Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/06/2009 @ 14:23:52, in scuola, visitato 1388 volte)
15:32 - CRONACA- 15 GIU 2009 Così la comunità di Sant'Egidio ha portato a scuola 30 bambini
Roma, 15 giu. (Apcom) - Una borsa di studio di 100 euro al mese destinata
a ogni bambino che frequenta la scuola con regolarità. Poche e semplici regole:
non superare le tre assenze ingiustificate al mese, partecipare alle attività
extrascolastiche, incluse le gite, e niente accattonaggio. Così a Roma la
comunità di Sant'Egidio ha recuperato 30 bambini rom, di famiglie originarie
della ex Jugoslavia. Il progetto, partito dal campo di via dei Gordiani e da
un centro di accoglienza della Comunità, si è via via esteso ad altri
insediamenti, coinvolgendo 42 bambini in tutto. Il progetto è stato presentato
questa mattina dal presidente della comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo e
dal direttore generale del dipartimento immigrazione del ministero del Welfare,
Giuseppe Silveri. L'iniziativa, ha spiegato Impagliazzo, è partita a settembre e
punta sulla responsabilizzazione dei genitori che non solo devono garantire la
regolare frequenza del figlio, ma partecipare attivamente, presentandosi spesso
a scuola per parlare con gli insegnanti. I risultati, ha sottolineato, sono
stati sorprendenti: la maggior parte dei genitori ha usato i soldi per
acquistare quaderni e materiale scolastico. Su 42, solo 12 bambini non hanno
rispettato le regole e non hanno ottenuto la borsa, vale a dire solo uno su
quattro. Quasi tutti i bambini coinvolti sono stati inseriti nella scuola
elementare Iqbal Masih; ma anche altre 5 scuole primarie sono state coinvolte,
con l'inserimento di 7 bambini. "Questo è un progetto esemplare con un successo
evidente - ha sottolineato Silveri - spiegando che è stato il ministero del
Welfare a finanziare l'iniziativa con i fondi destinati all'integrazione. Già il
Comune di Napoli e quello di Milano - ha aggiunto - hanno mostrato interesse per
il progetto". Il costo dell'operazione è stato 134mila euro, ha spiegato
Impagliazzo. Una cifra, ha sottolineato, piuttosto contenuta a fronte dei
risultati ottenuti. "Ma la cosa più importante - ha aggiunto - è che il progetto
è replicabile anche con operatori non della Comunità di Sant'Egidio. Il problema
di molti progetti di inserimento scolastico - ha continuato - è che puntano
tutto sull'inserimento e poi trascurano la frequenza. Negli ultimi anni sono
cresciute molto le iscrizioni a scuola. Ma su 17.500 minori rom e sinti in
Italia, solo 219 sono quelli iscritti alle superiori. Li perdiamo per strada.
Questa iniziativa premia la frequenza, investendo tutto sulla continuità".
Coinvolgendo e responsabilizzando la famiglia nella scolarizzazione del bambino
- ha proseguito Impagliazzo - si mettono le basi per l'integrazione. Il
risultato è un circolo virtuoso, che ci ha permesso di organizzare feste di
quartiere a cui hanno partecipato famiglie italiane e rom, che si sono svolte
senza alcun problema di razzismo. Quello che ci auguriamo ora è che diverse
amministrazioni locali seguano l'esempio, adottando questo modello". "I soldi ci
sono", ha sottolineato Silveri: "Le amministrazioni comunali - ha spiegato -
hanno a disposizione i fondi erogati dal ministero del Welfare agli enti locali
proprio per questo tipo di progetti". Ma dove i municipi manterranno i cordoni
della borsa troppo stretti, la Comunità, ha annunciato Impagliazzo, lancerà
"l'adozione a distanza": "Oggi noi - ha spiegato - seguiamo 8mila adozioni a
distanza nei Paesi dell'Africa e dell'America Latina. Proporremo alle famiglie
di buona volontà di fare altrettanto per bambini meno distanti, ma che hanno
altrettanto bisogno: chiederemo di adottare un bambino rom, per permettergli di
andare a scuola".
Di Fabrizio (del 19/06/2009 @ 09:16:25, in scuola, visitato 1910 volte)
Ricevo da Maria Gabriella De Luca presidente
dell'Associazione "Terra di Confine" Onlus di Catanzaro
Vi voglio raccontare una storia, non è semplice da raccontare, forse più che
una storia voglio provare a far capire come è difficile, complicato e spesso
doloroso, occuparsi del popolo rom... quanti se, quanti ma, quante incertezze...
in questi giorni ho vissuto una vicenda che mi ha fatto star male, che ha messo
in discussione il mio impegno, che ha vanificato il mio lavoro, che mi è cascata
fra capo e collo senza che nemmeno me ne rendessi conto... perché io purtroppo
vivo in un mondo parallelo dove quello che conta è l’essere umano senza alcuna
distinzione, dove vuoi per gli altri quello che desideri per te e tratti i figli
degli altri come fossero i tuoi figli.
Bando ai preamboli... Quest’anno dopo 9 anni di progetti all’interno della
scuola ma soprattutto di grande impegno nel settore della scolarizzazione dei
bambini rom e nella lotta all’emarginazione, all’analfabetismo e alla
dispersione scolastica, mi ritrovo di colpo fuori da questo canale che
rappresentava per me e per l’associazione "Terra di Confine" l’unica
gratificazione economica, benché misera e non rispettosa del mia
professionalità. L’unica sicurezza che mi permetteva di affrontare il mio
impegno e portarlo avanti pur fra tante difficoltà, avendo un ruolo ben preciso
all’interno di una scuola che purtroppo non ha mai accettato me nella stessa
misura in cui non accetta i bambini rom.
Quest’anno il Vice-Presidente della Giunta Regionale il prof. Domenico Cersosimo
ha deciso di modificare la Legge Regionale 27/85, dando titolarità solo alle
scuole di presentare i progetti, tutto ciò ha permesso al 4° Circolo Didattico
di Catanzaro di considerare poco appetibili la mia collaborazione e la mia
professionalità nei confronti di una "minoranza" di bambini, come quella dei
bambini rom.
La mia posizione non è mai stata facile, mai improntata al dialogo e alla
collaborazione, fra chi ha ritenuto sufficiente aprire le porte della scuola e
far entrare anche i bambini rom nelle classi, facendo ricadere gli insuccessi e
la mancata integrazione sugli stessi, quasi come se fosse una tara ereditaria,
facendo pagare ai figli le colpe dei propri padri e dei propri avi; e chi invece
lotta da sedici anni a fianco di questo popolo e soprattutto dei più piccoli, in
un cammino che li vede protagonisti e attori del proprio cambiamento, nel pieno
rispetto di una umanità che va aldilà di qualsiasi senso di appartenenza.
So che prima di decidere le modifiche apportate alla legge sono stati ascoltati
i rappresentanti della scuola, io ritengo che era un dovere morale ascoltare
anche l’altra parte, le associazioni. Sono convinta e sicura che lo strapotere
dato alla scuola non porterà a cambiamenti positivi, soprattutto nei confronti
dei soggetti più deboli: rom, stranieri e diversabili. Una scuola che si ritiene
"onnipotente" deve avere al suo interno professionalità, competenze e
soprattutto una umanità vera e manifesta, di cui purtroppo le nostre scuole sono
carenti. Se il pensiero alla base dei cambiamenti era quello di evitare gli
sperperi inutili dovuti ai cosiddetti "finanziamenti a pioggia", il clientelismo
alla base di certe logiche di potere, ma soprattutto creare "rete" e "coesione"
fra le scuola, nutro seri dubbi che tutto ciò avverrà.
Fuori dalla scuola decido di impegnare tutte le energie all’interno
dell’accampamento nella Scuoletta Arcobaleno, anche perché amaramente mi rendo
conto che la scuola non accetta la mia mediazione, anzi a volte ho l’impressione
che sia addirittura controproducente, mi ritrovo come si suol dire "tra
l’incudine e il martello"... a settembre 2008, fra le tante cose, inizio un
percorso di scolarizzazione con una ragazza di 22 anni, mai andata a scuola. Con
lei decidiamo di affrontare questa sfida, provare ad arrivare alla licenza
media. Non è facile, anzi è durissima, ma lei è tenace, affronta le difficoltà,
si mette in gioco... quante difficoltà, tradurre in italiano per lei che ha
sempre parlato e pensato in dialetto è stata una vera impresa, memorizzare le
tabelline che incubo! Ma alla fine era riuscita ad imparare a leggere e
comprendere, a scrivere quasi correttamente sotto dettatura, a fare le quattro
operazioni. Sicuramente non è tanto, certamente non si può parlare di una
preparazione di 5° elementare, ma per lei... per noi... è tanto... è quasi un
miracolo. A questo punto bisogna affrontare l’ultimo ostacolo gli esami. Vado a
parlare con la dirigente del IV Circolo, spiego che la ragazza non frequenterà
la scuola pubblica, che continueremo a prepararla per prendere la licenza media,
che forse potrà servirle per frequentare un corso di formazione a bassa
scolarizzazione. Spiego inoltre che tutto questo potrà essere un punto di
partenza per i tanti ragazzi che in accampamento sono completamente analfabeti,
che questa esperienza potrà essere di stimolo per gli altri... spiego tutto e
penso di essere capita ed ascoltata... giovedì 11 e venerdì 12 la ragazza
sostiene gli esami di idoneità alla scuola media (così si chiamano adesso), la
accompagno e mi rendo conto che il clima non è dei migliori, conosco tutte le
insegnanti di commissione e capisco che sono molto mal disposte, continuo
comunque a sperare... e invece ieri mattina tutto è svanito di fronte ai
risultati affissi sul portone... la ragazza è stata bocciata!!! Perché?
Perché??? Me lo chiedo e non so darmi una risposta, e soprattutto non so darmi
pace. Tanto ci sarebbe ancora da dire, ad esempio sui livelli di
scolarizzazione, a dir poco inadeguati, dei bambini rom che frequentano quella
scuola e che comunque continuano ad essere promossi, ma il discorso sarebbe
troppo lungo... una sola certezza mi resta che anche questa volta riuscirò a
ricostruire dalle macerie...
Di Fabrizio (del 22/07/2009 @ 09:17:39, in scuola, visitato 1385 volte)
Segnalazione di Demetrio Gomez da
Baxtalo's Blog
PROYECTO YANKOVICH
Da qualche tempo e grazie a queste famose reti sociali -viva l'era digitale!-
mi sono messo in contatto con Zadziro Yankovich, un Rrom del Cile.
Zadziro Yancovich, Rrom del Cile, creatore del PROYECTO
YANCOVICH
E' stato emozionante per il poco contatto che noi Rrom europei abbiamo
con i fratelli di altri continenti, però è stato ancora più emozionante rendersi
conto che ci muovevano idee ed interessi comuni. E' stato l'inizio di una buona
amicizia e di alcune conversazioni su come regolare il mondo e -perché no?-
di raccontarci alcune tra le nostre frustrazioni ed idee. In questo periodo mi
ha anche comunicato che attualmente la sua grande motivazione era lavorare con i
bambini rrom del suo accampamento per evitare la perdita della Lingua Rromaní (Rromani
Chib), nello stesso compito collaborano con Zadziro, Titino Nicolich e Vielka
Araya.
Per arrivare a capo di questa idea, con molta pazienza e prendendo molto
tempo che avanza dal suo impiego e dal tempo libero, ha elaborato alcune
tabelle, molto grafiche e di facile maneggio, per poterle utilizzare in una
piccola scuola dove alcune persone con tanta volontarietà devono alfabetizzare
questi bambini.
Titino Nicolich, Collaboratore del Proyecto Yankovich e
Presidente della Union Romane de Chile
Durante il tempo rubato da altri compiti, aiuta a completare queste tabelle e
a cercare di migliorarle quanto possibile, cosicché altri Rrom che parlano
rromaní (Lolo, Ranchi, Israel, Robert ed altri) diano il loro apporto,
arricchendo e rendendo più grande questo progetto nominato PROYECTO
YANKOVICH.
Vielka Araya, collaboratrice del Proyecto Yankovich e
professoressa nella scuola
La lingua rromaní, come succede a tutte le lingue e soprattutto con questa
così estesa nel mondo, ha differenti dialetti, nessuno migliore o peggiore
dell'altro, semplicemente differenti, per cui possono esserci differenze senza
che si stia parlando di lingue differenti. La variante che parla Yankovich è lo
Xorajai, dovremmo risalire alle migrazioni dei Rom dall'Europa dell'Est verso il
Cile per trovarne la radice e non nego che lo si faccia in altre pagine di
questo Blog, anche se come ho già detto che qui ci focalizzeremo sulle questioni
collegate alla lingua, per qualsiasi cosa potete aggiungere dei commenti [...].
Questa varietà di dialetti, costumi, musiche... conformano questo mosaico così
ricco e bello che rappresenta la cultura rrom, ed il rispetto di questa propria
diversità interna rinforza anche il sentimento di ROMIPEN (identità rrom).
Ricordiamoci sempre che la nostra diversità è la nostra ricchezza, AMARI
VERVERIPEN SI AMARI BARBALIPEN.
Questa pagina non è chiusa, è viva e aperta ai vostri commenti ed apporti,
perché la cultura è qualcosa di universale che scaturisce naturalmente, ed è
sempre fresca e cangiante per saziare la nostra sete di conoscenza ed umanità.
Per questo non mi allargherò oltre e vi lascio con gli aggiornamenti settimanali
dove prenderemo contatto con una lingua ed una cultura millenaria, che però non
è un fossile né un museo di esotismi passati. La lingua e la cultura sono vive,
crescendo trasformandosi e adattandosi senza fine, perché al contrario
spariremmo.
(Come specificato sopra, i testi e le tabelle che seguono si riferiscono
alla variante Xorajai del Rromaní. Cliccare sulle icone per vedere la tabella a
grandezza naturale. I testi sono mantenuti in spagnolo castigliano ndr)
1ª PORTATA
2ª PORTATA
PRONOMBRES PERSONALES
me – tu
vov – el
voj – ella
ame – nosotros/as
tume – vosotros/as
von – ellos/as
en forma acusativa:
man – me, a mi
tut – te, a ti
les – le, a el
la – la, a ella
amen – nos, a nosotros
tumen – os, a vosotros
len – les, a ellos
Dativo
mange – para mi
tuke – para ti
leske – para el
lake – para ella
amenge – para nosotros
tumenge – para vosotros
lenge – para ellos
Instrumental
mansa – conmigo
tusa – contigo
lesa – con el
lasa – con ella
amensa – con nosotros/as
tumensa – con vosotros/as
lensa – con ellos/as
Ablativo
mandar – procedente de mi, de lo mio
tutar – procedente de ti, de lo tuyo
lestar – procedente de el, de lo suyo de el
latar – procedente de ella, de lo suyo de ella
amendar – procedente de nosotros/as, de lo nuestro
tumendar – procedente de vosotros/as, de lo vuestro
lendar – procedente de ellos/as, de lo suyo de ellos
Locativo
mande – donde estoy yo, a mi, a mi casa
tute – donde tu estas, a ti, a tu casa
leste – donde el esta, a el, a su casa de el
late – donde esta ella, a ella, a su casa de ella
amende – donde estamos nosotros/as, a nosotros, a nuestra casa
tumende – donde estais vosotros/as, a vosotros, a vuestra casa
lende – donde estan ellos/as, a ellos/as, a su casa de ellos
Genitivo
muro – mio, muri – mia, mure – mios/as
tiro – tuyo, tiri – tuya, tire – tuyos/as
lesko – suyo de el, leski – suya de el, leske – suyos de el
lako – suyo de ella, laki – suya de ella, lake – suyos de ella
amaro – nuestro, amari – nuestra, amare – nuestros/as
tumaro – vuestro, tumari – vuestra, tumare – vuestros/as
lengo – suyo de ellos, lengi – suyo de ellas, lenge – suyos de ellos
Esto es orientativo. son las declinaciones básicas de Rromani
Di Fabrizio (del 22/07/2009 @ 09:46:22, in scuola, visitato 2267 volte)
Stefania Ragusa segnala questo articolo su Redattore Sociale
Si chiama Pamela Bevilacqua e vive nel campo di Scordovillo. Ha sostenuto
l'esame di maturità all'istituto per l'industria e l'artigianato
LAMEZIA TERME - Si chiama Pamela Bevilacqua, ed e' la prima ragazza della
comunita' Rom di Lamezia Terme a conseguire il diploma di scuola media superiore
di secondo grado. La ragazza, che ha sostenuto gli esami di maturita'
all'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato "Leonardo Da Vinci",
indirizzo moda e costume, ha superato brillantemente gli esami conseguendo un
ottimo voto. In particolare Pamela Bevilacqua ha discusso la tesina
affrontando diversi argomenti: il Surrealismo per la storia dell'arte,
Pirandello come autore di letteratura insieme ad altri scrittori del primo
Novecento, e la Seconda guerra mondiale per quanto riguarda l’argomento di
storia. Nel corso del suo quinto anno scolastico, la ragazza Rom ha frequentato
anche uno stage di moda a Rimini, e adesso spera di poter frequentare
l'Università.
"Ho dovuto lottare all'inizio contro la mia famiglia - ha dichiarato Pamela -
perché i miei genitori non volevano che frequentassi la scuola superiore, anche
perchè dei miei amici non c'era nessuno. Le compagne che hanno iniziato la
scuola insieme a me, dopo un po’ di tempo, hanno abbandonato gli studi". Pamela,
invece, ha sfidato pregiudizi e luoghi comuni ed è andata contro tutto e contro
tutti.
"A me piace tanto studiare, soprattutto la storia dell'arte, in particolare
Munch e Canova - ha confidato la giovane Rom - Il mio sogno ora e' poter
proseguire gli studi e potermi laureare". Pamela rappresenta una svolta
significativa nella storia del popolo Rom che a Lamezia vive nell’accampamento
di località Scordovillo, il ghetto più grande della Calabria che accoglie circa
mille persone, decine di nuclei familiari che vivono in estrema indigenza e con
una situazione igienico-sanitaria vergognosa. Il campo Rom di Scordovillo è
finito spesso alla ribalta dei media nazionali e perfino il quotidiano francese
Le Monde gli ha dedicato spazio, denunciando le condizioni disumane della
popolazione che vi abita.
Nella "favela" calabrese opera da più di vent’anni l’associazione "La strada"
che si è sempre occupata della scolarizzazione dei bambini e dei ragazzi
dell’accampamento. Pamela è stata seguita costantemente dai volontari
dell’associazione, nata dalla Comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza. Il
suo diploma è una vittoria per la gente Rom ed è anche un importante traguardo
per i rappresentanti de "La strada": l’esempio concreto che circa un quarto di
secolo fa qualcuno ha visto giusto, scegliendo di operare in mezzo ai rom.
Di Fabrizio (del 03/08/2009 @ 08:58:20, in scuola, visitato 1605 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Terraforming.se
Abbiamo incontrato Aleksandar Jovanovic nell'ufficio del progetto "Inclusione
degli studenti rom nella scuola secondaria in Vojvodina".
I più importanti obiettivi del progetto sono di aumentare il numero degli
studenti rom nelle scuole secondarie, ed anche migliorare il loro successo
generale nell'educazione secondaria. Il progetto coinvolge il supporto
finanziario agli studenti rom che frequentano le scuole secondarie in Vojvodina,
sviluppare la motivazione nella comunità rom perché i loro figli continuino gli
studi. Un'altra parte importante del progetto è mettere in contatto gli studenti
col network dei "mentori" - colleghi di studio, guide e consiglieri.
Aleksandar Jovanovic era molto interessato nel nostro progetto di scuola
estiva. Ha felicemente concordato di partecipare al nostro progetto come lettore
ospite e di parlare sulla sua esperienza e sui modi per trovare motivazione e
successo in quanto studente rom. Inoltre, intendiamo mostrare il suo film
premiato che parla della discriminazione del popolo rom.
Aleksander ha presentato diversi progetti molto interessanti per coinvolgere
gli studenti e i giovani rom in Vojvodina. Ci sono tantissimi bisogni e
problemi da risolvere, ma la motivazione e lo spirito degli attivisti rom è molto
alto. Sicuramente stiamo andando a cooperare nel futuro e fare ogni cosa
possibile per trovare l'appoggio a questo lavoro in Svezia e nella UE.
Di Fabrizio (del 22/08/2009 @ 09:40:40, in scuola, visitato 1818 volte)
Da
Roma_Daily_News (...mentre in Italia si discute del dialetto obbligatorio
nella scuola)
The Slovak Spectator
I Rom sono un esempio classico dell'abuso di un intero continente verso una
minoranza - by Michaela Stanková
Un gran numero di Rom slovacchi vive in condizioni terribili
Source: TASR
17/08/2009 - ARTHUR Ivatts, consulente anziano del Dipartimento
Britannico per l'Infanzia, le Scuole e le Famiglie e già Ispettore HM per
l'Istruzione di Rom/Zingari e Viaggianti in GB, ha partecipato ai primi
sforzi di assicurare un'adeguata istruzione per i bambini rom in GB ed è
modestamente orgoglioso dei progressi che ha aiutato a fare nel suo paese.
Nel 2004 è stato insignito dell'Ordine dell'Impero Britannico per il suo
contributo in quest'area. The Slovak Spectator ha parlato con Ivatts durante
una sua visita di metà luglio a Bratislava, dove è stato invitato dalla
Fondazione Open Society e dall'Ambasciata Britannica per tenere un seminario
sulle pari opportunità nell'istruzione.
In GB usate i termini Rom, Zingari e Viaggianti. Qual è la differenza?
La differenza è solo nel nome. Gli Zingari Inglesi son Rom, arrivarono
dall'India nel X secolo nello stesso modo dei Rom Slovacchi e migrarono verso
occidente verso la Scozia e i Paesi Bassi, e girarono come gruppi nomadi in
Inghilterra, Irlanda e Scozia fino al XVI secolo. Quindi sono Rom ma erano
chiamati Egizi perché dicevano di venire dall'Egitto.
Ma la parola "Zingaro" è vista come un peggiorativo in GB, come qui. Così
negli anni '50 e '60 gli Zingari dissero che non volevano essere chiamati così,
dissero di essere "Viaggianti". Ma poi negli anni '70 arrivarono in GB i
Viaggianti Irlandesi in numero significativo e molti Zingari non volevano avere
lo stesso nome, e alcuni di loro si fecero chiamare Rom, come nel resto
d'Europa. In seguito arrivarono in GB i Rom dall'Europa Centrale ed Orientale,
così gli Zingari Inglesi vollero distinguersi da loro ed ora forse la
maggioranza di ce di preferire essere conosciuta nuovamente come Zingari. Così
usiamo i termini Rom, Zingari e Viaggianti nel tentativo di soddisfare ognuno
nei termini di sensibilità giustificata attorno all'auto-attribuzione etnica.
Qual è la differenza tra i paesi dell'Europa Centrale ed Orientale e la
Bretagna nel campo dell'istruzione dei Rom?
Ci sono molte marcate differenze, e qui devo dire di correre il rischio di
essere piuttosto nazionalista nell'essere abbastanza orgoglioso di cosa abbiamo
raggiunto in GB.
Prima di tutto, la GB ha una lunga esperienza - almeno dalla II guerra
mondiale - quando i lavoratori Afro-Caraibici venivano in GB ed il governo era
chiaramente riluttante ad assumere lavoratori nei, perché, come il resto della
popolazione, avevano un grado di pregiudizio razziale dalla storia imperiale. In
retrospettiva quella storia, realmente, ha avuto un enorme beneficio perché ci
ha portato ad una società che in tempi relativamente brevi si è incamminata
verso la comprensione e la gestione creativa delle questioni di diversità di
razza, etnia e cultura.
Nell'Europa Centrale ed Orientale c'è ancora molto da fare per l'istruzione
delle comunità rom qui [in Slovacchia], nella Repubblica Ceca, in Bulgaria ed in
altri posti. E per me, la grande differenza sarebbe di non essere contento del
grado di segregazione, perché attraverso quello noi misuriamo se un paese
adempie ai suoi doveri legali internazionali e segue le proprie regole nazionali
sulle relazioni di razza e la legislazione antidiscriminazione. Così, non dico
che noi [in GB] non abbiamo discriminazione nell'istruzione, e particolarmente
in relazione a Rom, Zingari e Viaggianti, c'è un potenziale per la
discriminazione, ma le aspettative professionali fanno sì che i bambini abbiano
pari accesso nella scuola come qualsiasi altro. Negli anni '70 e '80
abbandonammo la nozione che i bambini con esigenze speciali dovessero essere
segregati ed esclusi dalla scuola normale. A quel tempo, avevamo una
legislazione che ci permetteva di chiudere quasi tutte le scuole di bambini con
speciali esigenze educative o difficoltà nell'apprendimento. Lo scopo era che
sarebbero stati integrati come tutti gli altri nelle scuole "normali".
Secondariamente, il nostro sistema educativo era inizialmente sommerso da
insegnanti che dicevano: "Guardate, ho una classe di bambini e l'85% di loro
viene dal Bangladesh e nessuno di loro parla inglese". Così andammo attraverso
il processo di apprendimento. Ed ora che non è visto come una ragione di
discriminazione, non è visto come una ragione per non accettare i bambini a
scuola o per un rendimento inferiore di quei bambini. Così ora in GB ci sono
insegnanti, a Londra per esempio, che possono avere sino a 50 lingue differenti
nella loro scuola dai bambini, ma la maggior parte degli insegnanti ha ora la
capacità di insegnare l'inglese come lingua aggiuntiva. Abbiamo iniziato dicendo
che insegnavamo l'inglese come seconda lingua, e pian piano abbiamo compreso che
ci sono dei bambini che a volte parlano tre o quattro lingue ma non l'inglese,
così abbiamo aggiustato la terminologia insegnando l'inglese come lingua
aggiuntiva. Così ora non abbiamo insegnanti che voltano la schiena ai bambini
che non parlano inglese, hanno imparato a insegnare il linguaggio d'istruzione
ed anche a conoscere e celebrare la diversità dei retroterra linguistici dei
bambini.
Quindi dovrei dire che ci sono grandi differenze e che abbiamo beneficiato di
essere passati per quel processo 40-50 anni fa. E' stato un lungo, lento
processo di apprendimento, ma ora abbiamo qualcosa da offrire e questo in parte
rivela le ragioni dietro questi seminari, così che possiamo condividere la
nostra esperienza con gli incaricati slovacchi, il governo ed altre figure
chiave sui benefici per i bambini e gli interessi della coesione comunitaria, i
diritti umani e la non-discriminazione.
Il problema della segregazione esiste ancora in Slovacchia, ma lei vede
qualche progresso in quest'area negli ultimi 20 anni? Oppure un trend positivo?
Penso che la situazione dei Rom si sia deteriorata negli ultimi 20 anni,
quando alle forze del mercato è stato permesso di operare ed i controlli sul
pregiudizio razziale non sembrano operare con efficacia. Così - può darsi che la
documentazione internazionale - e dobbiamo ricordare che la maggior parte delle
informazioni sicure e di qualità arrivano da agenzie internazionali che hanno
svolto studi in profondità, inclusa la Banca Mondiale, l'OCSE, l'UNPD e il
Consiglio d'Europa - sta dicendo che la situazione non è buona. Dalla fine del
comunismo c'è stata una progressiva crescita di pregiudizio e discriminazione
che opera nel mercato del lavoro, in quello dell'alloggio e nel sistema
scolastico e sanitario.
La legislazione nazionale ed internazionale è stata migliorata per gestire la
questione di società sempre più complesse riguardo la diversità e le relazioni
inter-etniche. Ma per molte comunità rom svantaggiate il pericolo è che
nonostante il contesto di una legislazione attraente e quasi rassicurante,
quando le politiche sono sviluppate in quel contesto, si è capaci di
identificare le distorsioni delle politiche che non sono legate accuratamente
allo spirito della legge.
Così, per esempio, in Slovacchia il governo potrebbe dire di essere tra
l'incudine e il martello. L'incudine è il contesto legislativo internazionale -
l'Alta Commissione ONU per i Diritti Umani, l'OSCE, il Consiglio d'Europa, la
Banca Mondiale - con le aspettative per l'uguaglianza ed i diritti umani da
portare avanti realmente. E l'evidenza internazionale per cui sembra che la
società non avanzi, soprattutto sui Rom.
Quindi penso ci sia un senso in cui la situazione sia migliore se la gente è
più libera, ma in questa situazione i pregiudizi si possono esercitare senza
permesso; e le leggi nazionali ed internazionali contro le discriminazioni e
contro gli abusi sui diritti umani si possono applicare, ma col potenziale per
distorsioni delle politiche di cui ho riferito prima. Sta portando alla
frustrazione tra i rappresentanti dei Rom in molti stati europei, che dicono
"Vivo in questa società con tutte queste magnifiche leggi contro la
discriminazione, ma ne soffro ogni giorno, la gente mi sputa per strada, ai miei
figli non è permesso di andare nella scuola che scelgono, o sono messi nelle
scuole speciali".
Penso che la sfida odierna sia di aiutare realmente i governi a gestire
queste due forze: una, le aspettative internazionali sulle leggi dei diritti
umani e l'anti-discriminazione e l'altra, il martello, la corsa pubblica endemica
di odio verso i Rom, che è di difficile gestione politica.
Ritengo che i Rom mettano i non-Rom europei di fronte al loro stesso
razzismo, nello stesso modo in cui i neri Afro-Caraibici portarono i bianchi
Britannici di fronte al loro razzismo imperiale. Questo per il bene di tutti gli
Europei. L'Europa avrà un debito eterno verso di loro mentre i processi della
globalizzazione mettono radici sempre più profonde.
La popolazione maggioritaria ha pregiudizi, ma d'altra parte si percepisce
la rassegnazione di molti nella comunità rom che si ritengono ai margini della
società e non fanno nulla per cambiare. Vedi un modo per far crescere la
motivazione tra di loro?
Sì, deve cambiare. Capisco quel che vuoi dire, ma penso che il problema
riguardi tutta l'Europa. La debolezza è che c'è una mancanza di comprensione
della storia. Le cose andarono male nel XVI secolo e non sono più migliorate. I
Rom sono stati abusati per oltre 500 anni. Sono il classico esempio dell'abuso
razziale di un intero continente verso una minoranza. Ed ora, tutti si alzano a
dire: "Basta guardarli, sono felici nelle loro comunità ghetto, non vogliono
lavorare, non hanno interesse ad istruirsi, ma solo ai sussidi".
Il mondo non-Rom non accetta le proprie responsabilità per ciò che hanno
fatto a questa minoranza per oltre cinque secoli. E quando arriviamo ad prendere
le parti di questo abuso, cosa facciamo? Diamo la colpa alle vittime? Non a noi
stessi. Questa è la tragedia dell'Europa oggi.
Quello di cui abbiamo bisogno sono le scuse ai Rom. Abbiamo bisogno di scusa
storiche dai governi che dicano "Siamo spiaciuti per quello che vi è successo in
questa società". Perché ciò che ha fatto la società europea per i Rom include la
schiavizzazione, l'esclusione, la discriminazione, la persecuzione ed il tentato
genocidio, più volte. Qualcuno si è forse scusato o l'ha fatto pubblicamente? Fa
parte del curriculum scolastico degli studenti slovacchi. No, si gira la testa.
Abbiamo bisogno di riconoscere che spetta alle società e ai governi non-Rom
fare il primo passo. Un ben noto politico britannico ha detto che se loro [Rom]
inizieranno a comportarsi adeguatamente, adeguatamente li tratteremo - un simile
commento mostra una completa mancanza di comprensione della storia, rimprovera
le vittime di abusi razziali e suggerisce che i diritti umani siano una comodità
condizionale legata agli stereotipi di particolari gruppi di persone...
Quindi la tua osservazione è giusta, ma la questione non è facilmente
risolvibile, perché c'è bisogno di decisioni politiche e di politici che dicano
chiaramente: "aspettate un momento, dobbiamo fare molto per queste comunità,
abbiamo un debito enorme per quello che hanno sofferto". E' il momento dimettere
in campo grandi somme di denaro e decisioni politiche. E questo costa soldi dei
contribuenti. D'altra parte, sappiamo che i politici commetterebbero un suicidio
politico se fossero visti assumere quei pronunciamenti e decisioni politiche a
beneficio delle comunità rom. Ecco perché è così difficile. I politici hanno le
mani legate, questa è il martello che dicevo. Ma nel contempo devono essere
convinti sulla solida natura dell'incudine - le aspettative mondiali, incluse le
comunità rom, riguardo i diritti umani e la loro applicazione per tutti i membri
della società.
E' una lunga strada e non sono sicuro di come prosegua. Ma l'altro aspetto di
come queste cose possano essere risolte, è di tentare e pompare denaro nelle
comunità rom, cosicché possano trovare i termini di cosa è accaduto loro e
cercare e trovare il perdono al mondo non-Rom. E conosco Rom in tutta Europa che
rispondono positivamente alla loro situazione e sono cooperativi, ben informati
e ben istruiti. L'intelligentsia rom dev'essere supportata ed il loro numero
deve crescere, perché l'autodifesa delle comunità diventerà cruciale nel
reclamare i diritti umani e nel combattere le discriminazioni contro la legge.
Il pericolo nell'abusare delle minoranze per un periodo molto lungo è che la
gente può interiorizzare gli stereotipi che si ammucchiano giorno dopo giorno,
anno dopo anno, secolo dopo secolo. Ed il pericolo è che la gente può avere
sotto aspettative di se stessa nei termini di quali dovrebbero essere i loro
diritti e cosa possono raggiungere. E c'è una sorta di accettazione passiva da
parte di molti Rom riguardo la loro situazione. E c'è un pericolo terribile
nell'accettazione di abusi nelle comunità, che può manifestarsi in apatia,
disperazione ed accettazione oppressiva dell'abuso dei loro diritti umani.
Quindi, secondo te quali sono le ragioni per cui la società è incapace di
riconoscere il maltrattamento dei Rom nel passato e come si può fermare
l'imposizione degli stereotipi negativi?
Penso che molte cose siano collegate - non con i punti di vista pregiudiziali
verso differenti gruppi razziali - ma nelle credenze ignoranti ed inutili sugli
esseri umani, particolarmente sull'intelligenza. Ascolti interviste che dicono
"questi bambini non sono molto brillanti e così è meglio se vanno in un'altra
scuola o in una classe speciale". Questo realmente denuncia un'ignoranza enorme,
ed ancora un'ignoranza della storia in cui gli esseri umani sempre trasmettono
ciò che l'ecologia della società richiede. Nell'Europa medioevale l'ecologia
richiedeva una popolazione contadina con un sistema abbastanza duro, crudele,
gerarchico, di signori, sceriffi e poi i servi. Ma quando la tecnologia cambiò
ed avemmo un'era industriale, ci fu bisogno di esseri umani con abilità diverse.
Quando andavo all'università in GB, solo il 3% della popolazione la frequentava
e si diceva "sì, sono le persone più brillanti" ed il 70% dei giovani andava in
quelle che chiamiamo le moderne scuole secondarie - "sai, non sono molto
intelligenti, ma sono bambini con abilità pratiche che saranno felici di
lavorare in fabbrica".
Ma ora le tecnologie sono cambiate ed abbiamo bisogno del 50% della
popolazione laureata, dato che non possiamo lavorare effettivamente ed
efficacemente come società economica senza quel livello di capacità e
conoscenza. E scopriamo che con investimenti sufficienti nell'istruzione, la
popolazione segue. Così gli esseri umani sviluppano sempre quanto loro è
offerto, tutti i bambini hanno un enorme potenziale, tutti i giovani hanno il
potenziale di essere piccoli geni.
Ma spesso la gente pensa che se il 3% va all'università, il 20% ha una
formazione tecnica ed oltre il 70% ha una formazione di basso livello, è perché
Dio ha distribuito l'intelligenza in questo modo. Ma questo non ha assolutamente
senso. Se solo le persone potessero capire che, comprendessero che tutti i
bambini possono essere educati insieme nelle stesse scuole e saranno capaci di
tutto. E' un messaggio duro rivolto ai genitori non-Rom, ma è difficile da
inviare anche ai genitori rom, dire loro che i loro bambini possono essere
fantastici, possono fare ed ottenere tutto. Abbiamo un presidente nero negli
USA, quanto c'è voluto? Forse un giorno avremo un presidente o un primo ministro
rom da qualche parte in Europa e tutto potrebbe cambiare. Vedremo.
Ora abbiamo parlamentari europei rom, che è fantastico, e sta crescendo
l'aspettativa delle famiglie rom su quel che potranno are i loro bambini, ma
anche le aspettative del mondo non-Rom nel realizzare il loro potenziale umano.
Cosa pensi del suggerimento di mandare i bambini delle comunità rom in
collegi speciali?
Suggerimenti simili tradiscono una seria mancanza di comprensione. Prima di
tutto, tradisce un'attitudine negativa verso le comunità rom. Dice in realtà che
i processi di socializzazione nelle loro famiglie non sono buoni e sono in
contraddizione con la sorte che la società degli esseri umani produrrebbe. La
mia conoscenza personale dei Rom è che sono esseri umani fantastici che vorrei
come vicini o da far sposare ai miei figli. Ed in effetti mio figlio ora esce
con una giovane romnì, che è deliziosa, molto intelligente, sensibile ed in ogni
senso, proprio incantevole.
L'altro serio aspetto di un commento simile è che questi collegi possono
diventare segregate e questo sarebbe in diretta contraddizione con le leggi
nazionali ed internazionali di tutti i paesi europei.
Ma più preoccupante, se fosse adottata questa costrizione, si andrebbe ad
una tensione con la convenzione ONU sul genocidio. Uno dei criteri della
convenzione riguarda quando i bambini sono sottratti ai loro genitori. Andremmo
a finire su un piano inclinato... Potrebbe essere visto dagli avvocati
internazionali come l'equivalente di una sottrazione forzata dei bambini dai
loro genitori e famiglie. In queste circostanze i genitori possono abbandonare
uno stato particolare per sfuggire da queste politiche o leggi, perché uno dei
pilastri della comunità rom è l'amore e la forza della famiglia e la solidarietà
che è nata dal fare fronte alle società in cui dovevano vivere. E sarebbe una
società che si muoverebbe in maniera pericolosamente vicina alle infrazioni
della convenzione ONU sul genocidio come è stato nel caso di Austria, Svizzera e
Scozia, che nei tempi passati sottrassero i bambini rom dai loro genitori.
Questo sviluppo sarebbe molto improbabile negli Stati Membri UE, ma se fosse
davvero proposto da qualche parte, penso che sarebbe un abuso dei diritti umani
in primo luogo, e sono sicuro che le famiglie rom sarebbero molto preoccupate su
indicazioni di questa natura.
Vorresti dire che uno dei problemi è anche che la popolazione
maggioritaria non sta tentando di imparare sui Rom e di capirli? E' una delle
questioni?
Il problema è che nel mondo non-Rom non c'è un'accurata informazione su
queste comunità. Ho studiato libri sui Rom e sugli Zingari e la conoscenza di
base è enorme, ma la maggior parte degli Europei non ne ha idea. In GB la
maggior parte dei cittadini non-Rom, non ha idea che gli Zingari abbiano, per
esempio, la propria lingua. Così c'è un processo d'apprendimento da ambo le
parti. Ma ricordate: i Rom hanno imparato abbastanza sul mondo non-Rom. L'hanno
imparato tra molte difficoltà, hanno preso colpi sui denti per tutto il tempo,
hanno sputato su di loro per le strade e gli hanno chiesto di uscire dai
ristoranti e non gli hanno permesso di istruirsi nelle scuole. Quindi, come
stanno imparando del "mondo non-Rom", anche se non sono strutturalmente
integrati in tutte le istituzioni che ha la società? Ma penso che dipenda dal
motto non-Rom che recita "siamo spiacenti e vogliamo lavorare con voi". E così i
Rom sarebbero in grado di imparare che ci sono attitudini positive, senza
pregiudizi e compassionevoli nel mondo non-Rom.
In GB c'è un'ignoranza di massa nella comunità non-Rom ed abbiamo bisogno di
una leadership politica per cambiare la situazione. Ma se la Regina facesse le
sue scuse al popolo Zingaro/Rom, cambierebbe tutto. Sarebbe un innesco verso un
cambio vitale di cui c'è bisogno. La gente direbbe "Andiamo, cosa sta succedendo
qui, chiediamo scusa agli Zingari? Guardate cos'hanno fatto a mia zia!!!" Ma
così si aprirebbe anche la discussione sulla storia e su ciò che è andato
storto, e su come potremmo proseguire accettando la nostra parte in questa
storia di abuso razziale.
Perché, secondo il mio punto di vista, condiviso da altri, l'Europa sta
vivendo pericolosamente. Se guardi ad una convenzione ONU sul genocidio e a
tutti i suoi criteri, uno di questi è che non si può lasciare la gente vivere in
condizioni che danneggino le loro possibilità di vita, ed i governi ceco,
slovacco, bulgaro, per esempio, non possono dire di non conoscere l'evidenza. E
l'evidenza è che i Rom in Europa vivono 10-12 anni meno della media europea, e
le donne rom sono 20 volte più della media europea a rischio di perdere un
figlio. E stanno crescendo le uccisioni di Rom da parte dell'estrema destra,
assieme agli abusi polizieschi dei diritti umani, mentre in alcuni paesi le
donne rom hanno sofferto la sterilizzazione forzata. Ci sono ancora partiti di
estrema destra che sembrano avere un'autorizzazione incontestata a parlare
pubblicamente di "soluzione finale" per i Rom. Il governo lo sa, ma cosa fa in
proposito? L'Europa sta vivendo una situazione pericolosa in cui un paese
potrebbe realmente essere giudicato responsabile di "genocidio per difetto".
Mi ricordo di aver visitato una madre rom che aveva quattro o cinque
bambini, vivevano in un baracca col pavimento di terra battuta, circondati da un
mare di fango; le circostanze più terribili, e quando andai mi disse "Non
dimenticarci", e questo ebbe su di me un effetto duraturo, perché conosco troppi
Rom che vivono nelle condizioni più terribili e si fa troppo poco. Forse è
questo il vero messaggio per tutti i non-Rom europei, "Non dimenticate i
Rom". Nell'interesse dell'Europa e dell'umanità.
Di Fabrizio (del 08/09/2009 @ 09:54:27, in scuola, visitato 1814 volte)
Da
Romanian_Roma
PBS.org 2 settembre 2009
Il dodicenne Bishal frequenta la scuola governativa di Dholka, una piccola
località nel Gujarat, India. Ogni mercoledì Bishal, che fa parte dei Dalit - la
casta degli "intoccabili", deve pulire la classe e il cortile. Solo i Dalit, il
cui termine significa "oppressi" - sono tenuti a questi lavori nella scuola. "Il
mio maestro mi ha chiesto di pulire gli urinali," dice Bishal. Il 50% dei Dalit
abbandona gli studi alla scuola primaria.
Nel villaggio di Dumbraveni, Romania, due scuole sono una accanto all'altra.
Una è per la popolazione maggioritaria, l'altra per bambini con "esigenze
speciali". Il 97% degli studenti della seconda scuola sono Rom [...] "I bambini
rom sono messi in classi per bambini con disabilità mentali, anche se non c'è
niente in loro che non vada," dice Magda Matache, Direttrice Esecutiva di Romani
CRISS, importante organizzazione per i diritti dei Rom in Romania. "Le
scuole segregate continuano ad esistere e la qualità dell'istruzione che gli
studenti rom ricevono è molto, molto bassa." Circa il 23% degli adulti rom in
Romania è analfabeta.
Nel mondo, bambini delle minoranze etniche, razziali e linguistiche sono
lasciati indietro nella richiesta di un'istruzione universale. Le
Mete di
Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, un assieme di obbiettivi per lo
sviluppo internazionale concordati alla fine del millennio, chiedevano
l'istruzione primaria per tutti entro il 2015. Nel decennio scorso sono stati
compiuti dei progressi verso quella meta - oggi, quasi il 90% dei bambini
frequenta la scuola primaria, in confronto all'85% del 2000. Ma
75 milioni di loro sono ancora fuori dalla scuola; la maggior parte
sono minoranze. L'ONU non traccia i progressi su criteri razziali o etnici, ma
un nuovo rapporto
del Minority Rights Group International stima che tra il 50 ed il 70% dei
bambini esclusi dalla scuola siano di popolazioni indigene o di minoranze.
"Vedi la stessa cosa accadere con gli Afro-Brasiliani, i popoli indigeni in
Australia, tra i Batwa nell'Africa Centrale, i Dalit in India..." dice Maurice
Bryan, che ha contribuito al capitolo sull'America Latina del rapporto.
Ma se non si raggiungono le minoranze e gli indigeni, l'obbiettivo di
un'istruzione primaria per tutti non potrà realizzarsi. "E' impossibile," dice
Bryan. "Se diciamo che il 30% di una popolazione appartiene ad una minoranza, se
non la raggiungi, non supererai mai il 70%".
Prendete il Brasile per esempio. Circa metà della popolazione è di
discendenza africana. Ma gli Afro-Brasiliani sono parecchio indietro ai
Brasiliani di discendenza europea, con una media di appena 6,4 anni di scuola.
"Così se si parla delle Mete del Millennio," dice Bryan, "se solo hai raggiunto
gli Afro-Brasiliani, non hai raggiunto gli obbiettivi."
O la Romania. Molti dei rapporti sulle Mete di Sviluppo del Millennio neppure
si preoccupano di seguire i progressi nei paesi altamente sviluppati come quelli
dell'Unione Europea, a cui la Romania si è unita nel 2007. Ma Snjezana
Bokulic, responsabile di programma in Europa per il Minority Rights Group
International, dice che le condizioni della minoranza rom sono "comparabili a
quelle dell'Africa sub-Sahariana," così, mentre i paesi europei superano
agilmente la maggior parte degli obbiettivi, "un segmento della popolazione è
lasciato fuori." Riguardo agli obbiettivi dell'istruzione primaria per tutti,
soltanto il 31% dei Rom in Romania completa la scuola primaria, ed i Rom sono
tra il 2 e il 10% della popolazione (dipende da chi ne fa il conto), così
l'obiettivo è lontano dall'essere raggiunto. "E' una questione di matematica,"
dice Bokulic.
Le Mete di Sviluppo del Millennio chiedono la fine della disparità di genere
a tutti i livelli dell'istruzione, ma non c'è previsione simile per la disparità
basata sulla differenza razziale o etnica. Bokulic la chiama una "vistosa
omissione."
Bryan dice che nessuno a suo tempo l'aveva compreso, ma guardando indietro,
concorda che la questione avrebbe dovuto essere inclusa. "La gente non ha
l'abitudine di pensare che si dovrebbe prestare attenzione speciale alle donne,"
dice, "ma una volta che hanno compreso quanto fosse necessaria, ci sono stati
progressi sul gap di genere. Adesso è il tempo del gap razziale."
Ma Bukolic non è ottimista sulle possibilità di raggiungere la parità
nell'istruzione per le minoranze, anche se la questione era tra gli obbiettivi
delle Mete di Sviluppo del Millennio. "La discriminazione si è rafforzata ed il
razzismo è molto difficile da affrontare," dice. "Le parole non bastano."
Manjula Pradeep della Navsarjan Trust Foundation in India, concorda. "E'
tutto sulla carta," dice, "ma in termini di sviluppo, non è così efficace."
Pradeep dice che per salvare le apparenze del fornire l'istruzione primaria,
alcuni bambini sono tenuti a scuola sino al settimo grado, che sappiano o no
leggere e scrivere.
Mentre il
tasso d'iscrizione nella scuola primaria in India ha quasi raggiunto il 90%,
soltanto il 50% circa va alla scuola secondaria. Tra quanti restano fuori dalla
scuola, il 41% sono Dalits, o membri delle caste più basse.
Soltanto il mese scorso, l'India ha approvato un nuovo Disegno di Legge sul
Diritto all'Istruzione, che garantisce l'istruzione gratuita ed obbligatoria ai
bambini tra i 6 e i 14 anni. Ma Pradeep dubita che questo aiuterà a mantenere i
Dalit a scuola. "Gli insegnanti chiedono ai bambini delle caste inferiori di
sedere in fondo alla classe, così da non contaminare gli altri bambini.
Gli si dice che non possono bere l'acqua dalla stessa fontana degli altri,"
dice. "Sono offesi con parole pesanti e così abbandonano."
Ancora, molte associazioni per l'istruzione globale dicono che finalmente
viene posta attenzione alla questione di disparità razziale ed etnica.
"I governi hanno iniziato a vedere il loro vantaggio nell'educare tutti i
loro cittadini," dice Steve Moseley, Presidente dell'Accademia per lo Sviluppo
dell'Istruzione, una OnG USA.
"Non ce se ne è accorti quando si stavano presentando le Mete del Millennio,"
dice Bryan, "ma una volta stabilite le mete, si pose la domanda del perché non
stessero raggiungendo tutti, e da qui la questione -bene, chi è tutti?-. Così le
Mete del Millennio possono essere state responsabili per aver portato a galla
l'intera discussione."
Nel 2003, il governo rumeno assieme all'ONU, stabilì una serie di mete più
ambiziose per la Romania - il cui bersaglio era di diminuire il tasso di
analfabetismo della popolazione rom. "Il Ministro dell'Istruzione sta finalmente
agendo con la questione," dice Matache, "Penso e sono sicura che la
partecipazione dei Rom aumenterà entro il 2015."
"Il Brasile sta facendo più di chiunque altro," dice Bryan. "Una delle cose
grandi è l'azione affermativa; è ciò che sta succedendo in Brasile, ed ora sta
iniziando a provarci anche la Colombia."
Secondo Bryan, il nuovo rapporto di Minority Rights Group International è il
primo a guardare globalmente alla questione dell'istruzione per le popolazioni
minoritarie. Dice che può servire come punto di partenza per misurare i
progressi futuri.
E Moseley ritiene che quel progresso è possibile. "Anche per chi affronta i
più grandi svantaggi - povertà, discriminazione di genere, discriminazione
razziale - è possibile," dice. "Perché ho visto progressi tremendi. So che sta
diventando possibile. Forse non entro il 2015, ma è possibile."
Di Daniele (del 16/09/2009 @ 09:31:47, in scuola, visitato 1909 volte)
Da
Corriere.it
Vuoi un computer (usato) gratis? Chiedilo all'Agenzia delle Entrate
Inizia la dismissione di Pc non più idonei alla loro funzione ma ancora
«in forma»
Volete un computer (usato) gratis? Rivolgetevi all'Agenzia delle Entrate. Non
è uno scherzo. Un bando, pubblicato sul sito internet
www.agenziaentrate.gov.it (Agenzia/Bandi di gara), (Procedura
per la cessione a titolo gratuito di personal computer portatili dismessi)
mette gratuitamente a disposizione un primo lotto di pc e spiega tempi e
modalità per fare richiesta. Si tratta di «apparecchiature informatiche non più
idonee per il proprio utilizzo istituzionale, ma che possono essere ancora
utili a scuole ed enti di volontariato». La richiesta può essere al massimo di
10 PC portatili per ogni ente richiedente. Le richieste dovranno essere inviate
alla casella di posta elettronica
ufficiotlc@pce.agenziaentrate.it dell'Agenzia delle Entrate a partire dalle
ore 11:00 del giorno 5 ottobre 2009 e non oltre le ore 11:00 del giorno 16
ottobre 2009 esclusivamente a mezzo Posta Elettronica Certificata, l'equivalente
telematico della raccomandata con ricevuta di ritorno. Oltre al nome e al codice
fiscale (o partita Iva) dell’ente, nella richiesta dovranno essere specificati
anche l’indirizzo Pec per la comunicazione dell’esito da parte dell’Agenzia e il
numero e il tipo di computer desiderati, sulla base dell’elenco dettagliato
riportato sul bando.
CRITERI PER L'ASSEGNAZIONE - L’assegnazione dei pc avverrà dando priorità
agli organismi di volontariato di protezione civile iscritti negli appositi
registri, che operano in Italia e all’estero a fini umanitari, nonché agli
istituti scolastici pubblici. A seguire avranno spazio gli altri enti pubblici,
come ad esempio le strutture sanitarie o le forze dell’ordine. Infine, gli enti
non-profit che rientrano nelle categorie delle associazioni, delle fondazioni e
delle altre istituzioni pubbliche o private con personalità giuridica, senza
scopo di lucro, delle associazioni non riconosciute dotate di un proprio statuto
da cui emerga chiaramente l’assenza di finalità lucrative, degli altri enti e
organismi che svolgono attività di pubblica utilità. A parità di condizioni, i
pc verranno assegnati seguendo l’ordine cronologico di ricezione delle
richieste. Ins0mma anche la rapidità ha la sua importanza, grazie al sistema
Pec, che permette di certificare, oltre al mittente, anche l’ora dell’invio via
e-mail della domanda.
Di Fabrizio (del 27/09/2009 @ 09:39:14, in scuola, visitato 2140 volte)
Da
Bulgarian_Roma
Con l'inizio dell'anno scolastico, il 15 settembre migliaia di bambini hanno
iniziato le scuole in tutta la Bulgaria. Per molti studenti a Veliko Turnovo
l'anno scolastico è iniziato grazie al lavoro del Centro Amalipe e del comune
cittadino col progetto "Introdurre l'educazione interculturale ed il pari
accesso nell'istruzione qualificata", finanziato dal Fondo Sociale Europeo
attraverso il Programma Operativo per lo Sviluppo delle Risorse Umane. Otto
bambini di Malki Chiflik (un villaggio situato a 5 km. da Veliko Turnovo) hanno
iniziato il nuovo anno scolastico nella scuola Vela Blagoeva di Veliko Turnovo.
Vestiti con abiti nuovi, con fiori nelle mani e sorrisi sui volti, accompagnati
dai loro genitori sono entrati timidamente a scuola. La paura che i bambini
bulgari non li accettassero non si è avverata. Gli insegnanti li hanno
rapidamente aiutati a sentirsi a loro agio. avevano preparato per ogni studente
una stella col suo nome e fatto in modo che ognuno dei nuovi trovasse degli
amici nella nuova classe. Si è sciolta presto la paura dei genitori che i loro
bambini fossero rifiutati "a causa della loro origine".
Distribuiti non più di due o tre bambini per classe, sono riusciti subito ad
adattarsi e trovare nuovi amici. Il direttore Angel Yanchev aveva preparato in
anticipo gli insegnanti nelle cui classi sarebbero andati i bambini rom. Gli
insegnanti l'hanno invece vista come una sfida che avrebbe reso migliori i
bambini, la scuola e loro stessi. [...] Il Centro Amalipe aveva organizzato
proprio per loro un seminario per lavorare in un ambiente multiculturale. Tutto
ciò non è stato facile da ottenere. Abbiamo lavorato col sindaco di Malki
Chiflik, con i leader informali della comunità locale, con i genitore come col
direttore della scuola Vela Blagoeva: altrimenti tutto ciò sarebbe stato
impossibile. Il direttore ha compreso chiaramente che l'istruzione di tutti i
bambini - Bulgari e Rom - è importante e anche se la sua scuola ha il 99% di
alunni bulgari, ha deciso non solo di accogliere i bambini rom, ma anche di
pagare col budget scolastico il loro trasporto a scuola con i bus. Durante i
numerosi incontri che abbiamo organizzato con i genitori, questi hanno compreso
che l'istruzione dei loro figli è importante, e come la scelta della miglior
scuola a Veliko Turnovo fosse la chiave per il successo dei loro bambini. E'
stato loro assicurato che i bambini sarebbero stati in un posto sicuro e che non
sarebbero stati discriminati in quanto "zingari". Una volta ottenuta la loro
confidenza sono diventati i più grandi sostenitori dell'istruzione per i loro
bambini.
Il primo giorno di scuola è stata anche una grande sfida per 19 bambini di
Vodoley. Ledenik e Balvan che hanno terminato a giugno le scuole primarie ed ora
continuano la loro istruzione nelle scuole superiori a Veliko Turnovo. Questo
risultato non è stato facile. L'istruzione secondaria è piuttosto un'eccezione
per le comunità rom in questi villaggi e nessun genitore intendeva spendersi.
Siamo passati attraverso numerosi incontri, visite e conversazioni con ogni
genitore ed alla fine abbiamo organizzato - assieme alla Direzione
dell'Istruzione di Veliko Turnovo, una visita a tutti i ginnasi professionali di
Veliko Turnovo.
Ma il merito più grande va ai ragazzi stessi. E' per questo che abbiamo
organizzato per loro una cerimonia alla scuola di Vodoley.
Abbiamo scelto Vodoley perché questi ragazzi sono stati i primi che (otto
anni fa) hanno iniziato a studiare il folklore rom all'interno del programma del
Centro Amalipe. Otto anni fa erano appena usciti dalle elementari, ma diedero
credito alla nostra idea di scoprire pagina dopo pagina la ricchezza del
folklore rom. Assieme a loro abbiamo sviluppato manuali e materiale scolastico
per creare un ambiente scolastico sensibile ai bisogni di tutti. Ora, 8 anni
dopo, tutti loro (con una eccezione) continueranno la loro istruzione nelle
scuole superiori di Veliko Turnovo, la più grande prova del nostro comune
successo.
Molti del villaggio di Vodoley hanno partecipato alla cerimonia: il direttore
della scuola ed il sindaco di Vodoley, il presidente della Direzione
dell'Istruzione di Veliko Turnovo, dozzine di genitori e molti altri amici che
hanno appoggiato durante questi 8 anni i nostri sforzi di introdurre il soggetto
del folklore rom. Lo spirito era davvero festivo e la festa sembrava un ballo di
laurea. Naturalmente nel nostro stile: con Djelem Djelem e Sa e Roma (Hederlezi),
con molti balli e canzoni bulgare e rom. La musica della banda rom "Dalas" di
Vodoley e la passione di tutti gli ospiti e partecipanti l'hanno resa
indimenticabile. Ho fiducia nel fatto che tutti gli studenti continueranno e
termineranno la loro istruzione secondaria.
Se volete vedere com'erano e come sono gli studenti del corso, ecco un
breve video.
Di Fabrizio (del 04/10/2009 @ 09:49:57, in scuola, visitato 1598 volte)
Da
Roma_Francais
I Rom tornano sulla scacchiera politica
La scolarizzazione dei bambini rom pone problemi alla municipalità
socialista di Cenon. Ma non a Bordeaux o Gradignan, due comuni di destra.
All'interno ci sono molti materassi, e qualche arnese per cucinare.
All'esterno, davanti a questa vecchia casa persa nei contrafforti della stazione
di Cenon, un terreno abbandonato dove, questo martedì, i bambini ammazzano il
tempo. Sempre all'esterno, un carrello riempito di bottiglie d'acqua, la casa
abbandonata di rue du Maroc non ha né acqua, né elettricità.
Da sei mesi vivono qui una trentina di persone. Rom, di nazionalità rumena.
Tra loro, una dozzina sono minori e non conoscono la scuola, come molti dei
bambini rom. In causa: la difficoltà delle pratiche, gli sgomberi frequenti,
voluti o forzati dalle espulsioni. Ma anche, in questo caso preciso, le
"reticenze del comune", accusano i militanti delle associazioni.
Tra i più attivi, Jérôme Lobao, presidente dell'associazione Procom, si dice
"molto innervosito" dal comportamento di Alain David, sindaco socialista di
Cenon. Gli rimprovera di ostacolare l'accesso dei Rom alla scuola, rifiutando
lorola domiciliazione amministrativa. Questa procedura avrebbe permesso loro di
avere un indirizzo al Centro Comunale di Azione Sociale (CCAS).
Procedura d'espulsione
I due comunicano per raccomandata. In una corrispondenza recente, Alain David
ha precisato che deciderà "entro due mesi". "E' improponibile! I bambini saranno
completamente passati al rientro...", deplora Jérôme Lobao.
Il sindaco si difende dalla sua posizione ideologica; invocando lo stretto
rispetto della legge. "Ho in effetti ricevuto la lettera di questa associazione
che richiede la domiciliazione delle famiglie. Ho adisposizione legalmente un
tempo di due mesi per prendere la mia decisione: ne approfitto per consultare i
miei servizi. In fondo, si pone comunque un problema di domiciliare famiglie che
occupano illegalmente una proprietà della comunità urbana..."
La CUB, di cui Alain David è il secondo vice-presidente, possiede in effetti
quest'opera muraria promessa ai grandi lavori nel quadro della sistemazione
della stazione. La CUB ha depositato una domanda di espulsione, che domani sarà
esaminata dal tribunale. "Voi, sareste contenti di trovare, rientrando la sera,
qualcuno installato a casa vostra?", si interroga l'eletto di sinistra.
Intransigente sulla domiciliazione, il sindaco garantisce tuttavia "di non
aver mai rifiutato un bambino nella scuola. Non ho visto volontà reali sul
terreno." Replica di Jérôme Lobao: "Nelle scuole, ci dicono: senza
domiciliazione, niente scolarizzazione."
Guerra delle sinistre
Il contenzioso tra i due in questi ultimi giorni ha preso una dimensione
politica, interna alla sinistra. Sul suo blog, Jérôme Lobao, già membro del PS e
ora vicino al Partito della Sinistra, fustiga "una città socialista che rifiuta
l'iscrizione dei bambini nelle scuole della Repubblica".
Ed all'inizio della settimana, Michel Chanteau, militante molto implicato nel
sostegno ai sans-papiers, ha invitato per email "tutti i socialisti di Cenon a
prendere, in una giornata di protesta, la tessera dell'UMP (la destra ndr)".
Riguardo alla scolarizzazione dei Rom, Lobao e Chanteau salutano gli sforzi
delle due municipalità che non sono assolutamente schierate a sinistra: Gradignan e
Bordeaux.
Nella prima, una quindicina di Rom hanno occupato da un anno una vecchia
stazione di benzina, in cours du général-de-Gaulle. "Si fa in modo che la loro
situazione sia decente, anche se è giuridicamente irregolare. Teniamo, con la
CCAS e la Croce Rossa, a soddisfare le necessità elementari, come
l'abbigliamento, il vitto e la scuola", spiega il sindaco di Gradignan, Michel
Labardin, membro di Comunità del futuro, il gruppo di Alain Juppé alla CUB. "Due
bambini rom così hanno appena fatto il loro rientro nelle nostre scuole. L'uno
nella scuola materna, l'altro nell'elementare."
Quanto a Bordeaux, Jérome Lobao sottolinea che i "bambini rom sono iscritti
alle scuole senza nessun problema". La delegata agli affari scolastici di Alain Juppé, Brigitte Collet,
precisa: "E' per noi un principio superiore, tutti i bambini sono accettati,
quale che sia lo status dei loro genitori."
Auteur : JULIEN ROUSSET j.rousset@sudouest.com
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