Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 11/12/2006 @ 10:01:20, in Italia, visitato 1967 volte)
Un contributo che arriva da
una riflessione su diritti e sul concetto di
minoranza e territorio, che presto farà parte di un libro. Riporto l'inizio,
l'articolo completo si può scaricare
qui in formato .pdf (10
pagine)
Le popolazioni rom
sono una “galassia di minoranze” (Dell’Agnese, Vitale, 2006), non possiedono una
stessa storia, né tantomeno condividono una cultura fortemente omogenea, né
un’unica religione. E’ difficile stimare quante persone appartengano a questa
galassia di minoranze. Si parla di dodici-quindici milioni di persone in tutto
il mondo, di cui la maggior parte vive in Europa (dai 7.200.000 ai 8.700.000):
il 60-70% nei paesi dell’Est ed il 15-20% in Spagna e Francia. Come sostiene
Elena dell’Agnese i rom sono un “mosaico di frammenti etnici”. Non sono una
minoranza “territoriale”, ma una “minoranza diffusa”, dispersa e transnazionale.
Alla scala transnazionale, questo significa che la non riconducibilità ad una
nazione, anche se “Altra”, fa di rom e sinti degli individui privi di
cittadinanza, e quindi privi di diritti. Alla scala nazionale, i rom e i sinti
acquisiscono diritti de jure esclusivamente come individui, quando sono
riconosciuti cittadini di uno stato (e risultano quindi “territorializzati”,
almeno a questa scala). Non hanno invece diritti in quanto “minoranza”, perché
non sono riconducibili ad una appartenenza territoriale. Per quanto riguarda
l’Italia, a dire il vero, la Costituzione non discrimina fra minoranze
territoriali e minoranze diffuse; infatti, l’articolo 6 detta che: “La
Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”, senza
specificare se siano territoriali, diffuse o addirittura “nuove” (di recente
immigrazione). Tuttavia, l’applicazione dell’articolo 6 è stata piuttosto lenta
e il dibattito interno ha visto prevalere proprio le posizioni “territorialiste”.
La legge 482 del 15 dicembre 1999 “Norme in materia di tutela delle minoranze
linguistiche storiche”, infatti, esclude nel dettato le nuove minoranze (che,
appunto, non sono “storiche”) e non nomina in alcun modo le comunità rom. Eppure
in Italia rom e sinti sono numerosi, fra le 130000 e le 150000 persone, poco più
del due per mille dell’intera popolazione italiana (sono dunque più numerosi dei
componenti di alcune altre minoranze, anche se rimangono probabilmente “la più
bassa percentuale di tutta Europa”). Circa la metà, 70.000 persone, hanno la
cittadinanza italiana (giunti in Italia dal 1400 fino al 1950 circa), mentre i
restanti 50.000 sono extracomunitari (provenienti soprattutto dalla Jugoslavia e
dalla Romania) o in misura minore cittadini comunitari (provenienti dalla Spagna
e dalla Francia).
continua
-
Le diverse scale
dell’azione pubblica
-
Per una pragmatica del
trattamento istituzionale dei rom
-
Bolzano, Firenze e
Milano
-
Tabella 1: Opinioni dei
rom/sinti sui campi
-
Tabella 2: Preferenze e
aspettative
-
Tabella 3: Relazioni con
gli abitanti delle zone limitrofe
-
Bibliografia
Di Fabrizio (del 11/12/2006 @ 10:27:59, in Italia, visitato 1983 volte)
CIPES
AVEN AMENTZA
SINISTRAROSSOVERDE
GIOVEDI 14
DICEMBRE ORE 20,30
c/o ARCI
BELLEZZA Via Bellezza n. 16/a
PRESENTAZIONE DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
“CARLO CUOMO”
SULL’OLOCAUSTO E
LA RESISTENZA IN EUROPA DEI ROM E SINTI
SERATA DEDICATA
A CARLO CUOMO
PRESENTAZIONE DEL CENTRO A LUI INTITOLATO,
DI DOCUMENTAZIONE SUL PORRAJMOS/SAMUDARIPEN E SULLA PARTECIPAZIONE DI ROM E
SINTI ALLA RESISTENZA IN EUROPA
IL MATERIALE E' ATTUALMENTE COSTITUITO DAI
DOCUMENTI, IN GRAN PARTE INEDITI, EMERSI DALLA RICERCA AVVIATA, QUASI UN ANNO
FA, DALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE, E TUTTORA IN CORSO.
AD ESSO CONTIAMO DI AGGIUNGERE SCRITTI E DOCUMENTI DI CARLO RIGUARDANTI ROM E
SINTI.
