Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
il nuovo orientamento smentisce una recente sentenza L'esigenza di garantire la tutela delle frontiere prevale sulle esigenze di
tutela del diritto allo studio dei bambini
MILANO - Marcia indietro della Cassazione sugli immigrati: i clandestini
con figli minori che studiano in Italia non possono chiedere di restare nel
nostro Paese sostenendo che la loro espulsione provocherebbe un trauma
«sentimentale» e un calo nel rendimento scolastico dei figli. Secondo il nuovo
orientamento della Suprema corte, che smentisce una propria recente sentenza,
l'esigenza di garantire la tutela alla legalità delle frontiere prevale sulle
esigenze di tutela del diritto allo studio dei minori.
LE MOTIVAZIONI - Con la sentenza n. 5856 la Cassazione ha respinto il
ricorso di un albanese, con moglie in attesa della cittadinanza italiana e due
figli minori, residente a Busto Arsizio (Varese): chiedeva di poter restare in
Italia in nome del diritto del «sano sviluppo psicofisico» dei suoi bambini che
sarebbe stato alterato dall'allontanamento del papà. I supremi giudici hanno
risposto che è consentito ai clandestini la permanenza in Italia per un periodo
di tempo determinato solo in nome di «gravi motivi connessi con lo sviluppo
psicofisico del minore se determinati da una situazione d'emergenza». Queste
situazioni d'emergenza, però, non sono quelle che hanno una «tendenziale
stabilità» come la frequenza della scuola da parte dei minori e il normale
processo educativo formativo che sono situazioni di «essenziale normalità». Se
così non fosse, dice la Cassazione, le norme che consentono la permanenza per
motivi d'emergenza anche a chi è clandestino finirebbero con il «legittimare
l'inserimento di famiglie di stranieri strumentalizzando l'infanzia». Con questa
pronuncia i supremi giudici superano la precedente decisione della stessa
Cassazione che aveva dato il via libera alla permanenza di un papà clandestino,
definendola «riduttiva in quanto orientata alla sola salvaguardia delle esigenze
del minore, omettendone l'inquadramento sistematico nel complessivo impianto
normativo» della legge sull'immigrazione.
PD: ERRORE GRAVE - Il verdetto ha sollevato diverse critiche nelle file
dell'opposizione. I deputati del Pd Jean-Leonard Touadi e Guido Melis scrivono:
«La scuola è un grande fattore di integrazione, che molto bene può operare nel
riassorbire i problemi legati all'irregolarità, avviando un percorso di nuova
cittadinanza. È un errore gravissimo far prevalere invece le ragioni del
respingimento condannando anche i figli insieme con i padri». Antonio Borghesi (Idv):
«Questa sentenza è frutto delle leggi razziste e inutilmente crudeli del governo
Berlusconi». Per Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della
Sinistra, «la marcia indietro della Cassazione corrisponde a una sentenza
inumana, aberrante e indegna di un Paese civile». Il Pdci con Maurizio Musolino
parla di «sentenza che lascia sbigottiti, un ulteriore passo verso la barbarie»;
i Verdi con Cristina Morelli di «sentenza che lascia senza parole, somiglia
molto a quella in cui i giudici della Cassazione stabilirono che non poteva
esserci stupro se la vittima indossava i jeans». Savino Pezzotta, candidato
dell'Udc alle regionali in Lombardia, parla di «un'esagerazione»: «Così non si
fa altro che creare tensione».
