Mercoledì 3 gennaio: all'alba nuovo incendio in un campo nomadi in
provincia di Caserta. Sono morti due ragazzi: Cristina Mihalache aveva quindici anni, il suo compagno Nicolae Ihnunt sedici.
In questi periodi, ogni anno, le cronache riportano spesso notizie simili,
che a volte sfuggono nel panorama delle informazioni. D'altronde, è
un'inquietante normalità che bidonvilles di roulottes e baracche diventino
d'inverno trappole mortali. Proprio per questo, invito a rileggere - a mente
fredda - un articolo da
Rom
Sinti @ Politica, scritto poco prima dell'ultimo (?) incendio.
La "normalità". A chi NON
conviene?
Non per caso voglio dare inizio a questo blog per l’anno 2007 con deprimenti
riflessioni e penose critiche per quando accade a Rom e Sinti in Italia.
Dal 2 al 31 dicembre 2006 sono quattro gli incendi avvenuti nei campi nomadi
e sono solo quelli di cui siamo venuti a conoscenza.
Ma non è ancora arrivato il momento per noi rom e sinti di avere il diritto di
vivere?
1 - Roma, 2 dicembre 2006: incendio al campo nomadi. Morti due giovani.
Le fiamme distruggono un prefabbricato in un campo nomadi di Roma Il difettoso
funzionamento di una stufetta all’origine della tragedia. Due le vittime, due
giovani Rom di 17 e 16 anni che si erano sposati da circa un mese. Prima di
morire avvolto dalle fiamme dell’incendio, il giovane Sasha è riuscito a salvare
i genitori e tre nipoti di 9 mesi, 8 e 18 anni.
2 -Lana all'Adige (BZ) 13 Dicembre 2006:bruciano le case per i Sinti.
Due dei quattro nuovi edifici prefabbricati dell'area per Sinti Italiani in
costruzione di Lana all'Adige, in provincia di Bolzano, sono stati incendiati da
ignoti la notte del 13 dicembre. Secondo i carabinieri, per innescare il fuoco
sarebbe stato utilizzato un rotolo di lana di vetro, cosa che fa propendere per
l'origine dolosa del grave episodio.
3 - Opera (MI) 23 Dicembre 2006: bruciate le tende dei rom Proteste per
allestimento campo nomadi.
Molto più di una protesta quella scoppiata ad Opera, nel Milanese contro la
creazione di un campo nomadi in un'area del comune. Circa 400 cittadini hanno
interrotto il consiglio comunale per protesta e poco prima le tende, posizionate
dalla protezione civile per ospitare i rom, sono state date alle fiamme. Accanto
alle tende bruciate sono state trovate alcune taniche di benzina.
4 - Milano 31 dicembre 2006: incendio al campo nomadi.
I vigili del fuoco di Milano sono riusciti, dopo due ore di lavoro, a
circoscrivere l'incendio che e' divampato in un campo nomadi di Milano, in cui
vivono circa 700 persone. Le fiamme si sarebbero sprigionate da un fornello
lasciato inavvertitamente acceso in una roulotte.
Queste sciagure, di cui molto superficialmente la stampa ha dato informazione,
continuano a causare sofferenze alla minoranza rom/sinta, continuano a segnare
la nostra drammatica storia, dandoci la percezione che per noi non è
possibile costruire un futuro diverso.
Avrei voluto vedere una maggiore consapevolezza sul piano politico, avrei voluto
che da questa consapevolezza si fosse avviato un percorso globale per una
politica sociale nel rispetto della persona anche se rom o sinta.
Purtroppo quando le vittime di queste disgrazie siamo noi rom e sinti, tutto
viene vissuto e visto con altri occhi :
... non si sentono i pianti dei nostri bambini...
... non si sentono le urla e la disperazione di donne e uomini che perdono tutto
ciò che avevano...
...non si vedono i vecchi che faticano a mettersi in salvo….,
ma anche se noi rom e sinti siamo diversi, soffriamo e ci disperiamo come
qualsiasi altra persona: purtroppo chi ha il potere di decidere della
nostra vita e del nostro destino e, spesso, anche coloro che ci sostengono e ci
difendono, ci vedono con quegli stessi occhi.
Fortunatamente troviamo anche persone solidali con noi, ma non possiamo
sottovalutare che chi non è rom o sinto, è cresciuti dall’altra parte della
barricata, è cresciuto con i pregiudizi degli adulti, ha sentito parole
denigranti nei nostri confronti e, spesso, le sue buone intenzioni ed azioni
sono dettate più dalla indispensabile solidarietà umana che dalla giustizia di
cui ognuno ha diritto.
E mentre le povere pseudo abitazioni scompaiono nelle fiamme degli incendi e le
condizioni di vita di Rom e Sinti peggiorano gravemente, da qualche parte c’è
chi protesta perché ritiene che si usino “corsie preferenziali e privilegi” a
favore di rom e sinti, come riportato dal quotidiano il Mattino di Padova
(articolo allegato al termine di questo post).