Presentano: |
|
Mario ABBIEZZI |
CIPES |
Ernesto ROSSI |
Aven Amentza |
Gianfranco PAGLIARULO |
SinistraRossoverde Lombardia |
Giancarlo MIGLIAVACCA |
ARCI |
Umberto BLASIMME |
ANPI Provinciale |
|
|
intervengono |
|
Francesca CORSO |
Assessora Provinciale Milano |
Un esponente del CEDEC |
(Centro di documentazione ebraica) |
Gianfranco MARIS |
ANED |
durante la serata saranno consultabili mostre
fotografiche e verranno proiettati filmati
verranno esposti i registri tradotti dei campi di
sterminio di Auschwitz-Birkenau e Gries-Bozen
La serata
sarà conclusa con canti della Resistenza
Aderiscono:
ARCI ANPI
FILEF CEDEC
per info sull'iniziativa, tel
02.48409114, 3338628466, 3403175095 -
cipes.lomb@ fastwebnet.it
meg.rossi@ tin.it
Di Fabrizio (del 12/12/2006 @ 09:48:49, in Italia, visitato 1800 volte)
Ultim'ora: Rinviato a data da destinarsi, causa sciopero trasporti di venerdì 15, che bloccherà tutta la metropoli.
Opera Nomadi Ente Morale (D. P. R. 26/03/70 n. 347) Presidenza Nazionale Via di Porta Labicana 59-00185 Roma tel. 06/44704749 fax 06/49388168
IX° Seminario Nazionale Opera Nomadi 15 e 16 dicembre 2006 "I Rom/Sinti e le Metropoli"
Programma: 15 dicembre § Gruppi di lavoro (ore 09:30-19:30) § II° Concorso Musicisti di Strada Rom/Sinti (ore 21.30-24:00) (presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119)
16 dicembre § Conclusioni (ore 09:30-13:00) (presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119) Interviene: Sottosegretario all'Interno On.le Marcella Lucidi
Organizzazione dei 5 Gruppi di lavoro
§ GRUPPO DI LAVORO N. I "HABITAT": "La cultura dell'Abitare" presso Sede UIL via Cavour 108 (Quartiere Esquilino- pressi Stazione Termini) Conduttore di gruppo: Massimo Converso (Presidente Nazionale Opera Nomadi) § GRUPPO DI LAVORO N. 2 "SCUOLA" presso Ministero Pubblica Istruzione, via Ippolito Nievo 35 (Quartiere Trastevere) Sala Conferenze "Kirner" I° piano Conduttori di Gruppo: Dr. Matteo Tallo (Dirigente MPI) , Prof.ssa Renata Paolucci (Responsabile Settore SCUOLA Opera Nomadi Nazionale) Prof. Marco Nieli ( Pres. O.N. Napoli), Ins. Anna Biondani (O.N. Sicilia), Prof.ssa Antonia Dattilo (CSA - MPI Bologna), § GRUPPO DI LAVORO N. 3 "LAVORO" presso Assessorato al Lavoro del Comune di Roma Lungotevere de' Cenci 5, II° piano "Sala Blu" (Quartiere Ebraico) Conduttore di Gruppo: Aleramo Virgili (Responsabile Sportello Lavoro Rom/Sinti Comune di Roma) § GRUPPO Dl LAVORO N. 4 "DIRITTI/MEDIATORI" presso Comune di Roma - Gruppo Consiliare P.R.C. via delle Vergini, 18 Conduttori di Gruppo: Rag. Giorgio Bezzecchi (Mediatore Rom COMUNE di MILANO), Prof.ssa Bianca Mori La Penna (Responsabili Settore DIRITTI Opera Nomadi Nazionale) § GRUPPO DI LAVORO N. 5 "SANITA'" Presso Caritas Diocesana -Sala Riunioni- via Marsala, 103 (Stazione Termini) Conduttore di Gruppo: Dr. Salvatore Geraci (Responsabile Nazionale Area Sanità - CARITAS)
Per qualsiasi informazione ed iscrizione ai diversi gruppi rivolgersi alla Segreteria Tecnica Nazionale Tel. 06/44704749 Fax. 06/49388168 operanomadinazional e@virgilio. it
Di Fabrizio (del 16/12/2006 @ 09:54:15, in Italia, visitato 1981 volte)
Dal Manifesto:
La storia Ferid Sulejmanovic, espulso nel 2000. Ma la Corte europea gli aveva dato ragione Morte assurda di un rom legale Era uno degli zingari del campo Casilino, Roma, spediti a Sarajevo. A torto. Ha provato a rientrare da clandestino. E' morto soffocato in un tir Cinzia Gubbini Sembra quasi l'ultimo atto di una tragedia. Solo che è tutto vero. Niente palcoscenico, niente applausi finali. Per Ferid Sulejmanovic, il protagonista di questa storia, un'uscita di scena tra i gas tossici sprigionati dall'alluminio ferroso. Ferid, 33 anni, rom bosniaco, era stato cacciato sei anni fa dell'Italia, nel corso di un'espulsione di massa che la Corte di Strasburgo ha dichiarato