Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
La fotografa turca freelance Gülbin Özdamar ha
passato molto tempo fotografando il popolo Romani mentre viveva nel 2007 nella
Repubblica Ceca e rivela quello che chiama "il razzismo e la discriminazione"
che vi ha trovato.
Gülbin di Eskişehir, 28 anni, ha frequentato il seminario World Press Photo
in Turchia nel 2002-2003, dice che ha iniziato un progetto per focalizzarsi
sulla minoranza Romani "stigmatizzati come "zingari" dalla maggioranza dominante
nella cittadina del nord est di Usti Nad Labem."
Dice Gülbin: "La via Matiční è vista come il quartiere "zingaro" ed il
governo locale ha costruito un muro nel 1999 per separare i Romani dai Cechi. La
ragione adotta fu di prevenire l'inquinamento ambientale causato dalla
spazzatura lasciata dagli zingari. Ma la ragione principale furono il
pregiudizio e l'immagine negativa che i nativi hanno degli zingari. Così il muro
fu costruito per isolare la minoranza Romani di Matiční."
"C'è un'organizzazione sociale che organizza alcune attività per i bambini
zingari, ma non è abbastanza. Alcuni non possono nemmeno andare alla scuola
normale. La maggior parte di loro va alle scuole speciali isolati dai bambini
Cechi."
Gülbin è una laureata del Dipartimento di Giornalismo all'Università Anadolu
di Eskişehir ed ha una borsa di studio della Scuola Film e TV (FAMU)
dell'Accademia di Arti dello Spettacolo di Praga.
Ha esposto nella capitale ceca come pure in Gran Bretagna ed in USA, ed ha
curato un'esposizione intitolata Sommossa Intima supportata dalla FAMU.
"Ho usato una Contax G2 col telemetro di 28 mm. e lenti da 50 mm." dice Gülbin.
"Preferisco prendere tutte le mie foto con la luce naturale."
Di Fabrizio (del 20/08/2008 @ 18:46:02, in media, visitato 7481 volte)
Chi segue i blog, sa che ce ne sono altri, oltre a quelli
citati.
Ciao Maria Grazia
Rom e Sinti nomadi virtuali - di Alessia Grossi sull'Unità
"Dal falò alla Rete". Questo è il titolo di
uno dei tantissimi post inseriti in uno dei siti delle comunità Rom Sinti e Kalè in Italia e nel mondo. A parlare della propria storia,
della storia dei propri passi e del difficile cammino verso l'integrazione nei
paesi d'approdo sono proprio loro. I nomadi, i gitani, gli zingari, comunità una
volta viandanti oggi sempre più stabili e alla ricerca di uno spazio integrato.
Sul web scrivono, si informano e si ritrovano virtualmente dopo secoli di
cammino. I luoghi sono quelli di tutti i cybernauti: blog, siti dedicati e in
questo caso completi di mappe virtuali.
Le più note finestre sulla comunità online del popolo nomade - oltre a quello
della Federazione
Rom e Sinti insieme - sono "Mahalla"
che raccoglie le comunità Sinti, Rom e Kalè da tutto il mondo e
"Sucar Drom" dove
la foto sotto l'apertura - uno striscione con su scritto: "Non vi vogliamo vi
odiamo" - augura a tutti buone vacanze. C'è poi il sito dell'Unione del Popolo
Gitano, organizzazione riconosciuta dalle Nazioni Unite che raccoglie le notizie
sui gitani in tutto il mondo.
Ma la comunità raccoglie siti di tutti i tipi. Portali della cultura Rom e
Sinti come
"Bjoco" o "Vurdòn"
dove la cultura si incontra con la storia, quella più cruenta. Così ad aprire il
sito è il "manifesto sulla purezza della razza" pubblicato settant'anni fa,
quello da cui scaturirono le leggi razziali. Sotto al link del testo la
petizione contro la schedatura voluta da Maroni e la ormai celebre fotografia
della bimba rom che dà un dito per il ministro dell'Interno italiano.
