Ieri sono state assegnate le case a Bruna, Samuel, Nicola, Gabriella,
Natalina. Non sono state consegnate loro delle chiavi, ma "un'autorizzazione":
un foglio di carta timbrato, in sostanza un contratto. Le case non sono proprio
come le nostre case, ma il nuovo campo nomadi di via Dozza, quartiere Savena, a
ridosso dei vivai Ansaloni, che è stato inaugurato ieri, nella giornata
della conferenza a Bologna delle Città Europee contro il razzismo, per molti
altri aspetti è un condominio. Vi abiteranno un'ottantina di Sinti: cittadini
italiani da generazioni, tutti con residenza nel Comune di Bologna, da una
ventina d'anni sistemati qui. Nomadi per cultura e per origine, ma più stanziali
di tanti altri cittadini italiani. Il precedente campo, che si stendeva sullo
stesso terreno comunale, era solo un'area sosta attrezzata: con bagni e docce in
batteria e allacciamenti per le roulotte. C'è stato un periodo in cui una sola
doccia funzionava, e le altre no. Nel 2005, il bando regionale per
l'assegnazione di contributi ai Comuni che intendessero migliorare le aree per i
nomadi, ha dato la possibilità di ristrutturare ma più ancora di ripensare come
organizzare il campo. L'intervento è costato 700mila euro, la Regione l'ha
finanziato per l'85 per cento. Ha spiegato ieri la vice sindaco Adriana
Scaramuzzino, anche assessore ai servizi sociali, che è possibile dare
accoglienza senza creare esclusione, offrire servizi dignitosi senza tradire
costumi e tradizioni. La qualità della convivenza si determina in base alla
condivisione dei progetti e dei servizi. Qui è stata usata molta pazienza, e poi
anche fantasia. I Sinti hanno scelto alcuni loro rappresentanti, e hanno
partecipato a una serie di incontri con gli operatori del Quartiere Savena - c'è
un giovane assistente sociale che si occupa specialmente di loro, Marco Tocco -
con i funzionari dei Lavori Pubblici del Comune e con il responsabile della
progettazione, Piero Vendruscolo, che già tre anni fa aveva disegnato il campo
sinti di Borgo Panigale. I Sinti desiderano continuare a vivere nelle loro case
mobili, come fanno da generazioni. Anche al Savena continueranno a vivere nelle
loro roulotte, ma avranno a disposizione, appena fuori casa, bagni riscaldati e
cucine, in muratura. Ma poiché, ad esempio, i piani di cottura in comune non
erano graditi, ci si è inventati "i locali cucina" sotto il portico. Ogni
portico ne contiene tre, separate da divisori. La comunità conta un'ottantina di
persone: il più piccolo, Justin, ha sei mesi, la più anziana 71 anni. Č la
comunità che ha il più alto grado di scolarizzazione tra i Sinti di Bologna,
alcuni ragazzi hanno frequentato anche le superiori. Č formata da cinque
famiglie allargate, composta ciascuna da tre, quattro nuclei. Perciò l'area è
stata divisa in cinque "microaree", separate tra loro da una rete: ogni
microarea, cioè ogni cortile, accoglie le roulotte e i camper della stessa
famiglia allargata. In ciascuna delle cinque microaree è stata costruita una
"casetta" in muratura, dipinta con i colori di Bologna: rosso e ocra gialla,
alternati sulle pareti e sotto i portici. Ogni casetta ospita tre (o quattro)
bagni completi con antibagno, con altrettante caldaie, e tre (o quattro) cucine,
uno e una per ciascun nucleo famigliare. Le cucine sono all'aperto, ma al
coperto, riparate dal portico che corre sui tre lati di ciascuna "casetta". Č un
po' come un campeggio. Ma ogni nucleo familiare è intestatario del contratto per
la fornitura di elettricità, acqua e gas: non era mai successo prima. Pagheranno
utenze e consumi. E ogni famiglia, prima di accettare "l'autorizzazione", ha
saldato quanto doveva al Quartiere di affitto arretrato per la sosta nel
"vecchio" campo. Attorno alle casette è stato steso l'asfalto: e sull'asfalto la
comunità di Bruna, Luigi, Natalina, Samuel..., sposterà le sue roulotte, i suoi
camper e case mobili che per un anno, quanto sono durati i lavori, ha sistemato,
stretto e concentrato sui terreni attigui. C'è anche la chiesa: la comunità
ospita un pastore evangelico, Chiesi Luigi Ministro di Culto, Della MEZ e conta
un discreto gruppo di fedeli. Potrà fungere anche da sala per riunioni o
assemblee
Roma, 21 settembre 2008 - Parlano italiano, mangiano italiano e tifano per le
star del calcio italiano, ma non sono italiani. Nei fatti, è difficile dire cosa
sono.
