Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 06/08/2005 @ 04:16:52, in Italia, visitato 2887 volte)
Neveresa Hamidovic arrivò in Italia da Sarajevo che aveva 13 anni. Faceva parte di un gruppo di 44 famiglie di immigrati, tutte di Rom, e furono sistemate nell "campo nomadi" di via Salvini a Roma. Qui crebbe e sposò suo marito Mammud in municipio. Entrambi hanno vissuto più della metà della loro vita in Italia ma ora, assieme ailoro quattro figli, devono affrontare il ritorno in Bosnia. Come riportato da diversi giornali, qualche giorno fa Nevresa e suo marito sono stati fermati dalla polizia italiana per un controllo di routine dei documenti. Nevresa ha un passaporto bosniaco regolare, ma il visto italiano è scaduto. Lei e suo marito hanno provato a spiegare la loro situazione, in particolare le difficoltà che ci sono con la burocrazia bosniaca data la confusione dopo la guerra. Hanno detto alla polizia di risiedere in Italia da oltre 20 anni, sposati dalle autorità italiane, con i figli (che non hanno mai vissuto in Bosnia) che frequentano qui le scuole. Lo stesso, Nevresa è stata messa in un centro di permanenza temporanea, o CPT, a Ponte Galeria a Roma. Secondo la legge in vigore, sarà detenuta lì per 60 giorni e poi rimpatriata forzatamente in Bosnia. Secondo il giornale Il Manifesto, qyuello di Nevlesa è tuttaltro che un caso isolato. Pochi mesi fa a Pistoia, la polizia fermò un Rom senza documenti. Nato in Italia da genitori yugoslavi, l'uomo vive e ha famiglia in Italia, con quattro figli tutti nati qui. Non è mai stato in Serbia, ma verrà lo stesso rimpatriato nella terra dei suoi genitori dal CPT Vulpitta a Trapani. A differenza di Nevresa, l'uomo ha avuto la fortuna di essere assistito da un avvocato che sta facendo in modo di bloccare il suo ritorno in Serbia sulla base del suo stato di "apolide". Questi casi sono indicativi della situazione di molti Rom in Italia senza status legale. Nei cosiddetti "campi nomadi", queste persone crescono e vivono nell'assoluta mancanza di legge e assistenza legale. Se il governo italiano tuttora non è in gradodifornire cifre e statistiche precise su questa popolazione, è chiaro che tra di loro ci sono anche molti apolidi. Dato che la legge italiana non riconosce la cittadinanza per nascita, molti Rom sono considerati iimigrati anche se sono natiin Italia. E' quindi possibile espellerli per un semplice fraintendimento burocratico, come il visto scaduto per Nevresa. Questi Rom sono quindi parificati dallalegge sull'immigrazione (Bossi/Fini) a tutti gli altri immigrati di recente arrivo, e spesso inviati nei vari CPT in Italia. (Dzeno Association)
Di Fabrizio (del 16/08/2005 @ 20:29:23, in Italia, visitato 4429 volte)
Caro Fabrizio, ecco il testo breve, che riguarda però solo la raccolta di firme in corso. Come vedi si basa su una considerazione tanto...semplice, che nessuno la fa: i Rom che sono qui come emigranti, lavorano o cercano comunque di farlo, destreggiandosi a fatica in mezzo a difficoltà enormi, hanno lo stesso interesse dei cittadini dei quartieri in cui vivono a soluzioni civili e ragionevoli per la loro integrazione. Ciao Ernesto Rossi
IL PROGETTO DI TRIBONIANO E’ SBAGLIATO
Il campo è stato aperto il 6 novembre 2001. Il Comune ha commesso errori di comportamento (pubblicità) e di valutazione (sul numero degli aventi diritto), dei quali non ha saputo prendere atto.
Così, nel campo romeno si è creata una situazione d’incontrollato sovraffollamento, che esso non ha saputo gestire, scaricandone la responsabilità su chi gestiva in convenzione, e lasciandolo abbandonato a se stesso senza alcuna assistenza, in condizioni assolutamente vergognose dal punto di vista delle dotazioni più elementari (acqua, luce, servizi igienici, prelievo dei rifiuti) e al solo intervento della polizia.
