Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 11/11/2005 @ 11:00:14, in blog, visitato 1995 volte)
Continua l'avventura dei tre valorosi, imbarcati nel gioco Clandestini a bordo. Abbiamo il primo disperso (non mi era mai capitato!), chi sta ancora sfuggendo dal Kosovo in fiamme e chi è già in Italia - provando a capire, come Alice nel paese delle meraviglie, che gusto c'è. Nel nostro piccolo stiamo preparando la scenografia (OPEN SOURCE ) del Tempo dei Gitani II. PS x i lettori più antichi: diciamo che le notizie che pubblico sono la teoria, Clandestini a bordo invece è un vero e proprio corso pratico per i solutori più che abili (o coraggiosi). Sono sempre aperte le iscrizioni.Ricordo ai lettori, che c'è anche a disposizione un' agenda per sapere cosa si organizza in Italia e nel mondo, e la possibilità di incontrarsi condividendo interessi comuni. O far sapere voi cosa state facendo e quando. E avete anche una pagina per i vostri annunci (al momento, ce ne sono una cinquantina circa). Fatevi vivi. Ciao
Di Fabrizio (del 12/11/2005 @ 10:09:18, in media, visitato 2658 volte)
I miei Balcani immaginari
11.11.2005
Il 28 ottobre a Roma, si è riunita l'Assemblea parlamentare della Nato. Seminario dedicato al Kosovo, con la partecipazione di 16 delegazioni parlamentari e diplomatiche dell'Alleanza Atlantica e di tutte le comunità nazionali dell'area coinvolte nei conflitti balcanici. Fra i relatori, il giornalista Ennio Remondino, corrispondente estero della Rai per quell'area. Questa la trascrizione del suo intervento
Di Fabrizio (del 12/11/2005 @ 12:37:34, in Italia, visitato 1932 volte)
comunicato stampa11 novembre '05 - Progetto Carcere Emergency lancia un programma di attività umanitarie anche in Italia. Il 10 Novembre Emergency ha sottoscritto un Protocollo d’intesa con il Provveditorato per l’Amministrazione Penitenziaria del Lazio, che segna ufficialmente l’avvio del nostro Progetto Carcere. Il Protocollo prevede, per un periodo sperimentale di un anno, la possibilità per Emergency di condurre propri volontari - specialisti medici e paramedici - all’interno dei due grandi Istituti della capitale, Rebibbia Nuovo Complesso. e Regina Coeli. La modalità degli interventi è affidata a intese dirette (sottoprotocolli) con la Direzione degli Istituti. Cosa faremo? Oltre a fornire più ampia possibilità ed esecuzione più rapida per visite e interventi specialistici, potremo fornire farmaci, presidi speciali, protesi, facilitare ricoveri per interventi nelle strutture pubbliche esterne, sollecitandone la disponibilità o provvedendo alla ricerca di soluzioni alternative. E’ già pronto il sottoprotocollo con Rebibbia, discusso il 27 settembre in una prima riunione operativa con i medici interni. Ora, con la firma del documento, le procedure saranno presto avviate anche a Regina Coeli. Nella realizzazione di questo programma Emergency fa tesoro, tra l’altro, di anni di esperienza accumulata in Afganistan (soprattutto a Kabul) e in altri Paesi, dove abbiamo aperto nostre cliniche nelle carceri e curato migliaia di pazienti detenuti. Se tra un anno ci saranno valutazioni concordemente positive sul lavoro svolto, Progetto Carcere potrà essere allargato agli altri Istituti del Lazio. Il suo scopo immediato è per noi quello di eliminare sofferenze ingiuste e inaccettabili per qualsiasi essere umano. Emergency, ben consapevole che in una società civile il rispetto dei diritti di tutti debba essere sempre garantito, intende richiamare le Istituzioni ad assolvere il proprio dovere e il proprio compito e in nessun modo intende sostituirsi ad esse. La necessità di una profonda ristrutturazione della Medicina Penitenziaria d’altra parte è avvertita da tempo: nel 1999 il governo in carica aveva adottato un decreto legislativo (n. 230/99) che trasferiva dal Ministero della Giustizia (Medicina Penitenziaria) a quello della Salute (Servizio Sanitario Nazionale) l’intera funzione sanitaria nel carcere. Dal 1 Gennaio 2000 il decreto aveva avuto una parziale attuazione, limitata ai soli settori della prevenzione e dell’assistenza ai detenuti tossicodipendenti. Poi, fino ad oggi, più nulla. Con conseguenze disastrose sulla qualità dell’assistenza, in progressivo e rapido deterioramento. Progetto Carcere è il primo intervento umanitario programmato in Italia, dopo anni di lavoro per la cura e la riabilitazione delle vittime civili delle guerre. Dal 1994, anno della nascita di Emergency, ad oggi abbiamo portato il nostro impegno e le nostre risorse in vari Paesi del mondo, dall’Afganistan al Sudan, dalla Cambogia all’Iraq, alla Sierra Leone, senza dimenticare Angola, Ruanda, Eritrea, Palestina, costruendo ospedali e centri di riabilitazione e curando circa 1,4 milioni di persone. Roma, 11 novembre 2005 Per ulteriori informazioni: Nicola Milillo, press@emergency.itTel. 02-86316.372, Cell. 335-470.471
Aggiornamenti:
1. su http://belfries.tripod.com/getleadoutpress78.htm
è ripubblicato un articolo di Marek Antoni Nowicki, Ombudsman per il Kosovo,
apparso sul maggior quotidiano della regione. Viene riassunto lo stato dei
negoziati in corso, le complicazioni e le responsabilità delle parti in causa.