Migliaia di persone stanno vivendo in Italia senza cittadinanza o documenti
d'identità di un qualche paese. Molti erano cittadini di paesi che non esistono
più, come la Jugoslavia o l'Unione Sovietica. Ma non hanno mai ricevuto la
cittadinanza dai paesi che hanno rimpiazzato la loro nazione che non c'è più, ed
inoltre sono venuti a mancare i requisiti per diventare cittadini in Italia.
E' difficile capire quanti siano perché sopravvivono ai margini della
società, ma la Comunità di Sant’Egidio, un'organizzazione cattolica di Roma,
pone il numero tra i 10.000 e i 15.000 Sono spesso cacciati dalle autorità, che
cercano di deportarli come immigranti illegali anche se non hanno dove andare.
La vita nel limbo può essere particolarmente dura per chi è nato ed è andato
a scuola in Italia. Una volta che compiono 18 anni, per la legge diventano poco
più che immigranti illegali.
"Noi non siamo jugoslavi, non siamo italiani. Siamo come nuvole," dice Toma
Halilovic, che vive con i suoi genitori, moglie e bambini in due container in un
campo improvvisato alla periferia di Roma.
Halilovic, 26 anni, è nato nella capitale italiana da genitori jugoslavi
arrivati qua illegalmente negli anni '70. Ha frequentato la scuola dell'obbligo,
fatto amicizie con i bambini del posto e si è appassionato per la squadra di
calcio dell'AS Roma.
Quando compì 18 anni, pensava avrebbe ottenuto la cittadinanza. I figli nati
da stranieri in Italia non ottengono automaticamente la cittadinanza, ma possono
richiederla tra i 18 e i 19 anni se hanno vissuto continuativamente e legalmente
nel paese.
Halilovic dice che la sua richiesta è stata rigettata per un tecnicismo. Alla
nascita non è stato registrato come residente, perché in quel periodo non era
richiesto dalla legge.
"Mi hanno detto che sono nato in transito," dice. "Cosa significa? Questo è
il mio paese."
In alcuni casi, i genitori non registrano i figli alla nascita perché hanno
perso la cittadinanza del loro paese d'origine e non possono rinnovare i loro
permessi di residenza italiani, dice Paolo Morozzo della Rocca, professore di
legge sull'immigrazione all'Università di Urbino.
Molti dei quasi invisibili in Italia sono Zingari dall'ex Jugoslavia. La
mancanza di carte d'identità e permessi di lavoro offre loro poche opportunità
di studiare, avere un lavoro e lasciare i poveri accampamenti che ospitano molta
della popolazione di 150.000 Zingari in Italia.
Una soluzione per quelli come Halilovic è di dichiararsi ufficialmente
apolidi. Una convenzione del 1954 dell'ONU, riconosce loro uno speciale
passaporto, permesso di risiedere e lavorare in Italia, ed un rapido percorso
verso la cittadinanza.
L'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati dice che nel 2007, i governi hanno
riconosciuto 886 apolidi in Italia, 948 in Francia, 4.461 nei Paesi Bassi e
9.091 in Germania. La Francia ha approntato un ufficio governativo per
investigare sulle richieste di apolidia e trovato che impiegano di solito circa
sei mesi.
Ma in Italia c'è una situazione da comma 22: il Ministero degli Interni
richiede un permesso di residenza per riconoscere l'apolidia. Ed il permesso non
può essere ottenuto senza un passaporto valido, che gli apolidi non hanno. Il
Ministero dell'Interno non ha commentato.