Ma quella creata in Rete - cronaca a parte - è una nuova idea di comunità
collegata non dai lunghi cammini e secolari spostamenti ma da una capillare
mappatura di siti, link e post che si richiamano tra loro. E se li apri ti si
apre una mappa di collegamenti. Dalla comunità Rom passi a quella Sinti, a blog
singoli, tutti legati dalla nuova frontiera del nomadismo. Sul sito di Mahalla
c'è una
mappa virtuale, ad esempio, che ti permette di vedere gli appartenenti alla
comunità in tutto il mondo. Dall'Australia alla Colombia, dal Canada alla
Finlandia. Ad ogni omino virtuale corrisponde un nomade vero che così può
facilmente tenersi in contatto senza troppi spostamenti.
È una nuova idea di comunità, insomma, non legata solo alle tradizioni e alla
difesa gelosa delle appartenenze ma anche di un territorio di riscatto e di
integrazione con un mondo che nutre diffidenza e timore nei loro confronti.
Pagine che trasmettono storie, problemi, testimonianze di una cultura di
migrazioni che dura da più di cinque secoli. Ma che sanno anche raccontare
piccole, buone notizie come quelle dei tanti rom e sinti che sono riusciti a
diventare importanti artisti,
musicisti, sportivi ed esponenti della cultura nel nostro paese.
Peccato che per ora resti ancora aperto l'interrogativo dell'articolo con cui
apre Mahalla, ripreso da The Guardian: "Perché gli italiani ci odiano?".
Di Fabrizio (del 21/08/2008 @ 10:50:31, in media, visitato 1872 volte)
TEATRO E DANZA
La complessa realta' degli zingari che vivono in Italia, in particolare in
Puglia, è al centro del documentario "Japigia Gagi" che il regista Giovanni
Princigalli ha presentato all’Istituto italiano di cultura di Buenos Aires.
Questo lavoro, ha indicato l’autore che era presente alla proiezione, ha
partecipato al 19/o Incontro di arte e cultura del "Mercosur" a Eldorado
(Argentina settentrionale).
"Jaipigia Gagi" è in sostanza un lavoro di "esplorazione" della comunità Rom di
Jaipigia, a Bari, che ha permesso di approfondire una cultura di cui si parla
molto, soprattutto per motivi legati alla sicurezza, ma di cui si conosce molto
poco.
Il regista la racconta attraverso il punto di vista di quattro suoi membri, una
ragazza di 17 anni rinchiusa in un istituto per minori che vuole tornare a casa
dai genitori, un’adolescente che sogna di fare la modella, una bambina di undici
anni che si rifiuta di andare a scuola perché vuole continuare a fare compagnia
alla madre che chiede l’elemosina ai semafori e un uomo di 35 anni che aspetta
che arrivi la figlia dalla Romania.
Princigalli, autore anche di Gli Errori Belli (2007) che tratta dei figli degli
emigranti italiani in America che vogliono imparare la lingua dei genitori, ha
vissuto in stretto contatto con gli abitanti di Jaipigia per oltre un anno.
L'intento del documentario, ha precisato, è quello di "andare oltre la figura
del rom che sta al semaforo, senza inseguire visioni romantiche e stereotipate".
Il film ha partecipato a oltre 40 concorsi internazionali, ricevendo numerosi
premi.
Di Fabrizio (del 22/08/2008 @ 00:09:21, in media, visitato 7286 volte)
Contemporaneamente all'articolo dell'Unità
di due giorni fa, è uscito anche questo lancio
ANSA.