illegale. Il suo cadavere è stato trovato sabato mattina nel cassone di un camion sbarcato al porto di Ancona. Il tir, che trasportava lui e un altro uomo non ancora identificato era partito dal porto di Zara, in Croazia. I due viaggiatori «abusivi» sono stati uccisi dalle esalazioni sprigionate dai lingotti di alluminio, che erano destinati a un'azienda del nord, e dietro cui si erano nascosti. L'inchiesta aperta alla Procura sulla loro morte dovrà anche accertare se quelle sostanze sono consentite. Quando al porto è arrivata l'agenzia regionale non ci ha visto chiaro: nonostante il telone fosse ormai stato alzato da tempo, e la banchina fosse ventilata, ha rilavato un'alta concentrazione di ammoniaca, anidride solforosa e arsina. Ma anche di altre sostanze, al momento ignote, e forse illegali. I due uomini non avevano documenti addosso: nelle tasche dei loro indumenti sono stati trovati soltanto un pacchetto di sigarette e soldi bosniaci. Ma la sorella di Ferid è andata ieri alla polizia di frontiera per riconoscerlo: sapeva che stava per arrivare, che aveva intenzione di infilarsi in un camion per raggiungere l'Italia, da dove era stato cacciato. Considerato illegale, al pari dei gas che lo hanno ucciso. Solo che l'espulsione di Ferid è particolare. Illegale, anche quella: a dirlo è stata nel 2002 la Corte europea dei diritti dell'uomo. Era l'alba del 3 marzo del 2000 quando polizia e carabinieri arrivarono senza preavviso nei campi rom di Roma Tor de' Cenci e Casilino 700. Furono prelevate 67 persone, tra di loro bambini, donne incinte, anziani e malati. In dodici ore furono portati all'aeroporto e rispediti a Sarajevo, nonostante la maggior parte di loro fosse fuggita dalla guerra, e i bambini fossero nati in Italia e nulla sapevano di quel paese. Manifestazioni, interrogazioni parlamentari, appelli, non servirono a nulla. Ma chi protestava aveva ragione. La comunità di Sant'Egidio, che seguiva le famiglie di Casilino 700, assistita dall'avvocato romano Nicolò Paoletti, fece ricorso alla Corte europea per i diritti umani, raccogliendo la procura delle persone che riuscirono a rintracciare: quasi tutti avevano trovato riparo nel quartiere di Ilizda, un sobborgo di Sarajevo dove vivono molti rom. Il fotografo Stefano Montesi ricorda il viaggio per intercettare le famiglie espulse: «Vivevano in case diroccate, intorno c'erano cartelli con scritto "attenti alle mine"». Furono messe insieme 16 procure. La Corte fece sapere che il ricorso era ammissibile. Solo allora, era il 2002, il governo si decise a trovare un accordo, pur di evitare una condanna che avrebbe stigmatizzato l'Italia per la violazione di diversi articoli della Convenzione europea: quello che vieta «trattamenti disumani e degradanti», quello che vieta discriminazioni, e quello che assicura il diritto a un ricorso effettivo. E fece tornare i ricorrenti, riconoscendo loro anche un risarcimento economico. Ferid Sulejmanovic venne a sapere della «vittoria» solo dopo la sentenza, chiese all'avvocato se potevano rientrare: «Ho studiato a fondo il caso - spiega Paoletti - ma tutti i termini di legge erano ormai scaduti per un ricorso. Certo, una buona amministrazione, preso atto della posizione della Corte, avrebbe dovuto riesaminare tutte le espulsioni. Ma così non è stato». Allora Ferid è salito su un camion diretto in Italia. Con lui c'era un altro uomo: al campo rom Casilino 900 dicono che probabilmente si tratta di Tissan Severovic, un altro rom espulso qualche anno fa. Ma il suo corpo ieri non era ancora stato identificato. Anche se - nonostante la questura di Ancona non abbia diffuso dettagli - poco dopo il ritrovamento dei cadaveri le agenzie di stampa hanno informato che «entrambi erano stati espulsi dall'Italia» e che uno dei due aveva precedenti penali. Le notizie corrono, spesso a metà.