L'unica alternativa è far causa al ministero in un tribunale civile, cosa che
può prendere almeno tre anni, dice Morozzo della Rocca. Nota che la maggior
parte della gente senza documenti manca del tempo e dei soldi per rivolgersi ad
un tribunale.
"L'Italia si sta comportando con disonestà nell'applicare la convenzione,"
dice.
Il Ministro degli Interni Roberto Maroni ha detto recentemente che il governo
intende garantire la cittadinanza ai bambini Zingari abbandonati nati in Italia.
Ma i gruppi umanitari dicono che la vera sfida è accellerare il processo per
dare agli apolidi i loro diritti.
Un problema è la difficoltà nel distinguere tra chi è veramente senza
cittadinanza ed i migranti clandestini che si sbarazzano dei loro documenti dopo
essere entrati in Italia, sperando di evitare il rimpatrio, dice Oliviero Forti,
capo dell'ufficio immigrazione della Caritas.
"Per qualcuno è un piano: Strappano i loro documenti e prendono vantaggio
dalla situazione," dice Forti. "Ma ci sono anche quelli nati nel nostro paese,
hanno vissuto qui ed improvvisamente si scoprono ad essere illegali."
Di Fabrizio (del 03/10/2008 @ 09:42:15, in Regole, visitato 1586 volte)
Ricevo da Clochard
La recente richiesta di archiviazione delle denunce presentate sulla base
della notissima ordinanza fiorentina contro i "lavavetri" sposta sul piano del
diritto un dibattito che sino ad oggi è stato dominato dalla politica. Inutile
disquisire se il procuratore di Firenze sia tecnicamente nel giusto nella sua
richiesta di archiviazione, tanto più che la politica muscolare prospettata dal
sindaco Domenici preannuncia una ricerca con il lanternino del comma utile a
fungere da deterrente verso la temuta rioccupazione degli incroci. Tanto vale
quindi attendere il prossimo atto. E' invece utile fornire ai cittadini qualche
dato di contesto sino ad oggi trascurato.
Per chi non ami nascondersi dietro un dito, è evidente che l'attività dei
lavavetri è nella quasi totalità dei casi una forma malamente dissimulata di
mendicità. Ne condivide la funzione economica, e pone gli stessi, oggettivi,
problemi di potenziale sfruttamento e difficile inserimento nel tessuto urbano.
Ora, piaccia o no, la mendicità degli adulti è nel nostro ordinamento
perfettamente lecita. La sanzione della mendicità "semplice" è stata dichiarata
incostituzionale nel 1995. Cosa ancora più imbarazzante, e da nessuno sinora
ricordata, è che il reato di mendicità "invasiva", che la sentenza della corte
costituzionale aveva lasciato in piedi, venne cancellato dal legislatore nel
1999, senza introdurre alcuna sanzione amministrativa. Scelta incauta del
governo dell'epoca? Forse, ma comprensibilmente ciò non muta la realtà del
diritto. Il lavavetri e il mendicante possono commettere reati comuni (molestie,
minacce, e così via)? Certo. Ed è anche possibile che gli strumenti a
disposizione per la repressione di questi reati (che spesso prevedono una
querela della parte offesa) siano deboli. Esistevano, in paesi e epoche non
remoti, norme che punivano più gravemente i reati commessi da mendicanti. Pochi,
credo, ne sosterrebbero pubblicamente la reintroduzione.
Non occorre poi essere giuristi raffinati per comprendere che il potere degli
amministratori locali di proibire atti altrimenti leciti con ordinanze la cui
violazione diventa indirettamente un reato è un'arma potenzialmente insidiosa
per la libertà individuale, vista la discrezionalità insita nelle valutazioni
sottostanti. Anche qui, va mantenuto un minimo di rigore. Le richieste ai
semafori possono essere, come altre disavventure del quotidiano, fastidiose.
Anche i lavavetri (come avvocati, professori, assessori, e così via) possono
essere maleducati ed arroganti. E' anche però onesto chiedersi su quale base si
valuti l'effettiva dimensione dei fenomeni di comportamento realmente
aggressivo, al di là della generica intolleranza diffusa nella popolazione.
"Leggende metropolitane" e altri fantasmi sono moneta corrente in queste
vicende, e sarebbe interessante sentire come i lavavetri percepiscono noi
automobilisti.