Ora vuole rifare il campo, commettendo altri errori.
I campi di v. Triboniano sorgono, isolati dall’abitato, in una zona di rispetto cimiteriale, all’ombra –l’unica- d’un traliccio dell’alta tensione, separati da un muro dallo scalo merci ferroviario (altra finezza): li intitoleremo alla Giornata della Memoria.
Insomma, un luogo desolato.
il Comune spenderà 1.050.000 euro (circa 2 miliardi di lire), parte dei quali ottenuti rastrellando gli stanziamenti previsti per tutti gli altri campi comunali, che resteranno privi di ogni intervento.
sarà l’insediamento più grande di tutta la Lombardia: se venisse realizzato, vi abiterebbero 366 persone (321 Romeni e 45 Bosniaci).
E’ un errore grave:
1 si crea una situazione difficilmente gestibile,
2 si ammassano comunità diverse in una delicata coabitazione forzata,
3 si pone una grave ipoteca sui servizi territoriali di un’unica zona di decentramento
Noi chiediamo
1- che il progetto venga sospeso
2- che Comune, Provincia e Regione, in concerto fra loro e in collaborazione con i Rom interessati e la loro Associazione, pensino alla realizzazione di più campi di ridotte dimensioni (per 40-60 persone), adeguatamente attrezzati, in zona e in altre parti della città e dell’hinterland
3- che nel frattempo, e a stagione estiva già iniziata, si provveda ad alcuni interventi urgenti per rendere sopportabile e non pericolosa la sopravvivenza nel campo attuale, quali:
- ritiro frequente e regolare dei rifiuti
- pulizia e disinfezione della strada di accesso
- derattizzazione e disinfestazione delle aree immediatamente vicine
- riattivazione e controllo periodico dei gruppi wc interni al campo
4- che si avviino interventi di animazione per i minori, durante il periodo delle vacanze.
Milano 12 giugno 2005
ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE ROM E SINTI – ONLUS
_________________________________________________________________________
Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tel. +39.(02).48409114
Costituita il 18 luglio 2004, registrata a Milano il 22 novembre 2004 , n° 104485 serie 3. Codice fiscale 97389270154
Di Fabrizio (del 21/08/2005 @ 13:26:55, in Italia, visitato 2082 volte)
Ricevo e porto a conoscenza:
La città di Torino è lieta di invitarvi a "Young Words
Happening" che si terrà dal 22 al 24 settembre. L'evento coinvolgerà
2000 giovani da tutto il mondo.
L'iniziativa, che è organizzata dall''assessorato alle Politiche giovanili ed alla Cooperazione Internazionale e Pace
nel contesto delle attività programmate per la Torcia Olimpica, è volto a sperimentare una tregua, una sospensione dei conflitti tra persone che hanno opinioni, culture e fedi diverse e permettere che in questa occasione prevalgano l'ascolto, il dialogo, la riflessione. Un’occasione unica per ascoltare le ragioni dell’altro.
Si rivolge a giovani tra i 18 e i 35 anni.
Marco Calgaro Vice-Sindaco di Torino
Segreteria Organizzativa email: young.words@comune.torino.it
Tel/Fax: +39 011 5539335
http://www.comune.torino.it/treguaolimpica
Di Fabrizio (del 23/08/2005 @ 11:26:30, in Italia, visitato 1535 volte)
da
di Stefania Sidoli e Marco Zanotelli
E’ forse passato troppo sotto silenzio il dato rilevato dalla Commissione di indagine sull’esclusione sociale (1) relativo ai minori poveri che, nel 2003, hanno rappresentato il 22,1% dei soggetti in condizioni di povertà nel nostro Paese, dato per altro in crescita dello 0,3% rispetto all’anno 2002. Pur consapevoli che questo dato va letto avendo ben presenti le diverse situazioni familiari e connettendolo con altri elementi di specificità quali la realtà dei minori immigrati e quella dei piccoli rom, non possiamo tuttavia non vedere in esso elementi di forte preoccupazione, in modo particolare se pensiamo che questo avviene in Italia, e cioè in uno degli otto paesi maggiormente industrializzati del mondo. E non possiamo non legarlo alle – tante – analisi condotte sul fenomeno del lavoro precoce e minorile, fenomeno tutt’altro che irrilevante, con aspetti di forte diversità a seconda delle realtà territoriali alle quali si fa riferimento, non riconducibile a parametri unicamente numerici e che troppo spesso rischia di essere non valutato nella giusta dimensione a causa della forte incidenza che nel nostro Paese ha il lavoro sommerso.
