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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 21/11/2009 @ 23:40:53, in Italia, visitato 2244 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale

di Zita Dazzi

Stefania Faggi insegna da quasi quarant'anni a Milano ed è ancora piena di entusiasmo nel suo lavoro. È stata lei la prima nel quartiere dell’Ortica ad aprire le porte di casa a una dei rom sgomberati dall’ex fabbrica di via Rubattino

«Non avrei mai potuto tornare a casa, a dormire nel mio letto, se Cristina fosse rimasta in strada. Non avrei chiuso occhio pensando a lei e alla sua famiglia sotto il ponte, al freddo. Perché l’ho fatto? Che senso ha questa domanda? Non sarei una persona normale, sarei un essere disumano se non mi fossi portata quella bambina a casa e se non avessi cercato un posto anche per la sua famiglia». Stefania Faggi fa la maestra da quasi 40 anni ed è ancora piena di entusiasmo nel suo lavoro. È stata lei la prima nel quartiere dell’Ortica ad aprire le porte di casa a una dei rom sgomberati giovedì mattina dall’ex fabbrica di via Rubattino.

«E non chiamatemi eroina — si raccomanda — perché io ho fatto ciò che avrebbe fatto qualunque persona con una coscienza, di fronte a quella famiglia rimasta senza niente». Di quei rom romeni lei sa il poco o nulla che si può conoscere in due mesi di scuola, tanti sono i giorni che Cristina ha fatto nella quarta B della scuola elementare Elsa Morante in via Pini. «So che è Cristina una bambina come le altre, con tanta voglia di imparare e di stare tranquilla. So che sua madre la mandava a scuola pulita e profumata tutti i giorni, anche se viveva in quel campo senza acqua e senza servizi. So che sono persone per bene e che la prima volta che Cristina è stata invitata alla festa di un compagno di classe sua madre, con i pochi soldi che hanno a disposizione, ha comperato un mazzo di fiori da regalare ai padroni di casa».

La maestra Stefania si è affezionata in fretta a quella bambina di dieci anni, alla sua famiglia composta dai genitori e da altri tre bambini. Le sono bastati pochi gesti, poche parole. «Io so che la mamma di Cristina, come tutti i genitori della scuola, veniva a fare i colloqui con noi maestre, e voleva sapere se la bambina studiava e si comportava bene. Ovvio che Cristina si comporta bene, è una ragazzina intelligente e piena di dignità. La terrò con me, nel mio monolocale che condivido con un gatto e con un cane, fino a quando non si troverà una soluzione migliore. Nel fine settimana è stata invitata a dormire a casa di un compagno di classe, perché io devo andare ad assistere una parente anziana ammalata, ma da lunedì tornerà da me».

Durante lo sgombero Cristina ha perso tutto. Anche lo zaino della scuola, i quaderni, l’astuccio. Ma la maestra Stefania ieri mattina, prima di riportarla in classe, le ha ricomprato tutto. E i genitori degli altri alunni, le hanno ricomprato un zaino nuovo, all’ultima moda, che Cristina ha molto apprezzato. Stefania non ha dubbi sulla sua scelta. «Io non ho paura dei rom, non l’ho mai avuta. Ho paura, come tutti, dei ladri e degli assassini, ma quelli possono essere anche italiani. So che molte delle famiglie di via Rubattino sono famiglie oneste. Certo, molto povere, abituate a vivere in condizioni di grande disagio e degrado. Ma nessuna di loro lo fa per scelta. È una questione di necessità: hanno vissuto molti sgomberi e nonostante questo non si arrendono. Continuano a cercare di integrarsi».

Non è isolata la maestra Stefania. Almeno altre tre sue colleghe hanno fatto la stessa scelta e anche alcune famiglie della scuola si sono portate a casa parte degli zingari sgomberati da via Rubattino. «Non ci siamo nemmeno messi d’accordo. È stata una decisione spontanea, presa a tarda sera, quando ci siamo accorti che dalle istituzioni non sarebbe venuto alcun aiuto».

 
Di Fabrizio (del 22/11/2009 @ 09:27:09, in Italia, visitato 2710 volte)

del Sen. Roberto Della Seta (PD)

Premesso che:

Amnesty International ha espresso preoccupazione e contrarietà per lo sgombero forzato del campo "Casilino 700" di Roma (leggi QUI ndr), nel quale vivevano circa 400 persone di etnia rom, avvenuto lo scorso 11 novembre 2009. Nell'appello, l'organizzazione per i diritti umani sollecita il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e il sindaco Gianni Alemanno ad assicurare che a tutte le famiglie sgomberate sia fornita una sistemazione alternativa come soluzione di emergenza e sia accordato un risarcimento per tutti i beni che sono stati distrutti durante lo sgombero forzato; Inoltre, Amnesty International ricorda che "gli sgomberi forzati, eseguiti senza protezioni legali o di altro tipo, sono proibiti dal diritto internazionale in quanto grave violazione dei diritti umani, in particolare del diritto a un alloggio adeguato". Secondo quanto riferito dalle Organizzazioni non governative (Ong) e dai mezzi d'informazione, all'alba dell'11 novembre 2009 circa 150 agenti di polizia hanno sgomberato le famiglie dal campo di via di Centocelle, nella parte est della Capitale. Tutti gli accampamenti della comunità sono stati distrutti e circa 20 rom sono stati arrestati, nonostante non si sappia di cosa siano accusati; le Ong locali, tra cui Legambiente Lazio, affermano che la comunità nomade non ha ricevuto alcuna notifica dello sgombero forzato né è stata consultata, e che il Comune di Roma ha offerto rifugi per brevi periodi solo ad alcune donne e ai bambini piccoli, nei dormitori dei senza tetto di Roma. In base alla legge italiana, le autorità dovrebbero notificare lo sgombero a tutte le persone oppure pubblicare un'ordinanza o un preavviso. In ogni caso, non essendo stata l'ordinanza formalizzata in questo modo, la comunità non ha potuto rivolgersi alla magistratura per tentare di fermare o posticipare lo sgombero; è importante evidenziare che nella comunità nomade ci sono circa 140 bambini, di cui 40 frequentano una scuola nelle vicinanze. Lo sgombero minaccia di interrompere la loro scolarizzazione e sconvolgere seriamente la loro educazione. La maggior parte di coloro che vivono nel campo di Centocelle - secondo Amnesty International - ha già subito in precedenza sgomberi forzati, con distruzione di accampamenti, vestiti, materassi, e qualche volta, di medicine e documenti; a giudizio degli interroganti, dopo questo ennesimo sgombero forzato, effettuato in assenza di un qualsiasi piano nomadi, il Comune di Roma ancora una volta ha confermato la sua visione proprietaria della cosa pubblica e di essere cieco e sordo rispetto ai più basilari diritti delle persone. È gravissimo che si impedisca, come è avvenuto il 17 novembre 2009, a dei pubblici ufficiali, quali sono gli eletti dal popolo, l'accesso a strutture nello stabile di via Salaria n. 971, dove da qualche giorno risiedono i nomadi sgomberati dal Casilino 700. La struttura risulta essere presidiata da guardie giurate e vigili urbani che impediscono a chiunque di accedere alla struttura e controllare le condizioni in cui vivono il centinaia di persone, appena accolte. A questo punto, è sempre più evidente che il "piano nomadi" del Comune di Roma non e' altro che un triste e inquietante progetto di "lagerizzazione"; ad opinione degli interroganti, se da una parte è doveroso evidenziare che nello sgombero le Forze dell'ordine hanno tenuto un comportamento responsabile, dall'altra è innegabile che tutta l'operazione è stata un perfetto fallimento politico e sociale. Con il suo "piano nomadi", di fatto il Comune di Roma sta estendendo il problema su tutto il territorio del VI, del VII e del X municipio. Ci vorranno giorni per ricostruire la mappatura di dove ora queste persone si sono spostate. Le 85 persone sgomberate al Casilino 700 che si erano rifugiate nell'ex stabilimento della Heineken, e che ieri erano state nuovamente sgomberate, sono andate adesso a Tor Sapienza dove ci sono già due campi nomadi, al confine tra il V e il VII municipio. La Polizia municipale ha segnalato un esodo sulla Collatina e sulla Prenestina, di persone che presumibilmente sono andate a rifugiarsi in due piccoli campi abusivi già esistenti in via Longoni e via Collatina. In pratica l'intervento del Comune non ha fatto altro che disperdere il problema sul territorio,

si chiede di conoscere:

se il Ministro in indirizzo non intenda riferire sui gravissimi motivi che hanno impedito a dei pubblici ufficiali, quali sono i consiglieri comunali e circoscrizionali, l'accesso a strutture dove da qualche giorno risiedono i nomadi sgomberati dal Casilino 700; se non intenda appurare se tale sgombero sia riconducibile di fatto ad uno "sgombero forzato", cioè eseguito senza protezioni legali o di altro tipo stabilite dal diritto internazionale, e dunque configurabile come grave violazione dei diritti umani, in particolare del diritto a un alloggio adeguato, e di accertarsi inoltre se sia stato assicurato a tutte le famiglie sgomberate una sistemazione alternativa come soluzione di emergenza; se non intenda intervenire con atti di propria competenza presso il Comune di Roma, la cui gestione, a giudizio degli interroganti, sconsiderata del problema dei campi nomadi sta recando grave disagio a centinaia di persone e ed esponendo tutta la popolazione ad una presenza ancora più incontrollata di campi abusivi e spontanei.

 
Di Fabrizio (del 23/11/2009 @ 09:44:48, in Italia, visitato 2173 volte)

segnalazione di Sara Gandini

L'Unità.it di Dijana Pavlovic

Ieri nell’aula consiliare di Palazzo Marino l’assessore alla Famiglia (!) Mariolina Moioli festeggiava la XXª Giornata internazionale dei diritti dell’Infanzia. Poche ore prima, in un’alba livida come questa città, centinaia di poliziotti, carabinieri, poliziotti locali sgomberavano 300 persone di etnia rom con 80 bambini, 40 dei quali frequentavano le scuole del quartiere. Con le poche cose personali, venivano distrutte le speranze di una vita meno disumana per queste 40 famiglie, per chi aveva un lavoro, precario e in nero ma lavoro, e aveva cercato di inserirsi in un contesto civile grazie alla solidarietà delle maestre delle scuole, di cittadini che accompagnavano i piccoli «zingari» a scuola e soprattutto delle associazioni – la comunità di Sant’Egidio e i Padri somaschi soprattutto - che sostenevano questo faticoso percorso di inserimento sociale. In questa coincidenza, non casuale, perché uno sgombero non si improvvisa, c’è tutta la ferocia di questa città, della sua squallida amministrazione i cui spiriti più brillanti sono il vicesindaco De Corato che si vanta di circa 150 sgomberi in un anno e il capogruppo leghista Salvini, quello delle carrozze separate per gli extracomunitari e del fora dai ball per i rom e «mai una moschea a Milano».

