Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 02/08/2008 @ 09:12:42, in Europa, visitato 1887 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Dichiarazione di Refik Jajic
BELGRADO - 26 luglio 2008 Nella sessione informativa del Media center
dell'Unione Europea, i rappresentanti della Commissione Europea nella Repubblica
di Serbia hanno annunciato che l'Unione Europea destinerà 9 milioni di EURO
per progetti assegnati al recupero di soluzioni durevoli per i rifugiati e per
il miglioramento delle condizioni di vita dei dispersi interni, come pure per la
creazione di un reddito per i rifugiati, i dispersi ed i poveri in condizioni di
emergenza.
Refik Jajic, presidente del Tavolo per i dispersi interni del Consiglio
Nazionale della minoranza Romani, ha ricordato in una dichiarazione alla
TANJUG che i Rom dopo 9 anni di abbandono delle loro case vivono ancora come
dispersi. Dopo che hanno lasciato tutti i loro averi e passato dietro di loro,
sono per la maggioranza privi di fonti di reddito, e dipendono dall'economia
informale, ad es. del lavoro irregolare, senza assicurazione ed integrazione.
Ha avvertito che chiudere i centri collettivi in cui i Rom dispersi dal
Kosovo e Metohija risiedono, rappresenta una nuova sfida, perché il pagamento di
un alloggio privato ostacola significativamente chi ha budget scarsi per la casa
e a cui bisogna coprire le spese basiche.
Le persone disperse internamente tanto in Serbia e Montenegro, che in
Macedonia, dove hanno lo status di rifugiati, oggi non sono realmente nella
possibilità di realizzare i loro diritti civili, cosa che peggiora la loro
dispersione. In confronto ai cittadini locali, non sono individuati
adeguatamente nelle liste degli utenti degli aiuti sociali (programma di aiuto
materiale alle famiglie). Molti Rom dispersi non hanno abitazioni durevoli, e
sono in difficoltà nel risolvere il problema della sistemazione e, per questo,
ritiene che il Progetto dell'Unione Europea sull'integrazione dei dispersi
interni troverà una soluzione durevole per i rifugiati ed i dispersi interni, e
migliorerà le loro condizioni di vita nella loro madrepatria. A causa
dell'importanza estrema del progetto dell'Unione Europea sui dispersi interni
qualificati come Romani, il Consiglio Nazionale della minoranza Romani
parteciperà all'offerta - ha concluso Refik Jajic.
Bajram HALITI - PR of National Council of Romany national minority in Serbia.
Di Fabrizio (del 02/08/2008 @ 09:28:36, in Europa, visitato 2094 volte)
Da
Roma_Daily_News
Reuters 29 luglio 2008 - L'Italia è stata criticata per i severi provvedimenti
contro la sua minoranza Rom. Di seguito alcuni dettagli sui Rom in
Europa:
* UNIONE EUROPEA:
- L'esecutivo UE ha fatto pressione sugli stati membri perché offrano
migliori condizioni di vita ai Rom, che soffrono di discriminazione.
- La Commissione ha pubblicato uno studio che dice che spesso ai Rom non
vengono date pari opportunità per avanzare socialmente in UE, anche se esistono
leggi antidiscriminatorie riguardo l'accesso al lavoro, i sistemi di sicurezza
sociale, i servizi e la casa.
* RAPPORTO UNICEF:
- Un rapporto UNICEF del 2005 dice che l'84% dei Rom in Bulgaria, l'88% in
Romania e il 91% in Ungheria viveva sotto la linea di povertà.
- Ci sono circa 3,7 milioni di Rom nei cinque paesi coperti dal rapporto - Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Romania
e Serbia - 1,7 dei quali sono bambini.
- Secondo quanto riportato il 53% dei Rom aveva sofferto la fame nei mesi
precedenti, contro il 9% della popolazione non-rom.