continua
Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli. Unica condizione: mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da www.lavoce.info.
Di Fabrizio (del 24/08/2005 @ 13:33:38, in Italia, visitato 1823 volte)
Che non sia farina del mio sacco, questo si capisce subito.
Ho scelto questo post diciamo così, a ragion veduta. Troppi concetti uguali e troppe ripetizioni hanno amplificato quella che secondo la mia ignoranza, era solo il ragionamento di un europeo di 200 anni fa. Però, ripetere tutti, a destra e a sinistra, le nostre immutevoli verità, ci condanna, che abbiamo torto o ragione non importa, al GIOCO DELLO SCONTRO DI CIVILTA'.
Leggete il post che segue, e fatemi sapere se la scelta, tra le tante possibili, è stata azzeccata. Grazie.
mercoledì, agosto 24, 2005 Al potere, per la grandezza di Roma
Dice Pera: "o ci impegniamo a integrare gli altri facendoli diventare cittadini della nostra civiltà - con la nostra educazione, lingua, conoscenza della nostra storia, condivisione dei nostri principi e valori - oppure la partita dell'integrazione è perduta". "Ha ragione", afferma Sandro Bondi, Coordinatore di Forza Italia: "Pera toglie polvere al concetto di "cives" che consentì, per centinaia di anni, all'impero romano di "integrare" culture e società profondamente diverse. Alla base c'era un concetto ferreo: per appartenere alla stessa società è necessario partecipare alle stesse regole. Soggiacere allo stesso diritto. La differenza tra la tolleranza delle società cristiane rispetto alle società islamiche è che Giustiniano innestò sul cattolicesimo la grande eredità del diritto romano''. Il problema però è che lo scenario attuale non si prospetta affatto così come viene descritto. L'"integrare gli altri facendoli diventare cittadini della nostra civiltà" rimane, tuttora, una retorica vuota. Lo si tocca con mano analizzando le regole insuperabili - o quasi - per ottenere la cittadinanza, lo stop imposto dal governo ai comuni che hanno concesso il voto agli immigrati, la Fallaci e compagnia cantante che chiedono, in termini più o meno velati, l'espulsione indiscriminata di tutti i musulmani. Non parliamo poi del pericolo meticci!
continua
Di Fabrizio (del 27/08/2005 @ 21:32:22, in Italia, visitato 2814 volte)
Pubblicato ieri, questo articolo del Corriere di Como è già sparito. Al suo posto, la scritta Scheda articolo inesistente. In aggiunta, se cerco dalla home page, L'ARCHIVIO E' MOMENTANEAMENTE NON DISPONIBILE
Eppure, l'articolo appare ancora su tutti motori di ricerca. Cominciava con:
Venduto a diverse bande di zingari e costretto a ore e ore di elemosina ai semafori dall'età di appena 14 anni. È il clamoroso retroscena emerso dal misterioso pestaggio avvenuto martedì in piazza Duomo, a Como. ...
Qualcuno ne sa niente?
Di Fabrizio (del 30/08/2005 @ 14:21:57, in Italia, visitato 2929 volte)
Se permettete, un po' di fatti miei.
Stamattina sono andato ai funerali di Aldo Aniasi, pezzo di storia di una
Milano che era fabbriche, immigrazione, accoglienza, tensioni politiche.
L'attuale sindaco Albertini, prima che un rappresentante di Forza Italia, è una
persona colta e civile, e come mi aspettavo ha fatto un discorso di
commemorazione molto bello e sentito, anche se ovviamente non ne ho condiviso
tutti i passaggi...