UNICEF: CAOS - Dal mondo delle associazioni, la Caritas ritiene che la
sentenza non rappresenti «un pericolo»: «La Cassazione verifica caso per caso -
afferma il responsabile immigrazione Olivero Forti -. Penso quindi che in questo
specifico caso, abbia verificato che non veniva pregiudicato lo sviluppo
psicofisico del minore. Non ho elementi per dire che con questa sentenza viene
meno il principio del sano sviluppo del minore rispetto alla posizione
irregolare del genitore». Per l'Unicef aumenta lo stato di caos che esiste in
materia: «Il legislatore dovrebbe mettere un po' di ordine. Questa sentenza crea
un ulteriore problema» dice Roberto Salvan, direttore di Unicef Italia. Per
Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes, «con questa sentenza si fa un
vistoso passo indietro nel senso civile della nostra nazione e nella coerenza
fra politica interna e rispetto delle convenzioni internazionali sulla tutela
dei minori, di cui l'Italia è firmataria».
su youtube o anche sui siti del Corriere e di Repubblica, trovate molto
materiale. Qua si riassume in poco più di due minuti una lunga e intensa
mattinata
E visto che in Mahalla non ci facciamo mancare niente:
Jovica riconoscimento ad un artista
Non conosco quali pensieri abbiano ispirato il Ministro Maroni allorquando ha
deciso di accogliere la richiesta del musicista Jovic Jovica, e di moltissimi
amici e artisti che l’hanno sostenuta, di annullamento di un’espulsione
comminata mentre era in corso di rilascio un permesso di soggiorno per meriti
artistici.
Mi piace però pensare o forse sperare, che questo gesto così imprevedibile e
sorprendente, riveli una passione per la musica, che accomuna, anziché dividere,
al di là delle sovrastrutture ipocrite del pensiero contemporaneo e dei
pregiudizi da cui è pesantemente condizionato.
Conosco Jovica da molto tempo, anni ormai, che abbiamo spesso percorso insieme
tra molte difficoltà e poche speranze.
Di sé stesso, della sua musica, ama spesso ripetere: “Da che sono nato nella mia
vita c'è musica. Il mio bisnonno era violinista. E' morto a 106 anni, sdraiato
sul letto, con la testa appoggiata al muro e il violino in mano, mentre suonava.
L'abbiamo trovato così e abbiamo fatto fatica a separarlo dal violino, perché le
sue dita erano rigide. Non riesco a pensare a una morte più dolce”.
Tempo fa ebbi la fortuna di visitare la “Kafana” (Taverna) che gestiva in
gioventù a Pozarevac, 40 km. da Belgrado, prima della guerra.
Un luogo in cui il tempo è rimasto immobile, avvolto nelle reti di ragnatele che
trattengono i ricordi, quelli belli e quelli brutti.
Un’amica comune, un giorno, andò alla ricerca nella sonnolente campagna serba
della sua amatissima fisarmonica cromata, la stessa che oggi lo accompagna su
tutti i palcoscenici.
Tre anni fa, insieme alla sua famiglia, ottenne una piazzuola nel campo comunale
di via Sesia, a Rho.
Neanche questo fu facile o scontato, mentre oggi i nuovi amministratori locali
quel campo lo vorrebbero chiudere, ricacciando tutti per strada.
Nell’esaltazione del momento qualcuno ha forse azzardato accostamenti un po’
eccessivi…lontani dal carattere umile e gentile di Jovica, paragonandolo al
jazzista Django Reinhardt..
Io mi limito a pensare che una comunità, come quella rhodense, che si rivela
così incapace di entusiasmarsi per la ricchezza culturale che la circonda,
dimostri solo quanto sia destinata a rimanere l’ombra di sé stessa, vittima di
insignificanti “ombre” politiche che la amministrano attraverso le istituzioni
locali, come le ragnatele che avvolgono la lontana “Kafana” di Jovica…
Di Fabrizio (del 12/03/2010 @ 09:49:52, in lavoro, visitato 1587 volte)
Sono iniziate questa mattina, negli insediamenti di via Candoni e via di
Salone, le preselezioni tra i residenti di cinque campi nomadi autorizzati della
capitale per svolgere dei tirocini formativi nel settore del decoro urbano.