* DECENNIO DELL'INCLUSIONE ROM 2005-2015:
- L'idea del decennio emerse dalla prima conferenza regionale ad alto livello
sui Rom tenutasi in Ungheria nel 2003.
- La decade è un impegno dei governi nell'Europa centrale e del sud-est a
migliorare lo stato socio-economico e l'inclusione sociale dei Rom. Vi prendono
parte nove paesi, tutti hanno significative minoranze Rom.
- All'inizio del 2008, Albania, Bosnia ed Herzegovina, e Spagna hanno
dichiarato la loro intenzione di unirsi alla decade.
* I ROM NELL'EUROPA:
UNGHERIA - Vivono in Ungheria oltre 600.000 Rom, la maggior parte nel
nord-est, formando la più grande minoranza etnica su una popolazione totale di
10 milioni.
- La distinzione è diffusa. L'UE ha indicato il paese tra quelli più
difettosi in termini di segregazione dell'alloggio.
ITALIA - Vivono in Italia tra i 130.000 e i 150.000 Rom, dove vengono
incolpati per crimini ed insicurezza.
- L'Italia ha programmato di prendere le impronte digitali ai Rom che vivono
nei campi, come pure la chiusura dei campi non autorizzati ed il rimpatrio di
chi è illegalmente in Italia. La decisione è stata condannata dal Parlamento
Europeo, dalla Romania - da cui provengono molti Rom - e da gruppi religiosi.
- A seguito delle proteste, un comitato parlamentare ha convenuto che le
impronte verranno prese a tutti i cittadini per le carte di identità. La misura
deve ancora passare attraverso il Parlamento.
- Lo scorso maggio, diversi campi Rom sono stati dati alle fiamme, accendendo
un incidente diplomatico tra Roma e Bucarest.
MACEDONIA - Sono tra i 150.000 e i 250.000, o circa il 10,5% della
popolazione.
- I Rom hanno ottenuto un'uguaglianza costituzionale unica in Macedonia
derivata da un accordo di pace fra il governo e la più grande minoranza, l'etnia
albanese.
SLOVACCHIA - I 108.000 Rom slovacchi hanno di solito accesso limitato al
lavoro e all'istruzione e spesso vivono in squallide condizioni senza i servizi
pubblici basici.
* TURCHIA - I Rom in Turchia non sono riconosciuti come gruppo di minoranza.
Tentativi di organizzarsi politicamente o anche culturalmente possono essere
visti come atti contro la stato, punibili per legge. Vivono in Turchia tra i
300.000 e i 500.000 Rom.
-I Rom riportano di frequenti sgomberi forzati.
Fonti: Reuters/Economist/ World Bank/www.rroma.org/
www.romadecade.org/
Writing by David Cutler and Jijo Jacob, London Editorial Reference Unit
Di Fabrizio (del 02/08/2008 @ 16:30:44, in Europa, visitato 1725 volte)
Da
Roma_und_Sinti
DW WORLD.D - DEUTSCHE WELL
I Sinti e i Rom sopravvissuti all'Olocausto ed i loro nipoti questa
settimana stanno visitando il campo di sterminio di Auschwitz, come parte di un
viaggio educativo progettato per sollevare la consapevolezza storica tra le
giovani generazioni
E' la prima volta che giovani ed anziani assieme prendono parte ad un evento
di questo tipo in Germania. Trentacinque sopravvissuti all'Olocausto e 20
giovani tra i 16 e i 30 anni viaggeranno verso la Polonia.
Insieme, vecchi e giovani hanno ricordato il 2 agosto 1944 - la data in cui
le SS uccisero i 2.900 reduci Rom e Sinti ad Auschwitz. Questo è l'anniversario
in cui la comunità commemora i loro morti nell'Olocausto.
I sopravvissuti forniranno anche ai partecipanti la loro guida personale nel
giro del campo di Auschwitz-Birkenau durante il viaggio di cinque giorni, che è
stato organizzato dal Centro Culturale e di Documentazione dei Rom e Sinti
Tedeschi assieme alla Federazione per la Democrazia e la Tolleranza (BfDT).