Sempre fatti miei (ma già un po' meno): un certo senso di straniamento,
perché i nomi di Albertini e Aniasi li avevo letti assieme poco tempo fa:
da ONEMOREBLOG 17
AGOSTO 2005
"Ho un rimpianto come sindaco: continuo a sperare di far visita al campo 10 accompagnato da un rappresentante dell´associazione dei partigiani (ndr: quello del cimitero milanese in cui sono sepolte le carcasse dei repubblichini e le carogne di 10 SS).
Ho addirittura implorato un atto di pietà. Questo non significa rivedere i valori della storia né dare giudizi, ma nessuno dell'Anpi si è mai reso disponibile"
.... "Comandante Iso", l’ex sindaco Aldo Aniasi ("Ognuno di noi ha tanti rimpianti. Scegliere quel rimpianto, con tutte le polemiche che ha suscitato, è una doppia provocazione")
Non sono più fatti miei, perché Snowdog
mi tira per la camicia:
Se vi ricordate, sui Rom
sgomberati da via Capo Rizzuto due mesi fa, si era aperto un indecente balletto
delle responsabilità tra Comune
e Provincia. Ma stranamente qualcosa s'è mosso, e finalmente la Provincia
da un segnale di buona volontà e di voler essere proattiva, nonostante le
incomprensioni. Insomma, toglie le castagne dal fuoco al Comune, almeno per
l'immediato. Il sindaco Albertini (che è sempre una persona colta e civile)
perde una buona occasione per fare silenzio.
Oh, fatti miei, ma visto che ferie NISBA, chissà com'è questa Giordania!
Di Fabrizio (del 01/09/2005 @ 00:55:37, in Italia, visitato 2189 volte)
Nomadi, dal 2001 cresciuti del 50 percento
Negli ultimi 4 anni sono arrivati 5.000 rom, di questi il 60% sono minorenni. Consistente la comunità rumena nei campi, "specializzata" nell'accattonaggio. La scolarizzazione e i progetti del Campidoglio
Roma, 31 agosto 2005 - Cresce in modo significativo la presenza dei nomadi a Roma. Nella capitale rappresentano ormai una polis autonoma che vive soprattutto nei campi abusivi, improvvisati, senza acqua ne' luce. I rom sono aumentati negli ultimi quattro anni: secondo l'Opera nomadi sono aumentati del 50% passando da 10 mila a 15 mila. La maggior parte, il 60% -sempre secondo i dati dell'Opera Nomadi- sono minorenni. Di questi il 70% ha meno di 14 anni.
Sarebbero quindi 5000 - secondo queste stime - i nomadi arrivati a Roma negli ultimi quattro anni, che si sono aggiunti ai circa diecimila che erano gia' presenti nel 2001, quando la cifra ufficiale era di 6.500 unita' di residenti nei campi e di circa 3500 rom italiani che vivevano in abitazioni. Secondo l'Opera Nomadi, i 5000 arrivati dal 2001 in poi pero' vivono per lo piu' nei campi: si tratta di rumeni, molti clandestini, dediti alle attivita' piu' svariate ma soprattutto all'accattonaggio. La maggior parte vive in campi abusivi nei quali - sempre secondo l'Opera Nomadi- sono lievitate a dismisura le presenze e si vive in condizioni di vero sovraffollamento. Oggi dei 15 mila nomadi presenti a Roma - dicono all'associazione che rappresenta i rom - molti vivono in condizioni di estrema difficolta', con un tasso di disoccupazione pari al 90 per cento, in 26 campi nomadi, gli unici rimasti dei 51 insediamenti spontanei del 1996. Tra queste strutture, secondo quanto ha reso noto l'assessorato alle politiche sociali e promozione alla salute del comune di Roma, gli insediamenti di Tor Sapienza, Spinaceto, Via Candoni alla Magliana Vecchia, villa Troili e il campo Cesare Lombroso, sono attrezzate con moduli abitativi, muniti di energia elettrica e di collegamento alla rete fognaria cittadina. Circa mille persone, che vivono in condizioni igienico-sanitarie piu' o meno accettabili alle quali si uniranno i 2500 nomadi dei campi semi attrezzati.