20-AGO-08 18:43
NOMADI: IN VIAGGIO VERSO LA NUOVA FRONTIERA DELLA RETE /ANSA
TANTI I SITI 'FINESTRA' SUL MONDO DI ROM E SINTI (ANSA) - MILANO, 20 AGO -
Nomadi del web, nomadi del nuovo millennio. Ormai in disuso la pratica della
vita errante, i rom e sinti dell'era di internet viaggiano attraverso la rete
con blog, siti internet e portali dedicati. Nel web le diverse comunità si
incontrano, parlano, si scambiano informazioni e condividono problemi. Ma
soprattutto si fanno conoscere dal mondo che gli ruota attorno, quello che loro
stessi definiscono degli "stanziali". Gli italiani che, in modo sempre più
intenso negli ultimi mesi, hanno imparato a conoscere i nomadi tramite le pagine
di cronaca dei giornali e i tg per i furti di bambini, l'accattonaggio e il
rilevamento delle impronte digitali ai minori. Ci pensa il portale Mahalla,
specializzato in informazione dal 'mondo nomade', a rovesciare il luogo comune
sul popolo romanò, con una sorta di piccolo notiziario sull'Italia e l'Europa.
Racconta invece piccole storie quotidiane, legate alla sua provincia, il blog
dell'Associazione sinti italiani di Vicenza. "Tutto bene quando siamo in giro
per l'estate con le giostre ma quando, durante l'inverno, torniamo a casa e ci
rimaniamo per molti mesi, la gente comincia ad avere la paura del 'diverso'",
scrive Elvis Ferrari, presidente dell'Associazione sinti italiani. In un altro
post, c'é, invece, la storia di Domenico e Rosanna, rom lui e sinta lei, con una
figlia che da dieci anni si trova inchiodata al letto in stato di coma e
sopravvive grazie alla solidarietà della loro grande famiglia, composta da dieci
figli, che vivono grazie alla raccolta dei metalli. Dalle storie difficili ai
successi di grandi, piccoli nomadi. Come quella di Michele Di Rocco, il pugile
zingaro che ha addirittura difeso i colori dell'Italia alle olimpiadi di Atene.
O di Alexian Santino Spinelli, musicista e poeta rom, artista di fama
internazionale e, si legge sul suo curriculum sul sito dell'Associazione Thém
Romanò, "l'unico rom al mondo con due lauree ed una cattedra universitaria".
Partito da una roulotte in un campo di Pietrasanta, infatti, è arrivato, dopo
una laurea in lingue e l'altra al Dams all'università di Bologna, a insegnare
lingua e Cultura Romaní all'ateneo di Trieste. Tante, poi, le pagine web come 'Sucar
Drom', 'O Vurdon' e 'Nevo Drom' dedicate all'approfondimento sulle tematiche di
attualità e alle iniziative dei diversi comitati nati per valorizzare la cultura
Romanò nella penisola. Facile capire perché, il tema più caldo su cui si
spendono tante parole e commenti negli ultimi mesi, sia quello della schedatura
delle impronte per i bimbi rom. (ANSA).
PS: per i più esigenti,
QUI c'è una versione in portoghese
Di Fabrizio (del 28/08/2008 @ 12:27:19, in media, visitato 2218 volte)
E' un argomento che apparentemente c'entra poco con quello che tratto
di solito. Ma se avete 20' (ho notato che siamo preda di un'attenzione che vuol
consumare in fretta) di tempo libero, ecco un
video che vi consiglio, dove Annie Leonard, doppiata in italiano, racconta
la storia delle cose e spiega perché siamo tutti diretti contro un muro.
Per altre informazioni sulla cultura Rom, inclusi link ad articoli,
interviste, organizzazioni ed altre risorse, visitate
utne.com/ Roma (in inglese NDR)
Raccontare l'intera storia del popolo Rom sarebbe un'impresa epica. La saga
attraverserebbe secoli e continenti, con una narrazione spezzettata che parte da
un gruppo di nomadi quando lasciò l'India e si dirama in una costellazione di
distinte comunità attraverso l'Europa e oltre, ognuna formando le proprie
tradizioni e stili di vita, tutti perseguitati da stereotipi, sospetti ed altre
connotazioni dell'etichetta "Zingara" così spesso loro applicata. Coinvolgerebbe
l persecuzione, la discriminazione, ed il genocidio, come pure la musica, le
arti circensi ed i propri vestiti e manufatti.