Ljuba e Sasha * Tommaso Di Francesco
Così manco i cani, manco i non umani muoiono abbruciati nelle trappole di latta e di fumo a via Gordiani, tra la memoria e i sassi pasolini. Qui nell'Eterna. Roma radice di rom... Unici puri in città ad aspettar futuro, Ljuba e Sasha di diciassette e sedici nel fuoco per vivere pronto per morire, con la creatura negli occhi luminosi ancora nel bianco della festa, sposi. Tutto l'amore mio è per voi cenere per voi deportati, è per voi caduti nei fili spinati, per caso, dicono ... provate voi per caso a non morire in otto corpi in quattro metri quadri. Ad ardere, solo voi amo che ho rincorso nelle periferie che inghiottono certezze tra boemie, serbie ed i kosovi, cacciati e offesi da cronache luride e dagli armati tra i battimani e i silenzi occidentali. Adesso che la città vuole sentire voci, il desiderio che mi resta è sul sorriso vostro che con me ha in corpo Mauthausen, a voi rifiuti che nell'addio discarica l'Ama, sigla del nostro comune disamore. Tommaso Di Francesco
* Si è svolto ieri alla periferia di Roma (a Via Gordiani) il funerale dei due giovanissimi sposi, Sasha Traijkovic e Ljuba Mikic, morti bruciati nell'incendio del campo rom dove vivevano, il 2 dicembre scorso.
Di Fabrizio (del 18/12/2006 @ 09:37:46, in Italia, visitato 1445 volte)
OPERA NOMADI SEZIONE DI MILANO ONLUS
Lo sgombero di giovedì 14 Dicembre di una piccola comunità di rom rumeni in via
Ripamonti a Milano, riaccende le polemiche sulla presunta “emergenza nomadi” in
città.
Come in un “gioco delle parti”, i rappresentanti di Prefettura, Provincia,
Comune e Casa della Carità che fino a ieri sedevano insieme al tavolo
interistituzionale per disegnare le nuove politiche di accoglienza rivolte ai
rom, si dicono “sorpresi” o del blitz improvviso o delle conseguenze che ha
provocato, riposizionandosi attorno alle proprie sensibilità e al diverso modo
di considerare l’insieme della problematica.
In buona sostanza un “incidente di percorso”, che naturalmente non bisogna
ripetere, ma che lascia le cose così come sono, anche per il futuro.
Ma in cosa consistono le iniziative che “bollono in pentola”?
Da mesi, è in preparazione un Piano di Intervento Comunale che si fonda sulla
sottoscrizione di un “Patto di socialità e legalità” da parte delle comunità rom
e sinte, in cambio di una adeguata assistenza e ospitalità.
Le linee fondamentali del piano prevedono: la creazione di piccoli campi che non
superino le 100 – 150 presenze; il censimento per chi abbia titolo a rimanere in
Italia; aiuti umanitari affidati a gruppi di volontariato; la realizzazione di
una graduatoria dei regolari che saranno poi sistemati nei campi.
Campi che saranno gestiti attraverso un Regolamento che fissa alcuni impegni
essenziali, come l’obbligo di mandare i figli a scuola, inserirsi nel mondo del
lavoro, garantire la pulizia del territorio contro il degrado, “denunciare” le
situazioni di illegalità ecc.
Un percorso “ben chiaro” che assicuri vivibilità e sostegno, seguito da vicino
da associazioni del volontariato e forze dell’ordine, che coniughino sicurezza
con solidarietà.
Com’è ovvio, alcune di queste enunciazioni sono genericamente condivisibili o
quantomeno non esclusivamente riferibili ai rom in quanto tali, ma ai
comportamenti civili che dovrebbero tenere tutti i cittadini e le stesse
Istituzioni.
Altri aspetti, la maggior parte, andrebbero analizzati con più attenzione,
perché ripropongono un’idea stantia di assimilazione, controllo e
assistenzialismo, nel più completo immobilismo culturale.
L’idea di costruire “campi nomadi” (o villaggi della solidarietà) di 100 – 150
persone è, ad esempio, ormai ampiamente superata nella società, per la
consapevolezza degli insufficienti benefici che ne derivano e per il significato
di separazione sociale che li accompagnano, ma è anche respinta dalla
maggioranza delle stesse comunità rom e sinte che appena possono ne rifuggono.
Non si possono poi ignorare le modalità di partecipazione e condivisione del
progetto che i proponenti dichiarano essere la premessa per ogni intervento.
Di sicuro queste non riguardano i diretti interessati, cioè i rom, del tutto
ignari di quanto sopra, ma nemmeno l’arcipelago di piccole o grandi associazioni
che da anni se ne occupano sul territorio, ugualmente escluse anche se citate
per convenienza, che se vorranno continuare ad operare in questo settore
erogando servizi, dovranno sottostare alla medesima logica politica subalterna e
ricattatoria.
Un’ultima considerazione riguarda la presunta offerta di luoghi di ospitalità:
non ve ne sono, né di nuovi né all’orizzonte, nemmeno nell’area provinciale,
dove il rinnovamento politico dell’amministrazione aveva creato molte
aspettative.