Collegamento tra passato e presente
"Volevamo dare alle generazioni più giovani l'opportunità di collegarsi alla
storia," ha detto Romani Rose, presidente del Consiglio Centrale dei Sinti e
Rom.
Andreas Pflock del centro di Heidelberg ha sottolineato l'importanza della
dimensione personale.
"I sopravvissuti all'Olocausto passeranno la loro esperienza," ha detto.
"Molti della precedente generazione che ha vissuto Auschwitz stanno sparendo,
non vogliamo che questa esperienza vada persa."
"E' importante per la generazione più giovane conoscere cosa hanno passato i
membri della propria famiglia perché interessa la percezione della loro storia.
E' anche un'importante fondamenta per il loro futuro," ha aggiunto.
Pflock ha detto che il viaggio includerà anche un incontro con i componenti
dei Rom e Sinti Polacchi, coinvolgendoli nelle discussioni sul loro attuale
lavoro politico.
Si stima che circa un milione di Sinti e Rom siano stati uccisi durante il
regime nazista. Oggi vivono in Germania tra i 70.000 e gli 80.000 membri della
minoranza.
DW staff (jg)
Di Fabrizio (del 03/08/2008 @ 09:21:49, in Europa, visitato 2617 volte)
Da
Czech_Roma
Opinione del Redattore: La motivazione del rimpatrio dei Rom in India è
una questione interna alle comunità Rom.
Qualsiasi apporto alla realizzazione di questa meta deve arrivare da quanti sono
positivi versoi Rom, ma non da quanti ci vedono come la loro sfortuna e sono
contenti di cancellare ogni segno della nostra vita in Europa o altrove
Valery Novoselsky,
Redattore di Roma Virtual Network.
L'estrema destra vuole rilocare i Rom in India By ČTK
Praga, 30 luglio (CTK) - Lidove noviny (LN) ha riportato mercoledì che il
Partito Nazionale Ceco vuole riuscire nelle elezioni generali del 2010 con la
radicale retorica anti-Romani, formulata in 150 pagine dello studio "La
Soluzione Finale al Tema Zingaro nelle Terre Ceche" che sarà presentato tra un
mese.
Il nome evoca la Germania nazista e la sua soluzione finale alla questione
ebrea, ma i nazionalisti rispondono che non vogliono uccidere i Romani, ma
vogliono comprare della terra in India per rilocare lì i Romani, scrive LN.
Il gruppo degli autori dello studio è guidato dal membro di partito Jiri
Gaudin e ne fa parte anche la presidentessa Petra Edelmannova, secondo Pavel
Sedlacek portavoce del partito, scrive LN.
Scrive sempre LN che si presume che il gruppo sia stato assistito da alcuni
esperti dell'"ambiente accademico", che tuttavia hanno richiesto l'anonimato.
Ivan Vesely, presidente dell'associazione Romani Dzeno, ha detto a LN che i
Romani "hanno vissuto qui per 500 anni e ancora siamo considerati stranieri".
Sedlacek ha detto a LN che lo studio guarda alla questione Romani in "in
maniera completa - dove si è originata e perché nessuno l'ha ancora risolta".
Ha detto che lo studio conclude che il rimpatrio è la sola soluzione
possibile dopo che tutti i tentativi di far fronte alla questione sono falliti.
"Dev'essere risolta su basi europee, occorre comprare terra in India e dev'essere
data l'opportunità di vivere sulla loro terra seguendo le loro idee" cita LN
dallo studio.
Sedlcek ha detto che la parola "finale" collegata allo studio non significa
che il partito vorrebbe sterminare i Romani, ma perché la questione dev'essere
finalmente affrontata.
Miroslav Mares, esperto di estremismi, ha detto a LN di pensare che i
nazionalisti perderanno le elezioni.
