Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano
Di Fabrizio (del 02/10/2008 @ 18:45:52, in Italia, visitato 2261 volte)
Segnalo un bellissimo post di Alain Goussot su
Rom Sinti @ Politica... mentre
lo leggo sento alla radio di un'ulteriore aggressione a Milano ad un ambulante
senegalese
Gli episodi di violenza a danno di cittadini stranieri continuano; Abdul ieri
a Milano morto dopo un vero linciaggio e oggi Emannuel nella 'civile' Parma
picchiato brutalmente da alcuni vigili, è di oggi il linciaggio da parte di
alcuni adolescenti italiani a Tor Vergata di un cittadino cinese di 25 anni.
Cosa sta succedendo e perché le autorità istituzionali più alte della Repubblica
tacciono?
I grandi quotidiani riportano le notizie ma sono pochi quelli che s'indignano;
anzi ve ne sono che mettono anche l'olio sul fuoco aizzando le folle contro il
Rom, lo straniero, il clandestino e il negro.
Non possiamo stare zitti, non possiamo stare a guardare, non basta dire "mi
dispiace", occorre agire seriamente sul piano sociale, educativo , culturale e
politico.
Non è tollerabile che un paese che si dichiara civile possa fare sua la regola
della violenza discriminatoria e razzista, il disprezzo dell'altro semplicemente
perché ha un colore di pelle , una religione o degli usi e costumi diversi.
La televisione, i giornali e la stessa legislazione (vedi le impronte ai bambini
rom oppure la schedatura dei bambini stranieri nelle scuole…) contribuiscono ad
alimentare l'ostilità verso chi viene da fuori, verso chi è povero, verso chi
parla un'altra lingua o pratica un'altra religione.
Si sta creando il capro espiatorio per deviare l'attenzione da chi ha delle
responsabilità nel degrado sociale che sta producendo povertà e diseguaglianze.
Serve un responsabile di tutti i mali: lo straniero, lo zingaro, il nero!!
La legge in qualche modo, avendo creato un trattamento differenziato per chi è
diverso etnicamente e culturalmente, legittima la diffidenza e anche
l'aggressione.
Voglio ricordare quello che diceva uno dei pensatore del pensiero liberale
europeo; Benjamin Constant: "L'obbedienza alla legge è un dovere, ma come tutti
i doveri, è relativo; riposa sulla supposizione che la legge parte da una fonte
legittima, e si rifugia nei suoi giusti limiti.
Ma nessun dovere ci legherebbe verso delle leggi che non solo restringerebbero
le nostre legittime libertà e s'opporrebbero a delle azioni che non avrebbero il
diritto di proibire ma ci costringerebbero a contrariare i principi eterni della
giustizia , della pietà, che l'uomo non può non osservare senza smentire la
propria natura…
Ogni legge che ordina la delazione, la denuncia , non è una legge; ogni legge
che mette in discussione l'inclinazione che comanda all'uomo di offrire un
rifugio a chi richiede asilo non è una legge…
Se la legge ci ordinasse la perfidia verso i nostri simili, o ancora la
persecuzione verso i vinti non sarebbe una legge, sarebbe solo barbarie ".
Riflettiamo su queste parole scritte quasi duecento anni fa e chiediamoci se
quello che sta succedendo sia non solo accettabile ma umanamente tollerabile.
Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità perché vale ancora il monito di
Bertold Brecht sulla co-responsabilità di chi taceva di fronte alla persecuzione
verso gli ebrei diventando così complici di un crimine contro l'umanità.
Martin Luther King diceva : "Le nostre vite cominciano a finire il giorno
in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano"
E tra le cose che contano vi è la dignità della persona umana!!
Ci rendiamo conto che questi appelli rischiano di cadere nel vuoto ma
consideriamo di grande importanza la reazione civile e democratica che sappia
denunciare il degrado delle relazioni sociali nel nostro paese. Pensiamo anche
come Carlo Cattaneo (vedi le 'Interdizioni israelitiche' 1857) che "la legge è
strumento di giustizia, non è strumento d'ingiurie. Non vi sono due giustizie
diverse; né la giustizia ha due diverse misure. Eseguiamo con umiltà ciò che la
giustizia ci detta, e avremo sparso negli uomini tutti i semi dell'onore e della
virtù".
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