Lashi Vita - Con la ricerca e l'ammirazione per le storie sconosciute,
Mundi Romani, una
serie di documentari co-prodotti dalla Fondazione Romedia e dalla
Televisione ungherese Duna,
esplora l'incredibile mondo dei Rom dal Kosovo alla Spagna, attraverso Romania,
Francia, Macedonia o Israele. Il 14° episodio della serie fu girato ad agosto e
settembre 2008 in Italia, dove nel novembre 2007 l'uccisione di una donna
italiana da parte di un immigrato Rom scatenò un'ondata senza precedenti di
discorsi anti-Rom, politiche xenofobe e violenze razziali, che riportavano ai
giorni più bui della storia europea.
Come racconta Katalin Bársony, le autorità ed i soggetti delle loro
politiche, attivisti dei diritti umani, figure chiave religiose e gente
ordinaria, il giovane e il vecchio condividono le loro storie e opinioni mentre
la squadra di Mundi Romani viaggia dall'esplosiva atmosfera di Napoli verso
l'Italia settentrionale passando da Roma. Riusciamo a sentire i racconti
personali di quanti dovettero lasciare l'ex Jugoslavia per sopravvivere alla
guerra, come pure quei cittadini UE che fuggono dalla miseria che la vita in
Romania offre alla sua minoranza Rom, e le testimonianze dei Rom e Sinti
italiani, che hanno vissuto in Italia per almeno cinque secoli.
Tre comunità. Tre storie differenti. E' l'isolamento e la paura che rende i
loro destini così simili. Per le autorità italiane, per i media italiani e per
la maggioranza degli italiani, i nostri protagonisti non hanno storie, nomi,
facce. Sono stranieri da controllare, espellere, ripulire dall'Italia. Ma,
l'Italia è la loro casa.
Una situazione esplosiva in cui la legislazione UE sui diritti umani sembra
essere diventata irrilevante. In cui la libertà d'informazione è in pericolo,
come quando la troupe televisiva è stata fermata a Roma dalla Polizia. In cui
una mutua paura sembra aver catturato un'intera nazione. Questo documentario
girato in una delle più antiche e grandi democrazie d'Europa, solleva serie
domande sul significato di democrazia e sul ruolo della legge e sulle fragili
basi in cui giacciono la civiltà e l'Unione Europea.
Editor in Chief, Reporter: Katalin Bársony
Photographer: Csaba Farkas, András Néder
Sound Engineer: István Perger
Editor: Péter Kohut
Producer: Judit Ordódy
Expert: Ágnes Daróczi, Marion Kurucz
Directed by Katalin Bársony
Di Fabrizio (del 01/10/2008 @ 08:55:26, in Italia, visitato 2981 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi questo invito, a cui avrei aderito
volentieri, se non fosse che il convegno si svolge in concomitanza con la
manifestazione nazionale antirazzista di Roma. Accidenti! Si sta muti per mesi,
e poi lo stesso giorno si organizzano due iniziative in contrapposizione...
INVITO A dieci anni dalla scomparsa di Carlo Cuomo, vogliamo ricordare l'Assessore,
il compagno, la persona in un convegno
CARLO CUOMO, DIECI ANNI DOPO sabato 4 ottobre 2008
ore 9.30 - 13.30
a Palazzo Marino
Testimonianze di Marilena Adamo, Franco De Angelis, Ida Finzi, Mariella
Fracasso, Giuseppe Landonio, Manfredi Palmeri, Alessandro Pollio Salimbeni,
Basilio Rizzo, Ernesto Rossi, Carlo Tognoli, Aldo Tortorella, Emilio Vimercati.
a cura del Consigliere Giuseppe Landonio
Gruppo consiliare Misto - Sinistra Democratica
messaggio inviato da Marina Alberti
Comune di Milano - Gruppo consiliare Misto
Segreteria Consigliere Giuseppe Landonio
SINISTRA DEMOCRATICA
via Marino 7 20121 Milano
tel 02 884.54803 - fax 02 884.50970 marina.alberti@comune.milano.it
24 settembre 2008 - In seguito alla conferenza europea sui Rom, Christine
Boutin, che rappresentava il governo francese, ha promesso ai 400.000 Rom,
come pure alla gens du voyage che vive in Francia, la soppressione dei
titoli di circolazione e degli ostacoli al diritto di voto. Queste misure
discriminatorie dovranno essere soppresse.