L'occasionale lavaggio non richiesto può essere - anche per chi scrive - fonte
di irritazione. Ma siamo sicuri che l'interesse alla totale tranquillità del
cittadino in quella peculiare e sacra appendice che è ormai l'automobile sia
un'adeguata motivazione per la messa in moto di strumenti sanzionatori così
solleciti e severi? A questo interrogativo aggiungeremo un dubbio anche più
sgradevole. Rispettare lo "stato di diritto" nella quotidianità politica e
amministrativa impone certamente di non espandere a discrezione l'area di quanto
è suscettibile di sanzione penale. Ma presuppone anche che la messa in moto di
qualsiasi macchina sanzionatoria sia scevra da sospetti di parzialità e doppi
standard. La stretta sui lavavetri arriva invece quando quest'attività è a
Firenze in grande prevalenza svolta da Rom, verso i quali esiste un
radicatissimo pregiudizio In un paese dove, nonostante le costanti smentite
giudiziarie, continua a sopravvivere il mito dei "Rom che rubano i bambini",
ogni sospetto è lecito. Anche quello che l'ordinanza sia solo l'ennesimo caso in
cui tutta la potenza di un diritto lasciato ordinariamente "dormiente" viene
risvegliata solo per allontanare un gruppo comunque sgradito. Chi volesse
curiosare tra i fascicoli dei vari procedimenti penali che portarono alla
dichiarazione di incostituzionalità del reato di mendicità scoprirebbe che in
tutti i casi, nessuno escluso, quella norma penale altrimenti notoriamente
disapplicata era stata azionata contro Rom. E così via, in un'infinita serie di
simili vicende, italiane e non. Per la sua campagna di legalità il comune di
Firenze potrebbe in fondo trovare tra i Rom qualche valido consulente, visto che
di "tolleranza zero", a loro spese, hanno esperienza da qualche secolo.
Alessandro Simoni professore di sistemi giuridici comparati nell'Università di Firenze
Di Fabrizio (del 03/10/2008 @ 14:10:45, in Italia, visitato 1619 volte)
5 Ottobre 2008 h. 15:30 al Teatro Nuovo di Ferrara
Organizzato da: Comune di Ferrara e settimanale Internazionale, in
collaborazione con ARCI e Ferrara Sotto le Stelle
Appuntamento nell'ambito della seconda edizione di "Internazionale a
Ferrara. Un weekend con i giornalisti di tutto il mondo", il festival dedicato
al giornalismo e all'informazione globale
Una seconda edizione molto attesa non solo dai tanti lettori di Internazionale -
la rivista che, sotto la direzione di Giovanni de Mauro, ogni settimana
seleziona e pubblica i migliori articoli di politica, attualità, cultura e
economia apparsi sui giornali dei cinque continenti - ma anche da tutti coloro
che cercano occasioni per approfondire tematiche legate alla politica
internazionale, alle trasformazioni sociali e ai futuri scenari dell'economia.
PROGRAMMA
Gad Lerner a colloquio con:
- Delia Grigore, scrittrice e docente universitaria rom rumena
- Alija Krasnici, scrittore rom serbo
- Alexian Santino Spinelli, musicista e docente universitario rom italiano
In inglese e in romanì con traduzione consecutiva
Di Fabrizio (del 03/10/2008 @ 21:36:57, in Italia, visitato 1529 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
CONTRO IL RAZZISMO Una marcia per la convivenza, 'Vivere insieme si può'
L'iniziativa organizzata da un ricco quanto variegato cartello di forze
dell’associazionismo. Hanno aderito anche il consiglio regionale e il comune.
Ancona, 3 ottobre 2008 - Un ricco quanto variegato cartello di forze
dell’associazionismo di Ancona e provincia ha deciso di indire per domani,
alle 17, nel capoluogo, una 'Marcia per la convivenza'. Tante le sigle che
si sono messe in rete per l’evento: Cgil, Cisl, Arci, Caritas, Casa delle
Culture, Circolo Culturale Africa, Scuola di pace, Anolf Cisl, Rdb, e altre
ancora, insieme alle comunità locali di Senegal, Bangladesh, Camerun, Togo,
Perù, Romania, Donne Africa Subsahariana, Guinea.