Si può essere stupefatti dall’arroganza di questa amministrazione nell’esercizio del potere, che non teme nemmeno la critica e se ne frega, virilmente, delle normative nazionali e internazionali che tutelano l’infanzia e che prevedono garanzie in caso di sgomberi (preavviso, alternative, ecc.). Ma io non mi stupisco più, ho capito che questa Milano, con il suo Expo, i suoi affari in mano a ‘Ndrangheta e Camorra, la scelta di cancellare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, è una città fuori dall’umanità, una città che perde i suoi giovani e la sua cultura, una città senza più anima, destinata a essere un deserto nel quale le voci dell’umanità si spengono. Ma in questa città io ho fatto un figlio e ho visto nell’ospedale nel quale mio figlio è nato tante altre zingare, tanti altri extracomunitari che mettevano al mondo i loro figli e credo che con queste nuove vite abbiamo seminato il fiore della speranza. Quando cresceranno questi bambini così diversi da De Corato e da Salvini (ma com’erano da piccoli, rubavano i giochi ai loro vicini?) non saranno soli e tutti insieme aiuteranno questa città e ritornare civile, giusta e umana.

20 novembre 2009

 
Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:03:04, in Italia, visitato 2625 volte)

Segnalazione di Consuelo Pollini

Caritas Ambrosiana è lieta di invitarvi al convegno IL BELPAESE DEI ROM. stereotipi pregiudizi conflitti utopie. L’incontro si terrà giovedì 3 dicembre dalle ore 9.00 alle ore 17.00 nella SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza Belgioioso, 1 – Milano. I posti sono limitati, è necessaria l’iscrizione tramite e-mail arom.ambrosiana@caritas.it o attraverso il modulo di iscrizione on-line all’indirizzo http://www.caritas.it/belpaese/

CONVEGNO 3 DICEMBRE 2009
IL BELPAESE DEI ROM
stereotipi pregiudizi conflitti utopie
SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza Belgioioso, 1 - Milano

9.00 Introduzione e saluti di benvenuto
Don Roberto Davanzo
Direttore Caritas Ambrosiana
Fondazione Cariplo

Coordina Diego Cipriani, Caritas Italiana

10.00 Definizione, origine e sviluppo dello stereotipo
Alessandro Dal Lago
Professore ordinario di Sociologia dei processi culturali, Università di Genova

10.45 Rom e Sinti in Italia tra stereotipi e diritti negati
Gianni Loy
Professore ordinario di Diritto del lavoro, Università di Cagliari

Pausa

11.45 Non solo pregiudizio. La costruzione del Rom come nemico pubblico
Marcello Maneri
Docente e ricercatore in Sociologia e Ricerca sociale, Università di Milano-Bicocca

12.15 Il pregiudizio antizigano, sensibile ai contesti di politica locale
Tommaso Vitale
Docente e ricercatore in Sociologia urbana e Sociologia politica, Università di Milano-Bicocca

12.45 Dibattito

Buffet pranzo

Coordina Paolo Lambruschi, Giornalista

14.00 Proiezione del video “Via Novara 523”, regia di Gaetano Maffia

14.30 Muoversi nella complessità tra passato presente e futuro
…con i rom di via Novara
A cura di Caritas Ambrosiana

15.00 Uguali e diversi. È possibile coabitare?
Mediazione e gestione dei conflitti
Marco Bertoluzzo
Docente di Psicologia, Università di Torino

15.30 Dal pregiudizio alla diversità come bene pubblico. Oltre l'idea di minoranza
Ilenia Ruggiu
Ricercatore di Diritto costituzionale, Università di Cagliari

16.00 Dibattito e conclusioni

Mostra fotografica “Ieri, oggi e domani… altri occhi su una stessa realtà” di Elena Gagliardi

Con preghiera di diffusione.

Segreteria Rom- Sinti
Caritas Ambrosiana
via San Bernardino, 4
20122 Milano
02 76037262

 
Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:10:44, in Italia, visitato 1485 volte)

Ricevo da Eugenio Viceconte: Ricevo e pubblico questo comunicato di Andrea Alzetta di Roma in Action.
Mi associo preoccupato perché Forza Nuova sta soffiando sul fuoco del razzismo, di recente lo ha fatto ad Alba Adriatica, ora torna a farlo a Roma.

COMUNICATO STAMPA Andrea Alzetta, capogruppo Roma in action consiglio comunale
VIETARE IL CORTEO DI FORZA NUOVA CONTRO I ROM

Venerdi’ 27 novembre forza nuova ha indetto una manifestazione contro i Rom di Casilino 900. Si tratta dell’esasperazione ulteriore e preoccupante di un clima che alimenta la guerra tra i poveri e l’intolleranza, dimenticando la solidarietà e il rispetto per i diritti umani e sociali.