In effetti, per poter circolare ed esercitare la propria professione, la
gens du voyage ha l'obbligo di avere un titolo di circolazione, validato
ogni trimestre dalla polizia. L'ottenimento di questo diritto a circolare è
condizionato alla residenza in un comune e al parere favorevole del sindaco e
del prefetto. Inoltre, questo titolo è indispensabile per accedere alle aree di
sosta destinate ai veicoli della gens du voyage, quando esistono.
Quanto al diritto di voto, la gens du voyage non può esercitarlo se
non può provare la sua residenza in un comune da almeno tre anni.
Si tratta quindi di riconoscere loro dei diritti elementari, ma la ministra
non ha fornito alcuna data per la realizzazione di queste promesse.
Bambini italiani, rom, srilankesi e filippini, tutti uniti da interessi comuni
come il gioco e il sorriso. Le loro impronte colorate sono simbolo della loro
spensieratezza. Sono i protagonisti di un'esperienza di integrazione che per le
due prime settimane di luglio ha coinvolto quaranta bambini e alcuni adolescenti
a Messina. Il progetto si chiama "Impronte di Pace 2008", in risposta al
provvedimento del ministro degli Interni Roberto Maroni di raccogliere le
impronte digitali nei campi nomadi italiani. "Bisogna partire dai piu' piccoli -
spiega padre Antonio Palazzotto, viceparroco della chiesa di Santa Maria di
Pompei e promotore dell'iniziativa -. Attraverso il loro linguaggio diretto si
costruiscono forti rapporti di conoscenza reciproca".
A scuola di dialogo dai bambini, dunque, se la comunicazione fra gli adulti non
funziona. La realtà messinese non è molto diversa da quella di altre città: i
due principali accampamenti rom sono cittadelle isolate e invalicabili. Almeno
fino allo scorso 6 giugno, quando l'associazione culturale rom "Baxtalo drom"
("buona fortuna") ha "simbolicamente" aperto ai cittadini messinesi, per una
festa, le porte del villaggio Fatima San Ranieri, a ridosso della stazione
ferroviaria.
Una trentina di roulotte e casupole di lamiera, servizi igienici deteriorati,
topi e scarafaggi dappertutto: è il panorama del piccolo villaggio rom costruito
20 anni fa a Messina.
"Con la giunta dell'ex sindaco Francantonio Genovese - spiega Patrizia Maiorana,
vicepresidente dell'Arci Messina che opera dal 2002 con i nomadi - erano state
avanzate alcune soluzioni abitative ma non si è fatto mai nulla". Anche il nuovo
primo cittadino Giuseppe Buzzanca ha dimostrato sensibilità nei confronti dei
problemi dei rom. Tuttavia, la bonifica del litorale sud di Messina, proposta
dalla giunta Buzzanca, non sembra essere compatibile con la presenza dei circa
100 "zingari" che vivono fra la ferrovia e il mare. "Se costruiranno il ponte
potremo finalmente affacciarci e vedere le nostre baracche", commenta
ironicamente Saverio R., 58 anni, uno degli anziani del campo nomadi.
A San Ranieri vivono soprattutto bambini e adolescenti, perciò la Caritas punta
su scolarizzazione e coinvolgimento dei più giovani per stabilire vettori di
dialogo tra italiani e rom. Provengono dai Balcani e fino al 1998 avevano un
permesso di soggiorno umanitario. "Perso lo status di profughi - spiega la
Maiorana - non hanno più i documenti necessari e nemmeno la possibilità di
trovare un lavoro". Per questo e altri motivi l'intera comunità vive di
elemosina.
Per due settimane, a luglio, i piccoli hanno lasciato il campo tutti i
pomeriggi. Gli animatori, tutti con esperienza di servizio nel campo, sono
rimasti colpiti nel vedere una tale sintonia tra bambini di diverse etnie.