Attualmente sono 105 i posti a disposizione dei rom della capitale, 80 nelle
cooperative che operano alle dipendenze del Servizio Giardini nel decoro urbano
e 25 all'Ama nei servizi di recupero di materiali ed elettrodomestici
abbandonati. Quattro mesi di apprendistato, retribuito 450 euro al mese grazie
ad uno stanziamento di 500mila euro messo a disposizione dal Comune di Roma,
potrebbero aprire ai nomadi selezionati le porte del mondo del lavoro.
L'iniziativa fa parte del programma Retis, voluto dall'assessorato alle
Politiche sociali del Comune di Roma per favorire l'integrazione sociale dei rom
attraverso il lavoro. La prossima settimana le preselezioni proseguiranno:
lunedì al Roman River, mercoledì al campo di via dei Gordiani e venerdì in
quello di via Pontina. Dopo una prima selezione, che privilegerà i più giovani e
coloro che hanno già svolto esperienze lavorative, i rom svolgeranno dei
colloqui individuali per delineare assieme ad un tutor un profilo personale che
evidenzi le proprie competenze. (omniroma.it)
Di Fabrizio (del 12/03/2010 @ 09:51:42, in Italia, visitato 1989 volte)
Lo scorso undici Febbraio due agenti di Polizia dipendenti dalla questura di
Varese, città d’origine dell’attuale Ministro degli Interni leghista Bobo
Maroni, sono entrati in un fast- food di un centro commerciale cittadino e
l’hanno sorpresa mentre stava pranzando. Dopo averne controllato i documenti
l’hanno invitata a seguirli in questura ove le è stato notificato il foglio di
via dal capoluogo dell’Insubria in quanto persona pericolosa socialmente. Lucica
Tudor comunque ha immediatamente presentato alla locale Prefettura ricorso
contro quella che afferma essere una misura di polizia dettata solamente dal
viscerale odio che gli italiani provano quotidianamente verso la sua gente, i
Rom. “ Vorrebbero che scomparissimo dalla loro terra ma siccome in buona parte
siamo cittadini romeni, cioè comunitari, devono accettare la nostra presenza
accanto a loro, a certe condizioni, e ciò li manda in bestia” sottolinea la
Tudor. Lucica non è però una romena, per giunta di razza zingara, qualunque:è la
leader imperatrice dell’Alleanza per l’Unità dei Rom. E’ la rappresentante dei
Rom romeni in tutt’Europa ed in questo ruolo è stata eletta nel 2003 con la
benedizione di un Vescovo ortodosso. Sino ad allora, a far data dal 1992, era
stata un’artista di successo ma un incidente la costrinse all’inabilità ed
ancora oggi appare offesa ad una gamba.” Vorrei unire tutta la Nazione Rom, che
non coincide con quella romena, e lavorare con i ventisette governi dell’Unione
europea per il bene del mio popolo che, bisogna sempre rammentarlo, è nato e
vive in buona parte entro i confini dell’Unione Europea. Purtroppo il governo
italiano, ed oserei dire un po’ tutta l’opinione pubblica del vostro paese, è
sorda a queste nostre istanze” si lamenta Lucica la quale già ha depositato
presso la Prefettura della città del Ministro Maroni il proprio ricorso contro
il provvedimento di polizia che ritiene ingiusto e lesivo dei suoi diritti
fondamentali. Lucica infatti non vive ne di accattonaggio ne di espedienti ma
dei proventi di un lavoro onesto seppur umile: è infatti una colf di una signora
italiana. E’ dunque in grado di dimostrare di potersi sostenere in Italia con
proventi legali ma tutto questo non è bastato ad evitarle l’espulsione dai
confini comunali di Varese. Da qualche anno Lucica collabora con l’Associazione
“ Rom per la Legalità” vicina ai City Angel di Milano. La sua nazionalità però
l’ha portata ad essere considerata persona indesiderata cosiccome indesiderati
sono quei tanti bambini rom che, esaudendo un desiderio del Ministro Maroni in
persona e dalla sua collega bresciana Mariastella Gelmini, nello scorso autunno
si sono iscritti con speranza alle scuole elementari del capoluogo lombardo
salvo poi essere messi nell’impossibilità fisica di frequentarle grazie ai
continui sgomberi di campi zingari nell’hinterland meneghino voluti dal Sindaco
Moratti. A nulla in proposito sono valse le proteste della Curia ambrosiana e
del suo Pastore, il Cardinale Tettamanzi.