Questa provocazione di Forza Nuova è inaccettabile, soprattutto dopo che la stessa Amnesty International ha sollevato il problema del rispetto dei diritti umani dei Roma. Non è accettabile consentire che un gruppo razzista, nazista e xenofobo offenda la tradizione democratica di questa città, proponendo pulizie etniche e appartaid.

Il sindaco intervenga immediatamente, se non vuole avvallare il sospetto che sia interessato ad esasperare gli animi sulla questione rom per giustificare ulteriore sgomberi indiscriminati.

Ricordo che è stato Alemanno a negare la possibilità di uno sgombero forzoso, parlando invece di un trasferimento in un campo attrezzato, previsto dal piano nomadi.

Mi auguro che il prefetto vieti la manifestazione. La manifestazione va vietata e non per una questione di ordine pubblico, ma per una questione di civiltà, perché la questione dei rom non va affrontata in modo disumano, ma contemperando le esigenze dei residenti con il rispetto dei diritti umani.

Ma comunque ci penseranno le realtà sociali e il movimento a cacciare questi reietti dal quartiere e dalla città e a porre un argine democratico alle derive xenofobe e naziste.

Andrea Alzetta, Roma in action
Action-diritti in movimento

 
Di Fabrizio (del 26/11/2009 @ 09:02:17, in Italia, visitato 2374 volte)

DUE GIORNI di proiezioni, incontri ed eventi sulla condizione dei giovani rom e sinti in Italia

Un'occasione per incontrare e conoscere, fuori da pregiudizi ideologici e stereotipi mediatici, l'universo Rom, ricco di contraddizioni, apparentemente chiuso e anacronistico, ma spesso protagonista di un'integrazione possibile e praticabile, portata avanti con passione proprio dalle generazioni più giovani.

ROM CITTA' APERTA E' UN EVENTO ORGANIZZATO DA SOTTODICIOTTO FILMFESTIVAL E DAL CENTRO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE E ANALISI PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA

gli appuntamenti:

MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE
Cinema Massimo 3


ore 16.00
Carmen Meets Borat di Mercedes Stalenhoef - Olanda, 2009, Betacam SP, 85'
Quando la troupe che sta girando Borat giunge a Glod, in Romania, il Paese collabora entusiasta alle riprese pur senza conoscere il contenuto del film interpretato da Sacha Baron Cohen. Una volta scoperto che nella fiction Glod è diventato un villaggio kazako pieno di criminali e prostitute, gli abitanti insorgono e fanno causa alla produzione. Sarà un modo per coronare i loro sogni di ricchezza?
v.o. / sottotitoli italiani

ore 17.40
O Topanki - About the Shoes di Rozálie Kohoutová - Repubblica Ceca, 2007, Betacam SP, 14'
Una piccola scuola materna in un villaggio Rom della Slovacchia: le maestre tentano di sopperire in qualche modo allo stato di indigenza della popolazione, che spesso non manda i figli a scuola per i problemi più banali, compresa l'assenza di scarpe. Il film con pochi ma precisi cenni pone scottanti domande sul senso delle parole "aiuto" e "educazione".
v.o. / sottotitoli italiani

La bougie n'est pas faite de cire mais de Flammes di Marion Gervais -Francia, 2008, Betacam SP, 22'
La piccola Cassandra, di origini rom, si barcamena come può: spensierata in classe, non può esserlo quando torna tra le "quattro mura di casa", ovvero quelle dell'abitacolo di un'auto dove dorme con la famiglia. Per uscire da questa situazione media tra i servizi sociali che cercano di trovare una soluzione abitativa e i genitori che non conoscono il francese e temono di essere espulsi.
v.o. / sottotitoli italiani

ore 18.15 ROM città aperta
Tavola rotonda. L'INTEGRAZIONE POSSIBILE?

Un'occasione di incontro per interrogarsi, al di là delle contingenze della cronaca e della tenacia degli stereotipi, sulla condizione dei giovani Rom in Italia e sulle esperienze di possibile convivenza e integrazione che – nel silenzio generale – vengono realizzate nel nostro Paese. Un modo per "rappresentare" con le parole oltre che con le immagini una comunità sorprendentemente multiforme, lontana dall'immagine approssimativa solitamente restituita dai media. Ad aiutarci nella riflessione, professionisti che operano nel campo dell'associazionismo, rappresentanti di enti pubblici promotori di politiche per l'integrazione, membri attivi della comunità Rom, magistrati minorili. Durante la tavola rotonda verranno proiettate alcune sequenze-video, tra cui brani tratti dalla puntata di Presadiretta Caccia agli zingari di Riccardo Iacona, gentilmente concessi dalla redazione del programma Rai.
Ospiti:
Piercarlo Pazè - magistrato, direttore della rivista «Minori giustizia»
Giorgio Bezzecchi - esperto in processi di mediazione culturale, Associazione Romano Drom Onlus
Ilda Curti - Assessore alle Politiche per l'integrazione - Città di Torino
Massimo Conte - ricercatore, Agenzia di ricerca sociale Codici
Anna Maria Colella - direttrice dell'Agenzia regionale per le adozioni internazionali - Regione Piemonte
Carla Bonino - dirigente del settore Integrazione Educativa della Città di Torino
Maurizio Pagani - Opera Nomadi Milano
Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de Il Corriere della Sera

ore 20.30
EVENTI:

IO, LA MIA FAMIGLIA ROM E WOODY ALLEN
Un dialogo inedito tra passato e futuro, "vecchio" e "nuovo", muto e sonoro, stereotipo e autobiografia, nella serata dedicata alla giovane cineasta Rom, Laura Halilovic. Dai due cortometraggi di David W. Griffith ispirati a secolari luoghi comuni sui Rom, uno musicato dal vivo da Bruskoi Triu, gruppo di musica gitana, l'altro da Stefano Maccagno, pianista e compositore, agli ultimi lavori di Laura Halilovic dedicati ai sogni, alle speranze e agli interrogativi della sua generazione, dall'intervento in video di Moni Ovadia fino al dialogo a due voci tra la stessa Halilovic e Costanza Quatriglio, regista da sempre attenta al mondo giovanile, si cercherà di fare incontrare universi ed esperienze spesso troppo lontani per conoscersi davvero.

The Adventures of Dollie di D.W. Griffith -USA 1908, 16mm, 12'
In una soleggiata giornata estiva, i genitori portano la piccola Dollie a fare una passeggiata nei pressi di un fiume. La loro quiete è interrotta dall'arrivo di uno zingaro che vende ceste. Il rom, approfittando di una distrazione dei genitori, rapisce la bimba, portandola al suo accampamento. Dalla ricerca della piccola e dalla fuga del rapitore ne nasce un'incredibile avventura. A lieto fine?

Il mio sogno di Laura Halilovic -Italia 2009, DVD, 7'
Un gruppo di ragazzi rom, tra i 15 e i 18 anni, impegnati in diversi percorsi di studio, raccontano che cosa vorrebbero fare "da grandi". Il sogno delle carriere più ambite – stilisti, modelli, architetti, attori – si confronta con la consapevolezza dei pregiudizi diffusi e con la contrarietà dei genitori verso scelte che li possano allontanare dalla comunità d'origine. Il corto, appositamente realizzato per il Festival, è in prima visione assoluta.

The Lonely Villa di David W. Griffith con David Miles, Marion Leonard, Mary Pickford, Gladys Egan, Adele DeGarde - USA 1909, 16mm, 8'
Un gruppo di malviventi fa irruzione nella casa di un gentiluomo e minaccia l'incolumità di moglie e delle tre figlie barricate in una delle stanze della casa. Quando il gentiluomo telefona alla famiglia e scopre il pericolo ingaggia una disperata corsa contro il tempo per salvare i suoi familiari, aiutato da un gruppo di zingari.

Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009, Betacam SP, 50'
La storia di una ragazza rom che abita con i suoi in un quartiere popolare alla periferia di Torino. Il racconto in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita stanziale affrontando i contrasti e le incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con i Gagè, tutti quelli che non sono rom. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l'anziana nonna che ancora vive in un campo, le fotografie e i filmati del padre che documenta la vita quotidiana della piccola comunità, Halilovic ci conduce dentro una realtà che va oltre qualsiasi stereotipo o semplificazione.

Saluti: Teresa Angela Migliasso - Assessore al Welfare e al Lavoro - Regione Piemonte
Ospite: Laura Halilovic
Con la partecipazione di: Costanza Quatriglio
Intervento video di: Moni Ovadia
Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de «Il Corriere della Sera»
Accompagnamento musicale dei corti di Griffith a cura di: Bruskoi Triu (Marco Ghezzo, Manuela Almonte, Florin Tanase) e Stefano Maccagno

GIOVEDI' 3 DICEMBRE
Cinema Massimo 3

ore 16.15 ROM città aperta
Swing di Toni Gatlif, con Oscar Copp, Lou Rech, Tchavolo Schmitt, Mandino Reinhardt Francia 2002, 35mm, 90'
Max, dieci anni, si appassiona al jazz manouche, portato alla ribalta dal musicista gitano Django Reinhardt. In vacanza in Francia presso la nonna, il ragazzino si reca in un quartiere abitato da una comunità Rom per comprare una chitarra: qui conosce Swing, una coetanea della quale si innamora, e Miraldo, un chitarrista che gli insegnerà a suonare e a comprendere appieno la cultura manouche. Un romanzo d'amore e formazione, di gioia e libertà.
Presenta il film: Laura Halilovic

ore 18.00
Citizen Manouche di Thomas Chansou, con Gary Chauquet, Sebastien Bellonie, Wesley Bellonie -Francia 2005, Betacam SP, 52'
Un road movie che porta dalla città di Meymac, in Corrèze, fino in Piemonte tre giovani cugini manouche. Lo scopo del loro viaggio è ritrovare la comunità Sinti da cui provengono e conoscerne la storia. Un viaggio iniziatico, soprattutto per l'incontro con altri viaggiatori nelle varie tappe del lungo cammino fino al confine italiano.
v.o. / sottotitoli italiani

ore 19.00
Presentazione del libro Non chiamarmi zingaro di Pino Petruzzelli -Chiarelettere, 2008
Regista teatrale e direttore del Centro Teatro Ipotesi di Genova, Petruzzelli racconta gli zingari dando loro la parola, trascorrendoci insieme diversi mesi e andandoli a trovare nelle periferie delle nostre città. Il suo libro-reportage raccoglie storie sorprendenti e inaspettate, così come racconti di vita dura e sofferta, da cui è stata tratta recentemente "un'orazione civile", dal titolo omonimo, che verrà portata in scena nei prossimi mesi in molti teatri italiani.
Ospite: Pino Petruzzelli - regista, attore e scrittore
Conduce: Marco Dalla Gassa - co-curatore del programma