"Loro, certi problemi non se li fanno", commenta Ivana Risitano, una volontaria.
L'iniziativa della chiesa messinese e della Caritas diocesana è stata
un'occasione preziosa sia per i bambini che per i genitori che hanno partecipato
attivamente alla realizzazione del progetto.
"C'è ancora molto da fare. I pregiudizi di anni non si cancellano in pochi
giorni e anche il divario economico e sociale", conclude suor Gabriella
D'Agostino della Caritas.
L'iniziativa, sfruttando l'onda mediatica, ha puntato i riflettori su una realtà
trascurata, quella dei nomadi messinesi e gli organizzatori sperano che le
uniche impronte lasciate in queste settimane siano quelle colorate dei bimbi. Un
lenzuolo bianco e le loro impronte di pace.
La notizia degli abusi perpetrati sui piccoli rom, in quel vicoletto degli
orrori alle spalle di Palazzo San Giacomo, è arrivata nelle case di cartone dei
nomadi stanziati a Scampia e Secondigliano. Qui, tra un campo abusivo e uno
autorizzato, vivono più di duemila persone. È difficile la vita tra le baracche
dell'insediamento di Scampia, quello abusivo, situato ai margini di via Ghisleri
sotto i ponti dell'Asse mediano. Un esercito di senza nome, un migliaio di
individui divisi in quattro campi in base a provenienze etniche e religiose.
Senza identità, senza documenti. I bambini corrono tra enormi pozzanghere,
alcuni a piedi nudi. L'aria è quasi irrespirabile, resa pesante dai fumi di
plastica e immondizia data alle fiamme. I rifiuti sono ovunque, non esiste alcun
sistema di raccolta, per questo l'unico modo per disfarsene è bruciarli. È qui
che si è svolta la visita del consigliere regionale Luisa Bossa, accompagnata da
padre Pizzuti, dal pastore della chiesa evangelica zigana Gaetano Meglio, da
padre Sergio Sala e da alcuni ragazzi dell'associazione "Chi rom e chi no".
Forte è lo sconcerto seguito alla scoperta degli abusi sui bambini. Essenziale
capire e vedere da vicino, toccare con mano le condizioni di vita dei nomadi
sistemati sul territorio cittadino. «Vedo tanti bambini e tanti topi - racconta
Luisa Bossa -. Ho visitato il carcere di Poggioreale, ma questa è un'altra
prigione, la prigione della civiltà». I bambini corrono incuriositi, i più
grandi raccontano le loro storie. «Noi ci prendiamo cura dei nostri bambini -
dice uno di loro - cerchiamo di vestirli bene e di mandarli a scuola. Ma
guardate dove viviamo: loro giocano e si sporcano nel fango e nelle pozzanghere;
rischiano tutti i giorni di buscarsi delle malattie».
Sapete cosa è successo ad alcuni bambini, del fatto che si siano prostituiti?
«Sì, e siamo sconvolti - proseguono -. Ma questo non vuol dire che tutti
facciamo così». Zanzare e altri insetti ronzano sulle pozzanghere, mordono senza
lasciare tregua. Bruciano pure i morsi della scabbia che infesta le braccia di
una bimba rintanata in un angolo della sua baracca, in isolamento. Ci spiegano
che qui, più che altro, vivono profughi e rifugiati provenienti dalla ex
Jugoslavia. «È la prima volta che sento parlare di questi casi di pedofilia -
dice Barbara Pierro, dell'associazione "Chi rom e chi no" -. Al campo sono
rimasti tutti molto colpiti. Hanno avuto come uno scatto d'orgoglio e bisogna
chiarire che questi tremendi fenomeni non sono legati alla cultura rom, ma sono
frutto di situazioni di estremo disagio».
Sulla stessa linea il pastore della chiesa zigana, Gaetano Meglio: «Quello che
si è verificato dimostra l'enorme stato di bisogno di questa umanità. Le
istituzioni devono intervenire, non solo elargendo denaro ma dando sostegno
morale e sociale alle tante associazioni che quotidianamente lavorano in questi
insediamenti».
