Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 02/11/2008 @ 12:40:25, in media, visitato 2008 volte)
Ricevo da Dijana Pavlovic
Aria di elezioni a stelle e strisce a "Glob, l'Osceno del Villaggio", il
programma condotto da Enrico Bertolino, dedicato alla comunicazione e ai suoi
linguaggi, in onda domenica 2 alle 23.30 su Raitre. Alla vigilia delle
presidenziali americane si parla con Eugenio Finardi - nella sua veste di
cantante, ma soprattutto di "elettore" americano - dell'appoggio dato dagli
artisti ad Obama e McCain. Anche il consueto video di "Blob", inoltre, e'
dedicato alle elezioni statunitensi.
Gianfranco Fini, interpretato da Ubaldo Pantani, interviene ancora a "Glob" con
il suo nuovo ruolo di "comunicatore". E poi, ai Fichi d'India il compito di
parlare di comicita' infantile, di cosa fa ridere i bambini, mentre "Che fine
hanno fatto i Rom?" e' la domanda alla quale - sul filo dell'ironia - risponde
l'attrice e cabarettista Dijana Pavlovic. Torna, infine Lucia Vasini che, in
coppia con Enrico Bertolino, risponde alla domande "esistenziali" sollevate
dagli scritti di Francesco Alberoni.
Di Fabrizio (del 03/11/2008 @ 08:49:27, in media, visitato 2042 volte)
Ricevo da Valery Novoselsky
Open Society Institute (OSI) e l'Archivio OSA annunciano Chachipe Youth, un
concorso internazionale di fotografia per giovani di età compresa tra i 12 e i
25 anni. Il concorso segue quello tenuto nel 2007. (Chachipe significa verità,
realtà o diritto in romanes).
Chachipe Youth invita i giovani ad adoperare la fotografia per presentare
come vedono i Rom e le loro vite. Il concorso ha tre categorie: "La Mia Strada,
il Mio Quartiere","La Mia Vita Variopinta" e "Cosa c'è di Sbagliato?" Una giuria
internazionale consegnerà un premio di 1.000 €u ai vincitori nei tre gruppi di
età: dai 12 ai 15 anni, dai 16 ai 19 anni e dai 20 ai 25 anni per ognuna
categoria.
Le foto inviate al concorso devono essere state prese dall'inizio del 2005 in
uno o più dei paesi partecipanti al Decennio dell'Inclusione Rom (http://www.romadecade.org):
Albania, Bulgaria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Macedonia,
Montenegro, Romania, Serbia, Slovacchia e Spagna.
Chachipe Youth è un concorso fotografico online. Le foto possono
essere inviate a
http://photo.romadecade.org/, dove si può trovare le regole del concorso,
dal 30 ottobre al 15 dicembre 2008. I risultati del concorso verranno pubblicati
a gennaio 2009.
Una selezione delle migliori foto inviate a Chachipe Youth verrà
esibita nella Galleria Centrale di Budapest all'inizio del 2009. Durante il
2009, OSI e e l'Archivio OSA intendono anche mostrare questa selezione dei
lavori in altri paesi partecipanti al Decennio dell'Inclusione Rom.
Ulteriori informazioni:
Melinda Jusztin
E-mail: photo@romadecade.org
Tel: +36-30-250-2635
Di Fabrizio (del 08/11/2008 @ 09:12:58, in media, visitato 1820 volte)
Datato (23 ottobre), ma vale la pena tenerlo a mente. Da
Internazionale.it
Di John Foot - Un giornalismo pigro, cattivo e irresponsabile
aumenta le paure infondate delle persone
Nel maggio del 2008 sulla Repubblica è apparso questo titolo: "Catania,
arrestati due rom: ‘Hanno tentato di rapire mia figlia"'. Secondo l'articolo,
tuttora disponibile sul sito del giornale, "una coppia di rom" era stata
"arrestata dalla polizia per aver tentato di rapire una bambina di tre anni
nel centro commerciale Auchan di San Giuseppe La Rena a Catania".
L'articolo forniva una serie di particolari su quel "tentato rapimento". Era una
vicenda sconvolgente: cosa c'è di peggio di un sequestro di bambini in un luogo
pubblico? Per qualsiasi genitore è il peggiore degli incubi.