sabato 13 marzo al
LEONCAVALLO "LA MAFIA NON ESISTE" Fausto e Iaio son morti di vecchiaia
Dalle 21.30 dibattito pubblico con:
- Francesco Forgione, già Presidente della Commissione antimafia e autore del
libro "Mafia Export"
- Mario Portanova, giornalista
- Avv. Ilaria Ramoni, Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie di
Milano e provincia
- Mario Agostinelli, Consigliere regionale Lombardia
- Alberto Ibba, direttore editoriale della collana Verdenero di Ed. Ambiente
Nel corso della serata sarà possibile acquistare i prodotti della Cooperativa
"Lavoro e Non Solo", cooperativa sociale di Corleone che lavora sui terreni
confiscati .
Ingresso a sottoscrizione libera
Le temperature rigide e la neve che cade da ieri pomeriggio su Milano, non hanno
fermato gli sgomberi di campi rom nel capoluogo lombardo i cui ormai ex
occupanti sembrano essere gli unici ad aver subito disagi dalla nevicata fuori
stagione che non ha avuto ripercussioni sulla viabilità. Secondo quanto ha
spiegato l'Opera Nomadi, nonostante la inclemenza del tempo, la polizia locale
ha effettuato due sgomberi tra ieri ed oggi in altrettanti campi. Gli agenti
della polizia locale sono intervenuti infatti ieri un campo nomadi in via
Bonfadini, dove avevano trovato rifugio una quarantina di persone, mentre oggi
analoga iniziativa è stata adottata nella zona di via Bacula. «Mentre il
maltempo continua ad imperversare e la neve cade da ore su Milano - spiega
Maurizio Pagani, presidente dell'Opera Nomadi di Milano - gli sgomberi delle
famiglie rom dai quartieri della città non subiscono interruzione. L'emergenza
freddo del Comune di Milano da anni non contempla le condizioni di vita di chi è
pi— esposto ai rigori dell'inverno e nemmeno la protezione Civile viene mai
impegnata in attività essenziali di aiuto alle persone rom in difficoltà».
Pagani conferma che ieri, gli sgomberi «hanno riguardato 40 persone di gruppo
romeno, accampate in via Bonfadini, zona sud est, e oggi è toccato ad alcune
decine di rom, donne e bambini compresi, ritornati a cercare per l'ennesima
volta riparo sotto il Ponte Bacula, in zona Nord». A giudizio di Pagani si
tratta, peraltro di sgomberi «inutili che non risolvono il problema e non
disincentivano la presenza di persone sfollate che rimangono in numero uguale,
ma che sembrano essere la sola risposta pubblica alla mancanza di politiche di
accoglienza abitativa e integrazione sociale». Secondo le informazioni raccolte
dall'Opera Nomadi di Milano, inoltre «aumentano le denunce su interventi della
Polizia Locale che violando i beni privati delle persone da allontanare,
esercitano anche forme odiose di condizionamento psicologico con la minaccia di
sottrazione dei minori dalle loro famiglie, nel caso che queste si oppongano
all'intimazione di abbandonare le loro case precarie e averi di prima
necessità». «In questo quadro di mancanza assoluta di governo dei problemi
emergenziali della città - spiega Pagani - il Comune dichiara di voler procedere
anche allo smantellamento dei campi comunali abitati dai rom italiani. Nel
frattempo, i milioni di euro messi a disposizione dal Governo per risolvere la
questione abitativa dei rom nelle città non trovano alcun utilizzo, per mancanza
di idee e volontà di aiutare le famiglie rom ad uscire da una delle condizioni
sociali più gravi d'Europa» Infine ecco l'appello di Maurizio Pagani: «Per
l'ennesima volta chiediamo la sospensione di qualsiasi intervento di
allontanamento di persone senza la possibilità di una ricollocazione temporanea
sicura».