Dal campo abusivo a quello autorizzato. È stretto fra la circumvallazione
esterna e il carcere di Secondigliano. Container, strade asfaltate, molti
bambini che corrono a giocare. E immondizia, tanta immondizia. Il campo, sulla
carta, dovrebbe ospitare poco più di cento persone; ce ne sono quasi mille. Qui,
raccontano, è un po' come stare in galera. «Io ho tre figli - dice Antonich -,
voglio trovare un lavoro e vivere onestamente, ma senza documenti come si fa?
Siamo qui da vent'anni e molti di noi non hanno ancora i documenti. Senza lavoro
uno è costretto a rubare o a fare l'elemosina. E per guadagnare qualcosa possono
anche capitare queste cose orribili».
A Roma, venerdì 3 ottobre alla Feltrinelli Libri e Musica di Piazza Colonna
31/35, con inizio alle 18.00, sarà presentata in prima assoluta la collezione di
partiture musicali per orchestra sinfonica del musicista e compositore
Alexian Santino Spinelli intitolata "Romanó Drom". Il libro,
contenente 11 canzoni, è pubblicato e distribuito internazionalmente dalle
edizioni Ut Orpheus di Bologna, prestigiosa casa editrice di musica classica, in
collaborazione con CNI Music. Sarà presentata la versione Ensamble ed assolo per
Fisarmonica. Ogni volume avrà un colore differente: blu, verde e rosso che sono
i colori della bandiera Romanì riconosciuta dall'ONU. Il lavoro è unico perché è
la prima collezione di lavori per orchestra sinfonica composta e pubblicata da
un Rom. Verrà anche presentato il nuovo CD del gruppo musicale Alexian,
intitolato "Me pase ko Murdevèlë - io vicino a Dio" (Compagnia Nuove Indie CNI).
Partecipano all'evento l'editore internazionale Roberto De Caro (Edizioni Ut Orpheus)
e Paolo Dossena (CNI Music), rappresentanti della stampa nazionale e straniera.
26 settembre 2008, Basildon, UK: L'autorità locale sta minacciando di
demolire un centro comunitario costruito dai
Traveller di
Dale Farm, creando nuove tensioni nella lunga battaglia per lo sgombero di Dale
Farm che è arrivata in tribunale.
Il
Centro di San Cristoforo che è stato aperto a maggio, è diventato l'ultimo
obiettivo del Consiglio di Basildon, da quando sta cercando di rimuovere
circa 90 famiglie di Traveller dalle loro case nell'Inghilterra del sudest.
"Stanno montando il terrore per farci andare via," ha detto Richard Sheridan,
presidente della Dale Farm Housing Association.
Per due volte, nel 2005 e nel 2007, il Consiglio ha votato per sgomberare i
Traveller, ritenendo che vivano a Dale Farm illegalmente e senza permesso.
Questi ordini di sgombero furono fermati a maggio dal giudice Andrew Collins
dell'Alta Corte. Il giudice ordinò al Consiglio di trovare una terra alternativa
dove i Traveller potessero vivere. Il Consiglio ha fatto ricorso in appello, e
l'udienza in Corte d'Appello è programmata il 5 dicembre.
Nel frattempo, i Traveller stanno anche aspettando un'ingiunzione ed un
controllo giurisdizionale dell'Alta Corte per fermare la demolizione di San
Cristoforo, secondo Grattan Puxon, segretario della Dale Farm Housing
Association.
L'Advocacy Project (AP) ha lavorato con la Dale Farm Housing Association dal
2005, ed appoggiato i Traveller nella loro lotta contro lo sgombero.
Il Centro di San Cristoforo è stato costruito per i bambini di Dale Farm,
molti di loro non frequentano le scuole locali per via del bullismo e degli
insulti razzisti. Nel Centro sono stati installati dei computer per permettere
corsi sulla tecnologia informatica, e questo mese devono partire corsi di
fotografia e sartoria. Il Centro è anche usato dal Club Giovanile Chaveys, che
istruisce i ragazzi, e per gli incontri di preghiera ogni giovedì.