Ente Morale DPR n. 347 del 26.3.1970
Via Archimede n. 13
20129 Milano
Tel 0284891841 - 3393684212
operanomadimilano@ tiscalinet.
it
C.F. 97056140151
Di Fabrizio (del 19/12/2006 @ 10:26:18, in Italia, visitato 1784 volte)
anonimomarullina è un blog che avevo già citato in passato per gli articoli
interessanti. Questa volta segnala un articolo curioso sui costumi dei Rom a
Roma.
“Non capisco perché chiedono l’elemosina, tanto lo sanno tutti che sono
ricchi! Hai visto che macchine che hanno?! Io vivo proprio vicino a un campo
zingari e vedo tanti ragazzini che si vestono con tutta roba di marca! …”.
Mi ribadisce la madre di un compagno di scuola di Zajko, un ragazzino rom
bosniaco (xoraxané) di quindici anni.
Zajko veste trendy, come la maggior parte dei suoi coetanei italiani. Ha
imparato a tra-vestirsi per mimetizzarsi tra i suoi coetanei gagé (non
zingari)...
Continua su
Novamag
Di Fabrizio (del 22/12/2006 @ 22:14:02, in Italia, visitato 1740 volte)
Ricevo da Luciano Muhlbauer
Cari/e
avrete saputo cosa è successo a Opera, dove sono state incendiate le tende
allestite per accogliere i rom sgomberati da via Ripamonti. E mi pare superfluo
argomentare la gravità di questi atti squadristi.
Sotto trovate una comunicazione proveniente da Opera, che invita a partecipare a
un pranzo di solidarietà domani 23 dicembre nell'area dove si sistemeranno i
rom. Per ora a Opera si stanno mobilitando la Casa della Carità e la Cgil, che
organizzano anche il pranzo di domani.
L'invito è quindi di far girare il più possibile questa nota e possibilmente di
partecipare all'iniziativa:
23 dicembre - ore 12.00
Opera - area dove verranno sistemate tende
da Milano in macchina: Via Ripamonti - SS 412 - prima uscita per Opera "Opera
centro" - alla prima rotonda, girare a destra.
Attenzione: ci dicono che potrebbero esserci presidi anti-rom da quelle parti.
un abbraccio
Luciano Muhlbauer
FATE GIRARE E PARTECIPATE GRAZIE
OPERA: MANIFESTAZIONE CONTRO IL CAMPO PROVVISORIO PER ROM:
INCENDIATE LE TENDE APPENA ALLESTITE
SABATO PARTECIPIAMO AL PRANZO AL CAMPO CON DON COLMEGNA
Ieri sera Opera è stata teatro di gravi manifestazioni xenofobe.
In seguito all' improvviso sgombero di un centinaio di cittadini rom ( tra cui
una trentina di bambini) dalle baracche di via Ripamonti, nello scorso fine
settimana erano stati avviati lavori per un campo provvisorio in territorio di
Milano al confine con il quartiere residenziale Noverasco di Opera, nelle
vicinanze di una casa di riposo.
Il Comune di Opera, che non era stato informato, ha segnalato che l' area non
era idonea e data l' emergenza umanitaria ha offerto la propria disponibilità ad
un protocollo di intesa con Prefettura, Provincia e Comune di Milano per creare
un campo provvisorio- per alcuni mesi- in un area in territorio di Opera
utilizzata per i circhi. La gestione è affidata allla Casa dell' accoglienza di
Don Colmegna che attualmente ospita una parte dei rom , mentre altri sono nel
dormitorio di viale ortles.
La Provincia è intervenuta immediatamente, ieri erano state montate le tende.
Ieri sera era previsto un consiglio comunale. Il Sindaco si è reso disponibile a
discutere ad inizio seduta del problema ma la discussione non è potuta avvenire
per il clima di forte tensione da parte del pubblico, sia nel palazzo comunale
che all' esterno, incitata da esponenti di destra e della lega .
Un numeroso gruppo si è recato al campo e poco dopo le tende sono state
incendiate. Quindi la via principale di attraversamento di opera è stata
bloccata dai manifestanti anche con una tenda messa di traverso che impediva il
passaggio ai pullman, mentre si minacciava di andare immediatamente sotto casa
del sindaco e di riprendere la protesta venerdì . Numerosi cittadini "comuni"
osservavano ed approvavano, l' arrivo delle telecamere di rai e tg 5 ha dato
nuovo impulso alle proteste. L' arrivo di ulteriori forze di polizia ha calmato
la situazione che si è normalizzata verso mezzanotte e mezza .
Nel frattempo l' amministrazione ha tenuto una riunione dei consiglieri di
maggioranza con l' arrivo di resenza di rappresentanti della Provincia (l' Ass.
Corso) e Don Colmegna .