Il fotografo danese Joakim Eskildsen conosceva poco di questo contesto in
espansione quando nel 2000 decise di fotografare le comunità Rom per il libro
The Roma Journeys (Steidl, 2008). Infatti, confessa di non conoscere "assolutamente
niente" sui Rom eccetto gli "orribili, terribili, inumani" stereotipi assorbiti
mentre cresceva in Danimarca. Quando cominciò a vivere tra i Rom ungheresi con
la scrittrice Cia Rinne, così, si avvicinò alla "storia infinita" del popolo
Rom.
"Diventammo così affascinati, così interessati" dal mondo Rom, dice, "ed
anche sorpresi da tutta l'ignoranza" dei non-Rom. "Anche i nostri amici più
istruiti avevano ogni tipo di strani stereotipi e idee strambe. Abbiamo ritenuto
in qualche modo che era impossibile fare qualcosa di superficiale."
Lui e Rinne lavorarono al progetto per sette anni - "il tempo più breve
possibile che avremmo mai immaginato" - vivendo nelle comunità Rom in sette
nazioni con una notevole abilità di un giornalismo documentario di immersione.
L'abilità linguistica di Rinne aiutò a forgiare collegamenti personali ed
assicurare una sistemazione strategica come quella di quattro mesi sul sofà di
una nonna in Ungheria. Il risultato è un volume vividamente colorato di una
cultura selvaggiamente diversa che, vista globalmente, non aiuta ma cambia il
punto di vista di un osservatore riguardo ai Rom.
Non è una realizzazione superficiale in un mondo dove i Rom sono ampliamente
visti con ostilità. L'espansione ad est dell'Unione Europea ha portato dagli 8
ai 12 milioni di Rom nel recinto d'Europa, e la xenofobia corre veloce in molti
dei paesi "vecchi" e "nuovi" del continente
Durante la campagna elettorale delle elezioni nazionali dell'aprile 2008,
l'ex primo ministro Silvio Berlusconi promise tolleranza zero verso "Rom,
immigrati clandestini, e criminali," e ridiventato primo ministro ha varato
misure che prevedono raid polizieschi e regole facilitate di espulsione.
In Bulgaria e Romania, nuovi stati membri UE dove i Rom sono la più grande
minoranza etnica, costituiscono anche la maggior parte dei disoccupati. I Rom
sono anche oggetto di sgomberi forzati in Slovacchia, Grecia e Irlanda, tra gli
altri posti.
Nel contempo, un movimento di difesa legale sta ottenendo attenzione, assieme
ad organizzazioni come l'European Roma Rights Centre (www.errc.org)
fondato da George Soros facendo pressione sulle singole nazioni, l'Unione
Europea e le Nazioni Unite ad aiutare i Rom nell'integrarsi socialmente.
Inoltre, le arti e la cultura Rom hanno ottenuto una buona fama alla Biennale di
Venezia del 2007, dove il Padiglione Rom ha avuto oltre 20.000 visitatori.
Contro questo contesto turbolento The Roma Journeys evita la politica consumata, salvo una rapida prefazione
dello scrittore tedesco Günter Grass. Il libro informa sul dibattito mostrando,
non raccontando. Anche il testo di Rinne, che descrive persecuzioni e minacce,
lo fa con un approccio che è più documentario che di parte. Eskildsen, dalla sua
parte, esige l'autorizzazione artistica.
"Non ho selezionato le mie fotografie con un occhio a [costruire] una storia
sui diritti umani," dice. "E' solamente una maniera fotografica, artistica,
personale di vedere. Perché sento che c'è una sola cosa importante che possiamo
fare - e poi qualcun altro potrà fare qualcosa con quel materiale."
