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Roma a confronto
Di Fabrizio (del 01/09/2005 @ 00:55:37, in Italia, visitato 2189 volte)
 
Nomadi, dal 2001 cresciuti del 50 percento
Negli ultimi 4 anni sono arrivati 5.000 rom, di questi il 60% sono minorenni. Consistente la comunità rumena nei campi, "specializzata" nell'accattonaggio. La scolarizzazione e i progetti del Campidoglio
Roma, 31 agosto 2005 - Cresce in modo significativo la presenza dei nomadi a Roma. Nella capitale rappresentano ormai una polis autonoma che vive soprattutto nei campi abusivi, improvvisati, senza acqua ne' luce. I rom sono aumentati negli ultimi quattro anni: secondo l'Opera nomadi sono aumentati del 50% passando da 10 mila a 15 mila. La maggior parte, il 60% -sempre secondo i dati dell'Opera Nomadi- sono minorenni. Di questi il 70% ha meno di 14 anni.

Sarebbero quindi 5000 - secondo queste stime - i nomadi arrivati a Roma negli ultimi quattro anni, che si sono aggiunti ai circa diecimila che erano gia' presenti nel 2001, quando la cifra ufficiale era di 6.500 unita' di residenti nei campi e di circa 3500 rom italiani che vivevano in abitazioni. Secondo l'Opera Nomadi, i 5000 arrivati dal 2001 in poi pero' vivono per lo piu' nei campi: si tratta di rumeni, molti clandestini, dediti alle attivita' piu' svariate ma soprattutto all'accattonaggio. La maggior parte vive in campi abusivi nei quali - sempre secondo l'Opera Nomadi- sono lievitate a dismisura le presenze e si vive in condizioni di vero sovraffollamento. Oggi dei 15 mila nomadi presenti a Roma - dicono all'associazione che rappresenta i rom - molti vivono in condizioni di estrema difficolta', con un tasso di disoccupazione pari al 90 per cento, in 26 campi nomadi, gli unici rimasti dei 51 insediamenti spontanei del 1996. Tra queste strutture, secondo quanto ha reso noto l'assessorato alle politiche sociali e promozione alla salute del comune di Roma, gli insediamenti di Tor Sapienza, Spinaceto, Via Candoni alla Magliana Vecchia, villa Troili e il campo Cesare Lombroso, sono attrezzate con moduli abitativi, muniti di energia elettrica e di collegamento alla rete fognaria cittadina. Circa mille persone, che vivono in condizioni igienico-sanitarie piu' o meno accettabili alle quali si uniranno i 2500 nomadi dei campi semi attrezzati.

L'assessorato ha annunciato che saranno presto ultimati i lavori nel campo di Salone che ospita 1245 rom e nel quale sono stati assorbiti anche gli abitanti dell'insediamento di via Collatina. A settembre dovrebbe essere ultimata la ristrutturazione del campo di vicolo Savini, uno dei piu' numerosi con 800 bosniaci, mentre ci vorra' ancora del tempo per rendere vivibili quelli della Barbuta sull'Appia, delle Sette Chiese, di via della Martora e di via dell'Arco di Travertino. Inoltre, i dati forniti mostrano una rete di accoglienza quintuplicata negli ultimi anni. Adesso i posti disponibili sono aumentati da 600 a 3.500 e diventeranno 5000 nel prossimo anno. Ma e' ancora troppo poco. A fronte delle poche migliaia che vivono in strutture attrezzate, gli altri sono relegati in insediamneti spontanei, al limite della sopravvivenza.Tutte realta' fatiscenti dove, molto spesso, l'unico segno di civilizzazione e' la fontanella pubblica. Condizioni difficilissime, dice l'Opera Nomadi, che diventano inaccettabili, se si pensa che ci vivono moltissimi bambini.

Giovani e giovanissimi utilizzati per l'accattonaggio e ancor peggio, per piccoli furti o prostituzione, secondo quanto denunciato in un documento ufficiale dal Tribunale dei minori di Roma. Per cercare di migliorare le condizioni di quasi 5000 bambini, il comune ha avviato un progetto di scolarizzazione e monitoraggio sui piccoli zingari con un servizio di pulmini per raggiungere le strutture scolastiche. Nell'anno scolastico 2004-2005 sono stati iscritti a scuola 1804 tra bambini e adolescenti rom, un dato in crescita se si pensa che nel biennio 1999/2000 erano 1161. Anche i piu' piccoli, cioe' quelli che frequentano la scuola materna o la scuola dell'infanzia, sono aumentati tra il '99 e il 2005, passando da 230 a 319.Se le iscrizioni sono cresciute, esiste pero' un'alta percentuale di bambini che non rispondono con frequenza all'appello, collezionando assenze e arrivando persino all'abbandono nel corso dell'anno scolastico.