Si è deciso innanzitutto di fare una iniziativa sabato 23, con un pranzo di
solididarietà nell' area del campo cui parteciperanno anche i rom, con l'
intenzione di favorendo il superamento dei pregiudizi .
Tutti coloro che vogliono partecipare all' insegna della nonviolenza e della
sono invitati.
E' importante sostenere quanti sono impegnati nel risolvere i problemi di questa
famiglie e respingere il crescere della xenofobia.
Per cortesia fate girare
Grazie
Di Fabrizio (del 23/12/2006 @ 10:14:02, in Italia, visitato 1729 volte)
Da
Agenzia AISE
ROMA\ aise\ - Si terrà il prossimo 11 gennaio la conferenza di presentazione
della Giornata Mondilae delle Migrazioni del 2007 incentrata sul tema "La
famiglia, parabola di comunione nella diversità". L’incontro, che inizierà alle
11 nella Sala Marconi della Radio Vaticana a Roma, sarà presieduto da S.E. Mons.
Lino Bortolo Belotti, Vescovo ausiliare di Bergamo e Presidente della
Commissione Episcopale per le Migrazioni (CEMI) e della Fondazione Migrantes.
A presentare il tema della Giornata sarà invece Mons. Piergiorgio Saviola,
Direttore Generale della Fondazione Migrantes, mentre Francesco Belletti,
Direttore del Centro Internazionale Studi sulla Famiglia, Docente Politica
Sociale e Sociologia della Famiglia Università Cattolica Milano, interverrà su
"La Famiglia nel mondo un valore per tutti".
Gli interventi saranno moderati da Mons. Claudio Giuliodori, Direttore
dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI.
Saranno presenti alla conferenza anche i Direttori Nazionali della Migrantes per
i cinque settori della mobilità umana (emigrati italiani, immigrati e profughi
in Italia, fieranti e circensi, rom e sinti, marittimi e aeroportuali). (aise)
Di Fabrizio (del 31/12/2006 @ 20:26:23, in Italia, visitato 3119 volte)
da
Il Giorno
INCENDIO IN PERIFERIA
A fuoco campo nomadi
Cinquanta roulotte bruciate
Un rogo è divampato alla periferia nord-est in via Triboniano e devastato un
terzo del campo 'storico' del capoluogo lombardo. Le fiamme sarebbero state
innescate da un fornello lasciato aperto
Milano, 31 dicembre 2006 - Sono occorse diverse ore ai vigili del fuoco per
spegnere l'incendio che è divampato, intorno alle 16.20, nel campo nomadi alla
periferia nord-est di Milano in via Triboniano. Si tratta del campo 'storico'
occupato da rom nel capoluogo lombardo, dove vivono dalle 600 alle 700 persone,
per lo più di nazionalità romena.
Un terzo del campo è andato distrutto: cinquanta roulotte sono state divorate
dalle fiamme; numerose bombole di gas sono esplose; un bambino è rimasto
lievemente intossicato dal fumo. Quando si sono alzate le fiamme, secondo le
stime dei soccorritori, all'interno dell'accampamento c'erano almeno 500
persone.
Dalle prime indagini emergerebbe che le fiamme sono state innescate da un
fornello lasciato inavvertitamente acceso all'interno di una delle roulotte e si
sono facilmente e rapidamente propagate, alimentate dal materiale altamente
infiammabile che si trovava sia all'interno che all'esterno dei ricoveri.
Secondo quanto si è appreso, una parte dei nomadi saranno ospitati nella
struttura della Protezione Civile di via Barzaghi (allestita per affrontare
l'emergenza freddo degli homeless), una parte nel vicino centro di accoglienza
di via Gorlini. Altri ancora andranno nel dormitorio di viale Ortles, nei posti
fino a due giorni fa occupati dai Rom sgomberati dal campo abusivo di via
Ripamonti e ospitati da ieri nelle tende allestite dalla Protezione Civile alle
porte di Opera.
Di Fabrizio (del 05/01/2007 @ 09:37:55, in Italia, visitato 1689 volte)
Mercoledì 3 gennaio: all'alba nuovo incendio in un campo nomadi in
provincia di Caserta. Sono morti due ragazzi: Cristina Mihalache aveva quindici anni, il suo compagno Nicolae Ihnunt sedici.
In questi periodi, ogni anno, le cronache riportano spesso notizie simili,
che a volte sfuggono nel panorama delle informazioni. D'altronde, è
un'inquietante normalità che bidonvilles di roulottes e baracche diventino
d'inverno trappole mortali. Proprio per questo, invito a rileggere - a mente
fredda - un articolo da
Rom
Sinti @ Politica, scritto poco prima dell'ultimo (?) incendio.
La "normalità". A chi NON
conviene?