Gipsy Summer di Kristina Nikolova - Bulgaria 2006, Betacam SP, 13'
Durante il periodo estivo, una famiglia di bulgari Rom vive in un campo non lontano dalla spiaggia di una località del Mar Nero, dove lavora da venticinque anni raccogliendo l'immondizia lasciata dai turisti.
Documentario su una forma alternativa di lavoro stagionale che usa un registro partecipe e leggero per raccontare uno spaccato di quotidianità poco conosciuto.
v.o. / sottotitoli italiani

VENERDI' 4 DICEMBRE
Cinema Massimo 2


ore 10.00 ROM città aperta
Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009, Betacam SP, 50'
Una riflessione sull'(auto)rappresentazione della comunità rom nel cinema rivolta ad alcune scolaresche torinesi. La giovane regista Laura Halilovic presenterà il suo documentario autobiografico, una riflessione consapevole, autoironica ma al tempo stesso commossa sulle proprie origini familiari ed etniche, sulla propria comunità e sul grado di integrazione che la nostra società offre a coloro che, a tutti gli effetti, sono suoi cittadini.
proiezione per le Scuole Secondarie di II grado
Ospite:
Laura Halilovic
Conduce l'incontro: Marco Dalla Gassa (consulente del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza)

 
Di Fabrizio (del 28/11/2009 @ 09:44:42, in Italia, visitato 2253 volte)

Segnalazione di Eugenio Viceconte

OstiaNews.com

Si avvia a conclusione la storia quarantennale del campo rom Casilino 900, che dovrebbe essere sgomberato nel prossimo mese di gennaio, per «celebrarla» gli abitanti dell’insediamento propongono una tre giorni di festa, dal 15 al 17 dicembre. La proposta è stata avanzata all’interno del tavolo che il sindaco di Roma Gianni Alemanno sta tenendo in questo momento in Campidoglio con i rappresentanti delle comunità Rom della capitale. La riunione sancisce anche la nascita del ‘Coordinamento Rom di Romà, su proposta dell’associazione Nova Vita di Najo Adzovic, portavoce proprio del Casilino 900. Fanno parte del coordinamento i campi di via dei Gordiani, via di Salone, Ciampino, Casilino 900, Arco di Travertino, Pontina, Cesarina, Tenuta Piccirilli, via della Martora e via Tor de Cenci.

 
Di Fabrizio (del 29/11/2009 @ 09:48:00, in Italia, visitato 3121 volte)

Tre giornate di condivisioni tra i residenti del campo e tutta la cittadinanza, concerti di gruppi musicali, una mostra fotografica e un mercatino dove gustare i cibi della cultura rom e acquistare oggetti di artigianato.

Così il Casilino 900 si congeda da Roma, con una proposta avanzata dai rappresentanti del campo durante l’incontro di presentazione del Coordinamento rom di Roma.

Gli abitanti del Casilino, nell’invito alla festa, hanno ripercorso la storia del campo ma soprattutto rivolgono le «scuse e il rammarico per fatti che possono avere accresciuto la diffidenza, favorito la chiusura verso la cultura rom e contribuito a creare quello stereotipo per cui rom è uguale a delinquenza».

Così i nomadi che vivono nel campo la cui storia è iniziata negli anni Sessanta invitano i cittadini del quartiere, il 15, il 16 e il 17 dicembre dalle 15 alle 23 perchè «sarà una gioia per noi condividere le iniziative, i traguardi, le ansie e i progetti. Per arrivare insieme a capire che siamo davvero tutti figli di uno stesso padre».

 
Di Fabrizio (del 02/12/2009 @ 00:25:31, in Italia, visitato 1970 volte)

Da Milano Città Aperta

Buongiorno,
l’azione di mail bombing contro lo sgombero di Rubattino a cui avete partecipato ha avuto molte adesioni: migliaia di mail hanno raggiunto il prefetto, il vicesindaco e l’assessore Moioli. La situazione per le persone sgomberate, però, non è cambiata affatto: il Comune, anzi, ostenta fieramente le modalità dello sgombero e non intende prendere in considerazione trattative.
Pensiamo che questo patrimonio di indignazione-centinaia e centinaia di cittadini che hanno scritto come te nel giro di poche ore- non debba andare disperso.
Ti proponiamo dunque di partecipare a una Fiaccolata per mercoledì 2 dicembre alle ore 18. Partiremo da Piazza San Babila. È importante essere in tanti, per questo ti chiedo di venire e di diffondere l’invito.
Grazie ancora per aver mandato la mail,
spero di vederti mercoledì
Natascia
di Milano Città Aperta

P.s. Ti riporto qua sotto l’appello della Fiaccolata.