Dopo quegli arresti molti rom sono stati cacciati da Catania. Poco tempo prima,
vicino a Napoli, alcune persone avevano dato fuoco a un campo rom dopo un fatto
analogo.
C'è solo un piccolo problema: la storia non era vera. I giovani "rom" (che tra
l'altro avevano un nome e un cognome: Viorica Zavache e Sebastian Neculau) sono
stati prosciolti dal tribunale in settembre, dopo aver passato quattro mesi in
carcere senza aver commesso nessun crimine.
L'avvocato difensore di Zavache e di Neculau ha spiegato il loro arresto con il
clima di intolleranza del tempo. Da allora la situazione non è migliorata. E ci
sono forti dubbi anche sul caso di Napoli, che aveva portato all'incendio del
campo rom. Stranamente l'unico quotidiano a dare il giusto spazio alla cosa è
stato il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, che ha pubblicato la
notizia del proscioglimento in prima pagina.
Le voci che puntano a creare un clima di panico nei confronti degli "zingari che
rubano i bambini" circolavano già da anni. Fanno parte di un mito xenofobo, di
uno stereotipo che si può mettere sullo stesso piano di tanti altri, che
riguardano gli ebrei o altri gruppi etnici o perfino "i comunisti".
Durante l'ultima campagna elettorale, per esempio, Silvio Berlusconi ha detto
seriamente che sotto Mao i cinesi "facevano bollire" i bambini "per concimare i
campi". Gli insegnamenti che si possono trarre da questa vicenda sono tanti e
importanti, e hanno a che fare con il giornalismo, con la paura e con la verità.
Il giornalismo e l'etica. I giornalisti hanno il dovere morale e
professionale di raccontare quello che succede nel mondo. Ma tutti sono
innocenti finché la loro colpevolezza non è dimostrata da un tribunale. Salvo
che in Italia.
Ho sempre trovato incredibile il modo in cui tanti giornalisti italiani accusano
di reati persone innocenti. In questo caso, per esempio, un giornalista di
Repubblica ha preso una notizia dell'Ansa e l'ha riscritta (cosa che capita
troppo spesso). Nel testo di partenza i "rom" erano "accusati" del reato. Per
Repubblica l'avevano commesso. Accuse ipotetiche erano diventate fatti.
È un giornalismo non solo pigro e cattivo, ma anche irresponsabile. Quella
"notizia" diffusa dalla stampa e da altri mezzi d'informazione ha direttamente
provocato delle violenze e ha contribuito a esasperare un clima già pesante. I
giornalisti dovrebbero sempre lasciare un margine di dubbio prima di informarsi
meglio.
In Gran Bretagna non sarebbe mai stato celebrato un processo come quello ai due
giovani. Se la stampa britannica avesse riferito quegli eventi così come ha
fatto la Repubblica, il processo sarebbe stato annullato perché in quelle
condizioni nessun giudice o giuria avrebbe potuto essere "obiettivo".
Tutti i giornalisti dovrebbero adottare un atteggiamento cauto e scrupoloso, ma
succede spesso il contrario: viene spontaneo attizzare il fuoco, esasperare le
tensioni, esagerare i timori. Una prova di serio giornalismo investigativo su
questa vicenda, invece, è stata data da un gruppo di studenti dell'università di
Catania, che pubblicano i loro articoli sul sito Step1.it. Gli studenti di
giornalismo hanno fatto il lavoro che avrebbero dovuto fare i loro colleghi più
anziani e più esperti.
La paura. Abbiamo spesso paura degli altri, di chi non è come noi, di chi
è povero, di chi vive ai margini della società, di chi ha un aspetto diverso. E
la paura è un sentimento potente, forse il più potente di tutti.
La paura conduce alla discriminazione, alla violenza, al desiderio di
esclusione, a una "domanda di sicurezza". Inoltre la paura sposta voti. Come
quello della vecchietta americana spaventata, che tutta tremante ha detto a John
McCain che non si fidava di Barack Obama "perché è un arabo".
La paura crea illusioni, ti fa vedere cose che non esistono. E così va a finire
che due giovani "rom" in un supermercato diventano potenziali rapitori di
bambini.
La verità. Nel maggio del 2008 molti lettori di giornali italiani – di
sinistra e di destra – leggono che in un supermercato di Catania "un rom ha
tentato di sollevare la bambina dal carrello della spesa con l'aiuto di un uomo,
anche lui rumeno". Passano quattro mesi e i due vengono prosciolti.
