Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 15/12/2006 @ 22:24:54, in Europa, visitato 1892 volte)
14 dicembre 2006, a Milano tornano gli sgomberi dei Rom, dopo un periodo di relativa calma pre e post elettorale. Dal sito Amisnet, l' mp3 con l'intervista a Maurizio Pagani, vice-presidente di Opera Nomadi Milano. Nell' home page, si parla anche della situazione in Slovenia e dell'iniziativa a ricordo di Carlo Cuomo, sulla partecipazione di Rom e Sinti alla Resistenza. Grazie a Marzia Coronati per la segnalazione.
Di Fabrizio (del 16/12/2006 @ 09:54:15, in Italia, visitato 1981 volte)
Dal Manifesto:
La storia Ferid Sulejmanovic, espulso nel 2000. Ma la Corte europea gli aveva dato ragione Morte assurda di un rom legale Era uno degli zingari del campo Casilino, Roma, spediti a Sarajevo. A torto. Ha provato a rientrare da clandestino. E' morto soffocato in un tir Cinzia Gubbini Sembra quasi l'ultimo atto di una tragedia. Solo che è tutto vero. Niente palcoscenico, niente applausi finali. Per Ferid Sulejmanovic, il protagonista di questa storia, un'uscita di scena tra i gas tossici sprigionati dall'alluminio ferroso. Ferid, 33 anni, rom bosniaco, era stato cacciato sei anni fa dell'Italia, nel corso di un'espulsione di massa che la Corte di Strasburgo ha dichiarato illegale. Il suo cadavere è stato trovato sabato mattina nel cassone di un camion sbarcato al porto di Ancona. Il tir, che trasportava lui e un altro uomo non ancora identificato era partito dal porto di Zara, in Croazia. I due viaggiatori «abusivi» sono stati uccisi dalle esalazioni sprigionate dai lingotti di alluminio, che erano destinati a un'azienda del nord, e dietro cui si erano nascosti. L'inchiesta aperta alla Procura sulla loro morte dovrà anche accertare se quelle sostanze sono consentite. Quando al porto è arrivata l'agenzia regionale non ci ha visto chiaro: nonostante il telone fosse ormai stato alzato da tempo, e la banchina fosse ventilata, ha rilavato un'alta concentrazione di ammoniaca, anidride solforosa e arsina. Ma anche di altre sostanze, al momento ignote, e forse illegali. I due uomini non avevano documenti addosso: nelle tasche dei loro indumenti sono stati trovati soltanto un pacchetto di sigarette e soldi bosniaci. Ma la sorella di Ferid è andata ieri alla polizia di frontiera per riconoscerlo: sapeva che stava per arrivare, che aveva intenzione di infilarsi in un camion per raggiungere l'Italia, da dove era stato cacciato. Considerato illegale, al pari dei gas che lo hanno ucciso. Solo che l'espulsione di Ferid è particolare. Illegale, anche quella: a dirlo è stata nel 2002 la Corte europea dei diritti dell'uomo. Era l'alba del 3 marzo del 2000 quando polizia e carabinieri arrivarono senza preavviso nei campi rom di Roma Tor de' Cenci e Casilino 700. Furono prelevate 67 persone, tra di loro bambini, donne incinte, anziani e malati. In dodici ore furono portati all'aeroporto e rispediti a Sarajevo, nonostante la maggior parte di loro fosse fuggita dalla guerra, e i bambini fossero nati in Italia e nulla sapevano di quel paese. Manifestazioni, interrogazioni parlamentari, appelli, non servirono a nulla. Ma chi protestava aveva ragione. La comunità di Sant'Egidio, che seguiva le famiglie di Casilino 700, assistita dall'avvocato romano Nicolò Paoletti, fece ricorso alla Corte europea per i diritti umani, raccogliendo la procura delle persone che riuscirono a rintracciare: quasi tutti avevano trovato riparo nel quartiere di Ilizda, un sobborgo di Sarajevo dove vivono molti rom. Il fotografo Stefano Montesi ricorda il viaggio per intercettare le famiglie espulse: «Vivevano in case diroccate, intorno c'erano cartelli con scritto "attenti alle mine"». Furono messe insieme 16 procure. La Corte fece sapere che il ricorso era ammissibile. Solo allora, era il 2002, il governo si decise a trovare un accordo, pur di evitare una condanna che avrebbe stigmatizzato l'Italia per la violazione di diversi articoli della Convenzione europea: quello che vieta «trattamenti disumani e degradanti», quello che vieta discriminazioni, e quello che assicura il diritto a un ricorso effettivo. E fece tornare i ricorrenti, riconoscendo loro anche un risarcimento economico. Ferid Sulejmanovic venne a sapere della «vittoria» solo dopo la sentenza, chiese all'avvocato se potevano rientrare: «Ho studiato a fondo il caso - spiega Paoletti - ma tutti i termini di legge erano ormai scaduti per un ricorso. Certo, una buona amministrazione, preso atto della posizione della Corte, avrebbe dovuto riesaminare tutte le espulsioni. Ma così non è stato». Allora Ferid è salito su un camion diretto in Italia. Con lui c'era un altro uomo: al campo rom Casilino 900 dicono che probabilmente si tratta di Tissan Severovic, un altro rom espulso qualche anno fa. Ma il suo corpo ieri non era ancora stato identificato. Anche se - nonostante la questura di Ancona non abbia diffuso dettagli - poco dopo il ritrovamento dei cadaveri le agenzie di stampa hanno informato che «entrambi erano stati espulsi dall'Italia» e che uno dei due aveva precedenti penali. Le notizie corrono, spesso a metà.