"La tematica Romani non è così forte. Secondo i sondaggi non esistono nella
società forti pregiudizi anti-Romani, ma (Miroslav) Sladek, che basò la sua
campagna elettorale nel 1998 sulla retorica anti-Romani, perse," ha detto Mares.
Sladek era allora presidente dell'estremista Associazione per la Repubblica-
Partito Repubblicano di Cecoslovacchia (SPR-RSC).
This story is from the Czech News Agency (ČTK).
Di Fabrizio (del 04/08/2008 @ 08:46:23, in Europa, visitato 1824 volte)
Da
Bulgarian_Roma
Le dichiarazioni secondo cui ci sarebbe un boom demografico tra i Rom e che
questi contano sull'assistenza sociale sono un mito, mostra una ricerca
dell'Open Society Institute pubblicata sulla guida informativa "Rom in
Bulgaria", ha riportato mercoledì il sito Mediapool.bg.
Uno degli autori della pubblicazione, Aleksei Pamporov, ha spiegato che c'è
un incremento attuale nel numero dei Rom comparandolo al resto della popolazione
in Bulgaria, ma nessun boom demografico. Nel 2001 una donna Rom dava alla luce
in media 3,5 bambini, ed ora il numero è di 2,7. Nel periodo 2001-2007 la
popolazione Rom è cresciuta dell'1% in confronto all'intera popolazione.
Pamporov ha detto che attualmente i Rom sono circa 426.000. Erano 370.908 nel
2001.
Così per l'impiego, Pomparov ha spiegato che il 51% di loro svolge qualche
tipo di lavoro. Nel 1994 quelli che lavoravano erano soltanto il 27,5%.
Spesso i Rom trovano lavoro nelle costruzioni, agricoltura, servizi pubblici
e vendita al dettaglio. Il 49% degli intervistati ha indicato il proprio salario
come principale fonte di reddito, il 13,1% la pensione, il 9,9% lavoro
temporaneo, il 7% pensione di invalidità, il 6,3% assistenza sociale, il 5,7%
assegni familiari, il 3,2% affari privati, l'1,8% indennità di disoccupazione,
1,8% traffico di scarti, erbe e funghi, e l'1,3% lavoro all'estero.
Il livello di analfabetismo tra le donne Rom è doppio rispetto agli uomini.
Le cifre sono 10,7% tra gli uomini e 20,1% tra le donne.
Il 38,7% delle donne ha la licenza elementare e circa la stessa percentuale
la licenza media. Solo il 4,1% ha istruzione secondaria. D'altra parte, il 30,7%
degli uomini Rom ha la licenza elementare, il 42,9% la licenza media ed il 15,7%
si è diplomato alle superiori.
Toni Tsvetanova/bnn/
Di Fabrizio (del 06/08/2008 @ 08:46:00, in Europa, visitato 2048 volte)
Da Nordic_Roma
31 luglio 2008 1:50am BST - By Agnieszka Flak and Julie Breton HELSINKI (Reuters) - Aurelia non porta più con sé sua figlia di quattro anni a mendicare per le strade della capitale Helsinki. La donna Rom di 35 anni ha troppa paura che le prendano la bambina per darla in affido.
La Finlandia sta perseguendo i Rom, o zingari, che elemosinano con i loro bambini, minacciando di rimandare madri e figli nel loro paese di origine o di dare i bambini in affido. Lo scopo, dicono le autorità, è di proteggere i bambini.
Ma i gruppi dei diritti umani dicono che la mossa, introdotta alla fine del 2007, è sinora una delle più dure misure anti-Rom d'Europa, e costituisce una forma di ricatto che divide le famiglie invece di proteggerle.
La Finlandia non è sola nell'introdurre misure che i critici dicono essere discriminatorie contro i Rom. L'esecutivo dell'Unione Europea ha sollecitato gli stati membri ad offrire migliori opportunità ai Rom, cui spesso non vengono date pari opportunità di avanzare socialmente.
