Da
Roma_Francais
I Rom tornano sulla scacchiera politica
La scolarizzazione dei bambini rom pone problemi alla municipalità
socialista di Cenon. Ma non a Bordeaux o Gradignan, due comuni di destra.
All'interno ci sono molti materassi, e qualche arnese per cucinare.
All'esterno, davanti a questa vecchia casa persa nei contrafforti della stazione
di Cenon, un terreno abbandonato dove, questo martedì, i bambini ammazzano il
tempo. Sempre all'esterno, un carrello riempito di bottiglie d'acqua, la casa
abbandonata di rue du Maroc non ha né acqua, né elettricità.
Da sei mesi vivono qui una trentina di persone. Rom, di nazionalità rumena.
Tra loro, una dozzina sono minori e non conoscono la scuola, come molti dei
bambini rom. In causa: la difficoltà delle pratiche, gli sgomberi frequenti,
voluti o forzati dalle espulsioni. Ma anche, in questo caso preciso, le
"reticenze del comune", accusano i militanti delle associazioni.
Tra i più attivi, Jérôme Lobao, presidente dell'associazione Procom, si dice
"molto innervosito" dal comportamento di Alain David, sindaco socialista di
Cenon. Gli rimprovera di ostacolare l'accesso dei Rom alla scuola, rifiutando
lorola domiciliazione amministrativa. Questa procedura avrebbe permesso loro di
avere un indirizzo al Centro Comunale di Azione Sociale (CCAS).
Procedura d'espulsione
I due comunicano per raccomandata. In una corrispondenza recente, Alain David
ha precisato che deciderà "entro due mesi". "E' improponibile! I bambini saranno
completamente passati al rientro...", deplora Jérôme Lobao.
Il sindaco si difende dalla sua posizione ideologica; invocando lo stretto
rispetto della legge. "Ho in effetti ricevuto la lettera di questa associazione
che richiede la domiciliazione delle famiglie. Ho adisposizione legalmente un
tempo di due mesi per prendere la mia decisione: ne approfitto per consultare i
miei servizi. In fondo, si pone comunque un problema di domiciliare famiglie che
occupano illegalmente una proprietà della comunità urbana..."
La CUB, di cui Alain David è il secondo vice-presidente, possiede in effetti
quest'opera muraria promessa ai grandi lavori nel quadro della sistemazione
della stazione. La CUB ha depositato una domanda di espulsione, che domani sarà
esaminata dal tribunale. "Voi, sareste contenti di trovare, rientrando la sera,
qualcuno installato a casa vostra?", si interroga l'eletto di sinistra.
Intransigente sulla domiciliazione, il sindaco garantisce tuttavia "di non
aver mai rifiutato un bambino nella scuola. Non ho visto volontà reali sul
terreno." Replica di Jérôme Lobao: "Nelle scuole, ci dicono: senza
domiciliazione, niente scolarizzazione."
Guerra delle sinistre
Il contenzioso tra i due in questi ultimi giorni ha preso una dimensione
politica, interna alla sinistra. Sul suo blog, Jérôme Lobao, già membro del PS e
ora vicino al Partito della Sinistra, fustiga "una città socialista che rifiuta
l'iscrizione dei bambini nelle scuole della Repubblica".
Ed all'inizio della settimana, Michel Chanteau, militante molto implicato nel
sostegno ai sans-papiers, ha invitato per email "tutti i socialisti di Cenon a
prendere, in una giornata di protesta, la tessera dell'UMP (la destra ndr)".
Riguardo alla scolarizzazione dei Rom, Lobao e Chanteau salutano gli sforzi
delle due municipalità che non sono assolutamente schierate a sinistra: Gradignan e
Bordeaux.
Nella prima, una quindicina di Rom hanno occupato da un anno una vecchia
stazione di benzina, in cours du général-de-Gaulle. "Si fa in modo che la loro
situazione sia decente, anche se è giuridicamente irregolare. Teniamo, con la
CCAS e la Croce Rossa, a soddisfare le necessità elementari, come
l'abbigliamento, il vitto e la scuola", spiega il sindaco di Gradignan, Michel
Labardin, membro di Comunità del futuro, il gruppo di Alain Juppé alla CUB. "Due
bambini rom così hanno appena fatto il loro rientro nelle nostre scuole. L'uno
nella scuola materna, l'altro nell'elementare."
Quanto a Bordeaux, Jérome Lobao sottolinea che i "bambini rom sono iscritti
alle scuole senza nessun problema". La delegata agli affari scolastici di Alain Juppé, Brigitte Collet,
precisa: "E' per noi un principio superiore, tutti i bambini sono accettati,
quale che sia lo status dei loro genitori."
Auteur : JULIEN ROUSSET j.rousset@sudouest.com