L'assessorato ha annunciato che saranno presto ultimati i lavori nel campo di Salone che ospita 1245 rom e nel quale sono stati assorbiti anche gli abitanti dell'insediamento di via Collatina. A settembre dovrebbe essere ultimata la ristrutturazione del campo di vicolo Savini, uno dei piu' numerosi con 800 bosniaci, mentre ci vorra' ancora del tempo per rendere vivibili quelli della Barbuta sull'Appia, delle Sette Chiese, di via della Martora e di via dell'Arco di Travertino. Inoltre, i dati forniti mostrano una rete di accoglienza quintuplicata negli ultimi anni. Adesso i posti disponibili sono aumentati da 600 a 3.500 e diventeranno 5000 nel prossimo anno. Ma e' ancora troppo poco. A fronte delle poche migliaia che vivono in strutture attrezzate, gli altri sono relegati in insediamneti spontanei, al limite della sopravvivenza.Tutte realta' fatiscenti dove, molto spesso, l'unico segno di civilizzazione e' la fontanella pubblica. Condizioni difficilissime, dice l'Opera Nomadi, che diventano inaccettabili, se si pensa che ci vivono moltissimi bambini.
Giovani e giovanissimi utilizzati per l'accattonaggio e ancor peggio, per piccoli furti o prostituzione, secondo quanto denunciato in un documento ufficiale dal Tribunale dei minori di Roma. Per cercare di migliorare le condizioni di quasi 5000 bambini, il comune ha avviato un progetto di scolarizzazione e monitoraggio sui piccoli zingari con un servizio di pulmini per raggiungere le strutture scolastiche. Nell'anno scolastico 2004-2005 sono stati iscritti a scuola 1804 tra bambini e adolescenti rom, un dato in crescita se si pensa che nel biennio 1999/2000 erano 1161. Anche i piu' piccoli, cioe' quelli che frequentano la scuola materna o la scuola dell'infanzia, sono aumentati tra il '99 e il 2005, passando da 230 a 319.Se le iscrizioni sono cresciute, esiste pero' un'alta percentuale di bambini che non rispondono con frequenza all'appello, collezionando assenze e arrivando persino all'abbandono nel corso dell'anno scolastico.
Nel 2002/2003 ha frequentato regolarmente le lezioni il 47,44 per cento dei piccoli rom, mentre quasi il 15 per cento in modo saltuario. Ma esiste un 40 per cento di minori che nelle aule delle 264 scuole coinvolte nel progetto di scolarizzazione, non ha mai messo piede. Un fenomeno grave se si pensa che la maggior parte di questi bambini non risulta presente neanche campi. Piccoli fantasmi, nella maggior parte dei casi nascosti ai controlli della polizia. Per i genitori, infatti, rappresentano una preziosa fonte di guadagno perche' utilizzati per l'accattonaggio e per attivita' illegali. Bambini che vanno a ingrossare il tessuto della microcriminalita', che affollano i marciapiedi, i semafori, le strade. Chiedendo soldi, costretti a borseggiare. E invece dovrebbero solo giocare e studiare. Fonte Ansa
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Ente Morale (D. P. R. 26/03/70 n. 347)
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31.08.2005
Alla REDAZIONE ROMANA dell’ANSA
OGGETTO : LETTERA APERTA all’On.le SABBATANI-SCHIUMA
UNA SERIA POLITICA COMUNALE
PER L’AVVIAMENTO AL LAVORO dei cittadini Rom/Sinti
Gentile On.le Sabbatani-Schiuma
era da tempo che volevo parlarLe e spero che ci possa incontrare in Comune quanto prima.
Le premetto che l’Opera Nomadi da sempre ha chiesto il numero controllato delle presenze in città e che allo stesso sia parallelo un patto sulle regole con i capifamiglia Rom/Sinti.