Ljuba e Sasha * Tommaso Di Francesco
Così manco i cani, manco i non umani muoiono abbruciati nelle trappole di latta e di fumo a via Gordiani, tra la memoria e i sassi pasolini. Qui nell'Eterna. Roma radice di rom... Unici puri in città ad aspettar futuro, Ljuba e Sasha di diciassette e sedici nel fuoco per vivere pronto per morire, con la creatura negli occhi luminosi ancora nel bianco della festa, sposi. Tutto l'amore mio è per voi cenere per voi deportati, è per voi caduti nei fili spinati, per caso, dicono ... provate voi per caso a non morire in otto corpi in quattro metri quadri. Ad ardere, solo voi amo che ho rincorso nelle periferie che inghiottono certezze tra boemie, serbie ed i kosovi, cacciati e offesi da cronache luride e dagli armati tra i battimani e i silenzi occidentali. Adesso che la città vuole sentire voci, il desiderio che mi resta è sul sorriso vostro che con me ha in corpo Mauthausen, a voi rifiuti che nell'addio discarica l'Ama, sigla del nostro comune disamore. Tommaso Di Francesco
* Si è svolto ieri alla periferia di Roma (a Via Gordiani) il funerale dei due giovanissimi sposi, Sasha Traijkovic e Ljuba Mikic, morti bruciati nell'incendio del campo rom dove vivevano, il 2 dicembre scorso.
Di Fabrizio (del 16/12/2006 @ 10:04:04, in Europa, visitato 1883 volte)
A Bucarest si stanno festeggiando i 10 anni della nascita di Parada, la scuola di clown di Miloud. Ripropongo un'intervista effettuata qualche anno fa, durante una tournee a Milano:
Premessa tratta dalla presentazione in italiano del progetto (a cura di COOPI)
A seguito della grave crisi economica e sociale attraversata dalla Romania all’inizio degli anni Novanta dopo la caduta del regime di Ceasescu, migliaia di bambini e di ragazzi sono scappati dalle loro famiglie o dagli orfanotrofi finendo sulle strade di Bucarest e del resto del paese, esposti alla solitudine, alla violenza e alla povertà assoluta. Nel 1992 il clown francese Miloud Oukili li ha incontrati nei canali sotterranei della capitale dove si rifugiavano la notte per sfuggire al freddo e alla pioggia.
Da allora Miloud non li ha più lasciati: li ha conquistati con arti del circo e attraverso la creazione della Fondazione Parada ha offerto loro assistenza medica, sostegno psicologico e un tetto…
Il centro diurno accoglie regolarmente centinaia di bambini e di giovani provenienti da diversi paesi della Romania ed è diventato un punto di riferimento importante per la città. Al suo interno si svolgono laboratori teatrali, atelier di clownerie, giocoleria e acrobazia.
Gli educatori inoltre forniscono ai ragazzi supporto psicologico e propongono corsi di formazione scolastica e professionale.
Due équipe di educatori incontrano quotidianamente i ragazzi che ancora vivono sulla strada offrendo loro ascolto, assistenza e un’opportunità educativa.
Negli appartamenti sociali i ragazzi che hanno scelto di abbandonare la strada possono organizzare la propria vita con regolarità, mantenendo la propria autonomia e seguendo progetti personalizzati concordati con gli educatori.
Interviste di Marta Rabbiosi e Fabrizio Casavola al termine dello spettacolo di sabato 20 marzo a ASSOCIAZIONE COLORE via Moncucco 29, MILANO
Zamfir Mia
Da quanto conosci Parada?
