo una vita lavorativa più lunga del resto della popolazione, per cui
il tasso di attività supera ampliamente il resto della popolazione (69%
confronto 56%).
Necessità di politiche di inclusione
L'esclusione della popolazione gitana dal mercato del lavoro è un aspetto
chiave della situazione di discriminazione descritta nel rapporto. Il 45,4%
degli intervistati ammettono di sentirsi discriminati in vari momenti.
Applicando la medesima proporzione, sarebbero 215.000 i gitani che soffrirebbero
la discriminazione nella ricerca di impiego e sul posto di lavoro.
L'indagine assicura che gli svantaggi per le gitane sono simili a quelle
degli uomini spagnoli in generale. Nonostante la scarsa partecipazione degli
uomini ai lavori domestici, anche loro sono interessate a formazione
professionale o cicli formativi.
A fronte di questo panorama e tra le raccomandazioni che concludono lo
studio, si constata la necessità di politiche inclusive, essendo "obbligo dei
poteri pubblici rimuovere gli ostacoli che tuttora impediscono il pieno
esercizio della cittadinanza ad alcune persone gitane".
Secondo i responsabili dello studio, i risultati che emergono dimostrano che
la crescita economica e la creazione di impiego da soli non garantiscono la
riduzione della povertà, quando non siano accompagnate da misure che vadano
incontro ai gruppi più esclusi.
Precarietà e formazione di base
La relazione tra scarsa qualificazione, sotto-impiego e disoccupazione è
molto forte. Gli alti tassi di analfabetismo e la mancanza di formazione
all'impiego sono due elementi chiave nell'analisi del collettivo gitano di
fronte al mondo del lavoro.
Tra la popolazione gitana occupata, lo studio ha rilevato un alto tasso di
sotto-impiego, precarietà e temporalità, inclusa la disoccupazione mascherata di
chi è occupato "nell'attività economica familiare".
Per terminare, i gitani non scolarizzati hanno un tasso di disoccupazione
superiore dei 4,6 volte alla percentuale degli spagnoli non-scolarizzati. Bassi
livelli di studio e in particolare l'analfabetismo, sono strettamente collegati
e crescono nel caso delle donne, delle persone anziane e, conseguentemente, tra
le persone con il peggior stato di salute.
Di Sucar Drom (del 20/04/2006 @ 15:22:30, in blog, visitato 2214 volte)
Vittorio Agnoletto e quello che la Romania non dice Nel numero 26 (aprile 2006) di Punto Rosso, periodico in rete a cura della Associazione Culturale Idee e contributi per l’ALTERNATIVA Punto Rosso, è apparso un interessante articolo sulle discriminazioni subite in terra rumena dalle Minoranze Rom in rapporto ai negoziati in corso per l'entrata della stessa Romania nell'Unione Europea nel 2007. L'articolo è scritto da Vittorio Agnoletto, pa...
Wikipedia in lingua romanì Da alcune settimane è nata la Romani Wikipedia. Wikipedia è un'enciclopedia libera dove chiunque può pubblicare ed è attualmente disponibile in più di 200 lingue. La versione inglese ha più di 1 milione articoli ed è uno dei luoghi più popolari sul Internet. La Romani Wikipedia attualmente conta 20 articoli ed ha il potenziale per transformarsi nell'enciclopedia più comp...
Le discriminazioni subite dai Rom alla ricerca di lavoro È stata pubblicata questo mese dal Centro Europeo per i Diritti dei Roma (ERRC) una ricerca sulle discriminazioni subite dai Roma nel mercato del lavoro in Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia. La ricerca è pubblicata nel giornale trimestrale dell’organizzazione ed affronta con efficacia i vari metodi per smascherare le disuguaglianze subite dai Rom alla ricerca di un’ ...
Fiori nel fango, pedofilia una tragica e drammatica realtà Si scambiavano i bambini tra di loro, organizzavano anche festini privati in appartamenti dove i ragazzini erano oggetto di violenze da parte di adulti. Così agivano i pedofili arrestati, in costante contatto tra loro non soltanto a Roma ma anche in altre città di Italia. Gli agenti della squadra mobile di Roma diretti da Alberto Intini, hanno fatto perquisizioni nella capitale, ma anche a Napoli,...
Di Daniele (del 21/04/2006 @ 09:05:18, in Regole, visitato 3090 volte)
Bruxelles – Diritti della minoranza rom e casi dimostrati della brutalità
della polizia romena contro di essa. Adozioni internazionali, diritti della
minoranza ungherese, situazione delle persone disabili mentali e del traffico di
esseri umani – queste erano le questioni discusse la settimana scorsa a
Bruxelles, nel sottocomitato per i diritti umani nel Parlamento europeo.