Nel 2002/2003 ha frequentato regolarmente le lezioni il 47,44 per cento dei piccoli rom, mentre quasi il 15 per cento in modo saltuario. Ma esiste un 40 per cento di minori che nelle aule delle 264 scuole coinvolte nel progetto di scolarizzazione, non ha mai messo piede. Un fenomeno grave se si pensa che la maggior parte di questi bambini non risulta presente neanche campi. Piccoli fantasmi, nella maggior parte dei casi nascosti ai controlli della polizia. Per i genitori, infatti, rappresentano una preziosa fonte di guadagno perche' utilizzati per l'accattonaggio e per attivita' illegali. Bambini che vanno a ingrossare il tessuto della microcriminalita', che affollano i marciapiedi, i semafori, le strade. Chiedendo soldi, costretti a borseggiare. E invece dovrebbero solo giocare e studiare.
Fonte Ansa
 
 
 
Opera Nomadi
 Ente Morale (D. P. R. 26/03/70 n. 347)
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tel.: 06/44701860- fax 06/49388168
31.08.2005
 
Alla REDAZIONE ROMANA dell’ANSA
                    
 
OGGETTO : LETTERA APERTA all’On.le SABBATANI-SCHIUMA
 
 
UNA SERIA POLITICA COMUNALE
PER L’AVVIAMENTO AL LAVORO dei cittadini Rom/Sinti
 
Gentile On.le Sabbatani-Schiuma
 
era da tempo che volevo parlarLe e spero che ci possa incontrare in Comune quanto prima.
Le premetto che l’Opera Nomadi da sempre ha chiesto il numero controllato delle presenze in città e che allo stesso sia parallelo un patto sulle regole con i capifamiglia Rom/Sinti.
Numero controllato vuol dire redistribuzione organica degli sventurati profughi Rom Rumeni sull’intero territorio laziale, non significa espulsione verso la miseria e la totale mancanza di ammortizzatori sociali seguiti, per il popolo Rom di Romania, alla caduta del cosiddetto muro nel paese di residenza. Ed in Romania i Rom sono ben 2 milioni, una percentuale quasi superiore a quella già limite dell’Ungheria, mentre in Italia i Rom/Sinti non arrivano a 150.000, ovverosia la percentuale più bassa di tutto il territorio europeo. Bene ha fatto quindi Raffaela Milano a non stendere cavalli di frisia alla periferia di Roma.
Le scrivo dalla mia casa natale in Calabria, dove ad ogni fabbrica che chiude si minaccia di trasferire la produzione in Romania nazione in cui i nostri bravi connazionali industriali hanno la possibilità di pagare salari anche 10 volte inferiori a quelli del nostro Paese. Come in effetti sta accadendo, causando quindi un generale impoverimento della popolazione rumena.
Sarebbe stato quindi opportuno che Lei citasse anche le responsabilità del Governo Italiano nell’induzione dell’immigrazione dalla Romania e non soltanto attaccare a mò di ariete Valter Veltroni e Raffaela Milano. E comunque pure il Governo (ben tre Ministeri) si sta muovendo su di una linea ormai completamente diversa da quella della medievale <Bossi-Fini> tant’è che nelle prossime settimane anche il Comune di Roma parteciperà ad una riunione sull’innegabile in Italia.
 
Certamente bisogna fare molto ma molto di più : ancora nella politica capitolina restano tracce dei madornali errori strategici della gestione Rutelli (si veda, un solo esempio, la tragica discesa della scolarizzazione negli ultimi tre anni) , ma l’apertura dell’Rom> (legga per cortesia con attenzione i dati sull’avviamento al lavoro e l’intervento deciso contro la devianza fin dentro Rebibbia) ed un razionale piano per l’habitat della immigrazione Rom dalla Jugoslavia, dovrebbe farLa riflettere sul fatto che con Veltroni ed i suoi Assessori Milano e Carrazza (e numerosi Municipi, in testa il V°, il VII° , l’XI°, il IV° ed anche il XII° - quest’ultimo a Lei vicino politicamente -), nonché con l’intera Amministrazione Provinciale determinatissima anch’essa sulla strategia di <lavoro, habitat e regole> per i Rom/Sinti.
Il suo collega di partito, l’On.le MARCO CLARKE, ha compreso questa strategia perfettamente già dagli infausti giorni delle barricate di fine anni ’80 ed ha concorso in questi 17 anni ad avviare al lavoro numerosi capifamiglia Rom/Sinti, disegnando con noi un modello di possibile integrazione che si sta rivelando preziosa e che sarà definitivamente utile se Lei comincerà ad ascoltare e conoscere. La invitiamo quindi a visitare l’ROM> del Comune di Roma od uno qualsiasi dei tanti siti dove si avviano al lavoro i nostri sfortunati fratelli Rom/Sinti, verso cui, lo ribadiamo, non valgono né il buonismo né la mera repressione, ma la sopradetta strategia di <lavoro, habitat e regole>.
Insomma siamo molto più preoccupati di Lei per l’aumento esponenziale della popolazione Rom, ma ci piace la concretezza e molto meno il propagandismo.
 
Nei prossimi giorni attendiamo un Suo cortese cenno di riscontro.
 
 
Il Presidente Nazionale
Dr Massimo Converso