Da 12 anni sono col gruppo Parada. Allora vivevo per strada e ci siamo conosciuti lì. C’era una casa, era di Terres des Hommes, che ospitava bambini che vivevano in strada. Andavamo lì la mattina per fare teatro e disegno. Più tardi, ho conosciuto Miloud, che stava con noi tutto il giorno, ma con noi allora non faceva il pagliaccio – questo l’ho capito solo quando abbiamo cominciato a fare spettacoli. Adesso quella casa è stata chiusa dalla polizia, c’erano problemi con i vicini che vedevano tutti quei ragazzi che andavano avanti e indietro.
Io adesso lavoro con Parada e con un gruppo di francesi ho fatto un giornalino.
Sembra una rivista per ragazzi
No, nessun ragazzo comprerebbe un giornalino fatto e venduto da ragazzi di strada! Viene venduto agli adulti in abbonamento. Ci sono alcune cose che sembrano per bambini: qui si parla di Mowgli e del libro della giungla, perché anche lui era stato abbandonato e ha vissuto come un animale. Qui invece uno di noi parla di religione, lui si chiama Costantin, ve lo traduco: “Se non c’era Dio, non c’ero neanch’io… se Adamo ed Eva non avessero fatto peccato, non ci sarebbe stato nessuno di noi…” E poi c’è un mio articolo, dove su un foglio quello che faccio adesso e sull’altro ci sono le foto di com’ero prima.
Se volete riceverlo, richiedetelo a:
Echipa “Strada
Strada Jului, nr. 37
sect. 1 Bucuresti
0742 330392 stradaziar@poste.net
In questi 12 anni la situazione a Bucarest è cambiata?
Credo che i ragazzi per strada stiano aumentando, ma la polizia li va a prendere e li riporta alle famiglie o li rinchiude in carcere molto più di prima. Probabilmente è perché la Romania sta per entrare nella NATO. I canali di Bucarest sono stati sigillati, perché erano il rifugio preferito dei ragazzi di strada e di chi li usava per nascondere la refurtiva.
Qualcosa di importante è cambiato con Miloud. Vedete, io adesso sto facendo questa intervista, ma anche quando vivevo per la strada mi ricordo che si parlava molto di noi, tutti facevano solo parole! C’erano i giornalisti che ci cercavano e ci facevano parlare, ma poi tutto rimaneva come prima. Miloud invece, lui diceva una cosa e la faceva. Così ci ha dato da mangiare!
Dove sei stata con Parada?
In Francia a Bordeaux e poi a Milano. Ogni tour dura un mese. L’Italia l’ho vista molto, ma non mi ricordo tutti i paesi.
Da 12 anni fai teatro e ce l’hai nel sangue. Vorresti continuare o fare qualcos’altro?
Devo dire che in questi 12 anni, ogni tanto ho lasciato Parada e magari sono tornata alla vita di prima. Io sono così. Adesso vorrei lavorare anche con altre compagnie. Miloud lo sa. Ormai sono grande e se potessi lascerei lo spazio agli altri. Magari, iniziare io a lavorare coi bambini.
Cosa studiate a Bucarest?
Studiamo circo e teatro. Parliamo di com’era la nostra vita. I bambini imparano anche a leggere e a scrivere.
Ad aprile, ci sarà un nuovo centro con gli spazi per i laboratori teatrali e la scuola, ed ufficio per l’assistenza legale e per fare i documenti.
Daniel Porcescu
Tu nello spettacolo facevi anche il fachiro. Ci spieghi come si fa?
Mah… E’ una questione di concentrazione. Bisogna stare attenti…
Sei anche uno dei più vecchi di questo gruppo
Ho 28 anni. Io, Corinne e Rafael siamo tra i più vecchi. Sono con Parada da 4 anni, ma ho conosciuto Miloud quasi 12 anni fa.
Ho conosciuto solo mio padre, ma in quel periodo lo frequentavo poco ed ero sempre per la strada, non mi drogavo – non l’ho mai fatto, ma avevo bisogno di aiuto e così mi hanno trovato.
Dodici anni fa c’era un'altra organizzazione, Terres des Hommes e Miloud vi lavorava come volontario.
Cosa ti ha attirato di ciò che ti proponevano?
Ci sono diversi tipi di studio: giocoleria, acrobazia, clownerie, piramide, andare sul motociclo.
Comunque, noi andavamo al centro perché si stava tranquilli e sicuri, poi abbiamo iniziato per divertimento e mi ricordo che mi è piaciuto molto.
Ho iniziato con Parada che ero già grande, e da noi chi lavora col circo viene pagato pochissimo, a meno che non si sia dei veri professionisti di un grande circo.
Adesso lavoro come animatore.
Com’è il lavoro dell’animatore?
Da un anno c’è una squadra di tre/quattro persone con una ragazza francese e lavoriamo sulla strada e negli orfanotrofi. Facciamo circo, sport, disegno, ogni tanto andiamo al cinema.
Lo scorso dicembre c’è stata un’iniziativa chiamata “Decembre magique” e siamo andati a fare uno spettacolo negli orfanotrofi.
Ogni giorno usciamo a cercare ragazzi, di solito 2 o 3 ogni giorno.
In questo gruppo che è qua a Milano, ci sono due ragazzi piccoli, di 14 e 16 anni, è da un anno e mezzo che sto lavorando con loro e solo da tre mesi sono usciti dalla strada.
Voglio continuare a fare l’animatore.
Quanti siete in tutto?
Siamo 4 animatori oltre all’animatore francese. Per i ragazzi che frequentano le attività, non saprei essere preciso: non esistono gruppi stabili di ragazzi coinvolti, il loro numero cambia continuamente. Per esempio: un giorno ne troviamo 2 in una piazza, e il giorno dopo magari si sono spostati in un’altra zona, oppure hanno altro da fare e magari riagganciamo qualcuno che avevamo conosciuto un’altra volta.
C’è qualche viaggio che ti ricordi?
Neanch’io ricordo tutti i posti dove siamo stati: le tournee sono molto piene e difficilmente troviamo il tempo di fare qualche visita.
Ho fatto 10 tourneé: 7 in Italia, 2 in Francia e una a Mostar, in Bosnia Herzegovina. Sono stato molto contento di essere andato a Mostar, perché per noi è stato il segno che la guerra fosse veramente finita. Quello di Mostar era un progetto veramente grande, si chiamava “Carovana dell’acqua”, c’erano tante organizzazioni francesi con Miloud, gruppi italiani da Novara, Varese, Torino e circhi professionisti. L’ultimo spettacolo che abbiamo fatto a Mostar, al solito la platea era divisa con i cattolici da una parte e i musulmani dall’altra, ma alla fine applaudivano mischiati tutti assieme.
Emil … - assistente sociale del gruppo
Parlate tutti molto bene l’italiano
Sì, la lingua è simile e poi la perfezioniamo nelle tourneé. Inoltre, a Bucarest abbiamo rapporti non solo con i francesi, ma anche con molte organizzazioni italiane, COOPI ad esempio collabora col nostro progetto
Tu sei arrivato a Parada in un’altra maniera…
Non vengo dalla strada, me lo si legge in faccia! Ho studiato a Bucarest e come tutti cercavo qualcosa da fare, però volevo anche occuparmi degli altri in maniera seria.
Ho sentito parlare di Parada, questo gruppo di matti, e sono andato a vedere cosa c’era da fare. E’ stato 5 anni fa e da allora sto con Parada.
Il primo che ho conosciuto è stato Rafael, che oggi faceva il presentatore. Con lui e con gli altri nel tempo quella che all’inizio è un’amicizia spontanea e istintiva, diviene un rapporto vero e profondo, al di là dei ruoli reciproci.
Come si crea il rapporto con i ragazzi?
In realtà, il mio lavoro non ha molto a che fare con l’assistente sociale. Seguo i ragazzi nelle materie scolastiche e nelle uscite, principalmente il mio lavoro è parlare e farli parlare, metterli a confronto in ogni momento del giorno sui problemi che hanno avuto e che vogliono affrontare.
Verso le 7, le 8, raggiungo il centro e c’è da fare sino a mezzanotte, insomma è un lavoro serio e impegnativo.
Adesso disponiamo anche di un caravan, che gira per le strade per dare vestiti e assistenza sociale ai ragazzi abbandonati. La mattina lo adoperiamo per andare a cercare i ragazzi e qualche volta per portarli con noi al centro.
Anche per strada non mi presento come “assistente sociale”, ma chiedo: “chi sei, cosa fai?” e a loro volta mi chiedono chi sono io e cosa voglio da loro. Io gli dico che sono di Parada e non ho bisogno di dire altro, questo nome è conosciuto da tutti i ragazzi di strada. Loro sanno chi siamo e cosa facciamo, quindi se vogliono cominceranno a frequentare il centro. Anche al centro le regole e il lavoro sono chiari: succede anche che qualcuno appena arrivato mi chiede di partire in tournee, e gli dico: prima studia e poi vedremo…
Anche dopo lo spettacolo vi siete ritrovati a discutere
E’ un confronto diverso da quello che dicevo prima. In quel caso parliamo espressamente dello spettacolo che è appena terminato, cosa è andato bene e cosa si può migliorare. Questo pomeriggio è stata una riunione molto lunga.
I ragazzi di strada ci sono solo a Bucarest o anche nelle altre città?
Principalmente a Bucarest. Nelle altre città non è un fenomeno rilevante: di solito i ragazzi abbandonati vivono per un po’ di tempo nei pressi delle stazioni e appena possono raggiungono Bucarest, che vedono come una specie di La Mecca.
Ho sentito che gli altri dicevano che i ragazzi che vivono in strada stanno aumentando: io ho visto alcune statistiche (ma non so quanto siano veritiere) e sembra che invece stiano diminuendo. Anche la situazione sulla chiusura dei canali non è definita: la polizia li chiude per ragioni di sicurezza, ma spesso i ragazzi riescono a riaprire dei passaggi e tornano a rifugiarsi lì. Quello che può essere cambiato negli anni, è che prima i ragazzi di strada sopravvivevano per una specie di spirito di clan, che li univa e in parte serviva a proteggerli da loro stessi e dagli altri, mentre adesso ognuno è abbandonato a se stesso.
C’è qualche ragazzo che ha lasciato Parada per fare altro?
In 8 anni saranno stati una ventina. Manteniamo comunque i rapporti. Tutti hanno scelto un’attività in proprio. La maggior parte lavora nelle costruzioni o nel piccolo commercio, in regola con la legge e i suoi permessi.
Che altro dire? E’ dura, anche se una durezza differente dal vivere per strada.
Dopo intervista
· Con 10 euro al mese finanzi i laboratori di clownerie e giocoleria del centro diurno
· Con 25 euro al mese finanzi le attività del caravan notturno
· Con 50 euro al mese contribuisci allo stipendio di un educatore
· Con 100 euro al mese finanzi una borsa di studio per un ragazzo
NUMERO VERDE 800.11.77.55 – c.c. postale 142273 intestato a COOPI – Ragazzi di Bucarest
Tel./Fax 0376 73.00.77 ragazzi.Bucarest@coopi.org
Di Fabrizio (del 17/12/2006 @ 10:11:56, in Europa, visitato 1938 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
By UPI - Dec 12, 2006, 16:35 GMT - BELGRADO, Serbia (UPI): Un esponente dei
diritti delle minoranze ha detto martedì che circa metà dei Rom che vivono in
Serbia non usufruiscono del diritto all'istruzione, al lavoro e alla sanità.
Una recente ricerca su un gruppo di 36.000 Rom, mostra che il 46% di loro non
può registrare la residenza perché vive in baracche improvvisate, spesso senza
acqua ed elettricità. Senza residenza non possono ottenere documenti, che sono
necessari per comunicare con gli apparati statali.
Radio B92 riporta le parole di Petar Antic, del Centro Serbo per i Diritti
delle Minoranze, secondo cui i Rom vivono in una specie di mondo parallelo al
sistema serbo. Antic ammonisce che se il problema non sarà risolto, nei prossimi
10 anni diverrà il più grande ghetto europeo.
Il governo ha adottato piani per affrontare il problema, ma i rappresentanti
della comunità Rom dicono che anche la legge dev'essere modificata.
Circa l'80% dei Rom sono analfabeti e il 60% non ha completato la scuola
dell'obbligo.
Le statistiche ufficiali indicano in 150.000 i Rom presenti in Serbia, ma i
leaders della comunità reclamano che il loro numero salirebbe a 500.000.
Copyright 2006 by United Press International
Di Fabrizio (del 18/12/2006 @ 09:37:46, in Italia, visitato 1445 volte)
OPERA NOMADI SEZIONE DI MILANO ONLUS
Lo sgombero di giovedì 14 Dicembre di una piccola comunità di rom rumeni in via
Ripamonti a Milano, riaccende le polemiche sulla presunta “emergenza nomadi” in
città.
Come in un “gioco delle parti”, i rappresentanti di Prefettura, Provincia,
Comune e Casa della Carità che fino a ieri sedevano insieme al tavolo
interistituzionale per disegnare le nuove politiche di accoglienza rivolte ai
rom, si dicono “sorpresi” o del blitz improvviso o delle conseguenze che ha
provocato, riposizionandosi attorno alle proprie sensibilità e al diverso modo
di considerare l’insieme della problematica.
In buona sostanza un “incidente di percorso”, che naturalmente non bisogna
ripetere, ma che lascia le cose così come sono, anche per il futuro.
Ma in cosa consistono le iniziative che “bollono in pentola”?
Da mesi, è in preparazione un Piano di Intervento Comunale che si fonda sulla
sottoscrizione di un “Patto di socialità e legalità” da parte delle comunità rom
e sinte, in cambio di una adeguata assistenza e ospitalità.
Le linee fondamentali del piano prevedono: la creazione di piccoli campi che non
superino le 100 – 150 presenze; il censimento per chi abbia titolo a rimanere in
Italia; aiuti umanitari affidati a gruppi di volontariato; la realizzazione di
una graduatoria dei regolari che saranno poi sistemati nei campi.
Campi che saranno gestiti attraverso un Regolamento che fissa alcuni impegni
essenziali, come l’obbligo di mandare i figli a scuola, inserirsi nel mondo del
lavoro, garantire la pulizia del territorio contro il degrado, “denunciare” le
situazioni di illegalità ecc.
Un percorso “ben chiaro” che assicuri vivibilità e sostegno, seguito da vicino
da associazioni del volontariato e forze dell’ordine, che coniughino sicurezza
con solidarietà.
Com’è ovvio, alcune di queste enunciazioni sono genericamente condivisibili o
quantomeno non esclusivamente riferibili ai rom in quanto tali, ma ai
comportamenti civili che dovrebbero tenere tutti i cittadini e le stesse
Istituzioni.
Altri aspetti, la maggior parte, andrebbero analizzati con più attenzione,
perché ripropongono un’idea stantia di assimilazione, controllo e
assistenzialismo, nel più completo immobilismo culturale.
L’idea di costruire “campi nomadi” (o villaggi della solidarietà) di 100 – 150
persone è, ad esempio, ormai ampiamente superata nella società, per la
consapevolezza degli insufficienti benefici che ne derivano e per il significato
di separazione sociale che li accompagnano, ma è anche respinta dalla
maggioranza delle stesse comunità rom e sinte che appena possono ne rifuggono.
Non si possono poi ignorare le modalità di partecipazione e condivisione del
progetto che i proponenti dichiarano essere la premessa per ogni intervento.
Di sicuro queste non riguardano i diretti interessati, cioè i rom, del tutto
ignari di quanto sopra, ma nemmeno l’arcipelago di piccole o grandi associazioni
che da anni se ne occupano sul territorio, ugualmente escluse anche se citate
per convenienza, che se vorranno continuare ad operare in questo settore
erogando servizi, dovranno sottostare alla medesima logica politica subalterna e
ricattatoria.
Un’ultima considerazione riguarda la presunta offerta di luoghi di ospitalità:
non ve ne sono, né di nuovi né all’orizzonte, nemmeno nell’area provinciale,
dove il rinnovamento politico dell’amministrazione aveva creato molte
aspettative.
Ente Morale DPR n. 347 del 26.3.1970
Via Archimede n. 13
20129 Milano
Tel 0284891841 - 3393684212
operanomadimilano@ tiscalinet.
it
C.F. 97056140151
Di Fabrizio (del 18/12/2006 @ 10:34:38, in Europa, visitato 1868 volte)
da
Hungarian_Roma
E' stata rilasciato a Budapest un nuovo studio del Fondo Educazionale (REF)
sui benefici dell'investire nell'educazione dei Rom in Ungheria. Durante la
conferenza stampa, Rumyan Russinov, vice-direttore di REF, ha detto: "E' ora che
gli europei capiscano che l'educazione dei Rom non è solo un tema per i
genitori Rom, e che devono essere rimosse molte barriere formali e informali.
Ciò richiede un serio impegno da parte dei Governi e questo studio provano che
questi investimenti hanno il loro ritorno". Alexandre Marc, direttore di REF, ha
menzionato che la sua associazione è impegnata nel dimostrare che analisi simili
sono importanti non solo dal punto di vista dei diritti umani, ma anche nel
senso economico, che è l'argomento che il Ministero delle Finanze dovrebbe
intendere.
Il deficit di educazione della popolazione Rom è ben documentato in tutti i
paesi che partecipano al Decennio dell'Inclusione Rom. L'eredità delle passate
politiche esclusioniste non solo contribuisce al mantenimento dell'esclusione
sociale, preclude anche alla partecipazione nel mercato del lavoro e quindi
perpetua la dipendenza dall'assistenza sociale e riduce drammaticamente il
ritorno in forma di tasse. Lo Studio Fondo Educazionale Rom, condotto da
Gabor Kertesi e Gabor Kezdi [1] utilizzando dati ungheresi
illustra quanto i governi potrebbero incamerare nel futuro investendo
nell'educazione verso i Rom [...] I ricercatori mostrano come il deficit
educativo sia associato con bassi tassi di impiego e delle conseguenze sul
prelievo fiscale e sull'assistenza sociale. [...]
The study is available on
www.romaeducationfund .org
[1] Institute of Economics , Hungarian Academy of
Sciences and Central European University / Institute of Economics , Hungarian
Academy of Sciences respectively.
Di Fabrizio (del 18/12/2006 @ 12:34:38, in Europa, visitato 1463 volte)
5.000 pagine di informazioni su cultura, formazione, lavoro, diritti,
partecipazione e cittadinanza
Tutto gratuito
Bancadatigiovani presenta "L'Europa per te": un sito internet ed un CD-Rom
multimediale gratuiti nati dalla collaborazione fra alcune associazioni ed
istituzioni italiane ed internazionali.
Il progetto, una vera e propria Enciclopedia dei programmi per i giovani,
per chi lavora con i giovani, per chi si occupa di formazione e di cooperazione
internazionale, è stato realizzato in italiano e inglese e contiene
complessivamente circa 5.000 pagine di informazioni; è stato realizzato in 6
mesi di lavoro da alcuni volontari italiani e finlandesi ed è stato supportato
dal Parlamento Europeo-Direzione per l'Informazione, dalla Provincia regionale
di Palermo e dal Centro di servizi per il volontariato di Palermo.
Il Cd-Rom ed il sito contengono una dettagliata e completa guida ai programmi ed
alle iniziative delle Istituzioni europee in materia di cultura, formazione,
lavoro e partecipazione, oltre a diversi programmi realizzati da altre
istituzioni internazionali ed una guida ai tirocini in oltre 100 organizzazioni
internazionali.
Tra le iniziative europee documentate ed analizzate in dettaglio nel sito e nel
CD-Rom, oltre a quelle più note come Leonardo, Erasmus, Europass, Fondo Sociale
Europeo e Gioventù, si trovano anche i recentissimi programmi Progress e
"L'Europa per i cittadini"oltre ad una guida alle carriere internazionali e la
lista completa dei Governi stranieri che offrono borse di studio per cittadini
italiani.
Infine, anche grazie alla collaborazione del Consiglio dEuropa, una specifica
sezione è stata dedicata alle iniziative delle Istituzioni europee in materia di
diritti umani e politica di vicinato.
Tutte le informazioni sono aggiornate al 30 novembre 2006 e sono consultabili
con i più comuni software di navigazione in Internet.
Il Cd-Rom sarà distribuito gratuitamente in 3.500 copie ed il sito offrirà
aggiornamenti costanti sui nuovi programmi o i nuovi bandi che saranno
realizzati.
Chi volesse, potrà richiedere l'invio del CD al domicilio gratuitamente. Per
l'invio del Cd-Rom è necessario soltanto registrarsi gratuitamente sul sito
http://www.bancadatigiovani. info
dove si potrà anche compilare il modulo di richiesta.
Collegato al Cd e al sito, anche un servizio gratuito di informazioni sempre
aggiornato su bandi e concorsi delle istituzioni internazionali in materia di
istruzione, cultura, lavoro, partecipazione dei giovani e diritti umani.
L'iniziativa è destinata, secondo i suoi ideatori, ad una vasta gamma di
beneficiari: studenti universitari, docenti, scuole, amministratori pubblici,
servizi sociali, centri di ricerca, giovani disoccupati, neo-laureati, centri di
informazione giovanile, università e centri di ricerca.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito dell'iniziativa
http://www.europe4you. info
info@europe4you. info
Tel. 091/336920 o 335/8086689
Di Fabrizio (del 19/12/2006 @ 09:55:40, in Europa, visitato 1970 volte)
(riassunto)
European Roma Rights Centre (ERRC) ha pubblicato un rapporto sulla situazione dei diritti umani dei Rom in Ucraina. Il rapporto è il frutto della collaborazione con la Commissione Europea e la Swedish International Development Cooperation Agency (SIDA), che ha seguito l'evolversi della situazione dal 2003 al 2006. La ricerca segue precedenti rapporti di ERRC sull'Ucraina del 1997 e del 2001 ed ha coinvolto diverse organizzazioni locali Romani.
Negli anni recenti hanno avuto luogo diversi e violenti abusi sui diritti umani ed inoltre c'è una condivisa discriminazione razziale in numerosi settori chiave, complice l'inattività e la complicità del governo.
Il rapporto documenta:
- Violenze a sfondo razziale da parte di apparati statali e non;
- Discriminazioni nel campo della giustizia;
- Discriminazioni nelle aree economiche e sociali, incluso i campi dell'alloggio, della sanità, della scolarizzazione, dell'impiego e dei servizi sociali;
- Mancanza diffusa di documenti personali, che negano l'accesso ai servizi di base, come pure la partecipazione alla vita civile e politica.
Le attuali leggi ucraine non sono sufficienti a punire atti di discriminazione razziale anzi, l'assenza di una legge antidiscriminazione rende impossibile alle vittime di ottenere giustizia. Inoltre, anche nelle aree dove esistono misure e meccanismi legali, queste rimangono inutilizzate dalle autorità governative e giudiziarie. Il rapporto inoltre fornisce un quadro delle leggi internazionali sui diritti umani, includendo i dettagli delle azioni legali che coinvolgono direttamente ERRC. Il rapporto termina con una serie di raccomandazioni al governo ucraino, specificando le misure da attuare in vista di un cambio duraturo nella situazione dei diritti umani dei Rom Il rapporto è disponibile in lingua inglese ed ucraina, con un riassunto in romanés, e può essere scaricato QUI.
Per avere ulteriori informazioni su ERRC: office@errc. org
Sulla situazione dei diritti umani in Ucraina:
Di Fabrizio (del 19/12/2006 @ 10:26:18, in Italia, visitato 1784 volte)
anonimomarullina è un blog che avevo già citato in passato per gli articoli
interessanti. Questa volta segnala un articolo curioso sui costumi dei Rom a
Roma.
“Non capisco perché chiedono l’elemosina, tanto lo sanno tutti che sono
ricchi! Hai visto che macchine che hanno?! Io vivo proprio vicino a un campo
zingari e vedo tanti ragazzini che si vestono con tutta roba di marca! …”.
Mi ribadisce la madre di un compagno di scuola di Zajko, un ragazzino rom
bosniaco (xoraxané) di quindici anni.
Zajko veste trendy, come la maggior parte dei suoi coetanei italiani. Ha
imparato a tra-vestirsi per mimetizzarsi tra i suoi coetanei gagé (non
zingari)...
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Novamag
Di Sucar Drom (del 19/12/2006 @ 22:19:08, in blog, visitato 1449 volte)
Pescara,
presentazione del Rapporto Caritas
Giovedì 14 dicembre a Pescara è stato presentato il rapporto annuale
sull'immigrazione nella Provincia di Pescara. Nel rapporto provinciale è stato
inserito un sostanzioso capitolo sulla minoranza Rom scritto da Nazzareno
Guarnieri, Rom Abruzzese. Durante la mattinata è stato anche presentato il
Dossier statistico Caritas sull'Immigrazione in Italia.
Riportiamo il testo del breve intervento...
Veneto,
perché vogliono mandare via il papà e la mamma di quel bambino rom?
“Le Istituzioni li hanno abbandonati” ha detto il Prefetto di Milano e anche
l’ultimo rapporto europeo denuncia con forza le discriminazioni nei confronti
dei Sinti e dei Rom, denunce autorevoli di chi sicuramente non è contro la
legalità. Chi invece manifesta in piazza con slogan di allontanamento o di
espulsione contro suoi concittadini non sta sicuramente manifestando per la
legalità! ...
Figli
dello stesso Padre, frammenti di umanità dentro e fuori la città
Pubblichiamo il testo integrale della Lettera Pastorale "figli dello stesso
Padre, frammenti di umanità dentro e fuori la città" che l'Arcivescovo di
Vicenza, Cesare Nosiglia (in foto), ha inviato il 9 dicembre 2006 a tutte le
comunità cristiane, ai fratelli e le sorelle Rom e Sinte, alle Istituzioni e a
tutte le persone di buona volontà.
L'Arcivescovo Nosiglia da alcuni mesi sta...
Milano,
si cerca di riunire le famiglie rom sgomberate
In attesa di riunire i nuclei famigliari almeno per il Natale saranno sistemati,
sempre provvisoriamente, nelle strutture del Comune e della Provincia in posti
ricavati dal piano emergenza-freddo i circa 60 degli oltre 100 rom sgomberati
giovedì mattina dalla polizia dall'accampamento abusivo di via Macconago.
Dopo aver approfittato, nella notte tra giovedì e venerdì, dell'ospitalità di
do...
Castelsangiovanni (PC), è pronta la nuova area per le famiglie sinte
È iniziato il conto alla rovescia per il trasloco delle famiglie sinte di
Castelsangiovanni. Forse già entro la fine della prossima settimana potrebbero
spostarsi definitivamente dall'area posta tra il cimitero e via Fratelli
Bandiera, dove stazionano ormai da anni, al campo attrezzato realizzato per loro
a Molino Suzzani, ai lati della strada per Creta.
Questo almeno quanto emerso dopo gli...
Catanzaro, i Rom protestano
Nuova protesta dei Rom residenti nella zona di viale Isonzo a Catanzaro.
Numerose persone hanno bloccato la strada, una delle principali per l’accesso al
centro della città di Catanzaro, per richiamare l’attenzione sul cattivo
funzionamento della rete fognante delle case popolari in cui vivono.
I manifestanti criticano anche Aterp e Comune, che non avrebbero predisposto
interventi adeguati...
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