Di Fabrizio (del 03/10/2009 @ 19:16:20, in Italia, visitato 1801 volte)
Conferenza "La voce del popolo Rom: Nuove politiche e strategie verso la
rappresentatività"
Roma, 30 Ottobre 2009 dalle ore 15,30 alle ore 19.30 (la sede è in corso
di definizione e sarà trasmessa con la prossima comunicazione della conferenza)
Interverranno: Parlamentari Italiani ed Europei, forze politiche, il Governo,
enti locali ed istituzioni, rappresentanti rom di organizzazioni Europee, rom e
sinti, la società civile italiana
"Il fallimento in passato di gran parte degli interventi a favore dei rom/sinti
in Italia è da attribuire al mancato coinvolgimento attivo dei "soggetti" in un
processo di autodeterminazione.
La strategia della Federazione romanì mira a riconoscere e valorizzare le
professionalità rom/sinte per "strappare" le redini dalle mani di una politica
"sociale" di assistenzialismo culturale emarginante e segregante, e riportarla
alla legittimità di una politica culturale "attiva" di autodeterminazione della
popolazione rom e sinta.
Il programma politico della Federazione romanì è finalizzato a costruire una
RAPPRESENTATIVITA’caratterizzata da qualità progettuale per passare dalla
mediazione alla partecipazione attiva e per promuovere una politica per la
cultura romanì."
Programma provvisorio Ore 15, 30 presentazione
Ore 15, 40 Presentazione del programma politico e delle strategie della
Federazione romani. Interventi di Demir Mustafà, Bruno Morelli, Sergio Suffer
Ore 16, 30 Saluto
Ore 17, 00 Presentazione programma politico e strategie della Federazione romanì.
Interventi di Graziano Halilovic, Loris Levak, Najo Adzovic, Nihad Smajovic
Ore 18, 00 Intervento rappresentanti rom organizzazioni Europee
Ore 19, 00 Saluto
Ore 19, 30 Conclusioni
Il coordinatore: Bruno Morelli
Il segretario: Graziano Halilovic
Il presidente: Guarnieri Nazzareno
Di Fabrizio (del 06/10/2009 @ 09:10:27, in Italia, visitato 1601 volte)
Il corso di Sociologia del diritto I e il Cirssi
ORGANIZZANO martedì 13 ottobre 2009 dalle ore 16.30 alle ore 18.30 in AULA B2, a Cà Borin, via del Santo n. 22 PADOVA
un incontro-dibattito in occasione della presentazione del libro:
Politiche possibili: abitare le città con i rom e i sinti (Carocci, Roma,
2009)
INTRODUCE E COORDINA: prof. Giuseppe Mosconi (titolare del corso di Sociologia del diritto I)
INTERVENGONO:
Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca - curatore del libro) Renata Paolucci (Opera Nomadi di Padova - autrice del capitolo: “Padova:
il superamento dei campi nomadi e il Progetto di inserimento scolastico”) Claudia Mantovan (Dipartimento di Sociologia, Università di Padova -
autrice del capitolo: “Venezia: quando un ente locale deve lottare per
realizzare le proprie politiche”)
Di Fabrizio (del 07/10/2009 @ 09:18:42, in Italia, visitato 1597 volte)
Questa mattina (ieri ndr) è stato eseguito il provvedimento di
espulsione dal campo comunale di via Bonfadini di alcune famiglie Rom.
Sicuramente ne seguiranno a breve degli altri.
C.ca 300 agenti, in tenuta antisommossa, hanno occupato l'area impedendo
anche alla tv e ai fotoreporter di accedere e documentare l'accaduto, come se il
"campo" fosse una sorta di "teatro di guerra"...
Vale la pena di ricordare che il pretesto per l'intervento è stata la
constatazione del possesso anche di un solo immobile sul territorio nazionale da
parte di uno dei componenti la famiglia.
Peccato, come sanno bene i servizi sociali e gli operatori del presidio
sociale che se ne occupano, che tale "requisito" non sia estensibile ad
un'intera "famiglia allargata" che somma al proprio interno più nuclei
familiari.
Inoltre, avverso tale provvedimento era stato mosso regolare ricorso al TAR
e, tra due giorni, sarà in discussione la richiesta di sospensiva del
provvedimento medesimo.
L'ordine di abbattimento delle strutture abitative non è stato mostrato nè ai
legittimi proprietari della casetta nè all'avvocato lì presente.