Non per caso voglio dare inizio a questo blog per l’anno 2007 con deprimenti
riflessioni e penose critiche per quando accade a Rom e Sinti in Italia.
Dal 2 al 31 dicembre 2006 sono quattro gli incendi avvenuti nei campi nomadi
e sono solo quelli di cui siamo venuti a conoscenza.
Ma non è ancora arrivato il momento per noi rom e sinti di avere il diritto di
vivere?
1 - Roma, 2 dicembre 2006: incendio al campo nomadi. Morti due giovani.
Le fiamme distruggono un prefabbricato in un campo nomadi di Roma Il difettoso
funzionamento di una stufetta all’origine della tragedia. Due le vittime, due
giovani Rom di 17 e 16 anni che si erano sposati da circa un mese. Prima di
morire avvolto dalle fiamme dell’incendio, il giovane Sasha è riuscito a salvare
i genitori e tre nipoti di 9 mesi, 8 e 18 anni.
2 -Lana all'Adige (BZ) 13 Dicembre 2006:bruciano le case per i Sinti.
Due dei quattro nuovi edifici prefabbricati dell'area per Sinti Italiani in
costruzione di Lana all'Adige, in provincia di Bolzano, sono stati incendiati da
ignoti la notte del 13 dicembre. Secondo i carabinieri, per innescare il fuoco
sarebbe stato utilizzato un rotolo di lana di vetro, cosa che fa propendere per
l'origine dolosa del grave episodio.
3 - Opera (MI) 23 Dicembre 2006: bruciate le tende dei rom Proteste per
allestimento campo nomadi.
Molto più di una protesta quella scoppiata ad Opera, nel Milanese contro la
creazione di un campo nomadi in un'area del comune. Circa 400 cittadini hanno
interrotto il consiglio comunale per protesta e poco prima le tende, posizionate
dalla protezione civile per ospitare i rom, sono state date alle fiamme. Accanto
alle tende bruciate sono state trovate alcune taniche di benzina.
4 - Milano 31 dicembre 2006: incendio al campo nomadi.
I vigili del fuoco di Milano sono riusciti, dopo due ore di lavoro, a
circoscrivere l'incendio che e' divampato in un campo nomadi di Milano, in cui
vivono circa 700 persone. Le fiamme si sarebbero sprigionate da un fornello
lasciato inavvertitamente acceso in una roulotte.
Queste sciagure, di cui molto superficialmente la stampa ha dato informazione,
continuano a causare sofferenze alla minoranza rom/sinta, continuano a segnare
la nostra drammatica storia, dandoci la percezione che per noi non è
possibile costruire un futuro diverso.
Avrei voluto vedere una maggiore consapevolezza sul piano politico, avrei voluto
che da questa consapevolezza si fosse avviato un percorso globale per una
politica sociale nel rispetto della persona anche se rom o sinta.
Purtroppo quando le vittime di queste disgrazie siamo noi rom e sinti, tutto
viene vissuto e visto con altri occhi :
... non si sentono i pianti dei nostri bambini...
... non si sentono le urla e la disperazione di donne e uomini che perdono tutto
ciò che avevano...
...non si vedono i vecchi che faticano a mettersi in salvo….,
ma anche se noi rom e sinti siamo diversi, soffriamo e ci disperiamo come
qualsiasi altra persona: purtroppo chi ha il potere di decidere della
nostra vita e del nostro destino e, spesso, anche coloro che ci sostengono e ci
difendono, ci vedono con quegli stessi occhi.
Fortunatamente troviamo anche persone solidali con noi, ma non possiamo
sottovalutare che chi non è rom o sinto, è cresciuti dall’altra parte della
barricata, è cresciuto con i pregiudizi degli adulti, ha sentito parole
denigranti nei nostri confronti e, spesso, le sue buone intenzioni ed azioni
sono dettate più dalla indispensabile solidarietà umana che dalla giustizia di
cui ognuno ha diritto.
E mentre le povere pseudo abitazioni scompaiono nelle fiamme degli incendi e le
condizioni di vita di Rom e Sinti peggiorano gravemente, da qualche parte c’è
chi protesta perché ritiene che si usino “corsie preferenziali e privilegi” a
favore di rom e sinti, come riportato dal quotidiano il Mattino di Padova
(articolo allegato al termine di questo post).
Nel momento in cui si cerca di affrontare la problematica dell’habitat,
allora la politica scende in campo e si ricorda che esistiamo anche noi, la
questione diventa oggetto di scontro politico e di strumentalizzazioni:
ognuno dei partiti del centro destra si scatena sperando di accrescere il
proprio bacino elettorale con forti opposizioni e dubbi: "preferenze ai
nomadi!.. acrobazie da circo dell’autocostruzione!...ghetto di serie C!.."