Le notizie pubblicate dal giornale erano false. Ma quei lettori oggi sanno la
verità? Quasi certamente no. Il danno ormai è fatto. È troppo tardi. Nella
società dello spettacolo in cui viviamo non contano più i fatti, conta chi
strilla di più, anche se mente o si inventa le cose. Come ha scritto una volta
Guy Debord, "nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso".
Di Fabrizio (del 12/11/2008 @ 09:37:11, in media, visitato 1623 volte)
Segnalato da Paolo Andreozzi
[ricevo da Beatrice Montini e volentieri inoltro] Sono una giornalista
e scrivo per segnalare un'iniziativa GIORNALISTI CONTRO IL RAZZISMO che stiamo
portando avanti attraverso il sito
http://www.giornalismi.info/mediarom/
Al momento stiamo cercando di diffondere e far discutere sulla campagna
"Mettiamo al bando la parola clandestino (e non solo quella)" (anche nomade,
zingaro, extracomunitario, ecc ).
Da ieri l'agenzia Dires ha deciso di eliminare dai suoi lanci queste parole.
Copincollo qui sotto il lancio dell'Ansa.
(ANSA) - ANCONA, 10 NOV - Da oggi i lanci quotidiani del notiziario DiReS -
frutto della collaborazione tra l'Agenzia Dire (Canale Welfare) e l'Agenzia
Redattore Sociale - non conterranno più la parola "clandestino". L'iniziativa,
spiega una nota, è maturata anche in seguito all'appello lanciato dal gruppo
Giornalisti contro il razzismo.
«Oltre a essere impropria, la parola ha sempre più assunto nell'immaginario
collettivo un'accezione offensiva e spesso criminalizzante, che rischia di
estendersi a tutta la popolazione immigrata - dice il direttore di Redattore
Sociale, Stefano Trasatti -. Eliminarla dal nostro notiziario ci sembra una
scelta doverosa e di rispetto della dignità delle persone straniere». «L'uso di
un linguaggio corretto - aggiunge il direttore di Dire, Giuseppe Pace - è sempre
importante per un'agenzia di stampa, ma lo è ancora di più quando si trattano
fenomeni, come l'immigrazione, su cui è facile alimentare paura, xenofobia e
razzismo».
Al posto dalla parola "clandestino", che verrà usata solo in eventuali
dichiarazioni tratte da comunicati stampa e riportate tra virgolette, o se
necessaria per riportare fedelmente il contenuto di un'intervista, saranno
preferiti termini come irregolare, migrante, immigrato, rifugiato, richiedente
asilo, persona, cittadino, lavoratore, giovane, donna, uomo. Sarà evitata anche
la parola "extracomunitario", a meno che non sia essenziale per chiarire aspetti
tecnico-giuridici.
Di Fabrizio (del 07/12/2008 @ 09:26:33, in media, visitato 1597 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Radio Cingene sarà in onda dal 9 dicembre alle ore 11.00 (ora turca) e
trasmetterà sino alle 18.00. Dal 9 dicembre le trasmissioni saranno tutti i
giorni dalle 11.00 alle 18.00.
Tutto ciò che dovete fare è visitare il sito
www.cingeneyiz.org e
cliccare sul bottone "radyo çingene" in alto sulla homepage, oppure
collegarvi al seguente indirizzo:
http://www.cingeneyiz.org/radyo.htm
Di Fabrizio (del 10/12/2008 @ 13:03:05, in media, visitato 1872 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
"Politica e informazione - con poche lodevoli eccezioni - ignorano o guardano
con fastidio all'enorme capitale della 'società civile responsabile' che difende
i diritti umani reagendo all'ingiustizia, alla violenza e all'oppressione con
azioni quotidiane ed efficaci" Lo denuncia del coordinatore della 'Tavola della
pace', Flavio Lotti che oggi, 'Giornata internazionale dei Diritti umani', ha
indetto proprio davanti alla sede Rai di viale Mazzini a Roma una manifestazione
nazionale.