Nel momento in cui si cerca di affrontare la problematica dell’habitat,
allora la politica scende in campo e si ricorda che esistiamo anche noi, la
questione diventa oggetto di scontro politico e di strumentalizzazioni:
ognuno dei partiti del centro destra si scatena sperando di accrescere il
proprio bacino elettorale con forti opposizioni e dubbi: "preferenze ai
nomadi!.. acrobazie da circo dell’autocostruzione!...ghetto di serie C!.."
A queste proteste il centro sinistra, (come si legge nell’articolo) quasi si
difende timidamente contestando al centro destra di aver fatto peggio
nell’investimento di fabbricati poi buttati via, dichiarando con una certa
soddisfazione che dopo cinque anni il numero dei sinti ereditato dal centro
destra si è ridotto della metà. Chissà dove sono finiti gli altri!
Più volte abbiamo scritto in questo blog che la questione dell’habitat
dovrebbe essere invece affrontata con serietà e competenza, non solo per il
bene dei rom e sinti ma per l’intera comunità, altrimenti come l’attuale
centro sinistra accusa di aver sperperato denaro pubblico per i fabbricati,
domani sarà il centro destra ad accusare l’avversario politico per la
costruzione del “villaggio della speranza” e ….i rom e sinti continueranno a
sperare.
E’ possibile che quando si tratta di decidere della vita e del futuro di
noi rom e sinti, oltre ad essere esclusi a tutti i livelli si riesca SOLO a
produrre progetti di segregazione e di separazione?
E’ possibile che per noi Rom e Sinti per risolvere la problematica
abitativa si riesca SOLO a progettare soluzioni di segregazione e di
separazione come: “campi nomadi” (quindi segregati e separati) oppure
a “villaggi” con nomi più o meno fantasiosi (quindi segregati e
separati) oppure “microaree a dimensione familiare” più o meno carini,
puliti, ecc. (ma sempre segregati e separati)?
E’ possibile che in Italia per noi Rom e Sinti NON si riesca a progettare
“LA NORMALITA’”, nel rispetto della diversità culturale, cioè
L’UGUAGLIANZA delle OPPORTUNITA’ nel rispetto delle RECIPROCHE DIFFERENZE
CULTURALI?
Se qualche milione di immigrati, in Italia da diversi anni, provenienti
da oltre 150 paesi del mondo con 150 culture diverse, riescono ad ottenere
riconoscimenti politici ed istituzionali per usufruire di corrette politiche
sociali per migliorare la loro condizione di vita ed il futuro, perché
NON è possibile fare altrettanto per noi Rom e Sinti?
Molti daranno la colpa al pregiudizio. E’ giusto attribuire responsabilità al
pregiudizio contro Rom e Sinti, ma non è sufficiente per giustificare la sempre
più disastrosa condizione di poco più di un centinaio di migliaia di Rom e Sinti.
Non sarebbe più facile e semplice rispettare ed applicare le norme ed i
principi anche per le minoranze Rom e Sinti?
Sembra proprio di NO.
Riporto integralmente articolo dal Mattino di Padova:
“ Insorge la casa delle liberta. Una corsia preferenziale anche ai nomadi”
Il Villaggio della speranza per sinti all’ex Foro Boario di Corso Australia
ha scatenato il centro destra.
Il consigliere Antonio Foresta (UDC) contesta la delibera approvata giovedi
dalla giunta “ forse Sinigaglia insegue la Ruffini, restano dubbi tanto dal
punto di vista urbanistico, quando sulle acrobazie da circo dell’autocostruzione
degli undici alloggi. Di certo, così si finisce per realizzare un ghetto di
serie C.”
Mariella Mazzetto (Lega) ricorda di aver interrogato inutilmente il vice sindaco
, bollato come “cattocomunista che fa del male alla città” mentre Zanonato & C.
diventano “compagni che sbagliano”.
Per il Carroccio ai Sinti vengono offerte “corsie preferenziali e privilegi” al
contrario dei padovani “normali” che attendono inutilmente l’assegnazione di un
alloggio.
E’ anche la tesi di Domenico Menorello (Forza Italia): “ è il terzo caso
conclamato. Prima è toccato ai domiciliati in Via Anelli. Poi agli occupanti le
case ATER. E ora anche ai presunti nomadi di via Tassinari saltano ogni
graduatoria.”
Un attacco concentrico. Gabriele Zanon, consigliere regionale di An, ricorda: “
Ho presentato una interrogazione circostanziata per avere la documentazione dai
servizi sociali del Comune sulla situazione dei campi nomadi.”
Sinigaglia, da parte sua, replica così: “ Nel 2001 gli assessori Saia e
Menorello hanno investito 200 mila euro per i prefabbricati di Via Longhin che
noi abbiamo dovuto buttare via. Dalla giunta del Polo abbiamo ereditato 220
nomadi. Oggi sono meno della metà”. E comunque tra i Sinti di Via Tassinari 19
sono padovani, residenti, con cognomi come Pavan o Pierobon. Ci sono 12 minori,
di cui 8 frequentano le scuole.
Sono deluso e amareggiato: si tratta di una integrazione nella sicurezza che
dovrebbe essere condivisa da tutti.”