Di Sucar Drom (del 13/03/2010 @ 09:01:10, in Italia, visitato 1005 volte)
venerdì 19 marzo 2010 alle ore 21.00 presso ArciDallò in
piazza Ugo Dallò a Castiglione delle Stiviere (MN)
Organizzato da L'A.M.A. con Sucar Drom e l'Istituto di Cultura Sinta:
- una storia scritta da altri, a cura dell'Istituto di Cultura Sinta
- proiezione del filmato "porrajmos" 10 minuti;
- interventi di leader sinti sulla realtà attuale;
- dibattito.
Di Fabrizio (del 13/03/2010 @ 09:04:25, in Regole, visitato 2201 volte)
Segnalazione di Tommaso Vitale
Sgomberi di Rom e Sinti
Egregio Ministro
Il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (European Roma Rights Centre, ERRC),
un'organizzazione internazionale di interesse pubblico impegnata in attività
volte a combattere il razzismo anti-Rom e gli abusi dei diritti umani dei Rom,
scrive per esprimere seria preoccupazione per il proliferare degli sgomberi che
hanno coinvolto Rom e Sinti effettuati in Italia negli ultimi mesi. L'ERRC è
informato su quanto sta accadendo ed è preoccupato per gli sgomberi svolti in
diversi Comuni italiani. Gli sgomberi effettuati a Milano sono particolarmente
preoccupanti a causa del loro significativo numero, dell'apparente
sistematicità, della mancanza di pianificazione e di soluzioni per le persone
interessate. A Milano nei primi due mesi di quest'anno sono stati realizzati più
di venti sgomberi. Queste operazioni hanno coinvolto oltre 900 individui e
alcune persone sono state colpite da questi provvedimenti più di una volta in un
periodo molto breve. La maggior parte delle persone coinvolte negli sgomberi e
stata allontanata numerose volte nel corso degli ultimi due anni.
L'ERRC ha svolto una dettagliata attività di ricerca e monitoraggio degli
sgomberi attuati a Milano negli ultimi mesi. Notiamo, tuttavia, che molte delle
seguenti preoccupanti caratteristiche che riguardano gli sgomberi avvenuti a
Milano sono comuni ad altre operazioni svolte altrove in Italia (per esempio a
Roma, Pisa e Sesto Fiorentino).
• Ai residenti non è stato dato alcun preavviso dello sgombero imminente.
• Nessun tipo di documento inerente allo sgombero è stato prodotto dagli agenti
delle forze di polizia che hanno effettuato l'operazione.
• Gli agenti della forze di polizia che svolgono le operazioni di sgombero sono
spesso presenti con un numero sproporzionato rispetto alla persone che intendono
allontanare, anche se tra queste c'è una significativa percentuale di bambini e
di persone disabili.
• In alcuni casi ci sono stati abusi (verbali e fisici) da parte di agenti delle
forze di polizia.
• Gli sgomberi spesso hanno luogo molto presto la mattina.
• Gli sgomberi sono stati svolti con allarmante frequenza durante i mesi
invernali, quando le condizioni meteorologiche rappresentano una minaccia per la
salute e la sopravvivenza.
• Le abitazioni e altri beni vengono arbitrariamente distrutti.
• Alla maggior parte delle persone oggetto di sgombero non viene offerta una
sistemazione alternativa. Nelle rare occasioni in cui una sistemazione
alternativa viene offerta, è generalmente inadeguata, anche perché prevede la
divisione dei nuclei familiari.
• Alcuni bambini sono stati costretti a interrompere la frequenza scolastica (in
particolare a seguito dello sgombero dell'insediamento di via Rubattino, il 19
novembre 2009).