“Gentile Assessore Moioli, mio figlio vorrebbe sapere perché i bambini Rom hanno meno diritto di lui di stare insieme alle loro mamme, ai loro papà e ai loro fratelli e sorelle”
“Non posso sentirmi rappresentata da autorità che violano i diritti dei più deboli, non è questa la città che voglio!”
“Continuate a parlare del valore della famiglia e poi pretendete che le famiglie rom si dividano donne e bambini da una parte, uomini dall'altra…”


Queste sono solo alcune delle frasi delle migliaia di mail che in questi giorni sono state inviate al vicesindaco De Corato, all’Assessore Moioli e al Prefetto Lombardi da centinaia e centinaia di cittadini di Milano indignati per lo sgombero del campo Rom di via Rubattino dello scorso 19 novembre e per quello successivo di via Forlanini del 26 novembre.
Sgomberi che hanno lasciato al freddo e senza un tetto centinaia di uomini, donne e bambini, senza prospettare per loro soluzioni alternative accettabili e condivise. Sgomberi che soffiano sul fuoco per creare artificialmente una finta emergenza che nasconda i problemi reali di Milano. Sgomberi che hanno interrotto preziosi percorsi di conoscenza reciproca tra cittadini italiani e Rom. Sgomberi che hanno negato ai bambini Rom di continuare ad andare a scuola assieme ai loro compagni italiani. Sgomberi che hanno violato i diritti (alla casa, alla salute, all’istruzione...) e le libertà fondamentali di centinaia di persone. Ma anche sgomberi che mai come in passato hanno suscitato l’indignazione e il rifiuto di una fetta consistente della cittadinanza milanese che ha deciso di affidare alle mail la proprie parole di sdegno e protesta.
Parole, che di fronte all’ostinato persistere del Comune nella medesima politica di chiusura e di rifiuto di ogni soluzione condivisa e concertata con la comunità Rom, invitiamo tutti a venire a ripetere e rendere visibili alla città in una
Fiaccolata in Piazza San Babila
mercoledì 2 dicembre alle 18

per denunciare il carattere brutale degli sgomberi di via Rubattino e via Forlanini
sollecitare al più presto misure umanitarie nei confronti dei cittadini Rom sgomberati.,
chiedere la cessazione di ogni politica di sgomberi ciechi dei campi Rom da parte dell’Amministrazione comunale

Perché la convivenza pacifica si coltiva con il dialogo e la solidarietà, non con le ruspe!


Ricevo da Tommaso Vitale

Campo nomadi via Rubattino, Ledha scrive al sindaco

In seguito ai recenti avvenimenti di via Rubattino, ovvero lo sgombero di un campo nomadi da parte del Comune di Milano, Ledha, Federazione che da oltre 30 anni tutela le persone con disabilità della Lombardia, interviene con una lettera aperta al Sindaco Letizia Moratti per chiedere il rispetto dei diritti umani di tutti.

Quanto è accaduto giorni fa a Milano, lo sgombero di un campo nomadi in via Rubattino, deciso dal Comune senza rispettare le principali garanzie previsto dal diritto internazionale (ossia la predisposizione di un'alternativa abitativa, e lo sradicamento dei bambini dal quartiere, nel quale erano inseriti da tempo, anche nella frequenza scolastica) ci interroga da vicino, come persone impegnate, rispetto ai temi della disabilità, a diffondere e difendere i diritti previsti dalla Convenzione Onu.
Il principio di non discriminazione, la pari dignità delle persone, sono questioni essenziali, rispetto alle quali non possiamo far finta di non vedere e di non sentire, e dunque non reagire come cittadini. Una comunità nella quale chi detiene l'autorità - non solo per quanto concerne il tema della sicurezza e dell'igiene, ma anche per quanto riguarda i servizi sociali e l'aiuto alle famiglie - decide consapevolmente di limitare e violare i diritti minimi delle persone che vivono nel territorio, è una comunità più povera in termini di qualità della convivenza e del rispetto d elle regole per tutti.
Non è sufficiente sapere che il potere civico gode del consenso di una vasta parte dell'opinione pubblica, impaurita e comunque insofferente di fronte alla presenza di minoranze come quella dei nomadi, specialmente di etnia rom.
Il consenso popolare è stato, nella storia del nostro Paese e dell'Europa, la premessa dei totalitarismi e della persecuzione delle minoranze: rom, ebrei, omosessuali, disabili. Ignorare questa storia, e soprattutto non cogliere per tempo il nesso con il tempo presente non è solo negligenza o pigrizia individuale e collettiva.
E' venire meno alla coerenza con il nostro impegno, di singoli e di associazioni, in favore di una società inclusiva, attenta alle fragilità, vicina ai diritti dei più deboli. Come non indignarsi di fronte al destino incerto di bambini e di mamme del tutto incolpevoli?
E' evidente la complessità delle risposte da fornire a gruppi che faticano a vivere rispettando le regole della cittadinanza. Ma non si comprende in questo caso l'esibizione di forza, il non ascolto delle associazioni di solidarietà, e perfino della Chiesa e dei suoi esponenti più responsabili e competenti.

Come LEDHA, Lega dei diritti delle persone con disabilità, abbiamo il dovere di difendere i diritti di tutti, di uscire da una tutela "corporativa" per condividere, con assoluta serenità, forme di pressione civica affinché la qualità della convivenza civile a Milano non sia indebolita da episodi che sono destinati a pesare come precedenti gravi anche per le politiche che più ci riguardano da vicino.

Fulvio Santagostini - Presidente LEDHA
Franco Bomprezzi - Portavoce LEDHA


30 Novembre 2009 Proposta controcorrente della pediatra che ha dedicato la vita ad aiutare i più sfortunati
Elena Sachsel ai sindaci del Magentino: "Ospitiamo i rom sgomberati da via Rubattino!"