Elly De Groen-Kouwenhoven (Greens/ European Free Alliance NL) ha richiamato
l'attenzione su delle "allarmanti notizie" sulla comunità rom in Romania. Ha
citato un documentario presentato dalla Ong Romani Criss, a Bucarest, riguardo
ad un raid della polizia nella comunità rom vicino Cluj Napoca, quando alcune
persone rom, anche donne e bambini, sono stati "picchiati con crudeltà", il
tetto della loro casa dato alle fiamme e le loro proprietà confiscate. Dopo aver
dichiarato che cose come questa non possono essere possibili in una nazione che
vuole aderire all'Unione europea, Elly De Groen ha ricordato che il Parlamento
europeo e la Commissione hanno ripetutamente richiamato l'attenzione del governo romeno
sulla "tolleranza zero della polizia romena contro i rom", ma che il loro
messaggio è rimasto senza nessuna eco.
Elly De Groen-Kouwenhoven ha detto di avere un video di questo episodio, che
intende presentare al Parlamento. "La situazione dei rom sta diventando un
problema europeo che deve essere affrontato seriamente; ora, in Europa, ci sono
circa 7-8 milioni di cittadini rom, e una volta che Romania e Bulgaria
aderiranno, il loro numero crescerà di 5 milioni", ha detto Arpad Duca-Zolyomi (PPE-DE,
SK). "È preoccupante che noi qui (…) stiamo parlando di atrocità, come se i rom
non fossero esseri umani; facciamo pressioni in modo che questo problema sia
risolto prima dell'ingresso, dopo sarà molto più difficile", ha detto.
A favore dell'aumentata pressione sulle autorità romene rispetto a ciò, sono
state anche Elizabeth Lynne (ALDE, UK) e Yiannakis Matsis (PPE-DE, CY), le quali
hanno considerato che una denuncia di questo tipo deve essere studiata
opportunamente prima, non dopo l'ingresso.
Riguardo "questo triste incidente", la baronessa Emma Nicholson di
Winterbourne (ALDE, UK), ha detto che il Parlamento europeo non ha competenza
negli affari di giustizia ed ha consigliato di attendere il verdetto del sistema
giudiziario romeno, ricordando, allo stesso tempo, che la Romania è quasi
nell'Unione europea.
Il rappresentante della Commissione ha mostrato interesse per la visione del
contenuto del video col documentario della Romani Criss, ma ha detto che il
miglior modo di affrontare è attendere il verdetto delle autorità romene
competenti e mantenere regolari contatti con gli alti funzionari a Bucarest.
L'accesso della minoranza rom all'educazione e altri servizi sociali,
intelaiatura della legge sulle minoranze, non ancora adottato nel Parlamento
romeno, ha aumentato finanziamenti per l'apertura di molte università in lingua
nativa ungherese, situazione di persone disabili mentalmente e traffico di
esseri umani – questi erano i temi che sono stati discussi dal sottocomitato dei
diritti umani.
a)Facendo riferimento all'accesso dei rom all'educazione e agli altri
servizi sociali, il rappresentante della Commissione ha citato le richieste di
Bruxelles per l'integrazione dei rom nella società (staff e incremento dei
fondi), ma ha anche accennato che uno dei problemi è il fatto che molti
cittadini rom non hanno un documento d'identità. Ha anche sottolineato l'alto
assenteismo nella scuola, a causa dei rom stessi.
b)Riguardo alla struttura della legge sulle minoranze – che non è
stata ancora recepita dal Parlamento romeno – il rappresentante della
Commissione ha convenuto che questo è un "ombra", ma ha annunciato che ci sono
regolari contatti con Bucarest e che la Commissione sta aspettando altre
informazioni. Come da richieste della minoranza ungherese, il rappresentante
della Commissione ha detto che la situazione è molto migliorata negli ultimi
anni, e che in Romania ora c'è l'accesso alla formazione superiore incluso nella
lingua nativa ungherese, "anche se la minoranza ungherese si sta ancora
lamentando di non ricevere finanziamenti adeguati", che la minoranza ungherese è
rappresentata a tutti i livelli, compreso quello governativo.
c)Riguardo le persone disabili mentalmente – menzionate soprattutto da
Kinga Gal (PPE-DE, HU), il rappresentante della Commissione ha annunciato che
l'Esecutivo, in stretta cooperazione con le autorità romene, sta sottoponendosi
ad una serie di esami simili
d)Parlando del traffico di esseri umani, il rappresentante della
Commissione ha detto che il controllo alle frontiere romene è considerevolmente
migliorato.
e)Per ultimo, ma non meno importante, riguardo al problema delle
richieste di adozioni internazionali fatte prima dell'entrata in vigore della
recente legge, ha detto la baronessa Emma Nicholson di Winterbourne (ALDE, UK),
citando alti funzionari dell'ufficio adozioni romeno, che ora la Romania è molto
avanti rispetto alle scadenze imposte per risolvere questi problemi (31 marzo),
tutti i casi essendo stati risolti. Ella ha attirato l'attenzione sulla tendenza
a colpire un paese, come la Romania, a causa della massiccia copertura mediatica
di questo problema senza prendere in considerazione che forse situazioni molto
più serie accadono in altri paesi, anche nell'UE. "Ci sono molti equivoci qui ed
è ora che questo problema sia chiarito una volta per tutte", ha detto.
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