Gli sgomberi che hanno coinvolto Rom e Sinti e che hanno avuto luogo negli
ultimi mesi sono illegali e tutti violano molti o tutti gli obblighi dell'Italia
ai sensi del diritto internazionale, in particolare quelli che riguardano il
diritto all'abitazione, alla proprietà, all'integrità personale, all'istruzione
e il divieto di discriminazione:
1. Diritto all'abitazione e alla proprietà
a. Con l'articolo 11, comma 1, del Patto Internazionale sui Diritti Economici,
Sociali e Culturali (ICESCR), l'Italia si impegna a "riconoscere il diritto di
ogni individuo a un livello di vita adeguato per sé e per la propria famiglia,
che includa un’alimentazione, un vestiario, e un alloggio adeguati, nonché al
miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita" e a "prendere misure
idonee ad assicurare l'attuazione di questo diritto".
A questo proposito, l'ERRC ricorda al governo italiano che il Comitato sui
Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite ('CESCR') ha chiarito
molto bene che gli sgomberi forzati sono una violazione prima facie del diritto
a un alloggio adeguato. In tutti i casi di sgomberi forzati noti all'ERRC ogni
singola procedura di garanzia individuata dal CESCR è stata ignorata. Tali
garanzie di base comprendono:
a) L'opportunità di una reale consultazione con gli interessati;
b) Un adeguato e ragionevole preavviso per tutte le persone interessate prima
della data prevista per lo sgombero;
c) Informazioni sugli sgomberi previsti e, ove possibile, sull'utilizzo
successivo del terreno o delle abitazioni, dovrebbero essere rese disponibili in
tempi ragionevoli a tutti coloro interessati dai provvedimenti;
d) In particolare, quando sono coinvolti gruppi di persone, funzionari
governativi o loro rappresentanti dovrebbero essere presenti durante lo
sgombero;
e) Tutte le persone che effettuano lo sgombero dovrebbero essere correttamente
identificate;
f) Gli sgomberi non dovrebbero aver luogo in condizioni climatiche
particolarmente avverse o di notte a meno che le persone coinvolte non ne diano
il consenso;
g) Dovrebbero essere forniti strumenti di ricorso legale e
h) Dove possibile, assistenza legale alle persone che lo richiedono qualora
volessero ricorrere alla giustizia1.
b. L'articolo 27 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo, richiede che
l'Italia prenda misure appropriate per assistere i genitori nell'attuazione del
diritto a un adeguato livello di vita e di fornire, in caso di necessità,
l'assistenza materiale e programmi di supporto, con particolare riguardo
all'alimentazione, al vestiario e all'abitare.
c. L'articolo 1 del Protocollo 1 della Convenzione Europea dei Diritti
dell'Uomo, tutela i diritti di proprietà.
d. L'articolo 31 della Carta Sociale Europea (riveduta), prevede il diritto
all'abitazione e l'Italia si è impegnata ad adottare misure volte a:
- favorire l'accesso a una abitazione di livello sufficiente;
- prevenire e ridurre il fenomeno dei "senzatetto", in vista di una graduale
eliminazione della problematica;
- determinare un prezzo delle abitazioni accessibile a color i quali non hanno
risorse adeguate.
1 Commento Generale n. 7, par. 15, E/1998/22, Annesso IV, 16a Sessione.
2. Diritto all'integrità personale e familiare
a. L'articolo 16 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo prevede che nessun
bambino debba essere sottoposto a interferenze arbitrarie o illegali con la sua
vita privata o familiare.
b. L'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo vieta i
trattamenti inumani e degradanti a cui le persone sono state sottoposte durante
le procedure di sgombero e a causa delle terribili condizioni di vita in cui si
sono trovati a seguito di tali operazioni.
c. L'articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo sancisce il
diritto alla vita familiare e alla vita privata.