Probabilmente si è trattato dell'ennesimo abuso e non è stato esibito perchè...
inesistente.
Quello di stamattina non solo è uno degli atti istituzionali più gravi che si
siano perpetrati in questa città, "molto più grave" di tutti i precedenti
sgomberi che lo hanno preceduto perchè segna il concreto inizio dell'abbandono
di ogni politica sociale verso i cittadini rom (tra l'altro, italiani e
residenti...), ma anche un motivo di profonda vergogna per chi non ha sentito il
dovere e la necessità di far sentire la propria voce e prendere una posizione
chiara di condanna.
Di Fabrizio (del 07/10/2009 @ 09:36:46, in Italia, visitato 1571 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Venerdi 25 Settembre 2009 :: ore 21:52 C-day. Roma, i lavavetri raccontano il razzismo del pacchetto sicurezza
Intorno alle 19, un’azione organizzata dall’associazione Popica ha sorpreso
centinaia di persone su una delle strade più affolate e popolari di Roma, via
Casilina. Nell’angolo tra via Berardi e via Clandestina, un’area abitata da
numerosi migranti e rom, alcuni volontari dell’associazione e una decina di rom
del vicino campo di via di Centocelle hanno cominciato tutti insieme a pulire i
vetri delle automobili ferme al semaforo e, invece di chiedere in cambio monete,
distribuivano, tra lo stupore di molti, volantini sul pacchetto sicurezza e sul
Clandestino day.
Di Fabrizio (del 08/10/2009 @ 09:04:53, in Italia, visitato 1811 volte)
Martedì 6 settembre nel campo di
via Bonfadini a Milano c'è stato uno sgombero parziale, raccontato nel
Comunicato dell'Opera Nomadi. Quello che segue è il racconto dello sgombero,
visto da Veronica, che dentro quel campo ci abita.
Si sono presentati alle 4 di mattina, bloccando tutte le strade che portano
al campo. Erano più di 200 tra carabinieri, vigili e caschi blu, che dovevano
solo sfrattare 19 abusivi e non Totò Riina. Hanno vietato l'ingresso ai
giornalisti e ad altri testimoni esterni (ho provato lo stesso ad avvertirli).
Hanno iniziato con offese verso gli zingari, questi hanno risposto con lanci di
viti e bulloni, e così carabinieri e caschi blu si sono schierati, hanno
iniziato il loro richiamo "oh oh oh oh", così hanno iniziato a tirare calci
manganellate verso donne e uomini. Visto che in mezzo c'erano dei bambini, il
capo dei caschi blu ha ordinato di non muovere più un dito, addirittura un
minore il figlio di uno sfrattato si è preso due schiaffi da uno di loro, vi
sembra giusto? Vi scrivo, grazie a tutti per l'attenzione, perché questa storia
la voglio far sapere a tutto il mondo. Adesso sono rimaste tutte le macerie e
tutto il degrado, visto che sono andati via senza neanche ripulire!!!! Cosi i
bambini riescono a farsi molto male, tanto che gli frega, mica sono figli loro.
Non ho mai visto niente del genere in vita mia!!!!!!!!!!!!
Alcuni bimbi ora vivono con la paura che riaccada visto che già hanno detto
che lunedì prossimo torneranno per sfrattare altre 3 famiglie.
Di Fabrizio (del 09/10/2009 @ 09:34:13, in Italia, visitato 3213 volte)
Chi mi conosce, sa che il campo sosta di via Idro a Milano è quello che ho
frequentato da giovane, e dove ho imparato i primi rudimenti sui Rom. Spesso il
blog mi porta lontano, ma poi ci torno sempre con qualche articolo...
L'occasione in questo caso è ghiotta: un quartiere che difende i propri rom.
Dallo scorso maggio sono apparse sulla stampa nazionale numerosi articoli
(vedi rassegna stampa) sull'intenzione del comune di
Milano di impiegare i fondi europei stanziati per i Rom, utilizzandoli per la
progressiva chiusura di tutti i campi sosta comunali.
In particolare il campo di via Idro 62, che ospita da 20 anni una comunità di
Rom Harvati (abitanti da più di 40 anni nella zona), vedrebbe lo spostamento
dei Rom presenti, per farlo diventare un campo di transito per altre comunità
rom sgomberati dagli altri campi (provvisori o regolari) a Milano.