"Se si vuole difendere davvero i diritti umani e, allo stesso tempo, tentar di
uscire dalla grave crisi che stiamo vivendo non si può fare a meno di ascoltare
e valorizzare quel capitale enorme rappresentato dalla 'società civile
responsabile' che ha scelto di reagire all'ingiustizia, alla violenza e
all'oppressione con azioni quotidiane ed efficaci" - afferma Lotti. "Sono
migliaia i cittadini, giovani, amministratori locali, insegnanti, gruppi,
associazioni, organizzazioni ed Enti Locali che dedicano una parte importante
del proprio tempo, delle proprie competenze e del proprio denaro per difendere e
promuovere i diritti umani, per diffondere solidarietà, moltiplicare la
cooperazione, promuovere la giustizia sociale, accrescere la consapevolezza,
sollecitare la partecipazione, costruire la cultura della pace, della
nonviolenza e dei diritti umani" - prosegue Lotti.
"Ma - ribadisce il coordinatore della 'Tavola della pace' - questo capitale
enorme testardamente non viene valorizzato, non lo si vuole né mostrare né
ascoltare". "La politica e l’informazione (con poche lodevoli eccezioni) lo
ignora o lo guarda con fastidio" - prosegue Lotti. "O servi a qualcuno o sei
cancellato" - sottolinea Lotti ricordando anche "i tentativi di
strumentalizzazione e le pacche sulle spalle".
"Ma se la politica e l’informazione ignorano i difensori dei diritti umani e i
costruttori di pace non sono né una politica né un’informazione di pace" -
ribadisce il coordinatore della 'Tavola della pace'. "Allo stesso modo, un
governo che non riconosce, valorizza e sostiene i propri cittadini che
s’impegnano personalmente e spesso gratuitamente, a costo di piccoli e grandi
sacrifici, per costruire pace, giustizia, rispetto dei diritti umani non è un
governo di pace. E questo ci fa solo del male" - conclude Lotti.
Per questi motivi la 'Tavola della pace' ha deciso di celebrare la Giornata
internazionale con una manifestazione davanti alla sede Rai di viale Mazzini a
Roma alla quale hanno aderito numerosissime realtà della società civile italiana
tra cui il 'Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani',
Federazione Nazionale Stampa Italiana, UsigRai - Sindacato Giornalisti Rai,
Libera, Acli, Arci, CGIL, Legambiente, Missione Oggi, Mosaico di Pace, Focsiv,
Emmaus Italia, CNCA, Gruppo Abele, Asal, Intersos per citare solo le principali.
Davanti ai cancelli della sede Rai di Roma verrano letti gli articoli della
'Dichiarazione Universale dei Diritti Umani', della Costituzione Italiana e del
Contratto di servizio RAI. In un recente messaggio titolato "Cara Rai...", la
'Tavola della pace' ha ricordato ai vertici di viale Mazzini la natura di
"servizio pubblico" della Rai e che "i diritti umani hanno bisogno" della Rai.
"Senza di te i diritti umani sono violati e i responsabili restano impuniti.
Centinaia di milioni di persone, in Italia e nel mondo, sono senza voce: hanno
disperato bisogno della tua attenzione" - sottolineava Lotti.
Insomma, conclude Lotti "i diritti umani interrogano la politica, ma la politica
ancora non risponde". "Per questo abbiamo deciso di promuovere oggi 10 dicembre
una Giornata nazionale d’Azione per i diritti umani: 201 manifestazioni in 159
città italiane per promuovere una nuova agenda della politica".