3. Istruzione
a. L’articolo 28 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo
b. L’articolo 2 del protocollo n. 1 della Convenzione Europea dei Diritti
dell'Uomo
4. Discriminazione
a. Con l'articolo 5 (e) (iii) della Convenzione Internazionale sull'Eliminazione
di Ogni Forma di Discriminazione Razziale, l'Italia si impegna a 'proibire ed
eliminare la discriminazione razziale in tutte le sue forme ed a garantire il
diritto di tutti [...] all'uguaglianza davanti alla legge, in particolare nel
godimento del [...] diritto alla casa '.
b. La giurisprudenza basata sull'articolo 14 della Convenzione Europea dei
Diritti dell'Uomo orienta verso una particolare tutela delle minoranze Rom in
Europa.
c. L'articolo E della Carta Sociale Europea (riveduta) vieta la discriminazione
nell'esercizio dei diritti sanciti dalla medesima Carta.
d. Diversi articoli della Convenzione-quadro per la Protezione delle Minoranze
Nazionali.
L'ERRC ritiene che non solo gli sgomberi siano manifestamente illegali, ma anche
che essi siano stati effettuati in modi che sembrano appositamente pianificati
per provocare la massima sofferenza alle persone interessate.
L'ERRC chiede di porre fine alla pratica degli sgomberi illegali e che adeguate
sistemazioni alternative, accesso all'istruzione e altre forme di sostegno
essenziale siano previste per le persone che sono state coinvolte, molte delle
quali sono senza fissa dimora o vivono in condizioni estremamente precarie.
Cordiali Saluti,
Robert Kushen Managing Director
cc: Gian Valerio Lombardi
Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Milano
Corso Monforte, 31
20122 Milan
Italy
Partecipa a una serata che segna l'avvio di un progetto ambizioso: far vivere
uno spazio culturale che promuova le forme espressive della cultura romanì nella
società milanese.
Un ristorante tzigano vicino ai Navigli... un museo Rom a Rogoredo...
Non solo un modo per avvicinarsi alle tante facce di una cultura che ci
affascina o suscita ribrezzo, ma la possibilità di prendere parte ai nuovi
progetti che insieme ad alcune comunità rom di Milano stiamo cercando di
realizzare.
Gli eventi che seguiranno nei prossimi mesi sono solo il preludio di un'offerta
più ampia, impreziosita dai sapori e colori della gastronomia tzigana, le
produzioni artistiche, la musica che potrai incontrare dal mese di ottobre, il
lunedì sera, presso l'Open Restaurant & Bar dello spazio FORMA MOODS.
05/03/2010 - Ha detto il Tavolo Svedese sulle Migrazioni, che circa 1.000
Rom, soprattutto dalla Serbia, sono stati attirati quest'anno da un viaggio
verso la Svezia, nella vana speranza di un permesso di residenza.
Bus riempiti di Rom sono arrivati a Gothenburg e Malmö quasi su basi
giornaliere.
"Agenzie viaggi guidate da affaristi senza scrupoli truffano persone già
vulnerabili di loro nel venire in Svezia," ha detto Dan Eliasson, direttore
generale del tavolo.
Il capo del tavolo sulle migrazioni consiglia ai Rom di non intraprendere il
lungo viaggio verso la Scandinavia, perché le possibilità di ottenere una
residenza garantita sono "straordinariamente poche".
"Probabilmente si trovano a vivere in difficili condizioni sociali e forse
subiscono anche discriminazioni, ma questo non da loro il diritto alla
protezione in Svezia. Generalmente verranno rapidamente informati che non
potranno avere un permesso di residenza e che dovranno tornare in patria," ha
detto Eliasson, aggiungendo che la gran maggioranza arriva in Svezia dalla
Serbia, ma anche dal Montenegro settentrionale e dalla Macedonia.
I Rom in Serbia sono considerevolmente più poveri del resto della
popolazione, e sono emersi sporadici rapporti di violazioni perpetrate contro i
Rom in Serbia, Kosovo e, recentemente, in Italia.
Ma per ottenere l'asilo bisogna essere capaci di mostrare di essere
perseguitati ed a rischio di trattamenti violenti. E' molto difficile ricevere
asilo dall'Europa," ha detto Eliasson.
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