Il libro ha già innescato "parecchia discussione," dice Eskildsen, e pure
alcune domande su come possa rafforzare o invece sfidare gli stereotipi.
Riconosce prontamente che lui e Rinnie si sono focalizzati su una sola
sfaccettatura della popolazione Rom.
"Quello che mostriamo nel libro potrebbe essere descritto come i Rom
visibili: quanti lo sono perché vogliono esserlo, o perché non può aiutare - nei
paesi dove vivono potrebbero essere messi in pericolo," dice. "Ma c'è almeno una
metà della popolazione Rom che vive in Europa ed in altri paesi che è
invisibile, e questo lavoro non può agire per loro. E' un'altra storia."
Eskildsen e Rinne hanno scelto specificamente le loro sette destinazioni con
un occhio alla rappresentazione dei vari tipi di Rom, che infatti raramente si
autodefiniscono con quel termine e piuttosto si identificano con i sottogruppi
come i manouches viaggianti francesi, i vari gruppi di professionisti
(musicisti, commercianti di cavalli) della Romania, o la piccola ma distintiva
comunità Rom finnica con i suoi propri vestiti, dialetto ed abitudini.
Eskildsen e Rinne sono andati anche in India, dove non ci sono Rom.
"L'identità Rom è una cosa Europea," spiega. "Linguisticamente si pensa che [il
Romanes, la lingua dei Rom] si sia originato in India, e per questo volevamo
andarci, dove possibilmente potessero esserci i loro antenati. Di più, ci sono
gruppi che tuttora vivono in situazioni simili."
Hanno girato nel loro itinerario in Ungheria, Grecia, e Russia, dove hanno
passato un anno a produrre il libro meticolosamente progettato. Soltanto ora Eskildsen
sta iniziando a comprendere la portata della sua realizzazione di The Roma Journeys
- con due bambini piccoli a casa, sa che può essere un'occasione di una sola
volta nella vita. Eppure, spera ardentemente di trovare un giorno il modo di
documentare i Rom "invisibili", e nel contempo è ottimista su cosa possa
fare The Roma Journeys per la gente fiera e leggendaria che ritrae.
"Questo tipo di cose non farà una rivoluzione," dice, "ma potrebbe essere un
modo di aprire gli occhi su questa cultura molto, molto importante che dovremmo
apprezzare. Il mondo intero sta diventando sempre più simile ad una singola
cultura, ed aggiunge sapore alla vita che ci siano gruppi differenti e popoli e
cultura e linguaggi. Tutto ciò rende il nostro pianeta un posto più interessante
dove vivere. Se sapremo girare questa forza negativa contro i Rom in un discorso
sulle cose positive - c'è tanto di positivo e bello nella loro cultura - ne
beneficeremo tutti.
CASILINO 900, BRAZZODURO: TROUPE TV UNGHERESE BLOCCATA DA VIGILI
Roma, 30 ago - «Siamo stati fermati e identificati all'uscita dal campo con la
minaccia di sequestro del materiale filmato. Forse vogliono evitare che le
brutture di Roma circolino in Europa». È il professor Marco Brazzoduro,
docente di statistica all'Università La Sapienza a raccontare il fatto avvenuto
circa mezz'ora fa all'uscita del campo rom Casilino 900. «Ci siamo recati con
una troupe ungherese della Duna tv al campo per un documentario sulla situazione
dei rom in Italia - ha detto il docente - all'uscita i vigili ci hanno fermati
adducendo il motivo che non avevamo l'autorizzazione a filmare. Ci hanno
sequestrato l'equipaggiamento minacciando di fare altrettanto con il materiale
filmato. A quel punto ho chiamato la prefettura e la situazione, dopo circa
un'ora, si è sbloccata e ci hanno restituito tutto». Sulla vicenda, ha detto
ancora Brazzoduro, si erano attivati l'ex-segretaria del Partito radicale, Rita
Bernardini e l'ambasciata ungherese in Italia.