Mercoledì 7 ottobre si è tenuta a
Villa Pallavicini
una conferenza stampa indetta dal comitato
Vivere in Zona 2,
dove si è affrontato anche questo tema.
Il comitato Vivere in Zona 2 e la comunità dei Rom residenti in via Idro,
concordemente respingono il piano del comune di Milano.
La loro comune posizione è che:
Nel campo comunale di via Idro vivono cittadini italiani che hanno diritto di
uscire dalla loro situazione di provvisorietà che dura da quasi mezzo secolo. Il
trasferimento di questa comunità per far posto ad altri Rom, non risolverebbe né
i problemi degli uni né quelli degli altri. Anzi, senza paura di essere
razzisti, il punto POLITICO è che non ci può essere una reale volontà
di risolvere i problemi dei Rom arrivati in Italia negli ultimi decenni, quando
colpevolmente non si affronta la questione dei Rom italiani e della loro
emarginazione secolare.
I Rom tuttora residenti in via Idro hanno diritto, dopo anni di abbandono, ad
una sistemazione stabile e dignitosa, ovvero:
possibilità di accesso alle case popolari per chi ne faccia richiesta;
oppure: la disposizione di un terreno dove potersi stabilire
DEFINITIVAMENTE con la propria famiglia ed il proprio nucleo allargato;
oppure: venga riconosciuta definitivamente la loro residenza nel campo
di via Idro, che deve ospitare le famiglie in condizioni salubri e civili,
in strutture fisse e non provvisorie.
Ai Rom vengano quindi offerte le possibilità di essere cittadini a pieno
titolo, nel rispetto delle loro tradizioni e culture, senza dover continuamente
pagare lo scotto di una sistemazione provvisoria da cui possono essere sfrattati
in ogni momento,in balia di emergenze che non sono provocate da loro.
Per questo, il comitato Vivere in Zona 2 e la comunità dei Rom residenti in
via Idro, pur riconoscendo l'esigenza di un testo che regoli la permanenza in un
campo sosta, respingono quanto proposto dai cosiddetti PATTI DI LEGALITA', in
particolare quello che renderebbe un campo sosta del tutto simile ad un carcere
all'aperto.
Per finire, si ricorda che la comunità Rom di via Idro, vive in un'area verde
a forte rischio di speculazione edilizia. Molti componenti della comunità , che
nel tempo si sono anche organizzati con una
propria cooperativa, sono qualificati professionalmente come
operatori del verde, altri potrebbero riconvertire le loro capacità di
allevatori di cavalli per attrezzare un maneggio. Sono tutte attività che
valorizzerebbero per tutta la zona l'area in cui vivono
Oggi, 8 ottobre 2009, Telepaviaweb manda in onda il secondo servizio dedicato
all’intervista a Claudio Stan (qui).
Claudio Stan vive tra Pavia e il circondario dal 2003. E’ romeno di origine Rom,
in parte i visitatori del blog conoscono la sua storia. Ha nella personale
quotidianità sperimentato tutte le varianti dell'avversione legale,
istituzionale e antropologica racchiuse nel termine "antiromanismo". Ciò non
esclude un carattere particolare, irascibile e ribelle che Claudio Stan
indubbiamente possiede. Lo ritengo però uno degli individui più sfortunati della
terra. Nato nella più povera delle terre (Slatina) tra le terre d’Europa (la
Romania di Ceausescu), senza istruzione, educazione e alfabetizzazione degna di
questo nome; una di quelle vite chiamate proprio dalla vita ad arrabattarsi fin
da bambini. Quel tipo di vita che porta con una naturalezza che sgomenta a
sperimentare il carcere, i giacigli di fortuna, la carità compassionevole e
quella di facciata, l’elemosina davanti ai supermercati e nei parcheggi, i
pestaggi che riducono su di una sedia a rotelle. Avrebbe potuto diventare un
delinquente coi baffi; disposto a tutto poiché nulla ha da perdere. Ma non lo è
diventato e i reati che gli sono stati contestati, e in parte ammessi, sono un
piccolo furto e un materasso bruciato dalla rabbia in carcere. Ora ha un decreto
di allontanamento (molto diverso da un decreto di espulsione) emesso da una
autorità di pubblica sicurezza italiana. Nel fine settimana scorso, è stato
fermato a Casalpusterlengo dove faceva la questua. Le forze dell’ordine, durante
il controllo, hanno saputo del decreto di allontanamento. Lo hanno quindi