2. RADC report 8: Proseguono i test sui livelli di contaminazione dei campi
profughi. Il 18 ottobre un'equipe USA ha visitato i campi di Kablare, Cesmin Lug
e Zitkovac, limitandosi ad incontrare i responsabili dei campi. Invece sono
stati misurati i livelli nella mahalla di Mitrovica. I restanti campi verranno
controllati a breve e entro due settimane dovrebbero essere noti i risultati.
Continuano le indiscrezioni sulla futura soluzione della mahalla di Mitrovica e
la nuova sistemazione per chi si trova nel campo per profughi interno. L'intero
articolo su http://belfries.tripod.com/getleadoutradreport.htm
Fonte: www.getleadout.cjb.net
(tutti i link sono in inglese)
Di Fabrizio (del 13/11/2005 @ 14:46:58, in Regole, visitato 3152 volte)
via Karin Waringo, ricevo un appello di Roberto Pignoni
FERMIAMO LA DEPORTAZIONE DI ALI BERISHA E DEI SUOI FAMILIARI
Ali Berisha. Un cittadino come tanti. Un rom. Fino al 1992 la sua vita, in Slovenia, scorreva tranquilla. Aveva un lavoro e la "residenza permanente" - godeva cioe' di tutti i diritti civili e politici. Come ogni altro cittadino. Nel 1992, insieme ad altre decine di migliaia di persone, Ali Berisha e' stato "cancellato" dal registro di residenza permanente della Repubblica slovena. Tutto e' avvenuto di nascosto. Come gli altri "cancellati", Ali Berisha non e' stato informato di cio' che stava accadendo. Insieme a lui, sono state tenute all'oscuro della "cancellazione" l'opinione pubblica slovena ed europea. I "cancellati" hanno perso, da un giorno all'altro, le basi legali della loro esistenza, e con esse il lavoro, la casa, i contributi versati per la pensione, la possibilita' di essere curati in ospedale. Molti di loro sono stati separati con la forza dai propri cari. Ali Berisha e' stato chiuso in un C.P.T. e deportato dal paese. Nell'Europa di oggi, come negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, si aggirano migliaia di "fantasmi", cittadini che il governo sloveno ha privato di ogni status civile. Dal 1992, per lo Stato sloveno Ali Berisha non esiste. Non esiste sua moglie, non esistono i loro quattro bambini. In questo momento, Ali Berisha e i suoi familiari sono confinati nell'Azilni Dom di Ljubljana - il Centro di identificazione per richiedenti asilo. Un "richiedente asilo" di tipo nuovo, costretto a chiedere asilo nello stesso paese del quale, fino a qualche anno fa, era cittadino a tutti gli effetti! Anziche' prendere atto delle conseguenze paradossali e disumane delle proprie scelte di tredici anni fa, anziche' affrettarsi a porvi rimedio, lo Stato sloveno intende proseguire fino in fondo sulla medesima strada. Per "dare una lezione" a tutti i "cancellati", per intimidire e umiliare quanti condividono la loro battaglia di dignita' e giustizia, ha deciso di portare la persecuzione di Ali Berisha e dei suoi familiari alle sue estreme conseguenze. All'alba di venerdi' 18 novembre, alle ore 5,15, Ali Berisha, sua moglie e i quattro bambini verranno tradotti con la forza all'aeroporto di Ljubljana e caricati su un aereo diretto a Monaco di Baviera. Da li', saranno imbarcati su un nuovo volo e deportati in Kosovo: un paese al quale non appartengono, di cui i bambini non conoscono la lingua, dove non hanno riferimenti e dove la vita, per chi, come loro, e' rom, e' semplicemente impossibile. Con questo atto, il governo sloveno non si rende solo responsabile di un'ennesima, gravissima violazione dei diritti umani. Con questo atto, il governo sloveno infrange la stessa legge slovena, dal momento che la Corte Costituzionale ha espressamente proibito di espellere i "cancellati" dal paese. Nel medesimo tempo un altro governo europeo, il governo tedesco, si rende complice di quell'impressionante operazione di pulizia etnica che e' stata realizzata