L'Indépendant - 12 aprile 2006
- Pirenei Orientali - da:
Roma_Francais
Un caso unico in Francia accade a Perpignan, nel cuore della zona Saint-
Jacques. La famiglia Bouziès è la sola a contare sei generazioni grazie alla
nascita di uno pro-pro-pro-nipote il febbraio scorso.
Ecco (alcune ndr) foto in esclusiva, per la prima volta ripresi
tutti insieme.
Jaia è caduta dal letto. Immediatamente ospedalizzata. E' la decana delle
donne di Saint- Jacques, "la Jeanne" come la chiamano tuttora. Lei, Incarnation
Bouziès, nata Reyès, 90 anni. Bis-bis-bis nonna del piccolo Paul nato in
febbraio scorso. "Jaia" è caduta. Nella zona, in questo venerdì mattina, la
notizia della caduta "della Jaia" rimbalza di finestra in balcone. "Cal que
torni a casa!" (occorre che rientri a casa) esclama una prima donna al balcone,
incastrata tra una corda per la biancheria ed una fila di mutande mosse dalla
tramontana. "El metge té de la fer venir a casa nostra. Nos en cuidarem
nosaltres" (il medico deve farla tornare a casa. Ce ne occuperemo noi.)
rilancia un secondo che abita della cima di un terzo piano dalla facciata
butterata.
Sì, è così tra i Gitani. Tutti cugini, tutti della stessa famiglia, in un
modo o nell'altro. "La forza del gitan, sono l'unione e la solidarietà." Un
orgoglio per Manuel Bouziès, 74 anni, il figlio di Incarnation. Ed oltre, una
dimostrazione quotidiana ed unica. Poiché se l'identità gitana si definisce con
l'appartenenza ad una famiglia, un luogo particolare e ad un modo di vita
specifica, Bouziès può dire di esserne l'esempio. Sei generazioni strettamente
legate tra il 1916 ed il 2006 e nessun segno di dispersione. Stessa città,
stessa zona, stessa via. Rue des Remparts Saint -Jacques 20, è qui che
i Bouziès hanno firmato il loro patto di vita in comune. Un arco teso tra il rispetto
dei "vecchi" e le frecce infiammate di una sfilza di bambini-re.
Nella sala da pranzo di Manuel alias "Papa Vell", la credenza bianca
smaltata, che crolla sotto il peso dei soprammobili, è sospeso su il nido
intergenerazionale dei Bouziès. "Papa Vell" è nato in 1932. Con "Mama Vella",
hanno avuto quattro figli, tredici nipoti, venti pronipoti ed una pro-pro
nipote.
Sei generazioni al totale! E i nomi che giocano anacronisticamente a
cavallina tra vecchio e nuovo testamento, i modelli delle serie televisive
americane ed i nomi dati di padre in figlio. Poiché al di là della linea
eccezionale "Incarnation - Manuel - Manuel - Nadia - Abraham - Paul", "Jaia" non sarà mai
sola. Tra Giovanna, Esaie, Samuel, Isaac, Madison, Falone e poi Cubana, non c'è
uno solo giorno senza che tutta la famiglia non sia in contatto. E "Papa Vell"
riconosce con voce dal tono profondo "Ci sono momenti che perdo il filo con
tutti questi nomi!" Tanto più che "Papa Vell", con sua moglie, ha cresciuto 10
dei suoi 12 nipoti, che sono già avi e bisavoli.
Manuel, il patriarca
Il pilastro, è lui e nessun altro. Quello la cui parola non si discute. Quello a
cui atterrano tutte le interrogazioni
dell'infanzia, le felicità e a volte i rovesci dell'età adulta. "Papa Vell" ha
qualcosa di tutto. È un tipo di Dio-padre, orologio della genesi familiare,
metronomo delle bugie e verità di fronte al tempo che passa. "Da me, c'è il
cuore, Chiunque può venire in qualsiasi momento. La mattina, mi ritrovo un figlio o un nipote sul divano. Nella cucina, scopro in seguito
che mi hanno cucinato una bistecca. Come voi dite...