Interverranno tra gli altri:
I bambini e i maestri delle Scuole Elementari Pistelli e Manetti di Roma
Luciana Alpi, mamma di Ilaria
Maria Grazia Giannichedda, Forum Salute Mentale, Presidente Fondazione Basaglia
Padre Sivio Turazzi, Missionario in Congo - Chiama l'Africa
Pietro Barbieri, Salvatore Nocera, F.I.S.H. – Federazione Italiana Superamento
Handicap
Giuseppe Giulietti, Giorgio Santelli, Giuliano Santelli, Angelo Giacobelli,
Articolo 21
Andrea Vianello, Elisa Marincola, Duilio Gianmaria, David Sassoli, Santo della
Volpe, Giampiero Bellardi, Antonio Di Bella, Beppe Muraro, giornalisti Rai
Valentina Amurri, Linda Brunetta, Benedetta Buccellato, Ugo Gregoretti, Citto
Maselli, Michele Mirabella, Biagio Proietti, Nino Russo del Coordinamento
Emergenza Cultura
Michele Curto, Romina Carpuci, Florin Dragon, Dado
Nazzareno Guarnieri, Graziano Halilovic, Najo Azdovic, Meo Ametovic,
Federazione Rom e Sinti Insieme
Andrea Olivero, ACLI
Paolo Beni, Raffaella Bolini, Filippo Miraglia ARCI
Fulvio Fammoni, Gian Franco Benzi, Paolo Serventi Longhi, Kurosh Danesh, Stefano
Cecconi, CGIL
Cecilia Brighi, Cisl
Francesco Cavalli, VicePresidente del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali
per la Pace e i Diritti Umani, Comune di Riccione (RN)
Nicola Zingaretti, Presidente Provincia di Roma
Paolo Pacifici, Sindaco di Campello sul Clitunno
Piras Pisangela, lavoratrice precaria
Francesca Fusetti, lavoratrice in mobilità
Mohamed Rabi, Segretario delegazione palestinese in Italia
Ilaria Ioculano, familiare delle vittime di mafia
Valeria Carreri, Unione degli studenti
Luca De Zolt, Rete degli studenti Medi
Don Tonio Dell’Olio, Gabriella Stramaccioni, Libera – Associazioni, Nomi e
Numeri contro le mafie
Daniele Masala, Campione olimpionico
Patrizio Gonnella, Associazione Antigone
Roberto Morrione, Gaetano Liardo, Libera Informazione
Roberto Natale, FNSI
Marina Ponti, Campagna delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo del
Millennio
Pierangelo Frammartino, Fondazione Angelo Frammartino
Mauro Palma, Comitato europeo per la prevenzione della tortura
Vittorio Cogliati Dezza, Maurizio Gubbiotti, Legambiente
Lucio Babolin, Don Armando Zappolini, CNCA–Coordinamento Nazionale Comunità
Accoglienza
Nella Condorelli, Simona Mastroianni, Zenab Ataalla Women in the City
Igiaba Scego, Giornalista e scrittrice somala
Girolamo Grammatico, Rivista Shaker
Susanna Fantino, Presidente del IX Municipio di Roma
Mario Betti, ex deportato campo di sterminio di Flossenburg
Aladji Cellou, rifugiato Guinea
Fabio Alberti, Un Ponte per....
Francesco Martone, Afgana.org
Dechen Dolkar, Associazione Donne Tibetane - Italia
Arnaldo Capezzuto, Giornalista
Federica Musetta, Unione degli Universitari
Eugenio Melandri, Comune di Genzano (RM)
Raffaella Bolini, Filippo Miraglia ARCI
Sergio Silvestrini, Michele Di Biase, Aniep - Associazione Nazionale per la
difesa e promozione dei diritti sociali e civili degli handicappati
Anna Maria Berardi, Arciragazzi
Armando Siciliano, Accademia La Fucina Messina
Barbara Bastianelli, Premio Ilaria Alpi
Dante De Angelis, macchinista FFSS
Don Fabio Corazzina, Pax Christi Italia
Edgardo Olimpo, Articolo 11 Promotori di pace (Santa Maria Capua Vetere)
Elide Taviani, Giusi Dante, ASAL
Enrico Paissan, Forum Trentino per la Pace
Federica Fumagalli, Associazione Mondo senza Guerre
Filippo Fossati, Ivano Maiorella UISP – Unione Italiana Sport per Tutti
Francesco Breviario, Cisl BG
Francesco Botti, Gianni Bruschi attori referenti dell'Associazione Nausika
Scuola di Narrazioni
Gennaro Angelo Sguro, Associazione Internazionale di Apostolato Cattolico
Gino Barsella, Campagna Sdebitarsi
Giovanni Battista Zeppa, Presidente Circolo ARCI- UISP Montefalcone (BN)
Guido Barbera, Nicola Perrone, CIPSI
Isabella Massafra, Emmaus Italia
Lisa Clark, Beati i Costruttori di Pace
Marco Asunis, FICC–Federazione Italiana dei circoli del Cinema
Mario Orrù, ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà
Nicola Vallinoto, Paolo Acunzo, MFE -Movimento Federalista Europeo
Nino Sergi, Intersos
Sergio Bassoli, PROSVIL – Progetto Sviluppo - CGIL
Roberto Biselli, Teatro di Sacco
Sergio Marelli, Teresa Reale, Cecilia Dall’Olio, Volontari nel Mondo- FOCSIV
Simona Bassano Di Tufillo, fumettista
Teresa Tombesi, Tavolo per la pace Val di Cecina
Vitus Rubianto, Missione oggi
Alberto Servadei, Comune di Faenza (RA)
Alessandro Federico, Comune di Tivoli (RM
Alfonso Colombatti, Comune di Aviano (PN)
Antonio Armenante, Comune di Cava de’Tirreni (SA)
Antonio Vacca, Provincia di Cagliari
Antonella Canonici, Comune di Certaldo (FI)
Carlo Ibba, Comune di Samassi (VS)
Ezio Barbetta, Comunità Montana Cusio Mottarone
Fiorenzo De Felice, Comune di Vicovaro (RM)
Francesco Bicciato, Comune di Padova
Francesco Vendramin, Comune di Mira VE)
Franco Ceccarini, Comune di Collecchio (PR)
Giuseppe De Santis, Comune di Bari
Giuseppe Guttadauro, Comune di Tavarnelle Val di Pesa (FI)
Isadora D’Aimmo, Provincia di Napoli
Luigi Puca, Provincia di Teramo
Luisa Incoronato, Comune di Ladispoli (RM)
Michelangelo De Matteo, Comune di Villarbasse (TO)
Michele Bianchi, Comune di Rosignano Marittimo (LI)
Serenella Pallecchi, Comune di Colle di Vald'Elsa (SI)
Simone Guerra, Comune di Terni
Flavio Lotti, Tavola della pace
Di Fabrizio (del 18/02/2009 @ 09:11:12, in media, visitato 2675 volte)
Su Internet esplode la rabbia razzista. Facebook: 176 mila inviti
all'odio
F. MOSCATELLI, F. POLETTI MILANO - «Dopo la spazzatura di Napoli bruciamo gli
extracomunitari fuori legge». «Se li trasformiamo in pellets per la stufa ke
puzza in casa! Cacciamo tutti questi zingari». «Ai perbenisti: andatevene a quel
paese! Vi pare che dobbiamo farci delle remore?». Benvenuti nel gruppo di
Facebook «Trasformiamo gli zingari in pellets», 12.451 associati. Interessi
comuni: salute e benessere. Tema discusso: risparmio energetico. Basta voltare
pagina e si trova un altro «gruppo di amici», 9631 per l’esattezza, che si
scambiano altri messaggi: «Accendi anche tu un fiammifero per dare fuoco a un
campo rom». Di community anti-zingari, fra gli indirizzi italiani del più
celebre social network del pianeta, ce ne sono centinaia: «Molotov sui campi
rom», «Più rhum, meno rom», «Liberiamo Brescia dagli zingari». Everyone, una ong
per i diritti umani che si è presa la briga di contarle, si è arresa pochi
giorni fa a quota 176 mila utenti iscritti.
«Aumentano ora dopo ora - confermano Roberto Malini e Dario Picciau,
responsabili della ricerca -. Su Facebook siamo abituati a trovare di tutto,
anche chi inneggia alla mafia. Ma c’è spazzatura e spazzatura: dopo
l’approvazione del pacchetto sicurezza sembra che i gruppi intolleranti facciano
reclutamento online». Ma non aspettatevi che dietro al monitor ci siano i soliti
estremisti naziskin. Le facce pulite di chi se la prende con zingari ed
extracomunitari raccontano altro: padri di famiglia, universitari, ragazze,
mamme preoccupate e persino un poliziotto. «Qualunque magistrato potrebbe
indagare per incitamento all’odio razziale - spiega l'avvocato Mariella Console
dell'Asgi, un'associazione di legali che si occupa dei diritti dei migranti. In
realtà si muove poco o niente. E molti marciano sull’impunità».
«Con la scusa della libertà d'espressione si diffonde una cultura molto
pericolosa - confermano gli avvocati fiorentini Alessandro Traversi e Paola
Pasquinuzzi -. Oscurare i siti è un'operazione lunga e complessa». Tanto, se non
si trovano su Facebook, si incontrano allo stadio tra svastiche e insulti ai
calciatori di colore. Altrimenti si vedono ai concerti. Il tam tam è in Rete. Il
genere si chiama Nazirock. I Gesta Bellica di Verona hanno scritto la canzone
«Il capitano», come Erich Priebke, ufficiale delle SS alle Fosse Ardeatine. Il
filone nostalgico tira sempre. Se il saluto romano è pericoloso - ci sono pur
sempre la legge Mancino e la Costituzione - basta uno stemma sul giubbotto.