Numero controllato vuol dire redistribuzione organica degli sventurati profughi Rom Rumeni sull’intero territorio laziale, non significa espulsione verso la miseria e la totale mancanza di ammortizzatori sociali seguiti, per il popolo Rom di Romania, alla caduta del cosiddetto muro nel paese di residenza. Ed in Romania i Rom sono ben 2 milioni, una percentuale quasi superiore a quella già limite dell’Ungheria, mentre in Italia i Rom/Sinti non arrivano a 150.000, ovverosia la percentuale più bassa di tutto il territorio europeo. Bene ha fatto quindi Raffaela Milano a non stendere cavalli di frisia alla periferia di Roma.
Le scrivo dalla mia casa natale in Calabria, dove ad ogni fabbrica che chiude si minaccia di trasferire la produzione in Romania nazione in cui i nostri bravi connazionali industriali hanno la possibilità di pagare salari anche 10 volte inferiori a quelli del nostro Paese. Come in effetti sta accadendo, causando quindi un generale impoverimento della popolazione rumena.
Sarebbe stato quindi opportuno che Lei citasse anche le responsabilità del Governo Italiano nell’induzione dell’immigrazione dalla Romania e non soltanto attaccare a mò di ariete Valter Veltroni e Raffaela Milano. E comunque pure il Governo (ben tre Ministeri) si sta muovendo su di una linea ormai completamente diversa da quella della medievale <Bossi-Fini> tant’è che nelle prossime settimane anche il Comune di Roma parteciperà ad una riunione sull’innegabile in Italia.
Certamente bisogna fare molto ma molto di più : ancora nella politica capitolina restano tracce dei madornali errori strategici della gestione Rutelli (si veda, un solo esempio, la tragica discesa della scolarizzazione negli ultimi tre anni) , ma l’apertura dell’Rom> (legga per cortesia con attenzione i dati sull’avviamento al lavoro e l’intervento deciso contro la devianza fin dentro Rebibbia) ed un razionale piano per l’habitat della immigrazione Rom dalla Jugoslavia, dovrebbe farLa riflettere sul fatto che con Veltroni ed i suoi Assessori Milano e Carrazza (e numerosi Municipi, in testa il V°, il VII° , l’XI°, il IV° ed anche il XII° - quest’ultimo a Lei vicino politicamente -), nonché con l’intera Amministrazione Provinciale determinatissima anch’essa sulla strategia di <lavoro, habitat e regole> per i Rom/Sinti.
Il suo collega di partito, l’On.le MARCO CLARKE, ha compreso questa strategia perfettamente già dagli infausti giorni delle barricate di fine anni ’80 ed ha concorso in questi 17 anni ad avviare al lavoro numerosi capifamiglia Rom/Sinti, disegnando con noi un modello di possibile integrazione che si sta rivelando preziosa e che sarà definitivamente utile se Lei comincerà ad ascoltare e conoscere. La invitiamo quindi a visitare l’ROM> del Comune di Roma od uno qualsiasi dei tanti siti dove si avviano al lavoro i nostri sfortunati fratelli Rom/Sinti, verso cui, lo ribadiamo, non valgono né il buonismo né la mera repressione, ma la sopradetta strategia di <lavoro, habitat e regole>.
Insomma siamo molto più preoccupati di Lei per l’aumento esponenziale della popolazione Rom, ma ci piace la concretezza e molto meno il propagandismo.
Nei prossimi giorni attendiamo un Suo cortese cenno di riscontro.
Il Presidente Nazionale
Dr Massimo Converso
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Di Fabrizio (del 02/09/2005 @ 10:27:07, in Italia, visitato 1952 volte)
Una delle cose assurde di questo blog, è che è più facile sapere cosa avviene in Romania o in Germania (ad esempio), di ciò che succede in Italia.
In questi giorni, avrei bisogno di qualcuno che mi raccontasse cosa sta succedendo a Verona, e che riuscisse a seguirne gli sviluppi. La città potrebbe divenire un vero e proprio laboratorio dei rapporti tra autorità e comunità nomadi, che nomadi hanno smesso di esserlo da anni.