attraverso la "cancellazione". Ancora una volta una persona, un rom, che aveva la residenza permanente e un lavoro in Slovenia (e che, oltretutto, ha un fratello che vive e lavora a Maribor, ed e' di nazionalita' slovena) viene deportato grazie alla collaborazione della polizia tedesca. La persecuzione di Ali Berisha e dei suoi familiari non e' piu' un problema interno dello Stato sloveno. La sistematica violazione dei diritti umani che e' in corso in Slovenia, paese membro dell'Unione Europea, offende la coscienza di ogni democratico e chiama in causa i principi su cui si fonda l'idea di democrazia in Europa. Associazioni e movimenti, organizzazioni non governative e soggetti della societa' europea si mobilitano per porre fine alle violenze perpetrate nei confronti dei "cancellati" e delle loro famiglie. Non permetteremo che la famiglia Berisha sia deportata in Kosovo. Conferenza stampa, lunedi' 14 novembre 2005, alle ore 11, presso l'Associazione artistica e culturale France Prešern, Karunova 14, Ljubljana.Saranno presenti:
- Ali Berisha e la sua famiglia
- Maurizio Gressi - Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, Roma
- Natasha Posel - Amnesty international, Ljubljana
- Aleksandar Todorovic - Civilna iniciativa izbrisanih aktivistov
- Roberto Pignoni - Karaula MiR
- Sandro Mezzadra - Università di Bologna
e inoltre: Mirovni InÅ¡titut Slovenija, DruÅ¡tvo Matafir, Galaksija Njetwork, Dostje, INRI - Info Reakcija Izbrisanih, PolitiÄni laboratorij
Di Fabrizio (del 14/11/2005 @ 02:14:50, in media, visitato 2289 volte)
Stardom for Irish Traveller girl
By James Helm BBC News, Dublin
(nella foto Winnie e sua madre Rosie che vorrebbero vivere in una casa)
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"Winnie è una ragazza incredibilmente brillante e curiosa e potrebbe fare molte, molte cose nella sua vita" Perry Ogden - Regista
Enormi camion attraversano una proprietà industriale a Dublino
Al bordo della strada due roulottes. Per Winnie Maughan, la giovane star di un film premiato, questa è casa sua.
Vive in uno dei camper, con sua madre e qualcuno dei suoi nove fratelli e sorelle. L'acqua per cucinare o per lavarsi, si prende dal lato oppo0sto di quella strada trafficata.
Siamo andati a trovare Winnie il giorno del suo 13° compleanno e stava scartando un regalo del regista di Pavee Lackeen. Significa "Ragazza Viaggiante" e in maniera per niente romantica, racconta la vita quotidiana di Winnie e della sua famiglia. Mischia fatti e fiction, rispecchiando la sua reale esperienza.
Inquadrature di sghembo, angoli sparsi di Dublino, per un film premiato in una cerimonia svoltasi a qualche miglia di distanza. Erano presenti i grandi nomi del cinema e della TV - attori, attrici, presentatori e registi.
Sinead Cusack, l'attrice irlandese, annuncia il Film che ha vinto il premio televisivo... Pavee Lackeen. Spinta dagli applausi Winnie, col suo abito migliore, sale sul palco assieme al regista inglese Perry Ogden.
Il suo potenziale Perry è stato presentato a Winnie da suo fratello, mentre conduceva un'inchiesta sui ragazzi di strada a Dublino.
Sono seguiti i viaggi ai festival di Venezia e Londra, che Winnie racconta con un'alzata di spalle, come si trattasse di una visita ai negozi del posto.
Dice che "odia" quel film per come si è dovuta presentare, e preme la faccia su un enorme locandina. Rosie, sua madre, dice che la lavorazione del film "è stata divertente e abbiamo riso tutto il tempo. Ma non ci siamo resi conto che sarebbe andato così lontano".
E' stato il primo film di Perry Ogden, ex fotografo di moda che ha prodotto, diretto e girato questo film con un budget di 297.640 Euro (£200,000). Sa che questa esperienza può cambiare la vita di Winnie e della sua famiglia. Spera di poterla aiutare.