I Rom dell'Est Europa sono stimati in 9-12 milioni, sono il settore della società più povero nella regione, e molti sono fuggiti nei più ricchi stati occidentali, in cerca di una vita migliore. Ma, spesso, hanno trovato soltanto negligenza, discriminazione e schiacciante povertà.
In Italia, il governo è stato severamente criticato per il piano di prendere le impronte digitali ai Rom, inclusi i bambini, come componente di un severo provvedimento sui crimini, che molti italiani imputano agli immigrati.
I critici dicono che le misure proposte portano alla discriminazione etnica ed alla violazione delle regole UE. L'Italia ha replicato che le impronte verranno prese a tutti i cittadini, una mossa per disinnescare le critiche.
Astrid Thors, Ministra Finlandese per le Migrazioni e gli Affari UE, ha difeso la posizione del suo paese, dicendo che le autorità devono reagire se i bambini sono in pericolo.
"Stiamo cercando di agire nell'interesse dei bambini - Può essere problematico, ma è anche bene che la gente che arriva qui sappia che questa è la regola," ha detto.
Aurelia, che ha rifiutato di dare il suo cognome, elemosina ancora ma le entrate sono diminuite da quando ha smesso di portare sua figlia.
"Mendicare è ancora meglio che avere fame nel paese da cui arrivo," ha detto, agitando il bicchiere di plastica vuoto sul marciapiede vicino alla stazione di Helsinki.
"Alcune delle mie amiche sono andate via perché hanno sentito che i loro bambini sarebbero stati prese. Io non ho altra possibilità. Non ho altri sistemi migliori per appoggiare la mia famiglia a casa."
PIU' ORGANIZZATI
Il governo stima che vivano in Finlandia circa 10.000 Rom, anche se dicono che il numero potrebbe essere molto più alto, perché tracciare i loro movimenti è quasi impossibile.
Molti Rom arrivano dalla Romania e dalla Bulgaria, che hanno raggiunto l'Unione Europea nel 2007.
Quelli arrivati recentemente spesso dormono in tende o in comunità improvvisate sugli svincoli autostradali e raramente hanno accesso al servizio sanitario per prendersi cura delle loro famiglie.
Per legge, i Rom non possono essere deportati, a meno ché non commettano un crimine serio. Mendicare non è illegale.
Quando i Rom mendicanti, una presenza ubiqua nella capitale norvegese Oslo, apparvero per la prima volta l'anno scorso nelle strade di Helsinki, causarono fermento nei media locali e misero in evidenza una certa intolleranza verso gli stranieri.
I Rom non sono l'unico gruppo che ha affrontato la discriminazione in Finlandia, dove spesso la gente è ostile verso i nuovi venuti sino ai recenti segni che l'economia avrebbe sofferto se il paese non avesse adottato un approccio più positivo.
Con un clima duro ed una lingua parlata solo da pochi, la Finlandia sta ora cercando di attrarre gli immigrati per puntellare un'economia indebolita dal rapido invecchiamento della popolazione europea ed una forza lavoro ristretta.
La popolazione della Finlandia è di circa 5,3 milioni e ci sono circa 122.000 stranieri, la maggior parte dalla Russia e dall'Estonia.
Mentre il numero dei mendicanti Rom in Finlandia è ancora piccolo - meno di 100 secondo uno studio del ministro degli interni - la polizia dice che stanno diventando più organizzati ed aggressivi, a volte arrivano su mini bus noleggiati alla bisogna per la loro giornata lavorativa ad Helsinki.
E la presenza dei bambini ha fatto arrabbiare alcuni Finlandesi.
Outi Parkkinen, una madre che vive a Helsinki, ha detto che non potrebbe contribuire a suddividere la colpa dopo aver visto bambini dormire per strada ad una temperatura sotto zero.
Chiede: "La gente dice che la Finlandia non è aperta all'immigrazione ogni volta che si parla dell'arrivo dei Rom. Dovremmo forse lasciarli vagare e rischiare che qualcuno di questi bambini muoia?"