Nel 2001 la locale Lega Nord diede vita ad una campagna dal titolo "Fuori gli zingari dalla città". Bersaglio la comunità dei Sinti italiani - un centinaio - subivano uno sgombero dall'area in cui si trovavano da tempo, costretti ad una situazione di vagabondaggio da un posto all'altro per trovare una soluzione. Soluzione che dall'amministrazione comunale tardava ad arrivare. unità, che troverà ospitalità nella circoscrizione n. 6, l’unica di centro sinistra. La Lega si mobilita contro questa permanenza, e si mobiliterà affinché i Sinti vengano rimessi allo stadio e da lì continuerà a dire che devono andarsene. La campagna di raccolta firme, con cui la Lega intendeva sollevare la questione, non era una “normale” campagna antirazzista, ma il manifesto diceva: via gli zingari..." Il tribunale condanna alcuna assessori comunali per violazione alla legge Mancino. (*)
Le tensioni in comune continuano, anche perché nel frattempo la giunta è passata al centro-sinistra. Che in qualche modo tenta di mettere una pezza all'altra emergenza Zingari: gli arrivi dall'Europa dell'Est, in condizioni simili a quelle di molte città italiane. Il campo di Boscomantico, che accolse nel 2003 i rom sgomberati dal primo insediamento voluto dalla nuova amministrazione. La giunta Zanotto sanò allora – era il 2002 e solo da alcuni mesi amministrava la città – una situazione di estremo degrado ereditata dalla precedente giunta di centro-destra, più di duecento persone che vivevano alle porte della città in condizioni spaventose. A dicembre un altro centinaio di rom rumeni, che erano scappati durante lo sgombero ma erano poi tornati a Verona e dormivano sotto un cavalcavia, fu accolto nel campo. I bambini andavano a scuola o all’asilo-nido interno, ne nascevano di nuovi. La svolta avviene quest’anno, quando il prefetto, su invito del ministero, comunica al comune che il 31 agosto scade la concessione dell’area. Il comune non demorde e stanzia quasi 700 mila euro per la realizzazione di un nuovo campo, adiacente al vecchio. Qui, però, fa sapere andranno solo coloro che sono in regola con le norme della legge, la famigerata Bossi-Fini. (*)
Il resto è cronaca di questi giorni, e riporta ad esperienze simili in atto da altre parti d'Europa, ma anche a Roma, Milano, Napoli... Gli ultimi arrivati, quelli che non hanno niente da perdere e a cui resta solo l'espulsione, occupano una chiesa in pieno centro; come fecero a suo tempo i sans papier a Notre Dame. Il parroco, inizialmente reagisce con irritazione, poi cede al dovere della prima assistenza. La chiesa e il sagrato, complice anche i centri sociali veronesi che sostengono l'occupazione, si riempiono di cartelli e striscioni. Il comune non sa che pesci pigliare, nel frattempo davanti alla chiesa riappaiono i consiglieri inquisiti della maggioranza precedente, ma le provocazioni non vengono raccolte. Rimane la questura a gestire "l'unità di crisi". Nessuno degli occupanti ha ricevuto il decreto di espulsione. Anzi, a parere del dirigente della questura, Ferdinando Malfatti, è possibile che alcuni di loro siano sanabili, una volta esaminate le singole posizioni: Stiamo aspettando – dice – di avere una lista dei nomi degli adulti presenti in chiesa, per confrontarle con quelle forniteci dal comune. Per ora non pensiamo di intervenire, anche perché non è stato commesso alcun reato. La chiesa è aperta ai fedeli e il parroco ha dichiarato la sua disponibilità a dare rifugio a questa gente”. Passa Ania, che ha il pancione e una figlia piccola per mano, lei potrebbe avere il permesso per gravidanza, ma le assistenti sociali e gli operatori della comunità dei giovani le hanno proposto di andare in un istituto, lasciando il marito al suo destino. Ania non vuole, e come lei tutte le altre nella sua situazione: “Il comune ci ha tradito – dice – ci ha fatto promesse, i nostri bambini sono andati a scuola, hanno preso anche il diploma e adesso ci cacciano. Non vogliamo sparire nel nulla”. (*)
Notizie di ieri sera: la mediazione ha funzionato e le espulsioni per il momento sono state scongiurate. Il nodo adesso rimane quello di passare dall'emergenza alla progettualità.