Tutti ci si raggruppa, ci si aiuta... È qualcosa così!"" Dai Bouziès,
ilcostume
non sopporta il vagabondaggio. Così, non è raro che "Papa Vell" imponga la sua
sacrosanta autorità e rimproveri seccamente suo figlio Manuel di 55 anni,detto
"Joseph". "È vero... Se mio padre mi dice di non comperare quest'automobile ad
esempio, allora lo ascolto... Ed è così per tutti gli argomenti." Un'obbedienza
che a volte manda persino Manuel in camera sua, quando "Papa Vell" non
è d'accordo...
Il patrimonio della famiglia
Vagabondaggio vietato, matrimoni fortemente combinati, segreti
conservati gelosamente. E le donne in questa famiglia labirintica? "Devono restare
in casa, sono fedeli e si occupano dei nostri bambini." Sotto la
capigliatura,
Nadia sorride timidamente.
"Papa Vell mi ha fatto la guerra per un anno, non voleva che prendessi la
patente." Ed il nonno onnisciente sottolinea: "Sì, è vero.Non voglio che
vada in piazza Cassanyes o piazza du Puig con l'automobile. Quello mi offende!"
Le sciocchezze dei giovani? "Si prova a rimetterli nella giusta strada,
far apprendere a leggere e scrivere, dir loro che occorre lavorare per
guadagnare denaro." Una sfida non sempre facile da sollevare in questo
turbinio tumultuoso di generazioni. Certo, i rapporti sono semplificati, le
preoccupazioni di base, e tuttavia incessantemente segnate da un'opposizione
nostalgica tra "la vita di prima" e la "vita moderna d'oggi".
"Prima, la vita era dura ma bella. Si facevano i vecchi lavori, si
tosavano gli animali, si vendeva il pizzo o del filo... Si parlava il gitan, il
kalo. Oggi, i giovani non lo capiscono neppure... Eccetto uno dei nostri figli
Paul, che fa il pastore..." Papa Vell e Mama Vella hanno un solo rammarico:
quello non di sapere né leggere né scrivere. Dai Bouziès, la vita si sgrana al
figlio delle "assemblee" alla chiesa evangelica, situata a due porte della culla
familiare. Sui tavolini da notte, sempre una bibbia. Sulla tavola, sempre l'escudella,
il piatto tipico dei gitani. Una liturgia culinaria trasmessa di madre in
figlia. Ma tra le generazioni, poche fotografie legate. Appena alcune flash di
matrimonio ingialliti. Neppure nessun gioiello di famiglia. L'eredità materiale
non fa parte della tradizione gitane.
Sepolta senza scarpe
"Le storie di famiglia, sono ciò che c'è più di importante, è più bello!"
tempesta "Jaia". Uscita dell'ospedale dopo due giorni, passa i suoi giorni
circondata dalla sua discendenza demoltiplicata. "Non la lasceranno mai sola, non
conoscerà mai l'ospizio." Ore a raccontare, l'occhio vivo, a volte il pugno
alzato. Suo padre durante la guerra di Cuba, la vendita di pizzi, di fili e
di panni... Novanta anni di memorie ed un temperamento di un'acutezza
fantastica. Quasi disarmante. "Ho visto una pubblicità alla tele di uno sciampo
che fa crescere i capelli, lo voglio io! E quando voglio qualcosa, bisogna che
lo abbia!" "Jaia"non ha oggi un solo desiderio "Non so quanti bambini
conta la mia famiglia, io non hanno mai assistito ai matrimoni, non mi
piacciono. Ma li voglio tutti con me prima di morire e voglio essere sepolta senza
le mie scarpe..." Che ha tanto utilizzato le sue suole sui cammini della
vita.
Sandra Canal