Thors ha detto che la Romania deve assumersi la responsabilità dell'integrazione della sua minoranza nomadica e prevenire che migliaia di persone inondino le altre città europee.
Pure altri stati nordici hanno iniziato a reprimere, specialmente da quando il numero dei mendicanti Rom è cresciuto dal 2007.
Le lamentele contro i mendicanti aggressivi ad Oslo hanno portato l'anno scorso i politici norvegesi a discutere il divieto di elemosina.
Anche se questa proposta è caduta, è nuovamente dibattito aperto che nuovi gruppi di Rom mendicanti, principalmente dalla Romania, hanno iniziato ad arrivare nella città più cara d'Europa.
Circa cinque anni fa, la Danimarca cercava di mettere i bambini Rom in classi speciali e di ritirare gli assegni di disoccupazione ai genitori Rom se i loro figli non frequentavano la scuola. Tutte e due le pratiche sono state ritenute illegali e da allora sono cessate.
(Additional reporting by Sakari Suoninen and Sami Torma in Helsinki, Kim McLaughlin in Copenhagen, Adam Cox in Stockholm and John Acher in Oslo; Editing by Clar Ni Chonghaile)
Di Fabrizio (del 07/08/2008 @ 08:59:31, in Europa, visitato 2318 volte)
Da
Czech_Roma
30 luglio, 2008 - By Gwendolyn Albert
Anita Danka/European Roma Rights Centre.
Elena Gorolova, a sinistra, a Madrid con una reduce alla sterilizzazione
forzata, Marta Pušková.
Negli ultimi quattro anni, sono stata coinvolta nell'aiutare le reduci delle
sterilizzazioni forzate nella Repubblica Ceca, nella loro lotta per ottenere dal
governo una riparazione per i danni da loro sofferti, e per impedire che
violazioni simili accadano ancora negli ospedali cechi. Assieme ad OnG locali ed
internazionali, le donne della comunità Rom di Ostrava in particolare, hanno
perseverato in questa ricerca, nonostante le minime risorse ed appoggio. Il loro
solo alleato è il difensore pubblico dei diritti Ceco (ombudsman), le cui
raccomandazioni fatte nel 2005 rimangono inadempiute dal governo, nonostante i
richiami dei consulenti governativi di riconoscere la responsabilità per le
violazioni, scusarsi con le vittime e fornire una riparazione.
Qualche settimana fa, mi sono trovata in un albergo di Vienna, dopo una
settimana di attivismo ad una grande
conferenza a Madrid sui diritti delle donne. Assieme ad alcune delle reduci
di Ostrava ed allo staff dell'European Roma Rights Centre, avevo raccolto firme
per richiedere ai governi ceco, ungherese e slovacco di riparare queste
violazioni. Curiosa di vedere le notizie, ho girato sulla CNN - e quasi sono
caduta per la sorpresa. Uno spot annunciava che il documentario Processo per un
Bambino Negato, sulla sterilizzazione coercitiva nella Repubblica Ceca, sarebbe
stato trasmesso durante la serie "Storie Mai Raccontate dal Mondo". Essendo
stata coinvolta da vicino nell'assistere i produttori del film, ero strafelice
di vedere il loro lavoro raggiungere il mondo.
Ma per me, lo sviluppo più importante negli scorsi quattro anni è stato il
cambiamento che ho osservato nelle donne stesse. Nonostante alcune difficoltà -
come le cronache ostili nella stampa locale dopo che avevano dimostrato fuori
dall'ospedale di Ostrava nel 2006 - queste donne hanno superato lo stigma che
chiunque proverebbe a discutere dettagli sulla propria vita così intimi. In un
recente incontro con le donne Rom della Slovacchia che sono state oggetto degli
stessi abusi, le reduci delle sterilizzazioni di Ostrava parlarono
appassionatamente del bisogno di raggiungere in qualche modo il pubblico
attraverso i media, non solo di scambiarsi le proprie esperienze privatamente.
Anche dopo quattro anni di quasi silenzio dal governo, ed anche sapendo che loro
sono coscienti che la grande maggioranza di loro non vedrà mai quel giorno in
tribunale, rimangono focalizzate e desiderose di giustizia.
Nessuna personifica questa trasformazione così chiaramente come Elena Gorolova,
che fu sterilizzata senza il suo consenso nel 1990, nel corso del suo secondo
parto cesareo. Durante il travaglio in sala parto, con un'enorme paura e sotto
l'influenza dei sedativi, i dottori le diedero un pezzo di carta e le dissero:
"Firma o morirai." Credendogli, firmò senza nemmeno leggere il documento - come
disse più tardi, "In quel momento, avrei firmato la mia condanna a morte."
Il "consenso" ottenuto da Elena sotto queste circostanze è tipico dei reclami
del post-comunismo registrati dall'ombudsman. Lei non scelse di essere
sterilizzata - i dottori scelsero per lei.
Quattro anni fa, quando riportai per la prima volta di queste violazioni alle
Nazioni Unite di New York, fu il suo primo viaggio aereo. Così ci organizzammo
per un'altra donna, che l'avrebbe accompagnata e mostrato la rotta.
Quest'estate, per il nostro viaggio a Madrid, Elena non solo ha volato da
Ostrava da sola, ma è stata lei ad offrire supporto ad un'altra che a sua volta
volava per la prima volta. Ha anche imparato ad usare, l'e-mail e Skype.
L'esperienza di parlare in pubblico ed interagire con i giornalisti ha
rafforzato non solo l'autostima di Elena, ma anche quella delle sue colleghe,
come il documentario dipinge così bene. Elena è anche stata nominata
recentemente membro della società civile del Consiglio Governativo per gli
Affari della Comunità Rom, un organo consultivo del governo sulle tematiche Rom.
Solo un'individualità veramente forte può aver sostenuto l'esperienza recente
di un'intervista online con i lettori del server di notizie iDNES.cz, che Elena
ha voluto fare mentre eravamo a Madrid. I partecipanti alla conversazione,
alcuni firmandosi "Dottore", accusavano Elena e le sue compagne di vari motivi
clandestini, come quello di voler diventare "ricche alla svelta" - un'accusa
ridicola per chiunque abbia familiarità con i tempi del sistema legale ceco, e
le somme tradizionalmente basse dei compensi elargiti solo in casi eccezionali.
Quanti interrogavano sembravano afferrare a fatica che le doglie non sono il
momento migliore per chiedere ad una donna se volesse essere sterilizzata.
Tentavano di spiegare ad Elena che il "vero problema" era il desiderio di suo
marito di avere più figli, non quello del dottore che la sterilizzava senza il
suo informato consenso. Questo implicava che avere bambini era solo uno
stratagemma per ricevere appoggio sociale. Le hanno chiesto se fumasse, quali
voti avesse a scuola e perché non adottasse un figlio. Le hanno chiesto perché i
Rom abusino del sistema sociale, perché si perdano nel gioco, droghe e alcool -
domande razziste che non hanno niente a che fare con gli abusi dei diritti
umani.
Come era sua prerogativa, non ha risposto alle domande più ignoranti. Ha
risposto a quelle che riteneva utili, ripetendo la sua storia intensamente
personale forse per la millesima volta, nello sforzo di far capire alla gente
che non solo lei, ma molte altre, ci sono passate. Ho trovato la sua stamina
semplicemente incredibile.
Il governo ceco assumerà la presidenza UE nella prima metà del 2009, seguito
dalla Svezia. Dieci anni fa, quella nazione decise di fare quanto la Repubblica
Ceca non ha ancora fatto: riconoscere che il programma di sterilizzazione
adottato dai primi anni '30 sino agli anni '70 portava all'abuso dei diritti
umani, e compensò le vittime di questa pratica. Per quanto ne so, il
riconoscimento di questa verità non è costato niente al governo svedese nei
termini di prestigio internazionale - invece, ha sollevato la condizione del
paese fra i fautori dei diritti umani e della giustizia.
