Da
Chiesa Evangelica Zigana
Brunella Torresin (19 settembre 2008)
L'Espresso Repubblica
Ieri sono state assegnate le case a Bruna, Samuel, Nicola, Gabriella,
Natalina. Non sono state consegnate loro delle chiavi, ma "un'autorizzazione":
un foglio di carta timbrato, in sostanza un contratto. Le case non sono proprio
come le nostre case, ma il nuovo campo nomadi di via Dozza, quartiere Savena, a
ridosso dei vivai Ansaloni, che è stato inaugurato ieri, nella giornata
della conferenza a Bologna delle Città Europee contro il razzismo, per molti
altri aspetti è un condominio. Vi abiteranno un'ottantina di Sinti: cittadini
italiani da generazioni, tutti con residenza nel Comune di Bologna, da una
ventina d'anni sistemati qui. Nomadi per cultura e per origine, ma più stanziali
di tanti altri cittadini italiani. Il precedente campo, che si stendeva sullo
stesso terreno comunale, era solo un'area sosta attrezzata: con bagni e docce in
batteria e allacciamenti per le roulotte. C'è stato un periodo in cui una sola
doccia funzionava, e le altre no. Nel 2005, il bando regionale per
l'assegnazione di contributi ai Comuni che intendessero migliorare le aree per i
nomadi, ha dato la possibilità di ristrutturare ma più ancora di ripensare come
organizzare il campo. L'intervento è costato 700mila euro, la Regione l'ha
finanziato per l'85 per cento. Ha spiegato ieri la vice sindaco Adriana
Scaramuzzino, anche assessore ai servizi sociali, che è possibile dare
accoglienza senza creare esclusione, offrire servizi dignitosi senza tradire
costumi e tradizioni. La qualità della convivenza si determina in base alla
condivisione dei progetti e dei servizi. Qui è stata usata molta pazienza, e poi
anche fantasia. I Sinti hanno scelto alcuni loro rappresentanti, e hanno
partecipato a una serie di incontri con gli operatori del Quartiere Savena - c'è
un giovane assistente sociale che si occupa specialmente di loro, Marco Tocco -
con i funzionari dei Lavori Pubblici del Comune e con il responsabile della
progettazione, Piero Vendruscolo, che già tre anni fa aveva disegnato il campo
sinti di Borgo Panigale. I Sinti desiderano continuare a vivere nelle loro case
mobili, come fanno da generazioni. Anche al Savena continueranno a vivere nelle
loro roulotte, ma avranno a disposizione, appena fuori casa, bagni riscaldati e
cucine, in muratura. Ma poiché, ad esempio, i piani di cottura in comune non
erano graditi, ci si è inventati "i locali cucina" sotto il portico. Ogni
portico ne contiene tre, separate da divisori. La comunità conta un'ottantina di
persone: il più piccolo, Justin, ha sei mesi, la più anziana 71 anni. È la
comunità che ha il più alto grado di scolarizzazione tra i Sinti di Bologna,
alcuni ragazzi hanno frequentato anche le superiori. È formata da cinque
famiglie allargate, composta ciascuna da tre, quattro nuclei. Perciò l'area è
stata divisa in cinque "microaree", separate tra loro da una rete: ogni
microarea, cioè ogni cortile, accoglie le roulotte e i camper della stessa
famiglia allargata. In ciascuna delle cinque microaree è stata costruita una
"casetta" in muratura, dipinta con i colori di Bologna: rosso e ocra gialla,
alternati sulle pareti e sotto i portici. Ogni casetta ospita tre (o quattro)
bagni completi con antibagno, con altrettante caldaie, e tre (o quattro) cucine,
uno e una per ciascun nucleo famigliare. Le cucine sono all'aperto, ma al
coperto, riparate dal portico che corre sui tre lati di ciascuna "casetta". È un
po' come un campeggio. Ma ogni nucleo familiare è intestatario del contratto per
la fornitura di elettricità, acqua e gas: non era mai successo prima. Pagheranno
utenze e consumi. E ogni famiglia, prima di accettare "l'autorizzazione", ha
saldato quanto doveva al Quartiere di affitto arretrato per la sosta nel
"vecchio" campo. Attorno alle casette è stato steso l'asfalto: e sull'asfalto la
comunità di Bruna, Luigi, Natalina, Samuel..., sposterà le sue roulotte, i suoi
camper e case mobili che per un anno, quanto sono durati i lavori, ha sistemato,
stretto e concentrato sui terreni attigui. C'è anche la chiesa: la comunità
ospita un pastore evangelico, Chiesi Luigi Ministro di Culto, Della MEZ e conta
un discreto gruppo di fedeli. Potrà fungere anche da sala per riunioni o
assemblee