"C'è del potenziale in ogni tipo di cose. Winnie è una ragazza incredibilmente brillante e curiosa e potrebbe fare molte, molte cose nella sua vita," dice.
Al Pavee Point di Dublino, che è parte della comunità dei Viaggianti, sono ansiosi di vedere il film. Una ex chiesa nella parte nord è il loro punto di incontro, dove condividono le loro discussioni.
La comunità dei Viaggianti è in Irlanda da secoli (QUI ndr), si stima che il suo numero attuale sia di circa 30.000 persone. Molti vivono in aree permanenti, o nelle case. Come nel Regno Unito, la loro presenza ha causato spesso tensioni con la "comunità stanziale".
Sognando una casa Secondo Winnie Kerrigan, che conduce un programma culturale a Pavee Point, rimane una comunità orgogliosa e coesa, con una cultura e una lingua proprie, nonostante i profondi cambiamenti sociali. L'Irlanda può aver visto negli ultimi anni una crescita economica, ma i Viaggianti, ci dice, soffrono ancora di povertà, malattie e discriminazioni.
Così la storia di una famiglia ai margini di una nazione tra le più floride al mondo, cosa può cambiare? Winnie Maughan e la sua famiglia sperano che il film possa realizzare il loro sogno di una casa lì vicino.
Vogliono lasciare la vita di strada, con i Tir che vanno avanti e indietro giorno e notte, e pensano che Pavee Lackeen possa spingere le autorità cittadine, che in passato si erano offerte di alloggiarli in qualche altrab parte della città. Loro preferirebbero rimanere in una zona familiare.
"Non è giusto," dice Winnie. "No way - non è giusto vivere ai margini della strada. Guardate quante case ci sono a Dublino".
Di Fabrizio (del 14/11/2005 @ 04:07:23, in blog, visitato 2456 volte)
Appare sul blog di Beppe Grillo, un post di Alex Zanotelli, che ha assistito insieme a Marco Nieli, allo sgombero del campo nomadi di Casoria. Ora, sapete bene che quel blog in pochissimo tempo è diventato uno dei più letti in Italia (e secondo Technorati, anche nel mondo). Merito, secondo me, del saper coniugare la presenza su Internet al resto della sua attività di intranettitore e tribuno. Fa uno strano effetto leggere quell'articolo, non tanto per quel che è scritto, ma per i commenti:
- tanti (troppi, oserei dire) perché qualcuno - gli stessi Grillo e Zanotelli - si prendano mai la briga di leggerli tutti.
- poi, subentra la mia solita fastidiosa impressione, che quando si parla di Rom, ci sia il solito corto circuito mentale a destra come a sinistra: i Rom sono ancora Untermenschen (sotto-persone) al massimo delle "cose". Ma mai persone.
- in tutto questo baillame, se va bene ognuno commenta per sé, altrimenti nascono interminabili sfide da stadio.
Domani, su quel blog ci sarà un altro articolo e probabilmente parlerà di tutt'altro, gli stessi troll avranno un'altra occasione per gridare e non farsi sentire da nessuno. Spiace, che quei meccanismi della comunicazione che Grillo tanto critica, siano quelli che oggi decretano il suo successo.
Di Fabrizio (del 15/11/2005 @ 04:48:17, in scuola, visitato 2188 volte)
Da WikipediaSull'origine della parola "Zingari" e le sue variazioni nei diversi paesi. (peccato che sia in turco, e non so dire di più, ma se qualcuno ne capisse, me lo faccia sapere, grazie)
Di Fabrizio (del 15/11/2005 @ 11:43:23, in Europa, visitato 1787 volte)
"Nonostante gli sforzi e le promesse, la situazione della minoranza Rom richiede tuttora sviluppi fondamentali. Le espressioni pubbliche di razzismo contro gruppi vulnerabili come i Rom, devono avere fine."
"Le autorità rumene devono dimostrare, a tutti i livelli, che la nazione applica la politica della tolleranza zero contro il razzismo anti-Rom o contro ogni gruppo o minoranza, e che queste politiche siano effettivamente sviluppate"
Queste sono senza dubbio le dichiarazioni più forti del rapporto che dà risalto ad altri problemi profondi che la Romania deve risolvere prima dell'accesso [all'Unione Europea]. È molto lontano dal [linguaggio] diplomatico solito e dalle delicatezze spesso vuote delle parti in causa attuali e precedenti nel paese e mostra la determinazione della Commissione Europea nel fermare l'antiziganismo che rimane vergognosamente una delle residue forme di razzismo europeo.