(*) da Melting Pot
Di Fabrizio (del 02/09/2005 @ 22:33:28, in Italia, visitato 2119 volte)
Come se il tempo stesse girando in tondo. Dopo un po', è normale che venga il mal di testa.
Una tesi, che ritrovo sempre più spesso: gli islamici oggi sono visti come 70 anni fa erano descritti gli ebrei (sottotitolo ovvio: il fascismo e il razzismo di allora stanno tornando con altre vesti)
Nel frattempo sta aumentando il mal di testa. Di questi islamici non mi fido... Li capisco, sono d'accordo, ma non mi fido. Quando scrivono di democrazia, di civiltà. di tolleranza... in realtà sono preoccupati di difendere loro stessi e magari quel poco e quel tanto che sono riusciti a portare con sé.
Quei paragoni che li disgustano, quelle immagini che li offendono, il sentirsi etichettare a priori come ladri o asociali... insomma, il repertorio di 70 anni fa, per chi è nato Rom è stato il pane quotidiano, fino a non farci più caso. Ora si [ri]scopre il razzismo e il fascismo di questi comportamenti. Ma manca ancora coscienza che gli islamici di oggi, sono gli Zingari di oggi (e di ieri). E se non si capisce questo, le vittime possono trasformarsi nei nuovi carnefici, più evoluti e civili.
Il principio è lo stesso: non riconoscere l'altro come un proprio simile. Senza voler far niente per capire da dove abbiano avuto inizio le differenze, ma soltanto per cintare idealmente il proprio cortile. Così è facile parlare di un popolo (che è la più grande minoranza europea) rinchiudendolo nella gabbia fisica e morale della devianza e della depravazione. Senza guardare oltre. Osservo che i tassi di natalità, mortalità, reddito, scolarizzazione che si trovano tra i Rom e i Sinti europei, sono grossomodo gli stessi dei campi profughi in Palestina o delle township sudafricane. Però, sarei giudicato razzista se parlassi di loro come qualsiasi persona civile (occidentale e no) si riferisce a chi non ha ne patria, ne bombe, ne IADL. O meglio, ci sarebbe chi si occupa di difesa legale, ma per ragioni sociopolitiche preferisce operare in paesi più facili da destabilizzare.
Mal di testa acuto: faccio quel che posso per calmarlo e scrivere della pulizia etnica che in questo clima europeo potrebbe essere il futuro degli islamici. Ma l'argomento è ancora un tabù mediatico: sappiamo di cosa succede fuori dai nostri confini, quello che succede in Italia (che si tratti di rimpatri forzati, attentati razzisti, discriminazioni) rimane forzatamente ristretto nella corrispondenza tra intimi.
PS: Ho soltanto riscritto una lettera che mandai 16 anni fa ai giornali. Allora, avevo visto un campo Rom soltanto due volte e già si stava cercando di fare in modo che le cose potessero cambiare. Ho dovuto cambiare pochissimo per rendere i 16 anni che sono passati.
PPS del giorno dopo: Ma davvero tenere un blog serve a sfogarsi? Quando tutti sfogano i loro mal di testa, senza sapersi ascoltare, si finisce a scrivere per se stessi. Anche a sfogarmi, vedo che le cose sono addirittura peggiorate da 16 anni fa.
Una volta c'era l'ebreo che da persona diventava categoria, tirato in mezzo anche quando non aveva niente a che fare col discorso. La personificazione di ciò che è negativo.
- Su il Giornale.it di ieri: si parla di Kusturica, ma visto che il tema del film sono i Rom, il titolo diventa: «C’è chi si fa arrestare solo per avere un tetto»
- Su La Padania online: titolo "AL QAEDA RIVENDICA LA STRAGE DI LONDRA" e testo "... Insomma - detto con la massima delicatezza per ...quelle vittime - gli sciiti sono l'equivalente, per mentalità, costumi e arretratezza, degli zingari. ..." di Blondet (dove ho già sentito questo nome?)
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