accompagnato all’aereoporto di Malpensa. Ma la carrozzina era rotta (davanti al
Comune di Casalpusterlengo – mentre "occupava suolo pubblico" - chiedeva aiuto
per farsela aggiustare), e l’aereo lo avrebbe portato solo fino a Bucarest che
dista da Slatina, suo luogo natale, 300 chilometri che, con una carrozzina
rotta, non poteva percorrere. Molto umanamente e rispettando le direttive
europee che impongono un trattamento umanitario per persone in stato di handicap
fisico o di disagio e quelle che hanno intimato più volte all'Italia di non
comportarsi in modo discriminatorio nei confronti dei Rom, è stato accompagnato
a Pavia dove c’era un cittadino che si era offerto di ospitarlo. Tanto di
cappello quindi ai funzionari della Questura di Lodi, e al Questore che ha agito
secondo le leggi vigenti e secondo le priorità contingenti previste in questi
casi. Ma non poteva andare bene a coloro che hanno fatto di persone come Claudio
Stan un capro espiatorio e una valvola di sfogo per le proprie fissazioni
etnocentriche. Il Sindaco di Casalpusterlengo, non pago che Claudio Stan fosse
stato comunque allontanato dal suo Comune, ha avvertito il vicesindaco di Pavia
che un pericolosissimo delinquente si sarebbe aggirato in paraggi sotto la sua
giurisdizione. Il vicesindaco, invece di informarsi su dove fosse Claudio Stan e
alzare il telefono per ringraziare il cittadino pavese che lo ha ospitato,
chiama un giornale per dichiarare furibondo: "Pavia non lo vuole", chiamando a
sostegno anche un assessore provinciale del suo stesso partito, entrambi andando
al di là delle rispettive funzioni di rappresentanza e del ruolo. Ne abbiamo
ormai di esperienza, quanto basta per sostenere, con indicibile chiarezza, che
l’immagine dell’Italia in Europa – così compromessa sui temi dell'accoglienza -
sarà salvata e protetta da quelle poche persone che avranno saputo valutare con
le giuste proporzioni e risposto in cuor loro ad un imperativo categorico di
ordine morale accompagnato dal rispetto della legalità, e non avranno avuto
vergogna o timore di farlo. E noi informeremo il Consiglio d’Europa su quanto è
accaduto tra Lodi e Pavia in un fine settimana di inizio autunno.
Di Fabrizio (del 12/10/2009 @ 09:44:40, in Italia, visitato 1808 volte)
Il Giornale di Vicenza11/10/2009 CAMPI NOMADI. Rifondazione comunista e Davide Casadio
dell'associazione Sinti rispondono a Pecori e Sandoli
Il campo nomadi di viale Cricoli
«Leggiamo sui quotidiani l'assurda polemica sulle microaree per Sinti e Rom.
Vogliamo far presente che i "campi storici" - si legge in una nota firmata da
Irene Rui, responsabile del dipartimento per le politiche migratorie ed etniche
di Rifondazione comunista e da Davide Casadio, presidente dell'associazione "Sinti
italiani in viaggio per il diritto e la cultura" - vivono una situazione
insostenibile sia sotto il profilo della sicurezza, che igienico sanitario,
essendo i sottoservizi vecchi. Le microaree rappresentano una soluzione per dare
finalmente a queste famiglie una vita dignitosa e serena».
Inoltre, continuano i due rappresentanti, «facciamo presente a Massimo Pecori
capogruppo Udc che non parliamo di extraterrestri, ma di cittadini vicentini.
Altresì rispondiamo ad Alessio Sandoli, segretario cittadino della Lega Nord che
questi cittadini, pur con difficoltà pagano tasse, servizi e vivono del loro
lavoro: un'occupazione onesta e non illegale come qualcuno può pensare. Le
microaree e gli eventuali alloggi non sono un regalo a cittadini facinorosi, ma
un atto dovuto a famiglie che sono disposte a contribuire economicamente. Infine
- concludono - vogliamo rispondere a Valerio Sorrentino attuale consigliere del
Pdl, che il degrado è frutto di dieci anni della loro amministrazione che non ha
voluto affrontare i problemi dei cittadini Sinti e Rom, ed ha preferito lasciare
i campi al degrado e non ha dato la possibilità ai Rom, proprietari del campo di
via Nicolosi, di adeguarlo con i sottoservizi e con le opere indispensabili. Con
la costruzione delle microaree, non ci saranno né degrado, né microcriminalità».