Malgrado un appello all'ultimo minuto di Lord Eric Avebury, membro della
Camera dei Lord, ed un rapporto della Commissione per l'Uguaglianza Razziale
dell'Essex, il Consiglio di Basildon ha votato giovedì scorso (16 settembre) la
demolizione di San Cristoforo, adducendo che è stato costruito in spregio ai
piani regolatori distrettuali. I ragazzi del Club Giovanile Chaveys hanno
protestato all'esterno della riunione svoltasi a porte chiuse, ma è stato
rifiutato loro di entrare per patrocinare il caso.
I Traveller rispondono che il Centro, un edificio in legno, non aveva bisogno
di alcun permesso perché costruito adiacente ad un edificio preesistente. La
disputa è ulteriormente complicata dal fatto che è il Centro è patrocinato dal
Dipartimento per l'Infanzia, le Scuole e la Famiglia (DCSF) che ne detiene la
proprietà. Il Consiglio di Contea dell'Essex (ECC), l'autorità regionale, l'ha
finanziato. Però i funzionari del DCSF e dell'ECC non hanno risposto alle
richieste dell'AP.
La minaccia a San Cristoforo agita le famiglie Traveller, che sono sempre più
preoccupate di perdere il prossimo appello e che venga permesso di procedere
all'evacuazione. Secondo Puxon, il Consiglio di Basildon ha messo da parte
circa 5 milioni di $ per spianare Dale Farm e distruggere oltre 130 chalet, case
mobili e caravan. Incluso la casa da viaggio di una giovane madre in attesa di u
parto trigemino.
Nelle recenti settimane, le famiglie sono anche state allertate per un piano
che prevede di porre i loro bambini in temporaneo affido governativo, nel caso
di uno sgombero. I genitori sono preoccupati che il processo possa essere
traumatico per i bambini, e di finire senza casa ed incapaci di riavere i propri
figli. Hanno anche paura che i funzionari possano obbligarli a lasciare la
contea in cambio di riottenere i figli.
Durante un incontro il 19 settembre, ECC ha confermato che gli assistenti
sociali non possono prendere i bambini senza una decisione del tribunale, ma può
farlo la polizia su richiesta del commissario. Nel prossimo futuro è programmato
un altro incontro tra l'ECC ed i genitori di Dale Farm, si sta inoltre cercando
un incontro col commissariato.
Di Fabrizio (del 02/10/2008 @ 09:30:15, in Kumpanija, visitato 2280 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Verona, 1 ottobre 2008. E' morto Cesare Togni, uno dei protagonisti della
cultura circense in Italia. Aveva 84 anni ed era ancora in piena attività. Si è
spento a Bussolengo, cittadina ostile come poche altre agli "zingari", lui che
si è sempre mostrato profondamente orgoglioso delle sue origini sinte.
Proprio a Bussolengo, in provincia di Verona, si è consumato meno di un mese fa
un grave abuso nei confronti di tre famiglie Rom, umiliate, picchiate e
torturate da rappresentanti delle forze dell'ordine. Alle 9 del mattino di oggi
il cuore di Cesare si è fermato, a causa di un infarto. Si trovava nell'ospedale
di Bussolengo per un controllo, in attesa di ripartire con i tendoni e le
meraviglie del suo circo. La nonna di Cesare, Teresa de Bianchi, era una
straordinaria cavallerizza "zingara", che mise al mondo ben 10 figli. Nella
giovinezza, Cesare era stato un notevole trapezista, ma anche un valente
addestratore di animali. Alla fine degli anni 1960 fondò il circo che porta il
suo nome. Nessun giornale, nessun telegiornale ha ricordato oggi, nel giorno del
suo decesso, le sue origini sinte né la sua fierezza di appartenere al mondo
degli "zingari". R.M.
Avellino - "Per il governo i poveri non sono più una voce di spesa.
L'Italia, con la Grecia, è l'unica nazione europea a non avere un piano di lotta
contro la povertà. L'unica ad aver cancellato ogni sostegno.