Il rapporto nelle parti dedicate ai Rom mantiene la forma "tradizionale" mescolando sviluppi positivi con osservazioni critiche ambigue.
La Commissione come nei rapporti precedenti continua a sottolineare la distinzione affrontata dai Rom: "nei fatti la discrimizione contro la minoranza Rom, particolarmente al livello locale, continua ad essere diffusa, in particolare per quanto riguarda l'alloggiamento e l'accesso ai servizi sociali ed al mercato di lavoro."
"Sono riportati casi di incidenti automobilistici che hanno coinvolto i Rom come vittime, chiusi senza indagini"
Quando sia arriva alle raccomandazioni e alle misure [da adottare] la Commissione manca bruscamente di suggerimenti concreti.
Il sistema sanitario viene generalmente liquidato con: "la necessità di includere i gruppi più vulnerabili, quale la minoranza Rom."
Si ripetono le critiche infruttuose col ritornello degli "ulteriori sforzi" e della "necessità di sviluppare":
"...ulteriori sforzi sono necessari per sviluppare effettivamente la Carta delle Priorità per lo Sviluppo delle Politiche d'Impiego, in maniera più coerente ed effettiva, inclusa l'integrazione dei gruppi di minoranza etnica, in particolare i Rom, nel mercato del lavoro."
"...ulteriori sforzi sono necessari a migliorare la situazione dei gruppi vulnerabili e promuovere la loro piena integrazione nella società, come la comunità Rom, che si trova di fronte a rischi estremamente alti di povertà, esclusione ed isolamento in tutto il paese"
"...ulteriori sforzi sono necessari a migliorare la situazione dei gruppi vulnerabili e promuovere la loro piena integrazione nella società, come la comunità Rom, che si trova di fronte a rischi estremamente alti di povertà, esclusione ed isolamente in tutto il paese"
"...l'accesso all'assistenza sociale deve essere migliorato, in particolare per la minoranza Rom."
"... La Romania deve assicurarsi che questo piano d'azione sia correttamente finanziato e sviluppato."
"...[bisogna] assicurare l'integrazione efficace della minoranza Rom in particolare per quanto riguarda accesso all'alloggio, ai servizi sociali ed al mercato del lavoro."
"...l'accesso ai servizi medico-sanitari, specialmente per la minoranza de Roma, deve essere aumentato."
Mancano totalmente indicazioni su come la Romania assicuri/sviluppi tutto ciò, esattamente come non c'erano indicazioni nei rapporti degli anni scorsi.
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Valeriu Nicolae Deputy Director European Roma Information Office Av. Eduard Lacomble 17, Brussels E-mail: valeriu.nicolae@erionet.org Tel. + 32 27333462 Fax: +32 27333875 Mobile: +32 476538194
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Segnala Mikhail Smirnov su Roma_in_Americas
Gruppo fondato da Vadim Kolpakov, star e virtuoso della chitarra del teatro Romen di Mosca. Il gruppo ha ora sede a Boston, Massachusetts, ed è formato da:
- Vadim Kolpakov - direttore
- Petra Gelbart - fisarmonica, voce
- Ekaterina Bolatovskaya - voce, ballerina
- Anne Harley - voce
- Alexander Prokhorov - voce, tastiere
Vadim Kolpakov, come molti, ha iniziato a suonare musiche tradizionali già nell'infanzia. Il suo strumento è la chitarra a 7 corde, si esibisce anche come cantante e ballerino. I suoi tour hanno toccato l'Europa e gli USA, dove si è esibito al Carnegie Hall, Harvard University, Colony Theater (Miami, FL), e al Kennedy Center Concert Hall (Washington D.C.).
Petra Gelbart è un'interprete di musica zigana tradizionale, si è fatta conoscere al California Herdeljezi Festival, Hungarian House (NY) e all'Ida Kelarova International Festival tenutosi nel castello Svojanov, nella Repubblica Ceca.
Anne Harley è un'interprete di musica russa barocca, che alterna a brani di compositori contemporanei. Ha fatto parte di diversi gruppi stabili internazionali, come l'American Repertory Theater, Boston Camerata, Handel and Haydn, Opera Noord Holland Noord, Opera Boston and Talisman.
Alexander Prokhorov ha ottenuto il master alla Music Degree from Longy School of music e recentemente si è diplomato alla Boston University's Opera Institute. Appare regolarmente al Boston Early Music Festival, Handel&Haydn Society, Boston Lyric Opera e altre compagnie operistiche.
Ekaterina Bolatovskaya è originaria della Russia e dal 1999 fa parte come solista del Boston Russian Chorus.
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