Grazie agli sforzi di quanti hanno lavorato sull'argomento delle
sterilizzazioni forzate in questo paese sin dalla fine degli anni '70, il
governo ceco ha ora un'enorme opportunità di unirsi al gruppo di quei paesi
capaci di auto-riflessione ed espiazione. La domanda è se i leader cechi hanno
abbastanza compassione per farlo.
The author is the Director of the Women’s Initiatives Network of the
Peacework Development Fund.
Di Fabrizio (del 08/08/2008 @ 09:48:13, in Europa, visitato 1932 volte)
Da
Romanian_Roma
I limiti dell'integrazione: Il settimanale rumeno
Revista 22 ha sollevato la questione sull'integrazione dei Rom in Romania ed
in Europa: "Se fossimo onesti e studiassimo un poco la Storia, ci accorgeremmo
che l'integrazione dei Rom in una società organizzata è un'idea nuova. Per
secoli, i Rom hanno vissuto ai margini della società, in Persia, negli Imperi
Bizantino e Ottomano, in Gran Bretagna e nell'Europa Centrale e Orientale. Hanno
beneficiato della debolezza e della corruzione della società maggioritaria,
com'è attualmente il caso della Romania dove i clan Rom non avrebbero potuto
diventare ricchi senza la corruzione degli amministratori pubblici e della
polizia. Non possono integrarsi da un giorno all'altro, non possono
integrarsi neanche sotto pressione, non possono integrarsi in uno Stato debole e
corrotto, dove è più conveniente infrangere la legge che rispettarla. Questo è
ciò che ci insegna l'integrazione dei Rom in Spagna, che è riuscita meglio di
quella dei paesi dell'Europa Centrale e Orientale. Sfortunatamente, le OnG ed il
governo rumeno, come pure la UE hanno oltrepassato la questione: dove investire
miliardi di euro in programmi per i Rom, se sono usati da un'amministrazione
inefficiente ed illegale.
Di Fabrizio (del 08/08/2008 @ 19:09:27, in Europa, visitato 1443 volte)
Di Fabrizio (del 09/08/2008 @ 09:39:45, in Europa, visitato 1938 volte)
Da
Roma_und_Sinti
DW-WORLD.D DEUTSCHE WELL
Diritti Umani | 05.08.2008
Il Consiglio dei Sinti e Roma Critica la Discriminazione in Germania
I Membri della comunità dei Rom e dei Sinti dicono che ancora affrontano la
discriminazione in Germania
Il Consiglio Centrale delle comunità Sinti e Rom in Germania ha rilasciato
lunedì 4 agosto un rapporto ad Heidelberg, criticando quello che loro vedono
come un tasso inaccettabile di attacchi razzisti contro i Sinti e i Rom.
Il rapporto viene sulle gambe delle richieste di misure più effettive
dall'Unione Europea per proteggere le minoranze.
Rappresentanti dalla Germania stanno dando una versione alla commissione ONU
sul razzismo a Ginevra, circa i programmi statali e le leggi per combattere il
razzismo e la discriminazione. Questa mossa, d'altra parte, non è abbastanza, ha
detto un portavoce per i Sinti e i Rom.
Il loro rapporto parallelo accusa la polizia di manipolazione in alcuni casi.
"Ancora oggi, qualcuno nel sistema di polizia tedesco perpetua la
discriminazione contro le minoranze come i Sinti e i Rom," si legge nel
rapporto. Puntualizzano che alcuni poliziotti usano termini peggiorativi come
zingari e vagabondi ed altri sinonimi per i sospetti quando devono compilare i
rapporti di polizia.
Inoltre, il rapporto del consiglio sottolinea le preoccupazioni sui gruppi di
destra che agitano il razzismo su Internet.
DW staff (cat)
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