Per la prima volta la stanchezza dei poveri, la rabbia degli
immigrati e la concentrazione dei criminali, generano una spinta inarginabile.
Il governo non lotta più contro la povertà, ma contro i poveri. L’allarme
sicurezza è stato creato per distogliere l’attenzione dalle emergenze vere come
la povertà e la violenza che vede le donne sempre più di frequente vittime di
abusi, molto spesso all’interno della famiglia. Secondo l’indagine Istat 2007
non è la criminalità straniera ma la violenza subita dalle donne in famiglia,
spesso da parenti, il vero elemento preoccupante.
L'allarme sicurezza che prende di mira rumeni e rom è infondato. Per
capire la ‘questione’, è necessario disingarbugliare quanto noi stessi abbiamo
prodotto: pregiudizi, leggende metropolitane, discriminazioni pratiche,
misconoscimento di diritti".
Proprio contro il pregiudizio la federazione del Prc ha organizzato una festa
allo scopo di far conoscere l’interessante storia, l’interessante cultura, e le
persecuzioni degli zingari: "La festa dei figli del vento" ad Avellino il
4 ottobre 2008 alla Scuola Media "Francesco Solimena" alle ore 16.30. Ci sarà
una conferenza sul tema del razzismo dilagante in Italia e la persecuzione degli
zingari, la loro sconosciuta e interessante cultura e l’integrazione. ,
Interverranno Isadora Rapimmo, assessore alla Pace e all’Immigrazione della
Provincia di Napoli, Nihad Smajovic della Comunità Rom di Scampia, Carlo Luglio
Regista. Alle ore 18.00 proiezione del film "Sotto la Stessa luna", regia di
Carlo Luglio, produzione associazione "I figli del Bronx". Ore 19.30 proiezione
del video "Zingari" montato da Umberto Gemma. Ore 20,00 proiezione del
documentario di Carlo Preziosi : "Rom – Frammenti metallici". Ore 20.30 concerto
della "Banda di Branko e Dusko". Ci sarà uno stand di cucina zingara. Hanno
partecipato all’organizzazione lo Zia Lidia Social Club, Rosso fisso e il Centrodonna.
Di Fabrizio (del 02/10/2008 @ 16:46:43, in Regole, visitato 3923 volte)
Questo articolo di
La Repubblica è segnalato da Marco Brazzoduro
La Procura di Venezia apre un fascicolo sul vice sindaco di Treviso
Le frasi alla festa della Lega: "Vadano a pisciare nelle loro moschee" "Dal palco istigazione al razzismo" Indagato il leghista Gentilini
da youtube la registrazione integrale del comizio di Gentilini
L'ARTICOLO: VENEZIA - La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo
sulle frasi contro gli islamici pronunciate dal vice sindaco di Treviso
Giancarlo Gentilini durante la festa della Lega Nord a Venezia, il 14 settembre
scorso. L'ipotesi di reato è di istigazione all'odio razziale.
IL DISCORSO DA "LA TRIBUNA DI TREVISO" Dal palco, lo "sceriffo" aveva tuonato "contro quelli che vogliono aprire le
moschee e i centri islamici", scagliandosi contro "i phone center, i cui
avventori si mettono a mangiare in piena notte e poi pisciano sui muri: che
vadano a pisciare nelle loro moschee". Gentilini se l'era poi presa con "i
bambini che vanno a rubare agli anziani" e aveva dichiarato di non volere vedere
"neri, marroni o grigi che insegnano ai nostri bambini".
L'azione della magistratura non sembra comunque turbare l'esponente leghista:
"Ho detto quelle cose perché non voglio zingari che chiedano l'elemosina,
clandestini che compiano atti illegali e, almeno per ora, moschee e centri
islamici, perché questo è un problema nazionale".
Gentilini afferma di aver solo riportato le lamentele dei suoi concittadini e di
voler continuare a battersi "per la disciplina, l'ordine e il rispetto delle
regole".