Di Fabrizio (del 03/09/2008 @ 08:47:34, in media, visitato 2242 volte)
Mi segnala Ivana:
MITO SettembreMusica e Milano Film Festival presentano una rassegna
dedicata al cinema gitano: 8 appuntamenti con produzioni - tra le altre - da
Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, che raccontano storie di un mondo in
realtà poco conosciuto.
Il cinema gitano non esiste. O meglio, è un cinema nomade, che cambia
nazionalità, produzione, personaggi. Esiste un'immagine cinematografica dei
gitani, che è differente a seconda dell'occhio che la raffigura; esiste
un'immagine solare e vitale, fracassona e rumorosa (Kusturica, su tutti), come
esiste un'immagine dolente e malinconica (Tony Gatlif).
Una selezione dei migliori film che vengono dal mondo gitano e che parlano dei
gitani. Film mal distribuiti o mai distribuiti, occasione di incontro e
dibattito su un'identità cinematografica nomade e sfuggente.
Settimana scorsa, il 31 agosto 2008, mentre filmavamo il nostro documentario
sulla situazione dei Rom in Italia, siamo stati fermati dalla polizia
italiana mentre stavamo lasciando il campo di Casilino 900 a Roma. La
pattuglia di polizia in servizio ci ha chiesto con aggressività i nostri
documenti identificativi e ha confiscato tutto il nostro materiale: due
telecamere ed il materiale sonoro, che comprendeva le testimonianze audiovisuali
sulla situazione a Casilino 900. La questione era, ed è tuttora,
sospesa in aria: se questo è il modo in cui la polizia tratta una troupe
televisiva, come tratteranno i Rom quando organizzano le loro regolari razzie
notturne nei campi? A cosa possono assomigliare questi controlli di identità?
Durante le nostre riprese in Italia, abbiamo trovato una grande quantità di
prove sulle violazioni dei diritti fondamentali dei Rom che lì vivono. Abbiamo
realizzato un cortometraggio di 8' sulle comunità Rom che abbiamo incontrato in
Italia e sulla situazione estremamente preoccupante dei diritti umani in questo
paese. Il film è disponibile sul nostro sito:
www.mundiromani.com
Da voi cerco suggerimenti su come:
usare il nostro cortometraggio nel nostro lavoro di avvocatura e
sostegno legale?
ricorrere contro l'approvazione della Commissione Europea sulle impronte
digitali in Italia?
modellare con successo la nostra dichiarazione comune ai mezzi per
quanto riguarda questa materia?
Ho collegamenti con Radio Télévision Francophone Belge (RTBF – TV
pubblica belga), VBS IPTV LLC (TV commerciale tedesca) e direttamente con Duna
Television ungherese. [...]
Aspetto le vostre idee su come procedere.
Devlesa,
Katalin Bársony Mundi Romani
00-36-30-532-84-21
Editor in chief, director
Duna TV
Romedia Foundation
E-mail: katalin.barsony@mundiromani.com
Di Fabrizio (del 19/09/2008 @ 20:40:48, in media, visitato 1803 volte)
Ultimamente mi occupo poco di cronaca. Un po' per problemi di tempo, un po'
perché chi naviga in Internet può trovare da sé le notizie e magari discernere. Preferisco dedicare
il mio poco tempo a mettere in evidenza notizie sui Rom che altrimenti
passerebbero inosservate. Per capire un popolo devi conoscerlo, ed i Rom sono il
popolo più malvisto e meno conosciuto, tante nella sua tradizione che nei
problemi del giorno per giorno. Riprendo questo post del blog del
circolo Pasolini di Pavia perché (stranamente?) la notizia è passata quasi
inosservata. Tra le eccezioni, la solita
Carta
(anche se la notizia è confinata nelle ultime righe) e
Terrelibere. Se avete altre segnalazioni, fatemele sapere. Comunque, ecco la
notizia:
Sebastian che fu accusato di rapimento Ringraziamo Paolo Fornelli per la segnalazione.