L’iniziativa si propone come un ponte che nell’attraversare vari
quartieri cittadini lanci un forte segnale contro la xenofobia e il razzismo,
per il rispetto di tutti al di là del paese di origine o del credo religioso.
'Vivere insieme si può' questo lo slogan che dà il titolo della manifestazione,
alla quale ha aderito, a maggioranza, anche il Consiglio regionale che ha pure
approvato una mozione contro l’intolleranza razziale.
Anche il Comune di Ancona ha dato il suo appoggio all'iniziativa. Per la
sua storia e collocazione geografica, ricorda la giunta, ''Ancona è da sempre
una comunità accogliente e aperta e proprio per questo è preoccupata per il
clima che vive il Paese e per episodi drammatici dei quali la cronaca ha dato
conto a Roma, Parma e Castelvolturno''.
La 'Marcia per la convivenza' si caratterizzerà per un tragitto e delle
modalità fuori dai percorsi abituali. Infatti è previsto il concentramento alle
17 davanti alla Chiesa dei Salesiani, al piano San Lazzaro dove è più marcata la
presenza di cittadini di origine straniera. Da lì si attraverserà gli Archi per
poi giungere in centro.
Durante il tragitto farà delle soste durante le quali prenderanno la
parola una giovane immigrata, un lavoratore straniero delegato sindacale, una
insegnante anconetana e una giovane immigrata di seconda generazione. Concluderà
gli interventi il significativo contributo di Nazzareno Guarnieri presidente
della Comunità Rom e Sinti di Pescara. La marcia terminerà a Piazza del Papa
dove dalle 19,30 in poi suoneranno il gruppo bengalese Boishki e gli
italo-senegalesi Anima Equal.
Parigi, 29 settembre 2008 - La Presidenza Francese del Consiglio
dell'Unione Europea [ha tenuto] un secondo summit sull'uguaglianza a Parigi il
29 e 30 settembre. Lívia Járóka MEP (EPP-ED) ha puntualizzato che la
segregazione prevalente e la discriminazione costante affrontata dai bambini
Rom, impatta negativamente sul loro futuro e sulla capacità di trovare un
impiego remunerativo quando cresceranno.
Escludere i bambini Rom dalla scuola, come pure segregarli dalle scuole
principali, li depriva del diritto fondamentale all'istruzione ed ostacola
direttamente la loro capacità di continuare verso una più alta istruzione o di
accedere a migliori lavori pagati che potrebbero essere messi a loro
disposizione, e propaga l'esclusione sociale ed economica che oggigiorno
caratterizza così tante comunità Rom. La continuata marginalizzazione della
gioventù Rom causerà alla società la perdita di una fonte significativa di
creatività e contribuzione sociale. Il costo del mantenimento delle scuole
segregate, assieme all'ingiusto trattamento discriminatorio verso i Rom, avranno
conseguenze negative nel lungo termine per i governi europei. "Per questa
ragione, investire nell'istruzione dei Rom non è soltanto moralmente giusto, ma
aiuta anche al rafforzamento dell'Economia Europea," ha dichiarato Járóka.
Livia Járóka ha anche sottolineato l'importanza del livello di coinvolgimento
europeo riguardo l'impegno a lavorare per desegregare le scuole, ed ha
evidenziato il ruolo strategico in questo processo della Commissione Europea. Ha
richiesto una campagna d'azione per un'istruzione giusta e di qualità. Ha
dichiarato: "Le direttive UE devono servire soprattutto a questo scopo. Il
circolo vizioso di istruzione sotto gli standard, ghettizzazione nell'alloggio e
disoccupazione cronica, sono evidentemente collegati. Se questo circolo dev'essere
rotto, i giovani Rom devono avere, almeno, pari accesso alle scuole e alle
università, e dev'essere dato loro il giusto posto nella società.
For further information:
Járóka Lívia (EPP-ED/Fidesz) , T.: 0032 2 28 45215
Vera Stricki GSM.: 0032 472 90 27 34 http://fidesz-eu.hu/
Hölvényi György
sajtótanácsos/ press councillor
sajtóosztály/Press Service
EPP-ED Group - képviselőcsoport
Európai Parlament/European Parliament
Tel: +322/284 23 93 (BRU), +33/3881 73718 (STR)
Gitani e rifiuti nucleari: Filippetti (PS) "scandalizzata dalle proposte
di un eletto dell'UMP- (Il video in francese con la
dichiarazione incriminata)
PARIGI - Aurélie Filippetti, portavoce del gruppo PS all'Assemblea, giovedì
si è detta "scandalizzata" per le "ignobili opinioni" del presidente (UMP) del
consiglio generale della Mosella, Philippe Leroy, che ha paragonato
"l'accoglienza delle popolazioni di Gitani da parte dei comuni allo stoccaggio
di rifiuti radiottivi".
"Occorre ricordare che sotto il III Reich gitani, zigani, rom, gens de voyage
sono stati sistematicamente eliminati dai nazisti perché erano considerati
precisamente come -rifiuti dell'umanità-?", ha detto Mme Filippetti, deputata
della Mosella.
Interrogato due sabati fa da France 3 Lorraine-Champagne-Ardenne
sull'eventuale interramento di rifiuti nella Mosella, M. Leroy si è detto
"sostanzialmente d'accordo" e poi ha aggiunto: "Ci si arrabbia anche con le
popolazioni dei Gitani, non li vuole nessuno. Ci si arrabbia con le politiche di
trattamento dei rifiuti: nessuno li vuole".
"E tuttavia, il civismo oggi, per tutti, è sapere che dobbiamo accogliere,
sui nostri territori, popolazioni difficili, alloggi sociali, rifiuti nucleari,
industriali e domestici", ha detto ancora all'emittente M. Leroy, anche lui
senatore della Mosella.
Davanti "alla gravità di un tale paragone", la deputata PS "sostiene le
associazioni che hanno chiesto le dimissioni di M. Leroy da tutti i suoi
mandati".
La rete "Uscire
dal nucleare" ha chiesto giovedì le dimissioni di Philippe Leroy poiché
quest'ultimo "ha osato comparare i Gitani ai rifiuti nucleari".
Ostravice, Nord Moravia, (CTK) 29/9/2008 - Potrebbe emergere un ghetto Romanì
nel villaggio di montagna di Ostravice, dato che lì una compagnia intende
costruire case per i Rom di Ostrava, ma i residenti sono in forte disaccordo;
l'ha detto lunedì ai giornalisti il sindaco Jaromir Dobrozemsky. La compagnia di
Ostrava REALIS-INVEST che possiede l'area di un ex istituzione sociale
locale, intende costruire in loco alloggi per circa 40-50 famiglie Rom di
Ostrava.
Le autorità municipali hanno incontrato lunedì i rappresentanti della
compagnia e della locale comunità Romanì ma, ha detto Dobrozemsky, il dialogo
non ha prodotto risultati concreti. Il portavoce della compagnia ha rifiutato di
commentare, chiedendo ai giornalisti di porre le loro domande per iscritto.
Secondo Dobrozemsky, la compagnia ha proposto due varianti d'uso sul terreno
abbandonato: secondo la prima, gli edifici saranno ricostruiti per essere usati
come case per inquilini; la seconda prevede di costruire lì case per i Rom. "Non
è stata presa nessuna decisione e gli incontri continueranno. Ci vorrà molto
tempo per prendere una decisione," ha detto Dobrozemsky. Ha anche detto che
lunedì i rappresentanti Romanì hanno chiesto come risolvere la loro situazione
sociale.
Le domande riguardano il pagamento dei benefici di sicurezza e la capacità di
asili e scuole. E' stato detto loro di porre le domande per iscritto. Dobrozemsky
ha detto che con la seconda variante, la compagnia riconvertirebbe gli edifici
in case per Rom con i fondi attesi dall'Unione Europea. I residenti del
villaggio, che è situato nell'area protetta paesaggisticamente di Beskydy, non
sono contenti della prospettiva di una vicinanza con un ghetto Romanì.
Un residente di 72 anni ha detto lunedì ai giornalisti di aver paura che
molti Rom potrebbero aggiungersi dalla Slovacchia per unirsi ai loro parenti. Ha
ammesso di aver paura soprattutto dei furti. Ha anche detto che i Rom non si
adatteranno mai allo stile di vita della società maggioritaria. Secondo lui, il
ghetto significherebbe la fine del villaggio.
Vratislav Gloziga,
che custodisce i locali abbandonati, ha detto lunedì ai giornalisti che la
situazione attuale è dovuta ai problemi di mutua comunicazione tra il comune ed
i nuovi proprietari dell'area.
Di Sucar Drom (del 05/10/2008 @ 17:59:38, in blog, visitato 1644 volte)
Austria, nuova ascesa di Haider
Secondo le prime proiezioni della tv pubblica Orf, vittoria numerica della Spoe
(socialdemocratici) ma vittoria politica e simbolica della destra alle elezioni
in Austria. Haider: "Bene, ma resto in Carinzia", il leader del partito di
estrema destra Bzoe ha triplicato i voti...
Genova, la Giornata Internazionale della Nonviolenza
L’Assemblea generale dell’ONU ha deciso di celebrare la Giornata Internazionale
della Nonviolenza il 2 Ottobre perché data della nascita del Mahatma Gandhi, che
ha condotto l’India alla propria indipendenza con azioni nonviolente, divenendo
co...
Napoli, alcuni non perdono il vizio razzista
Dalle proteste contro i campi rom a quelle contro gli africani. Pochi mesi fa
gli abitanti di Ponticelli davano fuoco agli accampamenti allestiti da
famiglie rom nel quartiere. Ieri, i napoletani sono tornati a protestare in
piazza contro una comunità straniera, un gruppo di africani sfrattati da
Pianura...
Castel, diffidare delle politiche securitarie
La società contemporanea vive immersa nella paura e nella insicurezza. Dal tema
dell'immigrazione a quello del terrorismo, dalla paura per le conseguenze
disastrose del riscaldamento globale alla timore per il crollo
economico-finanziario internazionale o al rischio della disoccupazione...
Roma, male Alemanno sui Rom
Alemanno continua ad esternare sulla questione rom. Oggi era ospite della
trasmissione ''Sabato e domenica'', in onda su Raduno e ha ribadito che “il 15
ottobre terminerà il censimento all'interno dei campi rom”. Noi di sucardrom
facciamo rilevare che questo è il quindicesimo censimento nella Capitale in
dieci anni...
Milano quotidiana, in due atti
Uno. E’ un percorso brevissimo, cento metri, un paio di minuti. Eppure offre uno
spaccato eccezionale di questa città. Piazzale Lagosta 4 del pomeriggio. Una
donna con il suo carico di sacchetti e povere cose sta usando la fontana per
sciacquare qualcosa. Un ra...
Roma, Arci: i dati di Vespa su bimbi rom e la scuola sono falsi
“Il 50% dei bambini rom inseriti nel progetto di scolarizzazione gestito
dall'Arci solidarietà Lazio viene promosso al termine dell'anno scolastico”. E'
il dato centrale diffuso in tarda mattinata a Roma dall'Arci Solidarietà che ha
risposto alle cifre sulla scolarizzazione dei bambini rom diffusi da Bruno Vespa
nelle...
Romania, a Banel Nicolita la Medaglia al Merito Sportivo
E' uno di quelli che da qualche anno sono sulla bocca di tutti. Rom. “Zingari”.
Minoranze etniche spesse volte troppo frettolosamente bollate come "off-limits"
e che Banel Nicolita ha orgogliosamente rappresentato agli Europei...
Roma, polemiche sterili sulla scolarizzazione dei bambini sinti e rom
Le minoranze rom e sinte in questi giorni sono costrette a subire, e quindi a
pagarne i danni in prima persona, l'ennesima strumentale polemica, questa volta
tra il giornalista Bruno Vespa, Arci Solidarietà Lazio e Comune di Roma per il
progetto di scolarizzazione dei bambini rom e sinti...
Rom e Sinti, l'Italia vista in Ungheria
Il 30 agosto scorso Rom Sinti Politica dava notizia di quanto successo alla
troupe ungherese della Duna Tv nel “campo nomadi” di Caslino 900. Marco
Brazzoduro della federazione Rom e Sinti Insieme così aveva descritto
l’accaduto: «Siamo stati fermati e identificati all'uscita dal campo con la
minacc...
Roma, ancora sulla scolarizzazione
«Dati imprecisi e scorretti» perché per gli alunni rom che non frequentano
abitualmente le classi scolastiche sono previsti percorsi formativi alternativi
e inoltre, se una caduta verticale della frequenza a scuola degli alunni rom c’è
stata, si è verificata «da aprile in p...
Razzismo, l'Italia si sveglia?
Un giovane ghanese mostra i segni di un pestaggio e denuncia i vigili urbani di
Parma, che lo avrebbero fermato per sbaglio e poi picchiato. Una nuova vicenda
che rilancia, dopo la morte di Abdoul a Milano e...
Gustavo Zagrebelsky, la legge e le sue ragioni
«Dimmi, Pericle, mi sapresti insegnare che cosa è la legge?» chiede Alcibiade a
Pericle. Pericle risponde: «Tutto ciò che chi comanda, dopo aver deliberato, fa
mettere per iscritto, stabilendo ciò che si debba e non si debba fare, si chiama
legge». E prosegue: «Tutto ciò che ...
Venezia, Gentilini indagato per istigazione all'odio razziale
La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo a carico del vice sindaco Giancarlo
Gentilini che durante la cerimonia che ha concluso la festa dei popoli padani ha
invitato i presenti a «mandare a pregare e a pisciare i musulmani nel
deserto»...
Napoli, l'accampamento della pace
L’Accampamento della pace è la prima tappa di avvicinamento al Forum Universale
delle culture che si terrà a Napoli nel 2013. Si tratta della quinta edizione
dell’Accampamento ( le precedenti si sono tenute in Spagna, Uruguay e Messico )
ed è organizzata su due turni, il primo si svolgerà dal 5 al 14 Ottobre...
Luca Carboni riscopre le canzoni impegnate
Sarà sicuramente un caso che mentre è appena uscito il tributo ai cantautori da
parte di Mango, Luca Carboni racconta al Corriere della Sera che da qualche
tempo sta lavorando a un progetto analogo. In realtà Mango ha reso pop alcuni
classici mentre Carboni sta facendo un lavoro p...
Varsavia, Human Dimension Implementation Meeting
Si sta svolgendo a Varsavia in Polonia, dal 29 settembre, la conferenza «Human
Dimension Implementation Meeting», un evento organizzato dall'Ufficio per le
Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell'OSCE(Organizzazione per la
Sicurezza e la Cooperazione in Europa), in materia di diritti umani e democrazia
in Europa...
Aprilia (LT), il Comune non vuole i “nomadi”
Inviato al prefetto e al gabinetto Berlusconi il documento approvato dal
Consiglio comunale che esprime la contrarietà alla realizzazione di un "campo
nomadi". «Ieri - ha dichiarato il presidente del Consiglio comunale, Pio Nicolò
- ho provveduto a inviare l'atto del Consiglio non solo al prefetto ma anche ai
vertici del Governo. Il gabinetto Berlusconi deve capire che...
Razzismo, in Italia è un'emergenza!
Un cinese è stato aggredito il 2 ottobre a Roma, da sette minorenni, che lo
hanno lasciato per terra con un trauma cranico e il naso rotto. Nella stessa
giornata, a Milano, un ambulante abusivo senegalese al mercato è stato pestato
con una mazza da baseball da un italiano...
Napolitano: allarme razzismo!
“Il rispetto della dignità umana si è tradotto nella grande conquista del
superamento del razzismo: di qui l'allarme per il registrarsi in diversi paesi
di nuove manifestazioni preoccupanti, mentre nulla può giustificare il disprezzo
e la discriminazione razziale”...
Di Fabrizio (del 06/10/2008 @ 08:40:50, in Italia, visitato 1599 volte)
La
CHIESA EVANGELICA ZIGANA IN ITALIA segnala questa presentazione del libro di
Pino Petruzzelli "Non chiamarmi Zingaro". Pino Petruzzelli è stato ospite
dell'assemblea evangelica tenutasi il mese scorso a Mantova.
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