Di Fabrizio (del 02/10/2008 @ 18:45:52, in Italia, visitato 2261 volte)
Segnalo un bellissimo post di Alain Goussot su
Rom Sinti @ Politica... mentre
lo leggo sento alla radio di un'ulteriore aggressione a Milano ad un ambulante
senegalese
Gli episodi di violenza a danno di cittadini stranieri continuano; Abdul ieri
a Milano morto dopo un vero linciaggio e oggi Emannuel nella 'civile' Parma
picchiato brutalmente da alcuni vigili, è di oggi il linciaggio da parte di
alcuni adolescenti italiani a Tor Vergata di un cittadino cinese di 25 anni.
Cosa sta succedendo e perché le autorità istituzionali più alte della Repubblica
tacciono?
I grandi quotidiani riportano le notizie ma sono pochi quelli che s'indignano;
anzi ve ne sono che mettono anche l'olio sul fuoco aizzando le folle contro il
Rom, lo straniero, il clandestino e il negro.
Non possiamo stare zitti, non possiamo stare a guardare, non basta dire "mi
dispiace", occorre agire seriamente sul piano sociale, educativo , culturale e
politico.
Non è tollerabile che un paese che si dichiara civile possa fare sua la regola
della violenza discriminatoria e razzista, il disprezzo dell'altro semplicemente
perché ha un colore di pelle , una religione o degli usi e costumi diversi.
La televisione, i giornali e la stessa legislazione (vedi le impronte ai bambini
rom oppure la schedatura dei bambini stranieri nelle scuole…) contribuiscono ad
alimentare l'ostilità verso chi viene da fuori, verso chi è povero, verso chi
parla un'altra lingua o pratica un'altra religione.
Si sta creando il capro espiatorio per deviare l'attenzione da chi ha delle
responsabilità nel degrado sociale che sta producendo povertà e diseguaglianze.
Serve un responsabile di tutti i mali: lo straniero, lo zingaro, il nero!!
La legge in qualche modo, avendo creato un trattamento differenziato per chi è
diverso etnicamente e culturalmente, legittima la diffidenza e anche
l'aggressione.
Voglio ricordare quello che diceva uno dei pensatore del pensiero liberale
europeo; Benjamin Constant: "L'obbedienza alla legge è un dovere, ma come tutti
i doveri, è relativo; riposa sulla supposizione che la legge parte da una fonte
legittima, e si rifugia nei suoi giusti limiti.
Ma nessun dovere ci legherebbe verso delle leggi che non solo restringerebbero
le nostre legittime libertà e s'opporrebbero a delle azioni che non avrebbero il
diritto di proibire ma ci costringerebbero a contrariare i principi eterni della
giustizia , della pietà, che l'uomo non può non osservare senza smentire la
propria natura…
Ogni legge che ordina la delazione, la denuncia , non è una legge; ogni legge
che mette in discussione l'inclinazione che comanda all'uomo di offrire un
rifugio a chi richiede asilo non è una legge…
Se la legge ci ordinasse la perfidia verso i nostri simili, o ancora la
persecuzione verso i vinti non sarebbe una legge, sarebbe solo barbarie ".
Riflettiamo su queste parole scritte quasi duecento anni fa e chiediamoci se
quello che sta succedendo sia non solo accettabile ma umanamente tollerabile.
Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità perché vale ancora il monito di
Bertold Brecht sulla co-responsabilità di chi taceva di fronte alla persecuzione
verso gli ebrei diventando così complici di un crimine contro l'umanità.
Martin Luther King diceva : "Le nostre vite cominciano a finire il giorno
in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano"
E tra le cose che contano vi è la dignità della persona umana!!
Ci rendiamo conto che questi appelli rischiano di cadere nel vuoto ma
consideriamo di grande importanza la reazione civile e democratica che sappia
denunciare il degrado delle relazioni sociali nel nostro paese. Pensiamo anche
come Carlo Cattaneo (vedi le 'Interdizioni israelitiche' 1857) che "la legge è
strumento di giustizia, non è strumento d'ingiurie. Non vi sono due giustizie
diverse; né la giustizia ha due diverse misure. Eseguiamo con umiltà ciò che la
giustizia ci detta, e avremo sparso negli uomini tutti i semi dell'onore e della
virtù".
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