INTERVENTI Ore 15,00 presentazione conferenza/ Saluto dei rappresentanti del Parlamento
Italiano ed Europeo, delle istituzioni, del Governo, degli enti locali.
Ore 15,30 Programma politico della Federazione romanì (prima parte)
• Demir Mustafà (vice Presidente Fed. Rom.) La politiche unitarie della
Federazione romanì
• Bruno Morelli (coordinatore Fed. Rom.) Un popolo al bivio: dalla
dimensione tribale alla dimensione politica
• Sergio Suffer (vice Presidente Fed. Rom.) Emancipazione abitativa e
culturale di Rom e Sinti
• Graziano Halilovic (Segretario Fed. Rom.) Verso una società globale.
Istruzione e formazione quale opportunità di rinnovamento e profonda
integrazione
• Loris Levak (Delegato lavoro) Dal nomadismo alla sedenterizazione: come
Rom e Sinti devono cambiare lavoro?
Ore 16.45 Rappresentanti rom di alcune organizzazioni Europee
Ore 16.45 Rappresentanti rom di alcune organizzazioni Europee
Ore 17,30 Saluto dei rappresentanti del Parlamento Italiano ed Europeo, delle
istituzioni, del Governo, degli enti locali.
Ore 17,45 Programma politico della Federazione romanì (seconda parte)
• Dimitris Argiropoulos (Aderente Federazione romanì - Docente Università
di Bologna) Letture, Strumenti e Mediatori in una realtà culturale estrema,
cercando futuri
• Santino Spinelli Alexian (Aderente Federazione Romanì - docente
Università di Chieti) Da ziganopoli all’autodeterminazione culturale
• Roberto Ermanni (aderente alla Federazione romanì – ARCI Respons.
Nazionale Rom e Sinti) Progettualità e progettazione della Federazione romanì
• Najo Adzovic (Consigliere Federazione romanì con delega alle
cooperative) La programmazione politica locale e la rete rom locale
• Nihad Smajovic (Consigliere Federazione romanì con delega
all’immigrazione) Diritti & rovesci. Sicurezza, democrazia e cittadinanza
Ore 18,45 Conclusioni di Nazzareno Guarnieri (Presidente Federazione
romanì)
"Il fallimento in passato di gran parte degli interventi a favore dei rom/sinti
in Italia è da attribuire al mancato coinvolgimento attivo dei "soggetti" in un
processo di autodeterminazione.
La strategia della Federazione romanì mira a riconoscere e valorizzare le
professionalità rom/sinte per "strappare" le redini dalle mani di una politica
"sociale" di assistenzialismo culturale emarginante e segregante, e riportarla
alla legittimità di una politica culturale "attiva" di autodeterminazione della
popolazione rom e sinta.
Il programma politico della Federazione romanì è finalizzato a costruire una
RAPPRESENTATIVITA’caratterizzata da qualità progettuale per passare dalla
mediazione alla partecipazione attiva e per promuovere una politica per la
cultura romanì."
Verrà distribuito ai partecipanti il volume realizzato dalla Federazione
Romani in collaborazione con CSV del Lazio con gli atti della Conferenza
Di Fabrizio (del 16/10/2009 @ 09:45:13, in Italia, visitato 1545 volte)
Caritas Ambrosiana è lieta di invitarvi al seminario Rom e politiche
sociali. I diritti dei deboli non sono diritti deboli. L’incontro si
terrà martedì 27 ottobre dalle ore 17.00 alle ore 19.30 nel salone Mons.
Bicchierai presso la nostra sede di via S. Bernardino 4 a Milano.
A partire dal libro Politiche possibili. Abitare le città con i rom e i sinti a cura di Tommaso Vitale
ne discutono Giacomo Costa Sociologo, Caporedattore del mensile Aggiornamenti
sociali Tommaso Vitale Sociologo, Università degli studi di Milano-Bicocca
Con preghiera di diffusione. Segreteria Rom- Sinti
Caritas Ambrosiana
via San Bernardino, 4
20122 Milano
02 76037262 rom.ambrosiana@caritas.it
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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