Magenta Come conciliare solidarietà e rispetto della legalità? Sulla questione rom ormai si dibatte da tempo con opposte teorie. Riportiamo fedelmente la lettera che Elena Sachsel, pediatra che ha dedicato una vita intera all'aiuto delle popolazioni più sfortunate, ha inviato ai sindaci del Magentino.

Alla cortese attenzione dei signori Sindaci del Territorio del Magentino e Milano Ovest
Milano 26 novembre 2009

carissimi,
non meravigliatevi di questa mia. Ho pensato a voi e vi spiego il perché.
Ho condiviso con il Naga e tante altre Associazioni Milanesi che si occupano dei Rom e Sinti (Tavolo Rom) il dolore , l'indignazione e la vergogna per lo sgombero forzato e violento campo dei Rom romeni di via Rubattino : rimanevano all' addiaccio donne, con bambini piccolissimi, con proposte del Comune di Milano assolutamente insufficienti.
Nell'incontro col Prefetto i Rom hanno chiesto un pezzetto di terra dove le famiglie potessero autocostruirsi delle casette monofamiliari chiedendo al Comune i servizi essenziali ( acqua, luce, gas, raccolta rifiuti) che loro sono assolutamente disposti a pagare.
Ma il Comune di Milano verso i Rom e Sinti ha un atteggiamento assolutamente negativo.
E allora ho pensato a voi, che amministrate con coraggio i nostri piccoli Comuni ...forse in Provincia le cose possono andare meglio.
Le famiglie interessate sono 60. Forse, adesso che arriva il difficile e duro mese di dicembre, un piccolo numero di queste potrebbero venire ospitate da voi.
Vi chiedero' un appuntamento presso di voi per potervi illustrare a voce la situazione.

GM

 
Di Fabrizio (del 03/12/2009 @ 00:06:25, in Italia, visitato 1612 volte)

Segnalazione di Claudia Tavani

Gazzetta di Reggio

Reggio. La piccola, martedì mattina, si è vestita ed è scappata di casa, vagando tra i parcheggi dei controviali. Antonio De Barre, nomade sinti, l’ha vista e l'ha accompagnata nella caserma della Polstrada di Marco Martignoni

REGGIO. Si è vestita, ha calzato un paio di stivaletti, ha aperto la porta di casa ed è uscita. Da sola, ha affrontato i pericoli della circonvallazione, attraversando viale Timavo. Sara (nome di fantasia per proteggerla, ndr) ha due anni e mezzo e ieri mattina, poco dopo le 8 è sfuggita al controllo dei genitori, vagando tra i parcheggi dei controviali, vicino all’area sgambatura cani di fronte all’ufficio postale. Fino a quando, poco dopo le 9.30, è stata notata da Antonio De Barre, nomade sinti, che stava lavorando, per la cooperativa sociale l’Ovile, impegnato nella manutenzione delle aiuole che delimitano le aree di parcheggio.

L’uomo, ha preso per mano la piccola, l’ha rincuorata coprendola con la sua giacca, accompagnandola al più vicino posto di polizia: la caserma della Polstrada di Reggio che si trova proprio in viale Timavo. Lì, l’ha «consegnata» agli agenti che si sono immediatamente attivati per cercare di rintracciare i genitori della bambina.

FRENETICHE INDAGINI. Dalla centrale della Polstrada si sono staccati due ispettori che, dopo aver fotografato la piccola, hanno setacciato l’area tra viale Timavo, viale Magenta e via Guasco. «Armati» di un palmare, i poliziotti hanno bussato porta a porta, mostrando a residenti e commercianti il viso della bambina con la speranza che qualcuno potesse riconoscerla indirizzando gli agenti alla residenza dei genitori. I controlli sono proseguiti anche all’Esselunga e nella farmacia dello stesso centro commerciale. Fino alla svolta, intorno alle 10.30.

LA DENUNCIA. Il padre della piccola, si è presentato nella caserma della Polstrada di Reggio: «Aiutatemi. Vorrei denunciare la scomparsa di mia figlia». Quando gli agenti hanno sentito il racconto dell’uomo, lo hanno accompagnato negli uffici del comando, dove, alcuni agenti stavano giocando con la bambina, cercando di farle ritrovare il sorriso. A quel punto l’a bbraccio tra il padre e la piccola e la successiva chiamata a De Barre per comunicargli che la bambina che lui aveva salvato dalla strada, stava riabbracciando la famiglia.

LE INDAGINI. Per il padre della piccola, però, sono iniziati diversi accertamenti. Secondo il racconto poi fornito dall’uomo agli investigatori, ieri mattina poco prima delle 8, la moglie era uscita di casa per accompagnare gli altri due figli a scuola. All’improvviso, la più piccola di casa, aveva deciso di seguire la mamma e, sfruttando un momento di distrazione del padre, è uscita di casa.

Un racconto che l’uomo ha poi ripetuto agli assistenti sociali del Comune, immediatamente allertati dagli agenti della Polstrada che, nel frattempo, hanno anche avvisato la procura del tribunale dei Minori di Bologna. Gli investigatori ora stanno valutando tutti gli elementi raccolti e stanno vagliando attentamente la posizione del padre della bambina che rischia una denuncia per omesso un controllo.
(02 dicembre 2009)

 

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