Senza voce? L’importanza della partecipazione dei rom a livello locale
Di Fabrizio (del 11/12/2006 @ 10:01:20, in Italia, visitato 1967 volte)
Un contributo che arriva da
una riflessione su diritti e sul concetto di
minoranza e territorio, che presto farà parte di un libro. Riporto l'inizio,
l'articolo completo si può scaricare
qui in formato .pdf (10
pagine)
Le popolazioni rom
sono una “galassia di minoranze” (Dell’Agnese, Vitale, 2006), non possiedono una
stessa storia, né tantomeno condividono una cultura fortemente omogenea, né
un’unica religione. E’ difficile stimare quante persone appartengano a questa
galassia di minoranze. Si parla di dodici-quindici milioni di persone in tutto
il mondo, di cui la maggior parte vive in Europa (dai 7.200.000 ai 8.700.000):
il 60-70% nei paesi dell’Est ed il 15-20% in Spagna e Francia. Come sostiene
Elena dell’Agnese i rom sono un “mosaico di frammenti etnici”. Non sono una
minoranza “territoriale”, ma una “minoranza diffusa”, dispersa e transnazionale.
Alla scala transnazionale, questo significa che la non riconducibilità ad una
nazione, anche se “Altra”, fa di rom e sinti degli individui privi di
cittadinanza, e quindi privi di diritti. Alla scala nazionale, i rom e i sinti
acquisiscono diritti de jure esclusivamente come individui, quando sono
riconosciuti cittadini di uno stato (e risultano quindi “territorializzati”,
almeno a questa scala). Non hanno invece diritti in quanto “minoranza”, perché
non sono riconducibili ad una appartenenza territoriale. Per quanto riguarda
l’Italia, a dire il vero, la Costituzione non discrimina fra minoranze
territoriali e minoranze diffuse; infatti, l’articolo 6 detta che: “La
Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”, senza
specificare se siano territoriali, diffuse o addirittura “nuove” (di recente
immigrazione). Tuttavia, l’applicazione dell’articolo 6 è stata piuttosto lenta
e il dibattito interno ha visto prevalere proprio le posizioni “territorialiste”.
La legge 482 del 15 dicembre 1999 “Norme in materia di tutela delle minoranze
linguistiche storiche”, infatti, esclude nel dettato le nuove minoranze (che,
appunto, non sono “storiche”) e non nomina in alcun modo le comunità rom. Eppure
in Italia rom e sinti sono numerosi, fra le 130000 e le 150000 persone, poco più
del due per mille dell’intera popolazione italiana (sono dunque più numerosi dei
componenti di alcune altre minoranze, anche se rimangono probabilmente “la più
bassa percentuale di tutta Europa”). Circa la metà, 70.000 persone, hanno la
cittadinanza italiana (giunti in Italia dal 1400 fino al 1950 circa), mentre i
restanti 50.000 sono extracomunitari (provenienti soprattutto dalla Jugoslavia e
dalla Romania) o in misura minore cittadini comunitari (provenienti dalla Spagna
e dalla Francia).
continua
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Le diverse scale
dell’azione pubblica
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Per una pragmatica del
trattamento istituzionale dei rom
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Bolzano, Firenze e
Milano
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Tabella 1: Opinioni dei
rom/sinti sui campi
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Tabella 2: Preferenze e
aspettative
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Tabella 3: Relazioni con
gli abitanti delle zone limitrofe
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Bibliografia
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