Basta il doppio numero «88», chi vuol capire capisce. H è l’ottava lettera
dell’alfabeto. «88» fa HH, che tradotto vuol dire Heil Hitler. Poi ci sono i
testi sui problemi di oggi e i nemici di sempre. Sempre i Gesta Bellica se la
cantano: «Tu rosso compagno di negri e immigrati, vigliacco senza onore». I
«Cuore nero» inneggiano alla «legittima offesa». Ma alla fine tornano sempre lì,
allo stadio: «La curva frana sulla polizia italiana, quei figli di puttana». La
polizia italiana li tiene d’occhio. I dati sono frammentari perchè non si
capisce mai dove finisca la noia di vivere e dove cominci il razzismo.
Nel 2006 in Italia sono state registrate 97 aggressioni a sfondo xenofobo. Nel
2005 erano state 61. I processi e le retate per fatti specifici o per la legge
Mancino non si contano. Forza Nuova, 108 mila preferenze alle ultime elezioni
politiche, è il volto presentabile. Il Veneto Fronte Skinhead si muove solo nel
Nord-Est. Il gruppo Orion lo conosce nessuno. Sul sito ieri si ricordava il
genetliaco di Hans F.K. Guenther «cattedra di antropologia a Jena,
nazionalsocialista dichiarato, vittima delle “persecuzioni democratiche dei
vincitori” dopo il ‘45». Citazione raffinata. Che fa a pugni con quelli che a
sentire la parola Hobbit pensano al gruppo rock, mica a J.R.R. Tolkien. Citato
almeno quanto Ezra Pound, che ha dato il nome a Casa Pound a Roma, il primo
centro sociale della destra radicale in Italia, area Fiamma tricolore. Seguito a
Milano da Cuore Nero, che promuove decine di incontri. Dove i libri sul
revisionismo vanno forte. Dove si ascolta Radio Bandiera Nera. E se no ci si
incontra in Rete.
Di Fabrizio (del 20/02/2009 @ 09:13:31, in media, visitato 2068 volte)
Da
Romano Liloro
Carissimi. Te Aven Baxtale Romale!
Vi prego di osservare che il programma radiofonico della Radio Svedese in
romanes, Radio Chachimo cambierà dal 27 febbraio 2009.
La nostra nuova programmazione avverrà dalle 14.00 alle 15.00 ogni ultimo
martedì del mese.
I nostri programmi sono trasmessi nell'Europa del Sud ed in Medio Oriente
dalle 21.00 alle 22.00 UTC su onde corte 140 kHz.
E' anche possibile ascoltare i programmi in tempo reale tramite Internet
www.sr.se/romanil
Quanti vogliano dire qualcosa nei nostri programmi sono invitati a prendere
contatto con noi:
Se voleste contattarmi, come capo produzione di Radio Chachimo, o qualsiasi
altro dei produttori dei programmi in romanes della Radio Svedese, potete
inviare una mail a
Grazie per ascoltare i nostri programmi! Najisaras/Parekeras Kaj sunen amen!
But Baxt tumenge khatar o Radio Chachimo.
Agnes Lakatos
Di Fabrizio (del 20/02/2009 @ 09:31:55, in media, visitato 2268 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro:
19.02.09 All’alba circa 30 carabinieri sono arrivati svegliando bruscamente i
rom rumeni dell’insediamento e facendo uscire tutti fuori dalle baracche al
freddo. I bambini piangevano per lo spavento.
Inizialmente non è stato permesso ad alcuno di portare i figli a scuola. Poi gli
uomini sono stati rastrellati e condotti in caserma per l’identificazione. Solo
a quel punto le donne sono potute uscire e accompagnare i piccoli dagli
insegnanti.
Erano presenti tre telecamere e come in una precedente occasione tutto sembrava
essere il frutto di un’operazione mediatica. Ne avremo la conferma più
tardi, quando davanti alla caserma dei carabinieri di Tor Tre Teste
intercettiamo giornalisti di La7 , Tg2 e Roma 1 : “ci hanno
chiamato stamani alle 4, ci hanno chiesto di filmare i controlli in un
insediamento rom”. Le operazioni si stanno concludendo con la schedatura, le
impronte digitali e le foto. Andranno presumibilmente avanti per tutta la
mattinata.
Occorre dare in pasto all’opinione pubblica qualche volto, far vedere che le
solerti forze dell’ordine di fronte all’ “emergenza sicurezza”, o “emergenza
stupri” o chissà cos’altro si muovono, agiscono, difendono cittadini inermi da
orde di stranieri assetati di sangue.
Poco importa se ciò avviene sulla pelle di uomini, donne e bambini, sottratti al
sonno e al riparo delle loro povere baracche, spaventati ed esposti al gelo, con
pozzanghere ghiacciate.
Uomini che perderanno un giorno di lavoro, non retribuito. Bocche che andranno
comunque sfamate, in qualche modo.
Sì perché gli uomini dell’insediamento di via di Centocelle, rom spoitori
provenienti dalla città di Kalarasi, vicino Bucarest, ogni mattina piuttosto che
andare a stuprare o rapinare si recano a raccogliere ferro e alluminio per
lavorarlo e rivenderlo, o a riciclare materiale inutilizzato, o a svuotare
cantine, fare traslochi, lavorare come muratori, come colf e badanti nel caso
delle donne, rigorosamente in nero.
Le ore trascorrono, la tensione scende, veniamo fatti entrare a parlare con le
persone sottoposte all’identificazione. I carabinieri si mostrano ora
disponibili e gli stessi rom appaiono meno spaventati, quasi rassegnati.
Christian Picucci
Di Fabrizio (del 21/02/2009 @ 09:15:52, in media, visitato 2689 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Ieri (15 febbraio 2009), la STV (Televisione Serba) ha trasmesso un
documentario abbastanza lungo dedicato agli orsi ballerini in Serbia. L'idea di
partenza era rispettabile, promuovere l'azione della branca bulgara della OnG
austriaca Vier Pfoten (Ita. Quattro Zampe, Bulg. Четири Лапи) di soccorrere tre orsi, che sono stati
letteralmente torturati durante decenni per farli ballare,e fornire loro
corrette condizioni di vita per gli ultimi anni delle loro vite. I nomi dei tre
orsi sono: Marko, Kasandra e Milena, da Požarevac e Kuševac (Serbia
meridionale).
Tutto apprezzabile eccettuato il fatto che il commentatore ha insistito per
tutto il tempo che gli addestratori degli orsi fossero Rrom - che è una
calunnia, dato che i proprietari e gli addestratori nel documentario erano tutti
di etnia rumena (più precisamente Moeso-Rumeni: Rumeni autoctoni della
Serbia meridionale, in serbo "Vlasi" o "Karavlasi"). E' gente davvero
miserabile, illeterata e arretrata, ma miseria, illeteratezza e arretratezza non
si convertono per forza in "Zingari". Sono rumeni, parlano rumeno (e serbo), non
il romanes, vivono in aree rumene, non si sposano con i Rrom, quindi perché mai
devono essere etichettati come Zingari nel film, incluso da Acković (un politico
e giornalista serbo) in un'intervista? Soltanto perché incontrano il cliché (non
la realtà) degli "Zingari"?
Gli addestratori d'orsi Moeso-Rumeni sono ben conosciuti nella regione come
crudeli e senza pietà verso i loro animali, [...] mentre gli addestratori
Rromani, com'è evidente in Macedonia, Bulgaria, Grecia, Turchia, ecc...,
trattano i loro orsi come grossi gatti, con pazienza e conoscenza della
psicologia animale riconosciuta. L'opposto degli addestratori rumeni d'animali.
Inoltre, il film è molto impressionante, con sequenze di crudeltà contro
questi animali e lascia un marchio potente e definitivo di odio contro i
"criminali Zingari" nella mente di migliaia di bambini, che hanno visto il
programma domenica pomeriggio alla TV. Questo è uno dei modi in cui l'antiziganismo
viene costruito poco a poco nelle giovani generazioni in diversi paesi. So che
sarà difficile proibire il film o chiedere al produttore di cambiare il
commento, ma è un'azione che vale lo sforzo.
Musko, iz Srbije
ternikano_berno@yahoo.fr
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