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Slovenia
Di Fabrizio (del 13/11/2005 @ 14:46:58, in Regole, visitato 3152 volte)
via Karin Waringo, ricevo un appello di Roberto Pignoni

FERMIAMO LA DEPORTAZIONE DI ALI BERISHA E DEI SUOI FAMILIARI

Ali Berisha. Un cittadino come tanti. Un rom.

Fino al 1992 la sua vita, in Slovenia, scorreva tranquilla. Aveva un lavoro e la "residenza permanente" - godeva cioe' di tutti i diritti civili e politici. Come ogni altro cittadino.

Nel 1992, insieme ad altre decine di migliaia di persone, Ali Berisha e' stato "cancellato" dal registro di residenza permanente della Repubblica slovena.

Tutto e' avvenuto di nascosto. Come gli altri "cancellati", Ali Berisha non e' stato informato di cio' che stava accadendo. Insieme a lui, sono state tenute all'oscuro della "cancellazione" l'opinione pubblica slovena ed europea.

I "cancellati" hanno perso, da un giorno all'altro, le basi legali della loro esistenza, e con esse il lavoro, la casa, i contributi versati per la pensione, la possibilita' di essere curati in ospedale. Molti di loro sono stati separati con la forza dai propri cari.

Ali Berisha e' stato chiuso in un C.P.T. e deportato dal paese.

Nell'Europa di oggi, come negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, si aggirano migliaia di "fantasmi", cittadini che il governo sloveno ha privato di ogni status civile.

Dal 1992, per lo Stato sloveno Ali Berisha non esiste. Non esiste sua moglie, non esistono i loro quattro bambini.

In questo momento, Ali Berisha e i suoi familiari sono confinati nell'Azilni Dom di Ljubljana - il Centro di identificazione per richiedenti asilo.

Un "richiedente asilo" di tipo nuovo, costretto a chiedere asilo nello stesso paese del quale, fino a qualche anno fa, era cittadino a tutti gli effetti!

Anziche' prendere atto delle conseguenze paradossali e disumane delle proprie scelte di tredici anni fa, anziche' affrettarsi a porvi rimedio, lo Stato sloveno intende proseguire fino in fondo sulla medesima strada. Per "dare una lezione" a tutti i "cancellati", per intimidire e umiliare quanti condividono la loro battaglia di dignita' e giustizia, ha deciso di portare la persecuzione di Ali Berisha e dei suoi familiari alle sue estreme conseguenze.

All'alba di venerdi' 18 novembre, alle ore 5,15, Ali Berisha, sua moglie e i quattro bambini verranno tradotti con la forza all'aeroporto di Ljubljana e caricati su un aereo diretto a Monaco di Baviera. Da li', saranno imbarcati su un nuovo volo e deportati in Kosovo: un paese al quale non appartengono, di cui i bambini non conoscono la lingua, dove non hanno riferimenti e dove la vita, per chi, come loro, e' rom, e' semplicemente impossibile.

Con questo atto, il governo sloveno non si rende solo responsabile di un'ennesima, gravissima violazione dei diritti umani.

Con questo atto, il governo sloveno infrange la stessa legge slovena, dal momento che la Corte Costituzionale ha espressamente proibito di espellere i "cancellati" dal paese.

Nel medesimo tempo un altro governo europeo, il governo tedesco, si rende complice di quell'impressionante operazione di pulizia etnica che e' stata realizzata attraverso la "cancellazione".

Ancora una volta una persona, un rom, che aveva la residenza permanente e un lavoro in Slovenia (e che, oltretutto, ha un fratello che vive e lavora a Maribor, ed e' di nazionalita' slovena) viene deportato grazie alla collaborazione della polizia tedesca.

La persecuzione di Ali Berisha e dei suoi familiari non e' piu' un problema interno dello Stato sloveno.

La sistematica violazione dei diritti umani che e' in corso in Slovenia, paese membro dell'Unione Europea, offende la coscienza di ogni democratico e chiama in causa i principi su cui si fonda l'idea di democrazia in Europa.

Associazioni e movimenti, organizzazioni non governative e soggetti della societa' europea si mobilitano per porre fine alle violenze perpetrate nei confronti dei "cancellati" e delle loro famiglie. Non permetteremo che la famiglia Berisha sia deportata in Kosovo.

Conferenza stampa, lunedi' 14 novembre 2005, alle ore 11, presso l'Associazione artistica e culturale France Prešern, Karunova 14, Ljubljana.

Saranno presenti:
  • Ali Berisha e la sua famiglia
  • Maurizio Gressi - Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, Roma
  • Natasha Posel - Amnesty international, Ljubljana
  • Aleksandar Todorovic - Civilna iniciativa izbrisanih aktivistov
  • Roberto Pignoni - Karaula MiR
  • Sandro Mezzadra - Università di Bologna
e inoltre:

Mirovni InÅ¡titut Slovenija, DruÅ¡tvo Matafir, Galaksija Njetwork, Dostje, INRI - Info Reakcija Izbrisanih, PolitiÄni laboratorij