A queste proteste il centro sinistra, (come si legge nell’articolo) quasi si
difende timidamente contestando al centro destra di aver fatto peggio
nell’investimento di fabbricati poi buttati via, dichiarando con una certa
soddisfazione che dopo cinque anni il numero dei sinti ereditato dal centro
destra si è ridotto della metà. Chissà dove sono finiti gli altri!
Più volte abbiamo scritto in questo blog che la questione dell’habitat
dovrebbe essere invece affrontata con serietà e competenza, non solo per il
bene dei rom e sinti ma per l’intera comunità, altrimenti come l’attuale
centro sinistra accusa di aver sperperato denaro pubblico per i fabbricati,
domani sarà il centro destra ad accusare l’avversario politico per la
costruzione del “villaggio della speranza” e ….i rom e sinti continueranno a
sperare.
E’ possibile che quando si tratta di decidere della vita e del futuro di
noi rom e sinti, oltre ad essere esclusi a tutti i livelli si riesca SOLO a
produrre progetti di segregazione e di separazione?
E’ possibile che per noi Rom e Sinti per risolvere la problematica
abitativa si riesca SOLO a progettare soluzioni di segregazione e di
separazione come: “campi nomadi” (quindi segregati e separati) oppure
a “villaggi” con nomi più o meno fantasiosi (quindi segregati e
separati) oppure “microaree a dimensione familiare” più o meno carini,
puliti, ecc. (ma sempre segregati e separati)?
E’ possibile che in Italia per noi Rom e Sinti NON si riesca a progettare
“LA NORMALITA’”, nel rispetto della diversità culturale, cioè
L’UGUAGLIANZA delle OPPORTUNITA’ nel rispetto delle RECIPROCHE DIFFERENZE
CULTURALI?
Se qualche milione di immigrati, in Italia da diversi anni, provenienti
da oltre 150 paesi del mondo con 150 culture diverse, riescono ad ottenere
riconoscimenti politici ed istituzionali per usufruire di corrette politiche
sociali per migliorare la loro condizione di vita ed il futuro, perché
NON è possibile fare altrettanto per noi Rom e Sinti?
Molti daranno la colpa al pregiudizio. E’ giusto attribuire responsabilità al
pregiudizio contro Rom e Sinti, ma non è sufficiente per giustificare la sempre
più disastrosa condizione di poco più di un centinaio di migliaia di Rom e Sinti.
Non sarebbe più facile e semplice rispettare ed applicare le norme ed i
principi anche per le minoranze Rom e Sinti?
Sembra proprio di NO.
Riporto integralmente articolo dal Mattino di Padova:
“ Insorge la casa delle liberta. Una corsia preferenziale anche ai nomadi”
Il Villaggio della speranza per sinti all’ex Foro Boario di Corso Australia
ha scatenato il centro destra.
Il consigliere Antonio Foresta (UDC) contesta la delibera approvata giovedi
dalla giunta “ forse Sinigaglia insegue la Ruffini, restano dubbi tanto dal
punto di vista urbanistico, quando sulle acrobazie da circo dell’autocostruzione
degli undici alloggi. Di certo, così si finisce per realizzare un ghetto di
serie C.”
Mariella Mazzetto (Lega) ricorda di aver interrogato inutilmente il vice sindaco
, bollato come “cattocomunista che fa del male alla città” mentre Zanonato & C.
diventano “compagni che sbagliano”.
Per il Carroccio ai Sinti vengono offerte “corsie preferenziali e privilegi” al
contrario dei padovani “normali” che attendono inutilmente l’assegnazione di un
alloggio.
E’ anche la tesi di Domenico Menorello (Forza Italia): “ è il terzo caso
conclamato. Prima è toccato ai domiciliati in Via Anelli. Poi agli occupanti le
case ATER. E ora anche ai presunti nomadi di via Tassinari saltano ogni
graduatoria.”
Un attacco concentrico. Gabriele Zanon, consigliere regionale di An, ricorda: “
Ho presentato una interrogazione circostanziata per avere la documentazione dai
servizi sociali del Comune sulla situazione dei campi nomadi.”
Sinigaglia, da parte sua, replica così: “ Nel 2001 gli assessori Saia e
Menorello hanno investito 200 mila euro per i prefabbricati di Via Longhin che
noi abbiamo dovuto buttare via. Dalla giunta del Polo abbiamo ereditato 220
nomadi. Oggi sono meno della metà”. E comunque tra i Sinti di Via Tassinari 19
sono padovani, residenti, con cognomi come Pavan o Pierobon. Ci sono 12 minori,
di cui 8 frequentano le scuole.
Sono deluso e amareggiato: si tratta di una integrazione nella sicurezza che
dovrebbe essere condivisa da tutti.”
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