Mercoledì 17 settembre, il tribunale di Catania ha assolto il giovane Rom,
Sebastian di 24 anni che il 15 maggio era stato accusato di avere tentato di
rapire, assieme ad una donna Rom romena, Viorica di 20 anni - una bimba di tre
anni nell'area di parcheggio di un ipermercato nella zona catanese.
L'infamante accusa era totalmente FALSA! Così ha sentenziato il Tribunale di
Catania, in maniera netta, senza nessuna ombra di dubbio. Molti ricorderanno
l'evento, rilanciato roboticamente, ad arte, per diversi giorni da tutti gli
organi di informazione nazionali, televisivi e cartacei. Nel clima massificante
e di obbedienza quasi tutti gli addetti ai lavori giornalistici tranne alcune
eccezioni - non furono sfiorati da nessuna ombra del dubbio, che dovrebbe essere
sempre figlio diretto del democratico e civile raziocinio umano.
Dagli ai nuovi nemici untori e distruttori della pacifica e civile convivenza
degli italiani! Quelli che tranquillamente, in parecchi casi, si ammazzano e si
stuprano in famiglia e tra gli affetti d'amore.
Le carte stampate locali dedicarono intere pagine, lunghi, stigmatizzanti e
solenni furono i servizi televisivi, inseguendo la sciocca e velenosa velina.
Emerse, complessivamente, dalle Alpi a Capo Passero, una voce unica e
totalizzante: dagli ai Rom. I partiti e le organizzazioni delle destre
amplificarono in maniera possente e perversa l'attacco ai ROM, accusati ancora
una volta di essere dediti al rapimento dei bambini.
Per Loro era tutto grasso che colava. Si scagliarono lancia in resta: in nero
paludati, in gesso griffato o con l'ampolla. Da sfruttare al massimo, giusto per
aizzare l'odio.
Il drammatico ed inesistente caso fu montato ad arte ad appena quattro giorni
dalla vicenda di Ponticelli (Napoli), dove una ragazza Rom di 16 anni fu
accusata di aver tentato di rapire una bimbetta di pochi mesi.
Caso ormai smontato, risultato privo di veridicità.
A seguito del razzismo, della caccia ai diversi, scientificamente propagati,
furono bruciati tutti i campi Rom esistenti nell'area di Ponticelli.
Nell'evento catanese i due innocenti giovani, a seguito dell'accusa, finirono in
carcere.
Le conseguenze per tutti i Rom stazionanti a Catania furono tragiche e pesanti.
A pochi giorni di distanza ai residenti nel principale campo (circa duecento),
quello ubicati nel quartiere di Zia Lisa, fu comandato di andare immediatamente
via, e ritornare in Romania. La qual cosa avvenne.
I Rom, terrorizzati, che avevano tanti bambini che frequentavano regolarmente le
scuole elementari cittadine, „preferirono scegliere il consiglio, abbandonando
velocemente il campo.
Successivamente le povere baracche furono reiteratamente date a fuoco e
distrutte.
Come si fosse tornati alle orride persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei.
Il tutto è tranquillamente avvenuto sotto il mantello della nostra italica
democrazia, nell'anno di grazia 2008, mese di maggio, nell'era del terzo governo
delle destre dopo Tangentopoli.
Meno male che Giustizia è stata fatta.
Civico e democratico onore ai giudici catanesi! anche se la donna rom è ancora
detenuta, per approfondire se nell'evento in causa, inesistente, non siano
ravvisabili altri reati minori.
La vicenda catanese (e quella napoletana) insegnano ancora che è molto facile
che un popolo, sottoposto a continua pressione mediatica in chiave razzista,
possa facilmente perdere la testa, e quindi, vilmente e brutalmente agire,
ubbidir tacendo.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: