Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 28/06/2007 @ 14:17:31, in Italia, visitato 2521 volte)
Di sgombero in sgombero e di campo in campo, anche con un improbabile
numero chiuso non faremo molta strada
Che sulla sicurezza ci si giochi ormai la fetta più consistente del consenso dei
cittadini non è una gran scoperta, come non lo è il fatto che i Rom
costituiscano lo spauracchio per eccellenza.
La destra lo ha sempre saputo e ne ha fatto uno dei cardini della propria agenda
politica. La sinistra sembra essersene accorta da poco, ma sta tentando di
recuperare il tempo perduto con buona lena.
Proprio sulla presenza dei Rom si sono consumate due svolte politiche a Milano:
gli epicentri a poche centinaia di metri di distanza, incrociati gli effetti
degli smottamenti.
A Palazzo Isimbardi il Presidente della Provincia tracciava la linea per la
prossima lunga campagna elettorale accreditandosi come uomo d’ordine, ancor più
di quanto la propria storia già non dicesse. A Palazzo Marino, con una singolare
coincidenza di tempi, autorevoli esponenti dell’Ulivo presentavano
una mozione che in buona sostanza chiede il numero chiuso per i rom. La
mozione, approvata dalla quasi totalità del Consiglio Comunale, non solo segna
una svolta per la sinistra ma anche per gli equilibri interni alla maggioranza,
poiché questo documento subito sottoscritto e votato da AN e dai duri di Forza
Italia, segna la
sconfitta
della linea dell’Assessore Moioli .
Possiamo ben dire che il tutto risale all’abile mossa del Sindaco di porre al
centro dell’agenda politico-mediatica una questione sicurezza non suffragata dai
dati; ma sappiamo bene che, come ha diagnosticato Jean Baudrillard, siamo
nell’epoca della “sparizione della realtà”. Pertanto da oltre tre mesi l’alfa e
l’omega del dibattito pubblico è la sicurezza ed è altrettanto inevitabile che
al centro del mirino finisse anzitutto la presenza dei Rom.
Dell’atmosfera che circonda la loro presenza sul nostro territorio, se mai ce ne
fosse stato bisogno, abbiamo avuto la conferma con
quanto è
accaduto ad Opera tra la fine del 2006 e i primi giorni del 2007.
Il problema indubbiamente esiste e da un decennio almeno. Le cause sono note:
l’implosione dell’ex Jugoslavia e il collasso del sistema sociale rumeno
–entrambi verificatisi nei primissimi anni ’90 del secolo scorso- hanno prodotto
un esodo delle popolazioni “zingare” che vivevano in quei due paesi. Ma proprio
perché questo fenomeno –che ha subito un’accelerazione dall’1 gennaio scorso
quando la Romania è entrata a far parte dell’UE– non è una novità il fatto che
venga affrontato come emergenza suscita qualche perplessità. A meno che, data
l’indubbia utilità degli spauracchi e degli stereotipi, una situazione tanto
deteriorata faccia comodo.
È ormai un decennio che la politica degli sgomberi e la logica dei campi produce
una transumanza di disperati per Milano. Ci sono bambini che sono cresciuti tra
via Triboniano, via Barzaghi, via Adda, tra baracche, case fatiscenti occupate e
campi nei quali le condizioni igienico sanitarie sono peggiori di quelli degli
slums di Nairobi e Lagos.
Ci sono generazioni ormai impegnate in un via vai disperato cui assistiamo anche
in questi giorni: i nomadi sgomberati una decina di giorni fa da Chiaravalle
sono andati in Triboniano, sgomberati da lì sono ritornati alla spicciolata di
nuovo a Chiaravalle, suscitando l’ovvia quanto giustificata incazzatura –si
tratta di un eufemismo– dei cittadini.
Che fare dunque? Come rispondere ai cittadini giustamente preoccupati?
Il compito di chi governa è fornire soluzioni, e anche un’opposizione
responsabile che voglia candidarsi in modo credibile ad amministrare la cosa
pubblica non può certo limitarsi a petizioni di principio o sterili
sentimentalismi.
Quindi che fare? Si può continuare per un numero indefinito di anni con i campi
e gli sgomberi?
Le due svolte politiche di cui parlavamo benché segnino un passaggio di fase,
nonché provocare una frattura nel centrosinistra milanese e ridefinire i
rapporti di forza all’interno della maggioranza a Palazzo Marino, non sembrano
indicare soluzioni. Se non chiedere un numero chiuso di applicazione assai
difficile –sia dal punto di vista pratico che da quello giuridico– e invocare
spostamenti che non potranno vedere che esiti assai peggiori rispetto a quello
già drammatico di Opera sette mesi orsono.
Per il resto, per ciò che conterebbe e che servirebbe, non una parola. Come se i
Rom presenti sul nostro territorio fossero ontologicamente votati ad “abitare”
nella sporcizia e nel degrado, come se fossero geneticamente portati al crimine
e pertanto destinati a “vivere” tra uno sgombero e un campo. Non una proposta su
percorsi di integrazione, non una riga sulla decine di migliaia di alloggi
popolari che servono a questa città e che in una minima parte, se fossero mai
costruiti, potrebbero anche servire a segnare una prima tappa di transito dei
Rom in un
percorso di inserimento che la grande maggioranza di loro cerca.
Una mozione, una svolta politica, ma soprattutto la parola fine sulle speranze
–o illusioni– di poter sottrarre migliaia di persone a quello sfacelo dei campi,
a quella condanna, mai pronunciata da alcun giudice, ad un orizzonte in cui ci
sono sgomberi e presidi.
Beniamino Piantieri
Di Fabrizio (del 29/06/2007 @ 09:25:43, in scuola, visitato 2543 volte)
By Marianna Tziantzi - da
Roma_Rights
Paraskevoula Sambanis è una bellissima ragazza rom con occhi
scintillanti, e domenica è stata protagonista del popolare programma televisivo
"Protagonisti" di Stavros Theodorakis. La ragazza undicenne, che vive ad
Aspropyrgos nell'Attica occidentale, è l'unica nella sua vasta famiglia che
sappia leggere e scrivere. Non vuole maritarsi giovane, ma intende prima
terminare gli studi e diventare pediatra. Ce la farà? Forse, se supererà grandi
ostacoli.
La vediamo mentre poggia i suoi libri in una piccola tenda
issata in un vecchio hangar, questo è il suo studio. Con i libri di testo per
terra, Paraskevoula studia a gambe incrociate. A notte, continua al chiarore di
una lanterna.
La telecamera vuole catturare gli aspetti più interessanti della
vita nell'accampamento rom - le facce espressive, i bambini che giocano
all'aperto, l'agitarsi dei corpi con la musica. Ma le immagini soo accompagnate
da storie che sono tutto tranne che fotogeniche: storie di povertà,
analfabetismo, fogne a cielo aperto, malasanità ed esclusione sociale.
E la scuola?
"La scuola è bruciata," rimarca Paraskevoula casualmente.
E' così, anche se la scuola non è andata a fuoco casualmente.
Persone non identificate hanno appiccato le fiamme durante le vacanze di Pasqua
ad aprile. Il programma mostra tre containers con le pareti carbonizzate. I tre
containers una volta erano la scuola.
Qui è dove Paraskevoula e altri 50 bambini rom avevano le loro
lezioni, separati dagli "altri".
Questa è la grande notizia, la sfida per ogni giornalista, ma
sfortunatamente mal si coniuga col format di questo tipo di show, che si
focalizza sulle personalità, non sulle notizie. Quello che potrà influenzare il
futuro della giovane Paraskevoula, viene solo accennato.
La scuola rom fu creata a settembre 2005, per la pressione dei
genitori che non volevano i loro figli nella stessa classe dei Rom. Ma
precedentemente vennero sfondate le finestre, poi apparvero graffiti offensivi,
venne rubato l'impianto di condizionamento, e questa Pasqua sconosciuti
assalitori hanno terminato la lista dei sabotaggi.
Quando apre una scuola, chiude una prigione, le voci circolano.
Ma cosa succede quando brucia una scuola? La notizia dell'incendio ha impiegato
sei settimane per arrivare ai media. Le comunità rom non hanno blogs per
pubblicizzare le loro sofferenze.
"Protagonisti" è uno show con la sua specifica attitudine, un
passo rapido, un buon lavoro di telecamera e direzione. Si avvicina ai suoi
soggetti con sensibilità e tenerezza. In questo caso la ragazzina era un
soggetto affascinante, ma non si deve dimenticare che la vita è il protagonista
più perfido di tutti.
Di Fabrizio (del 30/06/2007 @ 09:50:52, in casa, visitato 2476 volte)
Una baraccopoli del Ventunesimo secolo. Nella banlieu di Parigi
Quasi 4mila persone vivono in estrema povertà alla periferia della
capitale francese. Ma ottanta persone potranno presto avere una casa vera.
I grandi tendoni della celebre compagnia circense Cirque Du Soleil svettano
sulla spianata di Saint-Denis, alla periferia nord di Parigi. Ogni sera
centinaia di persone si riuniscono lì dentro per ammirare, naso all'aria, le
spericolate ed eleganti acrobazie degli artisti. Nessuno immagina che al di
là del recinto metallico che circonda il circo, lo show è ben diverso. Nessuna
sfavillante scenografia, nessun costume variopinto, poca spensieratezza e molte
preoccupazioni per i 600 gitani che cercano di sopravvivere nella loro misera
baraccopoli. E non sono i soli: in tutto circa 4mila persone conducono questa
vita ai margini di Parigi. Diverse associazioni cercano di addolcirla almeno un
po': Medici del mondo offre assistenza sanitaria, Emmaus e la Fondazione Abbé
Pierre si occupa della fornitura di alimenti, mentre ATD Quarto Mondo promuove
la lettura.
«Niente contratto di lavoro, se non paghi»
Marco è arrivato in Francia cinque anni fa, dalla Romania. Da gennaio 2007, con
l'ingresso del suo Paese nell'Ue, è formalmente un cittadino comunitario, ma ha
comunque bisogno di un permesso di lavoro. Ci mostra un contratto preliminare
che gli ha preparato una ditta di pulizia vetri. Ma un volontario di origini
rumene si dimostra scettico. «È molto difficile – spiega – ottenere un contratto
senza pagare una somma di denaro in cambio. Nella maggior parte dei casi il
datore di lavoro trattiene la prima busta paga in nome di uno scambio di
favori.» Ma Marco ci crede ancora: gli manca solo il certificato di residenza
per ottenere il prezioso permesso. Alcune associazioni si occupano di espletare
queste procedure burocratiche per i gruppi nomadi del villaggio, come gli
zingari. Ma i rumeni sono considerati una comunità stanziale e quindi non
possono beneficiare di questo servizio.
La maggioranza dei rumeni che vivono in questi accampamenti di fortuna
provengono dalle aree di Arad e Timisoara, nella Romania occidentale. Hanno
dovuto lasciare il loro Paese per sfuggire a una vita fatta di miseria e
discriminazione.
Una manciata di monete da 5 centesimi è stata impilata in un angolo della
capanna in cui vive Maria. In meno di dieci metri quadrati abitano quattro
persone. Maria non ha il tempo di spiegarci perché è emigrata in Francia. Ha
altre preoccupazioni. «Abbiamo diritto a qualche contributo?» chiede. I
volontari le dicono di rivolgersi a un assistente sociale. «Resteremo qui fino a
quando non ne avranno abbastanza di noi» dice con voce stanca, mentre si alza
per andare a raccogliere dei fiori. Più tardi la incrociamo nella metropolitana:
vende mazzolini di fiori a due euro ciascuno.
Chi fa le leggi?
Maria ci assicura che non deve pagare nulla per vivere nella sua capanna, ma un
volontario ci spiega che la questione è tabù. In ogni accampamento, infatti, c'è
una sorta di capo: generalmente è la persona che si è insediata per prima
nell'area. È lui che fa le leggi, risolve le controversie e riceve una sorta di
affitto per ogni baracca. A Saint-Denis il Cirque du Soleil ha portato l'acqua
fino al campo e ha anche installato dei lavandini. Ma le associazioni danno per
certo il fatto che “il capo” fa pagare due euro alla settimana alle famiglie che
li utilizzano.
Una nuova casa per trenta famiglie
Non lontano da Saint-Denis il Comune di Aubervilliers ha avviato un programma di
integrazione per dare una casa a trenta famiglie. L'iniziativa, sostenuta sia
dal Consiglio regionale che da quello locale, mira a smantellare le baraccopoli
e ha un costo di 1,2 milioni di euro, di cui solo il 7% proviene dalle casse
statali. Si tratta di un progetto innovativo perché associa all'offerta
abitativa il rilascio di permessi di lavoro.
Gli operai stanno effettuando gli ultimi ritocchi ai prefabbricati che alla fine
di giugno verranno messi a disposizione delle 82 persone coinvolte nel progetto,
in maggioranza zingari. «Abbiamo condotto una battaglia con lo Stato durata due
anni per ottenere i permessi di lavoro e di residenza per i destinatari, molti
dei quali lavorano in nero» afferma il consigliere cittadino Claudine Péjoux.
In attesa di traslocare, Elena Radasanu vive in un caravan preso a noleggio dal
Comune di Aubervilliers per un euro al giorno. Come lei decine di altre persone,
per un totale di quindici roulotte. Qui le condizioni di vita sono decisamente
migliori rispetto a Saint-Denis. Una recinzione circonda il campo e all'entrata
un servizio di sicurezza permette l'ingresso solo alle persone registrate.
«Siamo tranquilli. Qui non ci sono armi, droga, prostituzione ed è proibito fare
affari» spiega Elena. Sposata e con due bambini, è una degli 82 beneficiari del
programma di integrazione.
La testimonianza di Elena Radasanu: «Vogliamo soltanto essere una famiglia
normale»
In Romania c'era tanta povertà, così un bel giorno io e mio marito decidemmo di
venire a cercare lavoro in Francia. Un amico ci trovò un'occupazione nel settore
edilizio e il capo ci affittò una soffitta a Versailles. Ma il nostro amico
tratteneva il salario di mio marito per pagare i debiti e così decidemmo di
andarcene. Affittammo allora un monolocale nel sobborgo parigino di
Clichy-sous-Bois per il quale pagavamo una cifra esorbitante: 800 euro. Mio
marito continuò a lavorare nel settore delle costruzioni mentre io iniziai a
fare la cameriera in un bar portoghese. In questo periodo divenni madre di due
bambini. Tutto procedeva abbastanza bene finché il proprietario decise di
vendere l'appartamento.
Dovemmo così abbandonarlo e arrivammo al campo nomadi Chemin Vert di
Aubervilliers. Il capo non voleva farci entrare perché non siamo di origine
gitana, ma quando mio marito sborsò per una roulotte 700 euro accettò. Una
settimana dopo, però, un incendio distrusse parte del campo. Costruimmo quindi
una baracca, meglio che potevamo, e vivemmo lì per due mesi, fino a quando la
polizia non ci sfrattò tutti. Ma eravamo già stati scelti per il programma di
integrazione di Aubervilliers. Abbiamo vissuto in una tenda vicino alla Senna
per cinque mesi. Finché, lo scorso dicembre, il Comune ci ha fatto traslocare
nella roulotte dove viviamo tuttora. Abbiamo a disposizione riscaldamento,
acqua, elettricità, assistenza sociale, un indirizzo di posta e un contratto di
affitto. L'associazione Emmaus ci ha consegnato un buono per andare ad
acquistare dei mobili e io non vedo l'ora di trasferirmi nella nuova casa. Non
penso più a tornare in Romania. Entro tre anni vorrei avere una casa tutta mia.
Spero anche che i bambini vadano a scuola e che io e mio marito possiamo trovare
un lavoro stabile. Come una famiglia normale. Mariona Vivar Mompel - París - 26.6.2007 | Traduzione: Sara Menegatti Cerlini
Di Sucar Drom (del 01/07/2007 @ 09:46:24, in blog, visitato 2065 volte)
L'Europa richiama ufficialmente l'Italia sul contrasto al razzismo L'Italia è stata richiamata ufficialmente dalla Commissione Europea per non aver applicato in maniera esaustiva la Direttiva Europea 2000/43/CE per il contrasto delle discriminazioni etniche / razziali. Insieme all'Italia figurano altri tredici paesi: Spagna, Svezia, Repubblica Ceca, Estonia, F...
Gallarate (Va), la comunità sinta alla ricerca di un luogo dignitoso Abitano in costruzioni improvvisate, non per scelta loro, ma perché, come spiega Giuliano Ferrari, portavoce della comunità sinta, sono anni che attendono dietro promesse dell’amministrazione una soluzione definitiva ma come siano tuttora costretti a vivere provvisoriamente, senza soluzioni definitive. Di un possibile trasferimento si parla da anni. I Sinti gallaratesi prima erano ad Arnat...
Sesto San Giovanni (MI), una "guerra" della disperazione? Dopo l’incendio che ha distrutto il "campo nomadi" tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, spente le fiamme, in città scoppia la polemica. A far discutere innanzitutto le cause. Se per le forze dell’ordine il rogo potrebbe essere accidentale, per i Rom che vi vivevano il fuoco sarebbe stato provocato da una bottiglia ...
Roma, la Comunità di Sant'Egidio s'interroga su Rom e Sinti "Mezzo milione di loro sono stati inghiottiti dai campi di sterminio ma ancora oggi gli zingari sono al primo posto tra i gruppi piu' odiati in Occidente". Questa contraddizione e' stata denunciata dal portavoce della Comunita' di Sant'Egidio Mario Marazziti a margine del Convegno su 'Il caso zingari', ...
Firenze, per le città chiediamo un patto di solidarietà Nel momento in cui vengono proposti “patti per la sicurezza” tra governo e amministrazioni comunali, presentati come rimedio al degrado delle città, chiediamo agli amministratori delle nostre città di non abdicare al loro ruolo di governo del territorio, di non rinunciare alle politiche inclusive e solidali che con fatica sono state costruite in collaborazione con tante associazioni, di continuare ...
Torino, il progetto "biblioteca vivente" domani in anteprima nazionale Domani a Torino, alle ore 12.00 in Piazza Castello, prenderà vita l'iniziativa "biblioteca vivente", a cura del comitato "All different All equal" di Torino e del Tavolo Interminoranze. Il progetto "Living Library" (biblioteca vivente) è nato in Danimarca nel 2000 ed è stato adottato dal Consiglio d’Europa come strumento per la promozione dei diritti umani. Come in una qualsiasi biblioteca ...
Milano, ieri un incendio ha distrutto l'insediamento rom di via San Dionigi Un altro "campo nomadi" milanese raso al suolo dalle fiamme. Dopo l’incendio della favela di via Barzaghi, dietro il Cimitero Maggiore, avvenuto il 21 giugno scorso, e il rogo che due giorni dopo ha distrutto parte di un insediamento rom a Sesto San Giovanni, ieri è toccato all'insediamento di via San Dionigi, estrema periferia sud della città. Ancora una volta l’intervento dei V...
Milano, l'Assessore De Corato si ricorda dell'Europa a spot "La direttiva comunitaria, recepita lo scorso 11 aprile dal Governo italiano, parla chiaro: ora possiamo allontanare dal nostro Paese quei cittadini comunitari che non hanno i mezzi per sostenere dignitosamente se stessi e la propria famiglia. Perche' allora questo strumento in Italia non viene ancora utilizzato, mentre la Francia di Sarkozy gia' se ne avvale? E vorrei anche sapere se della dirett...
Roma, Gad Lerner fa la figura del razzista davanti all'amico Amato Come avevamo annunciato giovedì 28 giugno scorso si è tenuto un incontro di esperti al Ministero dell'Interno. Il professor Santino Spinelli è intervenuto in maniera critica, esplicitando tutte le contraddizioni degli interventi sia governativi che locali. Inoltre, ha esortato il Ministro Amato a coinvolgere direttamente Sinti e Rom nelle decisioni. Ma oggi vi vogliamo parlare del sipariett...
Di Fabrizio (del 02/07/2007 @ 09:28:54, in Europa, visitato 1564 volte)
18. 6. 2007 Il governo ha ricevuto un rapporto che richiama l'attenzione sui problemi nei cosiddetti "ghetti Rom". Secondo le analisi degli esperti, sono oltre 300 gli edifici e i quartieri poveri dove risiedono soprattutto Rom, che stima essere 80.000 sul totale della popolazione.. La maggior parte degli adulti residenti in queste aree sono disoccupati e dipendono dall'assistenza sociale. I loro figli frequentemente finiscono in scuole speciali, vedendo praticamente loro precluso qualsiasi accesso ad ulteriore educazione.
Secondo il ministro Kuchtová dell'educazione, il rapporto mostra che manca una "strategia comprensiva a livello locale ed a lungo termine" per risolvere il problema dell''esclusione della comunità Rom; questi materiali dovrebbero basarsi sulle specifiche situazioni, secondo la sua opinione. Aggiunge poi che il rapporto menziona diverse misure che si sono mostrate capaci nell'inclusione dei Rom nella società, come i mediatori culturali nelle scuole elementari, classi preparatorie, personale sociale nelle comunità e consiglieri e coordinatori Rom che collaborano con le autorità locali. "Adopererò questo rapporto nel pianificare programmi educazionali," ha detto, aggiungendo che nell'area educativa sta preparando "un programma indirizzato di sviluppo." Questo tema è stato affrontato dal ministro Stehlíková per le minoranze e i diritti umani. Secondo una prima dichiarazione, intendeva sottoporre al consiglio dei ministri una bozza per l'integrazione rom a medio termine. Ma Stehlíková.non era presente al consiglio, perché era all'estero.
Di Fabrizio (del 03/07/2007 @ 10:12:30, in Europa, visitato 1556 volte)
E' uscito l'aggiornamento di giugno 2007 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
Di Sucar Drom (del 03/07/2007 @ 23:09:00, in blog, visitato 1685 volte)
Alexian Group, arriva nei negozi "Romanò Thèm - Orizzonti Rom" "Romanò Thèm - Orizzonti Rom" è il nuovo disco dell'Alexian Group, guidati dal polistrumentista Santino Spinelli. Il disco contiene dieci canzoni e il videoclip Alba Balcanica e potete acquistarlo direttamente su inter...
Busto Arsizio (VA), Rifondazione scrive una lettera aperta ai cittadini Volevo puntualizzare alcune cose riguardo ai nomadi rom di nazionalità rumena che si sono fermati sul territorio della nostra città alcuni giorni fa. Anche per chiarire il motivo dell'intervento di Rifondazione Comunista in tale occasione. Come cittadino, e ancor di più come consigliere comunale, è stato mio dovere verificare la situazione in cui si trovavano queste persone e nello stesso ...
Milano, l'idea folle di Palazzo Marino Palazzo Marino vuole spostare ventidue famiglie rom allontanate da Triboniano nel campo regolare di via Idro. «Idea folle» commentano quelli del comitato «Via Padova sicura». Valutazione condivisa dal consiglio di zona 2, mentre Forza Italia e Lega hanno organizzato questo pomeriggio, ore 17.30 da piazza Costantino a via Idro, la solita fiaccolata per la "sicurezza" che si trasformerà ne...
Informazione e pregiudizi della cronaca nera «La cronaca è la madre di tutte le notizie»: intesa come parte dell'articolo o come genere a sé stante, la cronaca assume un ruolo predominante all'interno della comunicazione giornalistica. Stando alla teoria classica, ogni articolo dovrebbe contenere una parte di cronaca, cioè un resoconto dei fatti che risponda alle classiche cinque domande o 5 W. La divisione del pezzo scritto o del se...
Gallarate (VA), il patto di legalità anche per i Sinti Italiani Il Comune di Gallarate ha deciso: i sinti saranno trasferiti in piena campagna, al confine tra i rioni di Cedrate e Cajello, al di là dell’autostrada, quando via Lazzaretto diventa sterrata e l’asfalto lascia spazio ai campi. Una decisone che era nell’aria, forse non nei termini presentati dall’amministrazione comunale, però: infatti la comunità che da anni si è stabilita in via De Magri, ...
Bolzano, presentato il documentario "la vita e altri cantieri" A Bolzano, venerdì 29 giugno, è stato presentato in anteprima il documentario "la vita e altri cantieri" di Giuseppe Schettino. Il documentario racconta i conflitti tra generazioni e culture, tra padri e figli nella realtà etnica dei Sinti Teich che come ogni cultura viva si modifica nel tempo e nello spazio. La famiglia allargata Gabrielli, appartenente alla Minoranza dei Sinti ...
Roma, i minori stranieri non accompagnati A Roma martedì 10 luglio, presso RomaEventi in via Alibert, alle ore 9.30 si terrà un convegno dal titolo: “minori stranieri non accompagnati: percorsi di protezione e pratiche di integrazione”, organizzato dal Ministero della Solidarietà Sociale e dal Ministero dell'Interno in collaborazion...
Firenze, il poeta Demir Mustafa è intervistato da Liberazione Ha la voce pacata e lo sguardo benevolo. Giunto in Italia alla fine degli anni '80, inizia ben presto ad operare nell'ambito dell'intercultura come mediatore. Si chiama Demir Mustafa ed è nato a Skopje (Macedonia) nel 1960 da una famiglia di rom dzambasa (allevatori di cavalli). Dopo aver ottenuto il diploma di tipografo e svolto il servizio militare in Croazia, la crisi politico-economica della e...
Cittadini Comunitari, ecco le nuove regole L'Italia ha recepito la Direttiva 2004/38/CE dell'Unione Europa con il Decreto legislativo n. 30 del 6 febbraio 2007. Vi presentiamo, dopo l'intervento pubblico di Frattini e De Corato, un breve stralcio de...
Di Fabrizio (del 04/07/2007 @ 10:16:50, in scuola, visitato 1706 volte)
Da Slovak_Roma
L'associazione Luludi è una delle prime organizzazioni in Slovacchia dedicata al rafforzamento dell'identità culturale rom, tramite la letteratura ed ha pubblicato due numeri di una rivista bilingue per l'infanzia Rom chiamata Luludi (che in romanes significa "fiori")
Dezider Banga, conosciuto poeta Rom ed editore della serie, ci pensava dal 1997 dopo la pubblicazione del libretto per l'infanzia - Romano hangoro and Romani genibarica. Scopo della rivista è di colmare il gap del sistema educativo in Slovacchia - mancanza di adeguato materiale di lettura per i bambini Rom.
Le due uscite, supportate dal progetto VORBA sono dedicate alla crescita della consapevolezza culturale dei bambini rom, presentando loro materiale di facile lettura con storie e poemi. I testi sono affiancati da immagini colorate per attirare l'immaginazione dei bambini.
Le due uscite della rivista hanno raggiunto il loro target attraverso una distribuzione a tappeto delle istituzioni slovacche - scuole ed altre autorità educative.
Page Back - Issue 37 - June 2007
Di Fabrizio (del 04/07/2007 @ 14:32:17, in casa, visitato 2079 volte)
Comunicato Stampa IL GIUDICE FERMA I BULLDOZERS
Dale Farm, Essex, 5 luglio - Appena 24 ore prima dello scadere dell'ingiunzione
di lasciare le loro case, i residenti di
Dale Farm hanno appreso oggi che il consiglio di Basildon ha ritirato la
minaccia di inviare i bulldozers, perché questo sarebbe potuto sfociare in un
confronto violento.
Secondo un piano segreto
Constant & Co, autodefinitasi compagnia specializzata nello sgombero dei
campi, oltre 150 specialisti erano pronti ad invadere la comunità nelle
prime ore del mattino. Sarebbero dovuti essere accompagnati dalla polizia
anti-rivolta dell'Essex.
Impiegati della sanità hanno ammonito che i metodi forti impiegati dai
dipendenti di Constant avrebbero portato a ferite e traumi tra i bambini e gli
anziani di Dale Farm. Questo approccio, che in passato aveva portato a bruciare
case e proprietà, avrebbe potuto sfociare in disordini [...].
"Potrebbero essere uccisi dei bambini", dice Kathleen McCarthy, reggente
scolastica che con le due figlie si oppone allo sgombero. "Non possiamo
assistere e permettere che ci distruggano".
Dice che dall'inizio dei sette anni di assedio, Basildon ha abusato dei suoi
poteri e sistematicamente bersagliato il villaggio dei Viaggianti. Richiedere il
salvataggio della cintura verde è stata solo una cortina fumogena per mascherare
una deliberata politica di pulizia etnica.
Se questo confronto è stato evitato, ciò è dovuto all'intervento del
procuratore legale Keith Lomax, la cui squadra mercoledì ha inviato
un'ingiunzione a Basildon, perché nessuno sgombero avvenga senza l'opinione
dell'Alta Corte.
SENZA CASA
McCarthy riferisce che il consiglio di Basildon ha informato il Governo che
se in futuro si sgombererà la comunità, non si prevede di sistemare i residenti
di Dale Farm in un'altra parte del distretto.
"Questo va contro la politica governativa come pure ai nostri diritti umani,"
continua McCarthy. "Il nostro prossimo compito è rompere quest'attitudine
razzista e ripristinare il buon senso."
Vice presidente di Dale Farm Housing Association, McCarthy spiega la
sua strategia dei due passi con cui spera di dialogare con Basildon. Il primo
passo è di appellarsi contro il recente rifiuto del consiglio di garantire
all'associazione il permesso sviluppare un parco per case mobili a Terminus
Drive, Pitsea. Questo sito fu inizialmente proposto come alternativa dal vice
primo ministro John Prescott.
Il secondo, è di riunire le richieste e le forze di quanti sono senza casa.
Lo scopo è di fare pressione su Basildon perché riconosca la propria
responsabilità su quanti sta rendendo senza casa e per risistemarli in comunità
in un'altra posizione.
McCarthy è inflessibile, le famiglie allargate non accetteranno case singole
o che le dividano. Insistono nel loro diritto di vivere assieme [...], parte
essenziale della loro cultura e tradizione.
Wed Jul 4, 2007 11:32 am
Di Fabrizio (del 05/07/2007 @ 09:34:21, in media, visitato 2114 volte)
TIRASPOL (Tiraspol Times) - Un nuovo documentario intitolato "O Krisinitori"
descrive la vita di un Rom sopravissuto all'Olocausto nella cosiddetta
Transinistra durante la II guerra mondiale.
L'attuale piccola Pridnestrovskaia Moldavskaia Respublica, fu l'area del più
grande campo di concentramento in termini di estensione geografica. Invasa dalla
Romania con i suoi alleati nazisti, fu adoperata come area di deportazione per
Ebrei e Rom.
"Il giudice"/"O Krisinitori" è un film sulla vita reale di un
sopravissuto all'Olocausto che viveva nella città di Tg. Jiu, deportato nel
Transdniester - chiamato Transnistria dagli occupanti Rumeni - dal 1942 al 1944.
Il film verrà presentato l'11 e 14 luglio 2007, nei "Giorni di Cultura Zingara"
che avranno luogo a Zurigo in Svizzera.
Marin Constantin chiamato "Suta" ha 69 anni, un giudice della
tradizionale comunità Rom, che ha vissuto tutta la sua vita nello spirito della
giustizia. E' colui che "porta pace nella comunità". L'azione del film si
sviluppa attraverso il protagonista, ma incrocia le testimonianze delle sorelle
Rabedea e Maria - spesso circondate da nipoti -ascoltando le testimonianze dei
deportati e le storie sulle ingiustizie patite.
Lo spettatore può assistere ad un vero caso di giustizia
tradizionale Rom "Romano Kris", più precisamente il modo in cui il giudice "Suta"
ristabilisce la pace assieme ad altri, in una famiglia Rom di Oravita.
Campagna anti-discriminatoria
Il nuovo lavoro è una coproduzione di Tumende TV e TV Productive International,
diretta da Laurentiu Calciu, ed è promosso attraverso una campagna
antidiscriminatoria in tutta la Romania.
Questa campagna è necessaria perché la discriminazione razziale
è ancora un profondo problema in Romania e Moldavia, con un numero indefinito di
bambini che soffrono il razzismo.
La pratica di sistemare gli studenti Rom in classi e scuole
segregate rimane diffusa in Romania e Moldavia. In Romania, molti bambini Rom
sono stati incanalati in scuole solo per Rom che offrono una inferiore qualità e
talvolta on povere condizioni fisiche. Questo è documentato in un nuovo rapporto
dell'Open Society Institute - EU Monitoring and Advocacy Program (EUMAP) uscito
all'inizio dell'anno. E' anche diffusa la segregazione illegale, i bambini sono
segregati in classi di solo Rom o a predominanza Rom, secondo il rapporto
"Uguale accesso all'educazione di qualità per i Rom".
Amnesty International ha condannato il razzismo e le
persecuzioni di governo e polizia. Lo stesso tipo di razzismo governativo portò
la Romania all'Olocausto in Transnistria e alla sua controparte, il Porajmos.
Il Porajmos, letteralmente Divoramento, è un termine coniato dal
popolo Rom per descrivere il tentativo del regime nazista per sterminare il
popolo Rom europeo durante l'Olocausto.
Secondo testimonianze di testimoni ebrei e nazisti, spesso i Rom
mandati ai campi di concentramento soffrivano più degli Ebrei. In alcune
circostanze i nazisti erano talmente sgomentati che li uccidevano appena
sbarcati dal treno.
Anche il governo rumeno, alleato del nazismo, contribuì al piano
di sterminio. Il governo di Ion Antonescu [...] deportò in Transnistria 25.000
Rom, di cui 11.000 non fecero ritorno.
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